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196 – Sabrina e il frat. bastardo – Le regole della schiava (l’annientamento)

By 31 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivammo a casa che era in pratica mattino. In macchina Cesare non mi degnò mai di uno sguardo e tantomeno mi rivolse la parola. Solo a casa mi ordinò’

‘Vatti a lavare che fai schifo, sembri una latrina ambulante, mi hai impregnato la macchina con le tue schifose puzze!!!’

Non discussi, non volevo beccarmi in extremis un altro ceffone sul viso. Anche perché ero indolenzita dappertutto, in special modo mi dolevano fortemente il buco culo ed i capezzoli. Mi spogliai e prima di immergermi nella vasca da bagno, eseguii un controllo sulle mie condizioni fisiche. Mi bruciavano le ferite sul seno e anche quelle sulle chiappe. Mi toccai lo sfintere e lo trovai ancora dilatato. Guardai poi le dita ed in punta trovai tracce di sangue. Il bastardo mi aveva realmente rotto il culo.
Mi guardai attentamente il seno, i capezzoli erano di color rosso fuoco ed erano gonfi e mi causavano una enorme sofferenza. La parte bianca delle tette era attraversata da cordoncini rossastri ed un paio di questi piccoli dossi sanguinava. Disinfettai il tutto con dell’alcool ed il bruciore mi fece saltare. Puzzavo veramente di piscio ed allora mi infilai nella vasca e mi insaponai per bene. Uscii dopo mezzora dall’acqua e mi guardai allo specchio.
Le striature sul seno c’erano sempre, ma non sanguinavano più ed i capezzoli invece erano divenuti quasi normali. Mi guardai il sedere e notai il segno ovale della spazzola per i capelli sulle mie chiappe. Mi sfiorai e percepii sotto ai polpastrelli mille minuscole crosticine in rilievo. Il bastardo aveva colpito forte per riuscire a piantare gli aculei dentro la mia delicatissima cute!! Mi faceva invece ancora un gran male il buchetto del sedere deflorato dal suo enorme cazzone. Mi spalmai un po’ di crema idratante, ci misi sopra un pannolino, poi, tenendo le gambe chiuse mi avviai in camera mia. Prima di andare a letto, indossai delle normali mutandine e mi infilai sotto le coperte.
Mi svegliai che erano le due del pomeriggio, in casa non c’era nessuno, andai in cucina e trovai sul tavolo un foglio con alcuni appunti per me.

Regolamento per la mia schiava

1) D’ora in poi la figa deve sempre essere depilata accuratamente
2) La stessa cosa dicasi per il buco del culo. E’ inammissibile che io abbia trovato dei peli tuoi sulla punta del mio cazzo!!)
3) In casa non dovrai mai portare indumenti, ma dovrai sempre essere completamente nuda, sia che tu sia da sola, sia che ci sia solo io, sia che ci siano altre persone.
4) Dovrai sempre obbedire a me ed ai miei amici ed invitati.
5) Il tuo corpo appartiene a me, io, il tuo Padrone, ne potrò disporre a mio piacimento. Potrò usarlo io o darlo in prestito d’uso a chi vorrò, senza limitazioni di sesso o di numero di persone.
6) Tutte le punizioni che subirai, a torto o a ragione, non potranno mai essere discusse.
7) Potrai piangere, urlare e supplicare, ma solo se ne sarai autorizzata.
8) Ad ogni disubbidienza ci sarà una adeguata punizione che sarà di volta in volta sempre più severa
9) Potrai rifiutarti solo nel caso in cui esista per te un reale pericolo di vita
10) Io, il tuo Padrone, mi impegno ad educarti e ad istruirti in modo degno. Lo farò usando tutti i mezzi necessari, comprese le punizioni e le più infamanti umiliazioni.
11) Potrai essere fotografata e video ripresa e ti verrà concessa, se lo vorrai, una mascherina per nascondere gli occhi.
12) Per te io non sono Cesare, d’ora in poi non tollererò essere chiamato per nome. Ti dovrai rivolgere a me solo ed esclusivamente con: Mio Padrone oppure Mio Signore. Trasgredire a questa regola sarà fonte di punizioni molto severe.
13) Durante i miei pasti, tu starai in piedi al mio fianco, con il capo chino e le mani unite nei pressi della figa. Potrai mangiare solo dopo e a mia discrezione lo potrai fare solo in piedi con il piatto in mano oppure con il piatto appoggiato sul pavimento. Sappi che per ogni goccia d’acqua e briciola di pane o d’altro che cadrà sul pavimento sarai punita e dovrai leccare con la lingua fino a rendere pulite e linde le piastrelle.
14) Non ci saranno limiti alle umiliazioni, sia private, sia pubbliche. Potrai essere insultata pesantemente da me e dai miei amici e amiche ed essere bersaglio di scherno da parte di tutti.
15) Ricordati che non avrai più diritto a possedere una tua dignità, tantomeno avrai una tua personalità. Tutto ciò sarà annullato ed eliminato anche con mezzi coercitivi e severissime punizioni corporali.
16) Non potrai masturbarti e nemmeno potrai godere o venire durante l’uso che io ed altri faremo di te. Trasgredire vorrà dire essere duramente punita.

Se deciderai di non sottostare a questo regolamento, potrai andare ad abitare dai nostri genitori, o dove tu vorrai, io capirò e il nostro gioco terminerà qui. Se invece al mio ritorno ti troverò in casa, nuda e depilata, vorrà dire che avrai accettato tutte le mie condizioni e dal quel momento non potrai più tornare indietro.

Se acconsentirai, questa sera quando tornerò ti voglio trovare nuda e depilata completamente. Esci a fare la spesa e compera dei mandarini, dei limoni e delle pere. Ci sarà una festa in ‘tuo onore’ preparati a farmi godere ed a far godere delle persone mie conoscenti.
Il tuo Padrone, Cesare

Rimasi di stucco, mi precipitai in camera mia e buttai la valigia sul letto, iniziai a riempirla alla rinfusa, decisa ad andarmene definitivamente da quella casa d’inferno. Chiusi la valigia e la posai vicino alla porta di casa. Mi vestii e feci per andarmene. Sulla soglia di casa, con il bagaglio in mano, infilai la chiave nella toppa e chiusi la serratura, scesi poi i primi scalini delle scale e mi fermai. Cosa stavo facendo? Fuggivo, mi stavo ritirando, pavida e tremante mi stavo sottraendo al piacere d’essere sottomessa da mio fratello. Si, al piacere, perché di piacere si trattava. Soffrivo fisicamente e psicologicamente, ma a me in fondo questa situazione mi dava gioia, lui, il mio Padrone, l’aveva capito, c’eravamo compresi a vicenda, lui sapeva che io amavo essere sottomessa e io sapevo che a lui piaceva dominare ed umiliare la sua sorellina. Scesi ancora un paio di scalini, il cervello mi diceva di andarmene, ma il cuore ed i sensi mi ordinavano di rimanere. Risalii lentamente la scala ed infilai la chiave nella toppa, entrai e rimisi sul letto la valigia. Sistemai gli indumenti nell’armadio e nei cassetti del comò, quindi, come un automa, entrai in bagno, mi spoglia nuda, presi poi il tubetto di ‘crema depilatoria per parti intime’ e me la spalmai sul pube, sull’interno coscia e sulla figa.
Lasciai agire la pomata e poi con la spatolina iniziai a radere al suolo il mio foltissimo boschetto. Mi sedetti sul bordo della vasca e con uno specchio tondo mi controllai la vagina. Alcuni peli resistenti ancora spuntavano qua e là fra le labbra della vagina. Presi una pinzetta adatta e li estirpai del tutto. Alla fine osservai attentamente e vidi che la mia bella fighetta era liscia come la buccia di una pesca. Posai poi lo specchio sull’angolo della vasca e mi chinai a novanta gradi aprendomi con le mani le chiappe del culo. Il buco era ancora abbastanza largo ed attorno c’erano in effetti parecchi peli scuri. Misi la cremina anche lì ed attesi un po’ più a lungo che facesse effetto. Quindi, a fatica, cominciai a togliere la pasta dalla zona. Alla fine ammirai soddisfatta il risultato, anche il mio ano era scevro da peluria inutile. Senza peli pareva ancora più largo ed aperto di prima.
Feci per rivestirmi poi mi rammentai del regolamento. Dovevo stare nuda anche se in casa non c’era nessuno. Andai in camera mia e posai gli abiti al loro posto, quindi, in costume adamitico, me ne andai in cucina a mangiare qualcosa. Era piacevole stare svestita dentro casa, mi domandai: ma se suonano alla porta devo aprire così come sono oppure devo indossare qualcosa. L’avrei chiesto a Cesare; anzi al mio Padrone.

Come ordinatomi uscii per comperare i mandarini, i limoni e le pere. Quindi rientrai subito in casa e mi denudai.
Erano le venti quando il mio Padrone fece rientro a casa. Posò una scatoletta sul mobile dell’ingresso e poi’.

‘Brava la mia puttanella, nuda e cruda!!! Aspetta che vado a pisciare, poi ti controllo per vedere se hai dimenticato qualche peletto”

Tornò riabbottonandosi la patta e mi disse’

‘Vieni qui, sdraiati sul tavolo della cucina’..’

Gli risposi’

‘Si mio Padrone’..’

‘Bene vedo che hai compreso’.. Apri le cosce zoccola, mostrami la figa’.’

‘Si, subito mio Padrone”

Con poca grazie e delicatezza mi esplorò la vagina millimetro per millimetro, poi mi sollevò le gambe in alto e ripeté l’operazione con il buco del culo’

‘Ummmm’ bene, bene, così che ti volevo’. Mettiti a pecorina sul tavolo voglio sentire se sotto la lingua si sentono ancora i peli’.’

‘Si, mio Padrone subito”’

Mi leccò il culo e la figa, poi soddisfatto mi diede una pacca sulla chiappa destra e mi disse’.

‘Puoi scendere, apparecchia subito la tavola che voglio mangiare”

‘Si Cesare subito’..’

‘Cos’hai detto??? Vieni subito qui!!!!’

Lo vidi andare nell’ingresso ed aprire la scatoletta che aveva quando era entrato in casa.
Ne estrasse un frustino di cuoio rigido e lungo venticinque centimetri circa e un grosso vibratore di colore nero. Ritornò, si sedette su una sedia, poi mi prese e mi fece mettere con il sedere in aria sulle sue ginocchia, quindi’..

‘Dieci frustate e il dildo nel culo”’

Mi sputò sul buco del culo e senza troppi riguardi mi spinse il mega vibratore nel culo. Non ebbi tempo di sentire il dolore all’ano che iniziarono ad arrivare le frustate. Mi colpì forte alternativamente sulla natica destra e su quella sinistra, ad ogni colpo io””.

‘Aahhh, aahhhm aaahhhh, aaaahhhhhh”’

‘Senza toglierti il vibratore dal culo alzati in piedi!!!! Inginocchiati adesso e toglimi le scarpe bagascia schiava di merda ‘.’

Mi inginocchiai sul pavimento e gli slacciai le scarpe’.

‘Toglimi i calzini, no cazzo!!!! Non così, con la bocca, prendili con i denti dalla punta e tirali maiala di merda!!!!’

Con la guancia destra sul pavimento presi fra i denti la punta del primo calzino e tirai, poco per volta la calza si sfilò e mi rimase pendente fra le labbra’.

‘Tienila fra i denti e vai a portarla nel cesto della roba sporca”

Mi sollevai in piedi e obbediente feci ciò che mi aveva ordinato, poi tornai e ripetei la stessa operazione, quindi andai a posare anche quella nel cesto degli indumenti da lavare.

‘Ho i piedi che sono un po’ sudati, passami la lingua fra le dita e puliscimeli, muoviti cazzo!!!!!’

I suoi piedi puzzavano alquanto e dovetti combattere con i conati di vomito per pulirgli per bene i piedi. Rimasi in terra, inginocchiata, in attesa di ordini’..

‘Alzati sporcacciona, vai a lavarti le mani, fai schifo, puzzi di piedi da far paura!!! Che sozzona che sei!!!’

Obbedii e poi tornai, apparecchiai la tavola, scaldai la pasta che avevo preparato poco prima, lo servii e mi posizionai al suo fianco con il capo chino e le mani unite sul basso ventre”

‘Fa schifo ‘sta pasta!!! Fa veramente schifo!!!…’

La masticò a lungo poi la sputò nel piatto, ne mise in bocca un altro boccone e fece altrettanto, poi lo risputò nel piatto, quindi lo spostò lateralmente, e con aria schifata mi comandò di dargli la carne’. Presi un piatto pulito e ci posai la carne’.

‘Questa si può mangiare. Ok mentre la mangio tu inginocchiati e prendimi il cazzo in bocca’.. Dai muoviti lurida sgualdrina!!!’

Da quando se n’era andato al mattino non si era ancora lavato ed aveva il cazzo che puzzava fortemente, obbedii e glielo presi in bocca” Lo spompinai a lungo fin quando mi spinse via e si alzò in piedi masturbandosi e sborrando dentro il piatto della pasta. Se lo scrollò per bene mungendoselo e tirando fuori dal meato fino all’ultima goccia. Disse ancora’..

‘Faceva proprio schifo ‘sta cazzo di pasta!!!’

Prese poi dalla tasca dei calzoni un fazzoletto e si soffiò il naso, aprì quindi un lembo e vidi che dentro c’era del catarro giallastro. Con un dito pulì il fazzoletto e fece colare il contenuto dentro al piatto. Poi si raschiò la gola e ci sputò ancora un paio di volte dentro, poi lo prese e lo mise a terra vicinissimo ai suoi piedi puzzolenti”’

‘Mangia lurida maiala!!! Che cazzo fai???? Non puoi usare le mani, solo con la bocca!!! Mi raccomando puliscilo bene, voglio il piatto lucido capito troia di merda!!!!’

Il piatto scivolava sul pavimento e lui mi aiutò a tenerlo fermo mettendoci un piede contro il bordo. L’altro piede me lo allungò sulle natiche e con il tallone assestò alcuni colpi alla base del vibratore che mi si piantò completamente e dolorosamente in culo. Nel piatto c’era la sua saliva, quella che aveva sputato, la sua sborra, il suo muco, la pasta masticata e quella ormai fredda che era rimasta intatta. Mi faceva schifo ma lo leccai per bene, alla fine rimasi ferma inginocchiata a terra. Lui si alzò in piedi e mi ordinò di aprire la bocca, poi cominciò a pisciare”

‘Che maiala che sei, guarda non sei stata capace di ingoiare tutto il mio piscio, adesso pulisci per bene con la lingua troia puttana del cazzo!!!!’

Lo guardai supplicandolo di non farmelo fare e lui’..

‘Pulisci bene, che fra un po’ arrivano delle persone e voglio che sia tutto pulito e lindo!!!! Muoviti baldracca!!!’

Ripulii il pavimento leccandolo fin quasi a consumarlo, poi chiesi al mio Padrone il permesso di sollevarmi in piedi, lui me lo concesse e io rimasi lì ferma al suo fianco, con il vibratore che mi spaccava ulteriormente il culo, ormai annullata mentalmente e disponibile a farmi schiavizzare da chicchessia.

By ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

La storia di Sabrina continua”’.

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