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A volte la signora porta uomini a casa

By 16 Settembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

– Vuoi venire a lavorare a casa mia? Cerco una colf che si occupi della casa e che abiti con me. Ti va? Credo che noi due potremo intenderci a meraviglia! –

– Lo credo anch’io signora – le ho risposto un po’ stupita del suo atteggiamento.

In effetti lei mi &egrave sembrata subito tutto l’opposto di come sono fatta io. In agenzia di collocamento tutti la trattavano col massimo rispetto e il suo atteggiamento era scanzonato , quanto mai disinvolto. Era anche una bella donna. Piuttosto alta, bionda, dai lineamenti forti, molto elegantemente vestita. Io invece, non dico di non essere carina, ma sono meno alta di lei, ho i capelli castani, e anche se la mia pelle &egrave molto fresca e candida, i miei seni sono la metà dei suoi , direi per così dire acerbi.

La convivenza si &egrave dimostrata subito piacevole. Lei &egrave una donna molto esperta della vita, ha una decina di anni più di me , ed &egrave veramente molto simpatica e spiritosa.

E’ talmente disinvolta e moderna, che non si fa scrupolo di parlare ad alta voce dirante le sue telefonate (ne riceve, al contrario di me , tantissime) e così sento le conversazioni che intrattiene con i suoi amici maschi, dove parla disinvoltamente di sesso e di serate passate insieme. Alla faccia scandalizzata che non posso fare a meno di fare lei mi fa l’occhiolino, e mi sorride in maniera irresistibile. Per lei evidentemente &egrave tutto un gioco di cui lei &egrave la padrona assoluta.

Col passare dei giorni al senso di imbarazzo si &egrave sostituito in me una grande ammirazione e anche un poco di invidia. Io, anche se reputata carina dai ragazzi del paese, non ho avuto che poche storie finite male.

La sera vedo Rita (così si chiama la mia padrona) uscire maestosamente vestita, non senza avermi fatto un occhiolino come per dire – vedrai cosa combino stasera – mentre io intanto mi rifugio nella mia stanzetta e sul mio lettino ad immaginare cosa farà mai quella bella donna durante la serata e presto mi addormento. A volte la sento rincasare ed uscendo dalla mia stanza con la scusa di andare in bagno la trovo stanca , un poco in disordine, ma con gli occhi che brillano e che mi guardano con divertita ironia mentre mi dà un bacio sulla guancia prima di scomparire in camera sua.

A volte la signora porta degli uomini a casa. lo fa a tarda ora quando io sono già a letto, ma non posso fare a meno di sentire le conversazioni sempre più audaci e presto i gemiti di piacere che si susseguono fino all’alba.

Devo confessare che quando questo accade io, tutto sentendo nella mia cameretta, non riesco a prendere sonno, anzi mi sento invadere da un’eccitazione che riesco a placare soltanto immergendo una mano tra le cosce e tormentandomi con le dita la passerina fino a procurarmi uno orgasmo via l’altro sull’onda dei gemiti e dei gridolini che sento provenire dalla stanza di Rita conditi inoltre da qualche virile grugnito degli accompagnatori.

– Ti abbiamo disturbato questa notte? – non manca mai di chiedermi il giorno dopo mentre mi vede intenta nelle pulizie.

– Per che cosa? – rispondo io fingendo indifferenza – no, affatto – ma allo sguardo ironico e divertito di lei capisco che non mi crede, e forse, alla vista delle mie occhiaie intuisce anche le mie emozioni segrete.

Una mattina lei &egrave uscita di casa piuttosto presto (circa le 10 che per lei credetemi &egrave quasi l’alba), aveva una luce di entusiasmo negli occhi mentre si preparava, vestita questa volta in modo abbastanza semplice , un paio di jeans bianchi attillati, e una camicia di flanella a quadretti, capelli sciolti e pettinati alla belle meglio.

– Ciao Claretta non mi aspettare per pranzo! – mi buttò là prima di chiudere la porta dietro di sé.

Così mi appresto a passare una mattinata da sola a spolverare il suo salottino moderno ricco di soprammobili e di oggetti stravaganti quando, nello spolverare un piatto decorato posto in una mensola alta di un mobile, mi accorgo che più sopra c’&egrave uno sportello scorrevole, mai aperto prima. Così mi alzo sulle punte e lo faccio scorrere. Vedendolo dal basso mi parve vuoto ma mi ingannavo. Allungando una mano all’interno ad esplorare mi trovo sotto i polpastrelli uno spessore cartaceo. Era senza dubbio una rivista.

La estrassi dallo sportello per vedere di che cosa si trattava. Era una rivista americana risalente a un decennio prima. La copertina era piuttosto gualcita e recava il titolo “COLOR CLIMAX” . La foto di copertina era di una bella ragazza mora dai capelli lunghi, seduta su un letto con le gambe rannicchiate, nuda dalla cintola in su e con calze di nylon.

– Ehi, e questa che roba &egrave? – mi dissi. Subito mi buttai sul divano per sfogliarla. Le immagini che mi accolsero mi procurarono da subito una viva eccitazione. Erano fotografie a colori dove corpi nudi si aggrovigliavano in tutte le posizioni. La mia eccitazione cresceva di pagina in pagina. Sentii che mi stavo bagnando. Ad un certo punto la prima storia finì , e attaccai l’inizio della seconda con grande trepidazione. senonché rimasi fulminata dalla sorpresa. Nella prima foto potevo vedere la signora Rita più giovane di una decina d’anni che in tutta la sua bellezza prendeva in bocca un cazzo enorme di un nero. Continuai a sfogliare. Ad ogni pagina succedevano cose sempre più arrapanti ed indecenti. Involontariamente paragonai quelle foto a quello che succedeva nella sua stanza di notte, e di cui non avevo sentito che i suoni. Mi parve di essere una spia in grado di violare quell’intimità. Quasi senza accorgermene infilai la mano sotto la vestaglietta e cominciai a carezzarmi.

All’improvviso però dovetti interrompermi. Udii la porta dell’ingresso che si apriva, dei passi e la voce di Rita che scherzava accompagnata da voci maschili.

Era chiaro che sarebbero venuti in soggiorno. così per non farmi scoprire, nascosi la rivista sotto il vestito e con quel tesoro premuto sulla pancia mi affettai ad uscire dal soggiorno. Non trovai di meglio che nascondermi nel bagnetto piccolo perché era la stanza più vicina.

Le voci di Rita e degli uomini che erano con lei , (capii che erano due) intanto si erano intanto fatte nel soggiorno e capii che si accomodavano sul divano dove ero stata fino a pochi secondi prima.

Rita era molto allegra e stava dicendo – perché non apriamo le bottiglie? –

-Buona idea! – fece uno degli uomini – Volentieri! – aggiunse l’altro. E cominciarono a bere e a chiacchierare.

Io intanto mi chiedevo quanto sarei dovuta rimanere lì nascosta. Per ingannare il tempo mi sedetti sul cesso ed estrassi la rivista da sotto il vestito e la riaprii alla storia che coinvolgeva Rita. Non mi pareva vero che quella troia raffigurata in quelle pagine fosse la stessa che allegramente scherzava là nel soggiorno.

Di nuovo cominciai a sfogliare quelle pagine. Le fotografie ritraevano lei tra due uomini, uno bianco e uno nero, entrambi molto ben dotati.

I tre si azzuffavano su un grande lettone, i due uomini si davano il turno per prendere alla pecorina la mia signora, mentre lei si dava da fare con i cazzo di quello che le stava di fronte. Nelle fotografie che seguivano, il gruppo si produsse nelle più svariate figure. Senza accorgermene la mia mano era ritornata ad accarezzarmi tra le cosce, strofinandosi sulle mutandine.

Ben presto tornai ad eccitarmi e a bagnarmi copiosamente. Non mi accorsi subito che anche nell’altra stanza le cose stavano evolvendo. Anche la signora Rita infatti stava ricevendo delle attenzioni dai suoi due amici. Mi accorsi di quel che stava succedendo perché i gemiti che la signora cominciò ad emettere si sovrapposero all’eccitazione che stavo provando io stessa.

Infatti nella stanza di là uno dei due uomini che le sedeva accanto sul divano aveva preso ad accarezzarle le cosce ancora fasciate dai pantaloni, non disdegnando di passarle anche sulla patta, mentre l’altro, dall’altra parte, le stava slacciando la camicia di flanella per estrarne un seno.

La signora era al settimo cielo per l’eccitazione:
– che patta gonfia che hai , lascia che te la slacci, che voglio vedere che cosa c’&egrave sotto! –
E subito dopo assieme ai sospiri di lui si aggiunsero i mugolii di lei che evidentemente gli aveva preso il cazzo in bocca.

Io intanto a pochi metri da lì mi eccitavo sempre di più, la mia mano consumava letteralmente le mutandine sempre più umide mentre ormai non distinguevo le immagini della rivista da quello che sentivo succedere nell’altra stanza.

Dai rumori e dalle frasi capii che i due uomini avevano liberato la mia signora dei pantaloni e delle mutande e che le si stava inforcando sopra uno dei due. Sentivo i cigolii del divano e lei che diceva, in preda all’eccitazione:
– Ah, come &egrave bello duro! Che bel cazzone che mi stai dando! –

Mentre l’altro le stava evidentemente leccando le tette perché le diceva -Uhmm, come sono dolci i tuoi capezzoli! –

Ormai le mie dita erano penetrate sotto le mutandine, e tra le cosce spalancate si indaffaravano sempre più freneticamente sulla fessura ormai un lago. La rivista era caduta a terra e ormai seguivo la scena nell’altra stanza come se fossi presente.

– Dai ,dai, – diceva la signora – continua così, che mi fai godere tanto! E tu, preparati – diceva evidentemente rivolta al leccatore – perché fra poco tocca a te farmi sentire il tuo bel cazzone! –
– Certo mia bella troiona, certo – rispose l’uomo – però prima lascia che te lo metta in quella dolce boccuccia!
– Fai , fai pure caro! – risponde la signora ansimando – e sentii chiaramente che qualcosa le stava entrando fino alla gola.
– Grazie cara, come sei accogliente!- disse la voce virile –

Mentre i gemiti ripresero suonò il campanello.
-E’ Robert! finalmente &egrave arrivato! – esclama la signora. Qualcuno si alzò ad aprire la porta. I passi di un nuovo uomo entrarono nell’appartamento. Erano passi molto pesanti.
– Robert! – mugolò languida la mia signora

-Salve ragazzi- fa Robert – vedo che avete già cominciato a darvi da fare -fatemi bere qualcosa, che poi mi unisco alla comitiva.
– Sei il benvenuto Robert ! – dice uno dei due uomini già presenti
– Sì Robert, sì sei benvenutissimo. Per festeggiare – disse Rita evidentemente rivolta a quello che stava cavalcando – mettimelo nel culo, vuoi? –
– Nemmeno da chiederlo!- Esclamò lui con voce roca e ansimante – ecco, appoggiati! –
Ah , sìì – gemette Rita – com’&egrave grosso! Tu mi vuoi ammazzare! Hai visto Robert, che cosa mi fanno questi due bruti? Me lo farai anche tu vero Robert? –

-Ma certo cara, più che volentieri – risponde Robert – sento già che mi viene duro. Ma prima mi fai andare in bagno? Sai,ho fatto molta strada in macchina. Dopo ti garantisco sarò tutto per te! –

– Sì, sì, vai pure caro, &egrave quella porticina appena qui accanto- rispose Rita ansimando – ma sbrigati! –
Intanto io ormai a culmine del piacere continuavo a masturbarmi senza capire che quella porticina indicata dalla signora era proprio quella del bagnetto dove ero nascosta io.

i passi dell’uomo si avvicinarono la porta si aprì e lui entrò.

Era veramente un uomo molto alto e forte, anche se non particolarmente bello.

Quando mi vide, non mostrò particolare sorpresa e richiuse la porta dietro le spalle. Io ero ancora seduta sul cesso, con il vestito tirato su e le dita sotto le mutandine, nonché le cosce spalancate.

– Guarda, guarda,ma non siamo soli – disse giovialmente. Notai che usava un tono di voce basso , per non farsi sentire.

– E tu chi saresti? – mi chiese indagandomi con gli occhi.
– Sono…sono, la domestica della signora – bofonchiai.
– Ah, bene, bene e… cosa stavi facendo? – ma prima che io potessi rispondere proseguì – lo so io cosa facevi, origliavi , &egrave così? Poi guardandomi la mano tra le gambe mi si avvicinò – ti ecciti ascoltando quello che fanno gli altri, ma bene , così giovane! Lo sa la signora? –
– N…no – balbettai.
– E qui, cosa abbiamo?- proseguì – ah, c’&egrave una rivistella sul pavimento, allora &egrave quello che stavi facendo , ho disturbato allora.
– N…no – tornai a rispondere.

Senza aggiungere altro Robert mi si fece vicinissimo e si slacciò i pantaloni estraendo un cazzo enorme. Mai ne avevo visti di così, dei ragazzini che avevo frequentato.

– Prova con questo – mi disse e io non seppi fare altro che prenderglielo in mano e sentirne la consistenza – dai, mettilo in bocca, prova – mi spronò, poi mi prese la testa tra le mani e la avvicinò a quel mostro. lo presi in bocca. Quasi non passava.

– Robert! – chiamò la signora dall’altra stanza, che intanto era passata a cavalcare il secondo amico – Arrivo, arrivo! – rispose Robert ad alta voce, ma senza muoversi da dove era.

Poi a voce più bassa: – Ti piace? – Io annuii con la testa – su , leccami il filetto con la punta della lingua- prontamente eseguii – ecco così, brava – mi incitò, mentre i suo cazzo si faceva sempre più duro.

Intanto Rita di là, oltre a farsi chiavare, si gustava il cazzo dell’altro proferendo in esclamazioni entusiastiche – ah , che buon sapore hai, lasciati leccare i coglioni – e intanto si sentiva l’uomo mugugnare di piacere.

– La senti? -mi disse Robert a bassa voce – sù, fai anche tu così, leccami i coglioni – e mi diede i coglioni da leccare, cosa che io feci con grande piacere.

Dall’altra stanza intanto provenivano esclamazioni anche dai due uomini:
– Ah! che fighetta dolce che hai – diceva uno – che brava cavallerizza che sei! Muoviti più in fretta! –
– Se tu mi dai il ritmo però – ansimava lei di rimando. E quell’altro: – Dai, dai lavorami la punta! Ah che bello! Hai la lingua che sembra un serpente! Devo stare attento a non venirti in faccia! –
– Perché non fate cambio? – propose lei. – Perché no? rispose quello che se lo faceva spompinare – prima però ti voglio leccare –

Si sentì che si sistemavano finché provenne un gemito prolungato – Sìì, infilalo tutto! – mentre l’altro, che era uscito dalla figa, e che si era evidentemente sistemato davanti alla sua bocca sibilava infoiato – prendilo in gola , dai , troia! – Subito dopo si sentirono dei gorgoglii soffocati.

Intanto, seduta sul cesso del bagnetto a cosce spalancate, continuavo a prendere in bocca il cazzo di Robert.

A un certo punto lui si staccò. Mi prese il viso con delle mani che sembravano badili – non sei vergine vero?- proferì.
Io feci di no con la testa – meglio per te – sibilò infoiato – su , togliti le mutandine – ordinò, e premurosamente si inchinò, grande com’era, di fronte a me, e mi aiutò a sfilarmele.
– Ah che bello! – sbraitava intanto la signora dall’altra parte – ce l’hai più lungo e più grosso tu! –
– E tu ce l’hai sempre più scivolosa e calda! – rispondeva quell’altro.
– Su, puttana, riprendimelo in bocca! – la incitava l’altro. – Con piacere!- giubilava lei.
E giù mugolii sempre più fitti, e risucchi vari.
– Allarga le gambe – mi intimò Robert.
-Ma …-
-Su , non fare storie! – mi zittì, e passandomi le mani ruvide nell’interno delle cosce, me le distanziò ben bene, poi, sempre chinato , infilò il testone tra le mie gambe spalancate e cominciò a slinguazzarmi la passerina piena di umori con mio grande godimento.
– Sei deliziosa!- si complimentò Robert. Io ero talmente annientata dal piacere che non ebbi la forza di rispondere. Non desideravo altro che continuasse a leccarmela. Mi stavo letteralmente sciogliendo di piacere. Cominciai anzi sommessamente ad ansimare.

Intanto la mia signora esclamava, rivolta ad un altro leccatore – bravo, bravo, così , leccamela, ah, che bravo che sei , che bella idea che hai avuto, hai la lingua di un cammello! Sìì dai, mi fai venire! E tu – rivolta all’altro uomo – passami l’uccello tra le tette , che te lo strizzo a dovere! –
– No, ho voglia di mettertelo nel culo! – disse lui
– sì , dai che bello, tu mi inculi mentre lui continua a leccarmela! Che aspetti a farlo? –
Si sentirono nuovi movimenti, poi un lamento straziato, a metà tra la sofferenza e il piacere.
-Ah! non &egrave possibile, non ho mai goduto tanto in vita mia! – dai , forza sfondami, e tu, con quella lingua, non ti fermare ,che sto per venirti in bocca! –
Intanto Robert nello sgabuzzino non aveva smesso di leccarmela e tra le grida della mia padrona e quello che mi faceva lui, mi sentii percorsa da brividi sempre più forti fino a che non ce la feci più ed esplosi in un orgasmo lunghissimo e devastante.

– Ah, ti piace allora! – disse Robert dopo aver bevuto la mia sborra – Quand’&egrave così ho qualcosa di meglio per te – e senza indugio mi sollevò dal cesso, si sedette al mio posto e mi fece sedere di schiena su di lui impuntandomi la sua enorme cappella sulla fichetta ammorbidita dall’orgasmo.

– No, ti prego! –
-Vuoi farti sentire dalla tua signora?- mi sussurrò lui, e piano piano sentii l’enorme cappella farsi strada tra le piccole labbra finché non entrò tutta all’improvviso. Dopodiché mi impalò lentamente penetrandomi col suo bastone fino a farmelo arrivare alla cervice uterina. Quasi mi pareva di soffocare. Ce l’avevo dentro tutto, e non mi faceva male, ma anzi sentivo che ricominciavo a sbrodolare. Mi strinse le manone attorno hai fianchi e mi sfilò il vestito lasciandomi nuda, a parte i calzettoni e le scarpe. Poi cominciò a a sollevarmi ed a lasciarmi andare, dapprima lentamente, poi con sempre più ritmo.

Il piacere cominciò a crescere fin a non poter reprimere qualche gemito. Nuda come una cagna mi stavo facendo impalare da uno sconosciuto nello sgabuzzino dell’appartamento della mia signora, mentre anche lei si stava dando da fare con due cazzoni! Non riuscivo a crederci!

Mentre lo prendevo senza ritegno, dall’altra parte Rita aveva cambiato gioco. Adesso si stavano masturbando a vicenda , i due maschi si davano il cambio a pastrugnarle la figa fradicia.

– Non resisto – a un certo punto disse lei- voglio riprendertelo in bocca! – e in risposta – cosa aspetti? E’ qui per te! –
– Basta che non smetti di menarmelo – replicò quell’altro. E lei: – tu infilami un altro dito in figa! – E di nuovo ricominciarono i gemiti.

Intanto Robert mi aveva fatto alzare in piedi.

– Piegati in avanti!- mi ordinò ‘ voglio prenderti come una cagna!- Subito la punta della cappella si fece strada nella vulva e riprese a infilzarmi – sei proprio una cagnolina viziosa! – mi disse lui
– Sì, la tua cagnolina fedele! – non seppi fare a meno di rispondere.
-Ti farò guaire come meriti, prendi! – e cominciò a stantuffarmi di buona lena.

-Ah!, sì, ridammelo nella gnocca, ti prego – smaniava intanto Rita – e tu, leccami il buco del culo, che presto me lo dovrai rompere! –

Al sentire la mia padrona così infoiata anch’io non mi potrei trattenere, e intontita dal piacere che quell’enorme cazzone mi procurava, mi girai verso Robert: – ti prego,fammelo provare anche nel culo! – Robert si fermò di colpo, ebbe un sogghigno e mi disse:- ti farò provare qualcosa di più – e me lo tolse dalla pancia.

– Cosa vuoi farmi?- chiesi impaurita.
– Non temere,voglio solo allargare il gioco, oltre che il tuo buchino del culo, non credi sia venuto il momento? –
– Cosa vuoi dire?- senza rispondermi mi prese in braccio e si diresse verso l’uscio del bagno –
-Dove mi porti? –
– Aspetta e vedrai –

Lo capii di lì a poco. Sempre tenendomi in braccio aprì l’uscio e mi trasportò, nuda com’ero, nella stanza dove stavano folleggiando gli altri.
– No, non voglio – feci appena in tempo a dire, ma ormai eravamo nell’altra stanza.

I tre avevano aperto il divano letto e sopra di esso la mia padrona lo stava prendendo nel culo da uno , mentre continuava a spompinare l’altro che se ne stava sdraiato di schiena.
Quando ci vide smise di spompinare il cazzo senza smettere però di smanettarlo :
– Ecco dove ti eri cacciato! – e rivolta a me – e tu, da dove spunti? –
Mi venne in aiuto Robert – Di là stavamo un po’ scomodi, per cui abbiamo deciso di venire a trovarvi – e con fare sicuro mi depositò in un angolo del letto, che era molto ampio – voi continuate pure, che qui intanto abbiamo un discorso da fare. – E ribaltandomi sulla schiena mi aperse le cosce riprendendo a lapparmi.
Intanto la signora, sempre presa tra i due cazzi , insisteva: -ecco perché non ti vedevo tornare! E tu, puttanella, &egrave così che fai i doveri di casa? –
– Chiedo…chiedo , scusa, padrona – riuscii a rispondere, mentre la lingua di Robert mi faceva fremere la gnocca di nuovi spasimi.
– Nient’affatto- rispose lei – dovrò pensare ad una punizione per te, figliola, non &egrave così che ci si comporta! Ah,spingi, spingi più forte! – rivolta al suo inculatore, e tra i gemiti che non riusciva a trattenere Intervenne di nuovo Robert in mi a difesa: -Su, Rita, sii magnanima, te ne sarei personalmente grato! –
– Vedreeemo! – rispose lei in un gemito.
– Grazie, signora, troppo buona signora! – le risposi io in semi-delirio e sotto i colpi della lingua di Robert me ne venni in un orgasmo disastroso.
– Ah ma se già venuta! – esclamò Robert -allora, Rita, mi dedicherò subito a te –
– Si,sì – rispose Rita entusiasta – e sai che faremo? mentre tu ti occuperai di me i miei due boys si faranno la mia servetta indisciplinata. – E liberandosi lei dei due cazzi facemmo lo scambio, Robert si spogliò nudo e acchiappò Rita mentre la coppia di uomini si fiondò su di me.

Ben presto eravamo entrambe chiavate a ritmo sostenuto. Lei si faceva picconare dal suo Robert che aveva scelto la più classica della posizioni, cio&egrave la missionaria, mentre io ero stata di nuovo infilata a smorza candela sopra un tarello, mentre l’altro in piedi sul letto mi spingeva in bocca il suo cazzo lungo e duro.
– Sai che cosa mi ha chiesto la tua piccola domestica?- esordì d’un tratto Robert a Rita, che stava godendo come una cagna – no cosa?- bofonchiò lei.
-Di farglielo provare nel culo! – a quelle parole la faccia di lei si illuminò
-Ah, ma brava, vuol dire che mi dovrò sacrificare ancora e lasciarti il mio Robert!- mi disse ansimando.
Così, mentre i due boys mi sorreggevano tenendomi le mani sotto le cosce e sotto le ascelle, Robert si sdraiò sotto di me. Quando me l’impuntò ebbi paura. La mia padrona si mise a ridere
– Non temere piccola- Robert &egrave così premuroso, era il mio partner preferito quando facevamo cinema! –
E così dicendo mi aprì le chiappe con le dita fino a che la cappella di Robert non si appoggiò imperiosa sulla soglia dello sfintere, cominciando ad entrare. Vedendo che cercavo di opporre resistenza, la mia signora mi esortò -su cara, un ultimo sforzo! – mi rilassai e il cazzone di Robert si impalò per intero nel mio intestino fino alla radice.

– Ti piace mia cara?- io avevo paura persino di respirare ma con una delle sue famose strizzate d’occhio la mia padrona si chinò tra le mie cosce e cominciò a lapparmi generosamente, sempre più in fretta.

Ben presto il dolore e il piacere si fusero insieme, fino a che tutto si trasformò in un enorme orgasmo. Venni gemendo senza ritegno gridando – oh, grazie, signora padrona, grazie Robert! – venne anche Robert che mi riempì di crema calda, vennero gli altri due stalloni che mi reggevano che intanto non avevano smesso di smanettarsi e mi sbrodolarono la loro sborra sulle spalle e sul collo. Solo la signora non venne.
Quando ci riprendemmo, un poco, esordì: -sono l’unica ad averci rimesso, credo che mi dobbiate un favore! –
Tutt’e quattro allora ci dedicammo a lei , a turno le leccammo la figa e i maschi se la chiavarono avvicendandosi mentre io le titillavo il buco del culo col mio ditino.
Ben presto venne anche lei , con grida strazianti. Ci accasciammo tutti sul letto, esausti.

– Con te non &egrave finita, carina – mi apostrofò la padrona mostrandosi severa.
-Non vorrai licenziarla?- le chiese preoccupato Robert
– Tutt’altro! -esclamò lei, cambiando improvvisamente tono di voce -le sue incombenze aumenteranno da ora in poi! Intanto…farai tu gli onori di casa in mia assenza – e così dicendo guardò me e i suoi due boys – e poi…-
– e poi? – ripeterono tutti
– E poi…bé, mi capita spesso la mattina di avere la fregna un poco pruriginosa, e tu – disse rivolta a me – hai una linguetta niente male. Quando mi porterai la colazione, sarai tanto brava da dedicarti anche alla mia figa per migliorarmi il risveglio! –
-Con piacere mia padrona! – esclamai entusiasta
– Allora ti promuovo a capo cameriera nonché a… mia ancella personale! Insieme ne faremo delle belle! –
Ci mettemmo a ridere entrambe, mentre i tarelli che ci circondavano, a quei discorsi viziosi si stavano di nuovo erigendo come passaggi a livello. La giornata era appena cominciata.

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