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La città in cui vivo non può certo definirsi piccola, almeno per gli standard italiani. Inoltre, c’è anche un certo ricambio ricambio dal punto di vista demografico: intere zone del centro storico sono abitate da stranieri, per lo più extra comunitari provenienti da diversi paesi africani e asiatici, che ormai vivono qui con le loro famiglie, lavorano e mandano i loro figli a scuola. Ciononostante, essa rimane una realtà circoscritta ed è facile rincontrare le stesse persone. Questa sensazione è ancora più amplificata quando mi capita di incontrare persone conosciute in passato, praticamente in un’altra vita.

E’ accaduto qualche giorno fa, un incontro che non ti aspetti, che apre una finestra su un periodo del tutto diverso della vita, sicuramente più spensierato e allegro. Ero in giro con mia moglie, cercando di approfittare degli sconti del black friday per acquistare qualche regalino per natale, destreggiandoci tra le restrizioni del Covid. Ovviamente, come credo valga per molti altri uomini, l’idea dello shopping non mi alletta. Tuttavia, quando si tratta di comprare regalini, capita spesso che mia moglie ne approfitti per comprare qualcosa per se, e se il negozio è “intimissimi” la cosa generalmente finisce con l’avere un risvolto “interessante”…

Lei era nel camerino e non so quanti articoli, io mi aggiravo all’interno del negozio, quasi vuoto a causa del Covid, senza prestare troppa attenzione alla merce e in generale a ciò che accadeva intorno a me, le due commesse erano intente ad assistere un paio di clienti nei camerini, tra le quali mia moglie e a ripiegare completini intimi.

…Hai finito?…

Era la voce di un uomo alle mie spalle della cui presenza non mi ero neanche accorto. Capì subito che si stava rivolgendo ad una donna che stava venendo fuori dalla zona dei camerini con delle cose in mano: un paio di completini intimi che porse nelle mani della commessa…

…Sì!… Per adesso può bastare!… aggiunse, credo scambiandosi uno sguardo d’intesa con la commessa, che vidi annuire sorridendo.

La donna mi dava le spalle ma la sua voce non era affatto nuova. Ero un pò incuriosito ed osservandola meglio, sebbene continuasse a rivolgermi le spalle, cominciai a ricollegare quella voce ad una persona ben precisa, ma mi sembrava del tutto improbabile si trattasse di Monica. Sono trascorsi venti anni dall`ultima volta che l`ho vista, anche se le sue forme che, senza rendermene conto, cominciavo a scandagliare con più accuratezza, mi portavano a pensare che fosse proprio lei. È stato come squarciare un velo: immediatamente i ricordi cominciarono ad affiorare e sentii un brivido lungo la schiena…

In quel frangente, mi accorsi che la commessa, che stava assistendo mia moglie, mi faceva cenno con la mano affinché mi avvicinassi: mia moglie voleva che l’aiutassi a scegliere, così dovetti attraversare il locale e passare praticamente alle spalle della zona delle casse. Ero curioso. Volevo sapere se fosse veramente lei, ma la cosa mi imbarazzava, perché da lì a qualche istante avrei dovuto dare dei consigli a mia moglie su quale mutandine o reggiseno le stesse meglio e trovassi più eccitante e nella mia mente cominciavano ad affiorare con maggiore nitidezza certe immagini e sensazioni, che difficilmente avrei potuto dissimulare.

Cercai di far finta di niente…Magari, non è lei… o magari non mi riconoscerà… o, probabilmente, farà, anche lei, finta di niente…d’altronde era lì con suo marito…

…Marco, …Sei tu!?…

Sapevo che mia moglie avrebbe sentito ogni cosa… e non so quanto sia stato convincente nel mostrarmi sorpreso piuttosto che imbarazzato …Tra l’altro sentendomi parlare con un altra donna dentro un negozio di intimo non avrebbe atteso a lungo…

…Sì!, …Monica, da quanto tempo!?!?…

Se la pausa che ne seguì si fosse protratta per qualche istante ne sarebbe seguito un silenzio imbarazzante, perché anche lei deve aver provato un brivido simile al mio che istintivamente le fece abbassare lo sguardo per un attimo…Vedendo, così come avevo previsto, che mia moglie stava uscendo dal camerino, decisi di ricorrere al repertorio standard di frasi di circostanza, per imbastire un dialogo del tutto asettico, durante il quale, ad un certo punto, avremmo fatto le presentazioni dei rispettivi coniugi, per poi passare ai “distinti” ed archiviare il tutto senza “conseguenze”. E così sono andate le cose, almeno in apparenza, perché durante tutto il tempo che ci siamo scambiati convenevoli, dentro e al di fuori del negozio, non riuscivo a non scandagliare ogni centimetro del suo corpo, che era sodo e sexy come lo era quando ci frequentavamo e che sempre mi ha provocato un consistente afflusso sanguigno nella zona pelvica, con conseguente e incontrollata erezione, tanto da dover indossare uno slip supplementare per evitare che fosse troppo palese quanto me lo facesse diventare duro, specialmente le volte che ci incontravamo nella palestra dove ci allenavamo. Lei teoricamente avrebbe dovuto frequentare un turno diverso, ma spesso si allenava con noi dal momento che era diventata la ragazza di mio migliore amico e compagno di allenamento. Tra di noi c’era molta confidenza e le battute goliardiche non mancavano di certo. Tra l’altro Manfredi, ogni tanto mi provocava chiedendomi se trovassi la sua ragazza sexy, magari quando indossava un completino nuovo da ginnastica o nei momenti in cui facevamo stretching ed esercizi di riscaldamento: certe flessioni del busto in avanti hanno fatto sì che l’immagine di quel culo fosse scolpita in maniera indelebile nella mia mente…

Ovviamente confermavo ogni volta che me lo chiedeva e lo facevo con un tono scherzoso, ma a lei faceva piacere sentirselo dire e tutte le volte accennava il gesto di mordersi un labbro e i suoi occhi neri brillavano…

C’erano, poi, le volte in cui era lei a provocarmi direttamente, magari con quello che avrebbe dovuto essere un semplice abbraccio tra amici e che lei era capace di trasformare in un preliminare, seppure fugace, spingendo in avanti il bacino tanto da sentire inequivocabilmente il gonfiore lella mia patta e facendo in modo che io potessi sentire quanto fossero turgidi i suoi capezzoli …

Io in quel periodo non avevo una storia fissa, o quantomeno avevo una relazione a distanza con una ragazza olandese conosciuta durante una vacanza estiva di un paio di anni prima con la quale ci incontravamo tre-quattro volte all’anno per trascorrere le vacanza insieme e però, onestamente tutte le volte che ne avevo l’opportunità non me la facevo certo sfuggire…Le ragazze che mi capitava di rimorchiare, passavano tutte dal vaglio di Monica, perché uscivamo insieme e il giorno seguente in palestra mi divertivo a sentire i suoi commenti: era capace di trovare difetti su tutte e Manfredi, scherzando, diceva che lo faceva perché era gelosa di me…Ma un fondo di verità c’era…e mi divertivo a stuzzicarla lasciandole intuire alcuni dettagli particolarmente scabrosi ed eccitanti che le dessero l’idea di quanto fossi un vero porco nel dare loro ciò che più desideravano: il mio cazzo…

Come ho detto all’inizio si è trattato di un periodo abbastanza spensierato della mia vita: studiavo per preparare le materie all’Università, uscivo con il mio gruppo di amici e /o con la ragazza con cui in certo momento mi capitava di avere una storia, di tanto in tanto approfittavo di qualche last minute per andare a trovare la mia “ragazza” in Olanda e mi dedicavo al mio sport che avevo però smesso di praticare in maniera agonistica: era più un occasione di svago e uno sfogo, dopo interi pomeriggi passati sui libri.

La vicenda di cui vi racconto accaduta nella primavera inoltrata di circa venti anni fa. Alcuni d noi avevamo sostenuto e superato un esame particolarmente impegnativo al primo appello del mese di maggio e avevamo voglia di festeggiare, di passare una giornata all’aria aperta e siccome qui in Sicilia a maggio ci sono delle giornate splendide abbiamo pensato di andare al mare, tanto più che Luca (un altro amico, facente parte della stessa comitiva) avrebbe messo a disposizione la casa che i suoi avevano in una località non troppo lontano dalla città: la casa faceva parte di un complesso di villette con accesso al mare su una spiaggia privata, e in quel periodo erano quasi tutte disabitate e chiuse dalla stagione precedente. La spiaggia era praticamente tutta a nostra disposizione e quindi durante tutta la giornata abbiamo potuto fare baldoria, rincorrerci per schizzarci addosso l’acqua ancora abbastanza fredda del mare o per gettare in acqua le ragazze per improvvisare subito dopo una sorta di concorso, stile miss maglietta bagnata, e fare giochi e scherzi che in mezzo ad altri bagnanti non sarebbero stati possibili…

Ora, da qualche settimana, Monica aveva coinvolto nelle nostre uscite una sua collega di Università, che aveva rotto con il suo ragazzo con il quale aveva una storia dai tempi della scuola. Giulia, questo è il suo nome era (quando l’ho conosciuta io) una ragazza semplice, fisicamente molto simile a Monica, anche lei mora, alta circa 1,65, con capelli lisci, lunghi fino a metà circa della schiena, una terza di seno e un culetto niente male, anche se meno pronunciato e meno invogliante di quello di Monica. Probabilmente la cosa che la rendeva meno accattivante era il suo atteggiamento un pò timido e timorato, tipico di quelle ragazze che hanno avuto una sola storia e pertanto un numero limitato di esperienze. Questo, almeno, è ciò che mi ha raccontato Monica quando le chiesi informazioni sulla sua amica: …si è lasciata da poco, dopo essere stata fidanzata in casa con lo stesso ragazzo per quasi quattro anni, con il quale di tanto in tanto scopava, facendosi penetrare solo con il preservativo e al quale non aveva mai fatto un pompino… (alla faccia della riservatezza nei confronti della sua amica…!).

In ogni caso, sin dalle prime uscite, io e Giulia abbiamo cominciata a flirtare e siamo riusciti ad instaurare una buona intesa. D’altronde lei sembrava “recuperare” velocemente. Sicuramente frequentare Monica le ha dato una svegliata (…credo che si rimasta scioccata per un paio di giorni quella volta che le disse che avrebbe dovuto affacciarsi al mondo, parafrasando il concetto con l’espressione:… Devi farti scopare come una troia!…)

Quella giornata al mare, quindi, era per noi un occasione particolarmente ghiotta: …uno dei problemi di quel periodo era quello di avere una casa a disposizione… Tra l’altro, ero d’accordo con Luca che mi avrebbe permesso di usare una delle tre camere da letto (…per spirito di cameratismo tra maschi…): quella di sua sorella, con l’unica condizione di stare attento a non “sporcare troppo”…

Ora, qui è doveroso aprire una breve parentesi: …Conoscevo bene quella camera. Era un pò più grande delle altre perché, oltre al letto matrimoniale, c’era lo spazio per il lettino della figlioletta di Roberta (la sorella di Luca). Roberta era di un paio d’anni più grande di Luca, la prossima estate avrebbe compiuto 23 anni e si era sposata appena diciottenne perché rimase incinta (…credo…) di Alberto, più grande di lei di 5 anni, suo attuale marito, decisamente …un coglionazzo pieno di sè… ed ovviamente cornuto inconsapevole… Perché, quando un paio di estati prima Luca mi propose di trascorrere un fine settimana nella casa a mare e conobbi sua sorella, una cosà che capii subito, fu che era una troia: cominciò sin da subito a provocarmi con atteggiamenti e battutine allusive anche di fronte a suo marito… La cosa, all’inizio, mi mise a disaggio, avevo appena 19 anni e, per fortuna, non ero del tutto impreparato, essendomi fatto una solida “cultura” consultando diversi numeri del sacro testo dell’epoca …Le Ore”, perché fu lei a creare le condizioni per attirarmi in quella camera da letto e ad iniziarmi ai piaceri del sesso con la “S” maiuscola. Non mi era mai capitato prima che una donna, senza indugiare troppo in preliminari, si inginocchiasse davanti a me e guardandomi negli occhi con un sorriso malizioso infilasse, da sotto, una mano dentro la retina del costume (boxer) e cominciasse ad accarezzarmi il cazzo, per poi ordinarmi di tirare giù il costume, mentre lei accarezzava i miei addominali e il mio petto, stendendo il braccio da quella posizione accovacciata, sollevando la mia maglietta …e poi la sua canotta con l’altra mano scoprendo una quarta di seno davvero notevole…Sentivo che il cazzo mi stava per scoppiare…Balzo letteralmente fuori dal costume quando abbassai l’elastico fin sotto lo scroto…che lei raccolse nel palmo della sua mano per massaggiarlo e successivamente baciarlo, mentre il cazzo ormai completamente in tiro le accarezzava il viso, la fronte,…Ricordo che senti il calore umido della sua bocca e della sua lingua percorrere tutta l’asta fino alla cappella, per, poi, staccarsi e baciare il mio basso ventre. Con una mano stringevo ancora l’elastico del costume, mentre con l’altra cominciai ad accarezzarle i capelli…Lei stacco le sue labbra dalla mia pelle e…

…Togli il costume!…

Non scivolava giù da solo e dovetti flettermi un pò sulle ginocchia per accompagnarlo giù e lei si fece un pò più sotto, spingendo il petto in fuori così da strofinarmi le tette sul cazzo…

Fino a quel giorno, le mie esperienze reali si limitavano a lunghe pomiciate, e negli ultimi tempi, a quelle che definisco come “scopate e pompini convenzionali”, cioè a basso livello di porcaggine…Con Roberta, invece, le cose furono sin dall’inizio decisamente più intriganti: …lei era sposata e dopo l’imbarazzo iniziale, mi eccitava molto l’idea di scoparmi la moglie di quel coglionazzo e di farla godere come una troia… e poi il suo approccio, la sua “puttanaggine”,… la sua voglia di cazzo… Era per me una novità! …Per cui, quando lo afferrò, per accarezzarsi i capezzoli con la mia cappella, sollevando verso di me uno sguardo che anticipava perfettamente le parole che pronuncio subito dopo… Lei, sicuramente, una certa esperienza l’aveva e sapeva che non avrei resistito un altro minuto…

…Ascolta, tesoro!… Ora voglio che sborri,… che mi sborri in bocca…!…

…Ricordo che non riuscii a dire nulla…mmmmhmmm… ohoho… Emisi un rantolo, proprio mente le sue labbra avvolgevano la mia cappella e, un attimo dopo pe stavo riempendo la bocca di sborra, schizzando più volte …

Anche lei comincio a mugolare, probabilmente perché non si aspettava di riceverne così tanta… ma ingoio tutto, socchiudendo gli occhi, gustandosela  fino in fondo, senza mai mollare la presa, anzi, ad un certo punto ricordo che strinse le mie natiche tra le sue dita, mentre il mio istinto fu quello di tirare la sua testa verso di me…Era quello che voleva: sentirlo fino in gola,…sentirsi riempire la bocca di cazzo…Poi, nel tornare indietro, lo succhiò con forza. Senti come se mi stesse aspirando fino all’ultima goccia di sperma… Semplicemente stupenda!!!… Anche perché ancora più vogliosa di prima…

…Ora voglio che mi inculi, porco!…

Dopo pochi secondi, ero già di nuovo duro. Lo infilo in bocca un paio di volte irrorandolo per bene di saliva, …quindi, alzatasi lentamente, sali sul letto mettendosi a pecorina,…giro la testa indietro per guardarmi mentre sempre più eccitato mi avvicinavo a lei…Accarezzai le sue natiche e le allargai, poggiandole la cappella sulla fica bagnatissima…

No, tesoro!… Non c’è tempo anche per questo!… Infilamelo nel culo e sfondamelo!…
Era la prima volta che inculavo una donna… Non sapevo quanta forza dovevo imprimere per penetrarla e che sensazioni avrei provato… Per averlo visto in qualche filmino pensai che fosse una buona idea far cadere un pò di saliva nel buchetto… e ho avuto ragione…

Lei:…Bravo!… Allora sai già come si fa?…

Io:… Ho studiato bene la teoria!…

Cominciai a premere con la cappella… e a sentire che stavo per entrarle dentro…Così fù…

e lei:…ohhohhohh…

Spinsi per superare una seconda barriera…Lentamente, perché volevo godermi quel momento, vedere il mio cazzo che centimetro dopo centimetro entrava nel suo culo…

e lei: … Ohhohhohhh, …sìììhhhh…

Non era vergine, ma a suo marito non lo dava e ultimamente non aveva avuto occasioni di farselo aprire…

lei, ancora:… Sìììhhhhh, cosìììhhhh… Tuttoooohhhh…!!!

Lo voleva e mi aveva fatto svotare per farsi sbattere a lungo e io cominciai ad aumentare il ritmo e la forza delle spinte …sempre più infoiato ed eccitato anche dal fatto che stavo inculando la moglie di un altro…E questo spiega il motivo per cui, più volte, mi è capitato di diventare il bull di alcune signore vogliose di farsi sbattere e trattare da troie anche in contesti …”particolari”…

Continuai a sbatterglielo dentro …ad incularla sempre più forte …Nella stanza risuonava la percussione del mio ventre contro le sue natiche  e sentivo le palle che si inzuppavano nella sua fica ogni volta che glielo spingevo tutto dentro

…Lei comincio a stringere le lenzuola tra le dita …a mordere il cuscino per soffocare gli urli che emetteva mentre ansimava …E aveva smesso di incitarmi…Non ce n’era bisogno: …le stavo letteralmente sfondando il culo colpi di cazzo…Ad un certo punto, una spinta la fece andare in avanti e fini a pancia sotto ed io sopra di lei senza fermarmi… continuavo ad affondare i mie colpi… superando ogni inibizione:… Ti piace, troia?…Lo senti???…

…lei:…ahhhhhh…..sìhhhhhh…hhhh…

Io:…Mi piacerebbe vedere la faccia di quel cornutone di tuo marito mentre ti sfondo, troia!…

lei:…ohhhh…sìììhhhh…sssìhhhhh…ahhhh…ahhhhh…

Stava godendo, …le afferrai i capelli per tirarle indietro la testa, mentre continuavo a stantuffare …la senti fremere e tremare …mentre ancora le davo cazzo… e ancora…

Lei:….Sssssììhhhh…hhin…hhhincul…Inculmihhhhh….! Godooooohoohhhhoh…!!!

Io:…Ssssììììhhhh, Tieni TROIA!!! …Daaahhhihhh che te lo riempio di sborraaaa…!…

Schizzai nel suo culo più volte e ogni volta che un fiotto di sborra calda le bagnava l’interno mugolava …

Ricordo che riuscimmo a ricomporci giusto in tempo. I suoi e suo marito stavano rientrando. Io che quel giorno sarei dovuto ritornare in città a fare delle commissioni, riuscii a sgattaiolare via per un miracolo. Simulai una convincente non-chalanche quando feci finta di rientrare nel primo pomeriggio. E appena si presento l’occasione allungai una mano fra le cosce di Roberta, che non ne fu affatto sorpresa:… Volevi esserne certo?….

Aveva le mutandine ancora zuppe di sborra che le era colata dal culo dopo averle dovute indossare in fretta…mentre quella che le era colata tra le cosce era quasi del tutto seccata…

Io:…………….. (silenzio…mentre le infilo il medio nel culo e anulare e mignolo in fica)…Sono un tipo scrupoloso…

Poi prese la mia mano che nel frattempo le avevo sfilato dalle cosce e lecco le mie dita … La tua prova pratica non è ancora finita!…

Ciò che successe in altre occasioni proverò a raccontarvelo la prossima volta. D’altronde, questa doveva essere solo una parentesi… :-)

Ritornando alla giornata che abbiamo trascorso a mare, il programma era quello di divertirci e una delle cose che ci piaceva fare era quella di organizzare una specie di nascondino/mosca ceca all’interno di una stanza al buio. ed è proprio quello che abbiamo fatto quel pomeriggio.

Casa di Luca si prestava perfettamente: aveva una sorta di piano scantinato che i suoi non avevano mai suddiviso con muri esterni. Si trattava praticamente di uno stanzone quasi vuoto grande quanto tutta la casa, che utilizzavano per feste, compleanni etc.

Il gioco si svolgeva così: un paio di noi estratti a sorte e bendati avrebbero dovuto cercare e riconoscere tutti gli altri che si nascondevano all’interno della stanza al buio.  Quella volta tocco a Giulia e Manfredi. Dopo averli bendati per bene, noi tutti ci siamo scambiati i vestiti in modo da rendergli più difficile il riconoscimento nel caso in cui fossero riusciti ad acchiappare uno di noi all’interno della stanza tenuta completamente al buio. Inoltre, quando abbiamo dato loro il via, tutti noi gli tirarono addosso delle spugne in modo da disorientarli e alcuni di noi, tra i quali il sottoscritto, raggiunsero alcuni nascondigli, individuati quando ancora c’era luce nella stanza, prima che venissero occupati dagli altri. A dire il vero, in quello stanzone quasi del tutto vuoto, non c’erano molti posti dove nascondersi. Io, in particolare, avevo adocchiato una catasta di cose varie (sedie di plastica, spiaggine, lettini per prendere il sole, ombrelloni, etc.) ricoperte da dei teli perché non prendessero troppa polvere e stipate lungo una parete della stanza in attesa di essere recuperate durante la stagione estiva, per arredare gli spazi esterni. Avevo notato che tra tutte quelle cose sarei riuscito a nascondermi, magari accucciandomi sotto quello che sembrava essere un tavolo da giardino e che, in effetti, si rivelò essere una rete da letto singolo poggiata dei cavalletti di legno, che veniva utilizzata quando avevano ospiti, in quel caso utilizzata come ulteriore piano su cui erano state accatastate altre cose.

Dopo essermi intrufolato sotto i teli e sotto quella rete mi accorsi che era staccata dalla parete di circa quaranta centimetri e questo rendeva più confortevole il nascondiglio…D’altro canto ero perfettamente consapevole che se mi fossero venuti a cercare là sotto non avrei avuto modo di scappare e avrei potuto solo sperare di non essere riconosciuto…  Intanto gli altri, che non erano riusciti a trovare un nascondiglio, alcuni si spostavano silenziosamente nella stanza cercando di non farsi beccare da Giulia e Manfredi, mentre altri lanciavano urli o emettevano suoni, tipo versi di improbabili animali per aumentare il senso di disorientamento…Io sentivo tutto ciò dal mio nascondiglio ed anche le voci di Giulia e Manfredi ogni volta che riuscivano a toccare o sfiorare qualcuno mentre procedevano a tentoni con le braccia protese nello spazio intorno a loro… C’era chi, scherzando, diceva che gli avevano appena toccato il culo e chi scoppiava a ridere, magari dopo essere stato quasi intercettato… Dopo qualche minuto, sentì dei passi vicini…seguiti immediatamente da una voce concitata…Ti ho preso!…Noooo!…Era Giulia che evidentemente era riuscita a toccare qualcuno, che immediatamente deve essere riuscito a svincolarsi…Cazzoooo l’avevo presa!… disse, sicura che fosse una delle ragazze…

E Manfredi, da un’altra parte della stanza:…Sei riuscita a capire chi era?…

…O Monica, o Francesca, o Martina … Ho sicuramente toccato delle tette!…Ma dove ca…. sei finita???…

Nel frattempo sentii un fruscio, come se qualcuno stesse strisciando sul pavimento, dopo qualche istante sentii che qualcuno stava toccando la mia caviglia…Pensavo di essere stato scoperto…tanto più che quella mano risaliva lungo il polpaccio come se volesse scoprire chi fossi…Rimasi immobile, aspettandomi che da un momento all’altro Giulia dicesse di avermi trovato e riconosciuto …Ma quando sentii la sua voce, capii che era lontana dal mio nascondiglio e che, pertanto, chi si stava intrufolando lì sotto era un’altra persona…Era buio pesto e riuscivo ad intravedere solo l’ombra della sagoma che sentivo avvicinarsi a me…Si muoveva lentamente, per evitare ogni possibile rumore…Non riuscivo a capire chi fosse…fin quando non sfiorai i suoi capelli…Era l’unica ad avere i capelli ricci…Aveva adocchiato anche lei quel nascondiglio, ma non era riuscita a raggiungerlo all’inizio del gioco…

Le feci spazio, addossandomi il più possibile alla parete, poi, …sottovoce: …Monica, sei tu?…Glielo chiesi non perché non ne fossi certo (sentivo il suo corpo scivolare contro il mio per arrivare a nascondersi nel miglio modo possibile e conoscevo perfettamente le sensazioni che scatenava in me sentirlo a contatto del mio…peraltro, riconobbi anche il suo odore che mi arrapava all’inverosimile…), ma per farle capire che quello contro cui stava strusciando le sue forme ero io…

…Sì!…rispose, sempre sottovoce, ma con un tono che manifestava un misto di ansia e desiderio…Pensai, dovuto al fatto che era riuscita a farla franca e a trovare un nascondiglio sicuro… E poi aggiunse:…Stiamo zitti! …Se capiscono che qui sotto c’è qualcuno siamo fregati!…Non risposi. Rimasi in silenzio e in ascolto dei rumori di sottofondo che giungevano dalla stanza, cercando di capire se e quanto potessero essere vicini Manfredi e Giulia…Avendo avuto la sensazione che si in quel momento si trovassero dall’altra parte della stanza, le proposi, con un filo di voce, di cambiare e di mettersi al mio posto in modo stare entrambi più comodi e perché al limite, essendo più minuta avrebbe potuto sgattaiolare fuori lungo la parete…Seguì un istante di silenzio totale e poi avvertii che aveva deciso di scavalcarmi… Per facilitarle il compito, mi misi in posizione supina, con la schiena completamente schiacciata contro il pavimento, …Prima senti la sua mano sul mio petto, con un tocco che assomigliava più ad una carezza, che ad un semplice “passaggio”, poi sentii la sua gamba, leggermente flessa, sfiorare la mia, mentre si avvicinava…Non riuscivo più a sentire quello che stava accadendo attorno a noi, …tenevo il mio braccio sinistro completamente disteso lungo il fianco con il palmo della mano rivolto in basso e sapevo che …ecco…il suo seno contro il mio braccio e la sua gamba che prima si flette ancora un pò per poi distendersi, lentamente, accarezzando la mi coscia …la nostra pelle ci trasmetteva sensazioni sublimi alle quali seguivano reazioni quasi incontrollabili: i miei muscoli si contraevano come stimolati dalle sue carezze… pettorali, addominali, quadricipiti sembravano attraversati da una scossa elettrica ad ogni suo tocco…così, quando senti la pelle della sua coscia sulla mia piegai leggermente la gamba, per facilitarle il compito e per cercare un contatto più intimo, che lei assecondo spingendo un pò in avanti il suo bacino…sentii inequivocabilmente il calore del suo sesso sul mio quadricipite che si contrasse allo spasimo, mentre veniva solleticato dal tessuto del vestitino che indossava…Poi, è stato il turno della mia mano che quasi istintivamente si sollevo, accarezzando l’altra coscia, sollevando quel vestitino fino alla natica…E’ stato come se non aspettasse altro…Ormai era sopra di me …a cavalcioni …in modo tale che sentissi i mie fianchi tra le sue cosce…Una ciocca dei suo capelli sfiorava il mio viso, mentre con movimenti quasi impercettibili ci strusciavamo l’una sull’altro …i suoi capezzoli duri sui miei pettorali …le sue mani accarezzavano il mio collo e e le spalle, mentre le mie sollevavano completamente il suo vestito fin sopra ai fianchi accarezzando le sue natiche, …mi baciava e io le infilavo la mia lingua in bocca mentre stringevo e aprivo le sue chiappe sode ,,,poi con un dito spostai le sue mutandine oltre il solco delle natiche e delicatamente accarezzai il suo buchetto…la sentii ansimare …e sollevare un pò indietro la testa ruotandola, per quel poco che consentiva lo spazio che avevamo, …anch’io sollevai la mia e leccai il suo viso all’altezza della mandibola fino al lobo dell’orecchio lo strinsi tra le mie labbra, mentre continuavo a stimolarle il buchetto accennando appena la penetrazione con il polpastrello…Sentivo il suo corpo muoversi …cercare il mio…avremmo voluto essere completamente nudi e liberi di sfiorarci con ogni centimetro della nostra pelle, ma soprattutto non riuscivo più sopportare la pressione dei mie pantaloncini sul cazzo…Lascia per un istante le sue natiche, giusto il tempo di tirare giù l’elastico dei pantaloncini e liberare il cazzo e le palle…per poi risalire ad accarezzare le sue cosce …i fianchi, la schiena e scendere di nuovo sulle sue meravigliose natiche, rispostando di nuovo le mutandine che nel frattempo erano tornate al loro posto e tornare ad infilarle in mezzo un dito facendolo scendere fino alla fica per stimolare la clitoride …La sentivo ansimare… Ne aveva voglia e con un movimento sinuoso del bacino poggio la sua fica sulla punta del mio cazzo …si muoveva senza farsi penetrare …sentivo che la mia cappella strofinava contro la sua clitoride …mi stava facendo impazzire …in quel surreale silenzio…Anche lei comincio ad ansimare ad avere un respiro più affannoso, a baciarmi,.. mentre continuavo a stimolare il buchetto con le mie dita, rese umide dagli umori che colavano dalla sua fichetta…finchè una repentina contrazione dei suoi addominali non impose al suo bacino un movimento che spinse la sua fica contro la punta del mio cazzo…Stavolta non le permisi di scappare via…Diedi una piccola spinta e le fui dentro …duro fino allo spasimo senti la sua fica calda e bagnata accogliere tutto il mio cazzo …A stento entrambi riuscimmo a soffocare il grido di piacere per quella penetrazione…Lei comincio a muovere il bacino e altrettanto feci io, con movimenti lenti, quasi impercettibili ma sensuali con cui i nostri corpi comunicavano il desiderio di possedersi a vicenda e profondamente…Io non sarei durato ancora a lungo e quel luogo buio e angusto era il paradiso, ma fu lei la prima a venire, tremava, stringeva le cosce attorno ai mie fianchi, mentre la fica le colava, poi a stento soffoco un rantolo di piacere strusciandosi su di me…Era ormai questione di attimi e le sarei esploso dentro, ed in quel momento non ero lucido per pensare alle conseguenze, ma lei riuscì a sussurrarmi per tempo: …Aspetta, ti prego!…

Dovetti far appello a tutto me stesso per trattenermi…In quell’istante ho pensato che in quel periodo non prendesse la pillola …ma mi sbagliavo…Lei scivolo giù tra le mie gambe che divaricai per farle spazio …Pensavo di dover ritirare su i pantaloncini, ma senti le sue mani sulle mie e dopo un istante, di nuovo un calore umido avviluppare la mia cappella e il glande …Lasciai la presa sull’elastico dei pantaloncini e accarezzai i sui capelli, mentre la sua testa si abbasso ancora e le sue labbra si serrarono attorno alla mia asta…Senti la sua lingua… le sue mani accarezzare l’interno delle mie cosce fino alle palle…Strinsi leggermene le mie mani dietro la sua nuca e le sborrai in bocca… due, tre schizzi in rapida successione e poi ancora mentre lei, con una mano, continuava ad accarezzarmi i coglioni e con l’altra il ventre, ingoiando fino all’ultima goccia…mentre spingendo in su il bacino glielo infilavo tutto in bocca…

Lentamente ripresi anch’io coscienza e cognizione della situazione…Capimmo che stavano per scoprirci…Senti sollevare il telo e d’istinto mi girai su un fianco mentre Monica ancora stava baciando il mio cazzo e le mie palle …Tirai su i pantaloncini e senti una mano che raggiunse il mio polpaccio,…Aspetto qualche secondo per dire di avermi individuato, …giusto il tempo per Monica di sgusciare fuori, …

…Sei Marco!… Era Manfredi. Mi aveva appena trovato… e un brivido percorse la mia schiena… Io e la sua ragazza avevamo avuto un amplesso travolgente…Avevo appena sborrato in bocca alla ragazza del mio migliore amico…

Per fortuna è trascorso qualche secondo prima che venissero accese le luci…il tempo di prendere un profondo respiro… e quando accadde, il primo sguardo che incrociai fu quello di Monica:…anche lei provò un repentino senso di colpa nel vedere il suo ragazzo, felice per essere appena riuscito a scovarmi, tant’è che le ho visto socchiudere gli occhi e prendere un respiro profondo, come se le mancasse l’aria…

Nel frattempo, anche Giulia, che aveva tolto la benda sugli occhi e superato l’impatto con la luce, cominciò ad esultare, un pò mi sfotteva, ma nello stesso tempo mi abbracciava per incoraggiarmi, dal momento che sarebbe toccato a me indossare la benda,…A stento riuscivo a ricambiare quelle attenzioni accarezzandole la schiena, continuando ad incrociare lo sguardo, ancora velato dal senso di colpa, di Monica.

Gli occhi di Giulia, invece, brillavano e manifestavano una felicità nell’avermi “ritrovato”, confermata da un caldo bacio sul collo…Ancora una volta incrociai lo sguardo di Monica che, stavolta, si morse il labbro e sorrise: …sapeva che la sua amica nutriva certe “aspettative” nel prosieguo della serata… Probabilmente avrà pensato che le aveva appena reso un bel “favore” facendomi sfogare…

Intanto, il gioco riprese e questo ci ha consentito di distrarci… Al termine della manche era già sera e un pò tutti avvertivamo la fame, per cui, come da programma, un paio di noi sarebbero andati a prendere delle pizze. In quel frangente, vidi Monica decisamente taciturna rispetto al suo solito. Capì che aveva maturato una decisione, l’unica possibile per evitare il protrarsi di situazioni che ci provocavano un certo imbarazzo. Pertanto, approfittando di quel frangente, disse di avere una forte emicrania e che non se la sentiva di rimanere oltre. Manfredi sapeva che la sua ragazza, ti tanto in tanto, soffriva di questi mal di testa, per cui, sebene fosse un pò dispiaciuto, decise che la cosa migliore per loro fosse rientrare in città. Presa la decisione, Monica salì al piano di sopra per prendere il borsone con le sue cose e quell del suo ragazzo, che aveva lasciato nella stanza da letto dove avrebbe dovuto passare la notte con Manfredi. Lui, intanto, ci stava salutando ed io, con la scusa di accertarmi delle (finte) condizioni di Monica:… Salgo, vedo se ha bisogno di aiuto a portare giù i bagagli!…

E Manfredi, abbracciandomi…Grazie!…

Giunto alla porta la vidi, leggermente china sul letto intenta a ripiegare le ultime cose da mettere nel borsone. Era il modo in cui si muoveva a mandarmi su di giri. Esitai un attimo ma lei si era già accorta della mia presenza:…Sai che non sto scappando, vero?…

…Certo che lo so!…Non è da te!…le risposi appoggiandomi con un il gomito allo stipite della porta, godendomi quell`immenso spettacolo che era in grado di offrire il suo corpo così sensuale da mandarmi ai matti…

…Non sono affatto pentita di ciò che fatto!…mi parlava dandomi ancora le spalle, mentre continuava a sistemare qualcosa dentro la borsa…e il fatto che tu mi stia guardando il culo mi sta facendo bagnare ancora!…

Decisi di entrare nella stanza …L`abbracciai facendole sentire il mio cazzo di nuovo duro sulle natiche. Lei si girò lentamente senza mai staccarsi da me. Mi  guardo negli occhi rimanendo in silenzio mentre le infilavo una mano tra le cosce.  Era davvero bagnata…e mentre la toccavo spalancò la bocca…

Ci baciammo…mentre i nostri corpi continuavano a cercarsi…poi, staccai le mie labbra dalle sue e:… Io ti voglio inculare!…

…Prese il mio viso tra le sue mani e:… e lo farai!…Mi sfonderai il culo!…Ma non oggi!…Voglio bene a Manfredi e lui tiene davvero tanto a me e a te…Se sto qui un altro minuto non saprò più fermarmi…

Annui. Dovevamo resistere…

Sorrise… e, schiacciando un occhio:…  e poi tu hai una nuova storia, che merita una possibilità, non credi?!?!…

Nella mia mente riemerse l`immagine di Giulia e del suo sguardo entusiasta e pieno di voglia…

e lei, con un tono ammiccante:…Ricordati che Giulia mi racconta tutto, quindi non farmi fare cattiva figura! …Quella ragazza se lo merita …Devi farle passare una notte che non potrà dimenticare…Devi farla godere…So che lo farai…che stimolerai il suo piacere fino all`estasi… Ha tutte le carte in regola per diventare una gran troia…Ma, aspetta ad incularla,…dalle tempo!…

Mi bacio ancora una volta e:… Dai, prendi la borsa e accompagnami di sotto…È ora di andare!…

…Continua…

Se vi va,  scrivetemi blaise2020@libero.it

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