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ADORABILI CREATURE 4: LARA

By 7 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

LARA
Era marzo inoltrato quando conobbi Lara, apparve in cima alla scalinata della scuola insieme ad Olga. Mi aspettavo che le due si salutassero separandosi, invece scesero tenendosi per mano, la mia giovane amante fece le presentazioni:
– Ti presento Lara, mia compagna di banco. Questo é Nico! Quello di cui ti ho parlato, un amico, un carissimo amico. –
Strinsi la manina sottile, quasi diafana. La ragazza si imporporò in viso come fanno le bionde quando arrossiscono.
– Piacere. . . – farfugliò timidamente.
Neanche allora accennarono a separarsi, eppure era sabato e Olga sapeva quello che significava per noi quel giorno.
– Lara viene con noi, non ti dispiace vero? – disse sorniona incamminandosi.
Le seguii. Lara era leggermente più alta di Olga, di carnagione chiara come tutte le bionde, i capelli lisci cadevano sulle spalle incorniciando un viso ovale dai lineamenti delicati. Indossava un giubbotto imbottito che faceva risaltare il vitino sottile. Sotto portava una gonna larga dalla quale spuntavano le gambe dalle caviglie nervose, il piede era singolarmente piccolo nelle scarpette nere, basse. Arrivati sotto casa Olga si scostò per far entrare l’amica, ne approfittò per sussurrarmi:
– Ti ho parlato di una ragazza con la quale. . . E’ lei! –

Aprì la porta ed entrammo. Notai l’imbarazzo della biondina, Olga si tolse il cappotto e aiutò l’amica a sbarazzarsi del giubbotto; sotto indossava una maglietta chiara, tesa su un petto minuto, da adolescente, mi tolsi il giaccone e seguii le due in sala.
– Volete un panino? – chiese la giovane padrona di casa.
– No, solo un thé se non ti dispiace. . . –
– Anch’io. . . –
La ragazza andò in cucina, Lara evitava di guardarmi, neanche io sapevo cosa dire, provai ad immaginare la bionda e la bruna abbracciate ma non ci riuscivo, erano troppo diverse, una delicata l’altra esuberante, eppure. . .
Prendemmo il thé, Olga sembrava divertita dell’imbarazzo della compagna, poneva domande maliziose alle quali Lara rispondeva con monosillabi, non riuscendo a ribattere alle frasi allusive sul rapporto che le univa e sul fatto che ora vi era un ragazzo con loro. Ad un tratto la biondina posando la tazzina scattò rossa in viso:
– Non volevo venir lo sai! Non voglio aver più niente a che fare con un ragazzo, ora lui sa di noi! Ti prego. . . voglio andar via! –
Cominciò a singhiozzare nascondendo il viso nelle mani. Olga divenuta ad un tratto materna passò il braccio attorno alle sue spalle e cercò di trattenerla quando questa si alzò, mi alzai anch’io e presi le sue mani costringendola a guardarmi.

– Olga é una sciocchina ma tu non devi fare così, se vuoi andartene non ti tratteniamo ma. . . ti sembro forse un orco? Perché ti faccio paura? Dimmi! –
Grosse lacrime stavano scendendo dagli occhioni celesti, con un fazzoletto li detersi delicatamente. La ragazza cercò di sorridere, Olga spiegò:
– Ha avuto un solo ragazzo ma é rimasta traumatizzata quando. . . –
– No, non dirglielo! –
– Invece sì, quando ad una festa lui la condusse in una camera, lei si aspettava i consueti baci. . . invece. . . –
– Olga. . . – tentò ancora di intervenire la biondina.
– . . . invece l’ha scopata! Ma non é questo il punto perché a Lara é piaciuto, solo che é venuto dentro di lei! Non ti dico i pianti! Per due mesi ha temuto di essere incinta, da allora non ha più voluto nessun ragazzo, solo con me si scioglie e. . . io sono ben contenta di aiutarla. Usiamo un goodmiche ma non é come farlo con un uomo. . . Cara, ti ho detto com’é Nico, di lui ti puoi fidare! – la biondina tirò su col naso.
– E’ che mi vergogno troppo. . . – disse infine.
– Sta a te Nico metterla a tuo agio. . . – anche Olga si era alzata.
– Si? E come? – chiesi, la biondina sollevò infine su di me gli occhi timorosi.
– Fargli sentire il tuo calore . . . baciandola ad esempio! –

Gli occhi di Lara si abbassarono, era la mia bocca che guardava. Aveva delle labbra morbide, le sentii sotto le mie quando le sfiorai, subito le dischiuse lasciandomi entrare nella sua bocca. Fu un bacio dolcissimo, delicato per il modo in cui la sua lingua accarezzò la mia lasciandosi esplorare languidamente.
L’erezione avvenne quasi subito ma non strinsi la ragazza per non spaventarla. Le sue mani si erano serrate dietro la mia nuca, le sue labbra si chiusero ancora sulla mia lingua aspirandola, suggendola dolcemente. Dietro la fanciulla Olga si era avvicinata adagio e gli sollevava la maglietta. Dire che la biondina non si accorse delle manovre dell’amica sarebbe una menzogna perché alzò le braccia e si stacco per far passare l’indumento sopra la testa per poi offrirmi ancora la bocca da baciare.
Era palese che la ragazza si era convinta, il respiro era divenuto più rapido, aveva aperto la boccuccia e ad occhi chiusi si lasciava lambire le labbra allungando lei stessa la lingua morbida per cercare la mia, accarezzarla. . .
Nella specchiera del mobile della sala vidi la bruna inginocchiarsi dietro la fanciulla e armeggiare con la cerniera della sua gonna, udii uno zip e l’indumento cadde attorno a lei come una corolla, solo allora posai le mani sul vitino stretto, le feci scendere sul culetto piccolo, rotondo, ma non erano le mutandine quello che toccavo!

Imprecai dentro di me, odio i collants, un’inutile ostacolo alle mie mani che avrebbero voluto trovare la pelle nuda delle sue cosce. Cercai il contatto con la sua pelle risalendo al vitino poi la schiena magra fino alla strisciolina del reggiseno, vidi nello specchio le mie dita cercare la chiusura, sganciarla. . . Ancora una volta le sue mani lasciarono la mia nuca per liberare le spalline, poi sentii le sue mani che sollevavano il mio maglione, l’aiutai a sfilarlo poi slacciai la cintura, aprii la patta e abbassai i jeans fino alle ginocchia insieme ai boxers.
Nello specchio vidi Olga arrotolare i collants, poi ammainare le mutandine trasparenti dal culetto bello e sicuramente sodo lungo, le cosce. . . Lara sollevò una gamba poi l’altra lasciandosele sfilare, dandomi modo di ammirare per la prima volta le tettine deliziose, piccole, rotonde, dalle aureole rosa coi capezzolini appena più cupi. Strinsi contro di me il corpicino nudo, caldo e mentre la baciavo vidi Olga spogliarsi con gesti febbrili, poi silenziosamente avvicinarsi nuda alle spalle della compagna.
Ora le mie mani potevano vagare liberamente sulla pelle della ragazza, scendere lungo la schiena oltre l’avallamento delle reni, incontrare le piccole natiche, scendere alle cosce per stringerla protendendomi. Solo allora Lara sembrò accorgersi del membro prigioniero fra i nostri ventri, nascose il viso sulla mia spalla respirando forte.

I preliminari che portano alla conquista di una fanciulla hanno un incanto particolare, la scoperta del corpo che lasciandosi denudare si offre vincendo il suo naturale pudore ha per me un fascino talmente particolare che lo ricordo con più nostalgia dell’atto sessuale stesso.
Lara mi faceva provare tutto questo, le dolci protuberanze dei seni che premevano il mio petto ritmavano il suo respiro, il ventre che schiacciava muovendolo impercettibilmente contro il turgore della mia verga diceva il desiderio che albergava nel giovane corpo.
Emise un sospiro al mio orecchio sentendo la mano dell’amica inginocchiata dietro di lei insinuarsi fra le sue cosce accarezzando col taglio la sua fichina, stuzzicandola adagio, spingendo poi la mano fino a toccare con le dita i miei testicoli. Lo specchio era posto troppo in alto perché potessi vedere per intero la fanciulla ma vedevo il tenero culetto e la bocca di Olga che vi deponeva piccoli baci audaci fino a spingere la lingua fra le chiappette talmente strette da opporsi al passaggio della rosea appendice.
Lara sospirò ancora, sentii che mi mordicchiava l’orecchio prendendo fra le labbra il lobo per succhiarlo poi si sciolse dall’abbraccio e chinò il capo per guardare il membro teso, il glande poggiato contro il suo ventre. Le sue mani precedettero il viso che scendeva percorrendo il mio petto con la bocca aperta. Quando le sue labbra incontrarono i peli del mio pube, le premette per sentire la pelle sottostante, la lingua ne cercò il contatto mentre le mani premevano la verga contro la sua guancia.

Le sue azioni contrastavano singolarmente con la ritrosia di prima, ne fui sorpreso e deliziato allo stesso tempo. Non era ipocrita la biondina, ora che si era decisa metteva in atto quello che le dettava il suo desiderio, senza i falsi pudori che fanno sembrare sporchi quei gesti deliziosi perché spontanei. Anche la bruna ne era rimasta colpita e spostandosi in ginocchio guardava la boccuccia immersa nel mio cespuglio scendere ancora, quando questa allontanò il viso chiese:
– Ha un bel cazzo vero? –
– Si. . . – indovinai la risposta più che udirla.
Lara guardava ora il membro che aveva in mano con curiosità, le guance imporporate dall’emozione, ne tese la pelle mettendo in risalto il gonfiore della cappella poi vi avvicinò la bocca; quando le labbra la sfiorarono, le aprì e lentamente le fece scendere.
Era straordinaria Lara per l’ardore genuino che mostrava. Un’altra avrebbe opposto una resistenza almeno formale prima di acconsentire ad un atto che ancor oggi la maggioranza delle donne considera degno di una sgualdrina. La biondina non lo era di certo ma piacendogli il mio pene non aveva esitato a prenderlo in bocca.

Sospirai, il glande aveva toccato il fondo della sua gola, un calore dolcissimo avvolse tutta la verga. Guardai la testolina bionda arretrare, la mano accompagnare le labbra che ritirandosi rivelavano l’asta ricoperta di saliva, la mano e le labbra avanzarono ancora, si ritirarono, avanzarono. . .
Non era un bocchino quello che mi stava facendo, era una carezza, una dolce carezza fatta con le labbra che teneva morbide, con la mano che scivolava lenta sull’asta bagnata. Olga vicinissima al viso in movimento guardava, anch’essa incantata dal dolce movimento della boccuccia che ingoiava la verga, si allontanava, la ingoiava ancora. . .
La bella fellatrice accorgendosi della bruna accanto liberò la bocca e le rivolse un timido sorriso poi vedendo come questa guardava le sue labbra gliele avvicinò. Le due ad occhi chiusi si baciarono languidamente, un bacio diverso da quelli che avevo visto scambiarsi Lucy e Gemma, un bacio fatto di sfioramento di labbra, di teneri toccamenti delle lingue, di dolci schermaglie delle rosee appendici che si sottraevano per poi offrirsi in rapidi guizzi nelle bocche aperte.

Poi Lara premette il membro fra le loro bocche fino a separarle, le due ridendo fecero a gara nel lambirlo, nel picchiettarlo sulle labbra, sui nasini ancora freddi poi la bionda lo offrì all’amica. . . Fu una bocca vorace quella che Olga calò introducendosi il pene fino in fondo alla gola, succhiandolo mentre scorreva all’indietro, ingoiandolo ancora e ancora.
– Non schizza subito come gli altri, puoi succhiarlo anche a lungo! – disse porgendolo nuovamente.
Me lo succhiò Lara, non golosamente come l’amica ma dolcemente, come se succhiasse un cono di gelato, ma l’effetto fu ugualmente travolgente facendomi muovere le reni per spingermi nelle bocche che si davano il cambio nel solazzarmi. All’improvviso la bruna si alzò facendo alzare anche l’altra.
– Vogliamo continuare sul letto? –
Seguii le due figurine lungo il corridoio guardando i culetti deliziosi le cui natiche non tremolavano neppure mentre leggere mi precedevano. Olga aprì la porta della camera dei genitori facendomi entrare.
– Aspettaci qui Nico, faremo presto! – promise.

Invece dovetti aspettare! Udii dell’acqua scorrere, le voci lontane delle fanciulle, la risata nervosa della biondina, ancora l’acqua che scorreva. . .
Finalmente Olga entrò gettandosi sul letto accanto a me, poi sollevata sul gomito depose un bacio sulle mie labbra.
– Allora, ti piace la mia amica? – chiese.
– Si, molto! Avevi detto che era timida. . . –
– E’ molto calda vero? Anche tu gli piaci, mi ha detto di raccomandarti di fare attenzione, ha ancora paura! –
– E tu non hai paura? – chiesi avvampando; con lei non avevo mai preso precauzioni!
– Non te l’ho detto? Al principio mettevo il diaframma poi quando la mamma ha saputo di noi, mi ha portata dal suo ginecologo, ora ho la spirale. – respirai sollevato.
– Perch&egrave Lara tarda tanto? – chiesi.
– E’ che. . . gli ho detto che non sei indifferente ai culetti quando sono belli, e il suo lo é di certo! Anche se non voleva le ho consigliato di farsi una bella irrigazione, un clistere insomma perché. . . ho detto che a volte é difficile resisterti.-

– Tu. . . mi resisterai? – mi guardò facendomi comicamente il broncio.
– Cosa? Guai a te se non me lo metti nel culo! –
Scoppiammo a ridere, Olga venne sopra di me strusciandosi con tutto il corpo mentre mi baciava con passione.
– Disturbo? –
La bruna rotolò di fianco, Lara ai piedi del letto ci guardava visibilmente turbata. Sembrava ed era ancora veramente una ragazzina, lo si vedeva dal corpo magro, dalle tettine non ancora completamente sviluppate che apparivano come delle mezze mele, rotonde, minute, dai capezzolini rosa in mezzo ad aureole ancora piccole.
Il vitino era stretto come pure le anche, il ventre era piatto, il monte di Venere ben pronunciato era decorato da una peluria color grano, lieve come una piuma, le gambe erano magre, le cosce che teneva unite mostravano alla loro giunzione una luce attraverso la quale potevo vedere il ciuffo di peli divisi dal taglio della vulva. Era proprio un’adolescente, una deliziosa adolescente!
– Vieni! – disse Olga indicando lo spazio che aveva liberato.
La fanciulla si allungò in mezzo a noi, la bruna si sedette raccogliendo le gambe sotto di se, mi fece un segno. Mi chinai sul viso dell’amica in attesa, gli occhi celesti mi scrutavano ansiosi.

– Sei bella lo sai? – dissi passando le mani sulle tenere tettine.
Tremava Lara rimanendo inerte lasciando che accarezzassi i piccoli seni, morbidi e duri allo stesso tempo, si animò quando coi pollici stuzzicai le delicate protuberanze che subito si tesero, sospirò e quando posai la bocca sulla sua dischiuse le labbra alla lingua che insinuai, la catturò suggendola dolcemente per offrirmi poi la sua.
Quando sollevai il viso, un dolce affanno animava il suo petto, le sue braccia cinsero il mio capo attirandomi sul suo collo, lo baciai scendendo lentamente la gola tesa fino in mezzo ai seni risalendo uno dei monticelli stuzzicando il capezzolino duro, sensibile. . .
La sue mani scompigliando i miei capelli premettero il mio capo sulla tettina, aprii larga la bocca passando la lingua sulla cima del piccolo seno facendo flettere il bottoncino che raddrizzandosi trasmise alla fanciulla una vibrazione che la fece sospirare. Ora era l’altro suo seno che baciavo lentamente accompagnato dai sospiri della ragazza.
Sentii che spingeva sul mio capo, lasciai le care mammelline bagnate della mia saliva e rapidamente scesi con rapidi baci lungo l’addome, il ventre caldo. . .

– Ihhh. . . – fece allorquando tuffai la lingua nel minuscolo ombelico, le sue mani lasciarono il mio capo proseguire da solo. La fragranza del suo sesso, dapprima quasi impercettibile stuzzicò le mie nari, era simile al profumo che avevo colto nell’intimità delle donne che mi si erano concesse, ma talmente delicato che mi sentii indegno di cogliere un fiore tanto soave.
La guancia solleticata dalla fine peluria, saggiai con la lingua l’inizio del monte di Venere, lo discesi cercando il contatto con la pelle. . . Lara con un sospiro sollevò il ventre, un flebile lamento sfuggì alla sua gola quando sentì la calda appendice sull’inizio della sua crestolina. Mi spostai, la fanciulla sollevò le gambe poggiando i piedini ai lati del sedere, posai le mani sulle sue ginocchia e le divaricai.
Se ogni volta descrivo l’intimità delle donne che mi concedono i loro favori é perché sono diverse l’una dall’altra seppur simili. Nessuna fica é uguale a un’altra fica; le cosce di Lara benché magre erano tornite, guardai la striscia bionda in mezzo alla quale spiccava il sesso dalle labbra spesse coperte da una peluria rada. Le piccole labbra si innalzavano simili ai petali di un fiore pallido, aperto al termine dalla cresta della clitoride che divideva le labbra grassottelle.

Con occhi incantati seguii il disegno delle labbra sottili, delicate, i bei lobi che declinavano bruscamente proseguendo in un lieve rilievo fino a mostrare l’ingresso del suo grembo, l’inizio della vagina era socchiusa come un richiamo, umida del desiderio che sicuramente la fanciulla provava. Sotto, dopo un breve tratto di pelle nuda, le chiappette si dividevano, belle, provocanti per la loro rotondità e per i serici peli che intravvedevo.
Olga passò un braccio sotto il capo dell’amica, lo sollevò poi lo adagiò sul cuscino che aveva fatto scivolare sotto perché potesse guardarmi. Cielo com’era bella Lara, innocente e impudica come ricordavo Luigina, le sue tettine spiccavano sullo sfondo candido del cuscino, la bruna aveva disteso le gambe poi le aveva aperte, un ginocchio contro quello della compagna e attirata la testa bionda contro la sua spalla mi guardava anch’essa.
Non potevo fare a meno di ammirare il contrasto che le due formavano, la carnagione scura della bruna contro il pallore del corpicino dell’altra, i seni pieni, opulenti, i capezzoli bruni, le aureole larghe di Olga facevano spiccare ancora di più la delicatezza dei senini della sua compagna.

Gli occhi celesti incontrarono i miei, non distolse lo sguardo ma continuò a fissarmi ancora incredula nel vedermi così vicino alla sua intimità. Dovetti distogliere i miei.
– Nico, cosa aspetti? – chiese la bruna impaziente.
Già, cosa aspettavo? Chinai il viso e delicatamente lambii l’inizio della crestolina sporgente fra le labbra gonfie, la fanciulla fece udire un flebile lamento, sollevai il capo, gli occhi celesti sembravano supplicare, le dita di una delle sue mani si muovevano adagio come animate di vita propria nel sesso della bruna. Chinai nuovamente lo sguardo sulla fichina esposta, cielo com’era piccola e. . . talmente bella che esitavo!
Posai le labbra sull’inguine liscio, appena ombreggiato da una fine peluria lambendo la dolce piega, incurante dei peli finissimi che la mia saliva incollava alla pelle, sentii le cosce fremere, ne leccai l’interno passando dall’una all’altra. La fanciulla nel tentativo di chiudere le gambe strinse il mio viso in una morsa morbidissima.

– No . . . oh no . . . no . . . –
Le sue invocazioni eccitarono la mia libidine, la mantenni aperta a forza e passai la lingua fra le labbra vaginali. La fanciulla si irrigidì poi piano piano si allargò abbandonando il sesso alla mia bocca. La lingua passò più volte nello fessura aperta della fica divenuta vogliosa separando le labbra turgide che accarezzava strappando alla fanciulla dei lamenti dolci come un canto d’amore.
Avevo schiacciato il viso fra le sue cosce di adolescente e la baciavo voluttuosamente muovendo la lingua nelle carni lisce assaporando il piacere che bagnava il bel sesso. I lamenti della ragazza riempirono la stanza, prese a muoversi, a ondulare offrendosi alla bocca che la frugava.
La leccavo lentamente assaporando gli umori che già colavano nella mia bocca impregnando la lingua che percorreva le carni delicate.
– Ahhh . . . mhhh . . . mhhh . . . –
Lara gemendo puntò i piedi e sollevò il bacino. Passai le mani sotto il sederino e mantenendolo sollevato dardeggiai la lingua fra le labbra tumide impregnate del suo nettare, la immersi in profondità, sentii la vagina contrarsi attorno all’insolito pene. Mi fermai sollevando il capo. La fanciulla ansimava nella bocca che Olga aveva premuto sulla sua baciandola dolcemente, la mano sul petto minuto ad accarezzare i seni bellissimi.

– Mhhhhh. . . –
La ragazza si sollevò maggiormente. La sua amica lasciò la sua bocca e esclamò:
– Ti piace farti leccare la passerina, vero tesoro? –
– Oh sì . . . siii . . . – sospirò Lara estasiata mantenendosi aperta.
Fissai il bel sesso dischiuso, l’ingresso del grembo pulsava aspettando l’omaggio della mia lingua e del mio pene. Sostenni la fanciulla palpando liberamente il culetto talmente sodo che le natiche rimanevano aperte nelle mie mani. Le mie dita frugarono il solco coperto ai lati del suo bottoncino da una fine peluria che aumentò la mia eccitazione fino a farmi esclamare:
– Oh Lara. . . sei tutta bella! –
La fanciulla rispose con un gemito. Ebbro di lussuria non resistetti al desiderio di stuzzicare col dito il tenero forellino che lei strinse al mio tentativo di forzarlo.
– Mhhh . . . –
Ma rimase aperta, sollevata, subendo l’oscena carezza delle mie dita. Mosse il busto offrendo i piccoli seni alla bocca della mia giovane amante che prese a lambirli provocando nella ragazza un’eccitazione tale che la mia amica ebbe pietà dei suoi lamenti.

– Cara . . . non ce la fai più? Sei troppo eccitata per resistere? –
Lara era tutta un fremito, un agitarsi convulso, il tono della sua voce salì, sollevò alto il bacino quando titillai la clitoride con la punta della lingua. Rimase inarcata sulla soglia dell’orgasmo che esplose proprio quando forzando l’ano il mio dito entrò nel suo culetto.
– Ahhh . . . adesso . . . mhhh . . . –
Olga soffocò con la bocca l’urlo della compagna, un liquido asprigno inondò la mia bocca, lo leccai bagnando con esso la fica agli stremi, applicai le labbra immergendo la lingua nella vagina, felice di sentire le strette del suo orgasmo mentre la giovinetta urlava parole di incitamento:
– Ahhh. . . prendila tutta! Oh si. . . si. . . mhhh. . . sono tua! Leccami. . . svuotami. . . Ahhh stò venendo! Ah si . . . siiii . . . –
Negli spasimi stringeva la vagina sulla lingua, la ritirai per suggere la clitoride, Lara come impazzita urlava dimenandosi mentre il mio dito si immergeva scorrendo nei glutei che stringeva e rilassava nelle ondate di un orgasmo che fu lunghissimo. Infine si abbandonò spossata. Continuai a lambirla finché gli spasimi si attenuarono e respinse il mio capo.

Continua
Mi sollevai, la ragazza respirava forte sollevando e abbassando le mammelline viscide di saliva, si alzò e piena di vergogna corse nel bagno, Olga mi abbracciò:
– Sei stato bravo sai? L’hai leccata come la lecco io, ha un buon sapore vero? fammelo sentire! –
Applicò la bocca alla mia, la sua lingua entrò in me cercando il sapore del godimento dell’amica, premette i seni duri sul mio petto, li mosse facendomi sentire il turgore dei capezzoli irti. Ricambiai il bacio spingendo nella sua bocca la lingua pregna del nettare che avevo colto nel grembo della giovinetta poi sentendo la sua mano sulla verga, spinsi il suo capo.
Non si fece pregare, fu con un sospiro che ricevetti la carezza morbida della labbra che scendevano lentamente ingoiando il mio pene.
– Ahhh Olga. . . sei meravigliosa! – lei sollevò il capo e mi sorrise.
– Te lo sto preparando per Lara. Devi farla godere con il cazzo nella passera ma attento! Non venirgli dentro, devi farle passare la paura che ha degli uomini altrimenti si blocca di nuovo! –

Calò nuovamente la bocca, la fece risalire, la calò nuovamente. . . Non era come i bocchini che era solita farmi, non mi succhiò neanche una volta, la sua fu una lunga carezza che mi fece con le labbra, con la lingua, senza farmi provare il piacere che di solito mi procurava, ma una forte eccitazione, quella sì. Quando la biondina ritornò non si sorprese vedendo l’amica con il mio pene in bocca.
– Vieni, ti stavamo aspettando! –
Fu con queste parole che la bruna l’accolse facendole posto. Lara salì in mezzo a noi, l’amica la interrogò con lo sguardo facendola arrossire.
– E’ stato bello ma non volevo venire nella sua bocca. . . – mi chinai su di lei:
– Perché? E’ stato così bello che non ho resistito. Ho bevuto il tuo piacere nella coppa più bella che un ragazzo possa desiderare! –
– Ohhh. . . – avevo parlato contro le sue labbra, le dischiuse non appena vi posai le mie. Fu un bacio bellissimo, Lara acconsentì alla mia lingua di farsi strada fra i suoi denti poi l’aspirò succhiandola con dolcezza. Provavo per la fanciulla un desiderio che alimentavo percorrendo con mani febbrili l’esile corpicino, i piccoli seni erano delle dolci collinette che stavano tutte nelle mie mani, fui felice di percepire contro le palme che passavo leggere l’ergersi dei capezzolini ma quando una di esse scese al suo ventre, esclamò indicando la bruna:

– E’ lei che devi accontentare, ti vuole, lo sento! –
Mi accorsi che Olga aveva preso una delle mani dell’amica per posarla sul suo ventre, vidi le dita sottili nel vello nero scendere nella valle umida del desiderio che la faceva fremere, le mosse adagio accarezzando coi polpastrelli le sottili labbra brune, le immerse nell’ingresso della vagina ritirandole luccicanti di umori.
– Lo vedi com’é bagnata, dai, fallo anche a lei! –
Era a me che era rivolto l’invito, a me che mi ero appena spostato fra le gambe della bruna e il viso fra le calde cosce, avevo calato la bocca sul suo sesso lambendolo insieme alle dita della biondina, appena ebbe ritirato la mano leccai la fica che conoscevo sapendo come lambirla per acuire la lussuria della mia giovane amante.
La leccai fino a sentire attorno alla lingua che avevo tuffato nella vagina, le prime strette, solo allora sollevai il capo. La biondina si stava accarezzando guardai le dita passare e ripassare fra le labbra minute della suo piccolo sesso ma quando si introdusse il medio penetrandosi, mi misi in ginocchio e mi spostai attirando il suo culetto contro le mie cosce, con la mano inclinai il pene ponendo il glande dove prima era il suo dito.

Lara mi guardava con espressione incredula ma non spaventata, i suoi occhi rimasero fissi nei miei mentre prendendo le sue cosce alla piega che facevano col suo ventre, l’attirai facendola strisciare sul lenzuolo, infilando la giovane fica sul mio pene finché sentii contro i testicoli il calore delle sue chiappette.
– Ohhh. . . – la fanciulla non staccava gli occhi dai miei.
La sua testa era scivolata dal cuscino, negli occhi celesti lessi lo stupore che provava nel sentirsi riempita dal membro la cui penetrazione l’aveva sorpresa, non riuscii a sostenerne il suo sguardo e lo spostai sul suo ventre dove i peli biondi si mischiavano ai miei e lentamente arretrai le reni.
– Mhhhhh! ! ! –
Il suo sospiro accompagnò l’apparizione del membro bagnato degli umori che aveva colto nel suo grembo, vidi le labbra sottili che l’asta divideva venendo in parte avvolta dalle tenere ali che sollevandosi ne abbracciavano la forma piegandosi all’indietro fino a scomparire quando spingevo fino in fondo il membro nel suo ventre.
– Mhhh. . . – poi:
– Ahh. . . ahh. . . ahh. . . – faceva la fanciulla in risposta ai miei affondi.

Gli occhi continuavano a fissarmi, non era di sfida il suo sguardo ma di sorpresa, la sorpresa che provava nel sentire il piacere nuovamente salire ad ogni scorrere del membro. Le guance imporporate, la boccuccia socchiusa sui dentini candidi lasciava sfuggire dolci esclamazioni nel sentirsi riempita dal turgore in movimento.
Olga si era spostata e la testa sulla mia spalla guardava il pene apparire e scomparire nel cespuglietto biondo, fra le cosce delicate. Guardava i movimenti del ventre dell’amica, il suo sollevarsi, il suo spingersi incontro al membro per prenderlo ancora.
– Oh é. . . bello. . . é bello. . . – diceva Olga esprimendo la sua meraviglia.
La bocca della bruna si chiuse sul lobo del mio orecchio mordicchiandolo, succhiandolo, le sue mani scesero al mio petto, il guizzare della lingua nel mio padiglione acuì la mia libidine facendomi affondare con movimenti bruschi quasi violenti che scuotevano il corpo riverso facendo tremolare le adorabili tettine.
– Mhhh . . . mhhh . . . ahhh . . . ahhh . . . oh si . . . si . . . Mhhh . . . –
– Oh Lara. . . la vedo la tua fichina. . . vedo come il cazzo entra e esce! Ti piace? Oh dimmi, ti piace? – esclamava la bruna.

La ragazza sembrò uscire dal sogno nel quale era immersa, si le piaceva la presenza che l’allargava salendo nel suo ventre, scendeva, risaliva instancabile. Sorrise come in trance ai visi chini che guardavano il suo ventre, l’amica chiese ancora:
– Godi cara. . . dimmi, godi? –
– Si. . . si tanto. . . –
Non riusciva dire altro, come poteva descrivere il piacere che le dava la presenza dura che scorreva in lei, la carezza soave, il godimento che l’estasiava e che aumentava ad ogni battere dei miei testicoli nelle sue chiappette, avrebbe voluto vedere anche lei la sua fica mentre riceveva quel cazzo che non poteva vedere ma che sentiva, oh come lo sentiva!
Una libidine mai provata prima le fece portare le mani a toccare il membro, mi fermai per permetterle di palparlo, lo sentì scivoloso, fremette:
– Ohhh é. . . grosso! – disse stringendolo prima di spingerlo nuovamente nel suo ventre.
Una sorta di fierezza si impossessò di lei, con le dita si allargò la vulva per mostrarsi con la fica aperta mentre mi riceveva.

– E’ bella sai? E’ come una bocca che lo succhia! – esclamò Olga.
Con occhi sbarrati guardava la fica dell’amica ingoiare il mio cazzo.
– Vero che ce l’ha lungo? Ti piace prenderlo tutto, vero troietta?- chiese ancora.
Era meravigliata nel vedere come la verga scompariva, riappariva, scompariva nuovamente. I miei capezzoli fra le sue dita si erano allungati quasi come quelli di una fanciulla, li tirò ancora, li pizzicò finché udì il mio lamento, li lasciò per passare le palme sui bottoncini che sentiva duri, per me dolenti.
Anch’io guardavo il mio pene scivolare fra le belle coscette, nella fica che la ragazza manteneva aperta mostrando l’adorabile crestolina della clitoride rosa.
– La vedi la mia fica? E’ tua. . . per il tuo cazzo! Oh dammelo ancora. . . –
Era la prima volta che diceva liberamente il suo desiderio, lo aveva espresso frammisto ai lamenti che si levavano dalla sua gola e che continuavano ritmando i miei affondi. Anch’io godevo, ansimavo sospirando per i capezzoli che Olga aveva ripreso a torturare e che mi procuravano dolore ma anche un piacere perverso che si sommava a quello che provavo nel pene.

Lara mosse languidamente il bacino, allora afferrandola alle anche l’attirai infilandola ancora sul membro, vidi le tettine tremolare, arretrai con le reni e lo cacciai fino in fondo, le tettine tremolarono ancora, ritirai la verga e attirai ancora la ragazza.
– Oh si. . . così. . . così. . . –
Cielo come mi piacevano i senini che i miei colpi facevano muovere, continuai in quel modo finch&egrave i lamenti si tramutarono in piccole grida, Lara portò le mani alle mammelline non per fermarle ma per accarezzarle brutalmente con le dita strette ai capezzoli, pizzicando i cari bottoncini, tirandoli. Aveva chiuso gli occhi, le labbra socchiuse, le guance colorite, sembrava il viso di un angelo coi capelli dorati sparsi sul cuscino.
– Ah caro. . . mhhh. . . Oh si. . . siii. . . ti prego, manca poco. . . –
Ero felice di percepire le fitte della vagina stringere il mio pene, mossi le reni in sintonia con le mani che attiravano la ragazza finch&egrave sentii il suo piacere salire raggiungendo quasi il culmine allora rallentai immergendomi lentamente per tutta la lunghezza respingendo l’utero col glande, attento a non farle male. Lara muovendo di qua e di la il capo esprimeva il suo godimento con gridolini che non riusciva a trattenere, sempre più rapidi finché si immobilizzò con gli occhi sbarrati.

Olga lesse l’orgasmo sul viso dell’amica, io lo sentii nel pene che la vagina stringeva, rilassandosi, stringendolo ancora e ancora finché gridò:
– Ahhh. . . adesso amore. . . adesso. . . ah ahhh. . . ah ahhh. . . ahhhhh! ! ! –
Sentii un fiotto caldo bagnarmi il membro, mossi rapidamente le reni finché il piacere si fece irresistibile, allora mi immersi in fondo al ventre della ragazza in orgasmo, il glande contro il suo utero e mi immobilizzai con un grido rauco.
– Ahhh. . . si. . . godi amore. . . godi. . . godi. . . –
Il mio piacere aveva raggiunto il culmine, feci scattare le reni scuotendo il corpicino riverso, gridò ancora poi si abbandonò. Un attimo prima di eiaculare uscii dal grembo che avevo appagato, il membro scattò in alto mentre un getto chiaro colpì la fanciulla fra le tettine. Con un gridolino gioioso le sue mani afferrarono il membro e menandolo bruscamente completarono il mio godimento.
– Oh caro. . . caro. . . – diceva strattonandomi.
Quando mi sollevai vidi lo sperma che imbrattava il bel corpo, Lara lasciò il mio pene e con le mani si spalmò i seni, il ventre dicendo:
– Così é bello. . . bello. . . –
Olga baciò teneramente il visino sorridente e l’aiutò ad alzarsi. Lara prima di lasciare la camera mi offrì le labbra in un bacio che fu forzatamente casto a causa dell’appagamento dei nostri sensi.

– Sei stato molto delicato, grazie per averla resa felice! – disse Olga
– E te. . . quando ti potrò rendere felice? – chiesi.
– Appena vorrai ma . . . voglio averti come piace a me! – rispose strizzandomi l’occhio.
Continua
Quando entrai nel bagno Lara era sotto la doccia, feci le necessarie abluzioni al lavandino, mentre mi asciugavo la ragazza aprì lo scorrevole e ad occhi chiusi cercò tentoni l’asciugamano appeso, glie lo porsi. Mi sorrise vedendo che l’osservavo mentre si asciugava.
– Sei molto bella lo sai? – dissi incantato.
– Anche tu sei bello! Olga mi aveva parlato di te, quando le dissi che mi sarebbe piaciuto conoscerti non pensavo sarebbe successo . . . questo! –
Accettò di buon grado che asciugassi la sua schiena, lo feci con lentezza, attento a non irritare una pelle così delicata; potei così ammirare l’incantevole incavo che le reni facevano col delizioso culetto, non protestò sentendo che mi chinavo per asciugare le coscette belle da impazzire, poi il delizioso sederino. . .
Lasciai cadere l’asciugamano, ormai doveva sentire che erano le mani nude che passavo lungo le sue gambe risalendole per incontrare le natiche piccole, sode seguendone il contorno fino a sfiorare il sesso morbido e caldo. Mi alzai con il pene che aveva iniziato la sua erezione, appena sentì le mie labbra sull’incavo del suo collo, rovesciò la testa poggiando la schiena contro il mio petto, le mie mani a coppa sposarono la forma delle sue tettine, parlai contro il suo orecchio:

– Pentita? – chiesi.
– No. . . é stato bellissimo! –
Sentì il pene ormai rigido poggiato sull’alto del suo sedere, mi schiacciai per premerle l’asta verticale fra le chiappette, sentii la fanciulla fremere poi mosse il bacino strofinandosi. . . Flettei sulle ginocchia per far sposare alla verga il solco che divideva le belle natiche ma non riuscii a separarle tanto erano strette, allora lei portò le mani dietro di se, afferrò il membro, lo inclinò, lo strofinò e quando lo lasciò sentii sotto il glande il calore della sua rosellina.
– E’ questo che vuoi? – chiese.
– Si. . . e tu? – esitò, mosse ancora il culetto poi:
– Non ora. . . devi andare da Olga, ti aspetta! –
Si sciolse dall’abbraccio e si girò gettandomi le braccia al collo. La strinsi, la sua bocca si aprì sotto la mia, accettò il mio bacio e mentre mi suggeva mosse languidamente il ventre contro l’asta dura, poi si scostò:
– Ora vai. . . –
Olga seduta sul fondo del letto, mi vide varcare la soglia col membro teso, ondeggiante.
– E’ stata Lara a fartelo venir su? Vieni! – disse.

Appena fui davanti a lei, mi attirò afferrandomi dietro le cosce. Subito calò la bocca, le sue labbra scesero e risalirono più volte la mia verga, la lasciò gocciolante della sua saliva, si girò e salì sul letto con le ginocchia divaricate, prese un cuscino lo abbracciò posandovi la guancia e chinando le reni si offrì con la groppa sollevata.
Non servivano le parole, sapevamo entrambi quello che volevamo! Il culo di Olga era più consistente di quello della biondina ma non meno desiderabile, le mie mani furono sulle sue natiche, le aprirono e quando abbassandomi vi incuneai il viso dardeggiando la lingua sopra il duro bottoncino, sculettò languidamente.
Non avvertii la presenza di Lara se non quando la biondina si sedette accanto a noi. Non disse nulla ma si chinò per guardare l’operato della lingua che muovevo nei glutei dell’amica. Quando mi alzai, sollevò gli occhi sul mio viso, le sue guance erano solo lievemente colorite per aver visto l’oscena mia carezza.
Ora guardava la verga pulsare vicino alle rotondità esposte della sua amica, mi vide muovere il glande nelle chiappe brune, puntarlo sull’orifizio del bel culo, poi le mie mani afferrare le anche ondeggianti della ragazza in attesa, le mie reni protendersi nella spinta. . .

Sospirò Olga nel sentirsi aprire, sospirò ancora lungamente quando il pene scivolò lentamente in lei aprendosi la strada nelle sue interiora, lo spinsi fino in fondo, fino a percepire sotto i testicoli la morbidezza della sua vulva.
– Ohhh. . . – La biondina era sorpresa nello scoprire che l’inconsueta penetrazione non aveva provocato nell’amica dolore alcuno, anzi i suoi movimenti, il suo lento ancheggiare mostravano il suo gradimento per la presenza che aveva in corpo.
All’esclamazione Olga volse il viso verso l’amica, le sorrise come se fosse stata sorpresa mentre faceva una birichinata.
– Tutte le volte mi fa lo stesso effetto. . . mi piace troppo . . . –
Lara sorrise comprensiva poi si protese sulla groppa dell’amica per vedere il cazzo riapparire e affondare nelle chiappe brune.
Sapessi come ti allarga. . . – osservò sorpresa.
Mi muovevo lentamente per dar modo alla biondina di guardare il membro entrare e uscire dai tondi glutei, di vedere come l’ano si protendeva lievemente trascinato dal membro nel suo apparire, come si ritirava al suo affondare.

I sospiri di Olga si fecero più udibili trasformandosi in gioiosi squittii appena accelerai il ritmo della monta, ora era avanti e indietro che la ragazza muoveva il sedere venendo incontro al pene che entrava, ritraendolo mentre usciva. Ben presto le sue oscillazioni sbattevano il deretano contro il mio ventre quasi la fanciulla fosse ansiosa di ricevere il mio cazzo e quando lo sentiva per intero nelle sue interiora ancheggiava muovendo lubricamente la groppa finché questo scivolava fuori, muovendosi in avanti poi indietro per riceverlo più velocemente.
Ben presto dalla sua bocca uscirono dolci lamenti, le guance accese, era con occhi sfavillanti che Olga seguiva gli scatti delle mie reni, non vergognandosi di mostrarsi all’amica rimasta china come prendeva nel sedere il mio cazzo. Io ansimavo per lo sforzo e per il piacere che già saliva nel pene che immergevo senza posa, estasiato dal calore che trovavo nella ragazza e dalla carezza morbida dell’anello di carne nel quale scorrevo.
– Ah guarda Lara. . . mhhh. . . sapessi come é bello riceverlo così! Ahh. . . mi fa godere tanto. . . tanto. . . mhaaahh. . . ahhh. . . ahhh. . .

Non so cosa pensasse la biondina nell’udire l’amica urlare la sua gioia, la mia penetrazione stava facendosi sempre più frenetica e. . . anche i movimenti della bruna! Nella sua foga ad un tratto si lasciò sfuggire il pene, si fermò rimanendo sollevata, l’ano ancora aperto come una bocca in attesa, fu allora che vidi il suo sesso rimasto fino ad allora celato, piccole gocce di sudore imperlavano le spesse labbra luccicando attraverso i peli sottili, nerissimi, le piccole labbra sporgevano aperte e brune mostrando la carne sottostante dell’ingresso socchiuso della vagina.
Ne fui attirato e flettendo appena le ginocchia scivolai nel suo grembo. Ebbi il tempo di scorrere un paio di volte che Olga protestò:
– No, non cosi! Ahhh manca poco. . . dammelo nel culo. . . nel culo. . . lo voglio! –
Fu a malincuore che uscii dalla calda guaina della sua vagina. Con un solo movimento il pene fu nuovamente nelle chiappe brune.
– Si. . . oh dai. . . dai. . . – appena mi immersi Olga fremette:
– Ohhh. . . così. . . così. . . inculami amore. . . forte, mhhh si. . . inculami!

L’accontentai picchiando il ventre contro le sue natiche, velocemente, selvaggiamente. Ora godevo veramente, era con grida rauche che entravo negli intestini della bella tenendola ferma, e quando Lara volle nuovamente guardare, la scostai quasi brutalmente. Olga gridò:
– Ah. . . ah. . . ah. . . si. . . si. . . si. . . oh dai. . . mhhh. . . adesso. . . adessooo. . . –
L’ano si strinse attorno alla mia verga, si rilassò consentendomi di scorrere ancora per un poco, poi mi imprigionò dentro di se, e quando volli forzarla, con un gemito si allungò costringendomi sulla sua schiena, il ventre a schiacciare i morbidi suoi glutei.
Respirava forte, quando la sentii rilassata mi mossi lentamente, credo che se mi avesse consentito di muovermi ancora un pochino sarei venuto, tanto era piacevole andare nella stretta delle sue natiche ma:
– Oh basta amore. . . sono venuta. . . sono venuta. . . – sospirò.
Mi sollevai e lentamente estrassi il pene alzandomi. Olga si girò sulla schiena, aveva chiuso gli occhi, lentamente il respiro che alzava ed abbassava il suo petto si chetò. Si stirò languidamente allungando le braccia dietro di s&egrave, sollevando le tonde montagnole dei seni che risaltarono ancora di più per l’addome che si era abbassato. Il ventre incavato metteva in risalto il gonfiore del pube e fra i peli umidi la vulva socchiusa.

Il mio mancato godimento faceva pulsare il mio pene, la vista del bel corpo mollemente adagiato esacerbava il desiderio che avevo ancora. Di solito mi accettava nel grembo che sapevo bagnato e disteso su di lei sapevo risvegliare i sensi sopiti della mia amante con baci e carezze finché. . . Riaprì gli occhi e sorrise soddisfatta.
– Ragazzi che inculata! Nico é uno dei pochi che conosco capace di farmi godere in questo modo, eppure ha un cazzo grosso e lungo, ma quando me lo mette nel culo. . . oh godo come una troia, sì, come una troia! Hai visto vero? – Disse volgendosi verso l’amica.
Sorrise tendendole le braccia, Lara si chinò, la bruna l’attirò mormorando qualcosa al suo orecchio. La biondina volse il capo a guardare la verga ondeggiante, arrossendo chinò il capo in cenno di assenso.
– Brava! – disse l’altra alzandosi.
Si allontanò con una risatina, udimmo l’acqua scorrere nel bagno e la sua voce allegra che canticchiava.
Continua Rimasti soli Lara venne contro di me, l’abbracciai che tremava ma quando posai la bocca sulla sua la dischiuse lasciandosi baciare poi nascose il viso sulla mia spalla, la sentii fremere al contatto del pene che strusciavo muovendo il ventre, dopo un po anche lei ondeggiò il bacino per sentire la mia eccitazione, parlò al mio orecchio:
– Anche a me bagnerai il buchino , , , prima? – chiese con voce esitante.
Feci scendere le mani sul culetto che mi stava offrendo. Cielo com’era piccolo! Ma era talmente sodo che non riuscii a infilare le mani nei i glutei, allora scesi alle cosce, subito le divaricò permettendo alle mie dita di toccare il suo sesso. Aveva i peletti umidi e quando immersi il dito nella vagina, lo ritirai bagnato.
– Vedrai che non sarà necessario. – risposi.
Mi guardo coi suoi occhi azzurri bellissimi, poi sciogliendosi si volse, salì sul letto e divaricando le ginocchia si mise nella medesima posizione che aveva visto assumere all’amica. Sorrisi a tanto candore.
– No, girati! – ordinai.

Si voltò sulla schiena col sedere sul bordo del letto, le gambe allungate che toccavano terra coi piedi. Mi interrogò con gli occhi, vergognandosi per la scomoda posizione che faceva apparire il suo sesso come un lungo taglio dal quale si innalzavano le labbrette diafane e l’adorabile arco che segnava l’inizio della clitoride. Non fosse per l’offerta che mi aveva fatto non avrei esitato a prenderla come avevo fatto prima affascinato com’ero dalla sua fichetta, anche perché. . . temevo di lasciare la giovinetta inappagata tanto il mio pene era stato sollecitato dalla bruna.
Mi chinai e prendendole alla piega delle ginocchia sollevai alte le sue gambe, le allargai spingendole ai lati del suo corpo, Lei capì e le agganciò dietro la mia schiena. Era con apprensione che ora mi stava guardando spezzata in due con le sue grazie esposte come se non vedesse con quanta bramosia guardavo fra le coscette il monticello che conteneva il suo sesso, la ferita che lo divideva, le piccole labbra ora socchiuse, l’apertura invitante della sua vagina luccicante di umori e al di sotto, le chiappette aperte che nulla nascondevano dell’ano rosa.

Vide come brandivo il membro mentre mi appressavo, chiuse gli occhi fremendo al contatto del glande sulla sua crestolina, ebbe uno scatto poi si rilassò lasciando che lo strofinassi sul duro rilievo passandolo con movimenti circolari su tutta la clitoride come avevo visto lei muovere le dita nel masturbarsi poi premetti l’asta aprendo ancora di più il suo sesso, lo feci scivolare finché la cappella trovò l’apertura socchiusa della vagina.
Si lamentò flebilmente appena sentì che l’introducevo spingendolo fino ad incontrare gli umori di cui era impregnata, Chiuse gli occhi, quando lo ritirai, fece un sospiro profondo ma appena lo sentì nella depressione dell’ano serrò d’istinto lo sfintere; riaprì gli occhi capendo che non la penetravo ancora ma spalmavo col glande i suoi succhi sul buchino ancora stretto, ripetei l’operazione ma spinsi il pene fino in fondo alla bella fica per gustare per intero la carezza della vagina. Sospirò, questa volta l’ano era rilassato quando vi passai la cappella.
Facendo scendere le dita fra le morbide natiche trovai l’ingresso del culetto ricoperto del liquido scivoloso del suo desiderio, fremette quando vi presentai il pene.

– Aspetta! – disse, mi guardò lungamente e sorrise.
– Adesso. . . – la vidi trattenere il fiato.
Spinsi dolcemente, l’ano della bella si aprì sposando la forma del glande che lentamente avanzava. Lara spalanco gli occhi con espressione smarrita, forse non pensava che l’avrei allargata così tanto non sapendo ancora che una volta entrata la cappella, il resto sarebbe scivolato agevolmente.
– Mhhh. . . – fece stringendo istintivamente l’ano sotto il colletto.
Avrei potuto facilmente forzarla invece aspettai.
– Ormai sono dentro amore. . . rilassati. – dissi per rassicurarla.
Lentamente allentò la sua stretta, aspettai ancora poi ripresi a spingere. Ebbi la gioia di vedere il pene scomparire lentamente nel tenero culetto e quando i miei peli sfiorarono la sua fichetta sollevai lo sguardo al viso della ragazza. Vidi la sua espressione di stupore per l’avvenuta penetrazione che aveva pensato difficile e forse dolorosa.

– Ohhh. . . – disse sorpresa. Mi ritirai lentamente e entrai ancora adagio.
– Amore, culetto mio bello. . . – esclamai incantato dal calore nel quale mi immergevo.
– Oh ti sento. . . ti sento. . . – ora sorrideva, continuai a scorrere lentamente. . .
– Ti piace? – chiesi.
– Non lo so. . . é la prima volta . . . –
Mi muovevo piano per non spaventare la ragazza con la mia irruenza ma sopratutto. . . perché già stavo godendo! Lara mi guardava fiduciosa e grata pensando che il lento mio immergermi nelle sue chiappette fosse dovuto alla preoccupazione che avevo di provocarle dolore, invece. . .
L’ano della fanciulla era talmente stretto che l’entrare in esso era per il mio pene un supplizio dolcissimo al quale contribuiva la carezza morbida delle natiche che benché aperte sfregavano ugualmente contro l’asta di carne divenuta sensibilissima. Riuscivo tuttavia a trattenermi, non sapevo per quanto tempo ma con mia sorpresa affondavo, mi ritiravo, affondavo ancora, sospirando per il piacere che provavo.
Fui felice di udire i primi suoi sospiri, segno che anche lei gradiva essere presa in quel modo, provai a immergermi appena più rapidamente. . .

– Ahahh. . . ahahh. . . ahahh. . . – faceva la giovinetta.
Rallentai subito per non perdere il controllo dei miei sensi. Lara cominciava a provare piacere lo si vedeva dal lento muoversi del suo bacino, del suo protendersi per offrire il culetto al membro che entrando le strappava un ‘Mhhhhh. . .’ e uscendo un lungo sospiro, poi mi guardava aspettando di riceverlo ancora.
– Non mi fa male sai? – disse.
Presi le sue parole come un incoraggiamento a penetrarla più forte. L’accontentai e scattando sulle reni picchiai le cosce contro i tondi suoi globi. La fanciulla scossa dai miei colpi aprì la bocca.
– Ah. . . ah. . . ah. . . – gridò ricevendo i brutali affondi con occhi sbarrati.
Già stava godendo ma non come godevo io! Avevo raggiunto il punto in cui bastavano poche sollecitazioni per scatenare l’orgasmo e appena ripresi a scorrere quasi lo raggiunsi. Con un guizzo uscii dalle tenere natiche provocando la protesta della fanciulla:
– Oh perché lo hai tolto? – chiese.

Appena in tempo! Guardai allucinato l’ano che avevo lasciato, come poteva un cosino così piccolo contenere un cazzo come il mio? Mi chiesi. L’eccitazione della fanciulla era visibile dalla goccia che lentamente usciva dall’apertura socchiusa della vagina e superando la pelvi si fermava sul piccolo pertugio. Volli essere sincero.
– Cara, é talmente bello essere nel tuo culetto che quasi venivo! – dissi scusandomi.
Un sorriso gioioso illuminò il bel viso.
– Allora questa volta godrai dentro di me? Oh si. . . lo voglio. . . lo voglio!Dai rimettilo dentro! – poi arrossendo:
– E’ che mi piace tanto. . . tanto! – spiegò.
Non avevo più scuse, alla ragazza piaceva essere inculata ma. . . non ero ancora pronto! Per calmarmi percorsi con entrambe le mani le belle coscette divaricate fino ad incontrare la gnocchetta della sua fica per seguire con le dita il rilievo delle labbrette fino all’arco che segnava l’inizio della clitoride adorabile. Lara emise un lungo sospiro sollevando il bacino, allora premendo le dita ai lati delle labbra grassottelle le aprii come si apre un frutto e chinandomi immersi la bocca nella sua polpa odorosa.

– Mhhh. . . come sei caro! – sospirò.
La leccai delicatamente quasi con amore tanto mi piaceva la fichina di Lara, avevo preso fra le mani il suo sedere sollevandolo per dardeggiare la lingua nella fessurina trovando il sapore del desiderio che provava il corpicino riverso. La fanciulla ora si contorceva voluttuosamente emettendo dei lamenti dolcissimi.
Mi dedicai al piacere della giovinetta per dare al mio pene il tempo di riprendersi, per questo fu un cunni lingus lungo e quando mi fui calmato continuai a lambirla incantato dalla voce della bella che si manteneva ancora aperta.
E quando la mia lingua risali le carni frementi della soave fichetta, ne separai le ali delle sottili labbra, ne saggiai la consistenza seguendone con la punta il contorno fino alla loro giunzione, picchiettai il dolce arco che annunciava l’inizio della clitoride, salutato da gemiti non più trattenuti.
– Ahhh. . . amore. . . amore. . . ohhh. . . mhhh. . . é bello ma. . . non voglio venirti ancora in bocca. . . ah basta. . . basta. . . –

Ma quando presi fra le labbra la dura crestolina la biondina si inarcò e con un grido disperato respinse la mia testa. Cielo come può essere bello baciare una fica in calore, la mia saliva colava nella sua dolce valle, le carni rosee si erano incupite, le labbrette pallide pulsavano di eccitazione, il viso di Lara era congestionato, l’espressione di dolce sofferenza diceva che era stata sul punto di venire davvero.
– Cara. . . sapessi come é bella! Non mi sazierei mai di baciarla. . .
– No, non farlo piu. . . Non vuoi piu mettermelo nel culetto? Guardalo, aspetta il tuo cazzo! Oh dammelo. . . é li che lo voglio! Oh dammelo. . . –
Era vero, fra le belle chiappette l’ano era ancora leggermente socchiuso come un invito, la conturbante rosellina luccicava degli umori che il suo piacere aveva fatto colare. . . Mi avvicinai incuneando il piccolo deretano fra le cosce che avevo divaricato, lo mosse appena sentì il glande cercare la punta con il suo buchino e appena la ebbe trovata si fermò.
Mi guardava con un sorriso timido, ansioso e appena le mie mani afferrarono l’alto delle sue cosce, chiuse gli occhi. Non spinsi ma attirai il culetto sul mio cazzo, si infilai l’ano della bella sul membro che si aprì la strada nei suoi glutei scomparendo nel culetto consenziente. Gemendo spalancò gli occhioni, li richiuse subito ma mosse il bacino per meglio sentire il turgore che la riempiva.

Mi schiacciai contro la piccola groppa per darglielo tutto il mio cazzo. Oh era calda dentro Lara ma ormai mi sentivo in grado di dominare il mio piacere e anche il suo! Arretrai con le reni e glielo diedi ancora e ancora poi mi protesi sopra di lei e continuai strappando alla fanciulla dei gemiti ad ogni entrare nelle sue interiora.
– Ah. . . ahahhh. . . ahahhh. . . oh si. . . si. . . –
– Amore. . . dimmi, ti piace prenderlo nel culo il mio cazzo? . chiesi perfidamente.
– Si. . . ah mi piace. . . mi fa godere. . . tanto! Mhhh. . . –
Sotto il mio, il viso bellissimo aveva preso l’espressione che tutte le donne hanno nel piacere, le labbra socchiuse facevano una smorfia ad ogni affondo che portavo con un pene in cui il godimento aveva ripreso a salire e che cercavo in fondo al delizioso culetto. Scivolavo agevolmente, l’ano rilassato mi faceva assaporare la carezza del tenero buchino per tutta la lunghezza dell’asta. Scrutavo il visino accaldato leggendovi il piacere che provava al mio scorrere, sentendo il mio alito aprì gli occhi, vedendomi così vicino allungò la lingua lambendo le mie labbra, la catturai e baciandola ricevetti in bocca i gemiti che la mia penetrazione strappava. E quando le bocche si separarono esclamò:

– Mhhh. . . é bello riceverti così! Si. . . ah é bello. . . bello! A te piace? –
– Si amore. . . si. . . –
– Più che entrare nella mia passerina? – ansimò nel porre la domanda.
Il piacere aveva fatto superare alla bella il suo naturale ritegno forse per la speciale intimità che si era creata fra noi, risposi con franchezza:
– E’ diverso. . . quando sono nella tua passerina sono accarezzato da tutta la vagina mentre così. . . Oh cara. . . il tuo buchetto trascina la pelle del mio cazzo mentre entra e esce! E come. . . avere delle dita che me lo menano e. . . il calore che hai dentro é come il calore di una bocca. –
– Oh. . . Come quando te l’ho. . . mhhh. . . spompinato? –
– Si e. . . per te? –
– Mhhh. . . all’inizio non provavo niente. . . volevo farti contento anche se mi vergognavo perché. . . pensavo fosse una cosa brutta! Ma poi. . . oh lo sai che il va e vieni del tuo cazzo fa muovere la mia passerina? Me l’hai talmente eccitata che. . . quando vi passavi la lingua. . . Oh stavo per venire sai? Anche adesso amore. . . ahhh. . . dammelo piano! Mhhh. . . fallo durare! –

Non aveva mai parlato tanto Lara! Il piacere che dava al piccolo culo lo scorrere del mio pene la faceva esprimere senza inibizioni. Rallentai l’andatura della monta penetrandola come voleva lei. Ora i lamenti che uscivano dalla bocca che avevo ripreso a baciare erano dolcissimi, la giovinetta stava assaporando come assaporavo io lo scorrere del pene nello stretto suo buchino, il suo restringersi, rilassarsi, stringersi ancora mi fece ansimare, quando la guardai, ricevetti il suo sorriso radioso.
– Ti piace se faccio così? – chiese continuando a contrarre e rilassare lo sfintere.
– Ohhh. . . mi fa godere tanto. –
Il suo sorriso si smorzò facendo posto ad un’espressione di intenso godimento. Avevo fatto scattare le reni picchiando le cosce contro i tondi suoi emisferi.
– Ah. . . ah. . . ah. . . ah. . . – fece la bella scuotendo la testa bionda.
– E se io faccio cosi? – chiesi, ora era lei che ansimava.
– Oh amore stavo per venire! Ora sai cosa fare quando vuoi farmi godere. . . ma non subito ti prego! –
– Anche tu sai cosa fare. . . – risposi.

Continuammo in un’intesa perfetta, dicendoci parole dolci, anche audaci, sconce anche ma non per noi che sentivamo il godimento salire. Non avevo mai provato tanto lussuria nel culo di una donna, neanche in quello di Olga l’avevo provata, ne in quello di Lucy, di Emma, di. . . Luigina persino!
Ora Lara distendeva le gambe che aveva sollevato trattenendole per le caviglie, le attirava, le distendeva agevolando il mio scorrere nei suoi glutei e quando il piacere si faceva per lei troppo forte diceva:
– Aspetta! –
Mi fermavo piantato nelle sue interiora, i testicoli incuneati nel calore delle sue chiappette poi dopo essersi ripresa:
– Ancora amore. . . ancora! –
Riprendevo a muovermi. Più volte mi fece fermare e ricominciare, la mia fu una lunga inculata, ero grato a Olga di non aver rotto l’incantesimo del nostro singolare coito imponendoci la sua presenza. La ragazza godeva e anch’io! Capii che Lara stava per superare il limite della sua resistenza dai lamenti che si levavano dalla bocca che ora rifiutava la mia per esprimere liberamente il suo piacere:

– Ahahhh. . . ahahhh. . . ohhh. . . così. . . si cosi. . . Ahhh amore. . . sto per venire. . . e tu? Oh dimmelo. . . dimmelo! –
Avevo calato il viso sul suo petto lambendo i piccoli seni, i capezzoli che avevo preso a flagellare poi a suggere erano tesi, dolorosi per la giovinetta. Esclamai:
– Si. . . anche per me manca poco. . . –
Già aveva messo in moto i muscoli dell’ano, la carezza che faceva al mio pene fu così sconvolgente che rantolai sulla tettina che stavo baciando. Il massaggio che mi faceva mi portò a superare la soglia della mia resistenza e. . . Venni eiaculando in getti copiosi aiutati dallo stringere e rilassarsi dell’ano della fanciulla.
– Oh ti sento. . . sento i tuoi schizzi! Si godi amore. . . godi. . . godi. . . –
Avevo sollevato il capo durante l’orgasmo, la biondina guardò il mio piacere con un’espressione di gioia dipinta sul viso, non avevo smesso di muovermi nel culetto della ragazza ormai agli stremi e infatti:
– Caro. . . ahhh. . . sto venendo. . . sto venendo. . . adesso amore, adesso! –
La sua bocca si aprì in un’espressione di stupore, Poi gridò senza ritegno il suo piacere, le mie reni erano scattate penetrandola rapidamente, le strette del suo orgasmo non rallentarono neanche la corsa del pene tanto lo sperma aveva reso scivoloso l’ano della fanciulla.

– Si. . . si. . . ihh. . . ihh. . . mhh. . . godo amore. . . godo. . . godo. . . Ahhh! ! ! –
Fu un godimento lunghissimo quello di Lara i cui lamenti ritmavano la corsa del mio cazzo nel culetto fremente, poi appena i suoi lineamenti cominciarono a rilassarsi mi adagiai su di lei baciandola teneramente. Le sue mani lasciarono le caviglie per stringermi su di se, le gambe si distesero facendo arretrare in parte il membro ma quando volli uscire completamente, la stretta che impresse all’ano mi fecero capire che ne gradiva ancora la presenza nel suo culetto
Accarezzai il viso dolcissimo, la ragazza mi guardava con aria quasi materna. Ora che tutto era finito aveva ripreso la sua espressione di timidezza accentuata dal lieve rossore delle guance, contro il mio petto sentivo le tettine bagnate dai miei baci.
– Ora cosa penserai di me? – chiese.
– Che sei una ragazza dolcissima! –
– Oh. . . non credevo si potesse. . . farlo così! E’ stato bello sai? –
Il pene ormai molle uscì da solo dal piccolo culo trascinando un liquido che bagnò il lenzuolo. Mi alzai, Lara indicò esterrefatta la macchia:

– Guarda! cosa dirà Olga? –
– Penserà che abbiamo goduto tanto! – risposi. La voce della bruna si fece udire.
– Non avete ancora finito? Ho preparato il caff&egrave, si sta raffreddando! –
– Arriviamo! La biondina aveva scovato una tovaglietta sotto il cuscino, si asciugò la passerina, poi la passò fra le natiche prima di porgermela. Mi asciugai alla meglio poi mano nella mano andammo in cucina da dove proveniva la voce.
– Finalmente! Cosa avete fatto? – chiese la bruna con un sorriso ironico.
– Niente. . . – era arrossita nel rispondere.
– E. . . quel niente ti ha soddisfatto? – chiese ancora.
Era rimasta nuda, segno che si aspettava ancora piacere da questa giornata. Ricordai che non l’avevo ancora scopata veramente, ma vi era dell’altro che Olga voleva!
– Tanto. . . – a quella risposta la bruna cercò di soffocare la risata senza riuscirvi, anche Lara rise e anch’io.

– Su, bevete! – guardò l’orologio.
– Sapete che ore sono? Le cinque e mezzo. . . la mamma arriverà non prima delle sette. Si possono fare tante cose in un’ora e mezzo! –
La biondina sollevò il viso dalla tazzina guardando stupita l’amica:
– Non ne hai avuto abbastanza? – chiese.
– Io? No e se conosco bene Nico. . . neanche lui! In quanto a te. . . sei una troietta affamata di cazzo, non é cosi forse? –
Lara arrossi fortemente, la bruna cogliendo lo sguardo che l’amica aveva gettato al mio pene inerte disse:
– Certo deve riprendersi, ma nel frattempo. . . – lo sguardo della biondina si fece disperato.
– Oh no, ti prego! –
– Invece sì, non rinuncio a fare all’amore con te! In quanto a lui. . . lo mandiamo a farsi la doccia, vieni Nico. . . –

Prese il mio braccio e mi condusse lungo il corridoio, sulla porta del bagno chiesi:
– Cosa vuoi fare?
– Aspetta e vedrai! Ma non farti vedere. . . –
Sorrise in modo ambiguo e dopo un breve bacio si allontanò sculettando in modo volutamente provocante. Non volevo guardare le due fare all’amore, volevo conservare il ricordo del tepore di quel corpicino che si era dato a me interamente.
CONTINUA
LARA, UNA DELIZIOSA FELLATRICE
Indugiai volutamente sotto l’acqua tiepida e . . anche dopo. Francamente ero sazio di piacere e credo che mi sarei rivestito se non avessi dovuto passare davanti alla camera deve erano le due amiche e in più la porta era rimasta aperta. Fu appunto a causa della porta spalancata che mentre mi asciugavo udii le loro voci.
Furono dapprima dei sospiri, riconobbi la voce di Lara che si lamentava debolmente poi quella della bruna. La curiosità mi fece socchiudere la porta del bagno per affacciarmi. Attraverso i due usci aperti intravvidi il corpo scuro di Olga coprire quello dela biondina della quale spuntavano le gambe pallide dalle ginocchia sollevate, la bruna muoveva il capo facendo indovinare i baci che le due si scambiavano ma non era solo il capo che la mia amante muoveva!
Ondulava Olga nel strofinare i seni sulle tettine della sua compagna. Il bel culo si sollevava facendo risaltare l’incavo delle reni e quando si abbassava, strappava all’amica un gemito acuto, anche la bruna si lamentava nel muoversi. Notai allora la cinghia stretta alle reni in movimento e anche la strisciolina che scendeva scomparendo nelle sue natiche, fu proprio quello che mi fece superare il corridoio e affacciarmi nella camera per osservare meglio la scena.

Mi sembrava di essere un guardone di una di quelle illustrazioni che apparivano nelle riviste scollacciate dell’inizio secolo dove un libertino spiava una coppia intenta a fare all’amore. Solo che la coppia era composta da ragazze, ma i movimenti erano gli stessi, le braccia attorno alle cosce della biondina le mantenevano spalancate mentre con ampi movimenti delle reni, la bruna cacciava un fallo artificiale nel sesso sottostante.
Assicuratomi che Lara non potesse vedermi mi avvicinai dietro le due. . . Quello che vidi provocò una subitanea erezione nel mio pene. Quando la mia giovane amante aveva parlato di un goodmiche avevo pensato ad uno di quei vibratori che usano talvolta le ragazze, ma quello che scivolava nella fica della biondina era un grosso cazzo realisticamente simile a un membro maschile con tanto di testicoli che coprivano la vulva della bruna!
Era proprio quello che le cinghie trattenevano aderente al suo corpo un membro di gomma! L’effetto che produceva in Lara era evidente dai lamenti che erano inequivocabilmente di piacere a giudicare dalle
goccioline che scendevano dalla fichetta dilatata, scivolando fra le pallide sue chiappette andando poi a fermarsi nei peletti che bordavano il minuscolo ano.

Anche la bruna si lamentava strusciandosi voluttuosamente sul corpo riverso senza smettere il movimento delle reni. Il vedere gli scatti di quel sedere, come premeva le natiche una contro l’altra nello schiacciare il ventre contro il ventre della compagna per dargli quello che ora era il ‘suo cazzo’, come nell’uscire dalla fica che stava soddisfacendo si aprivano i bei globi mostrando fin nei minimi dettagli il solco profondo, mi mise una voglia tale che non fosse per la strisciolina di cuoio che nascondeva l’ano, non avrei esitato a metterglielo lì mio cazzo che ormai era teso e pulsante.
Per fortuna il loro singolare coito era quasi al termine, i lamenti della biondina si trasformarono presto in grida all’avvicinarsi del suo godimento; all’improvviso le gambe pallide si distesero, si sollevarono oscillando avanti e indietro per agevolare lo scorrere del membro nel suo grembo mentre fra di esse la bruna si accaniva con rapidi scatti delle reni.
– Ah si. . . si. . . dai. . . dai. . . ahhh. . . cosi. . . mhhh sto. . . venendo! Ahhh. . . adesso. . . adessooo! ! ! –

Mi allontanai silenziosamente per non farmi scoprire, dopo alcuni minuti Olga mi chiamò e io entrai in camera. Lara col viso ancora congestionato armeggiava sulle reni dell’amica tentando di slacciare la cinghia scura dello Strapo. Scostai con dolcezza le sue mani e aprii la fibbia. La cinghia cadde trascinando la striscia che si perdeva nelle natiche brune, la biondina con gesto brusco nascose l’osceno aggeggio gettandolo sotto il letto poi si allontanò silenziosamente.
La bruna si girò e gettando le braccia all’indietro si stirò voluttuosamente sapendo l’effetto che produceva in me la vista dei seni bruni che la sua posizione faceva risaltare. Anche lei era fortemente eccitata, lo si vedeva dai capezzoli eretti e provocanti ma soprattutto per la macchia dei peli incollati al pube che rendevano il conturbante monticello straordinariamente seducente.
Le gambe divaricate mostravano fra le sue cosce la fica socchiusa e la deliziosa curva delle natiche fra le quali spuntavano dei peli nerissimi. Tutto il suo corpo emanava lussuria e quando mi invitò tendendomi le braccia salii sul letto distendendomi sopra di lei.

Olga non rispose subito, premendo sul mio capo per essere baciata. Fu un bacio sconvolgente, appena sentì la mia lingua, l’attirò suggendola con lente rotazioni del viso mentre accarezzava la mia come soleva accarezzare il mio pene poi come affamata esplorò la mia bocca. . . I movimenti del suo corpo cercavano il contatto della mia pelle sulla sua e quando sentì nel taglio della vulva il turgore dell’asta che strofinavo muovendo il bacino, sospirò:
– Oh il tuo cazzo. . . Sai perché l’ho fatto? Perché. . . mi piace farla godere. Non voleva! Ma é una troietta anche se tutti la credono una santarellina, vuole il cazzo, soltanto il cazzo. . . l’ho sentita godere come una cagna mentre l’inculavi, si, vi ho visti! Godo anch’io quando la scopo, ad ogni entrata del cazzo di gomma nel suo pancino, la pressione che fa alla mia fica mi mette un calore. . . ho il grilletto in fiamme, lo senti? –
La sua mano si insinuò fra i nostri ventri mi sollevai, prese il mio pene e mi fece sentire sotto di esso la durezza della sua clitoride. Un fremito percorse il suo corpo ad ogni passaggio del mio glande.

– Mhhh. . . – mi offrì ancora le labbra. La baciai sentendo che continuava a strofinarmi sulla dura crestolina, sospirò nella mia bocca, gemette piano poi non resistendo, inclinò il membro puntandolo nel suo sesso.
– Fottimi forte amore. . . mhhh non ce la faccio. . . manca poco! Oh dammelo! –
Fu lei stessa a spingere il pene, poi le mani si spostarono sulle mie natiche attirandomi tutto dentro ad un ventre caldo come l’inferno.
– Ahhh. . . così! Ah dai. . . muoviti. . . mhhh. . . fottimi. . . fottimi. . . ahhh. . . Non preoccuparti per te. . . fammi godere. . . ah si. . . si. . . Dammelo il tuo cazzo. . . ahhh. . . poi lo darai a Lara. . . lo vuole in bocca! Te l’ho detto che. . . é una troietta! Ah dai. . . dai. . . –
Andavo avanti e indietro in una vagina talmente scivolosa che il membro non faceva quasi attrito tanto gli umori di cui era impregnata lubrificavano il suo scorrere. Mi ero sollevato sulle braccia per guardare il viso della bruna deformato dal piacere, le mammelle che tremavano muovendosi ad ogni scatto delle mie reni.
Olga ora gemeva contorcendosi voluttuosamente sollevando e abbassando il bacino, il rumore bagnato del membro nella sua fica saliva
eccitandomi oltre ogni dire: ‘schlaf, schlaf, schlaf’ udivamo mentre il profumo del sesso che stavo soddisfacendo saliva alle nostre narici.

La ragazza con un grido sollevò alto il bacino, passai le mani sotto il suo sedere e avvicinandomi ancora di più sulle ginocchia la scopai in quella posizione freneticamente, selvaggiamente. . .
– Ahhh. . . si. . . si. . . cosi. . . ah sto venendo. . . sto venendo. . . ahhh. . . adesso. . . adesso. . . ahhh. . . ahhh. . . ahhhhh! ! ! –
Con un lungo grido la bruna sollevò ancora di più il bacino, ondulò poi con un sospiro si rilassò, deposi dolcemente il sedere che tenevo nelle mani e mi adagiai sul suo corpo. Mi strinse fortemente sopra di se, l’affanno che faceva premere i seni contro il mio petto diminuì come pure gli spasimi della vagina attorno al mio pene. Quando cessarono uscii lentamente dal suo grembo e mi sollevai seduto sui calcagni.
Olga mi sorrise guardandomi con dolcezza infinita poi spostò lo sguardo accanto al letto. . . Lara era lì, in piedi, ancora nuda! Non l’avevo udita entrare, non so da quanto tempo era rimasta a guardare ma sicuramente dall’inizio del coito perché prima di uscire dalla stanza la bruna le disse:
– Hai sentito cara? Ora é tutto tuo! –

Segui un lungo momento di imbarazzante silenzio, la biondina rossa in viso osservò:
– Bell’amica! Ha un’opinione di me. . . – la interruppi.
– Io non lo penso! Sei una ragazza deliziosa. . . – fu lei che mi interruppe:
– . . . si ma sono anche ma una gran troia! –
– No. . . –
– Invece si! Ha ragione Olga quando dice che sono affamata di cazzo. . . sapessi quante volte ci siamo scopate con il goodmiche! Si, a turno ma. . . farlo con te é stato straordinario! Quando te l’ho preso in bocca. . . sei stato il primo sai? Ho imparato con quello di gomma. . . quando lo bagnavo prima di. . . oh lo sai! –
Parlava senza osare guardarmi, solo di tanto in tanto si interrompeva per gettarmi un’occhiata. Quando ebbe finito si chinò a prendere un cuscino che pose contro la spalliera del letto, poi un altro, quindi con un sorriso timido me li indicò.
Mi sedetti appoggiandovi la schiena, Lara sali sul letto fra le gambe che avevo disteso, posò una mano sull’alto di una mia coscia, con l’altra sollevò il pene adagiato sul mio ventre.

– Non sei obbligata! – osservai. Ma già aveva chinato il viso fra le mie cosce.
– Lo voglio. . . – rispose contro i miei testicoli.
Con la mano libera sollevo una delle mie ginocchia, poi l’altra, per lambire il gonfiore che trovò sotto i testicoli seguendolo fin nelle mie natiche.
– No Lara. . . no! – esclamai cercando di allontanare il suo capo.
Lo sollevò per guardarmi. Sorrise alla mia ‘pruderie’ poi chinando la testa bionda cominciò a lambire l’inizio della verga risalendola con piccoli guizzi della calda linguetta. Mi vergognavo per il membro che vedevo bagnato degli umori colti nella vagina di Olga ma accorgendomi che era proprio il sapore del piacere della bruna che Lara cercava mi abbandonai guardando allucinato i movimenti che faceva il viso delicato nel far danzare la rosea appendice sul pene che la sua mano premeva contro il nasino.
Non la credevo capace di tanto! La boccuccia risaliva lentamente l’oscena verga leccandola velocemente, sforzandosi di farne il giro mantenendola sollevata con la mano e quando ebbe quasi raggiunto il glande, inclinando il capo sposò con le labbra la forma del gonfiore del condotto picchiettandolo con la punta della lingua.

Sospirai; sentendomi titillare sul punto più sensibile dell’intero mio pene ebbi una contrazione di piacere. Lara si mosse in avanti e sollevando il viso vide la goccia che era spuntata dal meato vi allungò la lingua, subito si formò un’altra goccia, lambì anche quella poi mi guardò e sorrise.
– Uhhh. . . – Disse sorpresa per il sapore lievemente salato che sentiva in bocca, la sollevò. Cielo come doveva piacerle la mia verga, lo disse senza reticenza:
– Oh il tuo cazzo. . . mi piace. . . oh mi piace, mi piace. . .-
Vide un’altra goccia ambrata spuntare, vi passò la lingua poi leccò tutto il glande, poi la verga fin giù, lambì l’interno delle mie cosce, i testicoli, incurante dei peli che solleticavano le sue labbra poi calò nuovamente la bocca sforzandosi di prenderlo tutto il mio cazzo, percependo l’urto del glande contro il fondo della sua gola lo liberò per dire:
– Ti piace amore? –
– Oh si. . . si. . . –
– Anche a me piace sai? –

Ora era la sua saliva a ricoprire l’intero membro, protendendo il busto passò il glande sui capezzolini facendoli flettere. . . Non sorrideva più Lara mentre il viso sopra il pene guardava la cappella gonfia, lentamente vi posò le labbra, le aprì facendole scendere, introducendosi in bocca il cazzo pulsante.
Di tutte le azioni che le donne hanno compiuto nei miei confronti, quella che mi ha sempre dato un piacere particolare é la fellatio. Non ho mai considerato una poco di buono la donna che accetta in bocca il mio pene, é uno degli atti più intimi e più deliziosi che quelle creature adorabili possano fare. Alcune lo compiono per prepararlo al coito facendolo indurire, altre sono felici della soddisfazione che procura al partner lo scorrere della loro bocca. Tanto più il pene é grosso e consistente, tanto più grande é la loro gioia.
Lara apparteneva a quest’ultima categoria! Se era una troia allora tutte le donne lo sono, ma non é così, sopratutto per quanto riguardava la biondina. Benché sazia voleva ricambiare il piacere che aveva da me ricevuto e si prodigava per darmelo!

Ero incantato dalla sua dolcezza, pur essendo al suo primo vero pompino, si prodigava con gli occhi fissi a spiare l’espressione del mio viso. La sua bocca era piccola per un membro come il mio ma si sforzava di prenderlo tutto. Ben presto imparò a tenere morbide le labbra che calava sulla verga, stringendole nel risalirla, imparò a serrarle sotto il glande trattenendolo in bocca per far danzare la lingua sulla cappella, seppe riconoscere il punto sensibile, lo picchiettò ripetutamente. . .
– Ahhh cara. . . cara. . . –
Un lampo illuminò gli occhi celesti alla mia esclamazione, riprese il suo scorrere, provò a succhiarlo. . . Mi vide inarcare, da allora mi succhiò ad ogni risalire della sua bocca, si accorse del piacere che provavo quando anche la sua mano accompagnava i movimenti delle labbra e non lasciò più di farne scorrere la pelle.
Ero affascinato! La biondina non si vergognava affatto per quello che stava facendomi e quando sollevai il bacino per meglio offrirmi, aumentò il ritmo del suo scorrere, le sue guance si incavavano al suo succhiare, si distendevano al calare della bocca, calda, soave.

Era felice di vedere il mio piacere aumentare, di udire i miei sospiri farsi affannosi. Io ero incantato dalla vista delle belle labbra che facevano scomparire il membro nella sua bocca, delle guance che si incavavano nel suggerlo, poi ai primi miei rantoli la ragazza agitò velocemente la mano facendo scorrere la pelle con strattoni violenti.
Ora la bocca si muoveva appena oltre la cappella, ma mi succhiava, mi succhiava stupendomi per l’ingordigia che la biondina dimostrava come se il suo godimento non fosse avvenuto. Il suo stava diventando un pompino selvaggio che non doveva solo eccitare ma consentirmi di scaricare nella sua bocca la mia voglia.
Malgrado questo, durò ancora a lungo. Mi suggeva senza interruzione con degli ‘Mhhpff. . . mhhpff. . . mhhpff. . .’ che si mescolavano alle mie esclamazioni di piacere, la sua mano andava veloce menando il membro furiosamente inseguendo la bocca la cui voracità mi fece superare gli ultimi gradini del piacere.
Le grida del mio orgasmo non fermarono l’ingordigia della fanciulla, dalle sue labbra oltre la saliva che emetteva nell’ingoiarmi usciva il bianco dello sperma che filtrando le lubrificava rendendo completo il mio godimento.

Aveva allontanato la mano ma lo teneva ancora in bocca il mio cazzo scorrendo ora lentamente ma continuando a succhiarlo e quando lo lascio prese a lambire l’inizio del condotto sotto la cappella inseguendolo con colpetti di lingua che lo fecero ancora sussultare.
Cara, oh basta. . . basta. . . E’ stato bellissimo! –
La ragazza libero la verga e mi guardò stupita con la bocca aperta ancora piena di sperma che lasciava colare in rivoli filanti dalle labbra atteggiate in una smorfia di sorpresa per il liquido spesso dal sapore particolare. Poi si riprese e mi sorrise.
Ma il suo sorriso timido si smorzò appena sentì la voce ironica di Olga.
– Dovevi ingoiarlo, io lo faccio sempre! – disse. La biondina trangugiò subito.
L’ho fatto ma. . . era tanto! –
Lasciò che l’amica le asciugasse il mento col bordo del lenzuolo e anche fra le tettine dove alcune gocce erano cadute. Si era rivestita Olga, con parole brusche ci mise fretta:

– E’ tardi sapete? Cosa penserà la mamma se vi trova nudi? –
Corremmo a rivestirci frettolosamente, la giovane padrona di casa ci aspettò sull’uscio aperto, aveva già chiamato l’ascensore, ci spinse dentro e poco dopo ci trovammo in strada. Appena in tempo! Vedemmo da lontano la signora Bolis, girammo l’angolo e poco dopo ci salutammo.

Qui finisce il mio rapporto con Lara e con Olga sua compagna di classe ma non finisce il mio raccontare del mio rapporto con le donne, queste straordinarie e adorabili creature.

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