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Racconti Erotici Etero

Alice – 6° – seconda parte

By 16 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Mentre tornavamo a casa ci fermammo per comprare qualcosa da mangiare in una rosticceria, ormai era tardi per mettersi dietro ai fornelli ed io avevo una gran voglia di mostrare il mio nuovo acquisto a Romeo.
Quando finimmo di sistemare la tavolo lui scese, mi baciò coma al solito e diede una pacca sul sedere a Tamara che rispose facendo finta d’essere offesa. Stavamo tranquillamente mangiando quando Romeo ci chiese dove fossimo state nel pomeriggio.
‘Siamo state da Sonia a prendere una cosina per Alice.’ disse Tamara continuando a cenare.
All’improvviso la faccia di Romeo cambiò espressione, diventò buia e vidi che si controllava a stento.
‘Puoi ripetere che non ho capito bene?’
‘Tamara mi ha portato in città, da una signora e ho preso una cosa per te amore.’ gli dissi cercando di calmarlo, ma fu del tutto inutile.
‘Tamara per piacere esci e lasciaci soli.’
Lo disse con un tono che non lasciava spazio a repliche, lei s’alzo e mise la busta che le aveva dato quella donna sul tavolo, dopodiché se ne andò senza dire una parola.
Io ero un po’ impaurita non sapendo cosa fosse successo, così aspettai che fosse lui a parlare, e non ci mise molto a riaprire bocca.
‘Così oggi hai fatto la puttanella ?’
‘No ma che dici ! Cosa ti salta in mente.’
‘Non fare la scema con me Alice, tanto non ci casco, so bene cosa succede da quella donna !’
‘Romeo ma che cazzo dici?!’
Lui prese la busta e ne uscirono dei soldi, io caddi nella confusione più completa, cercai di difendermi ma m’uscirono solo parole senza senso.
‘Sentimi bene, tu oggi ti sei venduta ad una sconosciuta per trecento euro, hai fatto sesso con lei per un suo capo che di certo hai sotto il vestito.’ mi disse facendomi sentire piccola piccola ‘Ora se vuoi i soldi non c’&egrave problema.’ continuò prendendo il portafoglio in mano ‘Questi sono il doppio, ma ora sarai la mia puttana, stasera comando io e farai tutto quello che ti dirò di fare senza dire ‘A’, sono stato chiaro.’
Rimasi in silenzio, non capivo come Tamara potesse avermi fatto tutto ciò, lei sapeva tutto eppure m’aveva portata in quel palazzo, ed ora rischiavo di perdere l’uomo che amavo.
‘Sono stato chiaro ?’ mi urlò di nuovo in faccia Romeo.
‘Si, se &egrave questo che vuoi, ma credimi io non sapevo che…’
‘Certo tu non sai mai niente.’ mi disse con un tono che sapeva di presa in giro ‘Ora però togliti quel ridicolo abito e fammi vedere come stai.’
Il vestito scivolò subito a terra e, come raggiunse il pavimento, mi sentì per davvero una prostituta. Anche se con Romeo avevo fatto cose che fino a poco prima pensavo impossibili, o per lo meno al di fuori della mia logica, in quel momento capiiche ormai il sesso era entrato in me. Non importava se vicino a me ci fosse un uomo o una donna, io volevo solo godere, provare e dare piacere, il resto non contava più.
‘Però! niente male, sembri ancora più bella del solito, peccato non ti si veda il seno, sembra quasi che ti stia scoppiando.’
‘Per quello c’&egrave rimedio.’ gli risposi mentre abbassavo il pizzo e le mie tette uscivano all’aria.
‘Così sei perfetta. Una vera puttana di lusso. Adesso mi racconti cos’&egrave successo, voglio sapere tutto, solo che mentre lo farai dovrai anche eccitarmi.’
‘E come faccio, non sono capace a raccontare storie erotiche !’
‘Inventa, ora siediti li e inizia.’
M’andai a sedere dove m’aveva detto e subito, come per un ritorno del senso di pudore, accavallai le gambe ed inizia il mio racconto. Lui mi guardava con curiosità, quasi come se fossi un’aliena, mentre si fumava con tutta calma una sigaretta.
Quando arrivai con la storia al momento in cui Sonia cominciava a fare sul serio, non sapendo che fare per eccitarlo cominciai a toccarmi quel seno che tanto spiccava slanciato verso l’alto dal corpetto. Mi presi i capezzoli fra le dita trovandoli già turgidi il che mi meravigliò non poco, e man mano che andavo avanti a parlare, le mie mani finirono col palpare sempre più insistentemente entrambe le tette. Quando arrivai a descrivergli come avevo leccato la fica di Sonia presi il perizoma e lo ficcai, tirandolo, in mezzo al mio sesso lasciando libere le labbra intime ben separate da quel minuscolo lembo di stoffa. Oramai avevo le gambe completamente spalancate e mi toccavo con voglia, senza però avere il coraggio di ficcarmi due dita dentro e venire davanti al mio uomo.
‘…e così Sonia m’ha fatta venire con un orgasmo che non ti so descrivere per quanto &egrave stato intenso, credimi quella donna &egrave un vero demonio quanto a sesso.’
‘Ma che brava che sei stata ! Una vera porcella in calore ! Adesso vieni qui vicino a me che facciamo i conti.’
Come m’alzai lui subito mi bloccò.
‘Non in piedi ma a quattro zampe e vedi di sculettare.’
La presi come una provocazione, un gioco d’una sera e decisi d’andare fino in fondo. Cercai di fare la faccia più da maiala che avessi nel mio pur limitato repertorio e, muovendomi a gattoni col culo ben in lato, m’avvicinai a Romeo fino a trovarmi in mezzo alle sue gambe.
‘Scommetto che vuoi che te lo prenda in bocca.’ gli dissi carica di malizia.
‘Dopo, ora toglimi scarpe e calze.’
Gli sfilai i mocassini e le calze e subito lui mi mise un piede davanti alla faccia.
‘Succhialo e poi anche l’altro.’
Capii subito che non potevo oppormi, così cominciai a baciargli il piede cominciando dalla pianta, per fortuna non aveva un odore sgradevole, solo mi sentivo estremamente umiliata anche se una certa eccitazione cominciava a fare capolino. Presi a leccarglielo con sempre più passione, a far correre le lingua fra le dita fino a prenderlo completamente in bocca simulando un pompino in piena regola. Lui rimase quasi impassibile, certo doveva provare un piacere non da poco, ma penso fosse più mentale che fisico, il vedermi così sottomessa e senza alcuna possibilità di ribellarmi lo faceva godere. Passai all’altro piede che non degnai di alcun preliminare, ma presi fra le labbra quasi con rabbia, come se non desiderassi altro che passare al ‘dopo’ senza più alcun ritegno o dignità.
‘Ma brava la mia zoccolina.’ mi disse irridendomi ‘Adesso togliti quel ridicolo perizoma e spalanca le cosce, scommetto che sei bagnata come una cagna in calore.’
Mentre mi toglievo quell’indumento mi sfiorai il sesso con un dito, ero veramente come diceva Romeo, possibile che mi fossi ridotta così in basso ? Ma la mia domanda non ebbe risposta se non la sua, che arrivò sotto forma di piede contro la mia fica spalancata e vogliosa. Sentii il suo alluce schiacciarmi il clito prima di penetrarmi seguito da altre dita, mi stava scopando così senza provare nessun piacere fisico se non il guardare la mia faccia che diventava sempre più una maschera da zoccola.
‘Mm…sei un bastardo ma mi piaci anche così.’ gli dissi ormai in preda ad una sorta di delirio.
‘Vedi che sei solo una porca ! Ma non osare venire o quello che non hai provato da Sonia te lo farò vedere io e con gli interessi.’
‘No ti prego non farmi del male.’
‘Stai tranquilla non voglio prenderti a cinghiate anche se te lo meriteresti, solo vorrei vedere qualche segnale di redenzione da parte tua…’
‘Cio&egrave ?’
Nono sapevo dove volesse arrivare, anzi in teoria lo sapevo e bene, voleva di certo scoparmi, solo non sapevo il come ed avevo una gran paura di fare qualche imperdonabile errore.
‘Dimmi la prima cosa che vuoi adesso !’ mi disse con una voce che rasentava la violenza.
‘Il tuo cazzo, voglio il tuo cazzo, voglio servirlo, amarlo, baciarlo, voglio sentirmi sua e tua.’
‘Fammi vedere come.’ mi rispose alzandosi.
Mi rimisi in ginocchio davanti a lui e gli aprii i pantaloni che lasciai cadere a terra, poi presi l’elastico dei boxer coi denti e li tirai giù finché la sua mazza non mi sbatt&egrave contro il viso. Non era ancora del tutto in tiro, così baciai quel pezzo di carne viva con tutta la passione che avevo dentro, come se quello fosse l’unica maniera per fargli sentire quanto lo amassi. Romeo però sembrava non accorgersi di tutto ciò, rimaneva come freddo davanti a me, come le sua testa fosse da tutt’altra parte e alla fine continuò a trattarmi male.
‘Apri la bocca troia.’
Lo feci, mi staccai da lui e spalancai la bocca in attesa che lui la prendesse, cosa che fece subito spingendomi tutto il cazzo fino in gola. Ma non si fermò a questo, con una mano mi teneva schiacciata la testa contro se e con l’altra mi tappò il naso impedendomi di respirare con facilità. Cominciai a sbavare ma non riuscivo a togliermi da quella posizione, lui era troppo più forte di me e m’impediva ogni via di fuga. Quello che mi cadeva dalla bocca finiva sul mio seno e mi ritrovai ben presto le tette bagnate da quello schifo dalla mia stessa saliva. Poi all’improvvisò mi sfilò il cazzo dalla bocca ed io cercai subito di riprendere fiato.
‘Allora ti piace sempre il mio cazzo ?’
Non risposi impegnata com’ero a rimettere aria nei polmoni, così lui mi diede uno schiaffo, anche se non troppo forte, prima di rifarmi la stessa domanda.
‘Si bastardo !’ gli risposi carica di rabbia.
‘E allora succhia !’
Così mi ritrovai la bocca piena ed il naso tappato, solo che adesso non stava fermo ,(ma) mi stava letteralmente scopando come se fossi una bambola gonfiabile. Ed in effetti mi sentivo tale, un semplice oggetto in sua mano, con l’unico scopo di soddisfare ogni sua perversione sessuale. Sapevo che c’erano persone che provavano piacere a sentirsi in quelle condizioni, ma non avrei mai pensato che mi sarei mai trovata in una situazione simile, in completa balia di un uomo che si sentiva in potere di fare ciò che voleva di me, ma soprattutto che (io) avrei accettato tutto ciò.
‘Se proprio una puttana che dovrebbe stare a battere sul marciapiede e non qui con me.’
Quando sentii quelle parole ebbi un momento di rivalsa, allungai le mani e gli afferrai le chiappe per poi graffiarle con forza.
‘Cazzo fai lurida cagna !’
‘Amore ti prego non così….’
‘Amore un cazzo, ora t ‘insegno cosa vuol dire essere una battona !’
Mi prese per i capelli e mi trascinò verso una poltrona contro la quale mi fece inginocchiare, poi m’allargò le gambe dandomi dei calcetti all’interno delle cosce ed infine mise le mani sul mio culo.
‘Ti sfondo come meriti stronzetta.’
‘No ti prego non farmi male, mi piace solo se non mi fai troppo male.’
‘Taci…non hai diritto di parlare.’
Sentii i suoi pollici allargarmi l’ano, poi la cappella fare la sua entrata nello sfintere e fermarsi appena dentro. Pensai che in fondo quel gioco delle parti fosse finito e che non m’avrebbe mai realmente fatto male e, rilassandomi, aspettai che mi penetrasse con la solita calma. Invece Romeo m’afferrò per le spalle per poi spingere con tutta la forza che aveva il suo cazzo in me facendolo entrare tutto insieme fino a sentire le palle sbattermi contro la fica.
‘Ahh….sei pazzo ! Così m’uccidi.’
Lui non mi rispose ma mi diede un altro violento colpo dopo aver estratto quasi del tutto il suo pene che rientrò dentro forse più violentemente di prima. Urlai di nuovo ma Romeo era impassibile davanti alle mie suppliche, continuava a sfondarmi estraendo completamente il suo cazzo per poi affondarlo nuovamente per intero nel mio povero culo. Il dolore era insopportabile, ma ancora peggio era l’umiliazione d’essere trattata in quella maniera dall’uomo che amavo e che mi stava trattando come la peggior donnaccia dei viali.
‘Per me c’entrano anche un paio di dita, che ne pensi troia ?’
‘No pietà, farò quello che vuoi ma non fare quello che hai in mente…’
‘Va bene solo se mi fai vedere che ti piace.’ mi disse lasciando la presa sulle spalle e prendendomi per una mano i capelli ‘Dai puledra muovi il culo.’
All’inizio era Romeo a dettare il ritmo anche se meno infernale di prima, poi cominciai io ad andare avanti ed indietro impalandomi sul suo cazzo. E al dolore subentrò il piacere. Era innegabile che ormai amassi prenderlo dietro, solo avevo bisogno dei miei tempi, anche se ritrovarmi ben dilatata mi permetteva di tenere un ritmo alto. Mi ero ormai dimenticata di tutto quello che era successo prima, stavo di nuovo godendo col mio uomo e avrei solo voluto che durasse il più a lungo possibile, non sentivo quasi le sue frasi ingiuriose nei miei confronti, finché non decise di cambiare di nuovo le carte in tavola.
‘Scommetto che hai la fica bagnata.’ mi disse tirandomi a se e bloccandomi con l’altra mano.
‘Perché non controlli tu ?’ gli risposi facendo la porcella in calore.
Così mentre con la mano che aveva nei miei capelli mi costringeva ad alzarmi, con l’altra arrivò sul mio sesso trovandolo un lago.
‘Sei proprio una gran puttana, sarà meglio cambiare sistema.’
Mi fece girare e mettere con le spalle a terra e le gambe piegate verso la testa in modo da offrirgli la mia intimità nella sua totalità più esplicita.
‘Mettiti tre dita dentro la fica !’ fu il suo ordine imperioso.
Obbedii immediatamente e cominciai a masturbarmi con foga, avevo un gran voglia di lui e non m’importava il come, l’importante era averlo. Romeo mi salì sopra e me lo rimise nel buchetto ormai largo e riprese a incularmi come prima, solo che ora sentivo tutto il suo peso addosso.
‘Guardati Alice, guarda quanto sei porca, un solo cazzo non ti basta più !’
‘No tu mi basti…eccome se basti…’
Forse perché Romeo doveva anche pensare a restare in equilibrio fu una delle scopate più lunghe della nostra storia e, anche se mi sentivo il culetto indolenzito, ebbi un numero incalcolabile d’orgasmi. Alla fine mi tolse le dita dalla fica per riempirla col suo cazzo mandandomi in estasi totale.
‘Sii…ti prego non venire, scopami tutta…ti voglio !’
‘Certo che ti fotto puttana che non sei altro.’
Ma nonostante i suoi propositi ed il fatto che fossi un lago dentro il quale la sua mazza scivolava dentro quasi senza alcun attrito, Romeo sentì che stava venendo il suo momento. Così lo tirò di nuovo fuori e, dopo pochi colpi di mano, mi venne in faccia, coprendo il mio viso col suo sperma.
‘Ora sei proprio una troia perfetta !’
Ormai presa dalla parte mi passai una mano in faccia spalmandoci contro il suo seme e leccandomi ogni tanto le dita, mentre lui sorrideva soddisfatto.
‘Non avrei mai creduto d’arrivare a questo punto.’ mi disse una volta che si fu ripreso.
‘Scusa ma non capisco.’
‘Sapevo che sareste andate da Sonia e quella dei soldi &egrave soltanto una messinscena piccola mia. Volevo solo vedere come ti saresti comportata in una situazione del genere, tutto qui.’
Rimasi di sasso, come era tutta una finzione ?
‘Ma allora…allora tu non mi hai pagata…io non devo farmi perdonare…’
‘No sciocchina, &egrave stato solo un gioco.’
Avrei voluto prenderlo a schiaffi, ma invece lo bacia con tutto l’amore che avevo dentro.
‘Però ora lo rifacciamo normale ?’ gli chiesi facendogli le fusa.
‘Ma sei proprio insaziabile !’ mi rispose ridendo.
Comunque andammo di sotto, sul nostro lettone e continuammo a fare l’amore tutta la notte.

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