Skip to main content

Seduta sul tram osservo distrattamente ciò che scorre fuori dal finestrino, ogni tanto penso alla mia vita di come questa sembra che si sia fermata come in un loop, scaccio però subito questo mio pensiero e mi ritrovo a sorridere ripensando a ieri, che ridere, con la mia amica/collega Flora siamo andate dal parrucchiere decise a cambiare totalmente look chissà magari riusciamo ad avere più fortuna con i ragazzi. Lei si &egrave fatta un bel caschetto biondo io, invece, ho deciso di modificare totalmente il mio aspetto mi sono fatta i capelli rosso rame in modo da far risaltare il blu dei miei occhi e la mia carnagione chiara. Quando il parrucchiere mi guardò mi disse che sembravo un po’ diavolo e un po’ acqua santa bene avevo risposto era proprio questo l’impatto che volevo dare. La voce dell’autista mi distoglie dai mie pensieri
– Deve scendere?
– Oh mi scusi ero sovrappensiero
Scendo in fretta e mi avvio verso il mio ufficio, arrivata all’ingresso saluto Jack il portiere faccio scivolare il mio badge e mi avvio verso l’ascensore. Non faccio in tempo ad uscire che vengo assalita da Flora
– Cat ti stavo aspettando
– Che succede?
– Hanno arrestato il signor Patterson dicono che derubava l’azienda falsificando i bilanci
La guardo in maniera scioccata
‘ Chi verrà adesso cosa succederà all’azienda?
– Non ti preoccupare hanno già chiamato il sostituto &egrave Marco Robinson.
La guardo sconvolta Marco Robinson &egrave un istituzione sarà un onore lavorare con lui.
– Flora hai mai visto questo Robinson?
– No ma da quello che dicono in giro sembra un tipo piuttosto tosto, uno che sa quello che vuole.
Una voce da lontano mi distrae ‘ Cat, Cat vieni qui
&egrave Anna la mia collega, mi dirigo verso di lei e le chiedo cosa vuole.
– Cat vieni ti presento il nostro nuovo capo
Mi fa cenno di seguirla e mi invita ad entrare all’interno dell’ufficio, di spalle e assorto nei suoi pensieri vedo il famoso Marco Robinson, sentendo i nostri passi si volta ed io resto senza fiato, wow &egrave molto più bello ed affascinante di quanto pensassi; avrà più o meno quarant’anni un fisico asciutto ed un torace vigoroso che s’intravede dalla camicia bianca, il suo viso &egrave squadrato contornato da un velo di barba scura, capelli perfettamente curati e due occhi color nocciola così profondi che mettono quasi a disagio.
– Marco lei &egrave Cat sarà la tua segreteria personale.
– Piacere Cat
– Marco, prego si sieda un attimo, grazie Anna puoi andare.
Anna senza farselo dire due volte si volatilizza lasciandomi da sola con lui. Mi sento come una bambina non riesco a capire perché sia così nervosa, ho le guance talmente rosse che penso che potrei andare in autocombustione.
– Cat voglio subito mettere le cose in chiaro, non amo gli scansafatiche, sono uno stacanovista e lavoro fino a tardi dai miei collaboratori pretendo il massimo.
Il suo tono perentorio mi fa sussultare in un certo senso anche eccitare.
– Signor Robinson il lavoro non mi spaventa e credo che insieme ci troveremo bene.
Perfetto Cat mostra sicurezza stupiscilo, anche se il suo sguardo ucciderebbe chiunque.
– Perfetto, la lascio al suo lavoro allora.
– Con permesso.
Tornata a casa mi sento totalmente esausta ma nonostante tutto non riesco a non pensare a lui Marco Robinson, mi sdraio sul letto e comincio ad accarezzarmi immagino il suo tocco sulla mia pelle; accaldata estraggo dal mio cassetto il mio coniglietto rampante lo chiamo così amico fidato di tante notti insonni, allargo le gambe e comincio a muoverlo dentro di me fino ad arrivare ad un rilassante orgasmo.
Nell’ultimo mese sono così stanca che non riesco più a capire che giorno sia, altro che stacanovista &egrave un vero stronzo mi ha fatto sgobbare come una matta, trattata peggio di una schiava.
– Cat, Cat dove sei?
Che palle cosa vorrà adesso
– Signor Robinson cosa posso fare per lei?

Ma guardala vestita con quella gonna corta e quell’aria un po’ spaurita so io cosa ti farei fare, di sicuro ti costringerei a venire in ufficio senza slip e poi ti farei scrivere gli appunti facendoti tenere le gambe aperte in modo da mostrarti a me facendomi così godere di quella vista.
– Cat hai inviato l’e-mail che ti avevo girato?
– Si certo, ho anche spostato l’appuntamento delle 17.
– Perfetto puoi andare.
– Senta signor Robinson questa sera potrei uscire un po’ prima sa &egrave il mio compleanno e’
Lascio la frase in sospeso
– Va bene.
Il suo tono brusco mi fa capire che non &egrave abbastanza contento ma in fondo non gli ho mai chiesto niente e poi Flora ha insistito così tanto affinch&egrave uscissimo mi ha detto che mi avrebbe portato ad una festa e poi ha aggiunto particolare.
– Ok grazie.
Finalmente sono le 18:30 scappo dall’ufficio e mi fiondo a casa alle 21.00 sono già pronta, mi guardo allo specchio e mi faccio i complimenti da sola, ho indossato un tubino di pizzo nero che lascia scoperta la schiena fino a metà ed un paio di decolte nere con un tacco alto contornato da una placchetta dorata.
Sento il suono del clacson e mi fiondo giù lì vedo Flora che mi fa cenni dalla macchina salgo e dopo una cena veloce e un paio di drink ci avviamo verso la festa.
– Dai Flora dimmi dove andiamo
– No &egrave una sorpresa l’importante &egrave che tu sia aperta ad ogni cosa.
– Aperta’ che intendi?
– Che devi divertirti punto.
Arriviamo di fronte ad una mega villa davanti a me si stagliano due grosse scalinate che giungono fino ad un portone, entriamo e Flora sussurra qualcosa all’orecchio del tizio all’ingresso, il tipo ci fa entrare e ci porge due maschere nere da indossare poi mi lega al polso una piccola cordicella rossa con appesa una chiave dorata, adesso capisco la festa particolare di Flora la ucciderei.
Siamo raggiunte da un maggiordomo in livrea che con fare molto professionale ci indica la sala dove si riuniscono tutti.
Il chiacchiericcio arriva dapprima sfocato, poi le voci diventano sempre più definite, mi sento stordita la sala &egrave gremita di gente tutti indossano una maschera e Flora si lancia subito all’attacco io mi sento un po’ intimorita da ciò, così comincio a girovagare cercando non so neanche io cosa.
Vedo tanta gente che sale su per delle scale sicuramente ci saranno delle stanze, mentre osservo una donna che insieme a due uomini si allontana una voce mi distoglie dai miei pensieri.
– Cosa ci fai qui?
– Come scusi?
– Ho detto cosa ci fai tu qui!
– Guardi sicuramente avrà sbagliato persona.
Ma che vuole questo, non ho neanche il tempo di continuare la frase che mi afferra per un braccio e strappandomi il cordoncino con la chiave la consegna ad un uomo che le unisce dandoci un numero il 3.
– Guardi che non so per chi mi hai scambiata ma io non gradisco i suoi modi, quindi se vuole lasciarmi gliene ne sarei grata
– Entra Cat.
No,No,no non può essere il modo in cui ha pronunciato il mio nome non può essere lui.
– Che ci fai qui?
In un tono che mi fa quasi trasalire, ma io con ostentata sicurezza gli rispondono
– Non credo siano affari suoi e se proprio vuole saperlo sono una a cui piace provare cose nuove.
Mi guarda si toglie la maschera e mi spinge all’interno di una stanza. Noto un grande letto dorato a baldacchino e davanti ad esso, quasi in maniera spudorata, vi &egrave un enorme specchio. Marco mi afferma per un mano mi porta davanti allo specchio e con un movimento veloce fa scattare una piccola serratura di colpo lo specchio si apre e guardandomi mi dice
– Allora piccola hai detto che a te piace provare cose nuove, perfetto entra e cambiati fammi vedere che cosa sai fare.
Sto quasi per replicare ma non ho neanche il tempo di girarmi che la porta si &egrave già richiusa alle mie spalle, vengo subito sopraffatta da un forte odore di candele profumate e olii da bagno osservo l’ambiente circostante con curiosità, noto che vi &egrave una doccia abbastanza grande un lavabo con sopra vari tipi di saponi e un armadio che strano penso mi avvicino e lo apro; resto senza parole nell’osservare la quantità di abiti, perizomi, frustini e stivali di ogni misura tutti rigorosamente ancora con l’etichetta. Li osservo li tocco e alla fine decido di indossare un mini abito a rete che mi arriva proprio sotto il culo, un perizoma aperto sul davanti e un paio di stivali alti di pelle lucida nera che mi arrivano fino alla coscia. Decido di legarmi i capelli in una coda di cavallo e mentre mi osservo allo specchio compiacendomi e pensando che il mio abbigliamento lascia poco spazio all’immaginazione, noto un paio di guanti neri li prendo e li indosso, mi piacciono, vedo che all’altezza dei polsi scendono dei nastri di seta neri e penso che questo accessorio lo farà impazzire.
Ok Cat entra e fagli vedere chi sei.
Trovo Marco tutto nudo seduto sul bordo del letto e con fare sicuro mi avvicino a lui appoggio le mie mani sulle sue cosce e mi piego in avanti cercando di tenere le gambe belle larghe in modo da fargli vedere il mio sesso voglioso attraverso lo specchio, comincio a leccargli l’orecchio e a baciarlo, lui mi stringe i seni e mi succhia i capezzoli facendoli diventare subito turgidi, io mi abbasso fino ad arrivare al suo cazzo duro e comincio a succhiarglielo vigorosamente, lui in preda all’eccitazione mi appoggia le mani sulle natiche allargandomele sempre di più mi strappa il perizoma e mi infila due dita nella figa facendomi bagnare ancora di più il mio respiro diventa sempre più affannoso, ansimo
– Cat ti ordino di non venire.
– Ti prego sto impazzendo non ce la faccio più.
Marco mi afferra e mi fa sedere sul letto mi allarga le gambe e sprofonda il suo viso nel mio sesso mi lecca e mi succhia così tanto il clitoride da farmelo diventare duro e gonfio come una nocciola, penso che potrei morire di piacere sto per venire ma lui si blocca.
– Piccola non sai ancora cosa ho in mente per te
Mi fa alzare e facendomi appoggiare la faccia ad una delle travi del baldacchino mi lega i polsi mi abbassa e mi fa aprire le gambe mi versa un lubrificante lungo le natiche poi inserisce un plug anale, infine mi scopa, i suoi affondi all’inizio sono lenti man mano diventano sempre più forti, violenti quasi selvaggi urlo di piacere e lo incito a continuare l’orgasmo arriva violento come fosse un uragano sfinendomi completamente.
– Ne hai abbastanza.
Lo guardo con occhi maliziosi e gli dico
– Voglio di più .
Mi toglie il plug e mi slega mi fa appoggiare al davanzale della finestra e mi penetra; con una mano mi stimola il clitoride ed io mi sento sempre più assuefatta da questo piacere urlo, godo anche se le mie parole non hanno più un senso ma si sono trasformate in mugolii vogliosi veniamo entrambi e sento il calore del suo seme colarmi sulle cosce restiamo un attimo fermi come a voler suggellare quel momento.
E’ lui poi che rompe il silenzio e che dolcemente mi prende in braccio portandomi in bagno. Entriamo dentro la doccia e Marco comincia a lavarmi come fossi una bambina e avvicinandosi mi dice
– E’ stato bellissimo, tu sei bellissima
Ho capito bene mi ha detto ‘sei bellissima’ in pratica se esistesse la morte per infarto da parole potrei dire di averlo provato
– Grazie anche a me &egrave piaciuto tanto
L’acqua calda scende su di noi ci baciamo e vorrei che questo momento non finisse mai.
Usciti dalla doccia ci sdraiamo nel letto nella tipica posizione a cucchiaio e con una voce calda e sensuale mi sussurra
– Buana notte piccola
Non ho neanche il tempo di rispondere che crollo fra le braccia di Morfeo.

Cat apre gli occhi, si volta intorno &egrave nella sua stanza, sembra una mattina come le altre, ma ripensa a quello che &egrave successo il giorno prima, chiedendosi se &egrave stato solamente un sogno o se &egrave stato tutto vero. Rivive quei momenti, passo dopo passo, chiedendosi come un’uscita con l’amica si fosse trasformata in un vortice di passione e trasgressione con il proprio capo, in un locale che non sapeva neanche come definire. Ripensando a quei momenti, li riviveva scena dopo scena eccitandosi di nuovo, ritrovandosi nuovamente bagnata, senza volerlo e con una mano che si insinuava nel suo sesso, accarezzandolo dolcemente, provocandole un piacere che da sola non era riuscita mai a darsi. Scostò le lenzuola che la coprivano, riflettendo il suo corpo nudo e peccaminoso con le gambe aperte nello specchio dell’armadio di fronte al letto. Prese dal cassetto il suo amico Bunny il vibratore, lo chiamava così, era un vibro con due protuberanze, che le permettevano di massaggiare e penetrare contemporaneamente figa e culetto, una delle due protuberanze aveva la forma di un coniglietto, da qui il nome, aveva delle lunghe orecchie che le davano dei massaggi extra che la facevano impazzire. Continuò a masturbarsi fino a quando non venne, bagnando tutto il letto, restò in un apparente stato di catalessi per qualche minuto, con ancora Bunny dentro di lei, le occorreva un po’ di tempo per riprendersi.
Dopo un po’ decise che era giunta l’ora di alzarsi, guardò l’orologio erano quasi le 12.00 di una splendida domenica mattina, si mise in piedi e si diresse in bagno a farsi una doccia rilassante, ma mentre faceva le sue solite operazioni di routine, era assalita dai dubbi, il primo era quello di come ora si doveva comportare con il proprio capo appena lo avesse rivisto in ufficio, cosa gli avrebbe dovuto dire, cosa avrà pensato di lei? E se lo avesse raccontato ad altri, magari colleghi. Una serie di domande a cui non riusciva darsi risposta. Ma la domanda che più l’attanagliava era: ‘ Ma com’&egrave possibile che sono stata in quel posto, una sola volta ed ho incontrato il mio nuovo capo, che addirittura aveva l’altra metà chiave uguale alla mia!’ Questa domanda non le dava tregua, fino a quando le venne il dubbio che la cosa non fosse stata solo un caso, ma fosse stata organizzata apposta, e chi poteva averla organizzata se non la sua amica Flora. Ormai ne era certa non poteva che essere così, pranzò velocemente con quello che trovò in casa, si vestì in fretta e furia e si incamminò per andare a casa della sua amica, non chiamandola, la voleva vedere in viso quando le avrebbe detto ciò che aveva pensato. Durante il tragitto non riusciva a capire quale fosse il suo stato d’animo, se fosse arrabbiata con Flora o se le fosse grata per quello che era successo. Era combattuta, perché se da un lato l’aveva ingannata e data in pasto ad un semi-sconosciuto, dall’altro aveva scoperto una parte di sé che non conosceva, che le aveva fatto provare emozioni e sensazioni straordinarie che non aveva mai provato. Senza rendersene conto era arrivata alla villetta dell’amica, suonò il campanello, Flora non si aspettava quella visita, ma appena sentì che alla porta c’era Cat, subito capì quale fosse il motivo della sua presenza. Flora la salutò, facendo la finta tonda ,chiedendole come mai era andata a trovarla così presto, erano le 15.00 del pomeriggio. Cat non perse tempo ed andò subito al sodo, chiedendole se quello che fosse successo il giorno prima, la villa, la chiave e tutto il resto fosse stato organizzato da lei. Flora la guardò negli occhi e scoppiò a piangere, scusandosi continuamente e farfugliando che non era colpa sua. Cat cercò di calmarla dicendole che non era successo niente di così grave e che non era morto nessuno, ma che voleva sapere come erano andate realmente le cose. Flora cercò di calmarsi si sedette sul divano ed iniziò a raccontare:- Mr Robinson, si trovava davanti al computer in ufficio, iniziò a farmi delle domande sul personale dell’azienda, così per conoscere la loro situazione, quando arrivò a chiedere di te, le domande si fecero un po’ più personali, del tipo se fossi sposata o fidanzata, se fossimo amiche e cosa pensavo di te. Domande a cui naturalmente risposi, ma ero molto turbata. Poi davanti al monitor disse che visto che a breve avresti compiuto gli anni, e visto il nostro rapporto, ti avrebbe voluto organizzare un compleanno speciale. Mi spiegò quello che dovevo fare, dove ti dovevo portare, così &egrave nata quella serata speciale che hai vissuto. Naturalmente mi ha intimato di non dire una parola a nessuno, pena il licenziamento, anzi per questo aiuto che gli ho dato, mi ha dato un piccolo aumento. Ma non sai quanto mi sento in colpa non avrei voluto farlo. ‘ E scoppiò a piangere.
Cat:- Non ti preoccupare, ho capito che sei stata costretta e che non &egrave colpa tua, poi non &egrave successo nulla di così terribile, anzi ti dirò che mi &egrave piaciuto molto, anche se ora non so proprio come comportarmi con lui.
Flora le chiese cosa fosse successo dopo che le due si fossero divise, Cat glielo raccontò ma non entrando troppo nei particolari, dopodiché le disse di stare tranquilla che non ce l’aveva con lei, la salutò, ormai era quasi sera e tornò a casa.
La sera non poteva prendere sonno pensando che il giorno dopo avrebbe incontrato Mr Robinson, che si era dato così tanto da fare per organizzare quella serata. Ma perché lo aveva fatto? Lei gli piaceva? O forse voleva solamente una notte da una botte e via? Avrebbe voluto instaurare una relazione? L’avrebbe voluta fare ancora sua? Ma soprattutto lei cosa voleva? Tutte queste domande l’attanagliavano, ma non potevano avere risposta. Si addormentò profondamente non vedendo l’ora che fosse il giorno dopo.
Un raggio di sole le accarezzò il viso, aprì gli occhi guardando l’orologio erano le 6.59, aveva anticipato anche la sveglia, si alzò dal letto come una bambina la mattina di Natale, si fiondò in doccia, e subito dopo nuda com’era si mise davanti lo specchio asciugandosi i capelli e truccandosi bella come non mai. Ora doveva vestirsi, ma era indecisa su cosa indossare, voleva essere più bella e sexy del solito, si sentiva eccitata solo al pensiero di rivederlo. Svuotò l’armadio sul letto, passò in rassegna tutto il suo vestiario alla ricerca di qualcosa di sexy ma non esagerato, in fondo stava andando al lavoro. Alla fine optò per una gonna grigia in tessuto morbido molto leggera e abbastanza corta, che le arrivava circa a metà coscia, ma che aveva un bello spacco laterale che mostrava quasi interamente la gamba, mise una camicia di seta bianca leggerissima corta da tenere fuori dalla gonna, su cui mettere una giacca senza bottoni che faceva in pendant con la gonna, avrebbe voluto indossare le autoreggenti, ma non poteva in quanto lo spacco laterale le avrebbe mostrate completamente, per cui vista il clima, non essendoci molto freddo essendo in primavera, decise di non mettere calze. Come intimo scelse un completo, formato da un perizoma molto esiguo traforato, idem per il reggiseno che però dava pure un effetto push-up, il quale, visto il suo seno, sembrava far esplodere le sue tette verso l’alto. Indossò un paio di scarpe nere lucide con tacco 10. Si guardò allo specchio, era contenta delle sue scelte, si sentiva bella e attraente come non mai, guardò l’orologio era ora di andare, prese le chiavi, chiuse la porta dietro di sé, con un gran sorriso stampato in faccia, non era mai stata così felice di andare a lavoro. Scese le scale velocemente, uscì per strada e si recò alla solita fermata dell’autobus che la portava in ufficio, si sentiva osservata da tutti, e questo la faceva eccitare ancora di più, arrivò il bus che come al solito era molto affollato, per cui dovette restare in piedi per mancanza di posti, e soprattutto a contatto con tutti gli altri passeggeri che come lei erano in piedi e che si tenevano con una mano alla maniglia posta in alto. Ogni tanto qualcuno le si appoggiava, con la scusa del movimento del mezzo e delle buche per strada, alla fermata successiva salì altra gente, ed allora si che erano tutti stretti stretti, si spostò verso il finestrino , in modo tale da non essere in mezzo alla calca, dandole le spalle, mentre di fronte aveva un uomo seduto nei posti laterali sotto il finestrino. Vista la grande ressa che spingeva alle sue spalle, si dovette tenere con entrambe le mani alle maniglie poste in alto per mantenere l’equilibrio. Ogni tanto si sentiva poggiare qualcuno dietro di lei, ma oggi non aveva voglia di fare scenate, e forse quello strofinio oggi non le dispiaceva. Si voltò per guardare chi fosse appoggiato dietro di lei, vide un ragazzo di circa 20 anni, che appena incrociò il suo sguardo le chiese scusa, dicendo che non voleva finirle addosso e che non era colpa sua. Cat gli sorrise, dicendo che lo capiva, questa sua risposta fu come dire al ragazzo ‘continua pure’, infatti da quel momento in poi gli strusciamenti continuarono, pure in assenza di scossoni, addirittura poteva sentire la sua erezione, che si faceva sempre più prorompente, appoggiata un po’ ai suoi fianchi, un po’ al suo culo. Anche lei ogni tanto spostava, quasi come ad accarezzare quel cazzo turgido. Nessuno poteva vedere ciò che stava succedendo a causa della confusione, il poco spazio che c’era era solo davanti a lei, ad un certo punto notò che l’uomo davanti a lei era con lo sguardo fisso verso l’alto e precisamente verso i suoi seni. Si guadò la camicetta e solo allora capì che la camicetta, nella posizione in cui era, ovvero con entrambe le mani attaccate alle maniglie poste in alto, si era alzata e allargata, in pratica dalla posizione più bassa dell’uomo seduto vicino di fronte, poteva vederle chiaramente il seno inguainato da quel reggiseno trasparente. Appena lo capì diventò rossa, provò una scarica elettrica al basso ventre, spostandosi verso dietro, ma incontrò l’opposizione del giovane che come risposta le diede una spinta pelvica in avanti come a incularla. Ora stava esagerando, provò a togliere una mano dalla maniglia, ma non riusciva a mantenere l’equilibrio perché ormai a causa della pressione della folla dietro, ma soprattutto del ragazzo, era troppo inclinata verso l’uomo seduto, per cui dovette restare in quella posizione, pensò anche di girarsi, ma capì che sarebbe stato molto peggio. Alla fine decise di non fare nulla, e continuare in quella posizione quel viaggio, tanto mancava poco alla sua fermata che era quella principale dove sarebbe scesa quasi tutta la folla. Anzi ad un certo punto pensò di voler giocare pure lei, e inarcò il suo bel culetto, facendo premere il membro duro del ragazzo proprio al centro, iniziando un leggero movimento su e giù assecondando le scosse del bus. Sentiva il cazzo del ragazzo pulsare dietro di lei, la gonna sottile e la tuta del ragazzo aiutavano il tutto, ad un certo punto si senti appoggiare le mani sui fianchi, si spaventò aveva esagerato, ma fortunatamente l’autobus frenò, erano arrivati alla sua fermata, la gente iniziò a scendere, lei si voltò, guardò il ragazzo negli occhi e poi abbassò lo sguardo verso il rigonfiamento della sua tuta, che mostrava chiaramente che il ragazzo era ben dotato, gli fece un sorriso lo salutò e scese dal bus, lasciandolo sconsolato e a bocca aperta.
Scesa dal bus si trovò davanti l’edificio dell’azienda dove lavorava, fece un grosso sospiro poi aprì la porta ed entrò, oltrepassare quella soglia voleva dire lasciarsi alle spalle la vecchia vita per incominciarne una nuova. Salì fino all’ufficio di Mr Robinson, entrò dentro nel suo ufficio ma non c’era nessuno, era stata la prima ad arrivare. Iniziò allora con il sistemare le carte delle attività giornaliere, ma si sentiva inquieta ed eccitata come una scolaretta per il primo giorno di scuola. Ad un tratto mentre era intenta nel suo lavoro sentì una voce che la fece trasalire.
Mr. Robinson:- Buongiorno signorina Valentini, oggi di buon ora.- Disse sorridendo.
Cat annuì, gli voleva dire tante cose, ma si sentiva come bloccata, forse aspettava che iniziasse il discorso Marco, che le dicesse qualcosa a riguardo dell’accaduto, ma questo non avvenne, anzi addirittura aveva preso le distanze chiamandola per cognome, come una qualsiasi dipendente dell’azienda, poi continuò:- Oggi abbiamo molto lavoro da fare, ed io ho alcuni appuntamenti importanti di lavoro, per cui ecco la lista di quello che oggi vorrei lei facesse, grazie.
Le diede la cartella delle commissioni da svolgere e si andò a sedere dietro la scrivania, Cat restò di sasso , non sapeva come reagire, aveva pensato tutto il giorno a come affrontare la discussione riguardante il sabato prima, ma non si sarebbe mai aspettata che lui facesse finta di niente, per cui l’unica cosa che riuscì a dire e a fare fu: ‘ Subito Mr Robinson’, prendendo la cartella ed uscendo dalla stanza.
Si sentiva confusa, perché aveva fatto finta di nulla? Perché non le aveva detto niente? Perché lei stessa non era riuscita a riprendere il discorso. Perché non riusciva a non fare ciò che lui ogni volta le diceva. Mentre si faceva tutte quelle domande, continuava a svolgere il suo lavoro, facendo la spola da un ufficio all’altro, incontrò anche Flora, che sentendosi in colpa ed in imbarazzo per quello che aveva fatto, non volle riprendere il discorso, si comportò come se non fosse successo nulla, parlando del più e del meno e liquidando Cat subito, adducendo delle scuse circa il tanto lavoro da fare.
Così passò la mattinata di Cat, tra mille dubbi e mille commissioni, alla fine arrivò alla conclusione che forse si era fatta lei una paranoia, ed aveva montato un castello in aria, mentre Marco o meglio Mr Robinson, aveva vissuto quella notte come una serata da una botta via. Pensando a ciò Cat era molto triste perché quella situazione, di sottomissione e di lussuria proibita l’aveva eccitata, però se doveva finire così non poteva farci nulla, in fondo lui era il suo capo.
Nella pausa pranzo proprio quando stava per scendere in mensa le squillò il cellulare, era Mr Robinson che le aveva mandato un messaggio, le batteva il cuore a mille, lo aprì subito con trepidazione, ma restò delusa dal contenuto, infatti c’era scritto solamente di andare da lui che aveva un lavoro per lei.
Subito risalì le scale senza prendere l’ascensore che era occupato, si presentò davanti la sua porta, si diede una sistemata veloce e bussò.
Mr R:- Prego signorina Valentini si accomodi- indicandole una delle poltrone davanti la sua scrivania, Cat si sedette aspettando che lui le dicesse quale fosse il lavoro da svolgere.
Mr R:- L’altra sera ho passato davvero una splendida serata, e penso che lo stesso vaga per lei. Ho visto che &egrave aperta a nuove esperienze e situazioni, che le sono piaciute parecchio, o mi sbaglio?- Cat voleva dire tante cose ma non riusciva a far altro che ascoltare in silenzio ed annuire, non si aspettava quelle parole così dirette, senza un minimo di introduzione, e che non le lasciavano la possibilità di girare intorno al discorso.
Mr R:- Ho trovato in lei proprio quello che mi aspettavo, ho visto dal suo sguardo che lei &egrave una donna con la D maiuscola, ma a cui manca un qualcosa nella vita, ed io sono quel qualcosa. La farò sentire sensuale con non &egravei mai stata, una femmina che sprizza sensualità da tutti i pori, che sia il sogno erotico di tutti gli uomini, corteggiata dagli uomini che impazziranno dietro di lei ,ma che allo stesso tempo sarà solo mia. Dicendo ciò le si era avvicinato posizionato in piedi dietro di lei, le aveva messo le mani sulle spalle da dietro, le risaliva lungo il collo, arrivandole con una mano dietro l’orecchio con l’altra sul collo come a volerla strozzare dolcemente.
Mr R:- Non ti piacerebbe essere mia?
Cat non sapeva cosa dire, da una parte il suo orgoglio le voleva far dire, che non la poteva trattare così, d’altra parte quelle parole, avevano acceso un fuoco dentro di lei, la stavano eccitando e preoccupando, c’era una sorta di battaglia di sentimenti contrastanti dentro di lei, che la bloccavano e non riusciva a parlare, a dire quello che pensava, poi quel suo tocco la rendeva ancora più confusa ed eccitata, era come in balia delle onde.
Mr R:- Vedo che non mi rispondi, non devi vergognarti di cosa provi, il tuo corpo non mente, vibra ad ogni mio tocco, ti piace essere desiderata, e ti piace godere delle attenzioni altrui, sei una donna estremamente eccitante che aspetta solo di essere spogliata da questo perbenismo che ti uniforma al resto delle donne, tu sei nata per essere una ‘Femme Fatale’, ed io sarò per te quello che il tuo corpo stava aspettando, che ti renderà quello che tu meriti di essere.
Cat era sconvolta, mille pensieri le stavano passando per la testa, si chiedeva cosa in realtà celavano le sue parole, in cosa voleva trasformarla, cosa voleva farle fare, la sua testa le faceva dire di alzarsi e andare via, ma il suo corpo effettivamente reagiva diversamente, stava vibrando ad ogni tocco di Mr Robinson, che con malizia la stava accarezzando e le sussurrava all’orecchio. Sapeva che se si fosse alzata ed andata via, se lo sarebbe rimproverato tutta la vita, ma non voleva neanche essere così accondiscendente, dire di si a tutto, nella sua vita era stata sempre testarda e nelle relazioni aveva sempre preso lei le decisioni, era stata sempre la figura predominante della coppia, ma tutto questo per lei era nuovo e l’attraeva da morire, per cui continuava ad assecondarlo. Iniziava anche a provare una grande eccitazione per quei tocchi, si stava bagnando, per la situazione che si era venuta a creare. Iniziò a abbassare la testa su un lato, esponendo di più il collo verso il capo, che ne approfittò per baciarlo e mordicchiarlo, con una mano scese verso il solco dei seni, accarezzandola sensualmente, per poi sfiorarle l’areola di un capezzolo, che era così eretto che sembrava la punta di un chiodo.
Mr. R:- Vedi, il tuo corpo reagisce ad ogni mio tocco, lui vuole essere mio, esprime sesso da tutti i pori, vuole essere mostrato e non più nascosto, la tua sensualità deve affiorare in superficie,- dicendo ciò le aprì con forza la camicetta facendo saltare due bottoni, e le strinse forte un seno, Cat emise un sospiro di piacere e strinse le gambe, era stata attraversata come da una specie di scossa elettrica.
Mr. R:- Lo senti , il tuo corpo vuole essere toccato esposto, vuol provocare ed essere provocato, per cui voglio prendere la tua risposta come un silenzio assenso. Da oggi sarai la mia segretaria personale speciale, 24/24 h al mio servizio, farai tutto ciò che ti dirò senza se e senza ma, ok? Verrai con me nei viaggi di lavoro. Naturalmente il tuo stipendio viste le ore in più di ‘lavoro’ sarà raddoppiato, va bene? Per te sarà una svolta sia di vita sia lavorativa.
L’unica cosa che Cat riuscì a dire fu’ grazie’, era in trance, quella situazione l’aveva eccitata come non mai, era con un uomo stupendo, che la stava trattando come mai nessuno nella sua vita, si sentiva bella, sexy, desiderata.
Mr R.:- Da domani, per ogni giorno ti farò avere la tua nuove mise di lavoro, ne avrai una diversa per ogni giorno della settimana, mi raccomando non devi cambiare nulla e indossare solamente quello che troverai dentro le confezioni, sarai la donna più bella e sexy della ditta. Domani essendo il primo giorno, verrai a lavoro con i tuoi indumenti, poi ti farò avere io l’abito da lavoro da indossare, e ti potrai cambiare in ufficio.
Le tolse le mani da dosso, la fece alzare la baciò appassionatamente e le disse:- per oggi abbiamo finito, puoi andare a casa, ti lascio mezza giornata libera, ci vediamo domani mattina, mi raccomando ti voglio più splendida che mai.
Cat, che non si aspettava quel bacio così focoso, si sentì avvampare tra le sue braccia, ma durò poco perché venne accompagnata alla porta, appena fu fuori dall’ufficio ancora stordita per quanto successo, le vennero tante cose in mente da dire a Marco, ma non sapeva se rientrare o cosa fare, alla fine pensò che era meglio calmarsi un po’ e pensarci a mente serena, prese le sue cose e scese alla fermata del bus per tornare a casa. Durante al breve viaggio, ripercorreva le scene della discussione o per meglio dire del monologo di Mr. Robinson , eccitandosi nuovamente. Appena arrivò la sua fermata scese di corsa, rientrò in casa ed il suo primo pensiero, fu quello di spogliarsi, infilarsi nella vasca a bagno rilassandosi e masturbandosi con mr. Bunny, ripensando a quello che le aveva detto il suo capo, e a ciò che sarebbe successo nei giorni a venire.

Leave a Reply