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Chiappe al sole (per non parlare delle poppe)

By 7 Giugno 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Visto il caldo avevo deciso di concedermi una settimana di vacanza al mare. Non era ancora piena estate ma quest’anno il tempo era così pazzo che già fuori si avevano trenta gradi come ridere.
Potendomelo permettere decisi di abbandonare la pazza folla che sgobbava sudata sognando le vacanze estive e farmi subito un bel giro al mare.
In dieci minuti trovai un resort in Sardegna vicino a Nuoro, una piccola spiaggia bellissima, un hotel elegante a cinque stille che speravo mi desse pace e serenità.
Pochi click, una carta di credito sempre piena ed era fatta. Potevo partire già domani.
‘George non vieni a letto?’.
‘Si mamma arrivo subito’.
‘Ma mi hai fatto venire per guardarti giocare al computer?’ domandò lei un po’ scocciata. ‘Ma no che dici mai’ sorrisi io allungandomi verso di lei per darle un bacio.
Angela, rossa naturale, piccolina con due tette da paura sdraiata sul letto fumava veloce una sigaretta. Era l’unica autorizzata a farlo perchè nemmeno io fumavo in casa ma a mamma non dicevo mai di no…a nulla.
Mi accucciai accanto e lei e subito lesta mi afferrò il cazzo. Lo prese in bocca e senza tanti problemi mi fece un pompino.
Scopavamo da quando avevo sedici anni e la voglia di farlo non ci era mai passata. Anche se si era risposata e aveva avuto altri figli la voglia di far sesso col suo maschietto preferito la intrigava sempre, tanto più che la generosa trave di carne che mi aveva fatto non chiedeva altro…
Io ero il suo secondo-terzo genito. Prima di me era nata mia sorella maggiore Mara e poi io e mia sorella gemella Emy. Quando avevamo tre anni nostro padre era morto.
Mamma senza perdersi d’animo ci aveva provvisoriamnete parcheggiati da alcuni parenti e si era trovata un lavoro nella lontana australia dove era stata per oltre quindici anni. Li, dopo un po, si era trovata un nuovo compagno da cui aveva avuto altre due figlie e quando finalmente era tornata in Italia da noi ero praticamnete un uomo fatto.
Ed era stato allora, forse per compensare la mancanza, forse per la rabbia che provavo per essere stato abbandonato che avevo iniziato a guardarla non più come una madre ma come la donna bellissima che era…
Lei di certo una santarellina non era ed eravamo finiti a letto assieme.
La cosa non ci era dispiaciuta affatto e lo avevamo rifatto e rifatto e rifatto ancora.
Poi mamma aveva lasciato il suo compagno australiano, poi era rimasta di nuovo incinta anche se era già avanti negli anni e, alla fine, era tornata in Italia con la bambina ancora piccola al seguito ma questa è un’altra storia che merita di essere racccontata a parte. Comunque fosse, da quando era tornata le mie sorelle ed io ci prendevamo cura di lei e per fortuna economicamnete non ci mancava nulla, anzi avevamo molto più del necessario… L’unica cosa che forse mamma si faceva mancare era la compagnia maschile perchè con una bimba in casa non voleva più altri uomini e altre complicazioni.
La cosa pareva strana perchè mamma era calda quanto lo sono io e non era certo una che stà delle settimane senza fare sesso ma, d’altra parte sapevo che essendo bisex, aveva sempre le sue valvole di sfogo in special modo con zia Luisella, sua sorella maggiore con cui lesbicava fin dalle superiori.
Invece, tra il serio ed il faceto, per lenire la mancanza di cazzo le avevo proposto i nostri intimi martedi sera.
Lei, da buona porcella, aveva subito accettato. E così eccoci come ogni martedi con le nostre regole a fare la nostra serata speciale.
Punto primo mi davo da fare per preparare una cenetta degna di uno chef, poi apparecchiavo la tavola nel massimo splendore con tanto di lume di candela quindi mi mettevo in tiro con un bel completo, giacca e cravatta e la aspettavo.
Lei arrivava ogni volta con degli abiti da favola tanto sexy quanto eleganti, truccatissima, profumatissima e caldissima…
Mangiavamo, chiacchieravamo un po’ tubando come due fidanztatini e quindi si finiva a letto a scopare come porci per tutta la notte.
Mamma non era certo una che scherzava, lo prendeva in culo e si faceva sborrare in bocca senza tanti problemi. Ti saliva sopra e ti cavalcava come una pazza un’orgasmo dietro l’altro tanto più adesso che era in menopausa e venirle dentro non era nemmeno un problema…
Saltavano fuori dal cassetto i vibratori, le palline vaginali e tutto l’ccorrente per fare molto più di quello che avrebbero fatto due semplici fidanzatini.
Andavamo avanti quattro o anche cinque ore fin che lei non era esausta e la sua fica rossa fuoco per lo sfregamneto… A quel punto quando anche il mio cazzo chiedeva tregua crollavamo nel mio letto a tre piazze e dormivamo abbracciati fino al mattino dopo che, di solito, prevedeva un risveglio con colazione a letto e un’ultima sveltina…
Le afferrai la testa muovendogliela sul mio uccello ‘Credevo dormissi mamma’.
‘ummmmm…. suck suck…. riposavo solo gli occhi…. suck’.
‘A non sei sazia porcona…’ e le misi due dita nella fichetta depilata con solo un piccolo elegante ciuffo rosso a mo di corona che rendeva quella vulva cinquantenne ancora adorabile e sexy.
Le ficcai dentro la lingua e il pompino divenne un 69. Mi venne in bocca.
Io mi dissetai perchè il succo di fica di mamma è davvero squisito.
Scopammo…. A pecora….. Nel culo…… Stasera non glielo avevo ancora preso, caso strano perchè quel culetto a mandolino di Angelica è di una bellezza stratosferica e sentirla urlare quando il mio uccellone glielo apre in due come una cozza è una delizia di cui non mi privo mai…
‘Sborrrooooooo’ ululai mentre glielo riempivo di sborra e lei per nulla turbata dalla sodomia, sgrilletandosi da sola la fica rispose ‘si anche io…. siiiiiii’
Ora eravamo davvero soddisfatti e stanchissimi.
Crollammo sul letto tutti sudati e felici. Ci baciammo sulla bocca incuranti degli aliti che sapevano di sbroda e sborra, un lungo bacio con la lingua e buonanotte….
Le accarezzai i capelli e chiusi gli ochhi. La miglior mamma del mondo.

Al mattino, dopo aver salutato mamma al solito modo mi misi a prepaaraare la valigia mentre lei si faceva la doccia. Ero ancora nudo e col cazzo che gocciolava per il pompino che mi aveva appena fatto ma non mi preoccupavo più di tanto…. La mia badante era lautamente pagata anche per pulire la mia sborra…
Salutai mamma che se ne andò rombando sulla Bmw 220 azzurra nuova fiammante che le avevo regalato per il suo compleanno e andai a prendere i bagagli.
Caricai i due trolley nel capiente baule della mia Cayenne e un’ora dopo ero in rotta verso la Sardegna.
L’hotel era molto carino e sfarzoso. La camera aveva un ampio balcone su cui stavano due sdraio e un tavolino e da cui si godeva un panorama meraviglioso. Avrei potuto anche stare lì senza l’incombenza di scendere giù in spiaggia. Avevo in programma di lavorare almeno un po’ al mio nuovo romanzo che la mia editor già aspettava da due settimane.
Anche quella mattina mentre guidavo mi aveva chiamato per lamentarsi ‘Tesoro…. Amore mio dolce posso sapere dove cazzo sei?’.
‘Stò andando al mare Ivana’.
‘A bhe giusto, visto che non fai un cazzo tutto il giorno giusto che ti prendi una vacanza. Tutto questo far nulla ti stancherà da matti’ e rise amaramente.
‘Dai tranquilla che ho il portatile dietro. Se va tutto bene chiudo gli ultimi cinque capitoli e ti mando tutto via mail’.
‘Lo sai vero che dovevi mandarmi tutto due settimane fa?’.
‘Si me lo hai già detto tutte le mattine… Ogni mattina aspetto con ansia il tuo messaggino whatzapp che chiede se ho finito… Fai copia e incolla o lo digiti nuovo nuovo ogni giorno’.
‘Guarda che se non me lo mandi entro fine settimana non facciamo in tempo a fare tutto e ci perdiamo l’ultimo giro di distribuzione estiva. Se il romanzo non è in libreria per metà giugno addio estate, addio soldi capito caro’.
‘Ma si dai…. Lo finisco…. Ho detto che lo finisco tesoro’.
‘Io non so come faccia uno che non ha nulla da fare a non riuscire a fare davvero nulla… Ma che passi le giornate a scopare? Fai quello vero? Scopi dalla mattina alla sera…’.
Risi ‘Bhe dai mi conosci…’.
‘Appunto…porcone’ attimo di silenzio e poi riprese ‘senti, a proposito, quando passi da Milano a trovarmi?’.
Aaaaaa la porca voleva la sua dose come sempre. Nulla di male tanto più che Ivana era una figa spaziale. Mora, cinquantanni, magra, perfetta, gambe da modella…. Una Dea’.
‘Ti chiamo quando torno dal mare. Così ti do il romanzo su chiavetta e la chiavona che ho tra le gambe nella f….’.
‘ummm credo stia cadando il segnale…. Scusa sono in ufficio in viva voce…. Scusa…. Ciao…. Ti mando un messaggio ok?’.
E riattacco.

Per ora l’avevo scampata ma quelle sessanta pagine di romanzo in qualche modo avrei proprio dovuto scriverle.
Così, diligentemente, appena preso possesso della stanza chiesi di avere la cena (leggera) in camera, un the freddo subito e indossati i pantaloncini del costume da bagno aprii il mio portatile Mac sul tavolino di vimini e mi misi a scrivere.
Guardai anche il pisello che avevo tra le gambe e gli dissi ‘e tu fai il bravo che oggi si lavora’.
Ma non è facile scrivere un romanzo ad alta concentrazione erotico- pornografica e al contempo non avere delle erezioni naturali, infatti, all’ora di cena quando la cameriera entrò col carrello del cibo avevo il cazzo teso come un palo e tutto fuori dal costume.
Guardare la cameriera, una moretta magrissima e bassetta di massimo vent’anni non aiutava di certo.
Parliamoci chiaro, non era uno splendore ma un buco è sempre un buco e quella aveva l’aria di averlo davvero stretto. ‘Dove la servo?’ disse seria.
‘Sul balcone grazie. Mi piace la brezza marina specie dopo il tramonto’.
‘Ok ottimoooooooooooooooooo’ di botto la sua espressione era cambiata. Si era avvicinata abbastanza per vedere la mia trave dura e la cosa le aveva fatto un discreto effetto…
‘O mi scusi io… Non sapevo che…’.
‘Non ti preoccupare cara non c’è nulla di male…. Anzi dammi pure del tu. Io mi chiamo George’.
‘Pia pia piacere….’ annuì mentre mi avvicinavo.
‘E tu sei?’ ‘Tina’.
‘Che bel nome’ dissi mentre già con la mano palpavo i suoi aderenti pantaloni neri della divisa.
‘Dai vieni che ci rilassiamo insieme’ lei non disse nulla ma neanche provò a trattenersi quando afferrata per la mano la portai sul balcone.
A quel punto mi voltai e la baciai sulla bocca. Pochi istanti e iniziò a gemere.
Nel frattempo le mie mani non stavano certo a far nulla. Una le afferrò i pantaloni e li slacciò mentre l’altra li faceva scorrere lungo le magre gambe da ragazzina…. La mano tornò all’attacco, abbassò il lembo delle piccole mutandine bianche e con prepotenza le afferrò la vulva cespugliosa.
Prima che potesse dire qualcosa la stavo già sgrillettando con la mia solita maestria.
La camicia e il reggiseno calarono subito dopo rivelando due tettine minuscole ma tenerissime che non potei fare a meno di mettermi a succhiare mentre la invitavo a sederci uno in braccio all’altro sulla poltrona di vimini.
‘Ma sei pazzo? Ci vedono… Dai andiamo dentro’.
‘Ma dai Tina che è buio, chi vuoi che veda’ e vincendo ogni sua restrizione me la feci sedere in braccio mentre il mio cazzo cercava l’ingresso della sua patatina….
‘Ummmm ma sei vergine?’ sospirai sentendo la fatica di aprirla.
‘No sei tu che hai un braccio invece che un cazzo’.
‘Si vero… Fa molto male amore?’.
‘No, no…. Spingi che poi passa’ e intanto già si dimenava ansiosa di averlo tutto.
‘Prendi la pillola?’.
‘Ummmm… Chi io? No no’.
‘A ok… Allora sto attento io’ dovevo sempre fare attenzione con le troiette così giovani. Prese dalla foga non si contenevano e poi era un attimo fargli il pieno e lasciargli un bel regalino. Meglio evitare complicazioni e venire fuori. Tanto più che quel faccino da troietta una sborrata in bocca sembrava meritarla ampiamente’.
Tina cominciò a venire una, due, tre volte… Si aggrappò alle mie spalle e con tutta la forza che aveva prese a sollevarsi e a lasciarsi ricadere per farsi muovere dentro tutta l’asta in tutta la sua lunghezza.
‘O siiii. Sei bravissima si…. O che bello Tinaaaaaaaa’.
‘Si… Spaccami si…. O si che uccello siiiii’
‘Non resisto più tesoro fammi uscire che spruzzo….’ mormorai senza smettere di pompare.
Lei obbediente lo fece e non doveva essere il suo primo pompino perchè con grande prontezza si piazzò con la bocca sul cazzo e prese a slapparlo come una professionista…. Poche belle leccate e schizzai…..
‘Ecco si brava succhia adesso succhiamela via tutta siiiiii’ la incitavo mentre lei provava ad inghiottirne più che poteva.
Ero doppiamente soddisfatto. Non solo mi ero risolto il problema di svuotare l’uccello per tutta la settimana ma era pure una che ci sapeva fare… Da lì in poi mi sarebbe bastato chiedere il pranzo in camera per poterla avere di nuovo e non vedevo l’ora, appena entrati un po in confidenza di provare anche il suo piccolo e stretto culetto…
Tutto girava bene, avevo scopato, avevo scritto quasi un capitolo e adesso avrei pure cenato quando una voce mi tolse di botto il buon umore.
‘Che diavolo fate maiali!’.
Era una voce femminile e sconosciuta. Alzai lo sguardo e mi accorsi che c’era una bionda nel balcone a fianco che ci guardava ‘Emmm salve signora’.
‘Salve un bel niente ma vi pare di mettervi a fare sesso sul balcone con i ragazzini che guardano’.
Non capii subito poi sentii la voce di un ragazzo che diceva ‘Non sono un ragazzino mamma. Ho 20 anni’.
‘Zitto Andrea e vai dentro… E abbottonati i pantaloni maiale schifoso’.
Tina intanto aveva già raccattato la sua roba ed era schizzata dentro alla velocità della luce. Io invece ero ansioso di cantarne quattro alla vecchia befana che ci aveva interrotto.
Però quando mi avvicinai e la vidi bene nella fioca luce notturna tutto potevo dirle tranne che era una vecchia befana.
Bionda con la coda di cavallo, sulla cinquantina ma portati davvero benissimo. Una tutina nera con pantacollant che mascherava a stento due enormi tettone dritte come siluri.
La voglia di dirle di andare a farsi i cazzi suoi passò di botto. ‘Salve. Senta mi scusi… Non pensavamo che….’.
Lei abbozzò un mezzo sorriso ‘Ma no scusate voi, lo capisco che con questo paesaggio le coppie abbiano voglia di fare…. Non siamo mica santi’.
‘No ma veramente non sono in coppia quella era la cameriera…. Un attimo di accaloramento capisci….’.
‘Daniela. Tanto piacere’.
‘George e il piacere è tutto mio. Quindi anche tu sei sola?’.
‘Si con mio figlio Andrea. Sono separata capisci’.
‘Io single…. Sai allora, con il caldo, capita…..’.
‘Ma si, ma si ho capito..’ rise lei.
‘Ma avessi saputo prima che avevo una bella vicina come te magari non sarebbe successo’.
‘A ma che adulatore. Ma che fai ci stai provando?’.
‘Non posso cara?’.
‘Bhe non così smaccato dai… Adesso che fai mi dici che hai una verga di trenta centimetri’ e rise.
Io, ancora nudo, feci un passo indietro perchè potesse vedermi bene e me lo presi in mano ‘Ma va…. non saranno neanche ventotto’.
E finalmente riuscii a stupirla e a farle sgranare gli occhi. La misi di certo in imbarazzo perchè di colpo divenne seria ‘Senti comunque la questione è che dovresti evitare di scopare sul balcone perchè non voglio più beccare mio figlio che ti spia e si fa una sega’.
‘A si stava…’.
‘Ovvio che se lo stava facendo…. La tua amica era nuda….’.
‘E non lo hai neanche fatto finire?’ commentai.
‘A ma guarda un po adesso dovevo anche dirgli di farsi il suo segone tranquillo? Ma per chi mi hai presa?’.
‘Guarda che tanto adesso che lo hai mandato dentro mica smette… Mi gioco una cena che è li che smanetta’ la provocai.
‘Cooooooosa?’ sbottò lei e come un fulmine corse dentro e sparì ‘Andrea dove sei Andrea? Cosa stai facendo? Vieni qui subito capito!’.
Mi feci una grassa risata, mi accesi una sigaretta e tornai a guardare il mare di notte…. ‘Comunque bella figa. Carattere un po di merda ma bella figa davvero’ commentai fra me e me.
Mi ero alzato alla prima luce. Colazione con succo di frutta e marmellata davanti a un panorama da mozzare il fiato. Il sole che nasceva sull’acqua cristallina era impagabile. La brezza del mattino ancora fresca a solleticare il mio corpo nudo poi l’aroma appagante di una buona sigaretta…. una tazza di caffè e via al lavoro.
Avevo battuto come un pazzo sui tasti fino alle undici, non mi ero fermato nemmeno per pisciare e mano a mano che rileggevo quanto scritto mi sentivo più che soddisfatto.
Il lavoro procedeva bene anzi benone. Ero fiero di me. Valutando di essermelo meritato decisi di scendere nella sala da pranzo e consumare con calma un pasto completo, poi magari avrei fatto un riposino e magari un tutto al mare…. Valutai che a quel ritmo in tre giorni avrei smaltito tutti gli arretrati… quindi, pensai, magari stanotte una scopatina con Tina me la potrei anche fare…. e sorrisi.
Tirai fuori dalla valigia un paio di pantaloni bianchi di tela, una elegante camicia hawayana che pareva un capo effimero ma era firmata Valentino, cappello bianco tipo panama per fare lo ‘sborone’ e via, giù in sala a fare la mia porca figura.

Neanche a farlo apposta Daniela ed Andrea erano assegnati al tavolo di fianco al mio.
La sera prima forse non mi ero dato abbastanza pensiero ma devo dire che era davvero un gran pezzo di figa. Vestitino corto con una scollatura al limite della decenza che sottolineava due belle bocce sode e coi capezzoli duri, di certo era senza reggiseno.
Appena seduta la parte sotto del vestito si alzò ben oltre la metà della coscia e credo, chinandomi, avrei potuto vedere tranquillamente fra le sue gambe di che colore aveva le mutandine e se le aveva.
Insomma era proprio la classica milfona quarantenne pronta per essere aperta come una mela…
Ovviamnete la cosa me lo fece venire bello duro, tanto più che Daniela, sotto al tavolo continuava ad accavallare e muovere le gambe rendenndo ogni volta la cosa più eccitante…
Notai anche che dello stesso parere doveva essere il figlio Andrea perchè più volte lo colsi con l’occhietto a sbirciare la latteria della madre… e non era un caso… piano piano, con piccoli gesti si sfiorava le gambe e si accarezzava brevemente il pisello…
Di certo non vedeva l’ora di potersi chiudere in bagno e farsi un bel pippone…
Mi venne da pensare e fantasticare su cosa il ragazzino avrebbe potuto fare alla madre e ripensando a ciò che io facevo con la mia immaginai le cose più porche… tanto più che mi immaginai a fare il terzo incomodo… magari una bella pompa mentre il figlio la montava da dietro o peggio una doppia penetrazione lui davanti e io dietro per aprirle ogni buco…
Chissà perchè quell’aria da santarellina, quella scenata della sera prima, quei modi un po altezzosi davano da pensare che fosse la classica repressa e che il giorno i cui si fosse lasciata andare ne avremmo viste delle belle.
Così decisi di provarci.
La donna, ad un affronto diretto mi avrebbe certo chiuso la porta in faccia come aveva fatto la sera prima quindi dovevo avvicinarmi a lei in un altro modo e non conoscevo modo migliore che farmi amico il figlio…
Questa era di certo una buona idea e poi da come quel ragazzo fissava voglioso la madre mi ispirava naturalmente grande simpatia…
Lo ammetto; adoro gli incestuosi.
Mi alzai dal tavolo a fine pasto col cazzo duro come una trave… aveva un gran bisogno di essere ‘sgorgato’.
La mammina Daniela, tanto per non farmi mancare nulla, a fine pasto aveva fatto una bella camminata sculettando quel culetto a mandolino sui suoi bei tacchi… Una camminata di quelle che lasciano il segno e non ero stato il solo maschio in sala ad accorgemene.
Avevo assolutamente bisogno di farmi una chiavata il più presto possibile…

Purtroppo era il giorno di riposo della cameriera tanto disponibile quindi mi trovai a dover decidere che fare. Uscire, farmi un giro in macchina, magari abbordare qualche turista che ci stava oppure, opzione b, andare in spiaggia a guardare un po di tette e di culi sperando in qualche bagnate assetata di sesso… scartai entrambe le ipotesi perchè il caldo era atroce per qualsiasi cosa e optai per la c, una bella sega sul letto con una birra, l’aria condizionata a manetta e magari un porno in tv…
Non mi sono mai vergognato di ammettere che mi faccio le seghe…. lo trovo naturale e rilassante e così entrai in ascensore tutto convinto e rilassato e nulla mi avrebbe fatto cambiare idea… nulla a parte una matura signora che aveva ben passato i cinquanta ma che aveva ancora un bel paio di gambe che slanciava con un bel tacco sette e un vestitino corto a fiori.
Era già dentro l’ascensore e mi guardò sgranando i grandi occhi neri come se l’avessi fatto apposta a salire…
‘buongiorno’ dissi io.
”rno’ annui lei e poi rischiacciò il pulsante.
Non sapevo che dire. Certo che sotto ai capelli grigio topo tagliati a spazzola pareva esserci ancora una bella maialona…. Chissà se era da sola, chissà se cercava un po di…
‘pene’ disse lei.
Aveva vorse sentito? Era telepatica??
‘Come scusi?’ le chiesi pensando di non aver capito bene.
‘Il pene…..è fuori’ ripetè indicando fra le mie gambe.
Abbassai lo sguardo. Complice l’eccitazione e i pantaloncini corti da mare senza slip, l’uccello era fuoriuscito dalla gamba e ora correva lungo e perpendicolare verso il ginocchio.
Sorrisi, tanto più che la signora continuava a guardare….
Le porsi la mano ‘Io comunque sono George e sono solo alla suit 7’.
‘Carlotta e sono in vacanza con mio marito’ rispose seria ma intanto continuava a guardare.
Intanto eravamo quasi arrivati..
‘Senta ma lo metta via per favore…’ borbottò.
‘Mi pareva che apprezzasse’ obiettai.
‘Avrà capito male…. io sono con mio marito e anche se non ha un coso così…. lui…. insomma io….’.
‘Tranquilla signora non mi deve spiegazioni ma, cambiasse idea, sono sempre alla 7 e sono molto molto discreto…’.
Intanto l’ascensore era arrivato e la porta si era aperta.
Carlotta scattò fuori e mi guardò quasi con disgusto. ‘Ci mancherebbe che io…. ma si immagini…… addio signor trave!’.
‘Guardi che mi chiamo George la trave è quella in mezzo alle gambe’.
‘Buon per lei’ mi liquidò fredda e sparì.
Io rischiacciai il pulsante e salii i due piani rimanenti.
Entrai in camera, mi spogliai e presi due corona ghiacciate dal frigo bar.
Il cazzo era teso all’inverosimile.
Poi bussarono alla porta.
Ma porca puttana neanche una sega in pace!!!
Aprii appena appena mettendo solo la testa per nascondere il corpo nudo. ‘Chi è?’ chiesi.
Ed ecco di fronte a me la signora Carlotta con molta meno spocchia di prima.
‘Davvero sei uno discreto?’ balbettò.
Io spalancai la porta e le mostrai il mio gran cazzo in piena potenza ‘sono la discrezione fatta a persona e sono tutto tuo!’.
Lei sgranò gli occhi…. ‘sembra davvero una trave’poi lesta entrò e chiuse la porta. Con un po di smagliature ma, ancora piuttosto elastica, la 52enne Carlotta si dimostrò una piacevole digressione.
Doveva avere parecchi arretrati perchè appena le infilai la mano sotto alla gonna e abbassai delle mutande bianche inguardabili trovai un bel bosco già allagato di voglia.
Mi ci misi di buona voglia con le dita e le sparai subito un bel grilletto facendole vedere il paradiso.
La troia godeva, godeva e godeva….
Volò via il vestito e due tettone grosse anche se un po’ molli mi si pararono davanti pronte per essere succhiate a dovere. I capezzoloni erano belli grossi e duri e la donna scivolò sul letto domandando solo di essere scopata come Dio comanda.
Senza smettere di succhiarle le poppone le scivolai sopra e il cazzo fece il resto da solo cercandosi la strada in quel fitto bosco che non vedeva un uccello da chissà quanto tempo.
‘Ommadonnna ma è una trave….’ sospirò contraendo la vulva.
‘Tranquilla faccio piano’ le assicurai e con un colpo di reni gliene feci sentire una buona metà mentre piano piano glielo facevo scivolare dentro ancora e ancora… Cominciai a muovermi; prima poco poco poi sempre più veloce, e più veloce e ancora più veloce fino a raggiungere un ritmo da trapanatura.
Carlotta, con la consapevolezza che eravamo in un hotel cercava di limitare i rumori ma era inevitabile che gemesse sempre più forte mentre incontenibile sentiva sopraggiungere un orgasmo dopo l’altro….
Dopo cinque mi lasciai andare anche io….
‘Ooooooooo’ una sborrata della madonna dentro a quel bel figone peloso…
‘O caro sei stato bravissimo’ sospirò lei.
Io mi sollevai, tolsi il cazzo da dentro di lei e un fiume in piena di sborra le colò lungo le gambe e sul letto.
Mi misi comodo di fianco a lei, le accarezzai i corti capelli grigi con affetto e strizzandole l’occhio dissi ‘cara, abbiamo appena inziato’ e con orgoglio le mostrai che era ancora duro come una trave.
La vaccona sgranò gli occhi in un misto di stupore e di felicità. Con la mano spinsi appena la sua testa che non fece resistenza…. Lo prese in bocca e mi fece un pompino da oscar….

‘Sei sicuro che…..’.
‘Tranquilla lo faccio piano piano….’.
‘No è che mio marito voleva farlo e lui è molto più…. cioè molto meno che…. cioè….’.
Tremava. Il suo corpo nudo e un po flaccido a pecorina era così invitante che nonostante le fossi venuto in figa altre due volte non vedevo l’ora di trapanarla ancora togliendole l’ultima verginità che aveva.
Era tesissima e quel culone lo dovetti aprire piano piano col le mani scoprendole la rosetta stretta stretta.
Mi unsi bene un dito di saliva e cominciai a giocarci un po….. ‘Rilassati vedrai che sarà bellissimo…’.
‘Io non so se…. se fa male smettiamo vero?’.
‘Ma certo…. è tutto per darti piacere amore….’.
Lei fece un sospiro e io ne approfittai per infilarle tutto il dito…
‘Occcazzo!’ sbottò con un urlo.
‘E pensa che era solo un dito….’ risi.
Lei era immobile… ‘No ecco io…. no ma se il dito fa cosi male chissà quel coso…. no io….’.
‘Aspetta dammi il tempo di muoverlo un po vedrai che poi diventa piacevole….’ insistevo.
Cominciai a smulinare. ‘Ummm aia aia no…. no fa male noooo’.
‘Rilassati’.
Ma era troppo tesa… la paura stava avendo il sopravvento.
Le infilai un secondo dito nella fica per farla godere e distrarla un po ma ormai avevamo perso il momento magico.
Fece un altro urlo ‘porco boia che bruciaculo’ e si gettò in avanti per far uscire il dito. Il gesto fu così rapido e violento che fu come stappare una bottiglia di spumante. Si sentì quasi lo scoppio e subito il seguito con un poderoso urlo ‘madonnaaaaaaa’.
Saltò giù dal letto sempre urlando e corse verso la porta del terrazzo in cerca d’aria….. ‘aia mi brusa il culo aia come brusaaaaa’.
Non sapevo se ridere o rammaricarmi per non averle fatto il culo.
Sul balcone trovò la bottiglia dell’acqua mezza vuota che avevo abbandonato io e con foga si infilò il collo fra le chiappe…. dissetava il culo.
‘Meglio?’ dissi ancora nudo sul letto a cazzo duro.
‘Ummmmm refriferio……’ annuì beata e felice.
Poi però di colpo la vidi diventare rossa come un pomodoro…. ‘Ossignur!’ esclamò e subito si tuffò in casa quasi cadendo per terra e sempre con la bottiglia poggiata sul culo che stava su trattenuta dalle chiappe.
‘Che hai?’.
‘C’è uno…’ sussurrò lei.
‘Cosa?’.
‘Uno che mi ha visto….’.
Pensai di aver capito ma era meglio controllare. Uscii in balcone senza badare al fatto che ero nudo e, come immaginavo c’era Andrea… mezzo nudo, aveva solo i pantaloncini e col cazzo davvero bello duro.
‘Ciao carissimo’.
Lui abbassò gli occhi per non fissarmi l’attrezzo.
‘Hey amico vai tranquillo non ci sono problemi’.
‘Senti scusa solo che…. cioè si sentiva che stavate….’.
‘Lo so dovrei chiudere le porte vero… ma tua madre?’.
‘Dorme…’.
‘L’avremo mica svegliata?’.
‘No no tranquillo mette i tappi, due ore tutti i pomeriggi’.
‘A e tu intanto….’ e mimai il gesto con la mano.
Lui abbassò gli occhi con un po di vergogna.
‘Oi non ti preoccupare anche io se non conoscevo questa amica in ascensore dovevo fare con la mano…’.
‘Cazzo l’hai rimorchiata in ascensore… sei proprio un mito…’.
Sorrisi ‘Senti ma tua madre per quanto dorme ancora?’.
‘Almeno un’ora più o meno’.
‘E allora perchè non vieni qui da me….’ dissi.
Strabuzzò gli occhi ‘No ma in che senso scusa?’.
‘Dai che hai capito benissimo’ e gli feci l’occhiolino…

Si presentò alla porta, la spalancò e lesto entrò dentro sperando di non essere visto…un po intimidito in pantaloncini rossi da bagno con le paperelle e a torso nudo.
Carlotta appena lo vide si coprì usando il suo vestito come uno straccio…
‘E questo?’ sbottò un po tra l’irritato e lo spaventato.
‘Questo amore è il mio carissimo amico Andrea….. e questo è il suo cazzo duro’ e con un gesto veloce gli calai i pantaloncini fino alle ginocchia lasciando che un bel 22 centimetri giovane voglioso e duro si alzasse verso l’anno segnando mezzogiorno preciso.
Li lasciai fare. Per i primi venti minuti Andrea sfogò tutta la sua voglia repressa saltando sopra a Carlotta. Il suo cazzo lavorava a tutto spiano, il bacino andava avanti e indietro a stantuffo…
Carlotta non si risparmiava, l’entusiasmo e la giovinezza del ragazzo erano incontenibili…
Uno spettacolo davvero degno di un porno.
‘Ooooooo ma quanta ne hai carino’.
‘O si… o siiiii ti sfondo tutta…. siiiii’.
‘Dai dai….’.
Mi aprii una birra. ‘Doppia dose vero amore mio’.
‘O siiiii, siiiiii’ annuiva la vacca tutta concentrata a venire come mai aveva fatto in vita sua…

Entrai in campo per il secondo tempo dopo che Andrea si era fatto la sua bella sborratona nel ficone della troiona.
Certo non sembrava sazio ma un aiutino non poteva fargli male, così mentre le stava sdraiato a fianco e riprendeva fiato ed erezione scivolai lesto fra le gambe bellissime di Carlotta, entrai nella fica che ormai aveva il colore rosso fuoco e me la pompai un altra volta…
Andra ci guardava e più guardava più gli veniva duro…
Si segava lento con la mano e non vedeva l’ora di entrare di nuovo in gioco…. era perfetto per il mio piano.
Mi tirai indietro, liberai Carlotta dal mio peso e le dissi ‘forza ora sali sopra tu…. sopra a lui dai’.
La donna, come un automa obbedì.
Scivolò sopra al giovane corpo di Andrea, gli afferrò l’uccello durissimo e se lo piazzò dentro alla fica senza tanti problemi quindi, presa dalla foga, si mise ad andare avanti e indietro con tutta la porcaggine che aveva in corpo.
Io li lasciai fare. Era un lago di umori, sudore e sperma e non si fermava. Pensai al povero marito che forse si stava facendo un riposino e non sapeva quanto lunghe stessero diventando le corna che aveva in testa.
Ma non me ne importava poi molto, tutto ciò che davvero contava era che adesso Carlotta era esattamente nella posizione in cui la volevo e aveva un grosso cazzo di carne nella figa a distrarla da altri pensieri.
Era perfetto….

Quando sentì la cappella che le si poggiava fra le chiappe fece appena il gesto di scuotersi ma era cosi presa dal farsi andare su e giù il cazzo di Andrea nella gnocca che quasi non ci badò.
‘Piano piano pianino….’ sussurrai e la cappella iniziò a fracassarle il culo….

Dieci minuti dopo Carlotta aveva due cazzi dentro fino ai coglioni e non si lamentava affatto…. era tutta un fuoco e non pareva intenzionata ne a smettere ne a lamentarsi ancora.
Avevamo ancora una ventina di minuti buoni prima che si svegliasse la madre di Andrea e glieli facemmo usare tutti fino all’ultimo perdendo il conto degli orgasmi….
Alla fine sborrammo anche noi…. in sincrono come se ci fossimo allenati prima.
‘Godoooooooooooo’ ululò Andrea.
‘Anche ioooo….. O siiiiiii ti godo nel culo siiiiiiii’.
‘Ummmm oddio che travi’ ululò lei.

Quando si alzò in piedi era distrutta e zoppicava.
‘Ragazzi se non vi dispiace ho bisogno di un bel bagno prima che mio marito mi cerchi….’.
‘Ma ci vediamo ancora vero cara?’.
‘O si, sicuro…. magari mi dai un paio di giorni per riprendere forze’ disse lei mentre si rivestiva meglio che poteva.
Noi due nudi sul letto coi cazzi soddisfatti la guardavamo e ci guardavamo.
‘Lo sai che mi sei davvero piaciuto. Pensavo fossi più timido e impacciato ma invece sei stato un bel montone… Bravo! Non eri vergine vero’.
‘No ho già scopato con una professoressa in facoltà…. Una bella cinquantenne figa e calda…’.
‘Quindi prediligi le mature?’.
‘Diciamo che mi fanno venire più voglia….’.
‘Forse perchè ti ricordano la mamma’ lo incalzai io.
‘No scusa ma che dici?’.
‘Dai non farti problemi. Anzi guarda, per franchezza -presi l’iphone e aprii le foto- questa è mia madre!’.
Lui fissò la foto nuda della mia mammina che prendeva il sole.
‘Ma è…. cioè lei…. tu?’.
‘Si me la trombo ed è bellissimo te lo assicuro’.
‘Cazzo sei davvero un mito!’.
‘Già…. e tu amico mio, da oggi sarai il mio discepolo sei contento?’.
‘Discepolo in che senso’.
‘Nel senso, amico mio, che questa settimana scopiamo come ricci…’ e ridemmo di gusto già eccitati per quello che sarebbe successo in seguito.
Avevo sentito parlare di quel posto da alcuni amici e sapevo che era a pochi chilometri dal mio albergo. In origine la cosa non mi aveva colpito molto perchè avevo di meglio da fare ma volevo fare una bella sorpresa ad Andrea così, trovata una scusa con Daniela che sarebbe andata in spiaggia a prendere il sole, partimmo per la nostra escursione.

‘Bella macchina….’ disse appena si fu messo comodo.
‘Grazie. Magari te la faccio provare….’.
‘Davvero?’.
‘Ma si tranquillo che problema c’è…. è solo una macchina in fondo. Ma adesso rilassati, vedrai che oggi ci divertiremo’ notai il bozzo duro sotto agli short ‘sei già in tiro vedo’.
Lui arrossì appena ma passò quasi subito. Quella scopata in tre con la tardona ci aveva affiatati abbastanza da poterci confessare qualunque cosa.
‘Ieri sera…. bhe mamma….. insomma dormiva nuda’.
‘Wow e l’hai vista bene?’.
‘Bhe la porta di camera sua era aperta e vedevo abbastanza bene. Certo era buio ma vedevo abbastanza bene le tette e anche un po la….’
‘Bellissimo chissà che voglia….’.
‘Mi sono fatto una sega George. Non ho resistito, la guardavo e mi menavo il cazzo come un pazzo… Ho fatto uno schizzo da paura sul pavimento’.
‘Poi hai pulito?’.
‘Per forza ho fatto un laghetto….però George, insomma, ci è mancato poco che davvero le saltassi nel letto… sapessi che voglia’.
‘Immagino… bhe tranquillo, cinque minuti e siamo arrivati… Vedrai che oggi potrai sfogarti’.

La spiaggia si chiamava Plaia Nana ed era ricavata in una piccola insenatura fra due rocce, invisibile dalla strada poteva accogliere al massimo una cinquantina di persone. Unico accesso un piccolo sentiero ben sorvegliato da due guardiani. Uno era un nero muscoloso con la testa rapata a zero e la faccia bella cattiva, l’altro pareva sud americano, anch’egli bello pompato di muscoli. Entrambi avevano solo dei pantaloncini corti che non nascondevano i loro corpi belli scolpiti dalla palestra. ‘Credenziali?’ disse il nero senza cambiare espressione.
Andrea mi guardò perplesso. Io annuii e senza esitare mi calai gli short lasciandoli scivolare via dalle caviglie.
Il mio uccello molle penzolava lungo la gamba, la cappella si appoggiava dolcemente al ginocchio.
Finalmente la cosa riuscì a far cambiare espressione al nero ‘Wow amico promosso a pieni voti’.
Anche l’altro palestrato sud americano mi guardava il pisello con ammirazione, quasi invidia.
Dubitai che forse erano gay… e quando il nero allungò la mano per accarezzarlo ne ebbi la conferma.
Andrea pareva sempre più sconvolto.
‘Devi averlo di almeno venti centimetri per poter entrare’ disse secco il palestrato sud americano.
‘Dai forza fatti coraggio’ dissi io mentre il nero mi aveva afferrato saldo il cazzo e me lo stava segando.
Lui ancora timido finalmente si levò il costume e un cazzo molle e timido fece capolino.
Il mio intanto era diventato duro nella mano del nero e anche a lui stava gonfiando il bozzo sotto ai pantaloncini.
Io per mia fortuna ero bisex ma lui no quindi tutti quei maschi che si sventolavano i cazzi non lo invogliava di certo.
‘No non ci siamo è una pulce’ dichiarò il sud americano guardandogli pisello.
‘Abbi pazienza amico è solo timido’ dissi.
‘A me sembra solo piccolo’.
‘Fidati è un montone. Forza Andrea pensa a tua madre… Immaginala come ieri notte’.
Lui chiuse gli occhi… dopo poco il cannone prese a funzionare.
Una mezza erezione e una notevole dilatazione bastarono a convincere il sud americano che anche Andrea era ben messo.
Io intanto ero a metà di una sega col nero che me lo menava senza pudore e anche a me venne spontaneo prendere il suo in mana abbassandogli i pantaloncini.
Nulla di speciale, anzi per un nero era persino sotto quota. Forse troppi steroidi pensai.
Andrea pareva terrorizzato da quella scena. Ma io lo tranquillizai. ‘Tranquillo nessuno ti obbligherà a metterlo in buchi che non vuoi’.
Il nero intanto mi disse ‘Perchè non vieni con me in un angolino tranquillo’.
‘No amico ti ringrazio ma oggi ho promesso al mio pupillo una bella dose di fica… magari la prossima volta’.
‘O si amico quando vuoi…’ mormorò lui e mal volentieri mollandomi il cazzo.
‘Bhe grazie di avermelo indurito tesoro’ ammiccai io e tutto fiero mi inoltrai oltre una siepe che faceva da protezione e finalmente eccoci alla spiaggia.
Andrea sgranò gli occhi. Il panorama era stupendo. Non più di cinquanta persone, all’ottanta per cento donne fra i 35 e i 50… gli altri maschi molto giovani e ben dotati.
Tutti erano nudi. Tutti stavano più o meno scopando.
‘Sono quasi tutte tedesche o inglesi. Milfone arrapate che vengono qui per divertirsi un po. Pagano caro e salato per poter prendere il sole e farsi qualche bella scopata.
Per questo non fanno entrare maschi che non siano almeno sopra ai 20 cm…dobbiamo tenere alta la qualità capisci’.
Andrea annuì ‘Quindi noi saremmo un po’ gli animatori?’.
‘Si mettila così… Se sei ben messo e ti piacciono le milfone qui entri gratis e ti dai da fare quanto vuoi. Unica regola è che il sesso deve essere consensuale quindi non provare a saltare addosso alla prima che vedi… asptt che sia lei a farlo ok?’.
‘Bhe direi che non è un problema’ mormorò il ragazzo alle mie spalle.
Io girai la testa e c’era una biondona sui 50 abbondanti coi capelli corti a spazzola magra ma con le tette davvero grosse che chinata in ginocchio gli stava succhiando l’uccello.
‘A bene vedo che ti sei già ambientato’ risi io.
In quell’istante si avvicinarono altre due donne. Una sui trenta abbondanti, l’altra decisamnete più giovane.
‘Ciao io Hinga…. noi di Francoforte’ disse con un Italiano molto stentato.
‘Ma sei maggiorenne tu?’ le chiesi fisandole le belle tette sode.
‘Io quasi 19’ disse lei.
‘A ottimo’ e già mi aveva messo la mano sul cazzo.
‘Lei mia mamma Helga’ disse indicando l’altra donna che fece un passo avanti e borbottò qualcosa in tedesco che non capiii.
Intanto la matura che stava spompinando Andrea voltò la tetsa e le rispose a tono.
‘C’è qualche problema?’ chiesi.
‘Mia mamma ha detto a mia nonna che ha lasciato la crema di vaselina sotto a ombrellone’.
Sorrisi ‘Quindi lei tua madre e lei tua nonna?’.
‘Ja!’.
‘Bhe complimenti li portate proprio bene’.
Di nuovo Helga disse qualcosa di secco nella sua lingua.
‘Mia mamma dice che tu hai grande wustrer’.
‘O certo… Dille pure che se lo assaggia le piacerà…’.
Le due confabularono qualcosa, si fissarono e poi giù accucciate si tuffarono sul mio uccello.

Ci chiavammo madre, figlia e nonna per quasi un ora.
Per farle godere meglio mi misi sdraiato in modo che la figlia potesse cavalcarmi mentre la madre accucciata sul mio viso si beava della mia lingua. Ogni tanto venivano come laghi a suon di urletti ‘Oooooo Ja ja ooooooo god’. Si scambiavano, si impalavano e si facevano sborrare tranquillamente dentro senza troppi problemi.
Andrea intanto era impegnato con la giovane nonna che si faceva fottere come una cavalla da monta. Era divertente guardarla che se lo faceva mettere nel culo senza tanti problemi dopo che dalla fica le colava un rivolo di sborra da paura.
Anche io naturalmente volevo provare il secondo canale e quando ci provai con la madre mettendola a pecora lei non fece alcuna obiezione e lasciò che le aprissi il buco del culo a forza mugolando felice.
Con la figlia fu più dura, ma la ragazza, previdente si era ben ben ingellata il buco e non mi negò il piacere di sverginarle l’ano con la forza di un toro.
Intanto attorno a noi gli altri non erano da meno. C’erano uomini che montavano a pecora tardone di tutte le età, vidi due inglesi sulla sessantina che si facevano un 69 sulla sabbia, donne allupate che trasformavano qualsiasi oggetto di forma cilindrica in un simil cazzo.. Altre che si facevano pisciare addosso come nulla fosse.
Tutto questo bel vedere naturalmente faceva si che sia Andrea che io continuassimo ad averlo duro nonostante le sborrate a ripetizione e quindi venne naturale che io mi chiavassi e inculassi la nonna mentre lui si chiavò di gusto prima la figlia e poi la madre.
Quando finimmo e le lasciammo sulla sabbia sdraiate a gambe larghe le avevamo ridotte a tre groviere con sborra e liquami che colavano da ogni orifizio.
Io ne avevo schizzate almeno 5 e Andrea non credo fosse da meno.
‘Scusate ma devo fare una pisciata da paura’ dissi.
‘Si anche io’ disse Andrea.
La nonna ci guardò e disse qualcosa con quel suo tono secco e deciso.
‘Nonna ha detto se vuoi vuole pisciare addosso’ spiegò la nipotina.
Andrea ed io ci guardammo ‘Bhe mi pare una buona idea’ e senza esitare ci piazzammo in piedi di fronte a loro tre sdraiate e pisciammo senza problemi su viso, tette e fiche…
La nipotina teneva gli occhi chiusi e soffriva un po ma la madre e soprattutto la nonna avevano addirittura la bocca spalancata e ci davano col dito nella fica godendosi la pioggia dorata.
Al tramonto ci facemmo una doccia all’aperto insieme ad altre donne ed uomini che sventolavano tette, fiche, cazzi e culi sporchi di sborra senza pudore. Ci scambiammo il numero di telefono con la giovane tedesca perchè era ovvio che se fossi passato da Francoforte tre porcone così le sarei andate a salutare volentieri…
Felici ci avviammo verso l’auto ancora nudi e con i pantaloncini e la canotta in mano.
‘I due guardiani se ne sono già andati?’ si chiese Andrea.
‘No guardali eccoli la’ risi io e gli indicai il nero vicino ad un albero. Chinato si stava tirando una sega mentre il sud americano da dietro se lo inculava a tutta forza…
‘Ognuno ha i suoi gusti’ commentai.
‘Già… rise Andrea’ e ce ne andammo.

Quando arrivammo all’Hotel era già passata l’ora di cena.
‘Cazzo come è tardi. Mia madre mi ucciderà’.
‘Poteva telefonarti no?’.
‘No ho lasciato il telefono in stanza’.
‘Va bhe dille che eravamo andati a fare un giro…’.
‘La fai facile tu ma lei mi tratta come un bamboccio. Vedrai che mi fa un culo così’.
Mi faceva quasi pena. Era molto succube della donna e questo forse era ciò che più di tutto gli impediva di scoparla.
‘Senti si fa una cosa. Salgo io e le dico che eri con me. Magari mi invento che c’era traffico e abbiamo fatto tardi… Insomma la calmo un po’.
‘E tu pensi di calmarla? Ma sei ti odia’.
‘A me? Ma chi ti dice che mi odia?’.
‘Hai visto come ti ha urlato l’altra sera… e poi è andata avanti anche dopo a indignarsi per averti visto scopare’.
‘Andrea senza offesa ma secondo me aveva solo una gran voglia di buttarsi in mezzo. L’incazzatura è di una che è rimasta a bocca asciutta’.
‘Va bhe senti provaci… Mal che vada la calmi un po’.
‘Ok allora io salgo e le parlo un attimo. Tu resta qui al bar. Quando ho fatto ti faccio telefonare’.
‘Ok volentieri anche perchè sono davvero in carenza di liquidi’.
‘Ci credo. Con tutta la roba che hai schizzato oggi’ risi io.
Così mi feci dare la chiave della mia camera ma anche della sua dal concierge e salii.
Stavo pensando a cosa dire alla donna. Di certo non potevo raccontarle che avevo portato il figlio a fottere su una spiaggia di pervertiti….
Entrai e sentii subito dei mugolii. Erano inconfondibili e mi venne subito duro. Andrea mi aveva detto che l’aveva vista masturbarsi nuda la sera prima e immaginare di poterla trovare adesso in quella posizione già mi stava eccitando. Ovviamnete avevo già deciso che se l’avessi trovata a sollazzarsi col dito non avrei esitato un attimo a sollazzarla col mio ditone che ho fra le gambe.
Daniela era davvero un bel pezzo di fica e mi era venuto voglia di farmela fin dalla prima volta che l’avevo vista.
Così eccomi avvicinarmi alla camera da letto pronto ad affrontare con ‘la pistola’ carica (e dura) la situazione.
Invece….sorpresa delle sorprese non era assolutamente come immaginavo…. era molto molto meglio e il cazzo mi divenne di marmo…..

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