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Costretta ad obbedire

By 18 Novembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Passano i giorni e scopro che i miei nel weekend successivo sarebbero partiti per farsi un paio di giorni in montagna, così, pensando subito a te, ti invio un messaggio per chiederti di venire da me e tu accetti molto volentieri l’invito per il sabato. Vuoi far le cose con calma e decidi quindi di venire già dal mattino per poterti gustare tutto ciò che ho in mente di provare con te: giustamente &egrave il tuo momento e vuoi che tutto sia perfetto, compreso il tempo a disposizione. Nei giorni a venire io mi preparo una sorta di piano d’azione su cosa farti e come farlo, iniziando anche ad attrezzarmi di tutti gli oggetti che potrebbero tornarmi utili per la tua “punizione”: recupero un cacciavite di piccole, uno di medie ed uno di grandi dimensioni, lo spago per legarti, una benda per coprirti gli occhi, della crema lubrificante per il tuo culetto e per finire, preparo del ghiaccio col freezer, avendo già in mente come utilizzarlo. Mi sento carico stavolta, ho voglia di farti vedere che sono realmente in grado di controllarti e farti trarre godimento da questa situazione che a te piace tanto, e voglio farti mia in tutto e per tutto senza lasciarti alternative. Finalmente arriva il weekend. Mi sveglio sabato mattina verso le nove mentre i miei stanno uscendo di casa per andare in montagna, e senza svegliare mio fratello faccio colazione e mi preparo per riceverti. Essendomi depilato già nei giorni scorsi non ci metto tanto a sistemare il resto, e verso le dieci sono già pronto per te. Ti scrivo subito di raggiungermi quando vuoi, ma non stando più nella pelle, decido di venirti incontro in bici dopo aver aspettato un quarto d’ora circa. Fortunatamente eri già uscita di casa da un po’, e prima di arrivare a metà strada ci incontriamo. Dopo esserci salutati con un bacio ci dirigiamo a casa mia assieme. Non sto più nella pelle all’idea di ciò che sta per succedere ed inizio a vagare con la mente su cosa ti avrei fatto poco dopo. Tu resti silenziosa, non sai cosa ti aspetta ma ti stai già godendo nella testa quel momento di totale sottomissione che tanto adori. Arrivati a casa come al solito scendiamo in taverna, poiché per questi momenti poco romantici fa molto di più al caso nostro, ed entrati nella stanza ti spingo senza troppa forza ma con convinzione sul divano, ti faccio sdraiare col culo all’aria e mi siedo senza far troppo peso sulla tua schiena assestandoti qualche schiaffo deciso sul sedere, dicendoti che dovrai comportarti bene o non ci andrò affatto alla leggera. Gemi ed annuisci sommessamente, già eccitata. Inizio a levarti i vestiti di dosso con foga visto che voglio arrivare subito al dunque, non abbiamo bisogno di presentazioni e preparativi ormai, la situazione che vogliamo &egrave questa ed io la so gestire bene. Ti spoglio completamente, poi ti afferro da dietro per la nuca e ti avvicino alle mie labbra baciandoti con passione, premendoti verso di me per farti sentire il mio controllo. Mi cade l’occhio sulle tue mutandine inumidite per terra, le raccolgo e te le passo sulle labbra per fartele pulire. Tu cerchi di ritrarti schifata ma, purtroppo per te, la mia presa te lo impedisce e riesco ad infilartele in bocca facendoti assaporare i tuoi stessi umori. Non appena ti lascio un momento per andare avanti con i giochi già ti levi di bocca gli slip contrariata, ma non fai in tempo a lamentarti perché intanto io già mi sono spogliato e torno ad afferrarti la testa per i capelli, portandoti a gattoni davanti a me. Senza mollarti i capelli mi siedo sul divano allargando le gambe e ti accompagno tra di queste, facendoti gattonare come un cagnolino. Tu alzi lo sguardo, fissandomi eccitata con la bocca semiaperta come per chiedermi di fartelo succhiare con foga; sorrido prima di accontentarti, spingendoti con decisione il mio palo gonfio tra le labbra. La sensazione di calore della tua bocca, la tua lingua e la tua saliva a contatto col mio membro, mi mandano subito in estasi ed inizio a muovermi dentro al tuo orifizio con maggior velocità e potenza sollevando lo sguardo verso l’alto per il piacere. Ogni tanto viene a mancarti il fiato e la saliva ti gocciola dal mento, ma io non mi fermo e continuo a premerti la testa contro di me facendoti arrivare il pene fino in gola. Sotto di te, tra le tue gambe, si forma una pozzetta di umori. Violento la tua bocca per dieci minuti buoni, dopodiché ti lascio andare, permettendoti di svuotare la bocca. Ti accasci un attimo stupita di tutta quella foga, riprendendo fiato, e “Ma sei pazzo, vuoi farmi soffocare forse?” mi dici. Io ti rispondo “Hai voluto che comandassi io ed ora te ne prendi le conseguenze” soffocandoti le parole in bocca rimettendotici dentro il mio membro ancora insoddisfatto. Cerchi di ritrarti ma non te ne lascio la possibilità e ti riprendo per la nuca forzandotela contro il mio pube. In realtà &egrave un gesto più rappresentativo che altro, per dimostrarti che sei in mio potere e puoi solamente obbedire, che tu ora lo voglia o no. Ti faccio dare un a decina di pompate ancora prima di lasciarti definitivamente andare per cambiare gioco. Ti faccio quindi alzare lasciandoti riprendere un attimo il fiato e ti porto intanto verso il tavolo al quale, dopo aver preso lo spago, ti lego i polsi davanti al viso. Finito con i polsi passo alle caviglie e le lego divaricate alle due gambe del tavolo modo tale da lasciarti sdraiata su di esso a novanta gradi e col sedere bene in fuori per essere utilizzato a mio piacere; per soddisfare le mie voglie. Mi allontano un attimo ed osservo il mio lavoro, ti divincoli un minimo come a saggiare la resistenza dei nodi; tengono bene e più di tanto non ti muovi. Sto pensando a cosa farti e nel frattempo mi tengo eccitato osservandoti e toccandomi un po’ finché non prendo la prima decisione: prendo la benda tra le cose che avevo preparato prima del tuo arrivo e te la lego sopra gli occhi in modo tale che tu proprio non possa vedere ciò che farò né dietro né davanti a te. Sei sempre più bagnata e mi inginocchio un attimo tra le tue natiche per leccare via tutta quell’eccitazione che sta fuoriuscendo dal tuo sesso. Faccio passare più volte la lingua sulla riga del tuo culetto bagnando entrambi i forellini, e sento il tuo piacere aumentare ad ogni leccata. Mi stacco di colpo e vado a prendere i primi oggetti: il cacciavite dall’impugnatura piccola ed il lubrificante, dopodiché, ti faccio cadere una goccia di quest’ultimo dritta sull’ano, soppeso un attimo il cacciavite, te lo passo sulla riga per tenerti ancora un po’ sulle spine ed infine lo premo sul tuo forellino. Un po’ per via dell’eccitazione ed un po’ per il lubrificante, questo non oppone la minima resistenza e lascia entrare subito il cacciavite piccolo. Lo accompagno con calma dentro il tuo orifizio fino in fondo mentre tu ti lasci sfuggire un gemito di piacere liberatorio sentendoti riempire. Arrivato al restringimento dell’impugnatura l’arnese si incastra nel tuo sedere, dove lo lascio per abituare i tuoi muscoli anali, portandomi intanto davanti a te. Ti trovo ansimante; hai la bocca semiaperta e ciò mi permette di infilarci subito due dita forzandola per giocare un po’. I tuoi occhi sono bendati e non vedi ciò che ti faccio, ma lo senti: levo le dita dalla bocca e mi siedo sul tavolo di fronte a te. Mettendoti i testicoli davanti al viso per farteli leccare ed assaporare, mi masturbo con calma osservandoti e godendomi lo spettacolo. Comprendi al volo la mia volontà e in un attimo tiri fuori la lingua per leccarmi lo scroto da una parte all’altra, mentre compiaciuto, ti accarezzo la testa. Ogni tanto ti passo il membro sul viso, te lo batto un po’ sulle guance sapendo che ti piace sentirlo addosso, e tu, di rimando, apri la bocca per lasciarti fuggire qualche gemito di apprezzamento. Cinque minuti più tardi mi levo dal tuo viso e vado a controllare la situazione dietro: stai gocciolando! Mi accovaccio nuovamente tra i tuoi glutei e rubo con la lingua tutto quell’umore cristallino che ti cola dalle labbra, dopodiché afferro il cacciavite e con decisione lo levo dal tuo sedere. Sussulti, ma la tortura &egrave appena iniziata ed infatti prendo subito l’altro cacciavite, quello di medie dimensioni, e dopo averti rilasciato un’altra goccia di lubrificante sulla rosellina, ora leggermente dilatata, te lo infilo senza complimenti nel sedere che, allargandosi ulteriormente, cede per farlo entrare. Stavolta un poco di male lo senti, ma il piacere del sentirti piena prevale. Arrivato al restringimento dell’impugnatura, ancora una volta il cacciavite si incastra restando con la punta di ferro dritta di fuori; nel contempo il mio amico &egrave tornato a svettare voglioso di entrare dentro di te. Decido di accontentarlo e dopo avertelo passato un attimo sulle grandi labbra per bagnarlo un minimo, te lo infilo dentro al sesso di colpo. Improvvisamente ti ritrovi con entrambi gli orifizi pieni e questo ti fa godere enormemente; io aumento sempre di più l’intensità di penetrazione preso da una foga crescente. Il tuo sedere ormai si &egrave abituato anche al secondo cacciavite, così esco un attimo dalla tua amica per cambiarlo con quello più grosso. Ripeto la stessa procedura col lubrificante, ma stavolta impiegandoci più tempo date le dimensioni maggiori, avendo più difficoltà; fortunatamente alla fine, dopo qualche tua lamentela e dopo aver pensato qualche volta di abbandonare l’impresa, riesce ad entrare e ad incastrarsi nel tuo ano. Questa volta all’inizio ti fa male, e lascio passare un po’ di tempo prima di tornare a riempirti anche il sesso, stimolandoti solamente il clitoride con due dita per aiutarti a rilassare maggiormente la muscolatura. Tempo pochi secondi e ti sei già quasi abituata, ed io torno immediatamente a riempire anche il tuo secondo orifizio, dopodiché vado avanti per un quarto d’ora buono a stantuffarti senza tregua. Sono poche le volte che godi così tanto come ora, ma ormai i muscoli iniziano a farti male, così come l’ano, anche perché effettivamente la posizione non &egrave delle più comode; decido quindi di concludere a breve la tua tortura ma… Ancora devo assolutamente provare una cosa. Esco di colpo lasciandoti però il cacciavite nel sedere mentre mi fiondo in cucina a prendere il ghiaccio che avevo preparato nel freezer. In un attimo torno giù da te coi cubetti e con un catino preso dal bagno per evitare di sporcare in giro. Appoggio per terra tra le tue gambe il catino, incurante delle continue lamentele che escono dalla tua bocca, sul fatto che sei scomoda, il cacciavite ti dà fastidio e che hai male da tutte le parti. Ti chiedi cosa io stia architettando ora, ma non ti anticipo niente, liberandoti semplicemente il sedere dall’arnese che lo occupava, facendolo tornare a respirare di nuovo ben dilatato com’&egrave ora. Il bello arriva subito dopo: prendo un cubetto di ghiaccio e lo spingo dentro al tuo sedere, ne prendo un altro e ripeto l’operazione, e poi faccio lo stesso con un terzo. Inizi a farmi domande, il tuo tono si alza preoccupato non comprendendo questa nuova sensazione da dove derivi e come mai senti tutto questo freddo nell’intestino, ma io non ci bado ed continuo. Subito dopo a quei tre cubetti infilo nel tuo sedere anche il mio membro, iniziando a fare dentro e fuori. La sensazione &egrave completamente nuova, sia per me che per te: sento ad ogni colpo il ghiaccio scorrere dentro di te avanti ed indietro, sciogliendosi poco alla volta per colare quindi fuori, nel catino sottostante. Ma l’acqua che ti esce dal sedere non &egrave l’unica cosa a colare nel catino: anche la tua amica infatti si sta impegnando parecchio a gocciolare umori, come una spugna colma d’acqua quando viene strizzata. In poco tempo ti abitui maggiormente alla sensazione strana e le tue lamentele diminuiscono di conseguenza; il ghiaccio si scioglie e il tuo intestino si abitua al freddo. Riesco a continuare ad entrare ed uscire fino a quando i tre cubetti non si sono completamente sciolti. A questo punto, non avendo la minima intenzione di uscire per venire, ti afferro entrambi i tuoi glutei, li stringo e li allargo bene, ed in pochi colpi concludo l’atto liberandomi completamente nel tuo sedere. Lo so che non ti piace, ma oggi comando io ed &egrave questo ciò che ho deciso per te.
Terminato l’orgasmo con calma levo il mio arnese dal tuo sedere e questo immediatamente rigetta fuori, fortunatamente nel catino, sia il mio sperma che l’acqua ed i rimasugli di ghiaccio che fino a pochi istanti prima si muovevano avanti ed indietro al suo interno. Ti slego e dopo un po’ ti riprendi; ti fanno male i muscoli per la posizione tenuta fino ad un attimo fa, ma &egrave stata una tua scelta e non te ne penti nonostante ai polsi e alle caviglie abbia dei lievi segni lasciati dallo spago. Ti controlli l’ano con una smorfia e lo senti ancora dilatato ed umido, ma mi perdoni (anche se effettivamente non avresti potuto fare altro) avendo deciso tu di lasciarmi comandare. Anche se non ti ha fatto molto piacere ricevere dentro il mio sperma, alla fine ti ho fatto impazzire comunque dal piacere, ed era ciò che volevi; una cosa del genere puoi anche perdonarmela. Sono contento perché ti vedo felice, anche se si vede che sotto sotto stai pensando di dovermela far pagare in qualche modo. Ti ho usata finalmente bene quanto volevi senza darti alternative, ma ho anche fatto cose che non ami; il piacere di essere stata usata prevale e sapendo quanto piaccia anche a me il contrario, decidi di propormi la stessa cosa, così da poterti pure vendicare in un certo senso. Questi tuoi pensieri li tieni per te, dicendomi solamente “La prossima volta ci penso io a te, come tu hai fatto oggi con me. Spero non ci siano obiezioni”. Io vedendo quella tua aria maliziosa e macchinosa, riesco solo a replicare “Non vedo l’ora splendore, speriamo che quel giorno arrivi in fretta!”. Con queste brevi frasi terminiamo col sesso per oggi e ci rilassiamo un po’ rivestendoci con calma prima di salire in cucina per preparare qualcosa da mangiare.

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