Skip to main content
Racconti 69Racconti EroticiRacconti Erotici Etero

Da un gentile amico : la vicina

By 28 Luglio 2016Aprile 22nd, 2020No Comments

un gentile ‘amico’: la vicina.
Si, sono un porco. Lo so e non mi vergogno ,anzi.
Da piccolo ogni occasione era buona per sfogare le mie voglie. Mi bastava una figura femminile, esposta sui giornali che leggeva mamma, per chiudermi in bagno e dar sfogo alle mie pulsioni sessuali. Nulla di strano, solo che mi capitava due/tre volte al giorno. Tutti i giorni.
Mia madre mi diceva: hai delle occhiaie che’ma com’è che sei sempre stanco?
Io sapevo. Lei no.
Ho cominciato verso i dodici anni e sino ai sedici/diciassette mantenni il ritmo giornaliero.
Poi conobbi le femmine.
La prima volta che Maria toccò il mio pisello fu uno sballo. La mia prima figura di m’.
Non superai i venti secondi. Penso che battei tutti i record di velocità di ‘venuta’.
Persino Maria, che era più giovane di me, mi guardò perplessa.
Nel tempo migliorai e crescendo mi formai anche come uomo.
Ai venticinque anni ero un metro e ottantacinque con un discreto fisico frutto dei miei assidui impegni sportivi.
Iniziai a lavorare già l’anno prima della laurea, ed in breve guadagnai in modo soddisfacente.
Ma per quello che interessa ero ‘cresciuto’, molto, nei rapporti interpersonali. La mia dialettica, il mio modo di fare piaceva molto, sia agli uomini che alle donne e ciò mi permise di fare molte esperienze : professionali e non.
Anche il mio approccio alla vita si modificò. Feci mio il conosciuto detto: domandare è lecito, rispondere’. Lo applicai sul lavoro, con gli amici, ma soprattutto con le donne. A quel detto ne aggiunsi un altro, che mi fu raccontato intorno ai miei venti anni: quanti schiaffi, ma quante scopate.
L’applicazione costante dei due metodi , accompagnati certamente da altri fattori personali e materiali(es. disponibilità economica, casa propria, parlantina e sempre disposto a mettersi in gioco, ed altro ancora’.) mi fece fare tantissime esperienze con le amicizie femminili.
Dai ventiquattro anni in poi, ogni giorno, era l’occasione per provare una nuova esperienza .Quasi ogni sera uscivo con una diversa ragazza. Allora non c’erano smartphone o cellulari e per gli appuntamenti, personali o professionali, si utilizzava il telefono di casa o d’ufficio. In alternativa si faceva di persona. Comunque fosse si segnava l’appuntamento sull’agendina di carta.
Bene, avevo l’agendina così piena che per vedere nuovamente la stessa ragazza doveva trascorrere anche un mese. Uscivo con la una ragazza una volta e poi potendola rivedere solo dopo un certo tempo la ‘perdevo’.
Si ripeteva spesso il seguente copione : conoscevo, uscivo, perdevo.
Ero in continua ‘corsa’ come se volessi recuperare qualcosa’
Questo modo di fare mi aveva corazzato il cuore. Mi piacevano, ma non avevo voglia o tempo di innamorarmi.
Le chiedevo di uscire (seguivo un mio clichè consolidato che funzionava abbastanza): se accettava bene, altrimenti avanti la prossima.
Per non rimanere con ‘buchi’ in agenda ‘muovevo’ le richieste in anticipo e non avevo, quasi mai, serate scoperte.
Non è che non prendessi ‘due di picche’; ne ho presi molti, ma non mi scoraggiavo, anzi erano uno sprone.
Ogni tanto per rilassarmi uscivo con gli amici ed anche quando ero con loro, se vi era l’occasione di conoscere’non me la facevo scappare. Ero diventato un predatore seriale.
L’uscita con la ragazza di turno era standard in funzione del tempo a disposizione: la serata, il giorno intero,’,ma doveva concludersi nel letto. Nel mio letto. Era questo l’obiettivo che mi prefiggevo. Se non riuscivo, a conclusione della prima uscita, rinunciavo. Non avevo tempo da perdere. C’erano opportunità infinite.
Mi dicevo e dicevo: ho voglia; se hai voglia anche tu bene, altrimenti amici come prima.
Non so come sia ora. Allora ,eravamo nei mitici anni che seguirono il sessantotto . Vi era libertà e voglia di vivere in molti sensi e non si conosceva l’aids (il preservativo lo utilizzavo per altri fini, poi vi dico).
Se si riusciva a toccare la ‘motivazione’ giusta era la ‘felicità’ per entrambi.
Ho fatto,( abbiamo fatto) sesso completo, alla prima uscita, quasi con il cinquanta per cento delle ragazze. Non male. Furono anni fortunati e piacevoli.
Nel rileggere mi sembra di esagerare nello scrivere certe cose, ma era la mia realtà di allora.
Ho amiche ,di allora, che avevano un comportamento a specchio del mio. Sempre alla ricerca del divertimento e se capitava’.non si tiravano indietro . Certo non lo pubblicizzavano.
Poi la mia vita cambiò e mi innamorai, ed adesso sono un marito e padre felice, ma questa è un’altra storia.
Allora non mi limitavo al solo sesso. Lavoravo .Facevo sport . Bevevo e fumavo.
Con gli amici le ‘canne’ erano d’obbligo. Ero curioso : facevo attenzione, ma non mi sottraevo a nuove esperienze.
Durante le vacanze lunghe viaggiavo per altri continenti. Nei week end lunghi visitavo l’Europa. Insomma ,mi godevo con ingordigia la vita.
Conoscevo nuovi paesi, modi diversi di pensare e di vivere e nuove donne. E continuavo ad imparare..
‘Scivolai’ anche. Provai la cocaina. Stupendo, ma pericolosissima. Se ci entri è difficile uscirne. Fui fortunato.
Provai, più volte, i funghi allucinogeni. Mi diedero le esperienze più forti dall’inconscio. Mai più’.ti distruggono.
Feci sesso a tre (due donne). Interessante, ma dispersivo. Sono un tradizionale.
Il sesso anale? Non mi fa impazzire. Si, ti dà l’idea del possesso completo , ma nulla di più.
Imparai ad utilizzare i vibratori per il piacere femminile ed altro ancora.
Non sorridete: imparai ,e mi servì’ in diversi contesti, a parlare benissimo l’inglese.
Stop.
Descrittavi un po’ della mia vita passiamo alla vicenda che voglio raccontarvi.
Con i miei genitori, da ragazzo, vivevo in una villetta in periferia. Tanto verde. Aria buona e tanta serenità.
Ricordo i miei vicini: due fratelli ed i loro genitori.
I fratelli erano più giovani di me. I nostri confinanti giardini erano separati da una siepe che scavalcavamo per giocare insieme. Avendo difficoltà Giorgio, il fratello più piccolo, a saltarla, quasi sempre ero io ad andare da loro.
Il loro papà lavorava e rientrava la sera tardi; la mamma faceva la casalinga come la mia. Sotto il suo attento sguardo giocavamo in giardino, sia prima delle scuole elementari che poi.
Ricordo che quella giovane signora, mamma dei miei amici, mi piaceva. Era sempre gentile con me. Sempre vestita bene e a rimembrare, da piccolo, mi dava l’idea della dolcezza e serenità. Ci riempiva di attenzioni e le sue merende erano la nostra felicità.
Ero piccolo e ciò che vedevo in lei era solo gioia e mi piaceva starle vicino.
Quando cominciai ad avere i primi ‘pruriti’, che vi ho raccontato, cominciai a farmi le prime domande e considerazioni sulle femmine in genere e sulla mamma dei miei amici.
Come è bella. Quanti anni avrà? E pian piano le domande e considerazioni crescevano. Che viso dolce. Che bel culo. E le tette? Sarà una seconda o una terza? Chissà che cosa porta sotto il vestito? Come le modelle dei giornali?
Mi piacerebbe baciarla.
i miei pensieri ‘crebbero’ e nel buio della mia cameretta ,comodamente disteso sul letto ed attento che mamma non comparisse all’improvviso, mi feci la prima sega pensando a lei.
La visualizzavo nella mente : il viso sorridente ;i suoi lunghi capelli biondi (o quasi);il suo muoversi indaffarata .
La vedevo come in un sogno.
Durante le merende, nella loro casa, sbirciavo le sue gambe. Quando si sedeva accanto noi aspettavo il momento in cui accavallava le cosce. Quel naturale movimento era per me estremante erotico; in quei pochi attimi intravedevo (sognavo) qualcosa di irraggiungibile .
Sognavo di stringerla tra le braccia e il mio sogno era accarezzarle quelle due montagnole che si spingevano in fuori sul suo corpo.
La vedevo come una particolare sorella maggiore. Aveva dodici anni più di me.
Gli anni passarono ed ormai grandicello andai alle ‘superiori’ e poi all’università e pur incontrando ogni tanto i fratelli , non avevamo più la frequenza di prima.
Come dicevo da adolescente diventai ‘uomo’. Lei per me rimase sempre uguale. Solo io ero cresciuto.
Quando adesso avevo l’occasione di vederla la guardavo con occhi e voglie da uomo con gli ormoni che giravano a mille.
In estate i miei genitori si trasferivano nella nostra casa al mare lasciandomi solo e libero da ogni incombenza familiare. Era per me un bel periodo. La mia casa diventava un ostello della gioventù e di rilassamento e soprattutto ogni momento era buono per ‘incontrare la mia vicina’.
Se attraverso la finestra la vedevo in giardino mi inventavo una scusa per andarci anch’io. Così avevo l’occasione per salutarla e spesso ,attraverso la siepe, chiacchieravamo. Lei mi raccontava ,molto, dei figli sempre in giro e un po’ di Giovanni, il marito.
Si era sposata molto giovane ed il primo figlio giunse presto, poi il secondo seguì qualche anno dopo e decisero che due figli fossero sufficienti.
Io cercavo di essere simpatico e disponibile e ‘curandola’ ebbi l’occasione di incontrarla spesso. Per me era un piacere e questo piacere diventava la base delle mie fantasie erotiche.
A volte, prima di rendermi visibile, la spiavo dalla finestra e mi soffermavo sulla sua figura facendo correre la mente.
Quando indossava una aderente mini attendevo con impazienza un suo piegamento per strabuzzare gli occhi alla vista del culetto che tendeva la gonna.
Nei giorni particolarmente assolati aveva l’abitudine di prendere il sole, in bikini, sul retro della casa per non essere visibile ai passanti, ma lo era per me. Le sue esposizioni non duravano molto, ma erano sufficienti perché la mia mano corresse sull’uccello dandomi il giusto godimento. In attesa di’.meglio che niente.
Ebbi anche l’occasione, incontrandola per strada, di accompagnarla a casa con la scusa di aiutarla a portare le ‘pesanti’ borse della spesa.
Mi piaceva stare con lei. In quelle occasioni , giunti alla sua casa, mi offriva da bere e ciò mi permetteva di entrare in sintonia e conoscerla meglio.
Sapeva di pulito. Mai sofisticata, ma sempre piacevole. Una dolcissima e bella signora.
Avevo ventotto anni; ero in grado di comprendere le sue bellezze sia le ‘personali’ che fisiche. Per quelle fisiche posso dire che senza essere appariscente era una bella femmina. Per le altre era da ammirare . Insieme sollecitavano sempre più i miei bassi istinti
Aspettavo l’occasione propizia’..che arrivò.
La nostra reciproca conoscenza si era approfondita e lei mi chiedeva dei miei genitori e di come mi arrangiassi, in loro assenza, per il mangiare e le faccende di casa.
Io le dicevo che non erano tutte rose e fiori ,ma che in fondo era una esperienza piacevole poichè mi permetteva di invitare a casa gli amici tutto le volte che volevo e di fare quello che volevo senza il ‘controllo’ dei miei.
Ad arte le dissi che il mio ‘cucinato’ non era il massimo e che a volte avevo nostalgia della cucina di mamma. Ma, dicevo: non si può avere tutto. Speravo che’
Non mi chiese mai ,era molto discreta, delle mie cose intime’.fidanzata, guadagni o altro. Domandava con cortesia ed attenzione e lo stesso facevo con lei.
D’altra parte anch’io venni a conoscenza di alcuni aspetti della sua vita: di come trascorreva le giornate , degli impegni dei figli e del marito.
I figli, ormai anche loro adulti, vivevano lontani da casa, anche se insieme. Erano a Bologna . Uno ,il più giovane, lavorava; l’altro stava facendo l’università.
Il marito faceva l’informatore tecnico/scientifico per prodotti medici legati all’oculistica. La sua zona operativa era la Lombardia e di tanto in tanto, quando aveva più appuntamenti lontano da casa, per evitare il disagio dell’avanti ed indietro, si fermava a dormire fuori.
Quando rimaneva sola , la sera, non cucinava, preferiva qualcosa di veloce per dedicarsi solo a se stessa.
Un tardo pomeriggio, chiacchierando, seppi che quella sera il marito non sarebbe rientrato e che sarebbe stata sola. Mi disse che era stanca di mangiare o non mangiare le solite cose e, vista la mia continua esperienza, se avevo qualcosa da suggerirle.
Colsi la palla al balzo e con la faccia da tolla che mi ritrovo le dissi(ci davamo del lei): perché non mi invita a cena? Sono disperato. A forza di mangiare le mie schifezze mi è venuto il mal di stomaco. Lo dissi e poi mi scusai per la mia maleducazione. Che non importava ..che se non poteva ..capivo.
Con il mio modo di fare la presi in contropiede . Per non fare brutta figura disse che non ‘c’era problema e che ,per evitare malintesi, l’avrebbe detto al marito.
Il non si sa mai era ben presente nella sua cultura.
Avrebbe preparato qualcosa di leggero e ci saremmo fatti compagnia .Sarebbe stata una serata diversa.
Le dissi: al vino ci penso io, grazie. A che ora posso’?
Mi dia il tempo per preparare qualcosa. Alle nove va bene?
Ottimo alle nove.
Trascorsi le due ore che mancavano all’appuntamento per prepararmi al meglio e per pensare’.
Doccia. Mi rifeci la barba. Indossai indumenti puliti e freschi. Mi procurai la giusta bottiglia di vino ed altro.
Puntuale alle nove, con il mio zainetto in spalla, una bottiglia di pregiato vino rosso in una mano ed un bellissimo mazzo di fiori nell’altra mi presentai alla sua casa.
Facendo un po’ di casino riuscii a premere il campanello. Loredana(il suo nome) mi aspettava poiché comparve quasi subito alla porta di ingresso facendomi entrare.
Non appena entrai le dissi porgendoli : questo è il vino per noi e questi sono per lei.
Mi ringraziò dicendomi che non dovevo, che erano molto belli. Le piacquero.
La tavola era già ‘apparecchiata’ e le pentole ‘andavano’ sul fuoco. Nell’attesa stappai la bottiglia e versai il prezioso liquido nei bicchieri preposti.
Mentre lei era affaccendata alla cucina ed io comodamente seduto si parlava. Mi disse cosa stava preparando e che aveva sentito il marito dicendogli dell’invito e che Giovanni le aveva detto: almeno hai un po’ di compagnia e salutatolo per me. Io ricambiai e poi ricominciammo a parlare del più e del meno.
La pasta era pronta. Era al sugo, ed un piacevolissimo profumo ‘invadeva’ la cucina. Aveva preparato anche un leggero antipasto ed anche un secondo. Inoltre mi disse che c’era del gelato in frigo.
Le dissi che per me tanta abbondanza era come se fosse un pranzo di nozze.
Quasi su scusò e mi venne da sorridere. Infine ,finalmente ,anche lei si sedette a tavola ed iniziammo la cena.
Non lo sapeva. Nel suo bicchiere con il vino avevo messo del buon ‘libano oro’. Pur mixato con il cibo, tempo un’ora, con la prima digestione avrebbe fatto il suo effetto e ””’
(cos’è il ‘libano oro’? Wilkipedia )
Terminò l’antipasto, il primo, il seconda ed anche il gelato.
Fu una deliziosa cena.
Parlammo. il vino ,il cibo e la mia, scusate, dirompente simpatia fecero effetto e la serata evolse con simpatia e piacere. Passammo ,senza quasi rendercene conto, dal lei al tu. In realtà fu lei, ad un certo punto a dirmi: dammi del tu , ci conosciamo da tanto e poi mi fai sentire vecchia con il lei.
La cena terminò ed mi offrii di lavare i piatti.
Non me lo permise. Disse che era abituata, in casa, a fare tutto lei. Al marito il mantenimento della famiglia ; a lei la ‘casa’.
Allora le dissi: fammi almeno sparecchiare, altrimenti mi sento inutile.
Me lo concesse.
Sparecchiai e lei mi aiutò, poi lei lavò piatti e stoviglie.
Mentre lavava io stavo seduto e parlavo con lei, ed avendola di spalle la potevo guardare senza alcun impedimento.
L’intero corpo mi piaceva, ed in particolare il culo . La posizione, leggermente piegata sul lavello, le faceva tendere la gonna evidenziando i suoi profili.
Quel vedo non vedo, l’immaginare cosa fosse nascosto sotto quel tessuto, mi faceva drizzare il coso.
Pensavo: come sarebbe stato bello’e la tentazione di poggiargli sopra la mano era tanta
Per ‘prepararmi’, le chiesi se potevo accendere la tv che c’era un programma che mi interessava.
Era falso ,ma serviva’
Lei disse: fa come fossi a casa tua. Vai in sala, intanto finisco di lavare e ti raggiungo.
Sapevo che era questione di minuti poi i segni del ‘libano’ si sarebbero manifestati: parola sciolta e pensieri a ruota libera. Riflessioni ad alta voce senza censure. Voglia di sorridere e di piacere. Stordimento e benessere insieme. Capacità di reazioni fisiche: lente e limitate. Tutto e niente poteva realizzarsi. Ciascuno ha le sue reazioni.
Andai in sala e ,tra il divano e la poltrona, scelsi di accomodarmi sul divano.
Attesi qualche istante per essere certo di non essere disturbato poi, rassicurato, estrassi dalla mia borsa un dvd e lo inserii nel l’apparecchio collegato alla televisore.
Presi anche una telecamerina per riprendere e la orientai verso il divano
Tornai al divano e attesi ansioso, mentre mi sorbivo uno sciocco spettacolo televisivo dove ‘ le letterine di turno’ evidenziavano la propria mercanzia: bel visino ,tette, culo e gambe.
Mi dicevo: certo, questi programmi sono ridicoli, ma hanno un audience incredibile allora vorrà dire che è quello che vogliamo.
Un bel casino di parole per dire: è quello che ci meritiamo.
Non sentii più lo scorrere dell’acqua. Doveva aver terminato ed infatti, dopo poco, sentii i suoi passi.
La accolsi con un sorriso: ben arrivata. Tutto a posto?
Mi disse di si mentre mi spostavo per crearle spazio sul divano. Guardò la poltrona, ma si accomodò al mio fianco.
Guardò la tv e mi disse: non pensavo ti interessassero questi programmi’.
Le dissi che solitamente non li seguivo ,ma che in quel programma vi era come ospite un mio amico che sicuramente mi avrebbe chiesto se mi fosse piaciuto, ed allora per amicizia e per evitare malintesi ,a malincuore dovevo’.
Disse : ah
Si sedette al mio fianco e guardò anche lei il programma.
La curavo. Stavo aspettando il suo’ sconvolgimento’. Pochi minuti. La vidi rilassarsi e piegare il capo. ‘Seguiva’ la tv ,ma l’occhio non brillava. l suoi pensieri vagavano ed aveva un sorriso beato sul viso Era arrivato il mio momento.
Mi avvicinai a lei. Sentivo il calore del suo corpo.
Le poggiai la mano sul ginocchio aspettando una reazione che non avvenne.
Era giunto il primo momento. Premetti il tasto che collegava la funzione dvd al televisore ed il relativo filmato si attivò. Apparve , a tutto schermo , il viso di una bella signora, coi lunghi capelli biondi, che stava facendo uno splendido pompino. Era un primo piano e ben si vedeva come le sue labbra avvolgessero un duro cazzo e scivolassero in basso , sul suo tronco, per poi risalirvi lasciandovi una traccia di umido.
Era una fellatio eseguita ad arte. Non c’era fretta o improvvisazione. Era un movimento costante che, dall’alto in basso e viceversa, avrebbe reso felice chiunque.
La guardai. Seppur non vigile si era resa conto del cambiamento ‘televisivo’ ed i suoi occhi avevano ripreso una qual lucidità.
Disse: ma cosa succede? Che cosa fanno vedere?
Io: mah , la tv di oggi’.sarà un contatto ..
Lei non disse altro; rapita da quanto stava vedendo.
In quei momenti la bocca ‘televisiva’aveva intrapreso un cammino discendente che arrivava alla base del cazzo. L’intero uccello era sparito alla vista per poi ricomparire piano piano al risalire della testa di lei.
Loredana, quasi parlando a se stessa: non è possibile? Come è possibile?
Aveva uno sguardo intenso, catturato’
Parlai: è solo questione di pratica.
Lei: no, no, è impossibile e continuava a guardare.
Qualche istante e feci calare il braccio più in basso sino all’orlo della gonna. Presi l’orlo e lentamente sollevai la gonna portandola sopra le ginocchia.
Aveva delle calze chiare. Temevo che fossero collant ,purtroppo avevo ragione.
Lei non faceva caso a quanto accadeva . Era ‘catturata’ dal filmato, ma quando sentì la mia mano in grembo con voce sorpresa disse: Giovanni, ma cosa fai?
Giovanni? Mi aveva chiamato Giovanni, ma Giovanni è il marito. Il mio nome è Lorenzo.
Colsi la palla al balzo. Se voleva, pensava, che fossi il marito meglio. Meno ostacoli.
Lory (così avevo sentito il marito chiamarla) a vedere mi è venuta una voglia che ”. Era chiaro cosa.
Mi sbottonai la patta e con fatica estrassi portandolo a vista il mio uccello già duro. La sua vicinanza ed il filmato avevano prodotto il giusto effetto.
E dissi : guarda se non è vero
Lei tolse l’attenzione alla tv è guardò il mio uccello.
Oh Giovanni’. E’ vero, ma’..ma cosa ti prende? Non hai mai fatto così.
Si è vero, non so, ma ‘prendi. Approfittai del momento e le presi una mano portandola sul mio cazzo.
La sua morbida mano circondava il mio cazzo e la spinsi, guidando la sua mano ,ad una lenta sega.
La mano era asciutta e delicata. Già solo il tenerla a contatto dell’ uccello mi procurava piacere .
Pensate cosa provai quando mi accorsi che non aveva più bisogno del mio aiuto. Lasciai la sua mano che continuò a segarmi.
L’inizio non era male.
Portai il mio viso a contatto del suo premendo le mie labbra sulle sue. Quello che agognavo da anni si stava verificando. Le aprii le labbra con la lingua e venni a contatto della sua. Non era timida . La sua lingua mi attendeva.
Mi parve morbida e le mie papille gustative mi dicevano che era gustosa .
Finalmente le nostre lingue giocavano tra loro dandomi ulteriore eccitazione. Spingevo la bocca contro la sua che ricambiava.
Giocavo con la sua lingua. Gliela succhiavo. Mi ritraevo e le ingiungevo di seguirla nella mia bocca. Gliela feci rimanere nel vuoto e la toccavo con la mia.
La sua mano non mi lasciava’.
Volevo fare anch’io qualcosa per lei, ma non ero in una posizione comoda.
Allungandomi, con fatica, riuscii a mettere la mano destra in mezzo alle sue cosce . Da sopra le collant le accarezzavo l’incavo tra le gambe e premevo a toccarle la figa spingendo le collant tra le grandi labbra.
Lei aveva allargato le gambe favorendo il mio movimento e sentivo che le piaceva quanto facevo.
Le nostre lingue producevano saliva per tre.
Ma la situazione era complicata. Dovevo fare il contorsionista e ciò non favoriva nessuno dei due. Non potevo fare bene le due cose: o la baciavo o l’accarezzavo.
La sua mano non aveva lasciato il mio uccello, ma anch’io volevo fare qualcosa di bello .
I preludi erano giusti, ma non potevo perdere opportunità migliori.
Mi spostai avendo cura che la sua mano non lasciasse l’ormai durissimo appiglio.
Chinai il viso portandolo sul collo . Un sottile, delicato, profumo permeava e non potei esimermi dal dargli leggeri bacetti per poi passare a più intense leccate. Doveva essere una delle sue zone erogene poichè piegò il capo per favorirmi. Adesso avevo più libertà ed osai.
La mia mano si mosse e raggiunse luoghi inesplorati, da sotto la gonna raggiunse l’elastico delle collant e passandoci sotto raggiunse il bordo superiore degli slip.
Non mi fermai e finalmente raggiunsi la meta. Sentii dapprima i morbidi peli del pube ed un istante dopo era tra le sue labbra intime. Ero già con due dita ‘ad aprirle.
Loredana era eccitata. Il suo ‘bagnato’ lo dimostrava. Scivolai in lei e nei suoi umori .
Spinsi le due dita dentro e le ruotai cominciando il noto movimento. Un silenzioso siii uscii dalle sue labbra.
I miei movimenti non erano aiutati dalla presenza delle collant, ma qualcosa di bello facevo poiché lei continuava a dire: si, si, si
Sentivo le dita bagnate e godevo nel sapere dove esse fossero.
Rimasi nella sua passera osservando con attenzione i suoi movimenti. Non volevo godesse prima di’
Adesso muoveva il bacino venendo incontro le mie dita. Sembrava stesse scopando.
Io restavo attento che lei restasse eccitata, pronta.
Le dissi: Lory guarda la tv.
Istintivamente girò la testa e guardò.
Il pompino stava continuando ed io:Lory’.. prova!
Cosa?
Si. Lory:come fa lei’
Giovanni sei pazzo, non è possibile.
Prova ‘sottrassi le dita alla sua passera e con la mano le spinsi la testa al mio uccello.
La sua mano continuava ad impugnarlo quando la sua bocca si impossessò di lui. Il primo approccio fu titubante. Qualche bacetto poi qualche leccatina.
La esortai: fallo bene.
Saltò qualunque preliminare .Apri la bocca e lo accolse tra le labbra iniziando un gustoso, per me, pompino.
Lei non so cosa stesse vivendo. Aveva gli occhi chiusi.
Pochi secondi ed aveva raggiunto il suo massimo livello di profondità del pompino . Oltre metà del mio uccello era ancora fuori dalla sua bocca Andava su e giù ,ma null’altro.
La richiamai: Lory’come lei.
Lei guardò stranita il pompino televisivo. Quell’uccello che spariva completamente nella bocca della donna.
Forse si chiedeva come faceva? Come fare?.. Come..?
Le dissi: piano . Fai con calma. Rilassati e rilassa la gola. Un po’ alla volta.
Sposta la mano. Giù sotto le palle. Accarezzale.
Mi guardava con occhi supplichevoli e un pò alla volta, con fatica, con qualche sintomo di rigurgito, ma con la volontà di riuscirvi, cominciò a calare la bocca.
Ad ogni discesa cercava di conquistare sempre più. Raggiungeva un nuovo punto e si fermava. Tornava su quel punto più volte, poi cercava di andare più giù.
Seguendo questa tecnica riuscì e finalmente il mio uccello scomparve interamente nella sua bocca. Finalmente le sue labbra erano poggiate sul fondo e non vi era altro da ‘ingoiare’.
La stoppai.
Fermati. Respira con il naso.
‘Guardavo’ il mio uccello che non vedevo. Era tutto nella mia bella signora. Lo immaginavo nella sua gola e gioivo ad essere stato io il primo.
Quando si fu abituata alla sua presenza in gola lentamente risollevò la testa facendolo uscire, ma poi lentamente ‘dischiuse bocca e gola’ facendolo nuovamente scomparire in lei. Ormai non vi erano più ‘ostacoli’. Ogni ‘discesa ‘ si completava con lo sparire del mio intero uccello, che tornava completamente alla vista durante la risalita sino a che le sue labbra non si ricongiungevano, quasi, sulla punta.
Aveva preso gusto dalla conquista. Adesso si comportava come quella in tv.
Tutto dentro. Tutto fuori. E continuava così.
Io dovevo prendere una immediata decisione. Non potevo reggere molto a quegli stimoli.
Venire nella sua gola o rimandare?
Troppo tardi gli stimoli dalle succhiate mi avevano portato a un punto di difficile ritorno
Mi lasciai andare.
Siii troia . Prendilo.
Le misi la mano sulla testa impedendole la risalita e sborrai direttamente nella sua gola. Gioii.
La tenni premuta su me sino a che tutto il mio sperma non fu tutto emesso. Non una goccia ne fu dispersa.
Fu una goduta di cazzo e di testa. Poi la lasciai libera.
Sollevò velocemente la testa aspirando a piena bocca. Mi accorsi che premendole la testa l’avevo portata alla soglia del soffocamento.
La rassicurai: calma. Sei stata bravissima. Stupenda e la baciai. Le nostre lingue si unirono e sentii per la prima volta il sapore del mio sperma in lei. Sapore di pesce?
Giovanni.(insisteva con il nome del marito e cominciavo ad esserne un po’ geloso).
Hai visto Giovanni? Ci sono riuscita. Ti è piaciuto?
Si amore sei stata fantastica.
Ma Giovanni….perché mi hai detto troia ?…
No amore, hai capito male, andiamo sul letto.
Lei si alzò dal divano mettendosi a posto collant e slip.
Conoscevo da lungo tempo la disposizione delle camere. Per mano la portai alla loro camera da letto.
Era una bambola in ‘bambola’. Volevo da lei le migliori porcherie e poi, poi si vedrà.
La tenevo vicina ed ad ogni passo mi fermavo per baciarla ed unire la mia lingua alla sua. Continuavo a toccarle il culo. Mi piaceva la sua consistenza, ma la mia ‘sete ‘ spaziava. Quel culo sarebbe stato presto mio.
La gonna era ricaduta nella posizione originale e camminando la risollevai per ‘sentirla’ più vicina. Lei non disse nulla. Era già abituata così’ ? Quasi sospettai non fosse tanto ingenua, ma’?
Avevo bisogno di ricaricarmi ed avevo tempo da dedicarle.
Entrammo in camera da letto e mentre poggiavo con una mano la funzionante telecamerina sul comò di fronte al letto con l’altra sostenevo la sua ‘caduta’ sul letto.
E’ distesa. Sul letto le gambe le cadono nel vuoto. E’ confusa ed eccitata.
Le allargo le gambe e la gonna torna verso l’alto lasciando in mostra quelle antiestetiche collant.
Guardo gli slip in trasparenza. C’è nulla di più brutto?
Faccio per toglierle le collant quando lei mi interrompe: Giovanni, cosa mi fai?
Adesso aveva rotto con sto’ Giovanni.
Lorenzo; il mio nome è Lorenzo . Come fare a ‘?
Le dico: amore ,adesso facciamo un bel gioco e per cominciare chiamami Lorenzo.
Ma come?
Si hai capito bene :chiamami Lorenzo. Facciamo finta tu abbia un amante di nome Lorenzo e che in questo memento tu sia con lui. Lo so che non è vero. Non mi tradiresti mai. Ma è solo un gioco.
Lei ancor più confusa: non capisco ,mi sembra strano ,ma se vuoi tu. Hai detto Lorenzo? E ripetè il nome ad alta voce come ad imprimerselo nella mente.
Attende qualcosa da me.
Sono indeciso. Penso: deve partecipare di più.
Le dico :il gioco è cominciato.
Sei con il tuo amante. Vuoi farlo impazzire. Alzati e spogliati lentamente. Fallo come fosse uno striptease. Fallo come vuoi tu.
Mi guarda. Un sorriso sulle sue labbra. Che sia un suo sogno che si avvera?
Vuoi vedere che sia più porcella di quanto sperassi?
Non si alza dal letto ma si inarca e si slaccia la gonna in vita facendola scendere .Scalcia e la manda lontano.
E le collant?
Le collant sono ancora li, ma un attimo dopo non ci sono più . E’ abile e veloce. Ha ripetuto l’operazione della gonna . Adesso indossa solo dei ridotti slip bianchi che sono diventati incantevoli ed attrattivi.
Attendo gli sviluppi.
Si sfila il maglioncino che caccia per aria. Mi fa un sorriso malizioso; slaccia lentamente, bottone per bottone, la camicetta lasciandomi intravedere il coordinato reggiseno bianco.
E’ incantevole.
La leva e le fa ‘seguire’ il maglioncino.
Porta le mani al seno coprendo il reggiseno. Fa la pudica?
No. Lo toglie. Prima ne fa uscire le tette e poi lo fa uscire dalla testa senza slacciarlo.
Per un attimo copre i seni nudi poi si mette seduta e con mossa elegante a gambe unite fa cadere dal letto gli slip.
Faccio per muovermi.
E’ entrata nella parte, muove la testa per dirmi no. Non muoverti.
Si lascia cadere nuovamente sul letto. Porta le mani alle tette, (avevo ragione sono una seconda abbondante, non di più) e le spinge in alto verso il viso. Il suo sguardo è rivolto a me.
Poi lentamente come una ginnasta solleva le gambe e le allargo. La sua lingua fa capolino tra le labbra. Mi si sta offrendo.
E’ una ‘strafiga’.
In rapida successione guardo cosa mi viene offerto: figa, tette, labbra. Tutto.
Non posso resistere alla muta concessione.
Invasata mi levo gli indumenti e come un lupo affamato mi butto sulla indifesa preda.
Sento odore di sesso.
Mi stendo su lei. Infilo il corpo tra le sue gambe. Il mio uccello è sulla sua pancia. La bacio . I suoi capezzoli mi guardano maliziosi . Sembra mi aspettino e non posso sottrarmi.
Li catturo con lingua e labbra. Sanno di salato . Lory mi accarezza la schiena. Li succhio ed adesso sono belli irti ed un po’ rossi. Posso prenderli tra le dita e provocarli con attente strette.
Lory mi dice: non farmi male.
Sono allupato ed affamato come un lattante e mi godo i suoi capezzoli e le sue tettine. Intanto infilo la mano sotto il mio corpo e le cerco la passera. Un mio dito le ha già allargato senza fatica le basse labbra e si è messo in lei. E’ bagnata. E’ eccitata???
Giovanni(ancora?): cosa hai oggi?
Non rispondo continuo a succhiarle i capezzoli e a toccarla intimamente. Adesso uso due dita. Le appoggio sulla clitoride. La tocco ed inizio una leggera masturbazione. Lei sussulta. Un gemito di piacere. Apre la bocca . Mi sollevo. La bacio nuovamente. Le bocche unite e le dita in figa.
La lascio. Le sottraggo bocca e dita e mi rialzo parzialmente.
Si sente defraudata di qualcosa, ma è pronta per me..
Mi sembra di sentire il suo profumo di femmina.
E’ femmina.
Ha un corpo delizioso da ‘profanare’.
Rivedo le tettine, gli irti capezzoli. Il viso e gli occhi sono rivolti a me. I lunghi capelli le fanno da piacevole contorno. Ha una leggerissima pancetta che non disturba; sicuramente è frutto delle due maternità perché il resto del corpo non mostra cellulite o simili.
E’ una pancetta che attira e ti invoglia al sottostante. La passera è un po’ nascosta alla mia vista, ma il pube è coperto da un curato, biondo, cespuglio. Le gambe sono lunghe e toniche. Il culetto è solo ipotizzabile, ma c’è tempo’.
Mi sembra di essere un macellaio che sta facendo la revisione della mucca da comprare.
Mi sposto.
Le dico : allarga le gambe fammi vedere.
Ma Giovanni( ci rinuncio, mi chiami pure Giovanni poi’.)’pronunciando il ‘mio’ nome esaurisce la sua protesta. Sta vivendo una nuova esperienza.
Le dico :allarga di più le gambe. Su le ginocchia verso l’alto. Voglio vedere bene la tua passera.
E’ forse un po’ stupita ,ma fa ciò che le ho chiesto.
Vedo bene la passera . Nulla di nuova: è una passera come le altre. Che mi aspettavo ?che fosse di traverso? Aperta? Particolare?
E’ più o meno come tutte le altre.
Passo un dito all’interno a mostrarmi la sua rosea intimità . Lory ha un fremito e si spinge verso le mie dita.
Apro bene le ‘labbra’ e mi piego. Metto la lingua tra esse e la spalmo al suo interno. Voglio inebriarmi della sua essenza.
Lei :uhh Giovanni; che fai? Non rispondo continuo.
All’inizio non collabora ,ma la mia lingua lavora e non mi sorprendo quando sento le sue mani sulla mia testa. Mi sa tanto che vorrebbe spingere la mia testa dentro lei. Le piace.
Sostituisco la lingua con un dito ,poi due e poi tre. Le ruoto, allargo il foro d’entrata. E’ un lago.
Le prendo la clitoride tra le dita e la strizzo un pò.
No, nooo, mormora.
Lascio e torno con dita e lingua’. Voglio sentirla gridare dal piacere. Deve venirmi in bocca. Voglio bere il suo piacere.
Non ne può più. Si agita, geme.
Metto una mano sotto lei. Inserisco l’inizio di un dito all’ingresso del forellino anale. Lo muovo leggermente e mi faccio un pò di spazio, poi mi addentro con attenzione.
Il tunnel fa resistenza; è stretto.
Alza la testa, mi guarda : No Giovanni, mi fai male’Abbiamo già provato’nooo
Non desisto. Insisto. Piano,ma mi addentro.
Giovanni. No. Non così.
Intensifico la leccata di figa e lei con un sospiro , mentre dice no, spinge il pube contro il mio viso.
Sforzo il passaggio e la nocca supera il punto di restrizione .Il resto segue naturalmente. (Sto facendo le prove per qualcosa di più importante).
Le dico : amore è dentro. Amore ,hai un dito nel culetto.
Adesso vieni. Vieni.
Le muovo il dito su e giù nel culo. Lo muovo per catturare nuove profondità e nuovi spazi. Intanto ho la lingua fusa nella sua passera.
Ci siamo.
Si agita.
Vengo. Sii amore’vengo. Si inarca contro il mio viso.
Ohh e mi viene in bocca. I suoi liquidi mi invadono il viso mentre continuo a leccare . . strofina la passera contro il mio viso. Vorrebbe di più.
Sono impregnato dei suoi umori.
Mi piacciono. Sapore di femmina.
Ha goduto.
Ha provato un fortissimo orgasmo e sono stato io a provocarlo. ( si ricorderà)
Sposto il capo lasciando che la telecamerina riprenda bene la sua figa appena ‘orgasmata’.
Risalgo il letto e mi metto al suo fianco. La bacio. La sua lingua cattura i suoi umori. Li scambiamo.
E’ un altro appassionato bacio. Mi dice : è la prima volta’è stato bellissimo e mi riprende la lingua.
E’ tutto nuovo.
Si stacca.
Giovanni cosa mi hai fatto? Stavo morendo .
Ti è piaciuto?
Si…tanto.
Mi è piaciuto vederti godere . Ti ho fatto male nel culetto?
Solo un po’.No. E’ stata più la paura. Lo sai non ho mai voluto . Ho sempre avuto il timore di sentire troppo dolore, ma per fortuna, non è stato così.
Dimmi la verità: ti è piaciuto sentire un dito nel culetto?
A pensarci si . E’ stato un qualcosa di diverso. Mi ha dato una scossa. Ma penso sia stato tutto insieme che mi ha fatto’..
Amore possiamo provarci davvero? Mi piacerebbe ‘Starò attento.
Guarda e’ le mostrai il mio cazzo duro dicendole con un sorriso: vuole conoscerti meglio. Vuole qualcosa di nuovo anche lui.
Mi guarda come non capisse, ma capisce.
Voglio il suo culo.
Giovanni, ma’
Amore ..se senti male mi fermo. (So di essere bugiardo, ma il fine giustifica..)
Girati amore.
E’ titubante, ma si gira. Ora è prona. Il suo culetto mi guarda.
Mi prendo il giusto tempo. Tocco quelle splendide sfere e la serica pelle. La sollevo un po’ facendole divaricare le gambe. Mi piace vederla esposta. Mi mostra le sue intimità. Emanano profumo e calore. Sono li che mi attendono.
Lory è tesa.
Tendo ad un approccio ‘morbido’. Mi infilo tra i due globi con bocca e naso. Mi inebrio dei profumi. La mia lingua impazzisce tra un buchetto e l’altro.
Lory si sta rilassando lo vedo dal ‘cedimento’ della schiena.
Continuò così fino a quasi stancarmi. Poi mi dedico solo al suo ano.
Vedo la superficie increspata ed il suo diverso colore. Mi aspetta.
Non voglio trascurare nulla per questa prima volta e poi voglio la collaborazione di Lory. Che sia una cosa condivisa.
Mi dedico solo al culetto. La mia lingua si insinua nel foro. Spinge per quanto possibile. Così è dura’.
Aggiungo un dito ed inizio ad aprire’E’ stretto. Lory ‘sente’ ed inizia ad agitarsi. Non va’
Lascio il dito all’ingresso e porto la lingua alla figa. Basta poco perché stille di umori inizino a scorrere.
Mi rialzo. Lei non si muove. Il mio cazzo è quasi pronto. Lo metto tra i due globi, qualche strusciata ed olè; ci siamo.
Lo prendo per mano e le spennello le ‘labbra’ . Le piace. Lo metto in posizione di penetrazione. Mezzo glande è assestato; basterebbe una mia piccola spinta od un suo ‘venirmi incontro’ per completare l’azione. Sono indeciso. Opto per la via di mezzo.
Lory: lo senti?
Siii
Lo vuoi?
Silenzio.
Amore lo vuoi?
Un tormentato si mi giunge. Un dito entro nel culo senza fatica e senza sue resistenza.; anche il secondo. Si contrae.
Le dico: pazienza. Continuo a muovere le due dita in lei. Adesso arrivo anche a fondo. Lei continua a muovere il clo e a masturbarsi. Io continuo a scoparla. Non deve venire così.
Metto un terzo dito. Ahi ..ci siamo.
Sento male.
Aspetta rimango fermo. Mi serve qualcosa. Idea.
Aspettami’esco da lei .
Velocemente vado in cucina. La bottiglietta dell’olio. Torno. Mi aspetta. Non si è mossa. Continua a masturbarsi.
Rimetto il cazzo in figa. Un ohh lo accompagna.
Le verso qualche goccia d’olio sul vergine foro. Adesso posso unire il suo piacere all’artificiale penetrazione.
Adesso il dito entro nel culo senza fatica e senza sue resistenza.; anche il secondo.
Continuo a muovere le due dita in lei. Adesso arrivo anche a fondo. Lei continua a muovere il culo e a masturbarsi. Io continuo a scoparla. Non deve venire così.
Metto un terzo dito. Ahi ..ci siamo.
Mormora: sento male.
Aspetta rimango fermo. Mi serve solo un po’ di spazio.
Ecco .Si è quietata. E’ il momento.
Sottraggo l’uccello alla passera. Tolgo le dita dal foro e comincio a sostituirle con il mio duro uccello.
Un attimo dopo il mio glande è sul buco ancora semiaperto.
Mi lascio andare. Spingo.
L’olio facilità lo scorrimento. Non ho ostacoli. Scivola . Una spinta ed il glande ha superato la strettoia. Una spinta in avanti e il mio cazzo è nel suo culo.
Lei: nohhhh.
Io: fermo.. sto fermo’ non mi muovo.
Lei: togliti.
Abbi un attimo.
Fermi. I secondi passavano. Curavo le sue espressioni. Non si lamenta più, ma boccheggia. Aspetto ancora. Ecco si sta rilassando. Posso cominciare a muovermi.
No.. non muoverti’ mi fai male.
Mi rifermo, ma poi riprendo a muovermi.
Sento he il mio uccello è ben assestato e che il canale si sta assuefacendo.
Le dico: continua a toccarti, tra poco non sentirai più male.
Sapevo d’aver ragione.
Aspetto. Mi muovo lentamente dentro il suo culo. Lo spazio è aperto. Posso uscire per poi rientrare, ma voglio sia lei a farlo.
Le dico : è tuo. Guidalo. Fai come te la senti.
Non è scema, una mano lo prende . La aiuto. Mi porto un po’ in avanti. Lo posiziona da maestra. Spinge il culetto indietro ed io spingo in avanti.
Ahh, ma è’ dentro.
E’ fantastico : il mio primo ingresso condiviso.
Sono il primo ad incularla; sto inculando questa bellissima e sono il primo. Ciò mi fa godere di più
Gioco con il suo culo: piano, veloce dentro, un pò dentro, tutto dentro ,alterno ritmo e profondità. Il mio cazzo si muove libero nel suo ano. E’ duro e sotto controllo.
Prendo il mio smartphon. Le faccio una foto del mio cazzo immerso nel suo culetto. E’ una bella istantanea.
Non ho più bisogno della sua collaborazione. Voglio darle un piacere unico e diverso. Mi appoggio sulla sua schiena con le mani e’ al trotto : immersioni di cazzo lente e cadenzate ;al galoppo: lunghi e cattivi.
Lei finalmente’siii Giovanni così, continua’
Io insisto :toccati la passera masturbati. Ci siamo; lo fa.
Due minuti. I lamenti sono dimenticati. Non protesta più.Il mio uccello scorre alla grande.
Mi lascio andare.
Le prendo i capelli in un’unica mano facendole sollevare la testa e agisco come prima, meglio di prima: trotto e galoppo.
Sono il primo ad incularla; sto inculando questa bellissima signora e sono il primo. Ciò mi fa godere di più
Adesso anche a lei piace. La frizione del cazzo in culo più la sua masturbazione le danno un acuto godimento.
Il suo ‘canale’ è stretto. Mi avvolge. Non posso resistere molto ancora.
Quando sento che dice: Giovanni ..sei un porco’sto venendo con un cazzo nel culo ( che linguaggio, alla faccia della santarellina) lascio andare le mie resistenze .
La sento ‘venire’ e non resisto più. Mi puntello con le braccia ed è solo galoppo.
Lei..ahhh mi fai male..ahhhh.
Io’Io venni copiosamente. Le riempii il canale del mio sperma. Fu una immensa goduria. Continuai a scoparle il culo fino a che non sentii il mio cazzo esaurirsi.
Ripresi il mio smartphon e le feci una foto di commiato mentre il mio cazzo usciva dal foro. Era circondato dal mio sperma e dai suoi umori.
Lei ansimava ed anch’io..
Dopo il giusto tempo di ripresa ruppi il silenzio: hai visto? Per me è stato bellissimo, tu?
Strano. E’ stato strano, ma non mi è spiaciuto. Si, un po’ di male, ma..
Ma ti è piaciuto?
Si.
Io: lo faremo ancora.
Le dissi: stai così ed a sorpresa le infilai un dildo di piccole dimensioni( il mio zainetto è ‘carico’ di opportunità).
Lei : cosa fai? Nooo
Ferma Lory. Amore solo per poco. Così dopo sarà più semplice.
Era stremata , non reagì e si lasciò andare.( non provava dolore)
Mi alzo dal letto lasciandola con il culo verso l’alto ed il dildo che spunta.
Più tardi le rimetterò nuovamente il mio cazzo nel culo e non avrò nessun ostacolo ad entrarvi.
Le faccio una nuova foto in cui si vede il dildo che spunta dal culo.
Non ho dimenticato la sua passera, ma ho in mente altro per lei e non potevo rinunciare all’opportunità che mi era stata concessa. La parte più difficile, il vergine foro anale era stato risolto, dopo il resto.
Era una bella, fedele, moglie. E’ una bella MILF. Datemi un po’ di tempo: diventerà una MILF troia.

Commenti ?
Mezzora di riposo. Lei si è appisolata con il dildo nel culo. E’ bellissima.. da fotografare per le mie solitarie notti.
E’ ancora sotto effetto ‘fumo’.. abbracciati la bacio dolcente. Nel suo dormiveglia risponde ai baci. Sono baci leggeri, preparatori. Le accarezzo il culo .Le estraggo il dildo e tocco con un dito. E’ rimasto un ‘cedevole’ foro.
E’ sicuramente una donna a cui piace il sesso; ha iniziativa. Quali esperienze ha fatto o avrebbe voluto fare?
Quasi casualmente (non è vero) la sua mano arriva al mio uccello e scivola alle palle. Le prende in mano e ci gioca poi , con mia sorpresa, si sposta , si piega e me lo prende in bocca . Mi sa tanto che ha tanta voglia arretrata e che il ‘fumo’ l’abbia portata a galla facendole fare cose che altrimenti non avrebbe fatto.
Come opporsi a tanto ‘sentimento’ ?
Glielo lascio ciucciare a piacere beandomi delle sue labbra. Ha una valida tecnica. Nella memoria ha il precedente pompino e dopo non molto il mio uccello scompare da lei inghiottito.
Se continuerà così reggerò per poco.
Glielo lascio in bocca e ruoto. Un bel sessantanove ci investe. Le allargo le gambe e mi dedico alla sua passera. Mi piace sempre più.
Potessi entrarci con l testa’mi debbo accontentare di dita e lingua.
Ho recuperato . La mia intensa opera l’ha distratta dal pompino portandola verso l’orgasmo.
Non voglio venga così è arrivato il momento di un naturale profondo incontro. Mi rigiro ponendomi su lei. Con disinvoltura allarga le gambe per accogliermi.
Mi aspettava. Appoggio il glande ed è sufficiente il mio peso per scivolare in lei.
Il mio uccello è nella sua dolce guaina. Sono nuovamente nel miele.
Chissà quanti avranno ‘assaggiato’ quel miele?
Lingua a lingua è una scopata dolcissima. Le alzo le gambe sulle mie spalle per penetrarla più a fondo. Ma quando la sento gemere, sarà misto dolore/piacere, le lascio ricadere ancora ai mie fianchi.
Le guardo il bel viso, le sobbalzanti tette ed uno stimolo mi pervade.
Lory ho voglia di venire. Lo senti ? Non ce la faccio più . E’ bellissimo ,ma non resisto .
Si agita. Le piace. Si. Vieni pure e si spinge contro il mio uccello.
Sono pronto a rilasciare il mio sperma in lei quando: no Giovanni; non rischiamo. Abbiamo detto che due figli sono sufficienti e poi non sono più una ragazzina.
Parlava ,ma quella lucidità , sono sicuro , proveniva da momenti diversi di precedenti amplessi. Sono convinto che in quel momento non fosse in grado di connettere e che le sue parole arrivassero dal suo inconscio.
Ma alle sue parole non corrispondevano i fatti. Spingeva il bacino contro il mio senza interrompersi e senza tentare di sfuggire al mio uccello.
Allora incrementai il ritmo e le spinte del mio cazzo.
Dalle precedenti parole passò al silenzio e poi ad un si che divenne ‘ sii ,ancora, mi piace’
Potevo solo assecondarla
Si amore, anch’io ‘
Ero prontissimo’ero agli ultimi.
Non dovevo tralasciare’. Esco dalla passera. Lo punto sull’ano.
Entra che è un piacere. Solo qualche stoccata per non dimenticare ed allenare.. Lei s agita e continua nei suoi siii
Rientro i figa. Il suo calore mi dà la ‘botta’ finale. Vengo . Le schizzo dentro tutto il seme che ho a disposizione e continuo il mio su e giù sino a quando non ho esaurito la mia rigidità.
L’idea di poter fecondare mi darà ulteriori stimoli.
Ha goduto anche lei. E’ visibile dal suo sereno rilassamento.
Dice: sono stanca e crolla; si gira di spalle poggiandosi a me . Si addormenta con il mio sperma dentro la sua calda, dolce, ma vorace figa.
Adesso è una deliziosa cucciola.
Anch’io sono stanco . Metto la mano su una sua tetta, la tengo stretta, e le dò un bacio sulla nuca.
Mi rilasso e mi addormento abbracciato a lei.
Il mio sonno non dura a mai a lungo. Da anni il mio primo sonno non dura più di due ore. E ciò si ripete due/tre volte per notte. Fortunatamente non ho bisogno di dormire molto e quando sono tranquillo, mi riaddormento velocemente. La cosa un po’ strana, non so se è normalità, è che i miei risvegli sono accompagnati da una fastidiosa erezione dell’uccello . E’ una erezione strana poiché non mi impedisce di riaddormentarmi.
Mi sveglio. Sono ancora appoggiato a lei e sento il tepore del suo corpo. La mia mano sempre sulla sua tetta. Quel tepore, certamente ha contribuito, se già non fosse così a farmi rialzare l’uccello.
Non voglio svegliarla e non voglio farle del male.
E’ calda tra le mia braccia ancora in posizione concava.
Mi tiro indietro ed ammiro quel piacevole corpo. Le sposto una gamba in avanti per avere maggiore visibilità delle sue intimità.
Ho voglia.
Le allargo con le dita il passaggio della passera. Tengo l’uccello per mano, lo punto nel giusto passaggio, e pian piano premo. Non voglio essere invasivo. Lo faccio dolcemente. Le intime labbra avvolgono il mio glande. Premo. Il pertugio si sta aprendo. Continuo e conquisto ‘.E’ umida. Finalmente la cappella è riuscita ad entrare.
Adesso, con attenzione, posso entrare tutto in lei.
Che bello. E’ dentro. Che piacere.
Piano, piano, fai piano mi dico. Dentro, fuori. E’ piacevolissimo, da continuare all’infinito.
Oh. ‘Mi sente’ .
Giovanni’.(mi chiami come vuole)
Si. Lory.
Ancora’.
Ti piace?
Si amore, ma sono stanca.
Si amore. Non preoccuparti faccio tutto io.
Le sollevo una gamba sulla mia. Sono dentro bene.
Una mano prende la tetta dall’alto. L’altra la faccio passare sotto il suo corpo ed impugno l’altra, ma senza stringere .Sono piacevolmente ancorato.
Muovo il bacino: in avanti ed all’indietro. Che sensazione’ Voglio godere ancora in questa splendida nicchia.
Lei: dai Giovanni , su smettila .
Un attimo amore ( ormai ‘Giovanni’ mi è indifferente).
Velocità per velocità.
Sento lo stimolo partire.
Ecco amore’ e in lei entra quanto ancora avevo di sperma. Poi rimasi fermo . Il mio uccello si rimpicciolì in lei fino a scivolarne fuori.
La lascio . Mi rigiro e cerco di dormire. Sento già il ‘tremolio’ del suo sonno.
Guardo l’orologio sono passate neanche due ore e sono nuovamente sveglio. D’istinto tocco l’ uccello.
Cazzo; è ancora semiduro. Non ha una grande erezione, ma ci si può ‘lavorare’. Mahhh’
Guardo Lory. Dorme ,ma quanto dorme?
E’ ora di darle una mossa. Ormai il ‘libano’ dovrebbe aver esaurito il suo effetto. Resta solo la spossatezza.
Mi metto a pancia all’aria
Prendo la sua mano e la poggio sul mio cazzo. Il movimento la fa svegliare. Gira la testa e vede che la mano sta impugnando un cazzo. Mi guarda in viso e si accorge che non sono Giovanni. E’ sorpresa, agitata.
Lascia il mio uccello.
Lorenzo’
Cosa fai qui ? Cosa è successo ? Cosa abbiamo fatto? Cosa facciamo nel letto insieme? E’ spaventata.
In questo momento non ricorda, ma pian piano le ritornerà alla mente il tempo trascorso insieme’..
Il mio sguardo cade sulla sveglia : sono le 07.00.
Lei segue il mio sguardo e’
Dimmi……??? E con mio dispiacere la sua mano non riprende il mio uccello.
La incalzo (meglio attaccare che difendersi) : non ricordi? Mi prendi in giro? Non è possibile.
Lei :ricordo la cena’ lavavo i piatti, poi la TV..
Ricordi cosa trasmettevano?
Si, quel programma con le ballerine ..
Poi?
Poi, poi ‘cambia espressione, a bassa voce: un filmato’lei ..lei lo prendeva in ‘
Si e poi.
Io che ‘., no una mano’, ma era mio marito.
No, no, ricorda..
Si sforza e lo sforzo viene premiato. L’avvenuta lucidità cancella tutti sogni. La mia figura si sovrappone al marito.
Ricorda. E man mano i suoi ricordi occupano il tempo trascorso insieme.
Sono io ad essere spompinato. Io ad incularla. Io a scoparla. Io a riempirla del mio seme. Io a’..
Realizza.
Le metto in mano la macchina fotografica e la telecamerina. Avvio il filmato. Lei, basita, lo guarda per un po”Interrompo. Le faccio vedere alcune foto. Guarda. Mi guarda.
Si vede vestita, svestita ed infine nuda. ‘Vede’ le sue erotiche performances. Si chiede se è davvero lei quella donna discinta così desiderosa di sesso.
Si domanda: ma davvero sono io che ho fatto quelle cose?
Ricorda tutto.
Non sa perché è avvenuto, ma rivede mentalmente tutto e rivede anche la sua partecipazione. Ricorda i suoi orgasmi. Tutto con me.
E’ confusa.
La prendo tra le braccia. E’ persa. La blandisco: è tanto che ti desideravo. Mi sei sempre piaciuta. Vorrei essere io sempre al tuo fianco’Esagero.
Continuo a carezzarla e baciarla. Lei è una bambola inerte. E’ sempre più confusa.
Le rimetto l’uccello in mano. Il solo essere toccato da lei è sufficiente per rinvigorirlo.
Lei lo guarda stranita.
Passo all’attacco. Scendo tra le sue gambe e rifaccio quanto le ha dato tanto piacere.
Sarà in bambola , ma toccare le sue sensibilità non la lascia inerte.
Non la sto violentando. Sto solo sollecitando le sue sensibilità . Chi potrebbe non risentire ?
La mente dice no ,ma il corpo va per suo conto.
Esce dallo stato d’inerzia attraverso il piacere. Ha la figa che si bagna e si allarga , anche le sue gambe si aprono.
Gode davvero.
Non le faccio gustare a fondo l’orgasmo che il mio cazzo è in lei ad assaporarne le caldi pareti.
Governo il momento. Il cazzo in lei. La bocca sulla sua. Non deve fuggirmi la situazione di vantaggio.
Sono più che mai convinto che con il marito non si sia mai lasciata veramente ‘andare’. (avrò tempo e modo per approfondire)
In questo momento ci sono io e non deve pensare altro che a godere.
Verrà il tempo delle riflessioni, dei rimorsi, ma sarà troppo tardi. Non si torna indietro. Non lo posso permettere.
Non le dò tregua.
Da ‘missionaria’, alla pecorina, poi le sue gambe sulle mie spalle. Stoccate profonde ed intense. Più volte tocco il fondo. I suoi ahi,’si’no.. Sono musica per me.
Gode di nuovo’. sìììi.
Il pene mi si imbizzarrisce . E’ attraversato dalla ‘corrente’.
Le sparo, dentro, una sborrata tremenda e mi abbatto su lei . Dentro lei. Fermo in lei. I nostri respiri si confondono.
E’ stato un bell’incontro di ‘lotta’ sessuale. E’ durata quasi un’ ora. Siamo sfatti e prendiamo fiato. Siamo attaccati e non ci lasciamo. Mi piace sentire la sua morbidezza ed arrendevolezza. Le dò un bacino di tenerezza.
E’ un bel rilassarsi foriero di un bel seguito.
Cazzo’Suonano all’ingresso.
Lory è stupita. Dice : chi può essere ? E poi a quest’ora.
Si alza dandomi la vista del suo nudo corpo. Mi ripeto: proprio niente male.
Indossa una vestaglia e scalza si reca all’ingresso. La seguo.
‘Apre’ il videocitofono. Si vedono due giovani.
Si?
Siamo amici di Giorgio. Ci ha detto di passarlo a trovare oggi che sarebbe stato a casa. Dobbiamo fare alcune cose.
Ah ,capisco. Ma Giorgio non è a casa oggi . Mi spiace.
Spiace anche a noi. Siamo venuti apposta da Trento. Dovevamo dargli una cosa e mostrano un pacco di medie dimensioni. Possiamo lasciarlo?
Conscia della mia presenza si gira e mi guarda come a chiedere cosa fare.
Le dico. Mi sembrano persone a posto . Nel dubbio telefona a Giorgio e’
Lory torna al videocitofono e : un attimo ragazzi, telefono a Giorgio e poi’
Va bene.
Chiama il figlio al cellulare. Capisco che Giorgio si scusa, che si era dimenticato dell’impegno e le chiede di ritirare il pacco scusandosi per lui con gli amici. Inoltre le chiede per favore di offrirgli in caffe e di dirgli che poi li avrebbe chiamati lui.
Lory su rivolge ancora a me. Mi chiede aiuto con lo sguardo.
Mah . Falli entrare. Offrigli un caffè. Cinque minuti e poi vanno’ Non è convinta ,ma non vi sono molte alternative.
Al videocitofono dice: un attimo, vi apro.
Velocemente torna in camera seguita da me . Si veste alla bene e meglio: una gonna ,una maglietta, ciabatte da casa, una pettinata ai lunghi capelli e ‘non mette l’intimo
Mi dice: per favore, non uscire dalla camera. Li mando via subito. Io, bello nudo, con l’uccello a penzoloni, annuisco e penso al da farsi.
Sono un tipo veloce a decidere’
Sento che sono entrati. Sono in cucina e stanno chiacchierando.
Idea.
Me lo smanazzo affinchè rialzi un po’ il capino poi mi presento nudo sull’uscio della cucina. Il cazzo o tengo cinto alla base da una mano, che faccia bella fgura.
Entro in cucina e faccio la ‘parte’. Lory: ti sto aspettando, mi si ammoscia il’Ohh’ e chi siete ?
Segue un silenzio di stupore.
Gli amici di Giorgio mi guardano ,si guardano. Non sono stupidi.
Ma tu non sei il fratello di Giorgio.
Io :no, no e fingo imbarazzo.
Loro guardano me ,poi Lory, poi ambedue.
Il più pronto dei due, ma che stavate facendo?’che domanda del cazzo’è chiaro cosa stavate facendo’e pensare che Giorgio più volte ci ha raccontato della sua bella e santa mamma. Bella si; santa nemmeno un po’.
Seguì un silenzio di riflessione.
Poi, sempre lo stesso( era davvero rapido nelle riflessioni) guardando lei: sei davvero una gran figa, se non vuoi si sappia(era chiaro cosa) anch’io’.scusa anche noi’
In un attimo una vita.
Lory comprende: siete pazzi. Non se ne parla.
La prendo per mano e mi rivolgo ai ragazzi.
Datemi un attimo. La porto in camera da letto. E’ furente e preoccupata.
Le dico: ho sbagliato(????) scusa. Ma davvero vuoi che i tuoi figli, tuo marito, tanti sappiano?….
Conviene esaudire le loro richieste poi ci penso io. Ma devi fare quello che ti hanno chiesto.
Lei: ma non voglio.
Capisco. Non pensare…devi.
Dovetti ‘impegnarmi’ . Per convincerla ci vollero alcuni minuti . Fu dura,ma si convinse.
Le dissi: aspetta qui e mi recai dai ragazzi.
Assunsi il ‘comando’.
Ragazzi, non voglio farla lunga. Ci avete beccati e volete la vostra parte. Capisco. Farei anch’io come voi.
L’ho convinta ,ma chiariamoci.
Avete tempo sino a mezzogiorno per farvi i vostri comodi con lei, poi torna il marito e fuori dai coglioni. Niente foto e buone maniere.
Se racconterete qualcosa a qualcuno farete i conti con me e feci alcune altre raccomandazioni..
Fui truce e li spaventai a sufficienza. Ero tranquillo per il poi’.Dissi sorridendo se siete d’accordo adesso potete divertirvi con la zoccola. A proposito…i goldoni?
Si guardarono imbarazzati. Non era previsto. ‘
(I giovani d’oggi).
Ditemi avete malattie o ..? Domande forse sciocche, ma non avevo altro.
Mi garantirono di essere ‘sani’.
Io sarò solo spettatore per assicurarmi che non sgarriate. Erano solo balle, volevo avere il piacere di guardare la mammina alle prese con due vigorosi cazzi.
Li lasciai dicendo :vi chiamo io.
Tornai da Lory.
Le dissi: li ho convinti. Non ci sarà seguito di alcun tipo ,ma dovrai star con loro sino a mezzogiorno.
Ho verificato che siano sani ,indi non preoccuparti.( Tra me: speriamo. Effettivamente poi fece degli esami di controllo che ebbero un buon esito).
Io sarò qui e veglierò’
Non era felice, ma doveva far buon viso a cattiva sorte.
Chiamai :venite; intanto presi una sedia e mi sedetti al lato del letto per una migliore vista.
Arrivano si spogliano velocemente e salgono sul letto. Tirano a sè Loredana e l’aiutano a togliersi quei pochi indumenti che indossava. Sono infoiati. Lei è nuda.
La prima trombata e da bestie. Le saltano addosso . Fanno un casino bestiale dandosi fastidio a vicenda poi si accordano: una la scopa mentre l’altro aspetta. Due minuti ed il primo le ha sborrato in figa. Interviene l’altro, è meglio, resiste tre minuti.
Poi si calmano e si organizzano. Si vede che non sono esperti ,ma ci mettono la buona volontà. Capiscono che possono essere contemporaneamente soddisfatti e che possono soddisfare qualche loro inesaudibile sogno.
In quelle quasi quattro ore a loro diposizione si fanno spompinare, glielo mettono in culo e tra le tette, si fanno masturbare, ci slinguano ,leccano e si fanno leccare. Insomma le provano tutte. Alla fine sono venuti quattro volte a testa. Sembra si siano messi d’accordo. Ognuno di loro è venuto : una volta in bocca/viso ,una in culo e due volte in figa. Loredana ha fatto il pieno di sperma in tutti i buchi.
Mi sono eccitato a guardare per quasi quattro ore quei corpi che facevano sesso e soprattutto a guardare le reazione di Lory.
Più volte ha goduto anche lei. Non è una vera puttana, non riesce ad isolare le sensazioni che il suo corpo prova.
Sono stato bravo. Sono riuscito a tenere le mani lontano dall’uccello che mi chiedeva aiuto e nell’attesa, mentre loro si divertivano, ho messo le mani nei cassetti del comò individuando quelli di Loredana.
Nulla di particolare. Una normale biancheria intima. Mutandine e reggiseni in cui prevale il colore bianco. Due sole ridotte mutandine.
Appallottolato un perizoma chiaro e le calze sono quasi tutte collant, c’è un solo autoreggente.
Non mi dà l’idea di una che abbia una vita sessuale travolgente. Fortuna che sono arrivato io a darle una ‘scossa’.
Ho fatto scivolare una mutandina intorno al mio cazzo, ma poi l’ho rimessa al suo posto.
I ragazzi hanno finito tempo e forze. Ho fatto segno e detto che era ora che andassero. Stanchi, hanno ripreso i loro vestiti e dopo aver dato un frettoloso saluto se ne sono andati.
Ho il cazzo in tiro, mi piacerebbe scoparla, ma mi trattengo. E’ stanca e non la godrei e poi ammetto che mi scoccia entrare dove sono appena entrati altri lasciando il segno.
Le dico: adesso vado ,ci vediamo domani mattina quando tuo marito è uscito. Facciamo colazione insieme.
Ho passato il pomeriggio e la notte rivedendo mentalmente cosa fosse successo la mattina. Lottai per non masturbarmi.
Il mattino dopo ero carico come una molla. Curai l’uscita del marito e mi precipitai da lei,. Altro che colazione insieme. Due minuti dopo il mio cazzo era infilato nella sua figa e tre minuti dopo avevo già fatto la prima sborrata in lei. Adesso potevamo fare colazione. Non la feci rivestire. Passammo l’intera giornata nudi e, non contando i brevi intervalli per riposarci e rifocillarci, facemmo sesso tutto il giorno. La chiavai ,inculai, mi feci spompinare’.fu una giornata da veri amanti.
Esaurii le mie riserve ed alla sera prima che arrivasse il marito tornai a casa distrutto. Avevo bisogno di riposo. Per almeno due giorni niente sesso.
Le telefonai: fu una veloce telefonata : da oggi sei a mia disposizione se non vuoi si sappia in giro’Riattaccai
Tre giorni dopo mi presentai. Non persi tempo. Nonostante le sue resistenze la portai in camera da letto.
Facemmo una sana, rilassata, scopata accompagnata dalla visita al suo bel culo.
E così per l’intera settimana ed i giorni dopo. Era per me sempre più bella.
Si era abituata (forse le piaceva) alla nuova situazione ed il mio arrivo non era accompagnato da resistenze. La prendevo per mano ,un bacio ,poi la portavo al lettone (mi piacciono le comodità).
Avevo esplorato quelli che erano i miei desiderata e li replicavo . Posso dire con reciproca soddisfazione.
Pensavo fosse un peccato non poterla avere a disposizione da mostrarla ad altri. Il rischio era troppo elevato.
I nostri incontri erano sempre in casa: sua o dei miei.
Solo una volta provai .
La convinsi (obbligai) ed andammo in un centro commerciale lontano dalla nostra residenza.
La ‘persuasi’ a vestirsi come volevo io, con quanto possedeva lei. Nulla di esagerato. Una gonna al ginocchio , camicetta con bottoni, scarpa con modesto tacco.
Tirata a lucido era bellissima. Solo il rossetto rosso acceso, spiccava un po’.
I maschi la guardarono con lascivia attenzione ed anche le donne ne erano attratte (con gelosia) .
Oh, scusate, dimenticavo.
Non le avevo fatto indossare l’intimo ed in condizione di forte luminosità ciò si notava.
Gonna e camicetta diventavano quasi trasparenti lasciando intravedere: a volte il pelo del pube, a volte il solco tra i glutei, a volte i capezzoli. Dipendeva dove si poggiava la luce.
La situazione mi piaceva, ma il ‘gioco’ si interruppe quando lei si aggrappò a me dicendo : quello è un conoscente di mio marito. Fortuna che non mi ha visto. Per favore andiamo via.
Non volevo il suo male.Andammo.
Da quella volta non provai più a portarla in giro.
Da allora , i nostri giochi , si svolsero solo in casa. Non solo sul letto, ogni posto era buono, ma sempre e solo in casa.
Era diventata un’esperta pompinara ed il suo culo non aveva più segreti per me. Le tette ed i capezzoli servivano per ogni fantasia. Nell’insieme era la ‘mia schiava’ ,ma era una schiava partecipe.
In quel periodo le frequentazioni avute con me e con gli amici del figlio per sua fortuna non ebbero conseguenze indesiderate, ma nel mio essere porco non avevo rinunciato al piacere di saperla pregna.
Sapevo che con il marito i rapporti sessuali continuavano con la massima attenzione per scongiurare danni. Io non facevo attenzione, anzi la volta che mi chiedevo dove.. sceglievo la sua vagina .
Fino al giorno che decisi. La volevo pregna di me.
Volevo certo di essere io e ‘imbeccato’ da un amico che mi spiegò e diede gli strumenti per fare, agii .
Eravamo distesi sul letto. Come era bella con le gambe divaricate e la figa in primo piano . Le misi un cuscino sotto il culetto e mi stesi su lei. Il mio uccello trovò velocemente la sua corretta allocazione, ed anche la mia lingua trovò una piacevole rifugio: la sua bocca. La desideravo ‘aperta’ e rilassata. La chiavai per un pò.
Poi mi staccai da lei ponendomi ai suoi piedi ,tra le sue gambe. Vedevo il luccicare della sua figa e le distese labbra.
Lei non poteva vedere cosa avrei fatto.
Avevo tutta a portata di mano. Usai una bomboletta spray che conteneva un anestetico locale.
Al sentire il fresco della soluzione spruzzata mi disse: che fai?
Una sorpresa, aspetta.
Irrorai con attenzione ‘le grandi labbra’ e poi inserii in ciascuna di esse un piccolissimo anellino. Era un piercing già in commercio e disponibile a tutti.
Le chiusi le grandi labbra accostandole ,e le unii con un piccolo lucchetto a chiave.
Entrata chiusa.
Soddisfatto del mio lavoro mi sollevai dicendole: sorpresa. Tocca!
Toccò con mano. Poi preoccupata andò allo specchio per vedere.
Tornò da me alla ricerca di spiegazioni.
Dissi semplicemente: chiusa. La aprirò ( ed in modo implicito dicevo : usufruirò ) solo io
Lei non si capacitava, ma c’era poco da fare. Volevo.
Ma come faccio con mio marito?
Digli che avevi dei bruciori’.che sei andata dal ginecologo.. che ti ha prescritto medicine ed astinenza per un periodo ‘ che poi ti avrebbe rivisto per ‘Inventa quello che vuoi.
Entrata vietata per l’uccello di tuo marito. Fagli pompe, masturbalo, dagli il culo se vuoi ,stando attenta che ‘.
Passera chiusa. La sua apertura ed utilizzo dipende da me.
Ed a prova le aprii il lucchetto e rimisi il mio uccello dentro.
Nessun problema. Nessun ostacolo. Solo tanto piacere per me e forse i nuovi oggettini strusciando davano nuovi stimoli anche lei.
Fui paziente. Attesi il suo orgasmo prima di raggiungere il mio. Poi richiusi, senza fatica , il lucchettino.
Con quale gaudio ,quasi tutti i giorni, aprivo il lucchetto e le aprivo, non solo metaforicamente, la figa. Con quale piacere vi entravo lasciandola solo dopo avervi depositato il mio seme.
Siamo stati bravissimi. Dopo due mesi la prova di verifica per la maternità diceva che era incinta.
Quello stesso giorno le permisi di scopare con il marito per ‘ confondere’ le acque e potergli comunicare il mese successivo la felice novella
Lui disse che forse la forzata astinenza aveva rinforzato il suo sperma e resa più ricettiva la sua femminilità.
Che stupido. La sintesi era: becco.
E’

E ….. E’ incinta. Lory mi raccontò che fu una sorpresa per tutti in famiglia, non solo per il marito, ,ma la novità ,seppur con un po’ di preoccupazione, venne accettata con serena felicità. Nei mesi che precedono il parto vedo ancora Lory, anche se con frequenza minore. Il marito ,vista la gravidanza, non fa più trasferte che lo obblighino a dormire in hotel. Quelle poche volte che riesco a raggiungerla devo essere “veloce”. Non so mai quanto tempo Giovanni stia fuori. E’ diventato apprensivo nei confronti di Lory ed è capace di tornare a casa tra un cliente e l’altro. Lory è conscia di essere mia proprietà ed ha abdicato al negarsi alle mie avances. Quando mi viene la voglia di visitarla “curo” l’uscita di Giovanni. Dico ai miei che faccio un “salto” dalla vicina per vedere se ha bisogno di qualcosa( spesa, giardino,…Dovreste vedere la gioia della mia mamma che è felice di avere un così educato figlio. E da Lory faccio quello che devo fare E’ arrivato il periodo in cui Lory ha abbandonato le classiche gonne e pantaloni ; con la “pancia che si ingrossa” ha optato per i comodi camicioni.

Sono comodi anche per me.

Basta sollevarli e tutto è a mia disposizione. La posizione che preferisco è lei appoggiata con le mani alla tavola della cucina con il camicione sollevato sulla schiena. E’ comoda per numerosi motivi, non ultimo se all’improvviso tornasse Giovanni il camicione cadrebbe e saremmo due che stanno chiacchierando in cucina; luogo asessuale.

Ogni volta mi diletto con ano e passera. Le tengo il culo aperto ed allenato, mi piace troppo. Mi è indifferente dove sborrare . Agisco al momento: in bocca, in culo. Certo mi faccio fare dei pompini da urlo. Lo ingoia tutto, immediatamente e senza problemi. Le ho chiesto se fa lo stesso al marito: culo e pompini. Ha nicchiato . Se ho ben inteso , mi sa di no, troppo cose da spiegarli e sarebbe poco comprensibile per lui il cambiamento.

Sono un porco e continuo ad esserlo.

Per la mia libidine e per comodità le chiedo di indossare sempre le autoreggenti sotto il camicione. Le donano e sono pratiche. Il suo pancione aumenta e la mia voglia non diminuisce, anzi la trasformazione del suo corpo, ed in particolare la crescita delle sue tette, mi arrapa sempre più. Mi attacco alle tettone , glielo infilo ..da buon bastardo aspetto che lei venga per poi riempirla del mio seme. Ultimamente mi piace coprirle di sperma il viso. E’ un atto di sottomissione che “pretendo”. Dopo aver goduto si inginocchia davanti al mio uccello e lo spompina per bene ,quando il prima schizzo di sperma esce lo toglie dalla bocca e lo indirizza sul bel viso e lì finisco di scaricarmi. Le prime volte ero io a compiere il movimento. Adesso è lei …. Lo sottrae ala bocca e sino a quando non ho terminato di sborrare lo tiene sul viso. Le faccio una maschera di gelatinoso sperma.

Lei si è abituata alle mie veloci presenze e forse, non lo ammetterebbe, le piacciono. In fondo ha aggiunto al mio piacere il suo. Me la sono scopata e mi sono fatto  spompinare velocemente anche con la presenza del marito in casa.

Anche qui sono stato anche in alcune occasioni un porco depravato. Le dicevo di tornare dall’inconsapevole cornuto e di trovare il modo di baciarlo profondamente. Cosi’ gli passava in bocca il mio sperma ed i suoi umori di figa. 

Non l’avevo con Giovanni è che la cosa mi arrapava.

Ho fatto sesso con lei fino a quindici giorni prima del parto. E’ nata una bellissima bimba. Vedremo, da grande se somiglierà, a qualcuno…..o al papà anagrafico. Loredana ci ha messo poco a riprendere la forma fisica originale. Cinque mesi dopo la nascita della bimba era in forma splendida e con le ritornate trasferte di Giovanni ero tornato a scoparla ogni volta ne avessi la possibilità.

Era cambiata.

Sono sicuro le piacessero le mie “attenzioni”, non tanto perché lo ammettesse , ma dalle reazioni del suo corpo. Il momento più bello di questo nuovo periodo? Quando ho visto lo stupore sul suo viso in seguito alla mia affermazione : Lory, ho deciso, mi piacerebbe una “nuova” bimba da te.

2
1

Leave a Reply