Skip to main content
Racconti EroticiRacconti Erotici EteroTrio

Diario di E – 4 – Pomeriggio della domenica

By 11 Aprile 2020Febbraio 5th, 2021No Comments
Era mercoledì pomeriggio, in aula studio, i miei due fine settimana in città mi aveva lasciato con una bella cifra in tasca e la figa dolorante, avevo già ordinato per corrispondenza  altri profilattici e del gel, dovevo lubrificarmi meglio e la mancanza di preliminari si faceva sentire, però, facendo i conti, ero indietro, tre incontri saltati mi avevano fatto perdere tempo e denaro.
Non avevo pensato al fatto che potessi trovarmi ad aspettare da qualche parte e che il tipo non si presentasse, se il numero di imprevisti era quello avrei fatto fatica  ad avere il denaro necessario prima della scadenza che mi ero imposta anche perché tutto il mio tempo che potevo dedicare era ristretto al fine settimana e proprio nei giorni in cui i mariti andavano dalle mogli.
Era un problema.
Nonostante fossero passati dei giorni e gli annunci fosse stato sopravanzati da altri, arrivavano ancora mail.
Il telefono fece una silenziosa vibrazione e lampeggiò, lo ignorai, ci avrei pensato più tardi, meglio non rispondere subito, sembri disperata e tirano sulla cifra ed è ancora peggio.
Durante la pausa caffé guardai la mail: “ciao, io D 41, lui U 44, quanto domenica pomeriggio?”
Essenziale e precisa, ma da una donna, strano, ma mi stavo abituando alle cose strane.
‘Fanculo, mi servono i soldi, “450, no violenza, no anal, no altri uomini, domenica dalle 15 alle 18, vengo io”
La risposta dopo 10 minuti: “Ok, mando indirizzo venerdì, ciao.”
Erano mancava un quarto d’ora quando il taxi mi lasciò lievemente distante dall’indirizzo che mi avevano dato, era un quartiere residenziale, tutte case indipendenti e col giardino ben curato.
Una mail ancora, cominciavo ad essere stanca di queste procedure da congiurati.
Mi davi i soldi, scopavamo, e per me finiva lì.
E’ a questo che servono le puttane, mica le devi sposare.
Alla porta c’era lei: dimostrava meno dei suoi anni, mora, niente trucco, alta poco più di me, forse 1.72, con decisamente più fianchi e molto più seno, indossava un lungo abito leggero senza maniche, di cotone, era scalza, le unghie delle mani e dei piedi erano perfettamente smaltate di rosso, bella donna, le avrei dato cinque anni di meno, decisamente.
Mi sorrise e mi abbracciò e mi sfiorò al guancia con due baci, sentivo il suo profumo, rimasi interdetta, “Ciao, sono Valeria, benvenuta!, Ti vedo benissimo!”
Tutto mi aspettavo tranne un’accoglienza simile, arrivò lui, decisamente in forma, un bell’uomo, camicia, chinos, anche lui scalzo, molto sopra alla media di quelli che mi ero scopata nei giorni precedenti, mi porse la mano e mi baciò sulle guance, come con una cara amica, la moglie guardava compiaciuta, io ero sempre più confusa, di solito mancava poco che aprissero la porta con i pantaloni già calati.
Carlo, così si era presentato, mi prese il trolley e lo appoggio vicino a un tavolino, vi posò sopra una busta bianca, rettangolare.
Venni invitata a sedermi sul divano, a fianco si mise Valeria, vicina, ma non troppo, Carlo scomparve in cucina e tornò con una brocca di succo d’arancia e tre bicchieri, ne porse uno a me e uno a Valeria e il terzo per sè, li riempì, forse per tranquillizzarmi del fatto che non intendevano avvelenarmi, bevve e andò a sedersi nella poltrona di fronte.
Valeria iniziò a parlare con me, come fossimo amiche e mi stesse chiedendo dei miei viaggi, decisamente sapeva mettere a proprio agio le persone.
A un certo punto abbassò la spallina dell’abito, mostrandomi il seno, con le dita stuzzicava il capezzolo, mi chiese se lo volevo baciare, in una maniera così naturale e gentile che era impossibile dire di no.
Con calma mi tolse il top e mi slacciò i pantaloncini, mi sentivo tranquilla, con lei, come se tutto fosse normale.
Carlo ci guardava e beveva con calma.
Mi ritrovai abbracciata, a baciarle i seni, i fianchi, la schiena.

Si alzò, prese per mano me e Carlo e, senza sapere come, mi trovai sul letto mente mi leccava la figa.
Diversamente da me aveva un piccolo ciuffo di peli, sembrava quasi un vezzo.
Carlo era dietro di me, mi leccava come un indemoniato, mi bagnai, come non mi capitava da tempo.
Baciavo Valeria e tenevo in mano il cazzo di Carlo che, da dietro mi baciava sul collo, ero in mezzo e non capivo più niente.
Mi trovai la lingua di Valeria in bocca (cosa da evitare nel mestiere), lui con la mano che mi masturbava e il cazzo duro appoggiato al fianco.
Ci disputammo a prendere in bocca la nerchia di Carlo, cominciò a scopare me, poi Valeria che prese il mio posto e insieme mi leccava.
Ci alternammo in posizioni e penetrazioni per un bel po’, non dovetti fingere orgasmi, qui mi piaceva veramente.
Ero così presa dagli orgasmi che davo e ricevevo che non guardai nemmeno l’orologio, solo alle 18.30 andai sotto la doccia a togliermi il sudore e lo sperma.
Una volta tanto non ero disgustata, anzi ero quasi felice.
Restai a cena con loro, chiacchierammo, quando risalii sul taxi per andare in stazione mi sentivo leggera una volta tanto, nella busta bianca c’erano i 450€ e pensavo che non li avrei rivisto più quei due.
Invece Valeria e Carlo diventarono i miei primi clienti fissi.

racconto precedente
https://raccontimilu.com/erotici-racconti/diario-di-e-3-vita-di-merda/

Racconto Successivo
https://raccontimilu.com/erotici-racconti/diario-di-e-5-le-lezioni-p-1/

Leave a Reply