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Due ragazze, una casa vuota e una piscina

By 20 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

-“Finalmente se ne sono andati, ora possiamo rilassarci un po'”. Le dissi.
Avevamo deciso di fare un tuffo in piscina, così infilammo i costumi e andammo nel giardino di casa mia.
Stendemmo i teli da mare a bordo vasca e iniziammo a spalmarci la protezione solare.
Mentre aprivo il tubetto e mi versavo un po’ di crema sul palmo della mano, i miei occhi erano calamitati dalla bellezza di Lara. Mora, con dei bellissimi capelli lunghi, gli occhi color nocciola e la carnagione scura, un po’ per natura, un po’ per via dell’abbronzatura. Il suo era un fisico prosperoso, una bella quarta abbondante, ma con fianchi e gambe sottili. La guardavo mentre si strofinava energicamente le gambe per far assorbire bene la crema, e vedevo il suo seno danzare seguendo i movimenti del corpo.
-“Misa, ti sei incantata? Dai muoviti con quella crema, così entriamo in acqua”
-“Scusa teso, sei troppo bella in costume, mi fai sentire a disagio, guarda che davanzale”, le dico facendole una linguaccia.
– “Ma piantala, guarda te come sei! L’avessi io il tuo sedere! Facciamo a cambio?”
– “Ok, dove devo firmare”
Scoppiamo a ridere.
-“Dai su, finiamo di mettere la crema e tuffiamoci”, disse lei.
Così facemmo e ci buttammo in acqua.

Dopo i tuffi, un po’ di scherzi e qualche vasca, stanche ci fermiamo a chiacchierare.
– “Teso hai già pensato a cosa mettere per la festa di Ele?
– “Si pensavo di mettere quel vestitino blu che ti piace tanto”
– “Quello con la super scollatura? No, troppa mercanzia in mostra”.
– “Ahah, sei gelosa?”
– “Certo che si, queste sono mie!”, disse Lara toccandomi le tette.
– “Eh no, chi lo dice?” rispondo girandomi in modo da darle le spalle.
– ” Lo dico io tesoro”.
Si avvicina, mi stringe a sé e mi da un bacio sul collo. Mi abbraccia mentre inclino la testa da un lato, all’indietro, per facilitarle il compito.
– “Mmmh, sei molto convincente”.Le sorrido.
Lei mi bacia sulla spalla, poi afferra la parte superiore del mio costume e la alza scoprendomi le tette.
Le palpa con foga, si diverte a farle sobbalzare.
Afferra i capezzoli e li tira forte facendoli diventare ancora più duri di quanto già non fossero.
-“Guardatele qua, queste sono mie, queste sono mie!” canticchia facendo finta di avere un pubblico a cui mostrare le mie tette mentre le tocca.
– “Beh, se le cose stanno così…” le dico mentre mi giro “anche queste sono mie”. Alla parola “queste” afferro le coppe del suo costume e le rovescio, facendo debordare le sue belle e abbondanti tette.
Lei ride. Vedo l’acqua lambire i capezzoli e non resisto, mi ci fiondo sopra.
Inizio a mordicchiarle un capezzolo mentre le palpo il seno a piene mani. Sono morbide, fresche, se sanno di cloro. La mia lingua ruota attorno al capezzolo, seguendo i contorni dell’areola. Prendo a succhiarlo, sentendolo turgido nella mia bocca. So che le piace, sento Lara lasciarsi sfuggire i primi gemiti.
D’un tratto lei afferra la mia testa, la tiene ferma e inizia a far dondolare le tette, sbattendomele in faccia.
Mi godo questo trattamento e intanto infilo una mano negli slip, schiudo la sua morbida figa e inizio a tintillare il clitoride. Lei inarca la testa all’indietro e geme.
– “Mmmh, mi mancavano le tue dita”
– ” E a me la tua figa. Siediti sul bordo…”
Lara si toglie gli slip e li getta via. Poi si tira su facendo leva sulle braccia, e la guardo mentre l’acqua le scorre sul sedere, così bello e sodo. Si siede sul bordo come le avevo detto, le apro le gambe e mi tuffo tra le sue cosce.
Lecco la sua figa con avidità, sento il suo sapore.
Tintillo il clitoride con la punta della lingua, lo succhio, lo stringo dolcemente tra i denti. Lei ansima, mi spinge la testa ancora più a fondo. Mi fermo giusto il tempo di dire
– “Immagina se torna mio fratello coi suoi amici”
– “Mmh, tesoro, vedrebbero quanto siamo porche. Ti prego continua!”
Non finisce nemmeno di dire la frase, ho già ripreso a leccarla. Le tengo aperte le grandi labbra con una mano, le do qualche schiaffetto ben assestato sul clito con l’altra; lo stringo tra le dita mentre la mia lingua la penetra. No, non è abbastanza. Voglio farla venire.
La mano che le allarga la figa rimane lì, la mia lingua torna a prendersi cura del clito e con due dita la
penetro.
– “Si Misa, non ti fermare, così, così! Aprimela!”
Tutte le mie attenzioni e le mie energie sono rivolte a lei e al suo piacere. La sento ansimare sempre più forte, quasi tempo che la senta qualcuno. Ma l’idea di poter essere scoperte in quella posizione mi eccita ancora di più, e iniziai a muovere le dita, la lingua, ancora più velocemente.
Lei venne, iniziò ad avere spasmi di piacere ma continuavo, continuavo ad aprirla, toccarla e penetrarla.
Le dissi
– “Tesoro non ti rilassare, oggi non ti darò tregua finché saremo sole… e forse nemmeno dopo che gli altri saranno arrivati.”.
– “Ahh, questa minaccia mi piace. Almeno fammi riprendere fiato”. Mi sorrise, mi tese la mano e mi aiutò ad uscire dalla piscina.
– “Sei stata troppo tempo in acqua, sdraiarti al sole”. Lo feci, lei si inginocchiò a fianco a me, ma non si sdraiò. Mi tolse gli slip e li buttò vicino ai suoi, a bordo piscina. Si mise a cavalcioni su di me e si chinò per darmi un bacio.
– “Misa, ora tocca a me”.

Continua. Si mise a cavalcioni su di me e si chinò per darmi un bacio.
– “Misa, ora tocca a me”.
– “Uhh, mi devo preoccupare?”, le dico sorridendo.
– “Temo proprio di si tesoro, mi hai stuzzicata e sai che mi piace giocare pesante con te”
– “E perché prima eri così remissiva?”
– “Perché ero troppo eccitata, erano mesi che aspettavo questo momento. Ora che ho sfogato l’eccitazione repressa possiamo fare sul serio.” e mi fa l’occhiolino. “Uh, ma quanto stiamo parlando, tu sei ancora stra-eccitata. Vorresti godere, eh tesoro?”
– “Oh, si ti prego”
– “Invece no, tu godi quando lo dico io!” disse mentre afferrava i miei capezzoli e li stringeva più forte possibile. Mi sfuggì un gemito di dolore.
Si, lei adorava i giochi di dominazione, sapevo quanto la eccitassero, ed eccitavano anche me.
– “Su, mettiti a quattro zampe,voglio avere una visione completa del tuo culetto”
Obbedisco.

Poco dopo mi ritrovai con la faccia schiacciata al suolo, la schiena inarcata, il sedere e la figa completamente esposti. C’era caldo, ormai la mia pelle era nuovamente asciutta, un po’ tirata per via del cloro. Lara lo sapeva.
Il primo colpo mi prese alla sprovvista, un bel cinque assestato sulla chiappa destra mi fece sobbalzare.
– “Quanto mi mancava questo suono…”, disse. Un altro schiaffo, questa volta sull’altra parte.
Poi un altro, e un altro ancora, prese il ritmo alternando i colpi una volta a destra e una volta a sinistra.
Iniziavo a gemere sempre più forte, sapevo che la mia pelle pallida e sensibile iniziava già ad arrossarsi, anche per via della secchezza provocata dal cloro. Lo sentivo.
– “Mmhh, ahi..”
– “Cosa c’è tesoro, ti fa male il culetto? Ma nooo, vedi, ora mettiamo un po’ d’acqua.” si avvicinò al bordo della piscina e si sporse per buttarmi un po’ d’acqua addosso, bagnandomi la parte arrossata e procurandomi sollievo.
– “Va meglio eh?”
– “Si, meglio”
– “Bene, allora possiamo continuare”. Detto questo mi assestò uno schiaffo proprio al centro, a mano aperta. Con una carezza cercò di distribuire l’acqua con cui mi aveva spruzzata in modo da coprire tutta la superficie. Poi un altro colpo, riprese a sculacciarmi con foga.

Immaginate la scena: una piscina, due ragazze nude, una a quattro zampe che veniva sculacciata dall’altra. E’ questo ciò che si è trovato di fronte Valerio, uno degli amici di mio fratello.
Come spesso succedeva, era passato a casa per cercare Andrea, ma dopo aver parcheggiato la macchina, era stato attratto in giardino da rumori particolari.
Valerio era un ragazzo di 26 anni, alto, con capelli e occhi neri, spalle larghe e abbastanza robusto. Non mi era particolarmente simpatico, ma lo sopportavo perché frequentava spesso casa mia.
Mentre Lara mi assestava uno schiaffetto sulla figa lo vidi e sbiancai.
– “Oddio, tu che ci fai qui!”, dissi, quasi urlando, mente tentavo di coprirmi alla meglio con un’asciugamano che giaceva lì vicino. Lara, aveva fatto lo stesso.
– “Beh, cercavo Andrea e ho sentito dei rumori, così sono venuto in giardino, pensavo fosse lui”. Mentre lo diceva ci fissava, come se i suoi occhi volessero insinuarsi diettro quei teli per continuare a vedere ciò che prima era così ben esposto.
– “E ora perché non te ne vai?” disse Lara infastidita
– “Si, potrei andarmene… oppure potrei restare qui e unirmi a voi. Sai, non vorrei dover chiamare Andrea per dirgli cosa fa la sua sorellina”, sorrise soddisfatto mentre ci osservava.
– “Sei uno stronzo, l’ho sempre saputo!”, dissi io.
– “E tu una puttana, anche io l’ho sempre saputo, ma vuoi davvero che lo sappiano anche altri?”.
Guardai Lara, come per chiederle cosa dovessimo fare e lei disse, rivolta a lui.
– “Oh beh, se dai la tua parola e tieni chiusa quella boccaccia per me va bene. Magari ci divertiamo anche”.
– “Certo, se mi diverto con voi non ho motivo di parlare, è nel mio interesse mantenere il segreto”, e si avvicinò.
Io non ero ancora convinta, e rimanevo lì, seduta a terra con l’asciugamano stretta sulla parte anteriore del mio corpo, lasciando quindi esposta tutta la parte posteriore, che lui non poteva vedere… ancora.
Si chinò di fronte a me.
– “Dai, la tua amica ha già colto la parte migliore della situazione, ci divertiremo…” afferra la mia asciugamano e dice “infondo, non è la prima volta che vedo le tue tette, dovresti chiudere meglio la porta della tua camera quando ti cambi”. Diede una strattonata all’asciugamano e la gettò via, lasciandomi nuda e vulnerabile ai suoi occhi.

Continua

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