Skip to main content
Racconti Erotici EteroRacconti sull'AutoerotismoTrio

Frammenti

By 5 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Una breve nota prima di leggere:
Quelli che trovate di seguito sono dei veri e propri frammenti di racconti. Si tratta di alcune storie che ho iniziato a scrivere e che, per svariati motivi, non ho mai concluso. Alcuni sono composti da poche righe, altri sono ben più corposi, ma tutti sono lontani dalla conclusione. Dato che ormai da mesi (se non anni) alcuni non vedono aggiunta una singola parola, ho deciso di pubblicarli ugualmente sperando così di ridare a loro freschezza e a me la voglia di completarli. Se avete dei suggerimenti siete pregati, come sempre, di scrivermi a cristina_tiracconta@yahoo.it. Baci.

IL PIANO
Stefania non si era mai sentita una ragazza timida. Molti la definivano ‘facile’, ma lei aveva sempre e comunque cercato di realizzare i suoi desideri, senza vergogna. Ultimamente però, uno di questi desideri, si era imposto prepotentemente in cima alle sue priorità. Nella sua testolina diabolica si era rapidamente sviluppato un piano semplice ed efficace che avrebbe messo in pratica con l’arrivo dell’estate.
Era un sabato sera come tanti prima dell’arrivo della bella stagione. Come la maggior parte delle persone che occupavano le scomodissime panche di un pub, anche Stefania e il suo gruppo di amici programmavano le vacanze. ‘Io ho un’idea’ propose ‘Potremmo andare tutti e cinque nella mia casa al mare. Il posto &egrave stupendo e potremo conoscere tantissima gente simpatica’. In tutta la sera, non si riuscì a scegliere tra le varie opzioni, ma Stefania conosceva abbastanza bene i suoi amici per sapere che alla fine avrebbero accettato la sua proposta. E infatti così avvenne.

‘Pronti?’ chiese Stefania ad alta voce mentre sistemava il suo bagaglio nell’auto. Seduto al posto di guida stava Mattia che rispose con un cenno affermativo del capo. Nel posto accanto a lui Ornella aveva già da tempo iniziato a lamentarsi del caldo, delle condizioni della macchina e di mille altre cose. Nel sedile posteriore era seduti l’uno contro l’altra Luigi e Vanessa, lui con i suoi 26 anni era il più ‘anziano’ del gruppo, lei con i suoi 18 era la più giovane, nonostante ciò stavano insieme da quasi un anno.

Dopo diverse ore di viaggio l’unica che aveva ancora la forza di parlare era Ornella, che continuava imperterrita a raccontare con dovizia di particolari tutte le disavventure che potevano accadere in auto o al mare. Mattia si era estraniato nella guida, mentre Luigi e Vanessa si erano addormentati storditi da tutte quelle chiacchiere. Intanto Stefania percorreva mentalmente tutte le tappe del suo piano pregustando la ricompensa e sorrideva ripensando a quando poco più di 6 mesi prima aveva conosciuto Mattia e Luigi all’università che successivamente l’avevano introdotta alle rispettiva compagne.
La situazione era particolarmente buffa. Stefania era l’unica non accoppiata e anche l’unica sessualmente attiva del gruppo. Se Vanessa si riteneva ancora troppo giovane per concedersi al fidanzato che stoicamente attendeva di provare nuovamente le gioie del sesso già sperimentate con le fidanzate precedenti, la situazione più divertente riguardava le abitudini dell’altra coppia. Infatti Ornella aveva deciso che si sarebbe concessa soltanto dopo il matrimonio; fin qui nulla di strano, anzi sono in molte a voler percorrere questa strada (nonostante Stefania avesse preso tutt’altra via già a 14 anni). Ma l’aspetto più bizzarro erano le convinzioni della ragazza riguardo tutte quelle pratiche che normalmente vengono raccolte sotto il nome di ‘preliminari’: ogni 10 del mese (non un giorno prima, non un giorno dopo), Ornella faceva mettere il povero Mattia in mutande su un letto, spegneva la luce e gli ordinava di spogliarsi e mettersi due (!!) preservativi l’uno sull’altro. Lei intanto rimaneva completamente vestita e indossava inoltre un guanto in lattice, poi si avvicinava a lui e lo masturbava. Una volta finito lei usciva dalla stanza e lui poteva rivestirsi. Questo succedeva non perché Ornella volesse far provare del piacere al fidanzato, ma perché aveva letto su una rivista che gli uomini non appagati sessualmente tendono a tradire più di frequente la partner.
Ripensando a questa strana abitudine Stefania si lasciò sfuggire una debole risatina. Ornella si zittì per un momento, la osservò e poi continuò il suo monologo sulle creme solari.

‘Arrivati!’ esclamò trionfante Stefania mentre l’auto si fermava davanti ad un grande cancello. ‘E’ molto bella’ disse Vanessa seguita poi dai complimenti di tutti gli altri.
Una volta portati dentro i bagagli, Stefania iniziò ad aprire tutte le finestre e, da buon leader, dava ordini al resto degli amici.
‘Al piano di sotto c’&egrave la cucina, la sala da pranzo e un bagno. Mentre al piano di sopra abbiamo tre camere da letto, un altro bagno e la terrazza’ detto ciò Stefania diede un ora di tempo libero per potersi sistemare nelle rispettive stanze.
Mentre disfaceva le valigie, la padrona di casa pensava: ‘Due settimane a partire da adesso. Devo avere pazienza e andrà tutto come previsto. Non vedo l’ora. Sarà per tutti una vacanza indimenticabile’.
Bussavano alla porta. In un lampo Stefania si sfilò maglietta e reggiseno e, coprendosi i seni con le mani, aprì leggermente la porta. Dall’altra parte Mattia sussultò appena si rese conto delle condizioni della ragazza e con qualche difficoltà balbettò: ‘Ehm, scusa, ma io e Ornella non riusciamo ad aprire la finestra della stanza e ci chiedevamo se tu’ insomma”. Stefania non riuscì a reprimere una lieve risatina e gli rispose: ‘Tra un momento vengo e vi spiego come fare, ma per adesso non sono nelle migliori condizioni’. Il ragazzo sempre più in imbarazzo fece un segno di assenso con la testa e si allontanò a grandi passi. Stefania chiuse la porta e vi si appoggiò con la schiena, non poteva fare a meno di sorridere e pensare che un primo piccolo passo era stato compiuto verso il successo finale.
Si spogliò completamente e rimase per un po’ a fissare la sua figura nello specchio. Aveva lunghissimi capelli castani che le scendevano quasi sino ai glutei, occhi chiari con una maliziosa luce sul fondo, un corpo agile e sensuale da modella ed un sorriso affascinante.

RISTORANTE
Giacevo sul letto, completamente nuda, intenta a masturbarmi. Era bellissimo. L’unica cosa che volessi fare in quel momento.
Improvvisamente sentii aprirsi la porta di casa. Con un balzo fui giù dal letto e in due secondi avevo indossato una maglietta e un paio di pantaloncini. Un attimo più tardi il mio ragazzo entrò nella mia stanza. ‘Ho incontrato i tuoi quaggiù’ disse giustificando la sua presenza, poi proseguì: ‘Ma tu che facevi?’. Lo baciai per prendere tempo, poi risposi: ‘Mi riposavo sul letto’ e intanto stingevo il pugno per nascondere gli umori che ancora bagnavano le miei dita.
In quel momento mia madre entrò nella camera chiedendo: ‘Che ci fai ancora così? Non avevate il tavolo per le 8?’. Marco mi guardò e con aria severa mi ammonì: ‘Non voglio fare tardi. Vestiti’.
Io però avevo ancora una faccenda in sospeso, così riposi: ‘Mi faccio una doccia rapidissima e andiamo’. ‘Sotto la doccia c’&egrave tuo padre, dovrai accontentarti di fare il bagno’ mi informò mia madre.
Corsi in bagno, mi liberai dei vestiti che avevo indossato soltanto per qualche minuto, mentre la vasca si riempiva di acqua tiepida e dopo essermi legata i capelli mi immersi.
Non persi tempo ed iniziai subito ad accarezzarmi freneticamente. Nella mia testa si inseguiva soltanto una parola: ‘Sbrigati, sbrigati, sbrigati!’

VISTA A SORPRESA
Lui era seduto da solo ad un tavolino del bar da circa venti minuti. Lei si era fatta notare proprio da tutti appena aveva messo piede nel locale. Camicia troppo scollata, gonna troppo corta, era una calamita per tutti gli occhi maschili. Si era guardata per un attimo intorno, poi aveva preso una birra chiara al banco e si era diretta decisa al tavolo di lui.
‘Posso sedermi?’ chiese con un sorriso. Lui impiegò lunghi secondi per realizzare, poi rispose: ‘Certamente’.
Parlarono per dieci minuti del più e del meno. O meglio lei parlava e lui cercava di non farsi scoprire mentre le sbirciava dentro la scollatura, ma lei se ne accorgeva ugualmente e gli sorrideva divertita.
Improvvisamente la donna disse: ‘Accompagnami a casa’ e si alzò senza nemmeno aspettare la risposta. Lui la seguì di scatto lasciando sul tavolo molto più di quanto doveva.
Doveva avere tra i trenta e i trentacinque anni. Sembrava perfettamente a suo agio in quella situazione, persino dopo avergli confessato che il marito era appena partito per lavoro.
‘Non ci siamo ancora presentati’ osò lui mentre percorrevano stradine deserte, proseguì ‘Io mi chiamo Franco’. ‘Piacere di conoscerti Franco’ rispose lei senza svelare il suo nome. D’un tratto sembrava più silenziosa.
Arrivati sotto un grande condominio lei propose: ‘Ti va di salire Franco?’. Qualche minuto dopo varcavano insieme la porta dell’appartamento. Lei si voltò di scatto e lo fissò negli occhi sussurrandogli: ‘Perché non saltiamo la fase in cui ti offro da bere e andiamo subito in camera da letto per fare ciò che siamo venuti a fare?’. Lui non riuscì a sostenere il suo sguardo e cercando di mascherare una certa eccitazione rispose: ‘Certo’.
Lo condusse nell’oscurità della casa verso la camera da letto e, appena arrivati, gli disse: ‘Spogliati’ mentre faceva altrettanto. Franco ubbidì e con un certo imbarazzo si liberò dei vestiti mentre lei seduta sul letto lo osservava divertita con indosso soltanto il perizoma.
La mano calda della sconosciuta iniziò ad esplorare la virilità di Franco che estasiato fissava i seni tondi e morbidi che docilmente reagivano ai movimenti della donna.
Nonostante l’eccitazione gli stesse già dando alla testa, Franco non poté fare a meno di sentire uno strano rumore provenire dall’ingresso. Subito incrociò il suo sguardo con quello della donna che era improvvisamente impallidita. Lei interruppe il suo dolce massaggio e con gli occhi sbarrati gli bisbigliò: ‘Mio marito! Presto vieni con me’. Si alzò in piedi e diede un calcio al mucchio di vestiti di Franco accatastati per terra facendoli finire sotto il letto, poi, tirando l’uomo per un braccio, gli disse: ‘Nell’armadio! Presto!’. Franco terrorizzato si infilò con un balzo nell’armadio ed osservo con angoscia la donna che richiudeva le ante.
‘Tesoro!’ disse una voce femminile ‘Come mai a casa?’. ‘Hanno cancellato il mio volo’ disse un uomo con un tono di voce irritato, poi proseguì: ‘Mi hanno fissato un altro aereo per domani mattina’ e continuò ancora a lamentarsi anche quando fu entrato nella camera da letto.
‘Come mai mezza nuda?’ chiese l’uomo, lei ebbe in attimo d’incertezza, ma riuscì a rispondere: ‘Stavo per fare una doccia, ma se vuoi andare prima tu”

FINE DELLA FESTA
Era stata una bella festa. Riccardo aveva organizzato tutto per bene, la villa al mare si prestava benissimo e tutti si erano divertiti. Era purtroppo arrivato il momento di salutarsi, con la speranza di non dover aspettare nuovamente 5 anni per ritrovarsi nuovamente con i vecchi compagni del liceo. Le ultime ad andare via erano state Alice ed Eleonora, due ragazze carine e simpatiche, con le quali purtroppo il padrone di casa non aveva mai avuto grande confidenza. Eleonora era abbastanza brilla e barcollava vistosamente mentre veniva accompagnata all’auto di Alice, quest’ultima invece era perfettamente lucida in quanto aveva assunto il compito di guidare e riaccompagnare l’amica a casa.
Riccardo aveva appena iniziato a rassettare casa quando sentì suonare il campanello. Pensò subito che qualcuno si fosse dimenticato il solito cellulare.
Davanti la porta si ritrovò proprio Alice che con aria preoccupate disse: ‘Abbiamo avuto un problema’. Lo condusse lungo il viale d’ingresso sino alla curva che portava al cancello. La macchina della ragazza aveva oltrepassato la strada percorrendo un pezzo della ripida scarpata sino ad adagiarsi contro la recinzione metallica. ‘Abbiamo provato ad uscirne ma &egrave troppo in pendenza e non ne vuole sapere di venirne via’ chiarì la ragazza. Intanto Eleonora si era addormentata sul sedile del passeggero probabilmente sognando di essere sulla strada di casa.
Riccardo osservò per un po’ la situazione poi sentenziò: ‘E’ successa la stessa cosa a mio padre un paio di anni fa. Serve almeno un’altra macchina per aiutarla a venire fuori. Purtroppo io per adesso sono senza’. Dopo un primo momento di sorpresa Alice si riscosse e propose: ‘I miei nonni abitano a pochi chilometri da qui, posso chiamare loro e vedere se ci danno una mano’. Si allontanò per un momento, per poi tornare con aria trionfante: ‘Problema risolto! Verranno i miei nonni a tirarci fuori dai guai. L’unico intoppo riguarda l’ora: non saranno qui prima delle 9 di domani mattina!’.
Riusciti a svegliare la bella addormentata e a spiegarle la situazione, tutti e tre rientrarono finalmente in casa.

Leave a Reply