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Giulia, Anna, io

By 16 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono quattro giorni ormai. Mi chiamano, mi danno quindici minuti da casa alla piscina, capisco con un razzo, ma ho una panda io! Il traffico poi! Un giorno arrivo all’incrocio con i minuti contati, chiuso! Danno all’impianto idrico. Cavolo, bastava un avviso in piazza. Sabato l’auto con i fari fulminati, trovo la guardia: multa. Ma oggi non mi scappano, parto un’ora prima, arrivo in piscina, nuotata con loro.

Otto. Tra poco mi chiamano, ma io parto ora. Strada tranquilla, pochi passanti, la luna già alta. Undici minuti di viaggio! Oggi mi bastava farlo in un’ora! Giù dalla macchina, cammino, raggiungo il palazzo bianco all’angolo, varco la soglia:

-Buongiorno!- Anzi, si fa quasi buio, ho sbagliato il saluto.

-Buongiorno Luca!- Toh, non sono l’unico distratto! Laura mi saluta, tutto il giorno alla cassa, non avrà visto l’ora? Mi chino sul tavolo: giornali nuovi!  Sfoglio il primo: gossip. Intanto i minuti passano.

Qualcuno spalanca la porta, ascolto: sono loro. Prima Giulia: magnifica, alta, in tuta sportiva. I boccoli rossi raccolti un una coda, poco trucco, giusto un po’ di cipria. Non ricordavo così soda la sua quarta misura. Poi Anna, poco più bassa, bionda, con la solita divisa da lavoro. Un culo da favola già sfondato in alcuni sogni proibiti fatti al ginnasio dal sottoscritto. Piatta -o magari una prima- con l’acconciatura rovinata dalla giornata al pub: una ciocca sfuggita allo chignon si poggia sulla guancia.

-Ciao Luca? Tutto a posto?- mi domanda Anna.

-Si! Oggi sono arrivato in orario. Voi piuttosto?- rispondo io.

-Tutto a posto!- fa Giulia con un sorriso -Andiamo?-

Ci dirigiamo agli spogliatoi, ci dividiamo. In pochi minuti sono pronto, vado alla vasca. Quasi vuota: solo un corso di ragazzini urlanti in prima corsia. Loro non arrivano. Si staranno raccontando la giornata, lo fanno ogni volta.

Arriva Anna. Giulia sta passando sotto la doccia. Posano l’accappatoio sulla panchina. Ci tuffiamo in acqua. Iniziamo con cinquanta a rana, poi dorso. Anna continua a fissarmi il pacco, sono sicuro, da quando siamo in acqua. Lo ha sfiorato con una mano quando abbiamo virato, ora lo fissa. Sì, duro. Si avvicina, mi bacia. Infilo la lingua in bocca, la muovo, sfioro la sua. Porto una mano sulla sua nuca. Mi imita, una mano mi sfiora il collo. Ci baciamo ancora, mi mordicchia un labbro, succhia. Giulia ha finito la sua vasca a dorso. Ci sta guardando. Non sono sicuro sia colta alla sprovvista, no, ora capisco, sa tutto: il suo sguardo languido, la bocca socchiusa in un sorriso malizioso. Si avvicina, mi infila un dito sotto gli slip. Uno sprazzo di lucidità, do un’occhiata al bagnino, mi ricambia con un sorriso, sposta il capo, mi sta indicando i bambini. Diavolo! Spingo via Anna, Giulia non rinuncia: mi dà un’ultima palpatina al cazzo. Sfila la mano. Nuotiamo. L’ora passa tranquilla, solo un altro bacio, pochi sussurri complici. Usciamo dalla vasca.

Giulia mi passa davanti, si strappa la cuffia. Fisso la sua chioma ora un po’ bagnata, i bagliori ramati, mi arriva il suo profumo: impazzisco. Si volta, scosta la frangia dal viso, passa la lingua sul labbro, mi fa l’occhiolino. Il cazzo ormai duro mi sbuca dagli slip. Lo copro, magari arriva qualcuno. Mi dirigo a sinistra allo spogliatoio uomini, ma prima mi volto: Anna mi fa un altro occhiolino. Ho capito! Ma non posso intrufolarmi da loro, una signora si sta ancora cambiando. Sarà la prossima volta. Vado alla doccia, mi insapono la faccia. Cosa cavolo? Un caldo improvviso mi circonda il cazzo da cima a fondo, mi sciacquo via rapido la schiuma dal viso: una macchia bionda mi sta lavorando l’asta, prima indugia sotto poi con la lingua stuzzica la cima. Ora usa una mano, su, giù, su, giù, prima piano, poi rapidissima. Provo con una spinta, ha capito, mi guarda colma di voglia. Inizio a scoparla in bocca. Arriva Giulia, la bacio con foga, la sua lingua contro la mia. Giochiamo un po’, uno addosso all’altra. Anna si stacca. Mi abbasso, mi implora carponi, impugno il cazzo, la violo con un colpo. La sbatto a ritmo, i colpi scanditi dai suoi sospiri. Giulia intanto si inginocchia, conquista la prima di Anna, la pizzica, non la abbandona un attimo. Un urlo. Anna, l’orgasmo la sconquassa tutta. Non grida più, non può, l’amica la sta già baciando. Il mio cazzo ancora più duro. Volto Giulia, la spingo contro il muro. Pochi colpi, forti, profondi: non ragiona più, mi circonda il bacino con una gamba, poi con l’altra. Spingo rapido, mi sporgo in avanti, conquisto la sua quarta. Mi implora di scoparla di più, più a fondo. Lo faccio. Ansima con gli occhi chiusi, mi abbraccia, contrazioni mi mungono l’asta. Ha goduto. Non sono ancora sazio. Anna l’ha capito, non sono il solo: ha bisogno di qualcosa in più. Usciamo dalla doccia, il corridoio, lo spogliatoio, una panca. Si accomoda, mi fissa, la figa spalancata. Mi avvicino. Un sussurro: sfondami il culo! Mi abbasso, raccolgo un po’ di umori dalla sua intimità. Bagno il buchino, azzardo  un dito. No, già largo, non sono il primo. Avvicino qualcosa di più duro, spingo. La punta va, il mio sogno. Non capisco più nulla, una botta, pianto il cazzo fino in fondo. Guardo Anna, una lacrima si posa sulla sua guancia. Allunga una mano, mi incoraggia. Spingo ancora, il ritmo via via più rapido, la lacrima sostituita da ansiti. Un altro orgasmo. Il mio. Mi stacco. Giulia, assorta a masturbarsi accanto a noi, si alza, si sdraia sull’amica. Pochi attimi, arriva il loro turno. Sono sfinito, guardo Anna: traballando va a cambiarsi. Il culo sfondato. Sorrido soddisfatto, mi cambio. In atrio solo Laura, stanca, ha bisogno di un po’ di riposo. Hanno finito, arrivano ridacchiando. Si avvicinano, un bacio a stampo da ognuna. Alla prossima mi dicono. Vanno fuori raggianti. Saluto distratto Laura. Raggiungo la macchina. Qualcosa non va, mi sono scordato qualcosa prima, a casa. Apro. Un’occhiata al cruscotto, la busta, una matita, la u, la o, la i, la a, la … cazzo!

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