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Premesse dell’autore:
dopo una lunga assenza torno a scrivere sui racconti di Milù, sperando di fare cosa gradita ai lettori. Inizio con un racconto di incesto liberamente inspirato ad un video intitolato “It slipped in” in cui l’innocente (e maggiorenne) Carolina Sweet veste i panni della sorella secchiona e Whitney Wright quella dell’amica perversa (e maggiorenne).
Nota: i protagonisti del racconto, come prevede la policy del sito, si intendono maggiorenni
Per idee, critiche, suggerimenti, potete contattarmi all’indirizzo mail raccontidienea (chiocciola) gmail.com oppure su twitter all’account @raccontidienea

Buona lettura!

Mi chiamo Mary e…ho combinato un gran casino!

Era arrivato il giorno della partenza.
Io e la mia famiglia avremmo lasciato la città per sempre per trasferirci altrove a causa del lavoro di mio Padre.
Di li a poco la mia vita sarebbe ricominciata daccapo: avrei perso amici, compagni di classe, professori e tutto intorno a me sarebbe cambiato.

Non avrei più rivisto i gemelli, Luca e Lucia, con cui avevo stretto un rapporto di amicizia speciale.
Ed è di loro che vi voglio parlare.

Luca, un fustacchione belloccio con un carattere molto vivace, è tra i ragazzi più popolari a scuola.
Con un aspetto fisico molto curato e un’indole da farfallone, Luca è capace di cambiare ragazza ogni settimana.

Lucia è l’esatto opposto del fratello: dedita allo studio e alla letteratura, trascura spesso il suo aspetto fisico per passare ore a leggere.
Sta sempre in disparte, non solo per via della sua passione per i libri, ma anche per via del suo fare goffo e impacciato
che attira l’attenzione di tutti quei ragazzi che non sanno fare altro che deridere e prendere in giro chi non è come loro.

Avevo inziato a frequentare prima Luca: feste e divertimento era una passione che avevamo in comune.
Come c’era da aspettarsi Luca inizialmente mi vedeva come l’ennesima preda da fare sua, l’ennesima ragazza da spupazzarsi e da dimenticare il giorno dopo.
Ma con me era cascato male male: tutte le volte che ci aveva provato aveva fatto cilecca finchè ad una festa,
preso dalla disperazione un giorno provò a mettermi le mani addosso.
Un (mio) sonoro schiaffone lo riportò immediatamente a terra.
Preso per la collottola e portato in disparte, chiarìi che non ero interessata a quel ‘tipo di divertimento’ e che preferivo rimanere a ridere nel vederlo
fare il buffone-pavone con le altre ragazze, piuttosto che scoparmelo, venire mollata, perdere un’amicizia e infine provare imbarazzo ogni volta che lui sarebbe
stato in giro.
Luca capì, cosa molto strana visto che la maggior parte dei ragazzi su certi argomenti sono molto tardi e rincoglioniti.

Con Lucia invece iniziammo a studiare insieme per un progetto di classe e con il passare del tempo nacquero fiducia e amicizia.
A differenza degli altri che vedevano in lei una secchiona da cui copiare i compiti, io vedevo una persona molto brillante
in grado di farmi capire i concetti più difficili delle lezioni fatte in classe.
Questo mio atteggiamento disinteressato era piaciuto a Lucia che, con il tempo, cominciò a fidarsi e a confidarsi con me.

A questo punto sarebbe logico dire che frequentavo entrambi.

La mia amicizia con loro era molto particolare, “uno a uno” era l’etichetta che solitamente Lucia le dava: potevo frequentare
uno o l’altra, mai insieme.

I due infatti, quando erano assieme, facevano finta di non conoscersi oppure litigavano.
Credo che il rapporto tra Luca e Lucia fosse tra i peggiori al mondo
Luca in compagnia degli altri ragazzi si faceva trascinare nel ‘gioco’ dell’insulto a Lucia, umiliandola pesantemente.
Lucia dal canto suo non reagiva, rimaneva in silenzio e se poteva fuggiva.
In casa le cose non erano molto diverse: Lucia ogni tanto provava a reagire agli insulti del fratello ma, essendo Luca fisicamente ben messo, finiva per prenderle.
I loro genitori erano incapaci di rendersi conto di quello che accadeva tra i due e i litigi sembravano essere infiniti.

Questa situazione mi faceva stare davvero male e, prima di sparire dalle loro vite, mi ero messa in testa di voler sistemare il loro rapporto.

Quel giorno i gemelli erano soli in casa e io sarei passata da loro per un ultimo saluto.

Andai in camera di Lucia, la trovai intenta a leggere l’ultimo libro che il prof le aveva dato.
Iniziammo a parlare delle solite cose di scuola per poi finire a parlare di ragazzi.
Lucia non era solo un’appassionata di letteratura ma anche un essere umano che non restava indifferente al fascino dei ragazzi.
Più di una volta mi aveva confessato di aver voglia, come tutti nostri coetanei, di fare sesso.

Sesso: quella parola che la faceva così tanto arrossire in realtà era qualcosa che aveva scoperto per caso.
Tutto era iniziato con un porno trovato sul pc del fratello: invece di provare ribrezzo Lucia rimase affascinata dal piacere che i protagonisti
provavano nel fare quelle cose. Iniziò ad approfondire l’argomento, scoprendo ben presto come darsi piacere con la masturbarzione.
Da allora la sua ricerca del piacere non s’era più fermata: spesso si immaginava protagonista di quei video perversi,
al centro dell’attenzione di uno o più maschi. E trascinata da fantasie sempre più spinte aveva provato la penetrazione con più dita
perdendo quella che in molti chiamano verginità.

Una risata carica di cattiveria interruppe le nostre chiacchiere.
Era Luca che, appena uscito dalla doccia con addosso il solo asciugamano, si era fermato sulla porta preparando l’ennesimo crudele attacco alla sorella.

“Ciao Mary, sei passata a salutare il cesso con gli occhiali?” – disse ridendo

Lucia, in un improvviso scatto d’ira, prese il libro che aveva davanti e lo lanciò con forza al fratello: “SEI UNO STRONZO!”

Luca, piuttosto che ripararsi, allungò prontamente la mano e prese al volo il libro.

“Cesso a pedali! Fatti una vita!” – la liquidò Luca che, dopo averla guardata con sufficienza, lanciò a terra il libro e sparì.

Gli occhiali di Lucia si appannarono: stava piangendo in silenzio.

Approfittai di quel momento di debolezza per convincerla che era ora di cambiare le cose:
riprendendo l’argomento sesso la convinsi che c’era un modo per farsi apprezzare da suo fratello.
Le spiegai nel dettaglio cosa avevo intenzione di fare e, malgrado la cosa le parve pura depravazione, Lucia decise di assecondarmi.

La lasciai in camera a prepararsi e raggiunsi Luca nella sua stanza.

‘Toc! Toc!’ – dissi scherzosamente mentre mi affacciavo alla porta aperta.

‘Mary! Che gran piacere rivederti!’ – urlò Luca sorridendo e facendo finta che poco prima non fosse accaduto nulla.

Girandosi di scatto verso di me lasciò cadere l’asciugamano a terra mostrandosi nudo come se niente fosse.
Allargò le braccia e si diresse verso di me con il suo sorriso sornione.
Era leggermente eccitato e con il suo batacchio semirigido che mi puntava vistosamente aggiunse: ‘grande, grande…grande piacere!’

Matto, maiale, pagliaccio, pavone! Aveva tutte le carte giuste per insidiare qualsiasi ragazza.

I suoi modi di fare insieme al suo fisico palestrato, i suoi occhi azzurri e i capelli biondi erano una terribile trappola.
Bastava abbassare la guardia solo pochi minuti per ritrovarselo tra le gambe o con il suo pisello tra le mani e il suo sorriso provocatore.
Avevo visto negli anni fin troppe ragazze capitolare di fronte a quel suo…chiamiamolo fascino.

Mi abbracciò spingendo e strusciando la sua erezione sul mio ventre.

‘Non riesco a capire chi è più felice di vedermi…tu, o il tuo amichetto lì sotto!’ – scherzai.

‘Mary…Mary…Mary…lo sai che mi mancherai tanto?’ – disse mentre le sue mani impertinenti dopo aver percorso la mia schiena e si erano fermate ad afferrarmi il sedere.

‘Già, già…ti sfonderai di seghe!’ – mugolai ironica.

Con determinazione e sguardo serio mi divincolai dal suo abbraccio e iniziai a spingerlo verso il letto.
Arrivato al bordo Luca non potè fare altro che caderci su.
Continuai a mantenere la mia mano sul suo petto, senza abbassare lo sguardo.

Lui rimase interdetto: non riusciva a capire quali fossero le mie intenzioni anche io salivo sul letto e mi posizionavo a cavalcioni su di lui.

Rimasi immobile a fissarlo per qualche istante, poi cominciai a piegarmi lentamente su di lui.
Quando le mie labbra furono a pochi centimetri dalle sue, gli scostai il viso e avvicinai la mia bocca all’orecchio.

‘Vorrei farti un regalino prima di sparire per sempre…se fai il monello me ne vado!’ – sussurrai con voce sensuale.

Mugolò qualcosa di incomprensibile.
Allungai una mano per afferrare una delle magliette buttate sul letto.
Poi, con fare risoluto, la usai per tappargli gli occhi: Luca era troppo curioso per potersi ribellare.

Scesi dal letto lasciandolo con il batacchio in piena erezione.

Dopo essermi accertata che non vedesse nulla, mi allontanai in direzione della porta ribadendo: ‘Mi raccomando…fai il bravo…altrimenti niente regalo!’.

Fuori dalla stanza c’era Lucia che mi stava aspettando.

Era nuda come mamma l’aveva fatta.
La pelle liscia e setosa priva di imperfezioni, il seno leggermente pronunciato, il ventre piatto, i capelli biondi che scendevano sulla schiena,
un ciuffetto biondo che faceva capolino sul pube, il sedere sodo, le gambe snelle: un angelo.

Era rossa in volto e tesa come una corda di violino.

Nei suoi occhi azzurri leggevo il terrore puro: dopo anni di umiliazione ci mancava solo che il fratello la vedesse nuda e usasse il suo corpo per deriderla.

La feci entrare.

Quando vide il fratello in piena erezione strabuzzò gli occhi dietro le spesse lenti degli occhiali…

…ah, già, gli occhiali…

Glieli sfilai, posandoli sulla cassettiera, mentre Lucia protestava in silenzio facendomi NO con la bocca:
per lei perdere la vista significava perdere il controllo della situazione.

Ma mi lasciò fare.

Ci avvicinammo lentamente al letto.

Luca era lì in attesa, respirava lentamente.

Silenziosamente mi inginocchiai ai suoi piedi, poi, con un gesto della mano sul braccio di Lucia, feci inginocchiare anche lei.

Davanti a quel pisellone pulsante l’ansia di Lucia era aumentata: con gli occhi fissi sul sesso di Luca tremava visibilmente.

Riuscivo a vedere le vene del collo pulsare, in quel momento il suo cuore doveva batteva all’impazzata:
stava vivendo da protagonista uno di quei video porno che mi aveva raccontato tante volte.

“Prima sorpresa!” – sussurrai, facendo sobbalzare leggermente Lucia che sembrava essere entrata in uno stato di torpore

Luca, in attesa che succedesse qualcosa, non reagì.

Presi allora la mano di Lucia e la portai sul sesso del fratello.

Lucia deglutì a fatica, la sua mano rigida afferrò con delicatezza il palo di carne di Luca.
Rimase immobile, incerta sul da farsi.

Le spinsi delicatamente la mano prima giù e poi su.
Lei, mordendosi le labbra, continuò a muovere la mano cercando di evitare movimenti goffi.

Luca contrasse leggermente i muscoli dell’addome, il tocco di quella mano gli aveva provocato brividi di piacere.

Lasciai che Lucia si abituasse a quella situazione prima di andare oltre.

“Seconda sorpresa!” – sussurrai dopo un po’.

Lucia distolse lo sguardo dal cazzo eretto del fratello e mi guardò incuriosita.

Io, di rimando, le mimai con la bocca e la mano le feci il gesto di leccarlo…

Una vampata avvolse nuovamente il viso di Lucia che, terrorizzata, fece silenziosamente NO con la bocca.

Le sorrisi mentre lei tornò a fissare l’erezione del fratello che il tocco delle sue mani aveva fatto crescere ulteriormente.

Passò qualche istante.
Poi, dopo aver scappellato il sesso di Luca, chiuse gli occhi e avvicinò lentamente il viso alla bocca.

Dopo aver preso un grosso respiro, Lucia tirò fuori la lingua e sfiorò la pelle del fratello.

Leccò ripetutamente, prima dolcemente poi in modo sempre più deciso: l’incertezza iniziale aveva lasciato il posto alla passione.

Riprese il massaggio con le mani, alternando baci e leccate.

Poi, sempre ad occhi chiusi, Lucia scappellò nuovamente quel palo di carne pulsante e se lo fece scivolare in bocca con la stessa naturalezza
di una delle tante “professioniste” che aveva visto in quei video che spesso mi aveva descritto fin nei minimi particolari.

Restai meravigliata.

Un lungo ‘uuuuhhhh’ uscì dalla bocca di Luca, segno che il ragazzo stava apprezzando il trattamento ricevuto.

La timida Lucia era improvvisamente diventata disinvolta e ai generosi massaggi con le mani, le leccate e i baci aveva aggiunto di profonde succhiate.

All’ennesima succhiata decise di aprire bene la bocca e spingere la testa più in fondo possibile.
Vidi la punta delle sue labbra arrivare a sfiorare il pube del fratello mentre il sesso di Luca era ormai sparito completamente nella bocca di Lucia.

Passarono pochi ma interminabili istanti in cui Lucia sempre ad occhi chiusi trattenne il fiato con la cappella del fratello completamente conficcata in gola.

Divenne paonazza in volto.

Improvvisamente mollò la presa tornando a respirare e ansimare sonoramente.
Ebbi paura che Luca si accorgesse di quanto stava accadendo, ma mi tranquillizzai immediatamente vedendo il suo sorriso sornione: se la stava godendo alla grande.

Lucia tornò a leccare e succhiare il cazzo del fratello, alternando mano e bocca con una maestria impressionante.
La lasciai libera di lucidare la cappella pulsante di Luca per un po’.

“Terza sorpresa…” – sussurrai.

Lei interruppe il lavoretto di mano e bocca e cercò interrogativa il mio sguardo.

Rimasi immobile a fissarla con un sorrisino: sarebbe stata lei a decidere la scena successiva “del video” di cui era ormai la protagonista indiscussa.

Si rimise in piedi e salì lentamente sul letto; prima un ginocchio e poi l’altro, si mise a cavalcioni su Luca.

Dalla mia posizione potevo vedere chiaramente l’eccitazione di Lucia: le sue grandi labbra lucidissime e un rivolo dei suoi umori le rigava l’interno coscia.

Avvicinare il sesso del fratello al suo iniziando un sensuale sfregamento.

La cappella di Luca si bagnò pian piano dei suoi umori.
Poi, con gesto deciso e risoluto, Lucia afferrò il pisello e lo puntò dritto nella figa.

Spinse con lentezza il suo corpo contro quello del fratello.
Il palo di carne, millimetro dopo millimetro, sparì dentro le viscere di Lucia.

Trattenne a stento un sensuale ‘ooohhh’ di piacere, tappandosi rapidamente la bocca con una mano:
la poca lucidità rimastale l’aveva spinta a non rivelare ancora la sua identità al fratello.

Il suo pube era arrivato a toccare quello del fratello, era ormai completamente impalata.

Lucia si sentiva finalmente donna, un’adulta perversa e lussuriosa femmina.

Innocenza, timidezza e verginità erano sparite di colpo mentre il suo corpo cominciava un lento su e giù alla ricerca del piacere più intenso e appagante.

Quel sali e scendi con il passare del tempo si fece sempre più sostenuto: il piacere cominciò a scorrere nelle vene di Lucia che cominciò a respirare affannosamente.

Tornò a tapparsi la bocca nel vano tentativo di trattenere i gemiti.

Luca, eccitato come non mai, allungò le mani a cercare il seno di quella donna che lo stava possedendo.

Bastarono pochi tocchi delle sue dita sui capezzoli di Lucia per far perdere il controllo alla ragazza.

Lucia si abbandonò a quella prima esplosione di piacere, gemette sonoramente spigendo con forza il suo pube contro quello del fratello.

Era il suo primo vero orgasmo impalata al sesso di un uomo vero.

A questo punto Luca riconobbe la voce della sorella, si tolse di scatto la maglietta dagli occhi agitandosi confuso sotto al peso del corpo della sorella.

“SORPRESA!” – urlai sorridendo.

Credevo di essere finalmente riuscita nel mio intento di pace tra i gemelli…pensavo che a quel punto poche parole avrebbero cambiato le cose…

…ma mi sbagliavo.

(continua ?)

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