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Questa storia si ispira ad un fatto di cronaca vera, accaduto in Francia.

Laura aveva la testa ancora frastornata dal torpore del sonno.
Incubo o veglia, cercava di mettere a fuoco le immagini che, come scene comiche, si avvicendavano veloci davanti ai suoi occhi, che fissavano indifferenti quei movimenti vaghi.
Venire svegliati in pieno sogno, quando la mente è ancora completamente immersa in una realtà onirica, fantasiosa, in cui i punti di riferimento non sono tangibili, mentre l’orientamento dei sensi è totalmente privo di logica, racchiusa in quella create dalla sola ragione, è come ricevere un secchio di acqua fredda in pieno volto.
L’eco delle voci, dapprima percepiti come rumori incomprensibili, poi, lentamente, cominciano a definirsi nel tono e nel significato delle parole.

Laura, come un animale braccato dalla paura, si era alzata dal letto afferrando la coperta, poi, avvolgendosi per proteggersi da un pericolo sconosciuto, corre nel corridoio. Li trova la madre, scossa dalla presenza dei Carabinieri, che pronuncia frasi prive di significato. Il padre, seduto in salotto, è controllato a vista da due militari dell’Arma. Gli uomini delle Forze di Polizia, sparsi ovunque, in tutto l’appartamento, mettono a soqquadro i cassetti, la libreria, la credenza, i bauli. I computer vengono prelevati e portati via, mentre alcuni cartoni vengono riempiti di CD, DVD, ed ogni periferica in grado di registrare dati.

Laura è disorientata, perplessa, spaventata, si appoggia al muro sgomenta, si sente smarrita, ed in preda al panico inizia a gridare; sfogando la rabbia che le riempie la testa, ed urlare le sembra la cosa più naturale da fare.

Un giovane Carabiniere afferrandola dalle spalle:

‘Signorina si calmi!
‘Chi diavolo siete? Che cosa volete da noi?
‘Non posso dirle nulla! Si calmi! Il Comandante le dirà tutto! La prego si calmi!
‘Mi calmo un cazzo! Ci buttate giù dal letto nel cuore della notte! Ci state trattando come delinquenti! Ed io dovrei calmarmi!

Il Carabiniere, di fronte a quella reazione estrema, non sa cosa rispondere. Valeria, la madre di Laura, corre in suo soccorso e stringe la figlia, in modo protettivo, ed insieme iniziano a piangere.

‘Mamma che cosa sta succedendo? Perche ci sono i Carabinieri?
‘Non lo so tesoro! Spero che sia un errore giudiziario!
‘O mamma! Ho paura! Dimmi che tutto è uno scherzo!

Il padre Carlo, nello stesso istante, viene accompagnato fuori da due militari.
Laura, in preda alla collera si getta contro di loro, nel tentativo di sottrarlo da quelle che le sembra un sequestro di persona.

‘Papà! Che succede? Dove ti stanno portando?

Il padre non risponde, mentre lo vede allontanarsi, mantenendo atteggiamento dimesso, con lo sguardo rivolto verso il pavimento.

L’appartamento ritorna completamente silenzioso, i Carabinieri si sono dileguati nel nulla, come le immagini del sogno.
Laura e sua madre Valeria, sono sedute sul divano, in preda della stessa inquietudine, peraltro terrificante perché non c’era ancora una risposta alle loro mille domande circa i motivi di quella assurda irruzione.

Tommaso, un giovane Maresciallo dei Carabinieri, con espressione seria e costernata per lo stato di sconforto in cui versavano le donne, si muove leggero e silenzioso, poi si siede di fronte a loro.

Nelle mani stringe una cartella, dentro c’è la risposta alla voglia di verità che traspare dagli occhi di Laura.

‘Mi dispiace per quello che è successo! Purtroppo siamo uomini di legge e dobbiamo agire di conseguenza!

Laura, con gli occhi pieni di lacrime.

‘Perché avete portato via mio papà? Che cosa ha fatto di male? E’ un uomo buono! Un papà eccezionale! Di cosa è accusato?

Tommaso fissò gli occhi azzurri di Laura. Inalò una boccata di aria copiosa. Si schiarì la gola e con tono pacato, senza mai abbassare lo sguardo:

‘Il Dottor Carlo è accusato di violenza sessuale aggravata e continuata, compiuta nel suo studio dentistico, durante le attività di odontoiatra, anche in danno di minorenni.

‘Cosaaaaaaaaaaaaaaaaaa? Siete pazzi! Mio padre non farebbe male neanche ad una mosca! Vi state sbagliando!

‘Purtroppo non è così! Siamo in possesso di prove schiaccianti, filmati che mostrano le scelleratezze compiute da vostro padre!

‘Sono falsi! Create ad arte da qualcuno che vuole infangare l’immagine di mio padre!
‘Sono veri! Li abbiamo sequestrati a vostro padre! Erano stati realizzati personalmente da lui e li custodiva come reliquie. La mania ossessiva di cui è affetto lo hanno spinto persino a filmare i suoi incontri malsani!
‘Incontri malsani?

Guardò sua madre. Con voce dispiaciuta.

‘Papà si incontrava con le sue amanti? E allora? E magari una di loro lo ha denunciato per violenza? è ridicolo!
‘Signorina! Non è cosi! Le donne non erano consenzienti! Vostro padre le sedava, poi approfittando dello stato di incoscienza le violentava!

Laura rimase completamente senza parole. Non piangeva più. L’espressione del suo sguardo sbigottito, lasciava intendere un sentimento di disgusto. Ad un tratto, nauseata da quello che aveva sentito, si alza veloce, correndo verso il bagno, si inginocchia davanti al water ed inizia a vomitare fino a perdere il fiato.
Qualche minuto dopo, con l’aiuto di Tommaso, si mette in piedi, e sorretta dal militare ritorna a sedersi nel salotto. La madre Valeria, in preda alla disperazione più nera, si tiene la testa tra le mani, piangendo in silenzio.

‘Signorina Laura mi serve il suo computer portatile!

Ritornò dalla sua stanza con una borsa. Il Maresciallo lo approntò in pochi minuti.

‘Signorina Laura! Sto per mostrarle un filmato che la riguarda!
‘In che senso mi scusi?
‘Due mesi fa lei è stata curata da suo padre?
‘Si! La pulizia dei denti? Mi pare in tre sedute!
‘Si ricorda qualcosa di quei momenti?
‘No!
‘Adesso le farò vedere che cosa è successo!

Siamo ai primi di maggio, la stagione aveva già in se un incipiente caldo estivo. Laura, come tutte le sue coetanee, ne aveva approfittato per togliersi i vestiti invernali ed indossare quelli leggeri, che mettevano in risalto gli aspetti più sensuali dell’adolescenza.
Laura è una ragazza alta, imponente e ben proporzionata. Bionda ed occhi azzurri.
Le piace mettere in mostra lei sue qualità estetiche, grosso seno e culo a mandolino. Prova una grande soddisfazione a mostrarsi in abiti succinti, perché la diverte ad osservare lo sguardo libidinoso dei ragazzi della scuola.
Solo che quel modo malizioso di atteggiarsi non era notato solo dagli amici adolescenti ma anche da qualche attempato conoscente, che sapeva apprezzare le sue grazie e fantasticare su come metterci le mani sopra, tra questi il padre Carlo.

‘Laura, quando ti decidi a venire in studio per la pulizia dei denti?
‘Uffa papà! Sei patito con sta pulizia dei denti!

Carlo, mentre parlava a sua figlia, non poteva fare a meno di scrutarla dalla punta dei piedi fino ai capelli. Vederla allungata sul divano, con le gambe esposte, belle, affusolate, per il ludibrio del suo sguardo, lo rendeva inquieto.
La desiderava con tutto il suo spirito, e non era difficile immaginare il suo corpo nudo, visto che ormai non era più un segreto per lui. Aveva avuto la possibilità di osservarlo con bramosia in ogni utile occasione, anche in bagno mentre si faceva la doccia.
Inventava qualsiasi scusa, anche stupida, per sorprenderla nuda, approfittando di quei pochi istanti per riempirsi gli occhi della sua bellezza, delle linee perfette del suo corpo, per poterli poi apprezzare con serenità d’animo nell’intimità dei suoi pensieri, mentre si masturbava, nutrendo le sue fantasie e/o meglio, scopare con le sue vittime desiderando di farlo con la figlia.

Carlo aveva scoperto un modo straordinario per soddisfare senza porsi limiti le proprie voglie perverse. Lo aveva scoperto in maniera casuale, poi il giocattolo prese forma dentro la sua testa, diventando una fissazione, talmente potente da non poterne fare a meno, rendendolo schiavo dei propri istinti, ed annullandogli completamente la mente.

Il grado di corruzione superò ben presto qualsiasi barriera morale ed etica.
Ed è in questo ambito che nella sua mente alterata matura l’idea dell’incesto.
La consapevolezza di essere onnipotenti rende la ragione succube degli istinti più bassi e annulla la coscienza del giusto, ed allora tutto sembra possibile, poiché qualsiasi cosa perde valore in quanto assoggettabile alla propria volontà.

L’incidente che cambiò completamente la vita di Carlo accadde tre anni prima del suo arresto.
Una sera le capitò come paziente una ragazza giovanissima. Bella e conturbante. Aveva un’infiammazione sulla gengiva.
La ragazza vestita in modo succinto, indossava una gonna cortissima ed una canotta che non lasciava molto spazio alla fantasia.
Appena la ragazza si adagiò sulla poltrona dello studio, Carlo non poté fare a meno di osservarle il bellissimo scoscio che si delineava chiaramente sotto il suo sguardo. Il tumolo della figa si intravedeva perfettamente sotto la stoffa attillata delle mutandine nere, che si perdevano divinamente tra i grossi glutei.

‘Dottore ho paura del dolore! Non vorrei essere cosciente mentre incide la gengiva!
‘Non si preoccupi! Le praticherò un’anestesia locale! Vedrà, non sentirà assolutamente nulla!
‘Mi fa impressione persino vedere il bisturi! La prego dottore! Preferirei una totale!
‘Come preferisce!

Per la circostanza Carlo aveva usato un sedativo leggero, che indusse la giovane donna in uno stato di incoscienza totale per una mezzora abbondante.

Il lavoro durò pochi minuti.

Carlo si stava apprestando a lavarsi le mani, quando il suo sguardo cominciò a squadrare le gambe e le cosce della ragazza, che se ne stava inerte allungata sulla poltrona odontoiatrica. Si avvicinò e, cedendo al desiderio di toccare quel giovane corpo, allungò la mano facendola scorrere all’interno coscia, fino a lambire il tumolo della figa.
La pelle era liscia e calda. Quella sensazione incise profondamente nella sua testa, provocandole un’erezione oltre misura.
Gli occhi sconvolti dalla situazione eccitante, iniziarono a scrutare quel corpo, mentre le mani, ubbidendo al cieco istinto sessuale, che si era impossessato della sua volontà, si sollazzavano a palpare ogni parte.
Il seno era sodo e dolce al tatto; dopo aver spostato la canotta cominciò ad apprezzare la morbidezza della pelle e la tonicità dei capezzoli, che divennero subito preda della sua bocca.
Le allargò le cosce per avere una visuale migliore del tumolo della figa. Ma ancora insoddisfatto, decise di dare un’occhiatina alla figa, spostando di lato le mutandine nere.
La visione che si presentò sotto i suoi occhi era da infarto. Le labbra della figa, completamente rasate, erano grosse ed incollate tra loro, nella fenditura si intravedeva appena le creste delle piccole labbra interne. Ormai senza alcun controllo dei propri istinti, le spostò evidenziando la carne viva ed il clitoride, che sollecitò stringendolo tra il pollice e l’indice.
La ragazza era in balia delle sue voglie, priva di sensi, non dava alcun segno di vita, completamente incosciente, respirava forte. Sembrava una bellissima bambola inanimata.

Carlo si tirò fuori il cazzo, duro, con la cappella tesa e lucida come una biglia.
Gli venne subito il bisogno di strofinarla sulla bocca della ragazza.
Quindi, per realizzare quella fantasia, si accostò al suo volto, facendolo volgere verso di lui quel tanto da permettere alla punta del cazzo di lambire la bocca.
Appena ci fu il contatto, iniziò ad accarezzarle le labbra fino a spostarle con il glande e, facendo pressione sul mento, le aprì la bocca e penetrò parzialmente nelle gote. Era una sensazione intensa e piacevole.

Sembrava di sognare.
Davanti a lui c’era una ragazza bellissima, completamente disponibile e posta alla mercé della sua libidine.
Era impazzito dalla bramosia. Il suo cazzo, spinto dal desiderio carnale, lo manovrava come una sonda, facendolo scorrere sulle braccia, sulle tette, e maneggiandolo come un giocattolo si divertiva a stimolarsi la cappella con i capezzoli turgidi, che brillavano perché bagnati dal liquido seminale, secreto in abbondanza.

Gli venne voglia di gustarsi il nettare supremo di quel dolce frutto prelibato.
Così, si inginocchiò nelle cosce oscenamente spalancate ed, avido, tuffò la lingua in mezzo alle candide labbra. La punta si fece strada tra le piccole creste scure, spazzolando frenetica il clitoride ed il perineo, con qualche puntata attorno al buco del culo. Il foro era stretto e non passava neanche la punta di un dito. Lì era vergine.
La figa invece appariva già collaudata, e non fece nessun sforzo ad infilarci alcune dita.
Più leccava e più aumentava la febbre dei sensi e la bramosia di quel giovane corpo. Alla fine, emozionato e sudato, si alzò in piedi e brandendo il cazzo come una mazza, mosse la cappella entro le calda labbra vaginali, abbondantemente lubrificate dalla sua saliva, spingendo con decisione fino a far sparire dentro il grosso bulbo, poi, lentamente avanzò con il resto del cazzo, tanto da far collimare le labbra con la base dell’inguine.

Fu l’inizio del tormento infernale dei sensi.

Il caldo della vagina avvolse il cazzo come una coperta termica. Fu una sensazione stupefacente. Per un momento credé di svenire a causa delle forti emozioni che lo avevano paralizzato. Quel giovane corpo lo faceva impazzire. Bramava di scoparlo subito con frenesia, possederlo fino all’estremo. Così, in pieno delirio dei sensi, con il fiato in affanno, madido di sudore, con il cuore che pulsava ad un ritmo convulso, afferrò le gambe della giovane, fino a sollevarle sopra le sue spalle, poi serrando a se le cosce iniziò a muoversi dentro di lei.
La ragazza era ancora incosciente, mentre la sua figa dimostrando di gradire quella invasione violenta, era completamente bagnata.

‘mmmm ti piace? Dimmi di si? Mmmmm to! To!

Il movimento del cazzo nella vagina trasmetteva alla ragazza comunque qualche sensazione, perché si sentiva la sua voce leggera, gemere lievemente.
Il cazzo di Carlo penetrava profondamente, e le spinte brutali portavano la punta a toccare le cervici dell’utero. Per Carlo era una vera e propria esaltazione di sensazioni e stimoli. Nel silenzio dello studio si udiva il suo respiro concitato ed il rumore secco provocato dal movimento del cazzo, come una serie di schiaffi. Il ritmo era frenetico e la figa veniva sconquassata dagli assalti di Carlo.

‘mmmmm.. to’ to.. mmm sei caldissima’ mmmmm

La scena era incredibilmente eccitante. I pantaloni di Carlo erano calati fino alle sue caviglie, il camice bianco aperto svolazzava avanti e indietro, mentre lui, tenendo le gambe della giovane paziente spalancate e sollevate in aria, si muoveva con impeto tra le cosce aperte.

Per dare maggiore spinta alla sua azione, si era appoggiato con le mani sulle maniglie della poltrona, le gambe della giovane erano tenute in aria dalle sue braccia, mentre lui allungandosi completamente sopra di lei, affondava con il cazzo dentro la sua figa ad un ritmo sempre più veloce.
Il movimento concitato del cazzo aveva prodotto una sostanza bianca, che fuoriusciva dai lati della vagina, impregnando i coglioni di Carlo.

‘mmmmm to tooo.. mmm.. quanto sei bonaaaaaaaa mmmm

Dopo dieci minuti abbondanti di quella maratona di sesso a senso unico, i suoi testicoli si irrigidirono, segnalandogli che erano arrivati al capolinea.
Così, in preda ai brividi della lussuria, diede altri colpi possenti, secchi, poi indietreggiò velocemente, sfilando il cazzo lucido dalla figa oscenamente slabbrata, poi afferrò un paio di fazzolettini di carta e li impregnò di sperma.

‘mmmmm oddioooooooooooo mmmmmm’.. mmmm

I conati di sborra lo mandarono in delirio, si dovette sedere per evitare di stramazzare a terra dal forte orgasmo che stava provando, mentre svuotava i coglioni.

Il tempo incalzava e doveva rimettere le cose al loro posto. Ricompose la ragazza, rimuovendo ogni traccia di sostanza organica presente sul suo corpo. Poi si allontanò dallo studio.

Ritorno dopo una mezzora abbondante e trovò la ragazza sveglia.

‘Ben svegliata! Tutto bene?
‘Si! Almeno credo! Ho un leggero dolorino sulla gengiva, per il resto mi sento bene!

Lui fu compiaciuto di trovarla sveglia ed in salute. Dal modo come guardava si capiva che non ricordava nulla di quanto era successo in quello studio.

Lui sorridente.
‘E’ in grado di alzarsi!
‘Certo!

La ragazza si tirò su, dopo aver stirato la gonna, rivolgendosi al dottore.

‘Allora quando posso tornare per un controllo?
‘Ci vediamo tra un paio di giorni! Le va bene mercoledì prossimo, alla stessa ora?
‘Magari! Sa! Il pomeriggio lavoro e questo orario mi favorisce, la ringrazio molto!
‘Per così poco! Allora a mercoledì, buona sera!
‘Buona sera dottore!

Appena rimase da solo. Il suo pensiero iniziò ad agitarsi frenetico. Gli era impossibile realizzare nei particolari quanto era successo. Quella esperienza straordinaria fremeva nella sua mente come acqua in ebollizione. Le emozioni che aveva vissuto erano ancora presenti dentro di lui e lo facevano tremare.
Pensava già al prossimo appuntamento. Inoltre gli vennero in mente altre ragazze, come lei, belle e desiderabili. Poteva averle facilmente, poteva farcela, solo che doveva trovare un sistema sicuro che non facesse nascere in loro sospetti e dubbi.
Doveva organizzarsi, stilare una lista delle pazienti disponibili a venire in tarda serata, possibilmente prima dell’orario di chiusura. La sua assistente non andava oltre le sei ore di lavoro giornaliere. Quindi non era un problema.
Inoltre, le sue perfomance meritavano di essere riprese come in un film. Così si procurò delle telecamere che installò personalmente nello studio.
Le registrazioni erano fondamentali, servivano per rivedere e ricordare quei momenti meravigliosi, da poter rivivere emotivamente in qualsiasi momento successivo. Il ricordo mentale non lo soddisfaceva, voleva serbare una memoria tangibile, da rivedere nei minimi particolari.

Così ebbe inizio la sua scellerata vita di maniaco pervertito.

Tutta filava liscio, le vittime selezionate, con cura, veniva sedate e video registrate mentre le lui le violentava selvaggiamente, appagando il piacere di scoparle nelle posizioni che più gradiva. Ebbe la fortuna, se così si può dire, di imbattersi in giovani ragazze che avevano il buco del culo abbastanza dilatato da permettergli anche qualche variante al tema.

Fu in questo clima dissennato che maturò l’idea di scoparsi sua figlia Laura. La sua bellezza adolescenziale aveva attirato la sua attenzione, stimolandogli i sensi, così, in un contesto privo di qualsiasi freno morale inibitorio, iniziò a fantasticare su di lei, fino a progettare un incontro in studio per poterli realizzare.
Iniziò così a starle addosso.

Spinto da quell’insano desiderio, più volte l’aveva invitata a presentarsi in studio per un controllo dei denti. Laura, alla fine, cedette ed accettò per far cessare quell’accanimento psicologico stressante. Si presentò un venerdì sera.

‘Ciao Pà!
‘Dai siediti! Sei l’ultima della lista! Poi andiamo a casa insieme!
‘Ok! Papà!

Laura si sedette, e, rilassandosi, aprì la bocca su invito del padre.

‘Accidenti! Avevo ragione io!
‘Cosa c’è?
‘Se aspettavi ancora qualche tempo, le carie avrebbero iniziato a mettere casa tra i tuoi molari! Ma adesso ci penso io!

Carlo intrise di cloroformio un fazzolettino di carta, lo fece annusare a Laura. La ragazza cadde subito in catalessi.
Carlo per sincerarsi dello stato di incoscienza della figlia, le diede due schiaffetti sulle guance. Laura non reagì, continuando a dormire profondamente con il respiro pesante.

Carlo era soddisfatto. Per la prima volta poteva rivolgere a sua figlia le sue depravate inclinazioni senza dover celare le reali intenzioni perverse senza doverne rispondere.
Adesso, il suo atteggiamento poteva esprimersi palesemente, lascivo e libidinoso, come voleva lui.

Accese come di consueto le telecamere.

Si accostò a sua figlia e le spostò la gonna fino sopra i fianchi, esponendo le sue mutandine di cotone bianco, che si perdevano tra i glutei in carne.
Incantato da quella visione si piego ad annusare il suo scoscio, inebriandosi le narici, come se si trattasse di un fiore profumato.
La camicetta venne sbottonata fino all’ombelico. Le tette vennero liberate dalla prigionia forzata del reggiseno, e, candide come neve con i capezzoli marroni scuri, si ergevano borioso sotto lo guardo bramoso di Carlo.
Il primo istinto fu quello di abboccare i capezzoli e succhiarli come dolci bocconcini.

La mente di Carlo, sconvolta dall’eccitazione, non reggeva più quell’impeto incestuoso inaspettato. La sua immaginazione non era stata all’altezza delle aspettative. La realtà stava superando d’intensità emotiva la fantasia. Quel contatto le stava dando sensazioni incredibili, vorticose.
Laura non era come le altre ragazze. Con lei stava vivendo un rapporto empatico di assoluto delirio. Il legame di sangue esaltava quel momento. Un tabù che lo aveva affascinato e fatto impazzire per parecchi mesi, ora si stava realizzando sotto i suoi occhi.
Iniziò a toccarla in ogni parte. Le mani si muovevano frenetiche, sulle cosce, sui seni, pressando la morbidezza della pelle, profumata e liscia.
Era una delizia inaudita, mai provata prima. Si spostò tra le cosce spalancate di Laura, afferrò gli orli delle mutandine e, lentamente, le fece scorrere sulle gambe, sfilandole via. Annusandole prima di posarle su una sedia.
La figa dal pelo biondo e riccioluto si manifestò sotto il suo sguardo allupato.
Ebbe un moto spontaneo quando le sue mani, nervose, iniziarono a razzolare tra quel morbido manto, soffermandosi sul monte di venere per sentirne il calore ed avvertire quello stato di ebbrezza mentale, che quel contatto le provocava.

Ne percepì la fragranza prima di tuffarsi affamato con la bocca in quella superba nicchia di piacere.
La leccò avido e con frenesia, muovendo la lingua in profondità per deliziarsi il palato dagli umori vaginali che le davano un senso di stordimento.

‘mmmmm bambina mia’ sei magnifica’. mmmm

Quel contatto carnale gli fece venire una gran voglia di possederla. Tremolante dall’emozione, senza ulteriore indugio, soppesando il cazzo con una mano, puntò la grossa cappella contro l’ingresso della figa, umida e lubrificata dalla sua saliva, spinse in avanti il bacino facendosi strada tra le calde labbra crestate.
La penetrazione avvenne facilmente in quella carne fresca e tiepida. La figa di Laura accolse come un caldo abbraccio il suo cazzo in tutta la sua lunghezza.
Lui, appena avvertì quel meraviglioso tepore, iniziò a muoversi felice in quella fucina incandescente, infernale, gustandosi ogni centimetro di profondità vaginale. Provava una sensazione che era difficile descrivere con semplici parole.

‘mmmm dio quanto sei calda’ mmmmm to too’

Mentre sorreggeva le gambe spalancate di sua figlia, il suo cazzo si infilava veloce ed in profondità, scivolando ad un ritmo costante tra le bollenti pareti vaginali, lubrificate dagli umori secreti in abbondanza.

Il piacere che stava provocando a Laura era talmente inteso che lei, anche se giaceva in uno stato di incoscienza totale, emetteva comunque dei gemiti. Sembrava che stesse sognando. La sentiva ansare e tremare come un fuscello, e cosa, sorprendente, avvertiva le pareti della sua vagina che si stringevano come morse attorno al suo cazzo. Ci stava mettendo troppo enfasi in quel rapporto.

Carlo aveva imparato a sfruttare ogni spazio del suo studio. Sapeva come muoversi e soprattutto aveva appreso le tecniche per far assumere alle sue vittime la posizione che più lo dilettava. Di lato, a pecorina, carponi, assecondando la sua fervida e perfida fantasia.

Aveva fatto assumere a sua figlia la posizione della pecorina. Il suo culo, rotondo e bianco come la neve, faceva da sfondo meraviglioso a quella straordinaria scopata.

Carlo sembrava un cane idrofobo, sbava e grugniva mentre il suo cazzo spariva velocemente nello scoscio di sua figlia. Il suo grembo impattava violentemente contro le candide natiche, e trasmettevano il movimento a tutto il suo corpo.
Mentre ficcava in quell’inferno vaginale, le mani stringevano frenetiche le grosse tette, impastandole come panetti di pizza.

Il piacere lo colse all’improvviso, avrebbe voluto restare dentro sua figlia. Ma il lume della ragione non era ancora totalmente spento.

‘OOOOOOOOOo mmmmmmmmm oddiooooooooo vengoooooooo mmmmm

Lo tirò fuori nel momento in cui dal cazzo fuoriuscirono gocce di sperma spesse, che impregnarono la zona lombare le cosce di Laura, formando rivoli biancastri che scorrevano lente sulla candida pelle.

Alla fine di quei tumultuosi conati di sborra, madido di sudore, spossato e sconvolto nei sensi, si sedette come un sacco di patate a fianco di Laura, ammirandola come se fosse una divinità eccelsa. Con lei era stato diverso. Il piacere sublime che aveva provato non era paragonabile agli altri.

L’incesto aveva reso quel rapporto esclusivo, speciale, coinvolgendo la mente ed il corpo in una miscela di sensazioni inaudite.

Epilogo

Carlo, nella sua frenetica attività di maniaco sessuale aveva esagerato, abusando di una minorenne. I genitori, allarmati dal malessere che la figlia lamentava nel basso ventre, la fecero visitare ed i dottori riscontrarono la presenza di lesioni nelle parti intime. Gli esami clinici confermarono la violenza e la certezza che la ragazzina non era più vergine. Aveva avuto dei rapporti completi. I genitori sconvolti si rivolsero subito ai Carabinieri, i quali, dopo un’intensa attività di indagine, arrivarono a scoprire la verità.

Laura rimase sconvolta dalla visione del filmato.
Qualche anno dopo perdonò il padre.
Mentre la madre lo aveva lasciato lei lo accolse nella sua vita, iniziando una convivenza sospetta con lui.

Così va la vita’.

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