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La cuginetta in campagna

By 7 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Piero, è il mio nome, avevo appena compiuto 18 anni, ero un tipo timido, non avevo avuto mai rapporti intimi con ragazze, ero in una scuola privata di soli maschi, mi innamoravo ogni volta che al mare frequentavo qualche ragazza, non avevo osato andare oltre qualche limonata.
Da sempre passavo il settembre al paese dei miei genitori in campagna, un posto molto isolato ma che mi piaceva per la tranquillità, l’essere fuori dal mondo.
Nell’ultima settimana si teneva un piccola festa in cui la sera tutti andavano anche a ballare con sorelle, zie, cugine, amichette.
In questa occasione il paese si animava un filo e la gente si vestiva bene e si passava qualche serata in allegria.
A quella età avevo forti istinti e spesso placavo con fantasie esagerate che finivano in un atto autoerotico, che comunque era potenziato nel piacere dall’essere cosa proibita allora, da non fare e confessare e tenere rigorosamente per se.
I contatti con altre persone di genere femminile erano limitate gite in bicicletta in cui qualche bella gamba si vedeva sotto pantaloncini larghi o gonne volanti, ma finiva lì, non c’erano contatti fisici.
Vivevo nel ricordo di qualche visione di giovani ninfette che si trovavano al mare nel mese di luglio e di piccoli amoreggiamenti balneari, di sguardi e rarissimi toccatine o bacetti. Questi ricordi recenti, come qulelli di costumi che cadevano tra le onde rendevano ancora più cocente l’isolamento campagnolo di quei tempi e mi costringevano a notti di onanismo. L’unica settimana in cui si creava movimento anche di ragazzine era la festa del paese di fine agosto.
Per quell’occasione veniva a volte una famigliola di zii con la loro figlia, molto carina, Isabella, con cui avavo giocato da piccolo con macchinine e bambole. Quell’anno, erano venuti dopo 3 anni di assenza. Lei aveva 19, era sempre simpatica, e me la ricordavo quindicenne un po’ paffuta ma ora era diventata un bellissima ragazza, con un caschetto di capelli neri, occhi verdi , belle gambe, piccoli seni appuntiti un bel sederino e la pelle molto bianca perché non andava mai al mare, i suoi non la portavano, prediligevano la campagna o la montagna. Lei dormiva, come da piccola, nella cameretta ricavata da una soffitta di fianco alla mia, dove c’era anche un bagno fatto mettere da mia nonna durante la guerra quando erano sfollati li. La porta era di legno sottile e chiudeva appena a chiave, insomma si sentiva cosa faceva dentro.
Poi dalla finestra sul muro di fronte vedevo le ombre cinesi di lei che si spogliava e magari non si accorgeva o faceva apposta chissà. Il fatto era che io mi allupavo vedendola togliere i vestiti e infilarsi una camicia da notte che supponevo corta., ma li non succedeva niente mi addormentavo pensando che al di la della parete c’era lei. Ma che faceva ? io non conoscevo le donne e non avevo idea se avessero anche loro impulsi sessuali o meno, e più ci pensavo e più mi dicevo che era l’occasione buona per vedere. Le persiane facevano trasparire la luce dei lampioni e quini dentro c’era un discreta luce’Raggiunsi la porta e piano piano guardavo dal classico buco della serratura .
Quella notte non vidi nulla di insolito aveva letto un libretto e poi spenta la luce addormentata. Un po’ di morbosità comunque mi fece indurire un po’ il coso. Giungemmo alla serata di festa con i parenti . Io ero ancora imbranatissimo a 18 anni, erani i ’60, i ragazzi erano in ritardo su quello che sono ora. Allora con un po’ di risate i miei dissero Isabella fai ballare Lucio.
E fu la prima volta che avvicinavo così un donna, sentivo il seno che premeva sul mio petto, ero altino per l’età e il lento ballonzolando la tenevo per i fianchi sentendo sotto il vestito di lino l’elastico delle mutandine. La cosa mi allupò un pò ma c’era confusione e l’ultimo ricordo è lo sbuffo di profumo proveniente dal mezzo del seno quando ci staccammo sorridendo..
Poi lei ballò con vari ragazzi più grandi e in particolare con un tale ragazzo del paese, Dario, geometra, con cui stava a parlare a lungo e vedevo che nel ballo si stringevano particolarmente. Quella sera probabilmente era stata eccitata dal ballo e forse in particolare dalla stretta delle braccia del Dario. Erano ormai le 2 di notte dopo che rientrammo verso l’una, e allora la mia osservazione diede i suoi frutti’Con la luce ancora accesa spiavo dalla fessura e vidi che lei si era sdraiata e aveva fatto scendere la camicia da notte scoprendo il seno che si stava accarezzando dolcemente. Iniziò a sospirare’La cosa mi eccitò molto e ancora di più vidi che una mano scendeva verso il pube , che non vedevo, c’era la coperta davanti ma indugiò molto e il sospiro aumentò di frequenza per almeno 5 minuti e poi vidi che si contraeva a scatti tutta e stringendo le gambe scostò la coperta si voltò verso di me vidi poi allargarsi le cosce e il triangolo nel che intrappolava la mano. Poi si girò di nuovo vero la luce che spense. Io avevo eiaculato ero tutto bagnato e senza far rumore corsi a letto e mi feci n’altra sega, poi crollai esausto. Il giorno dopo andammo come al solito in bicicletta fin verso una sorgente contornata da dei campi dove a volte ci stendevamo nell’erba, come facemmo quella volta solo che nel sedersi un silo d’erba duro le fece un taglietto nella parte posteriore di un coscia sopra il ginocchio, e lei si toccava a vedeva del sangue. Io dissi’ ‘ fammi vedere !’ e lei da sdraiata aprì le gambe per farmi vedere sotto la coscia , io vidi questo taglietto lungo circa 3 dita da cui usciva sangue che sulla pelle bianchissima mi faceva effetto. Dissi ‘Ohh’non è niente, adesso te lo lecco via che la saliva disinfetta!’ , e lei non disse niente e quindi accostai la bocca all’interno della coscia sinistra mentre la gonna tirata un po su faceva da tenda e leccai il sangue nella lunghezza del taglietto. Il sangue usci ancora per un po’ e quindi dovetti entrare ed uscire dalla tenda tre o quattro volte e ogni volta vedevo l’inguine con il pelo nero che usciva dai bordi delle mutandine rosa e le teneva un po’ gonfie. Non potevo fare a meno di pensare al suo orgasmo della sera precedente e indugiai un po’ con quella leccatina che tendeva a risalire in alto lungo la cosce finchè arrivai a un palmo dalla gnocca e leccavo ormai un pelle morbidissima e non tagliata. Lei restava sdraiata guardando il cielo, con le gambe allargate e mi sembrava rilassata e che le piacesse , feci l’ultimo balzo e la lingua aderì al cotone delle mutandine , bagnandole leggermente.
A quel punto si agitò un po, io ero tutto sotto la gonna, potevano vederci i passanti sulla strada.. lei fece un sospiro, io sentivo che il bagnato non era solo a causa delle mia lingua e preso dalla frenesia allungai un mano per scostare il sottile tessuto e lei disse ‘ ma cosa fai? ‘ Mi fermò la mano ..’ siamo cugini! Poi’possono vederci!’ Io diventai paonazzo e dissi ‘eh, non esce più sangue, niente ‘possiamo andare !’ , lei si alzo di scatto passandosi un mano sulla ferita che non sanguinava più ma io sapevo che c’era un’altra ferita molto molto umida ed era appoggiata precisamente sul sellino della biciletta’infatti proseguimmo il nostro giro senza dire nulla poi ci fermammo al solito bar a magiare la coppa del nonno, e mentre lei era entrata io passai la mano su quel sellino bianco e rosso..notai che era umido’quando lei pedalava la gonna era ampia e si appoggiava sul sellino proprio con la sua rosa’ mi odorai la mano ‘aspirai un vago sentore di donna..poi la giornata continuò normalmente. La sera vidi nelle ombre che si spogliava e quando fu a letto mi rimisi a guardare dallo spiraglio , e dopo un po’ lei riprese l’accarezzamento e questa volta era più decisa, e la mano al pube si muoveva velocemente, la vidi contorcersi nell’orgasmo, che non sapevo cos’era’ma mi sborrai di nuovo addosso’ la luce di lei si spense, ma restava un vago chiarore del lampione della strada..attesi, sentii che il suo respiro che era stato affannoso si placava, divenne normale, poi lento, un ronzio di persona che dorme..io premetti tanto l’occhio nello spiraglio che spinsi la porta che scricchiolò, ebbi paura di svegliarla, ma non accadde’ mi feci audace ..stavo giocando con il fuoco. Poteva svegliarsi in un momento qualunque. Ma fu pi’ forte di me. Vederla su quel letto, in tutto il suo splendore, decisi comunque di toccare le tette di la mia cuginetta assumendomi tutti i rischi. La sua leggera maglietta del pigiama la mia cuginetta Isabella aveva i seni coi capezzoli ancora un po’ induriti dall’eccitazione’belli sodi, ma allo stesso tempo pensavo morbidi. Toccarli sarebbe stato un piacere. Sentivo il mio pisello crescere negli slip. Se si fosse svegliata, trovare una scusa per quello che stavo facendo, sarebbe stata dura. Cosa potevo dirle?…’ ehm .la ferita, a proposito è guarita! ‘ ma sarebbe stato folle, mi avrebbe fulminato’ma le mani si mossero da sole, accarezzarono un sen, poi l’altro, lei al conatto mormorò qualcosa, le ritirai..stetti fermo ,poi lei emise un mugolio’si girò un po’, nel sonno, o così credetti, poi riprovai’le mie mie mani erano piene delle sue tette. Poi ne feci scivolare delicatamente una verso il basso, direzione fica. Infilai la mano sotto la copertina sempre molto lentamente, mi feci strada tra le sue cosce, aveva ancora su le mutandine. Ero eccitato ed allo stesso tempo impaurito e sentivo adrenalina nel mio corpo. Giunto alla sua fica, rimasi fermo ad assaporare quel soffice posto. Isabella apparteneva alla categoria di quelle che tenevano la topa al naturale, pelosa! Il cazzo mi stava esplodendo. Non mi stavo masturbando, ma toccando la mia cuginetta era come se lo stessi facendo. Sentivo il mio uccello pulsare. Continuai a “massaggiare” la fica di la mia cuginetta ma senza forzare la mano, se avessi provato ad infilarle un dito dentro, per quanto fosse in un sonno profondo, un ditalino sarebbe stato rischioso. Poi sfilai la mano dalle sue mutandine e decisi di abbassarmi i pantaloni del pigiama. Volevo farmi una sega su di lei, o meglio, volevo masturbarmi con una mano, mentre con l’altra avrei continuato a toccarla. Non appena avessi sentito avvicinarsi l’orgasmo, mi sarei fermato ed avrei preso la direzione del bagno per svuotarmi ‘ Stavo davvero rischiando alla grande, ma se si fosse svegliata, gli avrei rifilato qualche scusa , tipo che volevo “rivivere” il vecchio gioco che facevamo da adolescenti. Ormai avevo il cazzo dritto e di fronte a lei, iniziai a farmi una sega. Mentre con l’altra mano le toccavo le tette, ma stavolta passando da sotto la maglietta. Mi pareva strano che non si svegliasse…ma non ci pensai, le sentivo dal vivo, in tutta la loro morbidezza e consistenza. Sentivo di stare per’tolsi la mano dalle tette e dovevo immediatamente correre in bagno prima di sporcare tutto, Ma prima volli osare che la mia cuginetta “toccasse” il mio pisello. Afferrai la sua mano “dormiente” e la guidai lungo il mio cazzo. Che stupenda sensazione, quella sua mano cos’ fredda! Ma non appena la misi sul mio uccello, quel semplice tocco cos’ leggero, mi provoc’ un immeddiata sborrata che non fui in grado di controllare. Una lunga schizzata part’ verso Isabella finendo sulle sue gambe che spuntavano dalla copertina. In una frazione di secondo mollai la sua mano, cercavo un modo per fermarmi e afferrai con entrambe le mani il mio cazzo dritto che eruttava e velocemente portai la pelle a cercare di “chiudere” l’eruzione ma in quel brevissimo lasso di tempo, una seconda schizzata era partita verso la mia cuginetta Di nuovo sulle sue gambe. Ora si riusciva ad intravedere nella penombra una colata di sborra che scendeva lungo l’interno della sua coscia. Intanto mi allontanai da lei, stringendo con forza e arrivai in pochissimi secondi al bagno, alzai la tazza del water, mollai la presa del mio pisello e lasciai che il mio pisello “esalasse ‘ le ultime schizzate dentro quella tazza del cesso. Infine, dopo essermi svuotato le palle e lavato il mio uccello, era ora di ripulire tutto quel casino. Tornai nella stanza di Isabella con un tovagliolo di carta, cercai di togliere alla meglio la sborra che io stesso le avevo schizzato sulle cosce ed infine andai anch’io a dormire. Pensai ‘ che miracolo! ..non si è svegliata! ‘ Il giorno dopo mi alzai verso le 9 ed andai in cucina a preparare il caffé e dopo pochi minuti ero di fronte alla camera di Isabella portando con me un bicchiere di latte macchiato e un pezzo di focaccia. Chiamai “Isabella .. Isabella sei sveglia? Ti ho portato ehm’la colazione!” Dissi sussurrando. – “Si… Si, entra pure Piero!” Rispose. Aprendo la porta, con la luce del giorno che entravano nella stanza, notai che la mia cuginetta non era come l’avevo lasciata la sera prima, con mutandine, maglietta, sotto la copertina, Ora era coperta, se cos’ si pu’ dire, da uno slip microscopico ed un reggiseno altrettanto piccolo e sexy! La guardai con passione, ma dissi “Se…. Se vuoi torno dopo, appena ti rivesti” con vero imbarazzo. – “Andiamo, non fare il finto timido. Mi hai visto pi’ di una volta in costume, cos’ non é poi tanto diverso. Non potevo dormire con i vestiti, cos’… e poi dopo ieri sera…..” Rispose Isabella non terminando la frase. Entrai nella stanza e vederla in biancheria intima, non era come lei sosteneva. Era pi’ eccitante che osservarla in costume. Intanto il mio pisello non ne voleva sapere di afflosciarsi, ma d’altronde, con quello spettacolo, la vedevo difficile! Mi misi seduto vicino a lei e le diedi il bicchiere con il latte. “Sei bella’bella Isabella Ma….. ma che intendevi dire con: e poi dopo ieri sera?” “dai Piero’! Credi davvero che non mi sia accorta di niente ieri? Ero si stanca e forse un p’ brilla, ma non cos’ tanto da non accorgermi che ti stavi masturbando su di me!” rispose lei sorridendo. E mentre diceva quelle parole, poggi’ il bicchiere sul comodino alla sua destra e poi fece scivolare la mano sui miei pantaloni da pigiama, li sbottonò e cacciò la mano sopra l’elastico delle mutande tirando fuori il pisello che già stava indurendosi e iniziò a maneggiarlo con cura. Intanto con l’altra mano si accarezzava il seno sinistro e scese infilandosi un dito e con il pollice muovendo il clitoride, e continuava con la mano a menarmelo finchè addirittura me lo scappellò, poi, lentamente afferrò il mio cazzo duro con tutto il pigiama. “Non mi dirai che questo bel pisello dritto é solo frutto di una erezione mattutina? Continu’ lei. “Isabella .. io, veramente…” Non mi fece finire di parlare, con la mano sinistra mi chiuse delicatamente la bocca e con la destra moll’ la presa del mio uccello, per cercare di liberarlo dalla morsa dei miei slip che lo tenevano prigioniero. Tir’ indietro l’elastico dei pantalancini, poi quello dello slip ed il mio cazzo spunt’ fuori come una molla. Dritto e duro come un palo di ferro. Isabella lo accarezz’ dolcemente, poi lo prese interamente in mano ed inizi’ a farmi una sega. Mentre mi masturbava, mi guardava dritta negli occhi, come per dire “lo s’ che ti piace da morire “! Era cos’. Gi’ dopo sette, otto movimenti della sua mano lungo l’asta del mio pisello, sentivo di stare per eiaculare, con tutto il coraggio che restava presi la testa di Isabella l’avvicinai ed iniziai a baciarla, ma lei si sottrasse ‘.disse ‘ no Piero’non esageriamo’.siamo cugini dopotutto’però’.se mi aiuti per una cosa’magari poi ‘se vuoi’te la ..ehm ti do un premio..’ Rimasi sconvolto’cosa voleva dire ? dissi, ‘ faccio tutto quello che vuoi’ti voglio” lei ‘disse ‘ ora no ci sente mia mamma, vediamoci alle 5 in camera mia” .
Quel giorno non andammo in bici insieme, io andai con mia mamma a trovare i nonni in un paese vicino. Alle 5 ero di ritorno e bussai alla sua camera. Aprii e la vidi, pensavo che fosse innamorata di me…per me, non conoscevo ancora le donne’sarebbe stata la prima esperienza Isabella in camera sua con una sottoveste di nylon rosa…il cazzo mi tornò in piena erezione. Le andai dietro mentre lei in piedi sistemava il vestito nel guardaroba. Le misi le mani sui fianchi e le baciai il collo dolcemente. Lei tirò indietro la testa, e con una mano mi accarezzò i capelli. Si girò verso di me e ci baciammo con passione. Scesi a succhiarle un capezzolo mentre con una mano le palpavo l’altra tetta. Lei cominciò ad ansimare, e socchiuse gli occhi dal piacere. Con una mano scesi e sentii che aveva la fighetta boscosa già gocciolante di umori. Lei aprì un po’ le gambe e inarcò la schiena permettendomi di andare a leccargliela, appoggiandosi con le mani sulla mia testa. Le infilai la lingua dentro la vagina, leccandogliela per bene. Continuava ad ansimare e si infilò un dito in bocca, succhiandolo. ‘uhmmm’ sì dai’ non fermarti ‘ ahh sì’- Iniziò a fremere sempre più forte, e quando capii che stava per venire mi fermai. La baciai, e sentii che era eccitatissima. Lei andò a palparmi e sentì che ero in pena erezione. ‘Sei eccitato eh? ‘aspetta’..non è il momento ..dissi ‘ ti prego ti prego..lei disse..no, siamo cugini.. vorrei’fare l’amore ma…ma ora no, stammi a sentire ” Mi raccontò che era innamorata del Dario. Ma che i suoi non volevano che lo vedesse perché lo consideravano di ceto inferiore, anche se era geometra e figlio di un geometra, loro si consideravano di più perchè avevano un piccola azienda. Allora lei disse che lui la faceva impazzire e se l’aiutavo a combinare con lui un incontro mi avrebbe ricompensato, disse ‘ ti darò la mia..eh..ti darà un premio..ti piacerà tanto…!’ Non sapevo cosa dire, tra la delusione di non essere io l’oggetto delle sue voglie e l’eccitazione di poter combinare qualcosa che avrebbe potuto essere eccitante, magari guardala mentre’poi..il premio…la ..forse intendeva di darmi cosa..non certo la figa..eravamo cugini, dopotutto ..mah…!
Al risveglio iniziai a pensare seriamente a come mettere in atto un piano che mi permettesse di avere qualcosa a che fare con quello schianto di ragazza , anche se era cugina…o ricevere lo stesso trattamento o anche meglio.
Elaborai rapidamente un piano, sapevo che c’era un villa un po’ ‘delabree’ di proprietà di mio zio, completamente arredata dentro ma chiusa e non usata dai proprietari che avevano altre mete. Sapevo, per esservi entrato, che la porta del retro era chiusa solo con un fil di ferro dal dentro e che tirandola e avendo una cesoia si poteva facilmente tagliarlo ed entrare.
Feci un sopralluogo ed in effetti era perfetta, isolata nella campagna, con una strada sterrata e senza alcun vicino curioso. Entrai dopo aver tagliato la chiusura e mi aggirai in tutte le camere fino alla torretta. La camera ideale era quella da letto con un grande letto di una volta con i pagliericci coperti da un lenzuolo. Esaminai attentamente tutto, la cosa si poteva fare, convocare li Dario e Isabella e poi vedere cosa succedeva. Ma vedereprprio si, non glielo avei detto, ma non volevo solo fare da chaperon. Ero immorbosito per le ragioni dette e avrei voluto con piacere assistere alla rappresentazione che stavo organizzando. Controllai la serratura ma non dava visuale sul letto, cercai e poi trovai la soluzione nel senso che la parete antistante il letto confinava con la prima parte della scala per la torretta. Ad un certo un gradino, spostando la lastra, si poteva vedere quello che succedeva nella camera, me l’aveva fatto vedere mio cugino ed era da dove mia zia spiava mio zio quando stava a letto con le sue zoccole tedesche .
Con una cazzuola da muratore cercai di allargare il taglio tra due mattoni e l’intonaco e con un bella ora di lavoro avevo un perfetta feritoia tipo quelle dei bunker da guerra. dal letto non si vedeva nulla perché sembrava solo un’ombra del fregio. Ombra, ma con che luce? dipendeva dall’ora in cui avrei organizzato l’incontro. E poi volevo anche fare delle foto…da usare poi da solo…di notte, quano lei sareppe partita.
Ora occorreva mettere in contatto la coppia. Sapevo che Dario andava sempre al bar di fronte alla chiesa a bere il caffè, lo conoscevo e lui mi rispettava in quanto cugino della ragazza che gli piaceva. Disse cosa vuoi? ‘Un ghiacciolo..al lampone’ grazie, e mentre lo succhiavo dissi con noncuranza Isabella vorrebbe vederti e lui subito diventò attento’prese una reclame della festa del paese vicino che dietro era bianco e scrisse qualcosa lo piegò e me lo diede da recapitare a chi di dovere. Quando tornai con il bigliettino la trovai in casa che studiava qualcosa, glielo diedi e lei disse Domani? Alle 2? Alla Pozzolina? Come hai fatto? ‘lo so io, stai tranquilla..’ dissi che lui l’avrebbe attesa per un’ora. Lì si mangiava alle 12.30 e quindi appena finito alle 13.15 la vidi partire con la bicicletta, da sopra sentii lei nellacasa sotto che disse alla zia, sua mamma ‘vado a fare un giro, torno fra due ore’. Io sapevo dove andava e le diedi un quarto d’ora di vantaggio e quasi la raggiunsi sula salita verso quella villa, ma lei non mi notò. Quando giunse e fu entrata secondo le mie precise istruzioni io nascosi la bici nei cespugli e quatto quatto entrai senza far rumore e mi portai al posto di osservazione sulla scaletta della torretta. Io ero appostato nelle scale della torretta dove sapevo che prima o poi i due piccioncini sarebbero arrivati, era il posto più comodo per fare sesso.Per una premonizione avevo portato una macchinetta kodak Instamatic, senza zoom, ma daceva foto discrete a quella distanza, pensavo poi di usarle per godere anch’io di quello che stavano per fare, i piccioncini. Infatti loro si erano trovati, non avevano molta dimestichezza tra loro nonostante i vari furtivi incontri che erano riusciti a procurarsi, sfuggendo lei al controllo dei genitori. Ma questa volta l’ambiente era favorevole ad un incontro completo d’amore. Infatti li sentivo aggirarsi per la casa, commentando l’arredamento o la vista dalle finestre e anche penso per sincerarsi di essere veramente soli. Sperai che non volessero salire in torretta, ma nel caso sapevo come nascondermi nella botola di accesso.
Sentivo che parlavano sempre meno e pensai che stessero baciandosi infatti dopo un po’ entrarono nella camera da letto che avevano già ispezionato e in piedi si baciarono appassionatamente. Dopo alcuni minuti di slinguamento si buttarono sul pagliericcio , lui si sistemò al suo fianco e fece in modo che la sua anca sentisse la pressione precisa del suo membro duro. Le iniziò ad accarezzare languido la pancia e i seni, lei apriva le gambe sollevando la gonna leggera e io aspettavo che lo faccia ‘ ed infatti eccolo, a frugare con le dita tra i peli della vagina, di cui vedevo illuminate delle gocce dorate. Dopo averla accarezzata e se le portò alla bocca leccandosi le palme ‘ lo udii schioccare la lingua per la piacevolezza del gusto, poi si avvicinò e la baciò. Dario la accarezzava e lei chiudeva languida gli occhi pensa come si bagnava, anche se lui non me la stava toccando più ‘ allora capii il gioco. Pian piano le voleva insegnare a come fare a meno di lui ‘ all’inizio non era facile, ma poi lei imparò a lasciarsi andare come fosse veramente e completamente sola ‘ allora lui e io assistevamo in diretta a una sua masturbazione ‘segreta’, a cui mai nessuno oltre me aveva forse assistito. Ecco che Isabella chiuse gli occhi e lasciò scendere la mano sotto la pancia, come d’abitudine, passò sulle grandi labbra rapidamente, e raggiunto il buchetto e affondò il dito medio. Fu come accendere un interruttore, premere un campanello che sale al cervello e la arrapò subito e sussultò nel letto e io pensai quanto sapeva essere puttana, lei si penetrò nella figa, lui le carezzava languidamente i capezzoli gonfi. Continuava a masturbarsi con dolcezza e determinazione. La mano saliva a coppa, contenendo la vagina, e sapevo che dalle grandi labbra fuoriusciva umidità calda. Allora Dario, al settimo cielo, si avvicinò ancora di più e cominciò a leccare la mano e cercava di aprire le dita che proteggevano l’antro..e le dita a si aprirono lentamente finchè lui la scopò con la lingua e lei venne con un gemito profondo. Ahhhhhhhhh godoooo’godoooo’ bellooo. Lui doveva essere esperto perché le aveva impedito di stringere il suo pisello che usciva dai blu jeans abbassati, altrimenti penso sarebbe venuto e tutto sarebbe finito li fino a che il cannone si fosse ricaricato. Scattai 24 foto, poi cambiai la pellicola . Vidi poi che mentre lei era un attimo inebetita lui si girò con ancora i jeans sul sedere, entrando tra le sue gambe inserendo il pisello durissimo nella figa boscosa. Udii un rumore acquoso’Isabella iniziò a gridare fortissimo, menomale che la casa era isolata, mentre lui cercava il godimento menando grandi colpi di reni, e il bacino della donna veniva incontro senza più remore, scossa dai colpi che facevano sobbalzare le deliziose sue tettine, poi . .si immobilizzò spalancando gli occhioni, disse ‘senti che telo succhio, riferendosi le morbide strette della sua vagina attorno al pene . . . urlò: Oh adesso . . . adesso . . . ohhh Dariooo . . . dentro . . . ti voglio dentro . . . tutto . . . tuttooooo . . . Ahhhh . . . . ahhhh . . .- Si . . . ecco . . . ecco . . Isaaa . prendi, prendiiii . . . oh amore . . . ohhh! ! ! Io ero impressionato, non avevo mai visto un accoppiamento vero e quello era fantastico, tanto che non mi accorsi quasi di essere venuto. Lei intanto si era avvicinata e messa a cavalcioni su di lui che con le mani le accarezzava le cosce, mentre lei armeggiava con il cazzo e incominciò a fargli una sega disse piano ‘senti quanto è duro’-. Io stati tutte le altre 24 foto poi intrecciai le dita dietro la testa, godendomi quel bel lavoretto e poi vidi che quando fu di nuovo in piena erezione, lo tenne ben fermo e si impalò . Si stese su di lui e cominciò a baciarlo mentre continuava a scoparla. ‘Sì, non fermarti’ ah sì’è bellissimo’- si mise completamente dritta, impalata sul cazzo, con le mani appoggiate sul ventre di lui e gli occhi al cielo godendo e gridando vengo vengo mi tocchi l’utero, ti sento fino alla pancia ‘come una matta…vidi che le uscivano anche dei getti come di pipì..non capivo, allora. Che negli orgasmi femminili esagerati a volte capita..si chiama squirting’Nell’eccitazione del momento cominciai a pensare come sarebbe stato fare lo stesso con lei’Non ne potevo più e non volevo neppure continuare a spiare, e poi era meglio tornare a casa, quindi me la svignai e riscoperto la bici dai cespugli la inforcai e me ne andai un po’ a zonzo, non senza essermi fermato al bar per una gazzosa. La sera tornai e mi chiusi in camera ripensano alle sensazioni del giorno. Per delicatezza non volli neppure sapere quando lei rientrò e cosa fece. Passai la notte e mi preparai al nuovo giorno. Il dubbio era quando avrei potuto riscuotere .. forse il giorno dopo?. Andando in bici la mattina dopa chiacchieravamo e quando fummo lontani dal paese e dalle orecchie della gente le chiesi ‘allora ieri..con Dario..com’è andata?’ Lei non mi guardò fingendosi impegnata nella guida e disse ‘grazie! è stato bello e molto romantico, era tanto che desideravo stare sola un pò con lui.’ E io ma cos’avete fatto? L’amore?’ ‘ eh no io per quelle cose lì aspetto, sono seria, ci siamo solo limonati a lungo, e abbracciati, ma niente di più’. Io dissi ‘ ahh ecco’ e pensavo al liquido e al biancore che usciva dalle sue cosce poco prima che me andassi e’.. bugiardella, ma va bene certe cose sono riservate anche tra complici. Ma dissi ‘ allora se ti è piaciuto ti aiuto a riprendere un appuntamento?’ Lei disse, ‘forse, non so’ci penserò e te lo dico stasera quando ci vediamo’. Il resto della giornata passò come al solito. Alla sera, alla solita ora risposi all’invito e sgattaiolai nella sua camera mentre tutti dormivano. Tutto il giorno ero percorso da un desiderio di sesso ma che dovevo reprimere per ovvi motivi, mentre eravamo seduti insieme sul letto sfogliando fumetti i nostri sguardi si incrociarono. Era un po’ pensierosa.
‘cos’hai? Sei stanca ? a te basta poco per tornare in forma”. ‘ no, ho pensato che non dobbiamo più fare niente..siamo cugini, siamo nel peccato..ti prego, lasciami, mi piace fare cose con te, ma non posso.
Rimasi di sasso, deluso, arrabbiato’allora mi aveva solo usato..per scopare Dario’dissi ‘no, no io non posso..io ti penso..io voglio fare ‘ Lei no, dai basta, abbiamo già trasceso..scusa..dimentica le pazzie di questi giorni’ La rividi sorridere, e mi schioccò un bacino sulla guancia’ero avvilito, offeso ma eccitato da lei, non potevo bermi quel tradimento, la rivelazione mi rese cieco’volevo, dovevo venire dentro la sua fica, riempirla ….Sibilai..’eh, non puoi mollarmi ora” ‘ in che senso, non capisco..’ io ora ti amo, ti desidero, ma non puoi allontanarmi..io..io’non mi piace, ma ‘se non stai con me..dico tutto !’ ‘tutto cosa?’ mi disse sbalordita..’ di Dario, dove sei stata , ai tuoi, ti metteranno in collegio, non verrai mai più qui” ‘ ma dai, lo sanno che mi piace, ma niente di più’ci ho ballato tutta lasera..sotto i loro occhi..’ ‘i ma non sanno che tu..tu’gliel’hai data’e gli hai succhiato l’uccello, e ti sei fatta fottere, e ti sei masurbata davanti a lui e poi te lo sei infilato e hai goduto…
eho 48 foto, le ho date da sviluppare a Neri, il fotografo del paese vicino, che non ti conosce…Lei sgranò gli occhioni ‘ Pierinoooo, come’come fai a” ‘ ahh..vedi’è vero..’ ma lo so” tu . tuu ‘ si, ho guardato’e anche ‘ cosa? Fotografato, ..ero cattivo, ma accecato dalla passione, non importano i mezzi, tutto è lecito in amore’vidi lei che chiudeva gli occhi dopo aver rovesciato all’indietro le pupille e veniva scossa da tremiti ‘di rabbia o altro’disse..
‘ come. Come’hai.. tu..foto…noo, mi vergogno, ‘.stronz…o scusa…..sei il mio cuginetto preferito..vieni qua, mi fece pat pat sul letto, mi fece sedere praticamente fino a toccarci coscia con coscia… avvertivo un leggero calore a quel contatto fisico, era un filo imbarazzata .. mi disse, ‘sai..ho un’amica , Cristina, abita in una cascina ai bricchi, poi te la faccio conoscere..vuole andare al torrente a fare il bagno…magari ti va di accompagnarla, io dissi, ‘ è bella? ‘ si e anche..facile…penso che le piacerai. Dissi. Senza entusiamo..’ ok, domani vado in bicicletta ai bricchi e la invito al torrente.. grazie’.
E lei, vedrai, ti piacerà…fa impazzire i maschi…fa pompini favolsi…Io ribattei, si , ma ame piaci tu. Ti amo..ti desidero..e lei ‘ arino..il mio Pierino, ma siamo cugini… poi vedo cosa posso fare ancora per te…ma sai ..ti devo…un premio…l’ho detto e lo manterrò’…poi cambiò discorso…’Tu, Pierino…cugino, mi trovi carina?’ – chiese sorridendo maliziosa… io, a dire il vero, iniziavo a dar segni di insofferenza, il pisello si era svegliato, trovavo scuse per dimenarmi, col risultato che lei aveva capito ,si sfregava non so quanto ingenuamente… Io in quella situazione ero combattuto tra il desiderio di lei e alune remore sugli incesti…dissi ‘.ma cosa stiamo facendo, Isabella..siamo cugini…non possiamo andare avanti…lei si rattristò…disse ‘ certo ci divertiamo, ma ci vogliamo bene e ci piacciamo. Quindi non ci vediamo nulla di male. Non è bello tradire o essere amante,ma non abbiamo intenzione . Noi ci vogliamo bene e non riusciamo a stare lontani. Sarebbe bello se potessimo stare insieme senza problemi, ma la vita non ci ha dato questa possibilità Vogliamo solo stare un po’ insieme per distrarci dalla vita di tutti i giorni. Non immaginiamo di non essere parenti,perchè la nostra parentela ci ha legati,sogniamo solo una vita in cui due persone possano stare insieme senza problemi,pregiudizi o altro. ..’ Il nostro desiderio non si era certo placato: volevamo di più. Ad un certo punto, dissi con voce fioca”il premio per il Dario..” così, all’improvviso, iniziai a massaggiarle l’interno coscia… la sentivo ansimare, e feci finta di nulla. Lei intanto continuava a respirare in fretta ! Era un massaggio innocente, ma quando per gioco le solleticai i fianchi, mi resi conto che potevo osare. Senza nemmeno guardarmi negli occhi esclamò: “Lo sai che piace anche a me – mi disse -? E il fatto che siamo praticamente soli in tutto questo piano mi fa eccitare ancora di più. Però sono combattuta”. Adesso anche lei mi guardava; nel suo sguardo mi sembrò di leggere un qualcosa che si stava affacciando anche nella mia mente. I nostri occhi si incontrarono, e quello sguardo valse più di mille parole. Isabella si girò verso di me e, in un attimo, le nostre labbra si cercarono, le bocche si unirono e le lingue si abbracciarono avide. Fu un bacio pieno di passione e di desiderio, come una miccia di una bomba pronta per esplodere senza più pensare che eravamo cugini! Lei si alzò , aveva lasciato accesa la luce del comodino, la vidi controluce con la camicia da notte rosa traspaerente , avea solo le mutandine nere Presi il coraggio a due mani, le alzai la camicia da notte e iniziai a lisciarle gli slip: era già bagnata…”Ahhh – esclamò -, ? Mi sto vergognando, queste cose con te, un cugino, ma non riesco a fermarmi…”.
“Ssshhh… – le dissi tappandole la bocca -. Hai voluto la bicicletta? E ora pedala”…e iniziai ad armeggiare dentro le sue mutandine nere… era un lago, ma feci finta di nulla. Giocai col suo clitoride sfregandolo col medio, mentre l’indice cercava quella vagina piena di umori. “Mamma mia – iniziò a dire con un filo di voce – mi farai morire…Ma che hai in quelle mani – disse ‘ ‘ahhhh ahhhh”…si vede che gli orgasmi del giorno prima avevano stimolato i suoi nervi sensoriali e tutto il sistema nervoso del piacere era acceso in modo speciale. Ma volevo farla soffrire un po’, rallentando il suo orgasmo: tirai fuori la mia mano piena dei suoi umori. Ero curioso di vedere fino a che punto fosse perversa e in grado di scandalizzarsi. Stava dicendo ‘e pensare che ci conosciamo da anni, ‘.iiiiiiiiii… ahhhh ahhhhh basta ti pregoooooooo”. Naturalmente non avevo intenzione di smettere, e continuavo il mio giochino: le presi gli slip e glieli tirai su, in modo che la striscia sul davanti le strusciasse la vagina, mentre io giocavo con la sua folta peluria.Rimasi qualche secondo ad ammirare quel bosco nero, sotto la seta della camicia da notte, quel posto oscuro che Isabella ha in mezzo alle gambe! Avevo sognato da quando mi ero sviluppato 5 anni, e mi avava sempre fatto impazzire pensare una gatta pelosa e ora era là, mi venne in mente la prima volta che avevo leccato la ferita li vicina, ma ora potevo andare avanti, misi la testa in mezzo alla sua fica, respirai lentamente, immerso in quell’esagerazione di peli neri. Strofino la punta del naso in cerca delle sua grandi labbra. Sento la sua pelle, sento la sua pelle “viva”, umida, bagnata! Ci sono. Erano passati già dieci minuti dall’inizio di questa avventura, e volevo lasciare il segno… Fu così che stavolta entrai di nuovo con due dita in quelle mutandine fradicie, ma volli andare al massimo: con l’indice sfregato il clito e trovai il pertugio per infilare il medio nei dintorni del suo orifizio anale. “Nooooooo, cosa fai ? Noooo noooo…” Usai una tattica “attendista”, e girai attorno a quel buchetto in senso circolare… “ahhhhhhh bastaaaaaa ‘ sussurrava perché i suoi che dormivano sotto non sentissero.’ mi farai morire”…Era un segnale di resa…. entrai con due dita nella fica e con l’anulare poco poco nel buchettosuo ano, e poi un’altra… il tutto senza lasciare scoperto il clitoride curato dal pollice.
La mano sentiva un lago…”Ahhhhh, oddioooooooooo vengo ancoraaa”… e poi calò il silenzio. Era venuta copiosamente, me ne accorsi solo dopo qualche secondo. Restò seduta su di me con la testa china, poi si girò e volle pomiciare come due innamoratini…’E tu non hai goduto però ? – mi disse ricomponendosi – mi sento in debito ancora “. No no, io godrò tra poco – risposi -… ora tocca a te darmelo”. “Che vuoi dire – affermò con faccia curiosa – non vorrai mica continuare qui?”. Vabbè che ti sono debitrice”.
Dopo esserci un minimo riassettati, mi alzai in piedi davanti a lei, e avevo ancora il pene durissimo… lei lo notò e sorrise e si sdraiò restando immobile, gli occhi al soffitto .’ Dai , il premio ! Non eri così eccitata poco fa ? ‘ la spronai , lei sospirò lievemente e poi si portò una mano al seno e iniziò a carezzarsi lentamente, sfiorando con le dita il capezzolo che, non aveva ridotto il suo gonfiore. Anche l’altra mano aveva iniziato a massaggiare il seno, ed in breve tornava verso la meta del suo piacere. Ansimava piano, con gli occhi chiusi, godendosi il contatto delle sue mani. Era anche maniaca di autoerotismo, Il Dario l’aveva capito e mi aveva mostrato il gioco.
Scendevano impazienti dal seno alla pancia, e poi all’interno delle cosce, per quindi risalire lente e suadenti lungo il corpo, fino al collo e ai capelli; e ancora, si soffermavano sulle umide labbra dischiuse, per essere leccate dalla lingua con evoluzioni di sensualità. Finalmente era giunto il momento anche per me di riscuotere. In piedi accanto al letto, la baciai di nuovo, esplorando con la lingua ogni angolo della sua bocca, mentre la sua mano non mollava la presa del mio uccello . In piedi, uno di fronte all’altra ci baciavamo ancora, mentre il mio cazzo in perenne erezione, trovò spazio tra le sue gambe, strusciando sotto i suoi slip fradici. Isabella lo sentiva e mentre continuava a baciarmi, strinse leggermente le sue cosce ed iniziò leggermente a muoverle, cercando di farmi una sega con le sue gambe, mentre lo muovevo in mezzo allo spacco della sua fica e con le mani afferrai il suo bel sederino e cercavo di spingermi ancora pi’ dentro. Qualche mugolio usciva dalla bocca della mia cuginetta forse ha un principio di orgasmo. Continuai a muovermi in cerca del suo buchetto. Quel gioco, quella piccola masturbazione, doveva piacerle. Ma io non resistevo più: quel momento corpo così eccitante, quei movimenti ipnotizzavano, mi presi il pisello con le mani. La situazione mi aveva eccitato più di quanto avessi mai immaginato . Aprii gli occhi e mi voltai a guardarla. Vidi che Isabella era già più avanti: una mano sempre a tormentarsi il seno, l’altra che sfiorava la fica, le gambe piegate ed aperte. Ora gemeva di nuovo e si agitava preda di una eccitazione montante.Quando le nostre bocche si staccarono, le sue labbra scesero lungo il mio corpo ed arrivarono al pisello, chiusi gli occhi e mi abbandonai alla sua calda lingua, poi inginocchiandomi le sfilai le mutandine.
Per un attimo pensai che Isabella avesse studiato tutto: che lei volesse fare cose vastase con me e che, non sapendo come dirmelo avesse mostrato il suo desiderio di masturbarsi, avesse inventato tutta la storia del Dario e che io avessi fatto il suo gioco. Comunque mi stava bene. E il pensiero volò via rapido come era arrivato, perchè intanto quello che stava avvenendo tra noi era un qualcosa di bello e desiderato, la cosa più vicina all’estasi che avessi mai provato.Ora la lingua di Isabella scorreva sul mio pisello fremente.
Stavo impazzendo. Provavo sensazioni così forti da non capire più nulla; volevo sentire anche io la pelle di Isabella sotto la mia lingua, volevo che lei vibrasse al contatto della mia bocca. Lentamente mi spostai mettendomi in ginocchio sul letto: Isabella si sdraiò e si impossessò del mio sesso e lo succhiava, guardandomi desiderosa mentre continuava ad accarezzarsi i seni. Se ripenso a quei momenti, ancora oggi sento che l’eccitazione mi sale prepotente e incontrollabile. Anche io le feci scivolare una mano fra le gambe, le dita a massaggiare il clitoride indurito. Ci masturbammo così, lei sdraiata ed io in ginocchio, fino a godere entrambi di un orgasmo dirompente . Ma non me l’aveva ancora data… Ma domani sarebbe stato un altro giorno… Ma non me l’aveva ancora data… Ma domani sarebbe stato un altro giorno.. infatti, in un pomeriggio molto caldo, venne lei nella mia camera, mia mamma era fuori, le dissi, ciao, cosa vorresti…fare… lei non disse niente, la baciai e contemporaneamente le slacciai la camicietta.Aveva un minigonna di jeans, Ora era la mia cuginetta a condurre il gioco. Si distaccò da me di qualche centimetro, mi mise una mano sul petto e delicatamente, ma decisa, mi spinse sul letto. Sdraiato ed a cazzo dritto, la vidi raggiungermi come un equilibrista, rimase in piedi sopra di me a gambe allargate per quanto la gonna di jean stretta glielo consentiss, io la osservavo dal basso verso l’alto, cos’ sembra pi’ alta quanto non fosse sotto vedevo che non avava slip e il mio sguardo si concentrava sulla sua fica ed ansioso di mettere il mio cazzo l’ dentro, la mia cuginetta iniziò a giocare con il mio pisello. Poggiò la pianta del suo piede sulle mie palle ed iniziò a schiacciarle, a muoverle, a “stirarle” verso il basso. Sentivo il mio cazzo gonfiarsi sempre di pi’ e sentivo di avere il liquido seminale che cercava una via d’uscita, ma Isabella continuava a masturbarmi con i suoi piedi, fino a quando, facendo scivolare il suo pollice lungo tutta l’asta, vide le prime gocce di sperma uscire dalla punta della mia cappella. Allora smise, era una tortura…poi fece per abbassarsi, mentre avvicinava la sua fica al mio cazzo, io allungai le mie mani verso le sue tette. Lentamente si inginocchiò,era vicina al mio pisello. Era il momento tanto atteso, il premio…ci siamo. Isabella si sedette sul mio uccello. Se lo infilò tutto dentro, fino all’ultimo centimetro. Mollai la presa dei suoi seni e posizionai le mie mani lungo il suo fondo schiena. Spinsi fino in fondo il mio cazzo. Lei appoggio le mani sul letto, poco dietro le mie spalle e spinse anche lei il bacino contro il mio uccello. Si muoveva sopra di me senza fermarsi. Sentivo di stare per venire, percepivo a rallentatore gli spasmi della sborra che iniziava a salire. Isabella ansimava, gridava, mi precedette con un primo orgasmo. La sua fica pulsava attorno al mio cazzo. La tirai verso di me, spingevo sempre pi’, lo sperma saliva .. ecco… arrivò la prima sborrata…poi .. vengo di nuovo… schizzo ancora e ancora dentro la fica della mia cuginetta .. lei continuavava ad ansimare… urlava, gridava ‘ pierino..che cazzo che hai…mi piace…godo godo..ahhhhh ahhhh sborrami dentro….prendo la pillola…non uscire….sbrodo anch’io..’ e sentii che faceva uscire anche del liquido caldo e….menomale che non c’era nessuno in casa ma mentre io continuavo a schizzare senza limiti… a sborrare non s’ quante volte… godoetti tanto che me lo ricordo!
Finalmente mi svuotai. Isabella rimase ancora qualche secondo con il mio cazzo dentro di lei, poi sfilò la sua fica ed afferrò il mio pisello con una mano. Lo strinse con forza, lo strizzò con vigore e tirando su la pelle del mio cazzo, un’ultima schizzata riesce a rubarmela. Adesso avevo avuto il premio, ma …mi aveva davvero svuotato !
Poi si girò mi diede un bacio e disse ‘ vedo che ti piaciuto ‘ te la..te lo darò ancora un premio…aiutami ancora ..con Dario, Pierino mio..!
Con quell’incentivo predisposi il uovo programma…il Tennis! Prenotai per il giorno dopo il campo un po’ malandato del paese che era sempre deserto lo dissi a Dario, che peraltro non sapeva giocare a tennis, ma gli diedi i mie pantaloni e una maglietta bianca . All’ora prevista con Isabella , con un vestitino vero da tennista, gonnellino e slip bianchi, iniziai a giocare nel campo, i genitori erano tranquilli, il campo era dietro le scuole, annesso ad una palestra e tra il campo e la palestra c’erano gli spogliatoi e il magazzino coni materassini e l’occorrente. Quando arrivò Dario lo salutai, gli passai la racchetta e lui iniziò a far finta di giocare correva per il campo a vanvera ..
mi sedetti sulla panchina , lei iniziò una sceneggiata, iniziò a dire “che caldo!” si tolse le mutandine.. le tenne in mano, si vedeva il pelo nero mentre camminava e si avvicinava alla rete , disse a Dario vieni che ti faccio vedere come tenerla..a prenderla in mano… la racchetta lui andò a rete , mi guardò, io dissi ciao, e finsi di andarmene ma mi misi nello spogliatoio a guardare. Erano in mezzo alla rete, sotto il sole delle 11,30, tutti sudati, erano soli, non doveva entrare nessuno almeno fino allo scadere della nostra ora prenotata. Lei gli posò le mani sul petto, poi gli scostò la maglietta carezzandogli il petto e, senza aver bisogno di abbassarsi molto, prese un capezzolo tra i denti e lo stuzzicò con la lingua. Lui la afferrò per la nuca e la obbligò a ad alzare lo sguardo. Lei lo guardò divertita e soddisfatta. non fece nulla per contrastarla, le sue mani gli slacciarono i pantaloncini, che caddero a terra. Gli si inginocchiò davanti e, sempre fissandolo negli occhi, attenta a che la guardasse, gli fece scendere i boxer lungo le cosce e fino ai piedi carezzandolo con delicatezza aprila bocca per infilarci la mia cappella, che poi ritirò fuori brillante di saliva per farvi scorrere la lingua da sotto in su. Poi fece passare il cazzo nelle magie della rete e lo riprese in bocca e stavolta lo ingoiò quasi tutto, per poi ripetere un paio di volte l’operazione. Io vedevo il cazzo di Dario sparire tra le sue labbra, riempirle la bocca, guardavo il suo viso assorto nel dargli piacere. Vidi che la verga, succhiata e carezzata con quella lentezza, prese a pulsare in una misura visibile, ma lei non accennò ad aumentare il ritmo . Lui era intrappolato con cazzo gonfio nella rete e così obbligato e passivo pensai che stesse per scoppiare come l’acqua di un bacino che passa per la prima crepa della sua diga. E venne infatti attraverso la rete e la sentii ingoiare tutto con un gemito soffocato, tutte le ondate che parevano non finire. Quando ebbe finito lei si rizzò,lo guardò negli occhi per godersi la sua espressione’ li vidi venire verso lo spogliatoio e mi nascosi in un armadietto, loro entrarono nella doccia che era separata da una transenna di legno, mi misi a spiare …lei con la bocca non smetteva va su e giù su e giù su e giù..mi divenne duro! Quando lui entrò vidi che era già senza pantaloni, Isabella si accucciò glielo e glielo prese in bocca poi si alzò, e con la saliva alla bocca e si tolse la camicetta, aprì l’acqua e lui iniziò a baciarla, e mentre le loro lingue si mescolavano, con l’acqua che colava, lei lo spompinò ancora fino a farlo diventare di nuovo duro e poi gli si mise davanti mettendo una gamba sul seggiolino della doccia, mostrandogli da dietro la figa aperta e colante di acqua esterna ed interna. Dario glielo infilò direttamente al posto giusto piano dentro. Lei mugolava stringeva i muscoli del perineo e poi singhiozzando disse ‘ scopami’.Sbattimi ‘ lo voglio dentro..voglio sentirlo..’ Poi con un colpo forte la penetrò del tutto .. e aprendo il varco del piacere ..lei gridava ‘ sisssiiii continua..dammelo dammelooo’inondami..’, lui la slinguò per farla tacere..i suoi vagiti si spensero in un mmmmmmhhhh” Nella penombra c’era un raggio di luce che illuminava di sbieco lo specchietto della doccia ……..dentro lo specchietto vedevo il suo viso stravolto da smorfie di piacere…………io non resistetti più..stavo pulsando…ma non volevo venire a vuoto mi ritrassi li lasciai fare e andai a casa,
. Il giorno dopo ci fecero alzare presto, eravamo tutti e due distrutti, perchè dovevamo andare da un’altra zia che stava a Mango, una cittadina vicina . Prendemmo la Fiat 600 multipla dei genitori di Isabella e davanti c’erano i suoi genitori, i miei erano su la loro 1100 TV, e io e Isabella eravamo sul sedile dietro della 600, lontanissimi da chi stava sul sedile anteriore, in mezzo era vuota,c’erano le panchine rivoltate. Nelle curve verso alba che ci costringevano a tenerci alle maniglie, ma venivamo centrifugati uno verso l’altra, Isabella accavallò le gambe, facendo salire ancora di più quel vestitino che arrivava a malapena a metà coscia. Intanto continuavamo a chiacchierare e ridere tranquillamente. Con la gamba accavallata rivolta verso di me, cominciò a strusciare la punta del piede calzato nei sandalini rossi, contro il mio polpaccio. Notai che cominciò a muovere le cosce una contro l’altra, e a mordersi il labbro inferiore. Il papà guidava e la mamma si teneva, soffriva un po’ la macchina, non si sarebbe sognata di voltarsi indietro. Tornai a guardarla, e lei sorridendomi aprì un po’ le gambe, facendomi vedere le mutadnine rosa. Era completamente bagnata. Con le sue dita sottili con unghie curatissime, se lo abbassò e si infilò un dito .Inarcò la schiena e cominciò ad ansimare, sempre guardandomi negli occhi. Avevo l’occasione, e l’eccitazione prese il sopravvento sul buon senso. Mi avvicinai ancora di più, e con una mano le afferrai una coscia molto vicino al culo, palpandola per bene, mentre le baciavo il collo. Lei mi mise una mano dietro la testa, mentre continuava a farsi un ditalino. Per un attimo ci guardammo negli occhi, come per renderci conto di quello che stavamo facendo. Ma non bastò a fermarci. Le infilai la lingua in bocca, succhiai la sua, e assaporai quelle sue fresche labbra. Tornai a baciarle il collo, mentre sostituivo il suo dito col mio nel farle il ditalino. Ormai ero completamente proteso verso e su di lei, e se Isabella o la madre si fossero accorte di qualcosa sarebbe successo un casino, ma non me ne fregava nulla, volevo solo godermi quella puttanella che avevo fra le mani. E non fregava niente neanche a lei a quanto pareva. Mi aveva cinto il collo con le braccia, mentre io continuavo a sditalinarla. Prese a baciarmi anche lei il collo e la spalla, e mi sussurrò all’orecchio ‘finalmente’- ‘zitta e godi- le risposi io rudemente. Sentivo in me una sorta di eccitazione selvaggia, volevo punirla per tutte le volte che mi aveva eccitato e provocato senza che io potessi fare niente. Il ditalino era sempre più veloce, e lei faceva di tutto per non farsi sfuggire neanche un gemito. All’improvviso arrivò l’orgasmo, e le ficcai la lingua in bocca, baciandola con forza per coprire i gemiti, mentre lei mi inondava il dito dei suoi umori. Nonostante l’orgasmo fosse finito, continuai a baciarla, ma adesso con dolcezza. Ormai lei era distesa sui sedili, e io ero sopra con una mano fra le sue gambe. Sfilai il dito dalla sua fighetta e glielo porsi. Lei protese la lingua in fuori e cominciò a leccarmelo.
Guardai fuori dal finestrino e mi accorsi che eravamo quasi arrivati a casa della zia di Mango.
Ci rassettammo un attimo, lei si tirò su gli slip rosa e si sistemò il vestito, io mi riallacciavo un paio di bottoni della camicia e mi sistemai in modo che l’erezione non si notasse troppo. I cinque minuti di viaggio restanti, furono i più lunghi della mia vita, e li passammo in un silenzio imbarazzato, con lei che si lisciava il vestito sebbene fosse già a posto, io ancora sconvolto pensavo che avevo masturbato la cuginetta con cui avevo giocato tante volte da piccolo…e proprio accanto ai suoi genitori, i miei zii…Ma ormai era successo . Poi, appena la macchina si fermò, sua madre scese, respirò per farsi passare la nausea e vide che Isabella era tutta rossa in viso. Le chiese se avesse sofferto la macchina anche lei e lei rispose vagamente ‘e si, ho creduto non farcela, a momenti rigettavo’-. Ci guardammo e ci sorridemmo complici. Dopo il pranzo la zia padrona di casa chiese a me ed Isabella se avessimo voluto fermarci da lei un po’, come da piccoli, io accettai e salutai i miei che mi sarebbero venuti a prendere il giorno dopo e sarei tornato a casa e avrebbero anche accompagnato Isabella.I genitori di Isabella non avevano problemi in proposito, ma quando fecero per partire, la 600 non si avviò. La zia disse che avrebbe chiamato l’amico di suo figlio Fabio, che faceva l’elettrauto, disse ‘ lasciatela qui, tornate col 1.100 e domani quando tornate a prendere i ragazzi la portate via.!’
Furono d’accordo e loro partirono con la 1.100, e la zia andò a fare un riposino .Noi salimmo nelle nostre camerette linde che la zia ci preparava da sempre. Isabella andò in bagno a svestirsi ma prima mi si avvicinò, mi diede un bacio sulla guancia e mi sussurrò -non è finita-, dopo di che andò sculettando in camera sua. Sentii Isabella uscire dal bagno e la raggiunsi in camera. Era completamente nuda, e il cazzo mi tornò in piena erezione. Le andai dietro mentre lei in piedi sistemava il vestito nel guardaroba. Le misi le mani sui fianchi e le baciai il collo dolcemente. Lei tirò indietro la testa, e con una mano mi accarezzò i capelli. Si girò verso di me e ci baciammo con passione. Scesi a succhiarle un capezzolo mentre con una mano le palpavo l’altra tetta. Lei cominciò ad ansimare, e socchiuse gli occhi dal piacere. Con una mano scesi e sentii che aveva la fighetta boscosa già gocciolante di umori. Lei aprì un po’ le gambe e inarcò la schiena permettendomi di andare a leccargliela per bene, appoggiandosi con le mani sulla mia testa. Le infilai la lingua dentro la vagina, leccandogliela per bene. Lei continuava ad ansimare e si infilò un dito in bocca, succhiandolo. ‘uhmmm’ sì dai’ non fermarti cuginetto’ ahh sì’- Iniziò a fremere sempre più forte, e quando capii che stava per venire mi fermai. La baciai, e sentii che era eccitatissima. Lei andò a palparmi il pacco e sentì che ero in pena erezione. ‘Sei eccitato eh?- -senti chi parla’ sei fradicia-. Mi baciò nuovamente e mi accarezzò tutta la schiena, i fianchi fin ad arrivare al mio petto. La guardai negli occhi, in quei suoi splendidi occhi azzurri, da angelo..me era un diavolo di troia.. Lei mi diede una spinta sul petto, che mi fece cadere sul letto., poi si avvicinò e si mise a cavalcioni su di me. Con le mani andai ad accarezzarle le cosce, mentre lei armeggiava con la cintura, e mi apriva la cerniera dei pantaloni e incominciò a farmi una sega disse..” ‘senti quanto è duro!-“. Io intrecciai le dita dietro la testa, godendomi quel bel lavoretto di mano. Quando fu in piena erezione, lo tenne ben fermo e finalmente si impalò con la figa boscosa sul mio cazzo. Si stese su di me, che ero ancora vestito, mi diede le tettine da baciare, e cominciò a baciarmi mentre io continuavo a scoparla. ‘Sì, non fermarti’ ah sì’è bellissimo’- poi si mise completamente dritta, impalata sul mio cazzo, con le mani appoggiate sul mio ventre, e gli occhi al cielo godendo e sbrodando e venne con una serie di contrazioni dell’addome, lasciandomi il pube bagnato di liquidi orgasmici mentre io le allagavo la pancia del mio seme incestuoso.
Alla sera cenammo insieme alla zia e a suo figlio Fabio e gli chiesi come fare per l’auto e Fabio, che conosceva tutti e disse che il suo amico era un buon meccanico. Io e Isabella, il cuginetto Fabio, lo conoscevamo fin da piccoli. Era ed è un bel ragazzo, minore di 7 anni di noi, giocavamo insieme quando stavamo lì d’estate’3 poi andavamo al fiume con i ragazzi del paese. Nel pomeriggio Fabio ci avrebbe accompagnati dal meccanico, poi voleva che io andassi con lui a visitare una cantina dove stava lavorando . Isabella disse che a lei non interessava e sarebbe stata a vedere cosa aveva la 600 dei suoi col meccanico . Lei era vestita in modo abbastanza normale, per una visita alla zia, un abitino comunque sempre a minigonna, con tacchi alti e scollatura modesta, Fabio, che l’aveva guardata per tutto il pranzo le fece raccomandazioni ‘ Isabella .. mi raccomando però, niente scherzi col meccanico mi raccomando, il meccanico è un bel ragazzo, uno che piace e che sa anche fare con le donne, quindi stai attenta’, la conosceva bene per certi pomeriggi passati sul fiume dove si facevano i bagni e sapeva di cosa era capace se trovava un uomo che le piaceva. ( una volta l’aveva scoperta dietro un cespuglio a fare pompini ad un ragazzo al ballo della festa ) Quella raccomandazione fu come aizzarla un po’, quindi gli rispose: ‘Si, stai tranquillo al massimo lo stuzzico solo un po’, ma bisogna vedere che tipo è, poi io se non ci sei tu non ci penso proprio’, a questo punto ci facemmo una sana risata tutti e tre. Ma io pensai ‘ daaaiii! Magari!!!’
Appena arrivati, il meccanico ci venne subito incontro, ma che bel ragazzo ..aveva ragione Fabio, era un gran figo, già alle presentazioni vedevo che lei non capiva più niente, era un tipo veramente gentile ‘si chiamava Luigi , dopo le presentazioni, il meccanico, subito le propose di andare a prendere la 600, abbassò la saracinesca e salì alla guida della sua 500 invitandola ad andare con lui per spiegargli un po’ meglio il problema… Io vedevo che lei era incantata da quel ragazzo nella sua tuta blu, e sinceramente cominciavano anche a venirmi certe idee, e lui ogni volta che si spostava dall’auto le lanciava sempre dei fantastici sorrisi e anche delle grandi occhiate, solo guardandola la faceva eccitare. La seguii mentre saliva sulla 500 con le porte controvento.. lui teneva galantemente aperta la porta e io, che guardavo bene tra le cosce non potei fare a meno di notare che mostrava a me e a lui mostrargli le mutandine azzurre oggi, un po’ scure in mezzo, ma nello stesso tempo di notare che era eccitato pure lui, che il suo coso aveva preso forma. Comunque i o e Fabio andammo alla cantina e poi lui rimase li e io tornai dal meccanico.. ‘.non potei fare a meno di notare che mostrava a me e a lui mostrargli le mutandine azzurre oggi, un po’ scure in mezzo, ma nello stesso tempo di notare che era eccitato pure lui, che il suo coso aveva preso forma. Comunque i o e Fabio andammo alla cantina e poi lui rimase li e io tornai dal meccanico.

Erano passate due ore, della Multipla fuori neppure l’ombra, e la saracinesca era chiusa., non sapevo che fare, pensai, saranno a casa, ma erano le 6 , era presto, bussai.., dopo 3 minuti Luigi venne vicino e disse: ‘chi cavolo è che rompe le scatole, proprio adesso?’ Io, fingendo ingenuità dissi : ‘ Sono Piero , so che siete lì, tu e mia cugina che ti ha portato l’auto oggi da riparare, sono passato per vedere se è tutto a posto ‘so che sei pericoloso con le donne” Luigi restò senza parole e disse ” no..io..ehm…stavo guardando il freno anteriore, le ganasce..ehm..usurate.. faceva rumore..ehm..rischiava di farla sbandare…” con un tono alquanto spaventato, poi: ‘Un attimo arrivo subito, mi lavo le mani e apro’, ma era veramente preoccupato dalla situazione, quindi io gli sussurrai con complicità: ‘Tranquillo, SO che stavi finendo il lavoro della 600 e che hai abbassato la serranda per evitare che qualcuno disturbasse, per evitare che ….qualcuna ..sbandasse…poi lo hai messo dentro..il freno…’ lui sollevò mezza saracinesca e io guardavo nella semioscurità e vidi Isabella che prese l’abito e si coprì senza infilarlo lui invece si stava reinfilando la tuta senza preoccuparsi di mettere qualcosa sotto , mentre Isabella con l’abito indossato in fretta sopra il suo corpo nudo si avvicinò e venne sorridente a baciarmi…disse’ Piero..cuginetto…’ io avevo già capito tutto, poi appena mi mise la lingua in bocca sentii che la sua bocca aveva sapore di cazzo ancora fresco, inoltre senza farmi vedere da Luigi le infilai la mano sotto il vestito che lei teneva sul seno e visto che era senza slip e la gatta era umida di godimento ebbi conferma di essere arrivato poco dopo un momento cruciale.
Mentre lui andò nel bagno a lavarsi le mani, disse, e vestirsi, pensai io…lei mi raccontò…’ Sai Piero, Luigi è un fenomeno, appena vista la 600 ha pulito le puntine, dice che è normale che qui a Mango dopo la salita, il motore 600 sforza ed esce l’olio che entra nello spinterogeno e poi con l’umidità si incollano …in un minuto l’ha fatta partire poi ha lasciato la 500 lì e siamo tornati qui insieme per delle stradine piene di curve dove il rumore si sentiva più sovente, dopo poco aveva già capito quale poteva essere il problema, ma continuava ad andare sempre avanti, quindi cominciammo a parlare un po’ di tutto tranne che dell’auto, diciamo che cominciammo a fare un po’ conoscenza. Comunque io ero con le gambe perennemente accavallate, quindi le solite cosce in bella vista, ma lui pur sbirciando spesso era ugualmente attento alla guida e anche al rumore che ogni tanto si sentiva. Arrivati all’officina, aperta a saracinesca tirò dentro l’auto e mi disse che doveva smontare la ruota per vedere bene il problema, e che se volevo potevo stare in macchina mentre aspettavo che finisse. Poi andammo a provare l’auto, il rumore non si sentiva più era scomparso, dalla felicità mi scappò un bacio sulla guancia complimentandomi, ma questa volta osai e mi avvicinai con le gambe a lui sotto il cambio al volante, e così che ogni volta che doveva cambiare per forza doveva sfiorami le gambe, notai subito che il suo coso sotto la tuta si era ingrossato, era eccitato di nuovo anche lui, ora mancava l’occasione, che non tardò ad arrivare, dopo una curva essendo la strada stretta dovette fare una brusca frenata perché arrivava un’altra auto, lui allungò una mano per tenermi indietro e slacciandosi anche un altro bottone della scollatura finì per toccarmi il seno, mi spaventai per quella frenata ma quel tocco mi risollevò subito, ma non chiusi il bottone, lo lasciai aperto così che potesse vedere ancora meglio le forme del mio seno. Ad un certo punto dopo quel continuo sfiorare le mie gambe, si decise e cominciò ad appoggiarmi la mano sulle cosce accarezzandomele, finalmente forse si stava decidendo, non volevo per forza essere io a fare la prima mossa, ma quella mano non saliva mai, mentre io non vedevo l’ora di sentirmela proprio là, così che ad un certo punto gli presi la mano e la tirai su fino alla gatta , rimase in principio abbastanza sorpreso, ma non la tolse da li fino all’arrivo all’officina, a me bastò per farmi bagnare… poi il resto lo puoi immaginare…sa..nella 600, sul divanetto posteriore..Io sorrisi e dissi: ‘L’ho immaginato subito, poi si vede quanto è preoccupato e spaventato lui, ma adesso cosa vuoi fare? Se vuoi me ne vado e ti lascio continuare sola o resto e voglio vedere come si risolve la cosa, non mi dispiace certo partecipare” e io ‘comunque aveva ragione Fabio, è proprio un gran bel ragazzo, da quando mi hai aiutato con Dario, sai , sono incontenibile…poi..con te..cuginetto te..ho un debituccio- disse sta troia-‘vabbè, già che sei qua rimani, vediamo quando torna e poi in qualche sistema vedremo di continuare specialmente da dove mi sono fermata, ma dovrò prima calmarlo, garantito che si è preso un bel spavento, adesso aspetta qua che vado a cercarlo e vedo di calmarlo’,
la guardai andare dietro il ponte in un magazzino e vidi Luigi che guardava un carburatore e, senza nulla, lei gli si avvicinò e gli mise la lingua in bocca, la reazione fu normalissima e si tirò indietro, dicendole : ‘ ma sei matta? C’è di là tuo cugino e già ci è andata di culo che non ha capito, non vorrei che venisse fuori un casino’, senza scomporsi lei gli rispose: ‘Vai tranquillo, non preoccuparti non c’è nessun problema, conosco mio cugino’adesso vai fuori abbassi di nuovo la serranda con la scusa che è ora di chiusura e andiamo sul carro funebre, con la scusa di fare il conto, e non preoccuparti di niente, poi il mio cuginetto è di mentalità aperta’ .
Un po’ perplesso lui tornò a chiudere la serranda ma senza sospettare cosa lo aspettava, si chinò vicino alla 600 e raccolse da terra le mutandine azzurre di Isabella e mi guardò di nuovo con preoccupazione e Isabella con sfacciataggine prese gli slip, e disse: ‘Che bello…ecco dove li ho lasciati, non sapevo dov’erano finiti, con tutto quel trambusto’ Io feci una risata al contrario di Luigi che cambiò letteralmente colore, ma, a sciogliere la tensione, infine dissi : ‘ma allora cavoli, sono arrivato a disturbarvi sul più bello magari? Comunque se volete continuare da dove eravate rimasti, vi lascio soli e torno dopo, se invece vi va resto e partecipo anch’io’ a questa frase nonostante Luigi era ancora frastornato, Isabella intervenne : ‘a questo punto continuiamo da dove siamo rimasti e tu rimani e partecipi, sei mio cugino o no?’ poi prese per una mano Luigi alquanto sorpreso, lo fece rientrare nella 600, lei si sedette, lui si inginocchiò, e si feci scendere la lampo togliendosi di nuovo la tuta,e lei si tolse dal davanti l’abitino che teneva davanti; erano nella posizione dove si eravamo fermati, ma per l’agitazione di tutta la situazione a Luigi si era smollato, quindi Isabella dovette mettersi d’impegno per farlo tornare nuovamente duro come prima, ma non ci volle molto a farlo tornare come prima, dopo qualche linguata e qualche carezza con le mani. Io mi sedetti a fianco a lei di cui sentivo l’odore eccitato, ero stralunato e spogliatomi e mi avvicinai accarezzandole il seno e baciandola sul collo, anche il mio era già bello duro, e lei fece ruoare Luigi facendolo sedere sul divanetto e lei in ginocchio alternando così i due uccelli in tiro, mentre succhiava e leccava uno, masturbava l’altro.
Poi si staccò dal cazzo di Luigi e si portò col corpo in su contro di lui e cominciò a baciarlo con desiderio sfrenato.
Lei poi mi raccontò che aveva quel desiderio di baciare mentre godeva anche perchè evitava così di urlare ma ansimava tanto che io mi girai dietro e mentre se lo gustava avidamente, non resistetti , era l’occasione da tanto attesa, di poterglielo infilare nella figa , che sentivo colante e gonfia , le allargai bene le gambe e dolcemente puntai il membro e lei lo prese da sotto e se lo guidò dentro e se lo infilò’
Lei gemeva, trovandosi in mezzo a due ragazzi, uno col cazzo sulla sua pancia che le toccava i capezzoli tanto era lungo e il mio più piccolo ma bello duro infilato nella figa.
Io ero assorto e la penetravo con calma e senza fretta e da dietro le presi tra le mani il seno accarezzandoglielo … il piacere stava sempre più aumentando, non sapevo come farla godere, ma mi venne naturale di partire lentamente e poi prendere sempre più ritmo..e le dicevo quello che pensavo…troia troia, volevi tagliarmi fuori…ma io te lo metto dentro , ti scopo si scopo..dai gemiti capii che era pronta ad un grande orgasmo, infatti senza rendermi conto aumentai il movimento e lei si sfogava sul cazzo di Luigi che era una presenza tra loro e cercava di toccargli le palle con la parte alta della figa posseduta da me, e continuava a baciarlo poi sentii che veniva indietro contro di me, io affondai ancora di più nella sua carne lei stava succhiano il cazzo do luii che stava per venirle in bocca… ormai l’orgasmo di Luigi era partito stava godendo senza freno, ansimando e pregandola di non fermarsi assolutamente, a anche lei urlava “Piero..Piero.. ti sento…sei dentro..” e succhiava, ” Piero ..Piero…” e succhiava ” Piero..siii fammi godere spaccami…” voleva godere a lungo’
Luigi le venne in faccia inondandola e quando vidi quel getto come spumante esplosi anch’io e lei sentii le vibrazioni del mio uccello che stavo godendo, e non lo volli togliere in tempo, riempiendola di liquido, mentre lei con la bocca piena non smise di baciare Luigi,poi forse sentendo un certo vuoto dentro di se, lo feci sdraiare come poteva nella 600 e subito gli andò sopra, a sentire dentro quel coso solo un filo diminuito per l’orgasmo di poco prima, e ci appoggiò sopra la gatta che colava la mia sborra , affondò decisa, disse ‘ che bello…non mi sembrava così grosso ..certo essere tutta sbrodolata lo aiutava, io lo sentivo entrare ed uscire chick chik, e ansimava , era consapevolmente decisa, continuava a muoversi sopra di lui sbrodando e sussurrando ‘finalmente un cazzo vero, ansi due!’ Luigi nel frattempo le accarezzava anche i seni e più si muoveva più sentiva che stava godendo di nuovo, e cominciò a muoversi sempre più veloce fino a godere di nuovo, e cominciò anche ad urlare di piacere, non riusciva più a trattenermi stava provando un piacere troppo intenso
Io ero di fianco, lei mi stringeva il cazzo che si stava riprendendo, la baciai mentre godeva, era sporca della sborra di Luigi sul mento e sul collo, ma non mi importava e per lei fu ancora peggio , era al massimo dei giri, era proprio andata. Ma io mi aspettavo che Luigi fosse al limite, invece lui continuava a resistere, lei era stravolta ma continuavo a muovere il bacino sempre velocemente, Luigi resisteva, io ad un certo punto con una mano cominciai a toccarle il clitoride proprio mentre lei lo cavalcava, e lei urlò…nooo’noooo non ce la faccio sbrodooo..vengo davanti e dentro…. Vedevo che stava godendo esageratamente. La sua mano mi strinse il cazzo,ritardando il mio orgasmo che ribolliva , poi sentii Luigi che diceva ‘ vengo..troia..toglitiii’toglitii, sennòòòò.ti sborro dentrooo… ti riempio la pancia’pensai che era inutile, mi aveva detto che prendeva la pillola ma a quei tempi non era frequente e lui non poteva saperlo…sperai che fosse vero…io l’avevo farcita prima, se mai fosse stata fertile quel giorno sarei stato io il padre di un biscugino ! Comunque lei si scavallò e si girò a sedere sul divanetto e Luigi in ginocchi se lo teneva con due mani e pulsava come un animale, segno che stava per godere pure lui, infatti appena lei fu appoggiata sul divano cominciò a godere addosso a lei, la innaffiò tutta specialmente sul seno, e più lui spruzzava più lei se la spalmava, ma a sorpresa non appena lui finì lui di spruzzare anch’io non ce la feci più e mi avvicinai con il coso nuovamente duro, mi protesi di fronte a lei e masturbandomi cominciai a spruzzarle quel che restava in faccia. Luigi era questa volta stravolto ma per il piacere provato e non più per la paura, e lei sorrideva soddisfatta del piacere intenso provato, e forse anche del riscoperto rapporto con me, il cugino che la riportava sempre alle sensazioni giovanili’ Luigi alla fine sicuramente più rilassato, disse la sua: ‘Devo dire che un’esperienza del genere non mi era proprio mai capitata, passare da una sensazione di piacere, poi di paura e di nuovo di piacere, non avrei mai creduto, e devo dire che siete una coppia incestuosa di grande complicità …sessuale, amore, divertimento e piacere.’
Alla fine lui avviò la seicento,la spostò, con un secchio lavò il pianale e i sedili di plastica con del liquido da pavimenti, per togliere l’odore delle secrezioni che noi tre avevamo abbondantemente emesso, e Isabella lo ringraziò per le sue parole, e dopo essersi data una lavata in bagno e senza essere riuscita a pagare il conto per la macchina, ce ne siamo andati.

Il giorno dopo tornò mia mamma con suo papà con la 1100 a prenderci e prendere la 600 multipla, eravamo dalla Zia, pranzammo ancora insieme e c’era anche Fabio. Il papà di Isabella chiese quanto doveva pagare . Isabella disse ‘ niente, ce l’ha aggiustata per PIACERE !, sai è così amico di Fabio…’ Fabio sogghignò, di certo aveva saputo da Luigi qualcosa dei fatti del giorno prima nell’autofficina….disse ‘ eh, sai, qui a mango, una mano lava l’altra..io l’ho aiutato un giorno che gli si è allagata l’officina..’ Io non resistetti a fare una battuta che non fu capita ‘ ah certo che quell’officina è proprio umida, colano liquidi da tutte le parti..’Isabella mi fulminò con gli occhi… aggiunsi ‘ eh liquidi per radiatori, lava vetro, olio ‘ e pensai sborra e squirt di femmina. Il padre di Isabella disse ‘che gentile, facciamogli un regalo..’
Io saltai su ‘ Certo ci pensiamo io e Isabella…stai tranquillo Zio..’ lo inviterò ..al tennis…pensavo già ad un bel terzetto…
Poi salì sulla 600 odorò e disse ‘ che profumo di pulito, l’ha anche lavata dentro, è proprio gentile il sig. Luigi !’ e Isabella disse ‘ proprio…e noi gli facciamo sempre gentilezze, vero Piero ? ‘
Io diventai rosso, mi limitai a dire ‘ si, piaceri….anzi…godimenti’ ma solo Isabella colse e mi mostrò la lingua. Tornammo al paese ognuno con il suo genitore e la sua auto.
Dopo che avevo capito di che stoffa era mia cuginetta, troia, traditrice e malfida, ma comunque ricattabile, e dopo quello che era successo a Mango, il mio amore per lei si era trasformato in qualcosa di diverso, che aveva a che fare con sesso, voyerismo e morbosità. Mi piaceva ancora di più, ma avevo perso un po’ di poesia e acquistato esperienza . Quel giorno non ci vedemmo,Lei era andata da una amica di sua mamma, che aveva due figli, Roberto e Cristina, era vedova. Stando solo ripensai a quanto era accaduto e mi venne in mente di proporle una cosa anche più eccitante ….le avrei detto ” senti visto che ti piace potrei organizzare un cosa in tre cosa ne dici?”

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