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la mia padrona

By 10 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo racconto lo ha scritto ALIASIR PER ME
Non capisco il gioco della ragazza che ho di fronte. E quando io non capisco, mi intrigo.
Il colloquio è iniziato per una proposta commerciale di telefonia mobile aziendale con un noto operatore nazionale.
Si chiama Erika, biondina, occhi verdi, due belle tette che premono da sotto un tubino, leggins e stivaletto col tacco alto, mi ha illustrato gli indiscutibili a suo dire vantaggi apportati da un contratto con loro. Le ho detto di lasciarmi del materiale perché ci voglio pensare, ma lei si è messa a parlare di altro.
Ha commentato delle foto in cui sono impegnato nella mia attività sportiva preferita.
Si lo so, non è molto corretto mischiare la vita privata con la professione, ma passando in questo ufficio spesso più di dodici ore al giorno è facile che i confini non siano più così chiari. E poi è un piccolo vezzo, e anche un modo per stabilire un contatto personale. A volte può essere utile.
La foto di mia moglie.
“E’ tua moglie?”
“si”
“bella donna, scusa se mi permetto… hai una vita coniugale felice?”

Sono sorpreso, a dir poco, dalla domanda. Sto per rispondere: “scusa ma a te cosa importa” ma reprimo l’istinto e rispondo:
“si… beh direi di si.. dopo molti anni… ma perchè mi fai questa domanda?” sottintendendo quella non fatta, sopra riportata.

“Vedi… non mi prendere per una sciocca… ma … io a volte ho delle… come dire… sensazioni. Sono sensazioni molto forti che vengono quando vogliono loro. Insomma percepisco l’aura psichica delle persone…”

“eeh… l’aura psichica… e hai percepito la mia? cosa hai visto?” dico con un sorriso che vorrebbe essere beffardo, ma non troppo, in fondo la donna che ho davanti mi incuriosisce.

Molti anelli. Unghie lunghe laccate di rosso. Capelli color miele, lucidi, tirati indietro e raccolti in uno chignon. Un filo di perle. Un profumo leggero che non riesco a riconoscere. Un sentore di vaniglia … o cannella… non so.

“Te lo posso dire? … hai una forte carica sessuale” e mi fissa negli occhi. Sono io ad abbassare lo sguardo per primo.
Ci sta provando? Così di punto in bianco… non me lo aspettavo. Ma gratifica la mia vanità di maschio. Sto al gioco.
“ah si? è un complimento?”
“no, non proprio… intendo dire che la tua sessualità non fluisce… è come ingorgata. E’ come se fosse bloccata.”

Penso: per provarci una tattica vale l’altra… in effetti. Iun lampo mi passa davanti gli occhi l’immagine del mio cazzo che forza l’apertura delle sue labbra…
“continua… “dico. Mettendomi più comodo reclinando leggermente la poltroncina.

“No, non è quello che pensi. ” dice “tu ora sta pensando ad un rapporto sessuale, ho visto la tua aura brillare… Ma non è alla quantità, bensì alla qualità, che alludo…”

“spiegami… mi interessa…” la interrompo…

“la tua aura è del colore sbagliato. tu non segui completamente i tuoi istinti, la tua natura è compressa…”

“e chi segue completamente i suoi istinti? siamo esseri razionali. ci controlliamo… se seguissimo gli istinti saremmo animali, non credi?”

“certamente. e tuttavia bisogna tendere all’armonia, fra i nostri diversi sé… altrimenti non stiamo bene, la nostra vita ne risente.”

“si, suppongo di sì. e tu cosa proponi?” sono curioso di scoprire le sue carte.

“posso parlare con franchezza?”

“si, certo.”

“Bene. Tu sei un uomo di potere. Un imprenditore, abituato a dirigere. Anche in famiglia, con tua moglie, con i tuoi figli. Tu sei molto di questo, ma sei è anche, questo. Tu avresti necessità di esprimere anche una natura che hai sempre negato, un bambino che vuole essere guidato, premiato e anche, quando occorre, punito. Capisci cosa intendo?”

“Tu vedi tutto questo nella mia aura?”

“Si. Dammi la mano. “

Allungo il braccio sulla scrivania. La prende fra le sue.
“hai una mano grande…. percepisco il tuo imbarazzo… sento il tuo calore…” sussurra…
In realtà sono io che percepisco le sue mani come se scottassero. Mi sta suggestionando. Forse ipnotizzando. Ha abbassato la voce, ed è come se nella stanza anche le luci si fossero affievolite. Percepisco il suo fascino, il suo potere… nei suoi occhi … mi piace ascoltare le sue parole.
Mi fissa negli occhi e non riesco a sopportare il suo sguardo. E’ duro. Mi passa da parte a parte, mi legge dentro. Conosce i miei desideri. I miei peccati.

Sento le sue unghie sulla pelle morbida del polso.
“A cosa stai pensando?” la sua voce è calma, le parole ben scandite, non c’è quasi il punto di domanda.
“che mi piacciono le tue mani….”
“prima ha pensato ad un atto sessuale con me, vero?”
“… prima?… mmh … si”
“quale? me dimmelo…” le sue unghie affondano più profondamente nella mia pelle.
“per un attimo… ma solo un attimo… mi è venuto in mente l’idea di un rapporto orale… tu che mi praticavi un rapporto orale…”
“qui, ora?”
“no…non so… non era situato in qualche posto… è stata solo un’immagine fugace”
“fammi vedere il tuo pene e deciderò se accontentarti… “
“ma… come… ora?”
“si ora. adesso. ” le unghie non lasciano il mio braccio. Con l’altra mano slaccio la cintura dei pantaloni, il bottone, tiro la zip, infilo le dita da sopra negli slpi e tiro fuori il pene molliccio… faccio per alzarmi.
“resta seduto…” dice. Si alza lei. Viene dalla mia parte. Mi giro verso di lei ruotando la sedia girevole.
“E’ piccolo. E molle. Fattelo venire duro se ci riesci. ” mi dice, in piedi davanti a me.
Ci provo… mi masturbo leggermente ma la situazione mi intimorisce. Non ci riesco.

Mi guarda per qualche secondo. Poi si avvicina.
“Dai a me.” Mi toglie la mano e mette la sua. Palpa da sotto lo scroto, soppesando, quasi misurando il peso di quella carne molliccia. Prende il pene fra due dita e spinge verso il basso il prepuzio. E’ bagnato di liquido trasparente. Lo prende con due dita dell’altra mano. Annusa. Me le porta davanti alla bocca.
“leccale” mi dice.
Eseguo.

“Senza il tuo potere non riesci nemmeno ad avere un’erezione… ma gli opposti si toccano, perdi tutto il tuo potere e avrai un piacere diverso… “
E’ in piedi davanti a me, mi passa lentamente le unghie sulla pelle del collo, sul viso. Si avvicina. Mi prende i capelli dietro la nuca, sento con un brivido le unghie nella pelle.
“Mettiti in ginocchio…”
Lo faccio. Ho il viso all’altezza del suo inguine. Il suo profumo mi stordisce. Si avvicina ancora, sono a pochi centimetri dal suo ventre, percepisco il suo calore. Spero che mi spinga verso di sé, propendo verso di lei, ma mi spinge ancora verso il basso.
“Baciami le scarpe, poi toglimele…”
Bacio il collo dello stivale di pelle, sento l’odore del cuoio. Prima uno poi l’altro.
Faccio scendere la lampo. Lei solleva il piede ed esce. “anche l’altro…” dice.
Il suo piede è inguainato nella calza. “baciali… leccali…”
Lo faccio, mi piace. L’odore è buono, la posizione piegata, mi da alla testa.
“bravo… ora mi siedo tu continuerai a leccarli e massaggiarli….”
Si siede sulla mia poltrona e lascia che le baci i piedi. Me li strofina sul viso, sui capelli, sul corpo.
“ora toglimi i pantaloni…”
Per aiutarmi solleva il bacino, i leggins elasticizzati scendono facilmente lungo le cosce. Ha il collant.
Si libera dai pantaloni. Mi attira a sé sul suo ventre. Aspiro l’odore della sua fica attraverso la calza e il sottile velo delle mutandine.
“leccamela…”
Se la fa leccare attraverso il tessuto, il suo odore mi stordisce.
“così… bravo cagnolino… lecca…”
Si fa leccare a lungo, la saliva la bagna dall’esterno, i suoi umori dall’interno, s’incontrano e inzuppano il tessuto.
“ora toglimele…” Ancora solleva il bacino e io faccio scendere i collant. Se ne libera con un calcio.
“togli tutto…”
Tolgo anche gli slip ridottissimi.
La sua fica è aperta, un sottile ciuffetto di peli neri decorativo sopra, per il resto perfettamente depilata.
Alza le gambe sui braccioli della portona, è come se fosse ad una visita ginecologica, completamente spalancata, le labbra luccicano di goccioline che mi precipito a raccogliere con la lingua.
Ora ho il cazzo durissimo. Mi masturbo, mentre la lecco.
“bevimi…” dice “apri la bocca, mettimela sopra… così…” mi guida con la mano sulla nuca, con le dita dell’altra si divarica le labbra, spinge poco sopra il clitoride, si masturba toccandolo da sopra in modo che io la lecchi da sotto… spinge e si apre sempre di più…
“ecco… ora… tieni la bocca aperta…” il tono della sua voce esprime un ordine, impossibile non obbedirle.
Uno, due, tre schizzi mi riempiono la bocca…
“aaaahhhhh …. bevimi… bevimi…. bevimi….” ingoio… il liquido caldo, leggermente acido… mi chiedo se sia pipì …
Mi strofina il viso sulla sua fica… “ancora … ancora…” è fradicia. Io sono bagnato sul viso e sul collo.
Si calma…
“bravo… mi hai fatto godere… proprio bene… mmmmm fammi vedere il cazzo ora…”
Mi alzo davanti a lei e ho il cazzo durissimo.
“vieni… “dice.
Mi avvicino, mi fa mettere di profilo davanti a lei. Mi masturba letamente con la mano sinistra, con la destra mi pianta le unghie nelle natiche, scende lungo il solco, accarezza il buchino, massaggia i coglioni, spinge sulla prostata.
Risale con la mano, mi accarezza il corpo, arriva alla bocca e mi dice di leccarla. Succhio le sue dita. Torna giù, si sputa su due dita e cerca il culo, con l’altra mano non smette di masturbarmi. Sento le unghie, riesce comunque ad entrare con un dito, in piedi come sono spinge verso la prostata e inizia a massaggiarmi. Conosco il massaggio prostatico ma non me lo avevano mai fatto. Mi masturba e spinge con il dito. L’orgasmo arriva da lontano, molto più ampio di quello normale. Mi fa piegare le gambe, devo appoggiarmi alla scrivania. E’ fortissimo, diverso dal solito, arriva come un’onda e mi sommerge. Mi sembra di venire molto più del solito, schizzo per terra, mi masturba come se mi mungesse.

Toglie il dito.
“questa è anche la tua natura…” mi dice.
“è stato stupendo…”
Si asciuga le mani con una salviettina rinfrescante. Si riveste. Io sono accasciato. Guardo lo sperma sul pavimento.

“Torniamo a parlare di lavoro ” dice.

continua….

erikabsx@gmail.com per contattarmi,se volete parlare con aliasir andate sul suo profilo

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