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La mia prof di inglese

By 15 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi presento, mi chiamo Gianluca, un ragazzo alto 180, fisico scolpito da anni di calcio e palestra, mi ritengo una persona chiusa, perché’ sono di poco parole, e a scuola nonostante i miei voti non mi creano problemi tranne in inglese , sono al centro delle attenzioni del consiglio di classe per la mia relazione con i miei compagni. Si, i professori mi tengono sott’occhio perché spesso, non riuscendo ad esprimermi, uso le mie forze muscolari per zittire chi mi crea problemi in classe. Attualmente sono al quinto anno di un istituto tecnico,

Dicevo che inglese non vado molto bene, soprattutto per due motivi, primo ritengo che sia un po’ inutile visto che sono condannato a rimanere in questo paese e la possibilità’ che ne avrò bisogno che minime. ma il motivo più’ importante e’ lei, la mia, beh fin qua, la nostra prof dell’inglese.
Si chiama Emilia, per me &egrave’ sempre stata Emily, 38 anni, corpo longilineo,alta 165cm, bionda, con i capelli lunghi fino alla spalla, occhi azzurri. Il seno non molto grande, penso una terza scarsa, ma viene valorizzato attraverso gli indumenti adeguati. Il culo sodo, che viene esaltato attraverso i jeans attillati, o gonne che fasciano il culo rendendolo favoloso.

La storia e’ iniziata dopo ennesimo insufficiente in inglese, 3, il più basso della classe, sono stato convocato dalla prof in sala insegnante durante cambio d’ora, perché’ mi vuole parlare.
Arrivo alla porta, busso, gli insegnanti che escono per andare in classe, lei all’inizio non mi sente, ma passa la prof. di matematica che mi dice di entrare, allora entro, e resto in piedi davanti alla scrivania di Emily. Lei se ne accorge, mi dice di sedermi su una sedia accanto al suo tavolo. Si sposta indietro per mettersi più’ comoda, nel farlo, si disaccavalla le gambe, e sedendosi, mi mostra le sue gambe longilinee fasciate dalle calze nere lucide che mi fanno sussultare in mezzo alle gambe.
E. ‘Allora, Gianluca, mi puoi spiegare perché’ non studi? ‘
G. ‘Prof, guardi che io studio, solo che non mi riesce come nelle altre materie,’
E. ‘come mai? allo scorso consiglio di classe ho visto i tuoi voti nelle altre materie, sei bravo, dimmi, cos’&egrave’ che non ti riesce?’
G. ‘Non so, e’ che non riesco a stare attento in classe, e poi a casa faccio fatica a studiare le regole di grammatica, e peggio ancora a imparare i vocaboli.’
E. ‘ahn capisco, e della questione che non riesci stare attento in classe? come mai? per come spiego?’
G. ‘No no, il problema non e’ il suo modo di spiegare, ma…’, e qui non mi esce più’ una parola dalla bocca, e sento la faccia calda.
E. ‘ma??’
G. ‘E’ lei che mi distrae, perché’ lei &egrave’ bellissima’ dissi d’un fiato, e appena finito abbasso lo sguardo per guardare le mie pollici che stanno girando nella mano.
La stanza nel frattempo si &egrave’ svuotata e cadde il silenzio , si sente il suono del riscaldamento che spruzza aria calda, dopo un po’, lei tenta di parlare, vedi, io sono la tua prof, e come tale, ti dovrei aiutare per migliorare i tuoi voti, se vuoi ti posso fare delle ripetizioni negli orari extra scolastici, ma nulla di più’.
Pensando tra me stesso, l’idea poterla vedere un po’ anche fuori dalla scuola, mi elettrizza, alzando pian piano lo sguardo, le dissi: ‘va bene’.
E. ‘Allora, ti lascio il mio numero, dopo quando vuoi mi scrivi e fissiamo un appuntamento’.
G. ‘Ok’ dissi io col cuore che scalpita
Prese la penna e il post-it che era sul tavolo, e vi scrisse: Prof. Emilia e il suo numero di telefono, in una grafia bella, scorrevole, e trasuda di sensualità’.
Finita la mattinata di scuola, arrivo a casa, mia mamma, che si chiama Marina, sta cucinando.
La saluto e corro in camera mia, preso il telefono e tirato fuori il post-it della prof dalla tasca, inserisco il suo numero nella rubrica. Vado sull’applicazione di messaggistica WhatsApp, cerco il suo contatto, apro la foto di profilo, WOW’ E’ vestita da yoga, con un top fucsia aderente ma che copre tutto il seno e un paio di pantaloni appunto da yoga, la pelle un po lucida, si vede che ha sudato, e qua nel mio cervello si insinua un pensiero sconcio.
Lei in piedi , sul tappetino, con il busto in avanti, mettendo in mostra suo culo favoloso, quasi si vedono le labbra della vagina, nel frattempo la mia mano si e’ insinuato tra le boxe e ho cominciato a toccarmi il pene che si sta indurendo.
M. ‘E’ pronto, vieni a tavola’.
G. ‘Ok, arrivo tra due minuti’
Apro la chat con la prof, e scrivo : ‘Prof, sono Gianluca, mi ha detto di scriverle per fissare un appuntamento, a me va bene dalle 15.30 alle 17.30 durante tutta la settimana perché’ più tardi ho altri impegni, mentre prima devo fare compiti per altre materie’, e invio, lascio il telefono sul letto, e vado a mangiare.
Dopo aver mangiato, corro in camera, vedo il led di notifiche e’ lampeggiante, accendo il telefono, vedo la sua risposta : ‘Per me va bene questa fascia oraria, e cominciamo domani, visto che sei messo male, e troviamoci a casa mia’ e mi ha mandato anche suo indirizzo di casa, che si trova nella città’ della scuola che frequento.
Risposi: ‘Va bene, ci vediamo domani pomeriggio’.
Subito dopo, sono tornato alla mia fantasia prima che mia madre mi interrompesse, mi sparai una sega che durò’ più’ di mezz’ora, e venni copiosamente in un fazzoletto, soddisfatto e contento di poterla vedere fuori anche dall’ambito scolastico, mi sono messo a fare altri compiti.

La mattina dopo indossai un paio di pantaloni di felpa, quelle elasticizzati, una maglietta normale e andai a scuola. Finite le 5 ore di lezioni, mangiai qualcosa e mi misi ad aspettare il momento giusto per presentarmi da lei.
Alle 15 in punto suonai il campanello, e senza parlare mi aprì’ il cancello, entrai, era una villetta, con un ampio prato, recintato con alte siepi, percorsi la stradina e quando arrivai lei mi si presentò davanti.
Lei era vestita da casa, una maglietta a maniche corte, leggera, un po’ scollata, e un paio di leggins lunghe fino al ginocchio, i capelli legati in chignon con una penna che la rendeva più’ sexy del dovuto.
Mi fece entrare, notai subito che la casa era grande, e sistemata bene, e vidi delle foto su un tavolo, in una delle foto c’era lei, e una copia più giovane di lei, credo avrà sui 20 anni, forse fissai un attimo di troppo la foto, e lei mi noto’,
E. ‘E’ mia figlia, questa settimana vive col padre, sai, sono divorziata’
G. ‘Mi scusi, non volevo farmi gli affari suoi’
Lei mi sorrise e come niente fosse si incammino’ verso una stanza la cucina, dove in mezzo c’&egrave’ un tavolo, con dei libri in cima, si sedette in una parte del tavolo e mi fece segno di fare lo stesso su una sedia di fronte a lei.
Così’ feci, e cominciammo a studiare, io facevo le domande e lei mi rispondeva, quando facevo delle domande che lei non comprendeva il significato, faceva la sua tipica smorfia, ovvero si soffia la frangia bionda con la bocca, (non so descriverlo bene), il che mi eccitava parecchio.
Dopo quasi un’ora, mi disse: ‘Facciamo una pausa? Mentre aspettiamo il caff&egrave’, vado un attimo in bagno.’
Pacatamente, facendo finta di dover rispondere dei messaggi, dissi: ‘Ok’
Appena uscì’ dalla stanza, mi alzai piano dalla sedia, facendo attenzione a fare rumore, e la seguii fuori, quando la porta del bagno si chiuse, mi avvicinai, e mettendomi in ginocchio, spiaii dal buco della serratura.
La tazza del bagno era giusto di fronte alla porta, Emily girata verso la porta, si stava abbassando i leggins, mostrando un paio di tanga di color rosa, che vennero abbassate subito dopo, mostrando il mio desiderio.
La sua vagina era molto ben curata, con un ciuffo di peli corti appena sotto il monte venere, le labbra erano socchiuse, si sedette sulla tazza, e sentii il getto dello piscio colpire prima l’acqua all’interno della water, e quindi sulla parete, nel frattempo mi eccitai di brutto, e presi a masturbarmi da sopra i pantaloni di felpa.
Quando si alzò dalla tazza, capii che e’ il momento di svignarsela, così mi alzai, e frettolosamente corsi verso la cucina, appena entrai, sentii la porta del bagno che si chiudeva. Pensai ‘Cazzo, mi avrà’ visto entrare in cucina’. Mi sedetti e presi il telefono e cominciai a rispondere ai messaggi, quando mi vide, disse: ‘cosa avete voi giovani da dirvi sempre’
G. ‘Cose da giovani’
E. ‘Vorresti dire che io sono vecchia?’
G. ‘no no, non volevo dire questo’ risposi impacciato.
E. ‘Guarda che scherzo, so quanti anni ho’
G. ‘Ma lei e’ ancora molto attraente, col suo fisico, farebbe girare la testa a tutti gli uomini’
Lei arrossì a sua volta, mentre la moka spruzzava il vapore del caff&egrave’, si girò’, prese due tazza e comincio’ a versarne, proprio in quel momento mi balenò’ in mente un’idea.
Mi alzai, e dissi: ‘Posso andare in bagno? ‘
E. ‘Vai vai’
Uscii dalla cucina, e andai verso il bagno, quando entrai, un pensiero mi si infilò’ in testa ‘Cazzo, dovevo aspettare che lei mi mostrasse dove fosse il bagno, adesso mi sono fregato da solo, vabb&egrave, ormai la mossa imprudente e’ stata compiuta’. Chiusi la porta, e mi misi a pisciare, nel frattempo guardavo in giro, vicino alla porta c’era la doccia, e alla sua destra una vasca ad idromassaggio, mentre vicino alla tazza, c’&egrave’ il bidet, e in parte ad esso, l’obiettivo della mia visita in bagno.
Quando ho finito, aspettai per tirare l’acqua, mi sistemai e aprii il cesto delle biancherie da lavare, e vidi che c’era una tanga troppo familiare, cazzo, era quella che stava indossando, allora adesso e’ senza mutande, questa scoperta mi fece rizzare l’uccello ancora di più’, stavo cominciando una sega, mentre sento la sua voca.
E. ‘Gianluca, vieni che il caff&egrave’ si raffredda’
G. ‘Arrivo’
Ma prima di uscire, decisi di imitarla, mi tolsi i boxer, e li misi in tasca, il cazzo senza la costrizione dei boxer, fa un effetto tenda con i pantaloni elasticizzati, non me ne preoccupai, tirai l’acqua e tornai in cucina.
Lei era china su un quaderno, in una mano aveva la tazza del caff&egrave’, mentre in un’altra una penna rossa, e notai che le mie cose sono state spostate dalla sua parte.
Feci per sedermi dov’ero, quando mi noto’, disse ‘Mettiti di qua, che a forza di girare la testa per vedere quello che scrivi, mi sta venendo torcicollo’.
Così’ feci, sedendomi vidi il suo sguardo appoggiarsi sulla mia tenda, e le scappò’ un sorrisetto.
Contento di aver fatto colpo, misi la sedia abbastanza lontana dal tavolo in modo che il mio pacco non fosse coperto, e comiciammo di nuovo, ogni tanto sorseggiavamo il caff&egrave’.
Dopo nemmeno 5 minuti, disse :’ci vorrebbe un po’ di latte’
Si alzò’ e andò’ verso il frigo, l’aprì’, e si chinò verso il piano più basso per prendere il latte, mostrando tutto il suo culo, sapendo che era senza mutandine, mi eccitai ancora di più’ se ne fosse possibile. Con lo sguardo fisso sul suo sedere e il cervello che pensa a come l’avrei schiaffeggiato, non mi accorsi che lei si era alzata, e mi stava chiedendo: ‘Lo vuoi anche tu?’
Costretto a tornare alla realtà, dissi : ‘Sisi’
Così’ ne verso in entrambe le tazze, e rimise la bottiglia di latte nel frigo.
Si risiede e ricominciamo, sia per il tempo, siamo ormai a metà maggio sia per la situazione creata, la seconda almeno per me, sentimmo il caldo, e lei aveva cominciato a tirare la sua maglietta in modo da far circolare l’aria sotto la maglietta, mostrando le sue tette involontariamente, io me ne accorsi, e persi lo sguardo in mezzo a quelle due sfere di carne, mentre mi chiedeva se avessi capito ciò’ che mi stava dicendo, ma non feci in tempo a risponderle, e mi guardò’ con lo sguardo severo.
E. ‘Gianluca, mi trovi davvero così’ attraente?’
G. ‘Si, lei e’ la donna che mi eccita più’ di tutte, anche di più’ delle porno star’
E. ‘ah.. e le ragazze della scuola? ‘
G. ‘Anche, loro sono delle galline che mostrano il corpo come niente fosse, invece lei sa valorizzare i suoi punti di forza, e poi con l’effetto vedo non vedo’ ‘
E. ‘Sono davvero lusingata’ così’ dicendo, mi misi una mano sul ginocchio e cominciò’ a salire lentamente, io impaziente, la presi e la appoggiai sulla punta della tenda.
G. ‘Questo e’ l’effetto che lei mi fa’
E. ‘Oh Gianluca, e’ da quando mi sono separata che non mi sento così’ desiderata da un uomo, beh, nel tuo caso da un ragazzo’
Detto ciò’, ritrasse la sedia, e si mise in ginocchio davanti accanto a me, mi girai verso di lei, mentre allungava la mano per abbassare i pantaloni. Il mio cazzo, lungo circa 19cm, e grosso come un cetriolo di grandezza media, schizzo fuori in tutta sua splendore.
E. ‘WOW, che bell’affare che hai in mezzo alla gambe’
G. ‘Peccato che e’ stato poco utilizzato finora’
E. ‘Allora vediamo di recuperare’
Lo prese in mano e cominciò’ a far su e giù’, mentre mi guardava eccitata, ad un certo punto, si avvicinò’ ancora di più’, lo bacio’, un bacio delicato, quasi casto, se non per dove me l’ha dato, fremetti, e allungai la mano per le sue tette, per strizzare da sopra la maglietta, mentre dopo il primo bacio si susseguirono diversi altri, diventando sempre meno casto.
G. ‘Se continua così’ vengo subito Emily’
Staccandosi da me, E. ‘Allora &egrave’ così che mi chiami, mi sono sempre chiesto che soprannome avessi’ e si alzò, mi tirò’ per il cazzo per farmi alzare, e si dirige verso l’ampio divano che si trovava in soggiorno.
Mi spinse, io caddi indietro sedendo sul divano, mi tolse le scarpe, e sfilo completamente i pantaloni, mentre lei si tolse la maglietta in un’unica mossa, e rimase in reggiseno.
E. ‘Togliamo anche questi?’
Con la faccia da rimbambito, G. ‘Si’
Si girò’ dandomi la spalla, E. ‘Fallo te’
Mi alzai, e le sganciai il reggiseno, mentre il cazzo duro entrava in contatto col suo culo, lo prese in mano, lei fu’ costretta a mollarlo per via delle mie manovre per togliere il reggiseno, appena se ne libero’, cominciai a tastarle i suo culo, sodo, e tondo.
G. ‘ho sempre pensato che suo culo fosse così sodo’
Lei si girò’, mi sorrise e si abbasso e comincio’ a succhiarmi il cazzo di nuovo, ci dava dentro davvero, muoveva la lingua sulla cappella, stuzzicando soprattutto l’uretra, mi si ammorbidirono le gambe, fui costretto a sedermi, in tutto questo lei era rimasta attaccata.
Aprii le gambe, così’ si mise in mezzo, cominciai ad ansimare
G. ‘Si, continua così’ che vengo’ mentre con l’altra mano le tortura la tetta destra, strizzando quel capezzolo tutto da succhiare, lei emise un gemito di dolore, e per restituirmi il favore, mi fece sentire leggermente i suoi denti.
G. ‘Ahia’
E. ‘Così’ impari’
Col dolore, mi e’ passato un po’ l’onda di eccitazione, e avevo deciso di cambiare la zizza, mentre lei mi asseconda cercando di lasciare lo spazio per la mano.
Dopo circa 5 minuti, G. ‘Sto venendo’ quasi urlando, lei senza staccarsi capii che potevo venirle in bocca. Nemmeno finito il pensiero, il primo fiotto di sperma uscì’ dall’uretra, e entro direttamente in gola, in un momento di pazzia, le presi la testa, cercando di infilare la verga in fondo alla suo gola, e lei si divincolava, in tutto questo spruzzai altre 5-6 fiotti, lei ingoiò quasi tutto, un po le usciva dalla bocca. Soddisfatto, mi abbandonai sul divano. Si mise seduta vicino a me, mi appoggia alla spalla, mentre la mano involontariamente andava sulla seno.
Mentre stiamo ancora ansimando, il citofono suonò, corse vicino alla finestra, torno’ imprecando.
E. ‘Per una volta che doveva stare via, deve tornare’ io tu vestiti e vai a far finta di studiare’ mentre lei si vestiva, prima di andare verso la cucina, e ricordai con un gesto di mano che aveva ancora un po’ di mia sborra sul mento che lei era scappata, lo tiro’ su con un dito e se lo mise in bocca. E. ‘Che buono, mi mancava proprio questo gusto’ e aprì’ la porta.
Mi affacciai dalla porta, lei mi noto’, e disse:’ Piacere, Paola, sono sua figlia’
rimasi incantato, mentre lei mi allungava la mano ‘Ehhh si, piacere, Gianluca, sua madre mi stava dando ripetizioni di inglese’
P. ‘non sapevo che dai ripetizioni d’inglese’
E. ‘E’ mio studente’
P. ‘Ok, vado a prendere le cose e vado’
Notando l’ora che si era fatta, dissi alla Emilia che era meglio se me ne andavo mentre Paola era in camera sua, altrimenti perdevo la corriera, raccolsi le cose e me ne andai salutando tutte due.
Arrivato a casa, scrissi a Emily: ‘Quando la prossima volta? ‘
Lei: ‘Presto, anche perché’ oggi ci hai guadagnato solo tu.’ in allegato c’era una foto: lei con indice e il medio in figa tutta bagnata.
Sorrisi e chiusi il telefono.
Trascorsero qualche giorno, senza che nulla succeda, poiché’ eravamo verso fine dell’anno scolastico, e era cominciato la settimana dei consigli di classe, e lei avendo 6 classe, non potemmo fare molto, ma durante le sue lezioni di mattina, ci guardavamo reciprocamente con le occhiate di intesa.
A fine lezione del venerdì, mi trattenne in classe quando tutti se ne andarono, mi parlò.
E: ‘Gian, vedi, domani sera non ho programmi, se vuoi, ti posso fare la ripetizione’ ultima parola la disse con una voce diversa, più sensuale.
G: ‘Penso proprio che potrei passare, anche perché sono messo male in inglese.’
Appena usciti da lì, presi il telefono, e paccai tutti i miei amici, la figa &egrave più importante di qualunque amico. A questo punto, mi arrivò un messaggio, &egrave la Emily.
E: ‘Ciao, domani sera, alle 7 a casa mia, mangiamo una pizza e il resto del tempo, decidi tu cosa fare’, allegando delle faccine maliziose.
G:’Va bene, avrei qualche idea per cosa fare.’
E.’Dimmi che pizza vuoi per domani sera’
G:’Una qualsiasi, tanto mi sfamerò di qualcos’altro.’
Tornai a casa, mangiai, e trascorsi il pomeriggio facendo i compiti, con una pausa sega, dedicata alla Emily. La sera uscii con gli amici, bevemmo un pò, tornai a casa alle 2 di notte, sentii dei rumori provenire dalla camera di mia mamma, non diedi importanza, anche perché pure lei ha il diritto di divertirsi, no?
La mattina dopo mi svegliai alle 12, alzai andai in cucina, c’era mia madre, raggiante e felice, qualcuno deve averla scopata per bene ieri notte. Le comunicai che sarei uscito la sera con gli amici, sarei rimasto a dormire da uno di loro. Lei, forse pensando di avere la casa libera di nuovo, ne fu molto felice. Tornai in camera, a cazzeggiare, alle 5 mi preparai, boxer, jeans, maglietta e via, presi la macchina di mia madre, poiché disse che non la doveva usare, parcheggiai un po’ distante dalla casa di Emily per non destare troppi sospetti. Suonai il citofono.
E: ‘Sono appena uscita dalla doccia, aspettami in cucina’
Salii, ma non andai verso la cucina, ma il bagno, aprii la porta, vidi lei che messa a 90, si stava mettendo una tailleur nera, calze autoreggenti, un perizoma striminzito, con un filo che le separa le chiappe, faceva fatica a tirarla sù, perciò fece dei movimenti sexy, muovendo il culo a destra e a manca, alla fine riuscì ad indossarla, e si accorse che ero dietro di lei, si girò, ha ancora le tette al vento, prese un reggiseno di pizzo, nero, che copre ben poco, glielo strappai di mano.
E: ‘non fare lo scemo, dai, che sta per arrivare la pizza’
G: ‘mettiti la camicia a vai a prenderla’
E:’ma la camicia &egrave quasi trasparente’
G:’eh be? ti sta benissimo’
E:’ma mi si vede tutto’
G:’con o senza reggiseno, ti si vede tutto’
Si convinse alla fine, indosso la camicia, e suonò, ma prima che andasse ad aprire, la fermai, e le sbottonò altri due bottoni, tentò di protesta, ma fui fermo sulla mia posizione.
Andò a prendere la pizza, e tornò dopo due minuti con la pizza, la divorammo.
Dopo 10 minuti, tempo di spreparare, in modo da non lasciare tracce, poiché l’indomani sua figlia sarebbe tornata.
Ci spostammo in camera da letto, mano nella mano, come due fidanzatini, io cercavo di palpare come potevo, ma il tragitto durò, poco, meglio va.
Mi stesi sul letto, mentre lei volle salirmi sopra, ma la respinsi.
G. ‘Spogliati con uno strip- dance’
E. ‘Ma non sono come si fa’
G. ‘Hai presente come ti sei infilata quella gonna?’
E. ‘Si’
G. ‘fai in quel modo’
E. ‘Ok’ lo disse titubante.
E cominciò muovendo il culo, facendolo fare dei cerchi, quasi perfetti, nel frattempo si sbottono tutta la camicia, si girò, mi mostrò il culo fasciato dalla gonna, si tolse la camicia, ma girandosi, la usò per coprirsi le tette, mi guardò con l’aria di sfida, e me la lanciò, lasciando scoperte completamente le tette, che belle, mi sono mancate così tanto.
Si girò di nuovo, si piegò a 90, mostrandomi il culo, a forma di A, aprì lo zip, e fece scendere lentamente la gonna, mostrando suo perizoma. Si alzò, prese il perizoma sui fianchi, si piegò tutta di un colpo, mostrando le labbra della sua figa, completamente depilata, ebbi un fremito, lei ne se accorse, mi guardò, come per dire, ti piace eh..
Le feci il segno di avvicinarsi, mi obbedì, ma non salì sul letto, mi spoglio delle mie pantaloni e boxer in una sola manovra, mentre io mi sfilavo la maglietta. Rimanemmo nudi come la mamma ci ha fatti, beh, lei aveva ancora le calze, le dava un’aria da troia navigata.
Poggia le mani in mezzo alle sue gambe, mi tirò uno schiaffo sulle mani, e tirò le gambe in modo che rimasi completamente steso sul letto, lei si accavallò sulla mia testa, dandomi la figa in totale disposizione, mentre si stesa su di me, e prese in mano il mio cazzo. Minchia, mi era mancato il suo tocco delicato, e lo prese subito in bocca, usando le labbra per scappellarmi, mi strizzò le palle con una mano, in segno di protesta perché non mi stavo dando da fare, tirai fuori la lingua, feci una prima passata sulle grandi labbra, sentivo il profumo dei prodotti che ha usato per lavarsi, leccavo sempre con più veemenza, lei fece lo stesso, cominciammo a gemere entrambi Si, leccami, lecca quella figa che non ha avuto abbastanza attenzione’, dopo aver parlato, tornò a succhiarmelo, con un movimento rotatorio delle labbra sulla mia verga, una mano che mi massaggia le palle.
Spostai le labbra della vagina, e cercai di penetrarla con la lingua, entrai più che potevo, ma non era abbastanza, quindi la lingua lasciò il posto alle dita, un dito, due dita, tre, e lei venne, producendo un liquido quasi di color piscio, in un momento di eccitazione, sfilai le dita, e cercai di infilare l’indice in quella rosa di carne, sembrava inviolata, lei sussultò, e parlò con mio cazzo ancora in bocca,
E. ‘Nmm, Non Hmmmo Mmmai Fahhtto lì’
Continuai a spingere l’indice, lei non disse più nulla, si concentro di più sul pompino e mi fece venire, nella sua bocca, 6-7 fiotti, e ingoiò tutto. Si rigirò, mi diedi un bacio lungo e sensuale, con una battaglia della lingua, alla fine, quando ci stancammo, lei si allontanò,
E. ‘Non godevo così tanto da prima del divorzio’
G. ‘Allora meglio recuperare’
Cominciai a succhiarle le tette mentre lei si era stesa sul letto, giocai come se fossero i miei giocattoli preferito, succhiai i capezzoli con forza, lei gemeva, si, mi piace, impasta queste due bocce di carne, sentivo che in mezzo alle gambe, il cazzo si stava indurendo di nuovo, mi misi a cavalcione su di lei, lei capì le mie intenzioni, sputtò in nella solca, e lì spinsi contro.
Infilai il cazzo tra quelle due tette dure, e cominciai a muovere il bacino, quando il cazzo usciva dall’altra parte, lei cercò di leccarlo, me mi ritraevo, quando il cazzo divenne duro abbastanza, mi misi in mezzo alle sue gambe, le sollevai, e le appoggia sulle spalle, con una mano le tenevo ferme, mentre con altra puntavo il cazzo verso la sua vagina, entrai, era stretta, quasi come se fosse vergine, mi fermai quando fui tutto dentro per godermi il momento tanto sognato da 5 anni,
E. ‘Ti muovi ?’
G. ‘si si, mi stavo godendo del momento tanto agognato’
Cominciai a fare avanti indietro, lentamente, poi più veloce, due colpi leggeri e un colpo profondo. Godeva, comincia ad ansimare: ‘Si, scopami, scopa la tua insegnante d’inglese, quella troia che si sente sola’
G. ‘Da oggi in poi, quando ti senti sola, sappi che ci sono io a farti compagnia’
E. ‘Non fare le promesso che non puoi mantenere’
G. ‘Mi metta alla prova’
Nel frattempo, ansima sempre di più, e si masturba con una mano, l’altra si impasta la tetta destra, mentre io la penetro.
E. ‘Si, continua così che mi fai venire’
G. ‘Se continuo così, vengo anche io’
E.’E allora vieni, vienimi dentro, ho cominciato a prendere la pillola dall’ultima volta’
Dicendo quelle parole &egrave come se avesse premuto il pulsante: Sborraaaaaa, le venni dentro,
sentendo i miei schizzi, venne anche lei, stavolta squirtando , tolsi in tempo il cazzo per lasciarla libera di schizzare, ne presi un pò con le mani notai che c’era pure la mia sborra, aprì la bocca, e gliela versai, non ingoiò, mi baciò, durante il quale, mi passò il contenuto della sua bocca, facemmo quel giochetto per 3 o 4 minuti, quando ce ne bevemmo un pò a testa.
In tutto questo scambiare, mi si indurì di nuovo, lei se ne accorse, beata gioventù, mi fece stendere, lei mi salì sopra, e se lo infilò in figa, e mi calvalcò per quasi 20 minuti, quando si stancò,
E. ‘fai te’,
G. ‘Mettiti a pecora’
E: ‘Ok’
la penetrai da dietro, tenendola per i fianchi, la scopai selvaggiamente, e guardavo quel buco, così bello, infilai l’indice, così stretto, mentre ero per nel mio da fare, lei mi guardò vogliosa, e disse ‘Se fai bravo stasera, sarai il primo ad averlo, primo in assoluto’
G. ‘Siiii, finalmente ti posso possedere in lungo per largo’
E. ‘Sono già tutta tua’
Venimmo insieme di nuovo, mi accasciai su di lei, che sotto mio peso morto cadde anche lei, con il cazzo a ancora piantata nella sua figa che colava la mi sborra, ci addormentammo beati, prima di chiudere gli occhi, vidi sul comodino la sveglia, segnava le 3.23.
Cazzo, l’ho scopata quasi per 4 ore consecutive. Ero in settimo cielo, perché l’indomani mi aspettava una grande giornata.
Mi svegliai con un prurito al basso ventre, aprii a fatica gli occhi, e vedo la Emily inchinata sul mio pube, intenta a farmi un pompino, le accarezzai la testa, alzò lo sguardo e mi sorrise, le lasciai continuare, era brava, usava la lingua, le labbra insieme alla mano, faceva entrare ed uscire il cazzo dalla bocca, e accompagna con il movimento della mano che &egrave attaccato saldamente sulla mia verga, mentre con l’altra mano mi tastava le palle, strizzandole leggermente, facendo quasi venire, lei se ne accorse, si staccò, e disse: ‘Ci sei già? ti sto succhiando solo da 15 minuti’
G. ‘Eh si, ma sei molto brava, la più brava che mi abbia mai preso il cazzo in bocca.’
E. ‘Vieni allora, vieni in bocca’
Cominciai a mugolare, si, si continua così, mi piace, strizza un pò di più le palle, e ti verrò tutto in bocca. Lei lo fece, e io puntualmente sborrai, nella sua bocca, mi irrigidii, e le sborrate uscirono dal cazzo più prepotentemente, ne uscirono 5-6 fiotti, lei cercò di ingoiare tutto, ma non ci riuscì, e alcune gocce le uscirono dai lati della bocca, si staccò dal mio cazzo e si ripulì le estremità della bocca con la lingua, fece quel tipico movimente che fanno i cani quando si puliscono la bocca.
Si stese affianco a me, con le mani mi prese la bocca e cominciò a baciarmi con passione, le lingue duellarono, alla fine si staccò perché le mancava l’aria.
Mi sorrise, e disse:’Sono tutta tua stamattina, ma dopo pranzo dovrebbe tornare mia figlia’
G. ‘Allora meglio non perdere altro tempo’ le presi la mano, e andammo in cucina a mangiare qualcosa per l’intensa attività fisica fatta ieri sera, e subito tornammo in camera da letto, sempre nudi come due vermi, ormai le sue calze erano scese del tutto dalle sue gambe, se le tolse e le lasciò per terra.
Quando rientrammo in camera, mi tornò in mente la sua promesse, il suo culo. Glielo feci presente, e lei ondeggiò più vistosamente il culo, e uscì dalla camera e si diresse verso il bagno, sul ciglio della porta mi domandò con voce sensuale: ‘Non vieni ad aiutarmi?’
La seguii, entrai in bagno che era piegata a 90 per prendere i necessari per i clisteri da un cassetto più basso in un mobiletto, mi incantai ad osservare quel culo, fatto di due chiappe perfettamente simmetriche e solide. Appoggiai le mani su di esse, la palpai gentilmente, mentre lei si rialzava, e si girò.
E. ‘Vuoi continuare a palparmi o aiutarmi a pulire mio culo quindi prenderti mio culo?’
Le strappai dalle mani il sacchetto per liquido, aprii il rubinetto d’acqua calda, lo riempii quasi del tutto, aggiunsi del polvere di camomilla che Emilia mi porse, e un pò di sapone liquido, chiusi il sacchetto, lo agitai per mescolare al meglio il suo contenuto, e dissi a lei ‘mettiti col culo per aria’
E. ‘Ok, ma fai piano’ e si mise in ginocchio, alzando il culo, e allargando le chiappe con le mani mentre il busto &egrave appoggiato per terra.
Presi la cannula, lo misi in bocca per bagnarla, quindi lo puntai verso il buco di culo, entrai, mentre lei gemette leggermente:’ahh, fai piano, che &egrave da tempo che non mi faccio un clistere’
G. ‘Ok’ dissi aprendo il rubinetto della cannula, ed alzai il sacchetto di liquido che si svuotò nel giro di 2 minuti, quando ebbe finito, lei si alzò, ma sentii dei rumori provenire dalla sua pancia, lei preoccupandosi si tappò il buco del culo, mentre con l’altra mano mi spinse fuori dal bagno e mi chiuse la porta. Dopo quasi 10 minuti di attesa fuori dal bagno, la porta si aprì, E. ‘Scusami, ma mi vergogno troppo farlo davanti a te’ e mi fece entrare, mentre preparai il secondo sacchetto lei era seduta sulla tazza ad osservarmi, E. ‘dai che voglio darti tutta me stessa’
G. ‘Lo voglio anch’io, ma le cose vanno fatte per bene’
Finii di preparare il secondo sacchetto, mentre mi girai le si mise nella posa di prima, stavolta entrai in lei con la cannula più facilmente, ripetemmo la stessa operazione, ma stavolta non riuscì a spingermi fuori dalla porta, quindi lei si sedette sulla tazza, sentii dei peti, lei si arrossì la faccia, ma aveva nello stesso momento un’espressione concentrata nell’azione di spingere fuori il liquido, ci mise meno della prima volta, quando ebbe finito, si pulì e si fece un bidet.
Alzandosi, si asciugò in mezzo alle gambe, mi prese per la mano, E. ‘Sono pronta ad essere tutta tua’ e mi prese la mano, corremmo in camera da letto, si girò e mi chiese: ‘in che posizione vuoi prendermi?’.
G. ‘Pecorina, che domande ovvie’
E. ‘Va bene’ e appoggiò le ginocchia a bordo del letto, e si piegò in avanti, di colpo mi venne un’idea, raccolsi da terra una delle due calze che aveva lasciato, le presi le due braccia dietro alla schiena, e le legai insieme, cercai di non stringere troppo, non vorrei far del male alla mia amata prof. Tutto questo lei subì in silenzio, appoggiò il mento sul letto, e disse: ‘Dai comincia, ma fai piano’ risposi pacatamente ok.
Le infilai l’indice in bocca, lei capì la mia intenzione, ‘ci intendiamo proprio perfettamente’ pensai, quando il dito &egrave abbastanza umido, lo puntai al buco, entrai del tutto lentamente, mentre lei gemeva a bassa voce, ‘che strana sensazione, mi fa un pò male, ma mi piace allo stesso tempo.’
Ritrassi l’indice e provai a penetrarla con indice e il medio, feci come prima, cercai di roteare le dita dentro suo culo, per allargare tutto lo sfintere in modo uniforme, quindi le dita divennero tre, stavolta quando entrai, urlò di dolore, ma cercò di soffocarlo nel materasso, mi dispiacque un sacco, ma quel culo lo volevo ardentemente.
Ad un certo punto del mio trattamento, lei alzò la testa, e disse: ‘Sono pronta’
G. ‘Ok, ma prima ciuccia un pò questo’ e mi presentai davanti a lei, e mi prese il pene in bocca, due succhiate e divenne durissimo, sputò due volte saliva sul mio cazzo per renderlo più scivoloso, e disse: ‘Adesso sei pronto anche te’
Presi in mano il cazzo e cercai di spargere uniformemente la sua saliva, appoggiai la cappella sull’ano che stava cercando di chiudersi, ci infilai la prima parte che entrò non con poca fatica nonostante la lubrificazione e la precedente preparazione, e lei si dimenava cercando di farlo uscire portando il culo verso avanti, ma la tenni ferma prendendole le mani legate, come se fossero le redini di un cavallo, spingevo con sempre più decisione. Lei urlava: ‘ahhhh, fai piano, per piacere, amore mio, ti prego, non rompermelo’
G.’Ok, ma sono tutto dentro, adesso sto fermo, quando vuoi comincio a muovermi’
Sentivo che cercava di rilassarsi, mentre io le accarezzavo le chiappe, ad un certo punto aveva cominciato a muovere il culo a destra e a manca e poi sù e giù, dopo aver ripetuto più volte questi movimenti, quindi disse: ‘Ok, sono pronta, inculami’
G. ‘Sissignora, agli suoi ordini’ e cominciai a muovermi prima lentamente, poi aumentai il ritmo, mentre lei aveva cominciato a mugulare:”si, dai, più forte, rompimelo sto culo”, tenendole ferma per le mani legate, facevo entrare ed uscire la mie verga da quel orifizio anale la mia verga a contatto con il suo sfintere. Le sollevai il corpo, lasciai le sue mani legate, e presi a giocare con le sue tette continuando ad incularla.
Lei venne di colpo, ma penso più per la masturbazione propria che per la mia penetrazione, ma causò una reazione a catena, venendo di figa, squirtò, e proprio un colpo mi arrivò sulle palle, per questo colpo, venni anche io, quindi le spruzzai nel culo 7-8 fiotti di sborra, dense e biancastre, lei le percepì, strinse di più l’ano, mentre continuo a scoparla nel culo, per godere fino all’ultimo. Quando ebbi finito, uscii da lei, le slegai le mani, e lei si stese con la pancia in giù, allungando subito una mano verso il culo, ci infilò un dito, raccolse della sborra e se lo portò alla bocca. E. ‘Buona’, io nel frattempo mi sono steso in parte a lei, e la osservavo attentamente, pensai:’che fortuna che ho avuto a trovare questo donna’ nel farlo sorrisi.
Lei se ne accorse, e chiese: ‘Perché sorridi?’
G. ‘Perché ho trovato te, una donna sensuale come te non si trova mica dappertutto.’
La baciai, e ricambiò, ma il bacio fu interrotto dallo squillo del citofono, fummo presi dal panico entrambi. Guardò sveglia sul comodino, erano le 10.34, chi cazzo poteva essere a quest’ora di domenica.
Lei si alzò e cercò di correre verso il citofono, rispose cercando di usare la voce più normale che poteva, :’chi &egrave?’
P. ‘Sono io mamma, non siamo andati al mare, perciò papà mi ha portato qua prima, che deve andare da quella troia di sua fidanzata nuova.’
E. ‘Ok, aspetta che sono appena uscita dalla doccia.’ cercò di guardarmi, mi stavo già rivestendo, ma non trovavo la maglietta, quindi alla fine lo trovai sotto il letto, mentre al citofono Paola si lamentava sempre più spazientita, quando mi vestii, presi qualche libro dalla scrivania, e corsi in cucina a far finta di studiare, lei aprì la porta, e tornò in camera a vestirsi e ma non fece in tempo, visto il poco tempo, prese un vestito lungo e se lo infilò.
Fece appena in tempo a entrare in bagno, Paola entrò dalla porta, quindi Emily uscì, si salutarono, io non sapendo cosa fare, uscii dalla cucina, P notò la mia presenza, mi guardò sospettosa, P. ‘che ci fa lui qua?’
E. ‘Ripetizione, come l’altra volta’
G. ‘esatto’ aggiunsi frettolosamente, ma mi resi conto che era superfluo.
P. ‘e mentre fate ripetizione tu vai a farti la doccia?’ riferita alla madre e squadrandola da capo ai piedi, e notò una striscia di sborra che scendeva lungo la gamba, io seguendo il suo sguardo lo notai anche io, pensai cazzo, &egrave finita.
P. ‘Lo sapevo, già la scorsa volta quando sono entrata qua, il soggiorno sapeva di odore di sborra’
E. ‘ascolta, ti posso spiegare tutto’
P. ‘stai zitta, capisco che tu abbia bisogno di un uomo, ma non potevi scegliere uno più giovane?’
E. ‘Lui &egrave quello che più mi ha fatto sentire desiderata’ io le osservavo, gli sguardi schizzano ora da una ora da l’altra
P. ‘e come ti avrebbe fatto sentire desiderata?’
E. ‘Beh, in mezzo alle gambe ha un bel attrezzo’ disse facendomi l’occhiolino le sorrisi.
P. ‘Allora mostramelo’, queste parole spiazzarono sia io che Emily.
G. ‘beh non so se sia giusto’
P. ‘e scoparti mia madre lo sarebbe?’
G. ‘Beh, lei &egrave single, lo sono pure io’
P. ‘&egrave anche tua prof, quindi smettila di fare il moralista e mostramelo’
Emily capì che l’unico modo per non far trapelare lo scandalo che nascerebbe &egrave di coinvolgerla. Quindi mi abbassò i pantaloni, e il cazzo ancora molle per la paura entrò nel campo visivo di Paola, che fece un passo in avanti, e me lo prese in mano, mentre Emily la incitava a segarmi, cosa che stranamente fece senza resistenza, deve essere vogliosa di cazzo come la madre, con solo questo pensiero, il cazzo si indurì di colpo, lei fece un cenno di sorpresa, ‘Wow, &egrave grande davvero, mi sei piaciuto a prima vista, anche quando ho scoperto che ti scopavi mia madre mi ha fatto arrabbiare molto, ma avevo deciso che ti volevo a qualunque costo.’ Ero rimasto incredulo, ma Emily non lo era, ‘Brava la mia bambina, abbiamo gli stessi gusti nel fatto degli uomini, non per nulla siamo madre e figlia, hahah’.Quindi entrambi si inginocchiarono davanti a me.
Mi sono reso conto che non ho descritto Paola: aveva 21 anni, la sua chioma bionda della foto che vidi nella foto erano diventati rossi, deve essersi tinti, il che le donava un’aria più da troia. Aveva gli allineamenti facciali soffusi, non molto definiti, occhi grandi e verdi, un culo che riempiva pienamente quella paia di jeans nera che lei stava portando, fasciando quel culo a mandolino e sodo, tutto da schiaffeggiare.

Paola mi prese il cazzo in mano, lo scappellò facendo scorrere le sue manine, ben curate con le unghie di color fucsia, che la fanno sembrare più troia di quanto possa essere.
Mentre la figlia mi segava, la madre mi tastava i coglioni.
E. ‘Ce la fai a farlo rizzare dopo che sei già venuto due volte da quando sei sveglio’
G. ‘Con il giusto stimolo, tutto si può fare’ dissi facendo l’occhiolino alla Paola.
P. ‘mi sorrise’ capì cosa intendevo, avvicinò la bocca alla mia cappella, era impacciata, deve essere i primi pompini che fa, lo baciava timidamente, strisciò i denti sull’asta, protestai: ‘Ahia, che male, Emily insegnale come si fa un bocchino’
E. ‘Subito, togliti bimba mia, ora ti insegno come far perdere la testa ad un uomo usando la sola bocca.’
P. si staccò a malavoglia dal mio cazzo, ma mi dispiace dirlo, nonostante il suo impegno, aveva bisogno di qualche dritta.
Emily me lo prese in mano, lo segò due volte, mi baciò sulla cappella, e quindi se lo infilò tutto nella bocca, facendo roteare la lingua lungo l’asta dura, mentre la madre me lo succhiava, la figlia rimase fissa a guardarmi, ogni tanto imitando i movimenti della sua genitrice. La feci alzare, e la baciai in bocca, infilandoci la lingua, che me lo succhiò con decisione, le palpavo tutto il corpo durante il bacio, lei capì che volevo vederla nuda, si staccò dalla mia bocca, si sfilò la maglietta, aveva un piccolo top di color viola, che mostrava il suo contenuto, sostenendolo anche se non penso ce ne fosse il bisogno. Quindi se lo sfilò anche quello, e come immaginavo, le sue tette stettero su come se nulla fosse successo, aveva le areola chiara e di piccola dimensione intorno al capezzolo che invece era molto scuro, e soprattutto grossi, quasi come la punta di un dito, lungo 1.5 cm, ‘dio che capezzoli tutto da succhiare’ commentai, mentre lei si girava e piegatasi a 90 si stava sfilando la jeans, mostrando quel suo culo favoloso, coperto solo da un pezzo di pizzo, e da due filetti di tessuti, si girò e mi mostrò la sua folta peluria di color bionda, ‘Allora &egrave davvero come si dice che le bionde di testa sono bionde anche di figa’, lei mi sorrise, mentre allungavo la mano per tastarle da sopra la tanga che indossava, percepii dell’umido, quindi iniziai a masturbarla da sopra l’indumento, nello stesso momento giocando con le sue tette, succhiando i capezzoli delicatamente, poi aumentando sempre di più le forze. Sentii la sua clito indurisi sotto i miei tocchi, le piaceva farsi toccare, era evidente.
Emily si alzò, ci prese per la mano, Paola nella destra e io nella sinistra, e disse: ‘andiamo a metterci comodi nel letto’
Quando fummo arrivati, decisi di dare una seconda possibilità a Paola, mi stesi supino sul letto, mentre Emily mi mise la sua figa sopra la mia faccia, e la figlia in mezzo alle mie gambe, e prese a succhiarmi, le labbra strette sulla mia verga, stando attenta di non farmi sentire i suoi denti, mentre faceva su e giù, ogni tanto lo liberava dalla bocca e sputava sopra la cappella. Io nel frattempo leccavo la figa di Emily, spostando le sue labbra grandi, liberando il clito, e lo succhiai, e la penetrai con un dito nella figa, contemporaneamente l’altro dito nel culo, che stava ancora perdendo gocce di sperma che glielo depositai mezz’oretta fa, e la scopavo con quelle due dita. Quando Paola si stuffò di farmi il bocchino, si avvicinò alla madre e prese a torturarle le tette, la troia cominciò a gemere sotto doppio stimolo delle penetrazioni e delle torture ai seni. ‘Si, continuate così che vengo, sì, leccami quella figa da troia’ e venne, squirtandomi nella bocca, tenni tutto nella bocca, quando Emily mi lasciò andare, condivisi il contenuto della mia bocca con le due troie, che bevvero felicemente.
Allora ci concentrammo a dar piacere a Paola, visto che &egrave quella che fin’ora non ha goduto minimamente, quindi le tolsi quella tanga che ormai era fradicia davanti, aveva tutti i peli della sorca appiccicosa, e non mi piaceva molto, ma per il momento la questione peli intimi passa al secondo piano, lì spostai, leccando le grandi labbra, mentre la madre le succhiava i seni, io continuando a leccare, e a succhiare il clito, e quindi presi a penetrarla con il medio, lei gemette e ansimava pesantemente, ‘Si, leccami quella figa pelosa, quella foresta in mezzo alle gambe’, colto da un colpo di genio, aggiunsi un dito e muovendoli sempre più veloci, presi un gruzzoletto di peli e glielo tirai prima piano poi aumentando la forza utilizzata, si dimenava scalciava le per il dolore, ma la tenni ferma, e venne, lei non squirtò, ma venne colpito a una serie di scosse fortissime.
Rimanevo solo io col cazzo duro, presi Paola per il braccio e la misi a pecora, mi misi dietro di lei, puntai il cazzo in mezzo alla foresta di peli biondi, e la penetrai lentamente, ‘si, entrami dentro, fai piano, &egrave la prima volta che prendo un cazzo grosso come tuo’.

‘Ok, mia bella troia’ le tirai su il braccio, per poterla scopare mentre le torturo i seni.
‘si, sono la tua troia, insieme a quella vacca di madre’ e E che fino ad allora era rimasta in parte ad osservare e a masturbarsi, ci sorrise, quindi si stese sotto a Paola, con la testa tra le sue gambe, che allargò le gambe per appoggiare le labbra della propria vagina sulle labbra della madre che accolse a pieni polmoni la vagina della figlia. Lascia le tette di Paola, che si stese su Emily e appoggiò a sua volta lingua sulle grandi labbra lisce della madre. Leccandola avidamente e infilandoci due dita.
Mentre l’afferrai per la vita, e cominciai a scoparla selvaggiamente, tanto &egrave che non riuscirono a leccarsi la figa vicenda per tanto movimento, dopo altri 20 minuti sentii che sto per venire, chiese se le potevo venire dentro, il permesso mi fu negato, quindi lo tirai fuori prima che fosse troppo tardi, lo infilai nella bocca di Emily che era a pochi cm dalla figa della figlia. Sborrai di gusto, almeno 7-8 fiotti di sborra, lei bevve quello che poteva, ma era davvero troppa, nel frattempo Paola si era girata e si &egrave stesa vicina alla madre con la bocca chiusa, e aiuto la madre a pulirmi il cazzo.
Mi stesi in mezzo a loro due, con la testa all’altezza delle loro cosce, appoggiai la testa sulla coscia di Paola, e vidi di nuovo quella foresta. ‘Paola, cosa ne dici se facciamo qualcosa a questa foresta bionda?’ ‘Cosa vorresti fare?’ ‘farla diventare come quella di Emily’ ‘posso tenermi una striscia di peli? mi piace quella sensazione che mi hai fatto provare prima tirandomeli’, intervenne Emily ‘Ah che porcellina che ho fatto’, mi sedetti, feci alzare anche altre due, andammo verso il bagno.
Lei si sedette sul bidet per lavarsi i peli della figa e del culo, lì insaponò per bene, mentre Emily prese quello che usò su se stessa.
Quando fummo pronti, presi un asciugamano, lo stesi per terra e fece segno a Paola di sederci sopra, aprì le gambe quanto poteva, Emily prese a spargere dello schiuma da barba, quindi presi il rasoio, passai una prima volta sul monte venere, dall’alto verso il basso, togliendo i peli che era stati portati via dall’intimità della giovane ragazza, quindi feci lo stesso per tutta la larghezza, poi feci una seconda passata, poi una terza passata in contropelo, rendendo la pella liscia come quella di un neonata, lascia una striscia di peli lunghi quasi 1 centimetro, e la striscia era lunga quasi 4, larga poco meno di mezzo cm. Poi rasai anche le grandi labbra, mentre lo facevo Emily mi aiutava, mentre Paola stava eccitando di nuovo sotto il sapiente tocca delle nostre mani.
Finita la parte davanti, la girammo, mettendola a pecorina, con il culo per l’aria mentre lei si separava le chiappe, e la rademmo tutta, quando ebbi finito, notai quella rosa di carne che era in mezzo suo sedere, presi a massaggiarlo, lo sfintere reagì.
G. ‘Questo oggi ho propria voglia di sverginare i culi, cosa ne dite’
P. ‘beh, per me va bene, mi devi fare il clistere, quello di mia madre te la devi vedere tu’
E. ‘amore della mamma, lui si &egrave già preso la mia verginità anale, prima che arrivassi, quella striscia di sborra che hai visto era uscito dal mio culo’
‘Non pensavo di avere una madre così porca da farsi inculare, allora Gianluca,lo vuoi o no sto culetto?’ disse sculettando.
Allora Emily prese il clistere che stamattina utilizzai su di lei, preparò il liquido, mentre io continuavo a palpare il sedere alla Paola, penetrandolo con l’indice d’una mano e masturbandolo con l’altra, e lei gemeva leggermente.
Presi la cannula dalla mano di Emily, presi un pò di umore dalla figa, e lo cosparsi sull’ano, quindi la penetrai, e aprii il rubinetto, vedo che il sacchetto si svuotava, mentre la pancia di Paola si gonfiava allgermente. Quando il sacchetto fu vuoto, lei alzò il busto, e tastandosi la pancia disse: ‘mi sono piena, come se avessi mangiato due chili di pasta’
‘Meglio che ti siedi sulla tazza che non ti scappa’ disse E.
L’aiutai ad alzarsi e lei si sedette, facendo segno a noi di uscire, tentai di rimanere dentro, ma venni trascinato per il cazzo dalla E, mi fece sedere sul divano, e lei si inginocchiò in mezzo alle mie gambe, ero moscio, e me lo prese in mano, cominciando una lenta sega, ‘Devi essere pronto per dopo’. quindi me lo prese con la boccia, cominciai a sentire il sangue fluire verso il cazzo, e che si induriva, questo trattamento durò per quasi 5 minuti, quando la porta si aprì, venne fuori Paola, e disse: ‘Facciamo il secondo clistere?’
Si alzò prima Emily e quindi la seguii, ripetemmo operazione di prima, mentre Paola si liberava, io ed Emily tornammo di là sul divano.
‘Te lo preparo per bene’
‘Grazie mamma’
‘Ti aspettiamo, fatti il bidet quando hai finito.’
Torniamo alla posizione di prima, e Emily me lo preso in bocca di nuovo, a contatto con le sue labbra, si indurì vistosamente, ‘Ti eccita il fatto che mi inculerai la figlia eh brutto porcone?’
‘Si, mi inculo la madre e la figlia nella stessa mattinata’
‘Hai trovato due troie belle zozze come noi, non ti senti fortunata?’
‘Eh sì, sono un uomo fortunato’
Quindi la porta del si aprì, si presentò Paola, si era truccata mentre era in bagno, con i capelli rossi, le labbra rosse, la faceva più matura dei suoi 21 anni. Mi alzai, le feci posto, mentre lei si sedette e appoggiò le gambe sui poggioli, offrendo la sua parte intima completamente depilata, mostrando le labbra della figa carnose e si intravedeva già il clito, ‘deve essere molto eccitata’ pensai, mi inginocchia davanti a lei, abbassandomi per baciarla, quindi scesi con la lingua, lasciando una striscia di saliva sul suo corpo, partendo dalla bocca, capezzolo destro e sinistro, ombelico, aveva un piercing che molto carina, quindi clito, diedi una succhiatina veloce, facendo lo stesso per la figa, arrivai al mio obiettivo finale, suo ano.
Premetti il pollice sul sfintere, che cominciò a cedere leggermente, la punta entrava lentamente, e lei socchiudeva gli occhi per godersi il momento, io mi dedicavo ad allargarle il culo, mentre la madre le masturbava la figa infinlandoci due dita. Paola gemeva sempre più forte: ‘Si, mi piace la sensazione di avere entrambi i buchi occupati, anche se solo dalle dita, non vi fermate vi prego, voglio venire’ sfilai il pollice e vi introdussi indice medio e anulare, ebbe un colpo di dolore, sussultò talmente forte che mosse il culo, quando fui dentro del tutto con le dita, feci roteare la mano, in senso orario poi al contrario, procurandole un piacere immenso, talmente forte che venne, squirtando, era stremata, quasi svenne.
Presi in mano il cazzo che rimase in tiro per tutto il tempo, lo puntai all’entrata posteriore, entrai con fatica e sempre più deciso, mentre lei cercava di respingermi con le mani, che vennero prese dalla madre, gli ultimi 5 cm le entrai tutto di un colpo.

Lei urlo: ‘Bastardo, fai piano, me lo rompi tutto così, non riuscirò manco a camminare così, mi sento tutta rotta, stai fermo che mi abituo’ ultima frase lo disse con il tono supplichevole, ma non le diedi ascolto, cominciai a muovermi avanti indietro, due colpi leggere uno profondo, poi altri due profondi e uno leggero, il piacere subentrò al dolore, e cominciò a godere: ‘Si, mi piace, stronzo che non sei altro, prima ti scopi e inculi la madre poi fai lo stesso anche con la figlia, che porco che sei’

Continuai così per almeno 20 minuti, lo sfintere cominciava ad arrossarsi, nonostante la lubrificazione attraverso il liquido che colava dalla sua fregna.
Decisi di cambiare posizione, la feci alzare e la presi in braccio, senza sfilarmi da lei, mi stesi con lei sopra di me, e mi cavalcava, prima lentamente, poi prese il ritmo e cominciò a farlo furiosamente, Emily si era seduta sulla mia faccia a sua volta, e mi faceva leccare la sua figa, che sbrodolava, ‘Alla porca piace vedere la figlia farsi inculare’
Dopo un tempo che non riuscii a capire, Paola urlò: ‘Sto venendo, squirto dalla figa mentre tu mi inculi’, del liquido usciva dalla sua vagina, come se fosse piscio, e mi bagnò le palle, il calore del liquido mi fece sborrare nel suo culo 4-5 fiotti le finirono in culo.

Alla fine, stanca si stese su di me, il cazzo le uscì dal culo, la madre si sollevò dalla mia faccia, e andò a posizionarsi davanti al culo della figlia e al mio cazzo, che rimase semi duro, E. lo prese in bocca, pulendolo, quando vide una goccia del mio nettare uscire, fiondò la lingua sul sfintere per raccogliere il mio piacere. Leccava avvidamente, cercando di infilarci tutta la lingua e il naso entrava a contatto con la figa.

Quindi ci stendemmo insieme sul divano, ero stanco, appoggiai la testa sulle tette di Emily, mi sorrideva, ‘Da oggi in poi, abbiamo ufficialmente un nuovo uomo di casa’
‘Si mamma, un uomo che riesce a soddisfare entrambe noi.’
‘Sono onorato esserlo e di potervi soddisfare’
‘Sai mamma, da oggi in poi non voglio più stare una settimana con te e una con papà, perderei una settimana di sana scopata con voi, e non voglio che facciate le peggio porcate senza di me.’
‘Ok, ne parlerò con papà, non sarà un problema visto che potrà stare con la sua vacca senza preoccuparsi’
‘Mentre io starò beato tra le mie vacche’ commetai io.
Quel pomeriggio rimasi da Emily fino alle 17, poi mia madre mi chiamò per chiedermi se avessi intenzione di tornare a casa, dal tono della voce mi sembrava piuttosto scocciata, deve essere successo qualcosa, forse il suo appuntamento non &egrave andato molto bene. Visto che lei era abbastanza irritata, decisi di rientrare al più presto, quindi non mi lavai.
Tornai verso le 17.30 a casa, lo trovai che era seduta sul divano in soggiorno a guardare la tv.
‘come stai mamma’ notai che era in una vestaglia, nera, un pò trasparente, che non era chiusa molto bene, e si intraveda che non indossava un reggiseno.
‘bene’ rispose scocciata allora mi sedetti vicino a lei.
‘dai, non mentire, si vede che hai qualcosa’
‘nulla’
Insistetti per almeno un quarto d’ora accarezzando le sue braccia o la coscia ogni tanto , poi finalmente lei confessò:’beh, sai quando te ne sei andato, &egrave venuto l’uomo che sto frequentando, e abbiamo fatto certe cose ma voleva farmi una cosa che non volevo, e quindi si &egrave incazzato mi ha dato della vecchia bagascia ‘ e se n’&egrave andato lasciandomi sola.
‘mi dispiace mamma, se ha fatto così allora &egrave proprio uno stronzo, non ti merita’
‘non serve che mi dici le frasi di circostanza’
‘No mamma, non lo sono, sei ancora una donna bella, hai un fisico da schianto che farebbe girare la testa a parecchi uomini, me compreso’.
Si girò a guardarmi con attenzione, pensai che quell’ultima cosa non la dovevo dire.
‘Te compreso? ma se sei mio figlio? come potresti mai?’
‘beh, purtroppo sei una donna e io un uomo, poi spesso a casa ti vesti come se non ci fossi’
‘beh, non pensavo che tu mi guardassi come una donna perché sono tua madre, inoltre dovresti farlo con le ragazze della tua età’
‘perché non dovrei farlo anche con te? c’hai tutte le cose al loro posto, e faresti invidiare anche le giovani’
‘Davvero trovi che ho ancora le cose apposto?’ staccando lo sguardo dalla tv e si girò guardandomi con interesse.
‘Sì mamma’
Alla mia risposta mi baciò vicino la guancia destra, quando si staccò notai il suo sguardo indagativo: ‘che cosa hai fatto prima di tornare a casa?’
Preso alla sprovvista, dissi la prima cosa che mi venne in mente: ‘sono andato a fare la ripetizione di inglese’ capii di aver fatto la cazzata quando mi disse:
‘e che cosa avete fatto?’
‘beh ripetizione di inglese abbiamo fatto’
‘e perché hai l’odore di sesso addosso?’
‘ma cosa dici, come faccio a sapere di sesso, sicuramente ti sbagli, sarai te che sai di sesso’
‘no no, io mi sono lavata stamattina a differenza tua prima di rientrare, e suppongo che non sei andato a ripetizione ma da qualche tua amica’ suo sguardo divenne severo ‘non dovresti saltare gli appuntamenti di ripetizioni visto che i tuoi voti non vanno un granch&egrave poi la prof. Emilia &egrave così gentile da mettersi a disposizione’
Fui risollevato, sempre meglio che mi domandi se mi scopo la prof d’inglese, credo che mi abbia visto che ero risollevato, ‘che c’&egrave? ho pensato male?’ poi disse scherzando: ‘Non &egrave che ti scopi la tua prof d’inglese?’
‘No, mavvah’ e per sfuggire a quel l’interrogatorio dissi:’vado a lavarmi allora’ andai in camera mia, risposi a un paio di messaggi, tra i quali uno di Emily che mi ha mandato una foto con lei e Paola in doccia, entrambe nude, con scritto: ‘Per nostro uomo di casa, ci manca già il tuo cazzo.’

Risposi con una foto del mio cazzo che si era indurito di brutto, e aggiunsi: ‘Per le mie vacche, le mie donne’.
Lascia il telefono sul tavolo, e andai a farmi la doccia.
Quando uscii con solo accappatoio, vidi mia madre, incazzata come prima senno di più, aveva mio telefono in mano, seduta sul divano e stava scorrendo sullo schermo.
‘Allora saresti uomo di loro casa eh?’
Feci finta non capire, ‘come mamma?’
Lanciò il telefono sul divano:’ guarda te stesso’
‘Mamma, ti posso spiegare’ tentai inutilmente
Lei alzandosi con lei anche la voce ‘Spiegati allora, perché se sei uomo di casa loro tornatene da quelle troie’
Rimasi con le parole in bocca, senza parlare, le chiesi scusa, mentre lei scappò in camera camera sbattendo la porta, io tornai in camera tutto sconsolato.
Quella sera quando cenammo, i nostri sguardi si incrociarono un paio di volte, ma ogni volta lei girava la testa per evitarmi.
Alla fine decisi di fare la mia mossa: ‘Mamma, sarò anche l’uomo di casa loro, ma non potrei mai abbandonarti, quindi ci sarò anche per te, ogni volta che vorrai’
‘E per esserci per me intendi scoparmi come fai con quelle due zoccole? che al minimo avranno 20 anni di differenza, potrebbero essere madre e figlia’
‘beh lo sono’ dissi sottovoce senza farmi sentire, ma non ci udì
‘Quindi ti scopi la madre e figlia insieme eh? non ti vergogni? non si vergognano?’
‘beh, no, sai sono di mentalità molto aperte’.
‘anche le gambe’ aggiunsi dopo.
Lei scappò un piccolo sorriso, ‘Allora, chi sono? se non ho visto male, sembra la tua prof di inglese?’
‘Sì &egrave lei, con la figlia Paola’
‘Quando &egrave cominciata?’
‘Da una settimana circa con la prof, e la Paola stamattina quando ci ha scoperti dopo che ho inculato la Emily’
‘L’hai inculata?’
‘Sì, era vergine lì’ risposi, e nella cucina scese il silenzio più rumoroso che abbia mai sentito.
Finito di mangiare, la salutai, ‘mamma vado a letto’ l’abbracciai, e la bacia sulla guancia, nel farlo mi accorsi che la sua vestaglia si era aperta, lasciando intravedere le sue tette bianche, sode con capezzoli turgidi.
‘Non ti &egrave bastato scoparti quelle due e adesso mi guardi nella vestaglia?’
‘Scusami mamma, &egrave che sei davvero splendida’
Lei non rispose, ma la sua faccia arrossì, e se ne andò in camera sua, così feci anche io.

Alle 2 di mattina mi sveglia che avevo sete, andando in cucina per bere qualcosa, vidi che nella camera di mia madre la luce era ancora accesa, entrai pensando che si fosse addormentata senza spegnerla, allora entrai piano, ma ciò che mi si parò davanti, mi fece rizzare il cazzo.
Mia madre, messa a pecorina, con il culo girato verso la porta, si stava masturbando infilando un dildo nel culo e mormorando mio nome ogni tanto, lei non se ne accorse, mentre io le fisso il culo e il dildo che entrava e usciva dal suo ano.

Presi a masturbarmi, e per sbaglio sbattei la mano sulla porta, lei si girò e mi vide, corsi via con i pantaloni ancora abbassate. Tornato in camera mia, mi feci una sega, e venni copiosamente.

Non successe nulla per l’intera settimana con lei, mentre gli appuntamenti di ripetizioni continuarono a gonfie vele, studiavamo per un’ora e passavamo un’oretta e mezzo a letto. Mia madre sapeva cosa facevamo, ma non disse nulla ogni volta che uscivo per andare alla mia seconda casa ormai. Fino alla venerdì sera, quando stavo uscendo per trovarmi con degli amici, lei, seduta sul divano con una vestaglia leggera, mi negò di prendere la macchina, ‘sei stato fuori tutti i pomeriggi questa settimana, tornando a casa tardi, per una sera potresti anche stare a casa, a fare uomo di casa come mi dicesti tu.’ Vidi che le scendeva una lacrimuccia sulla sua guancia, mi sentii in colpa, &egrave vero, quella settimana per evitarla rimanevo fuori tutto il pomeriggio rientrando tardi a casa. Mi sedetti vicino a lei, ‘Scusa mamma, mi dispiace, &egrave che’ ‘ e lì mi fermai.
‘Che ti vergogni ad affrontarmi perché mi hai visto che mi stavo masturbando?’
‘Si, e avevo sentito che mormoravi mio nome’ dissi abbassando gli sguardi
‘Si, vedi figliolo, dopo quello che mi dissi quella sera, mi avevi quasi convinto, per poco non ti saltavo addosso quando mi avevi baciando la guancia, e quella notte quando seppi che mi avevi visto volevo venirti a trovare in camera tua, ma fui fermata per la paura di quello che avremmo fatto, non potevamo farlo, siamo madre e figlio’
‘Sono madre e figlia anche Emilia e Paola’
‘Sì, ma non riesco a non sentirmi in colpa, ogni volta che facevo un pensiero su di te, mi vergognavo un sacco’
‘Non dovresti invece, siamo entrambi maggiorenni e vaccinati, sappiamo quello che facciamo’
‘Sì, se si venisse a sapere in giro, finiremmo in prima pagina, immagina :Figlio e madre amanti come titolo della prima pagina di giornale’
‘Se non parli tu, non lo farei di sicuro io’
‘Beh, non lo farei nemmeno io’
‘Vedi, allora che problemi ci sono?’
‘&egrave solo che mi vergogno troppo’
Non le risposi, mi avvicinai a lei, sguardo fisso nei suoi occhi, la baciai, un bacio casto, e mi staccai, lei rispose al bacio aprendo la bocca, e cercò la mia lingua, che trovò nella mia bocca, le succhiavo il palato, e subito dopo lo succhiava lei a me. Mentre le mia mani andarono sul suo corpo, prima il collo per stringerla a me, poi una dietro alla schiena per farle sentire la mia presenza, mentre altra sulla sua tetta sinistra, la palpai da sopra la vestaglia, che si aprì lasciando nuda la mammella bianca, adornato da un’areola più scura mentre in mezzo un capezzolo duro.
Mi staccai per spogliarla, e quindi si stese sul divano, con entrambi i seni alla luce, ero in mezzo alle sue gambe, avevo un erezione che mi scoppiava nelle pantaloncini di felpa, mi appogiai su di lei, leccandole prima un capezzolo e quindi l’altro, lei ansimava mentre mi accarezzava la mia testa, ‘Sì, continua così, come facevi da piccolo’
‘Si, mi sono mancate proprio queste paia di tette’ dissi staccandomi da lei e ritornandoci subito dopo.

Quando mi sentii la lingua stanca, mi stesi su di lei completamente, con la testa fra le sue tette, baciandole ogni tanto, lei mi accarezzava la testa. Il cazzo duro cominciò a spingere sul suo pube, ‘Sei eccitato amore?’
‘Come potrei non esserlo?’
‘Lo sento sul mio pube la tua voglia di me’
Mi alzai da lei e calai i pantaloncini, il cazzo libero dalla costrizione delle boxer, saltò fuori in tutta sua bellezza.
‘Ti ho fatto proprio bene, anche se avevo visto quella foto che hai mandato a quelle due troie’
‘eh sì, fatto proprio un capolavoro’
Le scostai gli ultimi lembi della vestaglia che copriva le sue parti intime, e rivelarono una figa con una striscia di peli larga circa 4 cm, ‘Piaceva a quel stronzo che ho lasciato altro giorno’ commentò lei, ‘A me non tanto, mi piace liscia, senza peli’ aggiunsi io, lei mi sorrise: ‘Allora provvederò! ‘, mi abbassai per leccargliela, mi fermò la testa a pochi cm dalla sua figa, ‘Sicuro di volerlo fare? Non potremmo mai più tornare indietro’
‘Lo voglio, e anche se potremmo. di sicuro non tornerei indietro.’ Spinsi con la testa con la sua mano che faceva opposizione, guardai da vicino quel buco dal quale sono uscito anni orsono. Aveva la due labbra grandi di dimensione ridotte, non slabbrate diciamo, un piercing a forma di anello all’inizio della spaccatura della figa, appena sopra il clito.

Baciai il clito,lei sciolse le ultime resistenze, prendendolo tra le labbra, succhiandolo, e lei iniziò a gemere: ‘Oh si, mangiamela tutta, che &egrave da una settimana che non mi tocco, fammi un pompino al clito’
‘Con piacere’ risposi staccando le mie labbra da quelle vaginali, e ciucciai il clito, stringendolo tra le labbra e facendo avanti indietro con la testa, ‘ohhhh, mi piace, sei proprio bravo, ti hanno insegnato per bene quelle due zoccole’
‘Eh si, ho avuto due maestre bravissime’
‘Le dovrò ringraziare allora’
Scostai le grandi labbra per leccare l’interno della sua figa, che cominciò a produrre quel liquido viscido che indicò quando le stava piacendo. Introdussi un dito nella sua vagina, mentre leccavo con la lingua insistendo sul clito, cominciavo a scoparla con quel dito.
Andai avanti con quel trattamento per almeno 5 minuti, lei venne, squirtandomi in bocca, e stringendo le gambe per gli spasmi. Quasi svenne dal piacere, quando si riprese le domandai: ‘Mamma, cos’&egrave che voleva farti fare quel stronzo che non volevi fare?’
‘nulla di importante ora che ho te’
‘ma voglio saperlo’ insistetti
‘Voleva mettermelo nel culo, con quel cazzetto che si ritrova voleva provare un buco più stretto’ disse
‘E non lo volevi? perché?’
‘Perché non l’avevo mai fatto’
‘Ma quella notte ti avevo visto con un dildo in culo’ la incalzai
‘Sì, quello era la prima volta che lo facevo, mi era piaciuto tantissimo, quando mi hai visto era già la terza volta che venivo.’
‘E perché hai cambiato idea?’
‘Perché mi dicesti tu che mi trovavi perfetta, ed eccitante e che ti sei inculata la tua prof, quindi mi masturbai ma non riuscivo a venire, perciò provai l’entrata posteriore’
‘E a cosa pensavi quando ti toccavi?’
‘A te finché non mi vergognavo da morire e cambiavo pensiero pensando a quel stronzo o a un uomo qualunque’ disse con un tono di leggero vergogna, ‘Ma adesso basta, mi hai fatto godere, ora tocca a te’, si alzò, mi fece sedere sul divano e si mise in mezzo alle mie gambe, mi prese il cazzo in mano, lo segò leggermente, e lo baciò delicatamente, quasi non volesse consumarlo, ‘Guarda che non si consuma se lo ciucci più forte’, ‘lo so, ma non vorrei che tu venissi proprio sul più bello’ e torno a succhiarlo, aumentando la presa della mano destra e strinse di più le labbra, e cominciò a muoversi su e giù, mentre i suoi capelli lunghi le coprivano tutta la testa, e non riuscivo a vederla, raccolsi i suoi capelli e li tenni in mano, avendo la visuale libera, potevo vedere quanto impegno ci stava mettendo.
Succhiava, per poi farlo uscire, mi leccava le palle, sputa sulla cappella quindi lo prese in bocca di nuovo.

Ero all’estremo della mia resistenza, lo comunicai alla mamma, ‘Sto per venire’
‘Ok, amore’ disse cercando di smettere di succhiare, ma volevo venirle in bocca, quindi presi la sua testa e comincia a scoparla in bocca, venni subito dopo, 2 fiotti le andarono a finire direttamente in gola, il resto in bocca, lei nel frattempo picchiava sulle mie gambe, quando mollai la presa, lei si staccò da sputò fuori la mia sborra.

Quando riprese dai conati di vomito, mi disse: ‘brutto stronzo, &egrave così che tratti tua madre?’
‘Così tratto le mie donne’
Mi sorrise e disse: ‘Chi ti ha detto che sono tua donna?’
‘Se non vuoi esserlo, me ne vado subito’ feci finta di alzarmi ma mi respinse sul divano, dicendo: ‘Guai a te che azzardi di andartene, senza scoparmi per bene’
‘Ok, ma lasciami due minuti che riprendo il fiato’
‘Ok’ disse alzandosi e si sedette vicino a me, abbracciandomi il collo e baciandomelo.
‘Perché mi hai sborrato in bocca? a me non piace’ disse pulendo la traccia di sperma che aveva sul mento.
‘Perché vorrei che bevessi il mio succo, Emily e Paola mi hanno detto che le piacciono’
‘Loro lo fanno?’
‘Sì’ risposi deciso
‘Allora lo farò anch’io’ e succhiò il dito col quale si era pulito il mento, poi aggiunse: ‘si dai, non &egrave male, anche perché ne ho assaggiato solo questo, sai a tuo padre e agli altri uomini ho sempre negato due cose: sborrarmi in bocca e il culo, e per un motivo o altro, ho perso la verginità di entrambe le cose in una settimana’
‘No mamma, la tua verginità anale me lo prenderò io, con il dildo non vale, ma prima vorrei tornare in quella casa dove sono stato per 9 mesi’.
‘Ok, ma andiamo in camera da letto, saremo più comodi.’
Disse alzandosi e prendendomi per la mano.

Ci incamminammo verso la camera da letto, quella stanza che è stata di mio padre per anni prima che se ne scapasse con una di 20 anni, poi fu dei compagni che mia madre ogni tanto portava a casa con discrezione, cercando che io non lo veda, ma più o meno ogni volta li avevo visti o sentiti scopare in quella camera.
Quella camera che io odiavo, perché altri uomini si prendevano ciò che io bramavo di più di tutto, entravano nel buco dal quale sono uscito anni fa, quel posto mi apparteneva.

Aprì la porta, entrai felice, guardai in giro per la stanza, ora che sto entrando in quella stanza per fare ciò che altri uomini erano entrati per fare, mi sentivo diverso, la stanza mi pareva diversa.
Le finestre erano socchiuse, e le veneziane mezze aperte lasciando passare gli ultimi raggi del sole della giornata, accese la luce entrando, mostrando il letto ben fatto, che non lo sarà per molto.
Mi sedetti dalla parte del letto quella successione degli uomini occuparono, adesso è mio, e sarà mio per tutto il tempo che voglio, la mamma mi si sedette davanti, eravamo nudi, la baciai, ma mi sembrava ancora un pò titubante, la feci stendere sul letto, aprire le gambe ma nel farlo oppose un pò di resistenza: ”figlio mio, sei ancora in tempo per tornare indietro, dimenticheremo tutto, faremo come se nulla fosse successo”
“Neanche per idea madre mia” e le sollevai le gambe, mostrando la sua fregna in tutto suo splendore, anche se continuava a dire che non lo voleva fare, la sua vagina era un lago.
Ci infilai due dita, che entrarono facilmente,

Quindi cominciai a masturbala e a leccarle la figa, che cominciò a gonfiarsi e insieme anche il clito era fuoriuscito ed era turgido come un minuscolo cazzo, lo succhiai come se stessi facendo un pompino a quel cazzetto, lei gemette sempre più rumorosamente: “continua così figlio mio, mi piace, sei stato proprio istruito bene, dai, ahhhhh”
“Allora dovrai ringraziare le mie maestre, non pensi?”
“Come pensi che debba fare? dici che leccare le loro fighe sia un ringraziamento sufficiente?”
smettendo di leccare le risposi: “ehm sì, una cosa a 4 mi piace” tornando a leccarle le labbra della vagina tirando fuori tutta la lingua e facendola scorrere lungo tutta la spaccatura.
“Che gran porco che sei, non sapevo di avere un figlio che porcone che vuole scoparsi tre donne allo stesso momento”
“Si, sono il vostro porco, il vostro torro che vi monta quando volete”
A quelle parole sentii che le sue gambe si irrigidirono, e venne urlando: “Sìììì, sto venendo, godooo, che sensazione piacevole, nessuno mi ha mai fatto venire solo leccandola, lo facevano per farmi bagnare e mi scopavano per qualche minuto, venivano ed era finita lì, e io rimanevo insoddisfatta ”

“D’ora in poi sarà un’altra storia” continuando a masturbarla con due dita, finché non si sottrasse, e quindi mi fece stendere sul letto, e me lo menò qualche colpo, il cazzo era già duro, che divenne ancora di più, quindi si mise seduta sul mio pube, prese mio cazzo, se lo strofinò sulle grandi labbra, fremetti per il calore della sua figa a contatto con la mia capella, quindi puntandosela all’entrata della vagina, “vediamo quanto durerai” si sedette su di me, “ahhh, mi mancava proprio sentirmi piena di un cazzo grosso” e cominciò a cavalcarmi guardandomi negli occhi.

Muoveva il bacino avanti e indietro, facendo strusciare la mia lunga verga sulle labbra vaginali e clito, per poi farlo entrare di nuovo, cominciando una danza sensuale, ebbi la voglia di venirle dentro già dopo 10 minuti, resistetti per altri 5 finché non sentì che mio cazzo stava vibrando dentro la sua vagina, si fermò :“Stai già venendo?”
“Non è facile resistere quando mi cavalchi forsennatamente, poi vedere quelle tue tette che ballano, nutrirei per il resto della vita solo delle tue tette”
Si chinò verso di me, appoggiando le sue tette sulla mia faccia, “Allora fallo”
Cominciando a leccare quei capezzoli duri e svettanti, per poi succhiarglieli prima gentilmente poi usando la forza, quasi mordendoli, lei urlò di dolore: “Brutto bastardo, non sei proprio cambiato per nulla, lo facevi anche quando eri piccolo, si continua a farlo che vengo”
Allora riprese a cavalcarmi, con una mano si masturbava mentre l’altra si appoggiava sulla mia spalla, accarezzandomi la faccia con fare materno, io continuavo a succhiare leccare quelle mammelle che erano mie anni fa, adesso sono tornate mie.
Venne squirtando ancora, bagnandomi le palle, ma continuò a fare su e giù, ma in modo più gentile e stringendo di più le pareti vaginali, venni anche io, la inondai di sperma che colarono lungo la verga ed uscivano dalla sua vagina, poi si sollevò del tutto e la sborra uscì tutto di un colpo, come se stesse squirtando di nuovo.

Quindi si sedette, sul mio pube, lasciando il mio cazzo in mezzo alle sue chiappe, si abbassò per baciarmi, fu un bacio lungo, ci staccammo solo per respirare, poi si levò da me, e si stese in parte, dandomi la schiena, mi misi dietro di lei, il cazzo ormai moscio si appoggiava su una coscia, mi avvicinai sentendo la morbidezza del suo sedere. L’abbracciai da dietro, accarenzzando i suoi seni, e baciandola su una spalla.
“Non godevo così tanto tempo, grazie amore”
“Lo potrai fare ogni volta che vorrai da oggi in poi”
Girandosi di colpo, mi guardò seria: “Davvero vorrai venire a dormire in questa metà del letto d’ora in poi?”
“Sì” dissi deciso
“Ok, allora scopami fino a farmi svenire” e prese in mano la mia verga, maneggiandolo, il cazzo a contatto con le sue mani soffici, si eresse.
“Ci metti poco a diventare duro eh” e mi sorrise ”beata gioventù, adesso capisco perché quelle due vacche ti vogliono così tanto” aggiunse.
“Beh, tutto merito tuo”
“dai, ti sento duro abbastanza, vienimi sopra e scopami”
Lei si stese supina con la pancia di sotto e allargò le chiappe mostrandomi il buco di culo mai violato, e a pochi cm in basso c’era la sua vagina, che era ancora unta della mia precedente sborrata, puntai il cazzo all’entrata, e entrai dentro di lei, appoggiando il pube sul suo culo soffice, quindi cominciai a muovermi, prima lentamente, “dai, più veloce, più veloce, voglio che mi sfondi quella fregna che ho in mezzo alle gambe”
Allora le misi la mano sulla vita e cominciai a scoparla più duramente che potevo, lei gemeva sempre di più “Si, scopami, scopati quella troia di tua madre, ho la figa in fiamma che devi usare la tua sborra per spegnere incendio che c’è lì dentro”
Spinsi sempre più forsennatamente, facevo uscire la verga rimandendo dentro solo la capella, poi spinsi dentro del tutto in un sol colpo, sentivo che le pareti si allargavano alla mia pressione, lei rimaneva ferma e continuava a godere del mio cazzo.

Ad un certo punto, uscii del tutto da lei, senza accorgermene, spinsi in avanti il bacino, e centrai la sua entrata posteriore entrando per metà, “Ahh, hai sbagliato bucohhhh”
Mi ritrassi velocemente, il buco del culo era rimasta aperta, c’era una leggera traccia di sangue, mi stesi su di lei, appoggiando il cazzo, stavolta attentamente, all’entrata della vagina.
“Scusami mamma, non volevo” baciandole la schiena come per farmi perdonare.
Si girò, e mi guardò con gli occhi lacrimosi per il dolore: “Fa nulla amore, solo che non ero preparata, e se tutto va bene è anche sporco” disse mentre inarcava la schiena, infilò la mano sotto la pancia, preso il cazzo e se lo infilò nella vagina, “Spingi, col piacere nella figa il dolore dovrà passare presto.”
Allora mi alzai dalla sua schiena, mi misi in ginocchio, lei alzando il culo non se lo fa sfilare, quindi comincia a muoversi lei, avanti e indietro con quel culo soffice, sbatteva forte sul mio pube, procurando un piacere indescrivibile, dopo circa 10 minuti, lei si stancò, allora la misi alla pecorina, e cominciai a muovere il bacino, muovendomi e sbattendo le mia palle sulla sua vagina.
“Sì, continua così, mi piace tanto essere presa così”
“Si mammina troiona, ti scopo tutta, in lungo e in largo” le raccolsi i capelli, e li tirai, lei inarcando la schiena si avvicinò a me, allora le presi i capezzoli in mano strizzandoli, impastando le tette.
Lei venne di nuovo urlando, ma non ero ancora venuto, e volevo venirle sulle tette, quelle palle di carne formidabili.
La feci girare e mettersi seduta sul bordo del letto, io scesi da lì, presi il cazzo e glielo misi in mezzo alle tette, lei capendo la mia intenzione, le premette contro, inglobando il mio cazzo interamente tra quei due massi soffici di carne, e cominciò a farmi una spagnola muovendoli, quando la cappella usciva dall’altro lato del seni, tirava fuori la lingua e la leccava. Quel trattamento mi fece eccitare talmente tanto che le venni, lei mollando la presa liberò il mio pene, lo presi in mano, segandolo furiosamente, i primi schizzi le finirono sulle tette.

Quindi puntai il cazzo verso la sua faccia, e il resto finirono sulla sua bella faccina da troia. Mi sedetti in parte a lei, e cademmo entrambi all’indietro, io avevo viso beato, mentre lei mi guardava con la testa girata verso di me e sorrideva.
“Finalmente un uomo che riesce a soddisfarmi in tutto per tutto e che riesce a farmi provare tutto il piacere del mondo”
“No, ne manca uno, quello anale” quindi mi alzai e la presi in braccio, portandola in bagno, la appoggia sulla tazza, aprii acqua nella vasca, quando si fu riempita del tutto, allora la presi e la misi nell’acqua, quindi entrai anche io.

Ero nella vasca con la mia madre, non vasca di piscina, ma nella vasca idromassaggio in bagno, era nuda, come lo sono io, le accarezzavo il seno da sopra la spugna, cercando di lavare via le tracce di sborra che depositai su quelle mammelle poco prima, lei mi guardava come se fossi un bel bocconcino tutto da mangiare, quando i seni furono puliti, la mia attenzione si spostò in mezzo alle sue gambe, aveva una striscia di peli che non mi piaceva, ‘Mamma, che ne dici se ti rado questo foresta?’
‘Se ti va bene preferirei andare dall’estetista, perché le lamette mi irritano troppo, e poi i peli crescono meno velocemente se tolti con la ceretta, e la pelle rimarrà liscia per più tempo’
‘Mi piace l’idea della tua vagina più liscia.’
Allora strofinai la spugna sulle grandi labbra, anche se non pensavo fosse piacevole, invece lei aveva cominciato a gemere, allora la misi a pecorina per lavarle il culo, ma soprattutto volevo preparare quel buco, nel quale vorrei entrarci.
Mentre lei era piegata sulle sue ginocchia, appoggiandosi al bordo della vasca mentre il sono dietro di lei a lavare le sue chiappe bianche e sode, non mi stancherei mai di accarezzarle, tirai una sberla forte su quel pezzo di carne:
‘Ahia cosa fai amore della mamma, mi hai fatto male’
‘Ti schiaffeggio, mi piace farlo sui culi sodi e tondeggianti’
‘Allora ti piace proprio il mio sederino’
‘Eh già, moltissimo’
‘Sai che quando frequentavo l’università ogni giorno andavo a lezioni con i jeans stretti per mostrarle? e mi piaceva un sacco quando sentivo gli sguardi dei ragazzi che mi guardavano e mi eccitavo’
‘Che bella porcella che sei, ma ora, voglio prendermi quello che tutti gli uomini avrebbero voluto da te, quindi preparati’
‘Ok amore mio, ma fai piano.’
‘Mica ti inculo subito, prima ti devi fare il clistere’
‘Ok, me la faccio da sola, tu vai a mangiare qualcosa’
Mi accorsi di aver fame solo quando me lo disse, cazzo &egrave vero, dovevo andare fuori a mangiare con gli amici, mentre lei aveva mangiato, uscii dal bagno, in accappatoio, e presi il telefono, merda, 20 chiamate perse e altrettanti messaggi, mi sono dimenticato di dire agli mie amici che non uscivo, allora richiamai il primo numero, paccai con la scusa di avere mal di pancia, presi qualche insulto, ma va bene, cosa vuoi sia quando ti inculi la madre.
Dopo che avevo mangiato, mi squillò il telefono, il numero non era salvato: ‘Pronto’ dissi pacamente.
‘Ciao Gian, sono Paola, come va?’
‘Ciao Paola, tutto bene, voi?’
‘Noi bene, ormai dormiamo insieme la notte, sai ormai che mi &egrave passato completamente il dolore al culo, vorrei rifarlo, saresti libero sta sera?’
‘Scusa, ma non riesco, devo stare a casa con mia madre’
‘Eh dai, lei mica ti può dare quello che ti diamo noi due’ pensai ‘Questo lo dici te’
‘Lo so, ma mi ha chiesto se le facevo compagnia sta sera che si sente sola, sai si &egrave lasciato col suo uomo’
‘capito, comunque questo &egrave mio numero’
‘Ok, me lo salvo, ti faccio sapere appena posso quando ci troveremo’
‘Ok, ma sappi che mi manca tuo cazzo, visto che questa settimana ho sempre avuto lezioni di pomeriggio’
‘Mi sei mancata pure te, vedremo se possiamo trovarci da soli, così mi dedico a te’
‘Ok, non vedo l’ora’ e riagganciò il la chiamata, salvai il numero quindi posi il telefono sul tavolo, non feci in tempo a prendere la forchetta per mangiare di nuovo che mi arrivò un messaggio, era sempre lei, aprii il messaggio: una foto di Emily stesa sul letto, a gambe larghissime, con un dildo in mano, e se lo stava infilando nella vagina, quel fallo era di media dimensione, e luccicava alla luce del flash, &egrave proprio bagnata…

Mentre guardavo la foto arrivo un altro messaggio: ‘Ho comprato un nuovo giocattolo mentre ero in centro, ti piace?’
La vista di Emily che si fa penetrare da un dildo mi eccitò talmente tanto che il cazzo fuoriuscì dall’accappatoio, per risponderle, mandai una foto del mio cazzo turgido, la risposta fu quasi istantanea: Aveva due faccina, una era quella che aveva i cuoricini al posto degli occhi insieme a quella del bacio. Lasciai il telefono sul tavolo, finii di mangiare.
Andai verso il bagno, ma mia madre non c’era, allora la chiamai: ‘Mamma, dove sei?’
‘Sono in camera, mi sono preparata, ci sono quasi’
Provai ad entrare nella stanza, scoprii che era chiusa a chiave, ‘Apri mamma’
‘Aspetta, non sono ancora pronta’

Dopo altri 5 minuti, finalmente sentii la serratura aprirsi, e la porta si apri, ma nessuno ne uscì, io mi fiondai dentro.
La luce era soffusa, lei era in piedi davanti a me: aveva una vestaglia leggera con reggiseno, di color verde acqua, mezzo trasparente, tranne la coppa che sembravano che stessero per scoppiare per quanto quei segni spingevano contro, inoltre si vedeva un pò di areola delle tette. Alla vita aveva un reggicalze di color nero, un paio di calze nere che le arrivava sopra metà coscia, le calze erano legate al reggicalze attraverso delle bretelle, infine come mutandine aveva un perizoma, di color bianco, che faceva fatica sia per coprire le labbra vaginali, mentre dietro c’era un filo che separava le chiappe, avvicinandomi mi accorsi che la parte del perizoma sulla figa, era leggermente più scura.

Rimasi incantato davanti alla visione di una donna così bella, così vogliosa di essere presa, soprattutto nel culo a sto giro, lei mi fece il segno di avvicinarmi, l’accappatoio era ormai aperto, facendo fuori uscire il cazzo dritto, me lo prese in mano, e mi trascinò vicino a lei, mi baciò infilandomi la lingua nella bocca, nel frattempo la presi e la portai sul letto, sempre continuando a baciarla, l’appoggia sul letto di schiena, e mi stesi sopra di lei, quindi presi a toccare le sue tette, scostando il reggiseno facendo fuoriuscire completamente il capezzolo, lo strizzai tra l’indice e il pollice, lei mugugnò.
Allora mi staccai da lei, e mi abbassai su quella punta di carne, succhiandolo famelicamente, lei gemendo sempre più forte: ‘continua così figlio mio, mi piace come stai succhiando, dai’ quindi fece uscire anche l’altro capezzolo dal reggiseno, e mi prese l’altra mano guidandomi nella palpata.
Ci alzammo, la fece togliere la vestaglia, si distese di nuovo, presi i lati delle sue mutandine, e le sfilai, lei mi aiutò sollevando prima il culo poi le gambe. La feci mettere a pecorina, mostrandomi quel bel buco che io voglio ardentemente, succhiai per un attimo mio indice, e lo avvicinai all’ano di mia madre, spinsi leggermente, feci meno fatica, ‘sarà per il lavoro che ha fatto inculandosi con il dildo, soffrirà di meno allora’ pensai tra me, nel frattempo continuavo a far entrare e uscire l’indice, poi aggiunsi un altro dito, e un altro ancora, quando fui dentro del tutto con le dita cercai di allargare l’ano.
‘Sono pronta figlio mio’
‘Ok, mammina’
Mi misi in ginocchio dietro di lei, puntai il cazzo, rimasto duro tutto il tempo, all’entrata posteriore di quel corpo così perfetto, la capella entrò, lei sbuffò per il dolore:’continua, ma fai piano’
‘Ok, farò più piano che posso, voglio che ti godi tutta questa perdita di verginità anale’

Quando fui dentro del tutto, mi fermai per farla abituare alla presenza della mia verga: ‘Quando ti senti pronta comincio a muovermi’
‘Ok’ aspettammo per qualche minuti, sentivo che cercava di rilassare lo sfintere che ogni volta si restrinse, e lei sbuffava, mentre io le accarezzavo il culo, e schiaffeggiandolo ogni tanto.
Dopo vari tentativi, disse: ‘comincia a muoverti, ma fai piano’
Cominciai a muovere il bacino lentamente, facendo uscire il cazzo di qualche centimetro, per poi respingerlo dentro, aumentavo sempre di più la corsa del cazzo, finché non lo tiravo fuori del tutto e rientravo in lei, mentre lei aveva cominciato a gemere per il piacere provato, e mi incitava: ‘più forte, il dolore non lo sento più, mi piace questa sensazione di pienezza che mi dai’
Allora comincia a incularla sempre più velocemente, e lei urlava il che mi faceva eccitare ancora di più.
La feci girare, volevo vederla godere, quindi si staccò da me e si stese supina, con le gambe aperte, quindi mi misi in mezzo a quelle gambe lunghe e affusolate, e la penetrai, quindi ripresi a scoparla con il ritmo di prima.

Le sue tette si muovevano al ritmo della mia scopata, la visione di ciò mi fece eccitare più che mai, le afferrai con la mano, le tenni fermi, altrimenti sarei venuto nel giro di pochi colpi.
La donna sotto di me continua a godere, a mugolare e a masturbarsi la figa ‘Si, sto godendo, non ho mai provato una sensazione così bella’.

Dopo circa 10 minuti di cavalcata, venni dentro di lei, spruzzai l’intero contenuto delle mie palle nel suo intestino, lei sentì i colpi, e venne anche lei, squirtò bagnandomi l’addome.

Mi sdraiai sopra di lei col cazzo che si sfilò e la sperma che cominciò a colare lentamente, e mi baciò: ‘Grazie amore di mamma, da oggi in poi ti trasferisci in questa camera?’
‘E me lo chiedi?, vado a prendere le mie cose’
Corsi in cucina a prendere telefono, altri messaggi, risposi solo a quello di Paola, che mi aveva mandato una foto in cui si stava facendo inculare dalla madre con un strap-on, con scritto: ‘Mi manca così tanto il cazzo che ho dovuto provvedere’

‘Sei la mia troia preferita’ mi accorsi che mi stavo innamorando di lei, della sua troiaggine sfacciata, guardai l’ora: 2.20 di mattina.
Cazzo ci siamo dati proprio dentro questa sera, tornai in camera da letto, la mamma era già addormentata sul suo lato di letto, mentre io mi stesi sul mio lato, abbracciandola da dietro, mi addormentai più felice che mai, ma anche stanco.

Capitolo 9: L’amore sboccia

Da quel venerdì passarono diversi giorni, quella fine settimana non misi il piede fuori di casa, passammo i due giorni tra il letto e la cucina.
Lunedì mattina, era ultima settimana di scuola, mi svegliai giusto in tempo per andare a scuola, alla seconda ora avevo Emily, alla fine dell’ora, con la scusa dei miei brutti voti mi trattenne in aula.
‘Allora, cosa dovevi fare che eri così impegnato per tutta la fine settimana’
‘Tenevo compagnia alla mia mamma che si &egrave lasciata con suo uomo’
‘E cosa avete fatto?’
‘Serie TV e divano’
‘Non dire cazzate, hai la faccia di chi ha scopato tutta la finesettimana’
‘Ma no, hai visto male’ dissi con la voce normale, poi aggiunsi ‘Quando la prossima ‘ripetizione’? ‘ cercando di cambiare discorso
‘Domani pomeriggio alla solita ora.’
‘C’&egrave Paola?’
‘No, ha lezioni all’università’
‘Ok’ risposi trasudando di delusione
‘Che c’&egrave, non ti basto più?’
‘No, &egrave che sono tanti giorni che non la vedo’
‘Ehii, non &egrave che te ne sei innamorato di lei?’
‘Beh.. si’ dissi abbassando lo sguardo.
‘Va bene, ma per ora, concentrati sull’esame di maturità, poi ti divertirai’ disse accarezzandomi la spalla facendomi l’occhiolino.

Quella settimana volò, poiché ero sempre impegnato a studiare, e come se le donne si sono messe d’accordo, si lasciavano scopare solo la sera, e una solavolta, non volevano stancarmi troppo in vista degli esami. Il che mi lasciava spesso con le palle piene e ritornavo a spararmi le seghe.
Nonostante tutti gli impegni, trovavo sempre il tempo di passare al telefono con Paola, anche se nemmeno lei era molto libera per gli esami all’università. Mi innamoravo sempre di più di lei, e lei di me.
Finii gli esami, presi quasi il pieno dei voti in inglese, e la mamma per festeggiare, decise di invitare Emily e Paola a cena. Mentre lei sapeva di me con la madre e figlia, loro non sapevano di me con mia madre.

La cena era fissata un sabato sera, aveva tirato fuori il meglio di se nell’arte cul in aria, il cibo era fantastico, ma ancora di più le mie donne.
Andai a prenderle in macchina, e quando le vidi rimasi fisso a guardarle.
Paola aveva un tubino che le arrivava a mezza coscia, mentre sopra copriva la sue seconda piena di tette, era senza reggiseno, lo si capiva dai turgidi capezzoli che spingevano contro il tessuto.
Emily si &egrave vestita in modo più tradizionale, poiché per mia madre era la mia prof di inglese, un paio di tailleur di jeans, che le arrivava appena sopra le ginocchia fasciandole quelle chiappe da schiafeggiare tutta, sandali a tacchi alti, e una maglietta un leggermente scollata che mostrava un piccolo pezzo dei suoi seni formosi.
Mia madre invece aveva un vestito lungo,di color blu scuro, sotto non indossava nulla, me lo disse prima che arrivarono gli ospiti, mentre il pezzo di sopra era senza spalline, e le tette sobbalzavano ad ogni sua mossa leggermente brusca.

La cena passò velocemente, verso la fine, comunicai alle milf che io e Paola stavamo insieme, mia mamma mi guardò intristita, credo che le altre due se ne siano accorte, la serata finì e proposi alle ospiti di accompagnarle a casa, accettarono di buon grado.

Salimmo in macchina, e la prima cosa che disse Emily fù: ‘Allora, da quando &egrave che ti scopi tua madre?’ mi passò in mente subito il discorso che mi fece tempo fa, poi aggiunse ‘Sai a noi lo puoi dire, siamo di mentalità aperta, poi anch’io e Paola siamo amanti no?’
‘Eh già ‘ ammise Paola che era intenta a rispondere ai messaggi.
‘no, ti sbagli, tra di noi non c’&egrave nulla’ mentii spudoratamente
‘Allora perché ti ha guardato in quel modo quando ci hai detto che tu e Paola state insieme?’
‘Non so, forse non se lo aspettava, era la prima volta che portavo la mia ragazza a cena a casa’
‘no no, il mio sesto senso mi dice che te la scopi, eddai, diccelo, mica lo andiamo dire a qualcuno, se non ci dici la verità la mia figa te la scordi per un bel pò’ disse Paola
‘Pure la mia’ aggiunse Emily.
‘E vabbene, si me la scopo’ ammisi
‘Hah, vedi mamma avevo ragione, te l’avevo detto’
‘Sì brava figlia mia’
Emily era seduta dietro mentre Paola in parte a me, la tenevo per le mani, le si sollevò la mini gonna mostrando per l’intero tutta la sua gamba, mi stavo eccitando, la restrizione di una scopata sola al giorno &egrave come se fosse la mia cintura di castità che con la termine degli esami mi fu tolta.
Le misi la mano in mezzo alle gambe, trovando la via libera per la sua passera, ‘Ma sei senza mutandine?’
‘Sì, si vedevano i segni delle mutandine sul vestito, ed era brutto’
Non risposi con le parole, ma attraverso il mio dito che si infilò dentro la sua vagina, e cominciai a masturbarla, aveva cominciato a gemere sottovoce, mentre Emily se ne accorse di quello che stavamo facendo, ‘Ehi porcellini, ho capito che avete voglia, ma almeno aspettate quando siamo arrivati’
‘Scusami Emily, ma la voglia &egrave troppa’
‘Allora accosta, guido io, almeno non rischiamo di fare un incidente’
‘Oh mamma, sei proprio la miglior madre del mondo.’
Accostai, mi spostai dietro insieme a Paola mentre lei si mise alla guida, mi sbottonai i jeans che avevo, il cazzo stretto dalla boxer cercava di uscirne, lei me lo accarezzò, ‘Quanto mi sei mancato’
‘Anche a me tanto’
‘Non riferivo a te, ma a lui’ mettendosi a pecorina con la faccia sul mio pube quindi scostò la boxer facendo saltare fuori la mia verga e lo ammirò per un periodo indefinito di tempo quindi lo baciò sulla cappella, pulendo la gocciolina di liquido pre spermatico con la lingua, poi la passò su tutta la cappella, mentre la mano aveva cominciato a fare il solito movimento della sega, quindi me lo prese in bocca, strinse le labbra più che poteva, con la lingua pitturava lungo tutto il cazzo e la testa saliva per poi scendere lungo la mia asta.
Avevo cominciato ad ansimare, Emily se ne accorse e commentò: ‘Che bei porcellini che siete’.
‘Sei diventata proprio brava Paola’

Fermandosi rispose ‘Ho avuto una prova insegnante, e fatto tanta pratica queste settimane’ e riprese a succhiarmi il cazzo stringendo sempre di più le labbra, cominciai a palpare il culo, sollevandole il vestito fino alla vita, cercai di penetrarla con un dito il culo, ma trovai qualcosa di duro, :’Cosa hai nel culo?’
‘Un plug’ rispose Emily, ‘Ce l’ho anche io, avevamo portato dei giocattoli, ma non ci hai permesso di giocare’
Sapendo di avere due troie così infoiate, mi eccitò talmente tanto che venni in bocca a Paola, che cercò di ingoiare tutto, ma avevo le palle piene per settimane di ‘astinenza’. Continuò a succhiare finché non ne rimase neanche una goccia nella canna.
Mentre mi godevo il resto dell’orgasmo arrivammo a casa loro, parcheggiò la macchina appena dentro il cancello, e scendemmo, io mi tirai su le braghe, mentre Paola si sistemava il vestitino.
Entrammo e ci dirigemmo direttamente in camera da letto, ormai quel posto lo conoscevo molto bene, e nel tragitto ci spogliammo del tutto.
Mi stesi sul letto, con le braccia aperte, mentre le donne si inginocchiarono davanti a me, e cominciano a succhiare di nuovo.
Quando fui abbastanza duro, Emily si mise a pecorina : ‘ti voglio nel culo’
‘Sei pulita?’
‘Si, ti avevamo detto che eravamo pronte per giocare con voi due, una cosa a 4’ disse Paola
La guardai meglio, e mi accorsi che aveva un plug anale a forma di cuore.

Le scopai duramente, poi diede il cambio la figlia, alla fine della serata, avevo sborrato altre 3 volte, l’unico punto nero era che Paola non ha voluto farsi sborrare nella figa di nuovo, rimasi un pò scocciato ma andava bene.
Eravamo stesi sul letto, io in mezzo a loro due, erano sporche di sperma sulle tette e sulla faccia.
Paola parlò ‘Per la vacanza di maturità hai già pensato?’
‘No, anche perché la sto già vivendo’ ridemmo tutti 3.
‘Che ne dici se andiamo in vacanza insieme?’ continuò lei.
‘Noi quattro?’ domandò Emily
‘No mamma, solo io e Gian, voglio che sia una cosa tra noi due’
‘Per me va bene, ma dove andiamo?’ chiesi io
‘Beh, direi un’isola tropicale sarebbe perfetta’
‘Ok, ne parlerò anche con mia madre’
‘Ma se quando siete via, mi sentirò sola? cosa faccio? mica posso masturbarmi per tutta la durata del vostro viaggio’
‘Beh, c’&egrave sempre mia madre no? potete farvi compagnia quando staremo via, ma prima dobbiamo farvi fare la conoscenza, ma proprio intima’
‘Sì, non vedo l’ora’ disse Emily eccitata all’idea di avere una nuova amante lesbica.
‘Beh adesso devo tornare a casa, altrimenti si sentirà sola anche lei.’
Erano già le 3 di mattina, arrivai che mia madre stava già dormendo, la bacia senza svegliarla, mi addormentai vicino a lei.
La mattina dopo mi svegliò lei: ‘La colazione &egrave pronta, sei tornato tardi eh?’
‘Verso le 3 ‘ mentre lei usciva dalla camera da letto.

Mi sedetti vicino a lei a tavola, la baciai, ‘Buongiono mammima’
‘Buongiorno, sei andato in buca ieri sera eh?’
‘Eh già’ risposi io.
Cominciai a mangiare, poi mi ricordò della proposta di Paola, quindi parlai. ‘Sai mamma, ieri notte, Paola mi ha fatto una proposta’
‘Quale proposta?’
‘Beh, mi ha chiesto se volevo andare in vacanza con lei’
‘Solo voi due?’
‘Sì!’
‘Mi lasci sola adesso? nemmeno un mese che abbiamo cominciato e mi lasci sola?’
‘Beh, non precisamente’
‘Cio&egrave? ‘
‘Ti lascerei con Emily’
‘Come con lei?’
‘Beh, vedi, ieri durante la cena ci hanno scoperti, e mentre le portavo a casa mi hanno minacciato di troncare tutto se non svuotassi il sacco, e allora l’ho fatto’
‘E loro come hanno reagito?’
‘Lo sapevano già, ma volevano solo la conferma da parte mia, e volevano fare una cosa a quattro ieri sera, ma non si &egrave presentata l’occasione giusta’
‘Beh, adesso che sanno, potremmo farlo’
‘Già, organizziamolo, prima che io parta, così tu ed Emily potrete farvi compagnia a vicenda.’
‘Ma non sono lesbica’
‘Beh, non lo &egrave nemmeno Emily prima che Paola ci sgamasse a scopare’

Dopo la colazione, presi il telefono e scrissi a Paola: ‘Amore, &egrave fatta, sia per la festicciola in 4 che per la nostra vacanza’
‘Fantastico, facciamo questo venerdì?’ mi rispose poco dopo
‘per me va bene, penso anche per mia madre, facciamo sempre a casa mia? visto che mia madre vorrebbe ringraziarvi per avermi istruito a leccare le passere’ risposi alla mia volta.
‘hahaha, simpatica tua madre, però secondo me dovremmo lasciare le vecchie da sole ad un certo punto, così si fanno l’idea di che cosa faranno quando non saremo qui.’
‘Bella idea, con una scusa ce ne svigniamo nella mia camera, lasciando loro da sole con i giocattolini che porterai?’
‘Ok, domani cercherò qualche giocattolo più virile come un strap-on, così si divertiranno di sicuro.’
‘Per me &egrave una fantastica idea.’
‘E’ fatta allora, ci sentiamo dopo che vado in doccia’

Le giornate correvano veloci, in un batter ciglio era già venerdì pomeriggio, io ero frenetico per quello che avremmo fatto di lì a poche ore.
Mia madre era andata dalla parrucchiera e dall’estetista, si era fatta bella e si era depilata la figa, tornata in casa, aveva cucinato qualcosa di leggero, ‘tanto il piatto principale sei tu amore mio’ rispose così alla mia domanda: ‘come mai una cena semplice? non dovevi ringraziarle?’

Dopo che la cena fu pronta, lei andò a cambiarsi, si era messa una minigonna che fasciava il suo culetto succulento, una maglietta aderente e scollata che mostrava gran parte dei suoi seni, quando uscì dalla camera sua, cio&egrave nostra, quasi mi venne un colpo, quando fu abbastanza vicina a me, allungai la mano per palparle il culo, mi schiaffeggiò la mano, ‘eh no, abbiamo tempo per questo, ma voglio farti vedere una cosa’ disse lei sedendosi, allargò le sue gambe lisce e affusolate, mostrandomi la sua vagina depilata, ‘non indossi le mutandine mamma’
‘beh, sarà solo di intralcio stasera.’
Proprio mentre cercavo di rispondere a lei, il citofono suonò, devono essere le ragazze, aprimmo il cancello e aspettammo davanti alla porta ad aspettarle, comparvero davanti a noi.
Si sono proprio dati da fare per farmi perdere la testa, si erano vestiti come puttane che devono andare al lavoro.
Paola aveva un pantaloncino che chiamarlo tale &egrave eccessivo, mostrava una bella fetta della chiappa, mentre di sopra aveva solo una canottiera così stretta e sottile che mostrava tutto il petto, aveva i capezzoli turgidi che spingevano contro il tessuto, aveva una borsa in mano, so già che cosa conteneva.
Emily aveva una canottiera simile a quella di Paola, solo che avendo una terza di tette, le si vedevano di più, e una gonna corta che copriva a malapena le chiappe fasciandole, quando mi passò davanti, le schiaffeggiai il culo, si girò e mi guardò: ‘ti piace il mio culo eh?’
‘Beh, ovvio, altrimenti non saremmo qui no?’ e risero tutti quanti.
A tavola eravamo messi io e Emily da una parte, con Paola e mia mamma dall’altra parte, durante la cena, la gonnellina della Emily salì scoprendo totalmente suo sedere liscio, e mostrando l’assenza delle mutandine come mia madre, ‘che vacche’ pensai allungando la mano sinistra per accarezzare la sua coscia candida, io mangiavo solo con la forchetta, mangiavamo e bevemmo almeno due bottiglie di vino, quando la mamma si &egrave alzata per servire il secondo, ritrassi la mana prima che mi vedesse, quando si risiedette, la mano tornò dov’era prima, addirittura si insinuò di più tra le sue gambe, toccando il monte venere, per poi scendendo accarezzai la figa, era bagnata fradicia come un lago, allora cominciai a masturbarla, lei parlava con mia madre e Paola come se nulla fosse, decisi di metterla alla prova infilandole un dito nella figa, senza preavviso, lei godette facendo una smorfia, che Paola notò, e facendo cadere un tovagliolo si chinò sotto alla tavola e osservò, quando ricomparve da sotto la tavola, sussurrò qualcosa a mia madre che ci sorrise maliziosa.
‘Io e Gianluca partiamo domani per la vacanza, staremo via per due settimane.’ disse Paola guardandomi.
‘Così presto?’ chiese mia madre
‘Sì, perché dopo deve iscriversi all’università, preparativi ecc, e io ho la sessione autunnale da affrontare’
‘Ok, ma dove andate’ chiese Emily curiosa
‘Andremo in una delle isole tropicali del centro america, di più non ve lo diciamo’ dissi in fretta io, e cambiammo discorso.

Quando finimmo il secondo, mia madre propose: ‘visto che qualcuno si &egrave portato avanti, che ne dite se saltiamo il dolce?’
Paola rispose subito dopo: ‘Io dire di sì’ poi si tolse la canottiera alzandosi, mostrando le sue tette acerbe da 23enne, mia madre la seguì, togliendosi la maglietta, le tette di Paola sono fantastiche, ma a confronto con quelle di mia madre, penso che chiunque preferirebbe la seconda.

Paola recuperò la borsa, si presero la mano, e facendoci il segno di seguirle, mi alzai per primo, sfilando il dito dalla figa di Emily, andai dietro a Paola che seguiva mia madre per andare in camera da letto, quando fui abbastanza vicino a Paola, le misi il dito che era dentro la figa di sua madre, e me lo ciucciò con gusto: ‘ehm, buono come dolce’
Nel frattempo arrivammo, mia madre si sfilò la gonna, rimanendo totalmente nuda, e si stese sul letto, io le andai vicino, mi stesi vicino a lei con il busto girato, cominciai a giocare con le sue palle di carne, alternavo le ciucciate ai capezzoli alle lunghe leccate intorno all’areola, mentre la mano continuava a impastare le tette. Ad un certo punto, sentivo un caldo accogliente intorno alla mia cappella, era Emily che me lo aveva preso in bocca, ce l’avevo duro da quando abbiamo cominciato la cena, sferava i colpi di lingua sulla cappella, faceva aderire l’intera parete della bocca lungo l’asta, e faceva su e giù con la testa, mi fermai un momento per vederla in opera, i suoi capelli lunghi coprivano la sua testa impedendomi di vederla. Paola. lasciando cadere la borsa ai piedi del letto, si mise in mezzo alle gambe di madre, che si allargarono, Paola avvicinò alla figa di mia madre, senza indugiare baciò la figa a mia madre, che sussultò e gemeva: ‘Sì cara, leccami la passera, &egrave la prima volta che una donna me la lecca, ahhh, si continua così, figliolo continua a giocarci, succhia più forte.’

Ad un certo punto, Emily stancandosi da me si mise a cavalcioni sopra la testa di mia madre, e le porse la figa mangiare, mentre io mi misi dietro a Emily, e glielo ficcai dentro con dolcezza, sentivo mia madre che le leccava le grandi labbra, ogni tanto qualche colpo di lingua arrivava anche sulle mie palle, mi eccitò parecchio, quindi le presi per la vita aumentai il ritmo di scopata, muovendomi furiosamente dentro di Emily che venne, ‘godoooooo, che bella sensazione quando una ti lecca la figa e uno te lo mette nella figa’ squirtando, mi bagnò le palle e la faccia di mia madre, che cercava di bere quanto liquido ne poteva, la Paola nel frattempo ha infilato due dito nella vagina di mia madre e la scopava in quel modo.
Quando si &egrave ripresa dall’orgasmo, Emily si stese sopra a mia madre, e prese il posto di Paola, che si spostò.

Mi misi dove c’era Paola, e penetrai mia madre, godeva come aveva appena fatto poco prima Emily, entravo in lei, facevo due dentro e fuori, lo tiravo fuori del tutto e lo ficcavo in bocca alla Emily, due succhiate e di nuovo in figa, Marina venne dopo 5 minuti, agitandosi tutta e irrigidendosi, quando si riprese, Emily si tolse da sopra di lei, e mi spinse sul letto, il cazzo ancora duro svettava. Emily: ‘Paola, adesso tocca a te farti scopare’ disse guardandola che si stava masturbando osservandoci.
‘Si mamma, ma vorremmo un po di privacy’ disse lei maliziosa, quindi scese dal letto, prese la borsa dal quale tirò fuori un strap-on con una verga nera di silicone grossa all’esterno, e uno più piccolo verso interno, inoltre aveva delle cinghie per legarlo intorno alla vita, lo poggiò vicino a sua madre sul letto, mi prese per il cazzo ed uscimmo dalla camera, lasciando quelle due milfone a lesbicare.

Andammo in camera mia, mi stesi su quel letto che non usavo da qualche settimana, lei legandosi i capelli dietro alla testa, si accavalò su di me, prendendo la mia verga in mano puntandolo all’entrata della figa e si calò, il cazzo entrò in lei pian piano, quando fui dentro del tutto, lei cominciò a cavalcarmi, io da sotto la osservavo, le sue tette rimanevano ferme nonostante i suoi movimenti, gliele presi in mano, e gliele accarezzavo, le sue cavalcate si fanno sempre più forti, sentivo che non avrei resistito a lungo, quindi glielo dissi.
‘Amore, tra un pò vengo’ dissi cercando di trattenermi più a lungo possibile

‘Vienimi dentro, ho cominciato a prendere la pillola’ disse lei continuando a fare avanti e indietro con il bacino, e agitando la testa per il godimento.
Quelle sue parole mi fecero venire i brividi, finalmente posso sborrare dentro a lei.
Poco dopo venni sborrando tutto il contenuto delle mie palle dentro la sua passera, le colpirono le pareti vaginali, ma lei non accennava a smettere di muoversi sopra di me. Sentendosi ripiena di mia sborra, venne anche lei, squirtando, la su avagina aveva prodotto una serie di getti potenti, bagnando me, e le lenzuola sotto di me.
Quindi si stese sopra di me, ci baciammo a lungo, le lingue cercavano l’un l’altra.
‘Amore, ti amo tantissimo, non vedo l’ora di essere in vacanza con te’ dissi io dopo il lunghissimo bacio, intanto il cazzo aveva cominciato.
‘Anche io amore, sento che tuo amichetto là sotto non si &egrave mica stancato dopo aver fatto venire tre donne’
‘Beh, di là ci ho messo al massimo 10 minuti, ci hanno messo poco per venire’ risposi io.
‘E’ meglio che non te lo consumi tutto, altrimenti le donne di là mi uccideranno’ si staccò da me, stendendosi vicino a me, si mise due dita in figa, cercò di raccogliere più sborra possibile, poi se lo mise in bocca, ‘Che buona, mi &egrave mancato tanto questo tuo sapore.’
‘Anche a me manca il sapore della tua figa’ dissi alzando, stendendomi con la pancia in giù, con la faccia in mezzo alle sue gambe lisce, gliele baciai, poi avvicinandomi sempre di più alla figa vagina, la mia sborra continuava a uscire, le infilai due dita e cominciai a muoverle velocemente, aveva cominciato ad ansimare dalla goduria, ‘siii, mi piace, come me la lecchi te non l’ha fatto nessuno’, continuavo a lappare le grandi labbra, con l’altra mano gliele scostavo, per poter infilare di più la lingua dentro, trovavo le tracce del mio sperma, le tenevo in bocca, e si mischiava con i liquidi che la sua passera produceva.

Dopo nemmeno dieci minuti, strinse le gambe, che si irrigidirono, e venne, mi schiacciava la testa contro la sua figa con le gambe, poi mollò la presa, salii sopra di lei, la baciai, passandole il liquido che avevo in bocca, e lei lo bevve con gusto.
Rimanemmo in silenzio per un pò, mentre sentivamo i suoni che annunciavano la goduria delle signore di là.

Incuriositi, ci alzammo e andammo a vedere: c’era mia madre a pecorina con Emily dietro di lei che indossava lo strap-on, e la stava scopando in figa, mentre Emily muoveva un altro dildo nel suo culo, una doppia penetrazione con i dildi, certo che mia mammina si &egrave trasformata. La mia prof muoveva quel suo culo avanti e indietro, le cinghie le adornava il culo, in modo che le chiappe siano completamente libere, io eccitato dalla scena, mi misi dietro di lei, la feci piegare un po in avanti, e glielo misi in culo tutto in un colpo, le feci male, ma non smise di scopare mia madre, e io avevo cominciato a incularla, formavamo una specie di trenino, ci muovevamo in grande sintonia.
Quando lei si ritraeva dalla vagina di mia madre, io rimanevo fermo col cazzo dentro al suo culo, quando lei si ferma mi ritraevo io, poi rientravo in lei e facendola rientrare in mia madre, la scena &egrave davvero eccitante, Paola non era certo rimasta a osservare, mi mise seduta a gambe larghe davanti a mia madre che le leccava la figa con grande gusto, trovando ancora le tracce della mia sborrata. Venne per prima mia madre, nonostante i suoi spasmi io ed Emily continuavamo a muoverci, poi venne anche lei che si accasciò sopra a Marina, che cadde per il peso, così mi sfilai dal culo di Emily. Poi fu il turno di Paola, che ebbe il suo orgasmo squirtando in faccia alle due mamme, lavando le loro facce. Volevo sborrare, e mi misi davanti alla faccia delle madri, Paola capendo cosa stava per succedere si girò anche lei, quindi presi a masturbari furiosamente, stringendo più che potevo la mano, mentre loro tre mi colpivano la cappella con la lingua, venni in bocca a Paola che tenne tutto.

Quando lei si alzò, se ne scambiarono per un pò, poi bevvero tutte insieme. Stanco per l’orgasmo, caddi indietro e ci addormentammo insieme tutti nudi e abbracciati. Dei rumori mi svegliarono, il suono delle chiappe che sbattevano sul pube, e i gemiti delle donne, calore attorno alla cappella, quando aprii gli occhi, capii tutto.
Emily era vicina a me, messa a pecorina con mia madre dietro che la stava scopando duro, Emily con la faccia affondata nel materasso, i gemiti dovevano essere suoi, abbassai lo sguardo e vidi Paola che mi succhiava il cazzo, i capelli era sparsi impedendomi di guardarla, quindi allungai le mani, spostandoli, vedevo lei che impugnava la verga con la mano destra, le labbra intorno alla cappella, i colpi della lingua mi colpivano l’uretra.

E’ ancora mattina presto, perché le prime luci infiltravano dalle veneziane, illuminando la stanza, permettendomi di vedere la faccia di mia madre che godeva il dildo interno dello strap-on, lei teneva per la vita Emily, ogni tanto staccava le mani per tirare qualche sberla alle sua chiappette sode, tonde e bianche, abbassando lo sguardo mi vide.
‘Guarda figliolo come mi inculo questa baldracca che si scopa suo studente’ disse lei.
‘Beh, non sei tanto di meglio, ti fai scopare dal figlio mentre lesbicavi con la prof…’ replicai scherzosamente
‘Hai ragione, sono peggio delle baldracche che possa esistere’ rispose lei
‘una delle più sexy direi’ Paola fermandosi aggiunse mollandole uno schiaffo sul culo
‘Ahia Paola’ protestò mia madre senza fermarsi.
‘Mia figlia ha perfettamente ragione’ disse Emily con la voce roca dalla goduria
‘Ti piace farti scopare da mia madre eh professoressa?’
‘Siii, mi piace moltooo, anche se preferisco il tuo bastoneee’
‘E’ pronto’ disse Paola alzandosi e quasi contemporaneamente, mia madre uscì da Emily, che si accavallò sopra di me, Paola con una mano mi teneva il cazzo puntato all’entrata della figa della madre, mentre lei scendendo si faceva penetrare, poi si appoggiò su di me, quindi sentii mia madre mettersi dietro di lei.
‘Te l’ho metto in culo adesso cara Emily’ disse mia madre
‘Sì, fallo, lo voglio tutto nel culo, dai’ quindi sentii il dildo dello strap-on entrare nell’orifizio posteriore, sentivo la sua presenza mentre sono dentro all’utero.
Cominciammo a scoparla insieme, era la prima volta che facevo una doppia penetrazione a una donna, mi muovevo senza curarmi del ritmo di mia madre, perciò all’inizio non riuscivamo a farla godere, dopo un pò, presi ritmo, e la scopammo fino a farla godere.
Nel frattempo Paola si &egrave seduta sulla mia faccia per farsi leccare la figa, beh, più che farmela leccare, io tiravo fuori la lingua e lei ci strusciava sopra mentre baciava la madre giocando le sue tette.
La prima ad avere l’orgasmo fu Emily, che si staccò dal bacio lesbico e incestuoso con la figlia, e cominciò ad avere degli spasmi, squirtò bagnando il letto e svenne. Marina la sollevò e la appoggiò sul letto, poi allungò la mano a Paola: ‘tocca a te cara’ per farla sollevarsi dalla mia faccia, che si sollevò ma rifiutò l’invito di farsi scopare, piuttosto si avvicinò a mia madre, e le slacciò le cinture dello strap-on, ‘a me quella verga non mancherà, ma a voi… ‘ si spiegò infilandosi il dildo più piccolo in figa e allacciando le cinghie.
Poi spinse mia madre sul mio pube, che sollevò una gambe, per farsi che il cazzo le entri nella figa, poi riabbassò la gamba sollevata e si sedette sulle mie, mentre Paola si mise dietro di lei, e con un colpo violento le entrò tutto nel culo, mia madre urlò di dolore, cercai di soffocare le sue urla nella mia bocca, ma non ci riuscii, quindi lei continuava a urlare, ma quando il dolore passò, cominciò a gemere: ‘oh si, si’ si’ continua così,… che bello fare la doppia penetrazione con il figlio e la sua fidanzata.. si dai, muoviti figliolo, mica vorrai che vengo grazie al dildo in culo?’
‘E se fosse così? mi farebbe eccitare solo di più’ intanto presi a scoparla con tutte le mie forze. Le afferrai le tette, strizzando i capezzoli con una mano, e baciandole.
Dopo quasi 20 minuti, lei venne, si irrigidì, mosse il bacino e le gambe in modo violento, e si accasciò su di me, mi baciò dolcemente: ‘Grazie amore mio, non ho mai goduto così tanto’, venni anche io intanto, sentendo le pulsazioni delle sue pareti vaginali, le inondai la vagina di caldi fiotti di sperma, che cominciarono a colare lungo la mia asta.
‘Ti faremo godere ancora di più nel futuro cara Marina’ disse Paola facendola spostare da sopra di me, mettendola supina a gambe levate per aria, mostrando la figa ripiena di sperma, e tuffandocisi cominciò a ripulirla con lunghe leccate sulle labbra cercando di infilarci la lingua. Io intanto mi ero appoggiato alla testiera del letto, presi segarmi lentamente, mentre Marina era stesa verso la fine del letto, con Paola tra le sue gambe mostrandomi il suo culo splendido.

‘Certo che ti piace leccare la figa Paola’ disse ancora sonnolenta Emily, la sua provocazione non ebbe risposta, quando si riprese del tutto, allungò la mano e cominciò a segarmi lentamente poiché aveva perso un bel pò di consistenza dopo la sborrata precedente.
Poi si spostò in modo da prendermelo in bocca, il bastone a contatto con le labbra carnose e il suo calore, si risvegliò, diventando duro in pochi minuti. Nel frattempo allungai la mano e giocavo con il culo di Paola, cercai di infilare un dito in figa e uno in culo, sussultò. Quando mi sentii pronto, mi staccai da Emily, e mi sedetti sulle cosce di Paola, aprendole le chiappe, vidi il suo buco del culo che era ancora leggermente aperta e che cercava di chiudersi lentamente, le accarezzai la figa, era umida, quindi puntai il cazzo al suo sfintere, spinsi leggermente, feci fatica a far entrare la cappella, ma ci riuscii, poi prendendola per il culo, cominciai a penetrarla con decisione, lei intanto cominciava a gemere, senza smettere di leccare e masturbare mia madre.

La cavalcavo con foga, accarezzandole il culo, aprendo le chiappe per vedere la verga che entra ed esce dal suo culo.
‘Amore, scopami in figa, lo voglio davanti’ implorò lei
‘Ok, subito’ dissi io sfilandomi da un buco infilandomi in quello davanti, entrai facilmente poiché era bagnatissima, un lago, presi a scoparla come piaceva a lei, colpi duri e profondi, ogni volta tirandolo fuori quasi del tutto per poi rientrare subito.
Emily era accanto a me, teneva le mani sulle mie palle, accarezzandole, stringendole leggermente, ero già allo stremo, e venni, sborrando tutto quello che avevo nelle palle nell’utero della Paola, nonostante l’orgasmo continuai a scoparla, poi venne anche lei, la sua figa era un miscuglio di sborra e liquidi vaginali, mi stesi su di lei, stanco, il cazzo ormai moscio, uscì da lei, portando con se un fiotto di quel miscuglio di piacere, che finì sulle lenzuola.

Paola smise di leccare mia madre, che prese a masturbarsi da sola, io ero steso sulla schiena di Paola, con la testa vicino alla sua, entrambe davanti alla figa di mia madre, che venne, lavandoci la faccia con suo squirto.
Mi levai da sopra, girandosi, ci baciammo, fu un bacio lungo e passionale.
Quando ci stacammo, le donne erano abbracciate, si erano baciati anche loro, guardai l’orologio e segnava 9.00, e avevamo l’aereo all’una.
‘Cazzo, già le nove, le valigie, lavarci, andare all’aeroporto, siamo in ritardo’ imprecai saltando giù dal letto, Paola mi seguì, mentre le altre due confuse ci osservavano.
‘Cazzo mamma, mi sono dimenticato di fare la valigia’ merda, adesso come facciamo’fece Paola, notai delle strisce di sborra che le correvano giù lungo le gambe.
‘Tranquilla Paola, ti presterò delle magliette e pantaloncini, costume lo comprerete quando arrivate, per l’intimo presumo che non ti servirà molto’ intervenne mia madre facendole l’occhiolino.
‘Bella idea, ma adesso alzatevi e fate la valigia per noi mentre ci laviamo?’ intervenni scocciato, presi la mano di Paola e ci infilammo in doccia. Cercai di lavarmi senza perdere troppo tempo, ma la tentazione di palpare quella dea che avevo a pochi cm da me, era impossibile, vedere la sua pelle bagnata, mi eccitai di nuovo, nonostante avessi finito di lavarmi, non volevo uscire dalla doccia, e presi a toccarle le tette con una mano e una in mezzo alle gambe.
‘Non ora amore, altrimenti perdiamo aereo.’ quindi mi cacciò fuori.
Mi asciugai con un asciugamano, mentre lei usciva, cercai di avvicinarmi, ma lei mi fulminò con uno sguardo, capii che era meglio uscire, trovai due valigie pronte, dei vestiti sul letto, mi vestii. Paola ci mise un pò dovendo asciugare anche i capelli, poi si presentò in camera tutta nuda, si vestì con le cose di ieri sera, e fummo pronte.
Trovammo le madri in cucina a bersi il caff&egrave, che saltammo, caricai le valigie in macchina, mentre le mie donne salivano in macchina.
Emily aveva una maglietta che riconobbi di mia madre e un paio di pantaloncini, e così anche mia madre, Paola salì davanti, mentre altre due dietro, e così partimmo alla volta dell’aeroporto che era a 90km da casa mia.
Durante il tragitto, mi venne il dubbio: ‘ma voi dietro vi siete lavate?’
‘No bello, vogliamo avere l’odore del tuo sesso addosso, soprattutto a tua madre piacere avere tuo seme dentro di lei’ replicò Emily.
‘Che troie che siete…’ commentò Paola
‘le mie troie’ aggiunsi io.
Arrivammo giusto in tempo per imbarcarci, il volo durò 9 ore che passarono tranquillamente, all’arrivo, erano le 19 ora locale, prendemmo un taxi che ci portò all’hotel dove avevamo prenotato un piccolo suite, regalo di mio padre che ogni tanto si ricorda di avere un figlio, che comprendeva una camera da letto matrimoniale, un soggiorno, e un bagno.
L’albergo era vicino alla spiaggia, bastava attraversare la strada.
Alla fila per la check-in tutti gli uomini guardavano Paola, che con la maglietta scollata e i pantaloncini di mia madre, che metteva in risalto le sue gambe lunghe e affusolate, attirava l’attenzione, prima guardavano lei, poi fissavano me invidiosi, allora per farli invidiare ancora di più, prima appoggiai la mano sul suo culo palpandolo delicatamente, poi glielo strizzavo, sentivo le occhiate di tutti addosso, il che mi eccita parecchio, poi passai alle gambe, lei infastidita dalle mie dimostrazioni di affetto, ‘Smettila amore, ci guardano tutti’ disse leggermente scocciata
‘eh dai, non ti eccita essere guardata?’ ribattei io insistendo di più con la mano.
‘no, per nulla’ mi disse sottovoce
‘sono tantissimi a guardarti’ risposi io da scemo. Ero eccitatissimo, avevo un paio di pantaloni di tessuto leggero, che non riusciva a contenere la mia erezione.
Finalmente arrivò il nostro turno, la ragazza per check-in era bionda, bel viso, i capelli erano legati in un chignon dietro la testa e indossava l’uniforme dell’albergo un pò sbottonata mostrando leggermente i suoi seni in maniera sobria.
Ci chiese i documenti e le carte di prenotazioni, e mentre fissava lo schermo del computer ogni mi guardava verso il basso ventre ad un certo punto Paola se ne accorse dei suoi sguardi mi diede una piccola spinta, la ragazza se ne accorse, arrossì violentemente, poi ci diede una tessera per la porta della suite e ci augurò buone vacanze, Paola la ringraziò e le fece l’occhiolino.
Prima di allontanarci si presentò: ‘Sono Paola, piacere di conoscerti’
Ragazza: ‘Sono Juliet’
Io: ‘sono Gianluca, ci vediamo allora’ quindi presi Paola per la vita e mi avviai.
Prendemmo ascensore per raggiungere la nostra suite, appena entrati, Paola mi fece: ‘certo che quella non toglieva gli occhi dal tuo pacco’, ‘ma solo te sai quanto &egrave piacevole’ ribattei io, ‘ti piace farti vedere eh? brutto porco. Però aveva un bel paio di tette’ aggiunse Paola, ‘eh già, devono essere una quarta, perfette per fare una spagnola’ dissi senza pensare alle conseguenze, mi arrivò poco dopo uno sonoro schiaffo sul braccio, ‘ahia che ti prende?’.
‘A casa hai due troie in calore perennemente, qua ci sono io, e ti metti a fare certi pensieri su un’altra ragazza ancora?’ disse lei leggermente arrabbiata.
‘eh dai, era solo una battuta’ le risposi avvicinandomi a lei cercando di abbracciarla
‘si, come no, ti ho visto mentre la guardavi’
‘si, l’ho guardata un pò, ma amore, sai che amo solo te.’ e l’abbracciai da dietro, facendole sentire la mia erezione sul culo.
‘Sei proprio un porco, ma devo ammettere che &egrave davvero bella’
‘Piace anche a te?’ la incalzai
‘Sì dai, una bella lesbicata gliela darei hahaha’
‘allora vedi, siamo porci uguali’ dissi facendola girare per baciarla, infilandole la lingua in bocca, mentre lei me lo succhiava, mentre le mie mani erano sul suo corpo, e le sue sul mio pacco stringendomi la verga, e muovendola, facendomi una sega da sopra i pantaloni.
Le scostai la scollatura mostrando i capezzoli già duri, ne presi uno tra le dita, e li schiacciai leggermente, mentre lei aveva cominciato a respirare affannosamente, quindi smisi di baciarla, e presi a succhiare il capezzolo fuori dalla maglia, ma fui respinto, lei si sollevò la maglietta dalla vita e se lo tolse, rimanendo a petto nudo, allora tornai all’assalto dei capezzoli, presi quello sinistro in tra i denti, quasi lo morsi l’altra mano sull’altro seno, la osservai, cominciò a gemere e aveva il viso rigato dal piacere, inarcando la schiena, mentre io con una mano dietro alla schiena la tenevo in piedi, poi stanco di rimanere in piedi, mollai la mano sulle tette, e la presi in braccio per portarla a letto, quando arrivammo nella stanza da letto,che era grande, con un letto matrimoniale di fronte alla porta, e una finestra scorrevole con 3 ante, che illuminava la stanza su un lato della camera..
La appoggiai sul letto, presi i lati dei pantaloncini che aveva e gliela sfilai, era nuda sotto, poi con un l’unico movimento mi tolsi i pantaloncini insieme alle mutande così velocemente che quasi caddi., mentre lei si era spostata in mezzo al letto con le gambe aperte e la mano sulla vagina che l’accarezzava.

Ad un suo invito così esplicito, mi fiondai tra le sue gambe, con la mano sinistra le dilatava le grandi labbra e con la lingua le lappavo la sua vagina, dopo 12 ore di viaggio in aereo, aveva un leggero odore di sudore e piscio, un pò acre, ma sotto effetto dell’eccitazione non mi importava nulla, leccavo con grandi passione, e vagina rispondeva con la secrezione dei umori che insieme alla mia saliva bagnarono le labbra della sua sorca, presi un dito e glielo infilai nel culo, lei non se lo aspettava, gemette e strinse involontariamente le gambe, che subito dopo tornarono alla posizione originaria, le dita si muovevano dentro e fuori velocemente, e da uno dito diventano due, e poi tre, le muovevo con frenesia, talmente tanto che, nonostante anni e anni di sega, il braccio si stancò, lei era vicino all’orgasmo, e non era contenta che abbia smesso.

Mi staccai da lei, poi mi stesi al contrario di lei, poi la feci girare facendola mettere sopra di me, con la figa esattamente sopra la mia faccia e mio cazzo che punta alla sua.
Feci passare le braccia intorno alle sue chiappe, allargandole, con le dita della mano sinistra mi insinuavo verso il suo forellino posteriore, premendo leggermente con il dito medio, con la mano destra le schiaffeggiavo il culo, in tutto questo, la lingua aveva ricominciato a lappare insistentemente le grandi labbra e il clito, alternando le lunghe leccate alle succhiate al clito, poi cercavo di infilare più possibile la lingua all’interno della sua vagina, come se volessi scoparla con la lingua.
In tutto questo, lei aveva preso in mano la mia verga già duro, afferrandola alla base, baciando la cappella più volte, poi dal bacio passò alle leccate lungo l’asta, sempre con una mano sulla base del cazzo mentre con l’altra mano mi accarezzava la sacca scrotale, schiacciando i miei coglioni facendomi leggermente male.
Poi me lo prese in bocca, all’inizio solo la cappella facendomi sentire tutto il calore delle sue labbra, poi sempre di più, alla fine sentii la punta arrivare alla sua giugola, quindi cominciò a succhiare con passione, facendo su e giù insieme alla mano, che ruotava a destra e a sinistra mentre saliva e scendeva, ogni tanto lo tirava fuori del tutto, sputava sul cazzo e poi lo faceva rientrare tutto, da stronzo quale sono, quando il cazzo era tutto nella sua bocca, sollevai la gamba destra e la misi sulla sua nuca, tenendola ferma con il mento sul mio pube, sentivo il suo respiro sulle mie palle, quasi si soffocò, e per vendicarsi mi strizzo le palle talmente forte che urlai di dolore, ‘così impari a fare lo stronzo’ l’ondata di orgasmo che stava salendo dalle palle tornarono da dove erano venute per la strizzata. E lei si sedette con la figa sulla mia faccia, e aveva cominciato a strusciare quella fregna sul naso e sulla bocca.

Mentre continuava a segarmi in modo rude, i suoi movimenti erano furiosi, quanso scendeva con il pugno mi colpiva sul pube, lei venne poco dopo lavando la mia faccia con i suoi liquidi vaginali e squirti, questa volta fui io quella che rischiava di essere soffocata, ma sentire il liquido caldo che mi entra in bocca e nelle narici, mi eccitò talmente tanto, che venni, schizzai dappertutto, la mia pancia, le sue mani e sulle lenzuola, nonostante abbia sborrato lei non smise con il movimento della mano, anzi, aumentò la forza della presa, tanto &egrave che mi fece male, e dovetti toglierla da sopra di me.
‘Che ti prende amore’
‘Nulla, solo che volevo farti godere come voglio io hahaha’
‘infatti ho goduto tanto’
‘Ti piace che te lo seghi così eh?’
‘Sì, e c’&egrave anche un’altra cosa che mi piace’ risposi io, poi aggiunsi ‘Beh, prima di andare in aeroporto, ci eravamo fatto la doccia e poi…’
‘Mi vuoi scopare in doccia?’ mi interruppe lei
‘beh sì, eri così eccitante con la pelle bagnata’
‘andiamo allora’ quindi mi allungò la mano
Glielo presi e la trascinai in doccia.

Apri il rubinetto della doccia e nell’attesa dell’acqua calda, mi girai verso di lei, la bacia, infilandole la lingua nella bocca, lei rispose al mio bacio ciucciando la mia lingua come se fosse una lecca lecca, appoggiai le mani sulle sue chiappe, sollevandola, lei intrecciò le gambe dietro alla mia schiena, la schiacciai contro il muro, mentre con le mani cercavo di allargarle le chieppette sode e bianche.
Continuammo per almeno 5 minuti, quando sentii le braccia stanche, glielo feci capire, che sciolse le gambe dietro di me, e si appoggiò a terra, il cazzo si era indurito durante il bacio, lei me lo prese in mano e mi trascinò sotto la doccia.

Presi del sapone e glielo spalmai in mezzo alle gambe, lavandola e masturbandola allo stesso momento, mentre lei faceva lo stesso con la mia verga, dopo averle lavata la fregna, passai a giocare con le tette, che coperte dallo shampoo sono diventate più lisce che mai, quasi non riesco a prenderle tra le mani.
Quando lei sentii che mio cazzo ha raggiunto la massima erezione, si girò e si piegò a 90, mostrandomi tutta la sua mercanzia, ‘scopami amore’, non me lo feci ripetere, presi l’asta alla base e la puntai contro la sua figa già bagnata e lubrificata dallo shampoo, con un colpo di rene, glielo infilai tutto dentro, lei gemette per l’improvvisa sensazione di pienezza nella sua pancia, poi tenendola ferma per la vita, cominciai a scoparla, prima lentamente, godendo di ogni singolo entro ed esci dalla sua fregna, poi aumentando il ritmo, sbattevo le mie palle contro suo clito, lei era appoggiata al muro con una mano, con l’altra mano si masturbava furiosamente.

Dopo quasi 15 minuti, sentivo che stavo per venire, ‘dove la vuoi la sborra Paola?’ chiesi io, continuando allo stesso ritmo, ‘dentro amore, la voglio tutta dentro, voglio sentirmi ripiena del tuo seme. si continua così che vengo anche io, dai mettimi un dito nel culo che mi piace un sacco’
‘Ok, ma non durerò ancora tanto’ intanto le avevo infilato l’indice nel forellino posteriore che mi accolse allargandosi e me lo strinse come se lo volesse risucchiare tutto dentro, che fantastico buco.
Lei venne, le contrazioni dei muscoli vaginali mi diedero il colpo di grazie, il primo colpo uscire dalla canna e colpì la cervice, mentre dopo il primo ne seguirono altri, entrambi la respiravamo affannosamente, mi inginocchiai dietro di lei, e vidi che del mio seme stava uscendo dal buco dove li avevo depositati, ci infilai due dita, indice e medio per precisione, e ne raccolsi un bel po’, mi alzai e misi le dita nella sua bocca, me lo ciucciò come se fosse la cosa più buona al mondo.
‘Sei stato fantastico amore mio’ si alzò, si girò e mi baciò in bocca, sentivo ancora del sapore della mia sborra.
Ci risciacquammo le parti intime, ed uscimmo dalla doccia, guardi il telefono erano già mezzanotte, due messaggi entrambi dalla mia madre, aprii, e vidi due foto: la prima c’era mia madre che era messa a pecorina con la testa girata per vedere chi la fotografava e si faceva scopare in culo da un dildo, quella che indossava lo strap-on deve essere Emily.

Nella seconda foto invece, nessuna faccia era ritratta, ma si vedeva le due donne impegnate in scissoring sbattendo le fighe contro.

‘che eccitanti che sono queste due vacche’ commentai, Paola mi prese di mano il telefono cominciò a digitare, poco dopo me lo restituì, lessi quello che aveva scritto: ‘Mamma, il piano sta procedendo bene, e vedo che non state sentendo la nostra mancanza’
‘di quale piano stai parlando?’ chiesi incuriosito
‘niente, sono stanca adesso, dormiamo dai’ rispose lei pacatamente e si mise dormire.
Cercai di insistere ma non ottenni nulla sennò una strizzata alle palle, alla fine mi arresi, ma mi addormentai con il tarlo in testa. Ovviamente essendo all’estero, i dialoghi con la gente del luogo dovrebbero essere in altre lingue, quantomeno in inglese, ma per altrettante ovvie ragioni, vengono tradotte in italiano.

Alla mattina seguente fui svegliato dallo scroscio dell’acqua della doccia, aprii gli occhi a fatica, quando misi a fuoco, presi il telefono, cazzo, erano appena le 8, controllai i messaggi, nulla, mia madre ha visualizzato ma non ha risposto quindi gettai il telefono sul comodino e cercai di riaddormentarmi, ma proprio in quel momento Paola uscì dal bagno, e mi vide,
‘ti sei svegliato?’ dissei lei con un asciugamano intorno al corpo mentre con un altro si asciugava i capelli.
Feci finta di essere ancora addormentato, ma lei insisté, ‘Dai ti ho visto lanciare il telefono’
‘Sì, ma ho ancora sonno, lasciami dormire Paola’ dissi con la voce supplichevole
‘Ma voglio andare alla spiaggia Gian, ti prego’ questa volta la voce da sottomessa che chiede qualcosa al padrone ce l’aveva lei.
‘Andiamoci più tardi, fammi dormire’dissi senza nemmeno aprire gli occhi
‘Eh va bene, vorrà dire che andrò da sola, magari mi troverò qualche bell’uomo a farmi compagnia’ rispose per farmi indispettire
Al pensiero che gli altri uomini possano provarci con la mia Paola mi girai subito verso di lei e dissi: ‘tu sei solo mia’ ‘e allora datti da fare che voglio prendere un ombrellone vicino alla riva’, scattai, feci la doccia, quando uscii mi venne in mente che non aveva il costume dato che eravamo partiti in fretta e furia, allora glielo feci presente, ‘non mi servirà’ disse lei facendomi l’occhiolino, non capii che intenzione aveva, starà in pantaloncini.
Ci vestimmo, lei un paio di mini gonne e una canottiera, tutto senza intimo, come faccio a saperlo? beh, gliel’ho imposto io come vendetta per aver fatto alzare così presto.
Lei prese la borsa, ci infilò il portafoglio, i telefoni, il crema solare e scendemmo nella hall, mentre io mi dirigevo verso l’uscita lei mi trascinò davanti alla reception per chiedere una macchina in noleggio, c’era un’altra ragazza, fui un deluso di non aver visto Juliet.
Ci consegnarono la macchina davanti all’entrata, l’inserviente che scese dalla macchina non tolse lo sguardo da Paola finché non salimmo in macchina, ‘Ma non dovevamo andare in spiaggia? cosa ci facciamo con la macchina se la spiaggia &egrave di là’ chiesi io indicando la spiaggia dell’albergo con una mano, ‘ma per andare in questa spiaggia non ho il requisito giusto’, ‘il requisito giusto? che cazzo stai dicendo’ dissi io non capendo, ‘me l’hai detto tu, non ho un costume, e non voglio perdere la mattinata andando a comprarlo, quindi andiamo in una spiaggia per i nudisti, poi stasera facciamo spesa’ disse inserendo un indirizzo nel navigatore, 20 km, per fortuna non era lontana.
‘Ma sei sicura? spiaggia per nudisti?’ dissi io seguendo le indicazioni del navigatore
‘Sì’ rispose lei seccamente
Rimasi in silenzio, non essendo mai stato in una spiaggia per i nudisti, mi eccitai parecchio per quello che potrà succedere, le donne nude che gireranno davanti a me come se fosse la cosa più normale al mondo, per fortuna avevo gli occhiali da sole, così le potrò osservare come voglio.
‘Ma quando hai trovato sta spiaggia?’ chiesi io dopo un paio di km.
‘stamattina prima di andare a farmi la doccia, credi che sia venuta in mente solo a te che non ho un costume?’ disse lei
Non risposi.
Arrivammo in un parcheggio non molto grande, ci saranno stati 30-40 posti, ma era già per metà pieno, parcheggiai, e scendemmo.
Alla fine del parcheggio c’&egrave un piccolo sentiero che conduce in mezzo ad una pineta, attraverso la quale si sentono i rumori delle onde, la presi per la mano e ci incamminammo.
Alla fine della pineta, comparve un piccolo bar, con una tettoia sotto al quale ci sono dei tavoli, oltre al bar c’&egrave una spiaggia piuttosto grande, con gli ombrelloni e lettini. Al bar c’era poca gente, mentre ci sono parecchi ombrelloni già aperti sulla spiaggia, si vede che la gente si &egrave già sistemata per prendere il sole.
Quando mi affacciai al bancone per prendere il caff&egrave quasi mi venne un colpo: una donna con una faccia da angela, completamente nuda , sui 40, rossa, con un paio di tette che devono essere una terza abbondante, ornato da un capezzolo grosso e scuro.
‘d..u…e c..af..f…&egrave’ dissi balbettando dopo aver visto una donna così bella, così milf, così da scopare.
‘va bene carissimi sedetevi ‘ disse riferendosi a me e a Paola e si girò mostrando un culo fantastico, pelle liscia, senza segno di cellulite.
Paola che in tutto questo &egrave rimasta in parte a me mi diede una piccola spinta, e disse ad alta voce:’se continui a guardarla così gli occhi ti usciranno delle orbite’ ci sedemmo ad un tavolo vicino al bancone, tanto &egrave che la bella signora si girò, commentò: ‘tranquilla, non mi offendo mica’ e ci servì il caff&egrave uscendo da dietro il bancone, mostrando una vagina totalmente depilata con le labbra carnose.
‘Comunque piacere sono Helena’ disse lei
‘piacere nostro, io sono Gianluca e lei &egrave mia fidanzata Paola’ risposi
‘lo sapete che questa &egrave una spiaggia nudista vero? e non sono permessi chi non si adegua’ disse lei squadrandoci dal capo ai piedi.
‘Certo che lo sappiamo’ rispose Paola un pò indispettita per il fatto che non la smettevo di guardare Helena, si alzò e si tolse la canottiera mostrando le sue tette ancora non totalmente mature, che per carità brutte non sono, ma in confronto ai meloni della milf, sono un bel pezzo indietro. Poi si tolse anche i pantaloncini mostrando a sua volta la fregna, mise i vestiti in borsa e si risedette, poi disse: ‘tocca a te amore, siamo tutti a regola, tranne te adesso’.
Avevo un’erezione imponente, dato che alla mattina non mi ero sgonfiato poi la visione di Helena non aiutò di certo, mi tolsi la maglietta senza esitazione, ma indugiai parecchio per i pantalonici, in tutto questo Helena non si allontanò nemmeno per un pò, ‘mica ti vergogni vero amore’ disse Paola
‘certo che no’
‘allora cosa aspetti Gianluca’ chiese Helena.
‘Tanto devo farlo’ pensai, allora mi alzai e mi tolsi i pantaloncini, il cazzo scattò in tutto suo splendore, leggermente umida alla capella
‘che bell’attrezzo che hai’ commentò Helena, ricevere un complimento da una bella signora mi rese molto fiero di me stesso, tuttavia risposi con un semplice grazie poi Helena si allontanò.
Finimmo il caff&egrave, andai a pagare, ma prima di darmi lo scontrino, scrisse una serie di numero dietro allo scontrino, poi lo prese e se lo passò tra le gambe, e ne uscì un scontrino tutto appiccicoso, ‘mio numero di telefono, scrivimi appena puoi’
Tenni lo scontrino nella mano, poi ci sistemammo sotto un ombrellone vicino alla riva del mare, dove passa tutta la gente.
Mentre Paola era stesa con la pancia in giù a prendere il sole, presi il telefono e scrissi subito un messaggio :’Ciao Helena, sono Gianluca ;)’
la risposta arrivò dopo pochi secondi, ‘Quando la tua ragazza si addormenta, vieni al bar’
‘Ok’
‘Amore, mi metti la crema? non vorrei bruciarmi essendo tutta bianca’ chiese Paola girandosi ‘ma sei ancora duro? non posso crederci, deve eccitarti parecchio quella milfona’ e mi pose il tubetto del crema solare.
Mi inginnocchiai vicino a lei, spruzzai una striscia lungo la sua schiena e comincia a spalmarla con le mani, mentre la sua mano mi prese il cazzo e cominciò a segarmi lentamente.
‘Anche sulle gambe e sul culo’
‘va bene padrone’ risposi io scherzando
Allora cominciai a spargere il crema sulle gambe, per poi passare alle chiappe, ci giocavo, le stringevo nelle mani, le allargavo mentre con un dito le stuzzicavo il buco del culo, per poi passare alla figa che trovai umida. Quando finii, tornai sul mio lettino, avevo il cazzo più duro che mai, cominciai ad accarezzarmelo, poi lei mi disse: ‘ti masturbi in pubblico? ma che pervertito, almeno vai in bagno…’ e si girò con la testa, andai a farmi il bagno quando tornai girai intorno al suo lettino, controllai che fosse addormentata, e mi allontanai, direzione bar.
Arrivai e notai che c’era più gente, poi notai che Helena era dietro al bancone come prima, a fare il caff&egrave mentre altri due: un ragazzo e una ragazza li servivano ai clienti seduti ai tavoli,ovviamente nudi entrambi, notai subito qualcosa di familiare nella ragazza, i suoi capelli biondi, e le sue meloni al posto delle tette’ Juliettt !!!!
Mi avvicinai, con il cazzo leggermente afflosciato per la camminata e il bagno, la salutai: ‘Ciao Juliet, ma non lavori al hotel?’ chiesi io
‘ciao Gianluca, Sì, ma quando non lavoro li, cerco di aiutare la mia zia’ rispose lei
‘tua zia?’ la incalzai
‘Sì, Helena’ disse lei raccogliendo delle tazzine da un tavolo piegandosi mostrando il suo culo marmoreo. mi incatai alla visione di quell’opera d’arte, e lei se ne accorse, ‘se continui a fissarmi Paola si arrabbierà’
‘Se non lo viene a sapere non lo sarà’ risposi io tornando al mondo reale
Lei si allontanò per portare le tazzine a lavare, quindi andai a Helena che mi stava osservando, ‘vedo che hai conosciuto anche Juliet adesso’ ‘Sì’
‘Ti piace?’ chiese lei a tradimento
‘E’ una bella ragazza, molto bella’
‘La vuoi scopare?’ mi incalzò nuovamente
‘come? ‘ feci finta di non aver capito, ma il cazzo mi tradì sussultando quando sentii la parola scopare, che mi fece venire in mente anche il motivo per cui sono qui, quindi cambiai discorso:’perché mi hai fatto venire?’ feci il finto tonto.
Chiamò il ragazzo e gli disse di stare alla cassa, prese un paio di chiavi e mi fece il segno di seguirla, andò verso il pineta, in mezzo al quale, si nascondeva un piccolo parcheggio per il personale del bar.
C’era due macchine e un camper, lo aprì con le chiavi e mi fece segno di entrare, la porta si chiuse dietro di lei, mi spinse su un divano letto, e cominciammo a limonare, la sua lingua si infilava nella mia bocca per raccogliere ogni goccia della mia saliva e se lo portava nella sua dimora, mentre la sua mano destra mi segava, ma non essendo molto lubrifficato, fece fatica, allora smise di baciarmi, sputò sulla mano e riprese a baciarmi e a segarmi contemporaneamente, nel frattempo le avevo infilato una mano tra le cosce, trovando un lago, cominciai infilando due dita nella figa senza nessuno ostacolo, ‘cazzo che figa larga che ha’ pensai, e la masturbai con foga.
Dopo qualche minuti, mi salì sopra a cavalcioni, puntandosi il cazzo verso la figa si penetrò lasciandosi cadere sulla mia verga dura, senza gli indugì cominciò a cavalcarmi forsennatamente, come se le mancasse il cazzo da una vita, anche se data la larghezza della sua figa non deve certo essere a digiuno di cazzi, dovetti cambiare il pensiero per non venire subito, ma non riuscii a trattenermi per molto, dopo pochi minuti della sua cavalcata folle, le dissi: ‘sto venendo’ ‘vieni pure dentro’ queste parole furono per me la via libera per aprire il rubinetto, e le allagai la vagina di sborra. Il cazzo nonostante la recente sborrata, rimase duro per quanto fossi eccitato, lei se ne accorse :’allora hai proprio un bel attrezzo’ disse alzando il culo, pensai che volesse prendermelo in bocca, ma mi sbagliai, si mise a pecorina, e mi disse: ‘scopami nel culo’ non mi feci ripetere due volte, e mi inginocchiai dietro di lei, puntai la capella, spinsi, e le entrai dentro facilmente, poi la scopai facendo avanti e indietro con la vita mentre la tenevo ferma con le mani sulla vita, lei gemeva di goduria, urlando: ‘finalmente un cazzo vero’ oh siii, ohhhh scopami, scopami come se fossi ultima troia del mondo,… dai più forte, schiaffeggiami il culo, ti pregooohhh’ e venne agitandosi tutta, come si fa a dire di no ad una richiesta come questa, tirai qualche sberla sulle chiappe abbronzate, lasciando dei segni, in tutto questo non smisi di scoparla con tutta la forza che avevo, fu più facile resistere dopo la prima sborrata, dopo quasi venti minuti, arrivai alla capolinea, e le sborrai dentro venne anche lei di nuovo, stanco, mi accascia sulla sua schiena e commentai: ‘che troia che sei Helena’ ‘solo con chi voglio’ rispose lei spossata. ‘E con chi altro fai la troia?’ le chiesi con il cazzo ancora nel suo culo, ‘voglio farla con tua ragazza, sai sono bisex, mi piacciono le ragazze giovani, poi vado matta per le rosse, ma mi sembra che siamo partiti con il piede sbagliato tra me e lei…’
‘stai tranquilla, ci penso io a portartela a letto’ quindi mi alzai da lei perché era già passato parecchio tempo, Paola potrebbe svegliarsi da un momento all’altro, o peggio ancora, &egrave già sveglia, allora chiesi a Helena dove potessi darmi una sistemata e mi indicò una porta, mi ci infilai, mi lavai il cazzo, pulendolo dal resto della sborra e liquidi seminali. Poi sentii bussare alla porta, Helena andò ad aprire: ‘zia, c’&egrave Paola che sta cercando Gianluca, so che &egrave qui con te, vi ho visti venire qua, dov’&egrave’ uscii di corsa dal bagno, e non sapendo che fare, ‘sono nei guai adesso’ merda…’, ‘stai tranquillo, le ho detto che ti avevo visto andare verso il parcheggio, se adesso corri e fai finta di tornare dal li, non dovrebbe sospettare nulla’ detto fatto, corsi verso il parcheggio, anche se non avevo le chiavi della macchina, ‘sicuramente non se la berrà, porca puttana’.
Arrivai alla macchina,mi infilai dietro, non sapendo cosa fare, mi venne in mente che lei si era addormentata che avevo il cazzo duro, eccolo, le dirò che mi sono appartato in macchina per farmi una sega in modo che si sgonfiasse il cazzo, cominciai a toccarmi, feci un po fatica a farlo diventare duro di nuovo, dopo le due mega sborrate che avevo fatto pochi minuti prima. Mi concentrai, poi sentii qualcuno bussare sul vetro della macchina, era Paola che mi stava sorridendo, aprì la portiera: ‘ti stai facendo una sega in macchina??’
‘Sì, non potevo mica farmi una sega in spiaggia no? e in un bagno pubblico non mi va prorpio allora sono venuto qua’ lei salì e chiuse la portiera.
Mi fece un pompino magistrale mettendomi fuori gioco per il resto della giornata, ovviamente non tutto merito era suo, c’&egrave anche la farina delle due sborrate precedenti.
Quando mi ripresi, tornammo in spiaggia, nel tragitto incontrammo Helena che stava tornando in bar, era ancora tutta nuda, ma aveva i capelli umidi ed emetteva un leggero profumo da bagnoschiuma.
Deve essersi lavata, oltre al solito ciao cercai di dillungare la conversazione ma venni fulminato dallo sguardo di Paola che mi trascinò sotto il nostro ombrellone, dove si stese sul suo lettino a pancia in su con le gambe leggermente aperte, mostrando la sua vagina liscia, e leggermente umida, deve essersi bagnata per il pompino che mi ha fatto, allora per ripagarla, avvicinai il mio lettino al suo più che potevo, tant’&egrave che formai un letto matrimoniale, stendendosi vicino a lei, allungai la mano per toccarla, prima sulla pancia, poi come se nulla fosse, le palpai per un pò i seni, siccome lei non protestava, allora la mano si fece coraggiosa, e si intrufola in mezzo alle sue gambe, giocando con le sue grandi labbra che sono sempre più umide, lei aveva cominciato a gemere sottovoce per non farsi sentire dai nostri vicini di ombrellone, che ognitanto ci guardavano.
Poi lei ruppe il silenzio, ‘Indovina chi ho trovato al bar prima’
‘Chi?’ feci finta di non saper di chi si tratta
‘Juliet!! La biondina che lavora alla reception dell’albergo dove alloggiamo, quella che ti ha guardato il pacco mentre ci faceva il check-in’ disse lei con la voce che trasuda di eccitazione per il ditalino che le stavo facendo
‘davvero? dove?’ chiesi io sempre fingendo
‘Al bar, dà una mano a Helena che &egrave sua zia’
‘Anche lei &egrave nuda? l’hai vista per bene? come ti sembra?’
‘Brutto porco, vorresti mangiartela con gli occhi eh?’
‘Non solo con gli occhi’ risposi aumentando il ritmo del ditalino
‘comunque sì, che tette formidabili che ha, per non parlare della sua vagina’ rispose con la voce strozzata dal godimento, e poco dopo venne, squirtando sulle mie mani e gemendo rumorosamente, così tanto che una signora sui 40 anni del lettino vicino alzò la testa e ci osservò per un pò, poi disse al suo marito :’guarda che bella troia che &egrave quella ragazza’.
Poi andammo a farci un bagno, al ritorno mi addormentai sul lettino.
Mi risvegliai che erano le 5 del pomeriggio, le tre sborrate di stamattina mi hanno proprio prosciugato le forze, poco dopo Paola mi disse che era meglio andare se voleva andare a comprarsi un paio di cosette.
Ci avviammo verso il parcheggio, passando per il bar, con la scusa di prendere una bottiglia d’acqua mi fermai.
C’era Helena alla cassa mentre i due ragazzi stavano servendo i clienti, poi si avvicinò Juliet, con le sue mammelle al vento, grossi capezzoli neri induriti, disse:’ve ne state andando? tornate all’albergo? posso chiedervi un passaggio che sono di turno dalle 7 di sera’
‘Si, ma prima dobbiamo andare a comprare delle cose, c’&egrave un centro commerciale qua vicino?’ rispose Paola
‘Sì. a circa 5 km c’&egrave ne uno, con dei bei negozi, visto che ho ancora tempo, se vi va, vengo con voi, andiamo al centro commerciale poi andiamo all’albergo insieme?’
‘Si si, va benissimo’ dissi io anticipando Paola che stava ancora pensando
‘Fantastico, vado a prendere i vestiti e andiamo’ poi corse via con le tette che saltellavano su e giù ad ogni suo passo,
‘Smettila di fissarla che &egrave mia’ disse una voce da dietro di me, mi girai di scatto, mi si parò davanti Helena
‘Come tua?’ chiese Paola
‘E’ la mia ragazza, siamo lesbiche se non hai ancora capito’ rispose lei.
‘ma com’&egrave possibile? ‘ feci io non capendo cosa stava succedendo
Poi arrivò Juliet con i vestiti in mano, allora la conversazione finì lì, ma durante il tragitto, Paola chiese: ‘Ma Juliet, Helena non &egrave tua zia?’
‘ahaha, ma no, lei &egrave la mia ragazza, e la chiamo zia perché durante il rapporto sessuale mi eccitava tanto, poi abitudine si &egrave instaurata, allora la chiama così anche fuori dal letto’ disse lei senza un ritegno di pudore, come se fosse la cosa più normale del mondo.
‘Ahn.. ho capito..’ io e Paola rimanemmo senza parole dalla scoperta.
‘Spero non vi scandalizziate, siamo di mentalità molto aperta e ci piace sperimentare cose nuove’ aggiunse Juliet facendomi occhiolino senza che Paola ci vedesse.
Raggiungemmo la macchina.
‘Dammi le chiavi che sono nella tua borsa’ dissi a Paola
Frugò un attimo nella borsa, e me le diedi.
Avviai la macchina e seguendo le indicazioni di Juliet, che nel frattempo si era vestita in macchina, arrivammo al centro commerciale.
Comprammo un paio di cose da bere, poi girando per i negozi, Paola comprò,sotto consiglio della sua nuova amica , un paio di costumi molto belli, ma soprattutto molto striminziti, poi passammo davanti a un sexy shop, vollero entrare a tutti costi, devo dire che tra di loro c’&egrave grande feeling, Juliet fece provare a Paola diversi lingery molto sexy, c’&egrave uno in particolare che metteva in risalto il suo culo, comprarono quello e delle altre cose tipo le calze a rete, cose così, che farebbero rizzare il cazzo anche a un morto se indossato da una ragazza come loro due.
Uscii col cazzo duro dal negozio, mentre le ragazze si stavano divertendo, come se lo facessero apposta, guidai col cazzo duro fino all’albergo, non feci in tempo a parcheggiare che Juliet mi dice di fermarsi vicino all’entrata.
‘Ragazzi, devo scappare che manca poco alle 7, ci vediamo’ disse Juliet appena scesa dalla macchina
‘A che ora finisci il turno?’ chiese Paola prima che fosse troppo lontana
‘A mezzanotte, faccio solo 5 ore, sono part time’ disse lei girandosi
‘Quando hai finito passa a trovarci in camera’ urlò Paola mentre Juliet si allontanava, poi alzò la mano con il segno di Ok per farci capire che ci ha sentito.

Parcheggiai la macchina, tornammo in camera, e appena dentro, Paola disse:’mi dici come mai sei andato in macchina a farti la sega senza prendere le chiavi della macchina?’
‘me ne ero dimenticato e fortunatamente la macchina non era chiusa’ risposi io.
‘Io penso che sei stato fortunato sì, perché ti ho visto arrivare da una stradina che &egrave quella dalla quale &egrave uscita anche Helena quando stavamo tornando, avete scopato vero? ‘ disse lei aumentando il tono della voce.
Non seppi più che fare, se continuare a fingere o ammettere e chiedere scusa, mentre stavo ancora tentennando, immaginando le possibili scuse da inventare, lei mi riportò nel mondo reale, ‘Non c’&egrave bisogno che ti inventi qualche scusa, tanto so già tutto, Juliet mi ha detto che vi ha visto andare verso il camper, il resto me ne ero immaginato da sola’
‘Scusa amore, &egrave che quella vecchia milfona &egrave davvero eccitante’ cercai di giustificarmi in qualche modo
‘Non ne voglio più parlare, vado a farmi la doccia e dopo andiamo a mangiare, ne riparliamo dopo’ disse spogliandosi dei pochi indumenti che aveva ed entrò in doccia.
Io feci altrettanto e la seguii, sembrava non fosse successo nulla, ci baciavamo, e me lo prendeva in mano segandolo lentamente, alternando la sega ai massaggi alle palle, mi fece indurire, quando la spinsi verso il basso per farmelo succhiare, fece il segno di no con le dita.
‘Perché no? dai Paola che voglio venire, non posso andare a mangiare col cazzo duro così…’ cercai di convincerla allungando la mia mano verso la sua passera, ma venni respinto
‘No, non devi venire finché non lo decido io stasera, e non puoi nemmeno toccarmi, &egrave questa la punizione per aver scopato con quella troia bisex di Helena’ finì di lavarsi ed uscì.
Quando la raggiunsi si stava già vestendo, un paio di tanga acquistate prima, un paio di pantaloncini cortissimi, così corti che una bella fetta delle chiappe erano ben visibili, e una canottiera leggera che lasciava poco all’immaginazione, si poteva vedere chiaramente i suoi capezzoli, leggermente duri che spingevano contro il tessuto, nel frattempo mi ero vestito anche io, e andammo a cena nel ristorante dell’albergo.
Durante la cena non smetteva mai di provocarmi, tenendomi il cazzo in erezione per tutta la durata, poi flirtava anche con il cameriere, lasciandogli vedere le sue tette sollevando leggermente la canottiera per ‘far circolare l’aria’ a suo dire. Bevemmo tanto vino, e rimanemmo lì ad assistere anche un piccolo spettacolo che l’albergo aveva offerto ai suoi clienti per intrattenerci.
Uscimmo dal ristorante verso 23.55, volli andare in camera a sborrare, ma Paola mi trascinò in Hall, poco dopo ci raggiunse Juliet, con i vestiti con i quali era arrivata insieme a noi, poi in tre salimmo in camera.
‘Adesso si che ci divertiamo’ pensai io, ignaro della punizione che Paola aveva architettato.

Siamo davanti all’ascensore, le ragazze sono abbracciate tra di loro, mentre io ero in disparte, non che non volessi stare in mezzo a loro, ma il tentativo di mettermi in mezzo non era andato molto bene, ricevendo una schiacciata agli coglioni come risposta.
L’ascensore arrivò che era completamente vuoto, entrammo le troiette si misero in fondo all’ascensore, premetti il pulsante del nostro piano, e girandomi verso di loro, mi godetti lo spettacolo offerto: un bacio lesbico intenso, dove le lingue sono coinvolte in una battaglia, ovviamente le mani non stavano ferme un secondo, quelle di Paola giocavano con le zinne di Juliet, che erano scoperte per la maglietta leggera e scollata che indossava, ad un certo punto Paola tirò sù la maglietta, mostrando una boccia di carne abbronzata, con il capezzolo duro e grosso cerchiato da un’areola un po più chiara.
Mentre Paola giocava con le bocce, Juliet aveva infilato una nei pantaloncini di quest’ultima, e le tastava le chiappe, e con l’altra mano strizzava quel pezzo di chiappa che fuoriusciva da sotto.
Mentre Paola si era concentrata sull’altra tetta, allungai la mano destra sul seno di Juliet per strizzare il capezzolo che sembra dirmi: “succhiamelo dai, so che hai voglia, ciucciami tutta, magari esce del latte”, e così misi la mano sul quel pezzo di carne calda, lo strizzai, pensai che era fatta, mi avvicinai, cercando di succhiarlo, ma le ragazze smisero di limonarsi, e mi respinsero all’unisono, e proprio mentre indietreggiavo sconsolato e incazzato allo stesso momento, suonò la campanella che annunciava l’apertura della porta dell’ascensore, uscii davanti alle due troie che erano ancora abbracciate, aprii la porta con la tessera ed entrai mentre mi seguivano, la porta sbattè chiudendosi.
Andai in bagno a lavarmi di nuovo, sperando che il cazzo si ammosci un pò, le palle cominciavano a farmi male, cercai anche di masturbarmi, ma è come se mi stessero perseguitando, appena mettevo le mani sul cazzo, appariva Paola:”No, non devi sborrare, sennò non vedi più la mia figa per un mese”, poi al terzo tentativo, lei apparve nuda in bagno, e mi disse: “dai, vieni a farti un bagno in piscina” si avvicinò e mi trascinò per il cazzo verso la piscina.
Juliet era tutta nuda, appoggiata al bordo, con le tette mezze immerse in acqua, quando mi vide: “ohh, l’ometto si è offeso…” disse con la voce provocatoria, poi si alzò mostrando la sua figa e allargò le braccia, “dai, vieni, stavamo solo scherzando”.
Scesi in piscina, e mi ritrovai in mezzo alle due vacche, Juliet stava alla mia sinistra Paola a destra, Juliet mi prese per le spalle e mi girò verso di lei, e mi baciò limonando come stava facendo con Paola, poi mi prese la mano e se lo appoggiò su un seno, cominciai ad accarezzarlo. Mentre mio amore stava dietro di me, e mi segava lentamente, accarezzandomelo delicatamente, mentre mi sussurava: “amore, stasera ti faremo godere, fai come ti diciamo, e godrai come non hai mai fatto, ci stai?”
Staccandomi dalla bocca succulenta di Juliet, “Sì, ci sto”
“Allora andiamo a letto” disse Juliet trascinandomi per una mano.

Si fermò davanti al letto, si girò, mi spinse sul letto, “tieni aperte le gambe e le braccia” disse perentoria, mentre Paola aveva tirato fuori delle corde che devono aver acquistato allo sexy shop, mi legarono le mani e le braccia ai 4 angoli del letto, poi Paola salì sul letto, mi baciò e mi disse: “Adesso ci divertiamo”, si sedette sulla mia faccia, cercai di leccare ogni cm della carne che passava sopra la mia lingua, ma lei si muoveva talmente veloce che mi stancai presto, ma lei continuò, mentre Juliet si era seduta sulle mie gambe, e aveva cominciato a segarmi lentamente, stavo cominciando a godere, e proprio in quel momento, Paola si stese su di me e me lo baciò, con Juliet vicina che la osservava e tastava i miei coglioni, dopo il primo bacio sentii due bocche sulla mia verga, me lo stanno baciando in due, le prime gocce di liquido seminale avevano cominciato ad uscire, usavano la lingua per scorrere su due lati del cazzo, poi proprio mentre stavo per sborrare,fremetti , lo percepirono, e Juliet mi prese in mano i coglioni e li schiacciò forte, urlai di dolore, ma le mie urla sono soffocate dal culo di Paola che appoggiò tutto il suo peso sulla mia faccia, respiravo attraverso il sorco tra le sue chiappe leggermente rosse per il sole preso oggi, e così mi impedirono la sborrata.

Si staccarono da me, finalmente riuscivo a respirare aria fresca, mentre Paola fece stendere Juliet vicina a me, mentre lei si accavallò sulla faccia di Juliet, diversamente da come si era seduta sulla mia faccia, stavolta si appoggiò con delicatezza, mentre la troietta sotto non perde tempo che comincia a leccare la figa alla mia ragazza, che a sua volta si stese su di lei, e mise la testa tra le gambe allargate di Juliet, cominciando a restituire il servizio che sta ricevendo, e con una mano libera mi tastava i coglioni prima, poi mi segava, alternava il ritmo veloce a quello lento, la presa stretta a quella meno stretta, stuzzicava la capella con il pollice quando può.
I primi gemiti avevano cominciato a riempire la stanza, con Paola che aveva cominciato ad agitare il culo, Juliet usò entrambe le mani per tenerla ferma, ma ebbe poco successo, poi la mano di Paola sul mio cazzo si fermò, lei alzò la testa, inarcandola e cacciò un urlo di godimento, venne, squirtando nella bocca di Juliet che dal suono che emetteva, stava cercando di bere tutto il nettare che usciva dall’orifizio di Paola.
Che spettacolo eccitante.
Dopo aver goduto, Paola scese dalla faccia di Juliet, e si diresse verso il frigo-bar, mentre Juliet si alzò e mi baciò, non era un bacio normale, lei cercava di passarmi il contenuto della sua bocca, capii che era il piacere di Paola, quando ebbe finito, ingoiai quello che avevo in bocca, e la baciai nuovamente.
Nel frattempo era tornata Paola con dell’acqua, ne bevette un pò, poi la passo a Juliet, che bevette a sua volta, poi tenendone un pò in bocca, mi tenne la bocca aperta, e letteralmente mi sputtò in bocca, tutto questo mi eccitò tantissimo.
“Dovrebbe essergli passata la voglia di sborrare” disse Juliet a Paola che rispose senza parlare, ma si mise in mezza alle gambe di Juliet, le diedi delle leccate succose per umidificarla, poi alzandosi insieme, diede un colpetto su una chiappa di Juliet, e disse: “Calvalcalo, ma stai attenta a non esagerare ;) ”
Juliet si mise a cavallo sulla mia pancia, Paolo prese in mano la mia verga e la tenne ferma puntata all’entrata della sorca, che si sedette con decisione, facendosi penetrare, poi cominciò a fare su e giù, insieme ai movimenti del bacino. Mentre Paola stava dietro a lei giocava un pò con le sue tette per poi passare alle mie palle, per controllare che non sborri nella figa di Juliet, dava delle strizzatine, poi ad un certo punto chiese: “Lo vuoi anche in culo?”
Juliet continuando a cavalcarmi, rispose con la voce rotta dal godimento:”Per stasera solo figa, domani voglio che mi farcisca il buco del culo”
Quindi continuò per altri lunghi minuti di godimento, cominciai ad ansimare, e lei rallentò il ritmo.
Paola mi strizzò di nuovo i coglioni, ma stavolta mi fece davvero male, poiché le avevo durissime, urlai e tentai di scalciare ma non ci riuscii perché avevo le gambe legate.
Juliet si sfilò, e disse: “Certo che dura davvero, adesso capisco perché a Helena piace tanto”
Cercai di giustificarmi con Paola, ma non mi diede ascolto zittendomi, si scambiò il ruolo con Juliet, e cominciò a calvacarmi come solo lei sa fare, si abbassò e mi baciava.
Poi senti la presenza di qualcosa nell’altro ingresso, intuì che era Juliet con un strap-on che stava inculando.
La mia troia stava godendo tantissimo, i suoi respiri diventavano più affannosi, e spezzati, la pelle era lucida per via del sudore.
Dopo quasi 20 minuti di calvacata forsennata, Juliet si sfilò, subito dopo anche Paola.
Mi slegarono, poi si misero a pecorina una sopra l’altra, Paola sopra, Juliet sotto, le scopai liberamente scambiando i buchi a mia volentà, con l’eccezione del culo di Juliet.
Non durai molto dopo che tre volte mi hanno represso l’orgasmo, quindi chiesi alle mie troiette dove volessero la sborra.
Non risposero, ma Paola scese da sopra di Juliet e si mise stesa con le gambe aperte, capii che cosa voleva, quindi la penetrai stando in mezzo alle sue gambe che si allacciarono dietro alla mia schiena, Juliet si mise dietro di me, e con la mano sulla mia schiena mi dava il ritmo della penetrazione.
Quando venni, fui spinto più in fondo possibile, dove depositai tutto il contenuto delle mie palle.
Rimasi steso su Paola per un pò, poi venni spostato da Juliet che occupò il mio posto leccando la fica a Paola, dalla quale le prime gocce di sperma stavano uscendo.
Mi addormentai guardandole baciarsi, con Juliet che le passò del mio sperma ed entrambe ingoiarono.

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