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Nevica.
Sono qui nella mia camera e dovrei studiare, ma rimango per ore incantata a guardare la danza dei fiocchi leggeri cadere e ricoprire il mondo. Piano piano il paesaggio diventa uniforme, candido, bellissimo. La strada, gli alberi, le case che vedo tutti i giorni diventano nuovi, assumono un altra forma. Tutto &egrave più delicato, silenzioso, calmo.
Non so perché la neve mi piaccia così tanto, ma so che era scritta nel mio destino.
Nevicava il giorno in cui sono nata. Bologna era coperta da una coltre bianca che ha reso il giorno della mia nascita ancor più speciale. Mia madre e mio padre fino a quel giorno erano ancora indecisi sul nome che mi avrebbero dato, ma quando iniziò a nevicare e io mi decisi a venire al mondo non ci furono più dubbi: mi chiamarono Bianca.
Molti dei ricordi più belli che ho sono legati alla neve. Dal primo pupazzo di neve costruito con mio padre, alla prima volta che vidi mio fratello scendere da una pista con lo snowboard.
Adesso che sono seduta qui alla mia scrivania, con i piedi avvolti nei calzettoni bianchi e ben appoggiati al termosifone, non riesco proprio a studiare. Tutto ciò che riesco a fare &egrave guardare fuori dalla finestra e perdermi tra sogni e ricordi.

I ricordi..
Non posso non pensare a ciò che &egrave successo l’anno scorso.
Sempre la neve, lei c’era sempre, ma non ero qui a casa. Ero a casa di Carlo e Arianna.
Carlo e Arianna sono due amici dei miei genitori. Sono di qualche anno più giovani dei miei: Carlo ha cominciato a lavorare nell’azienda di mio padre alcuni anni dopo. Mio padre &egrave stato il suo mentore in ufficio e anche se ora Carlo ha tutt’altre mansioni, sono rimasti grandi amici. I due vengono spesso da noi oppure i miei vanno da loro.
Carlo &egrave come uno zio per me. E’ stato il mio padrino al battesimo e poi mi &egrave sempre stato vicino.
Arianna &egrave la sua seconda moglie ed &egrave parecchio più giovane di lui. Più che una zia, la posso considerare quasi una sorellastra, dato che ha si e no 10 anni più di me. Lei &egrave davvero bellissima: un fisico da fotomodella su un viso fine ed armonioso. Anche Carlo &egrave davvero un bell’uomo: anche se va ormai verso i cinquanta, devo ammettere che il suo fisico scolpito dallo sport non mi lascia indifferente ogni volta che lo vedo in piscina o al mare.
L’anno scorso ero a casa loro perché Arianna mi voleva far provare un paio di vestiti che lei non indossava più ed io ero ben contenta di poterla liberare da quel peso: i suoi gusti nel vestire erano fantastici!
Eravamo nella loro camera matrimoniale e mi stavo provando un tubino blu che mi piaceva da impazzire, ma che non avrei mai avuto occasione di mettere, quando mi accorsi che Arianna mi stava fissando.
Di punto in bianco mi disse:
” Wow! Quel blu con i tuoi capelli biondi faranno girare la testa ad un sacco di ragazzi!”
“Grazie.” Risposi un po’ imbarazzata. Avevamo un rapporto molto intimo, ma erano sempre amici dei miei e quindi non mi era mai capitato di parlare con loro di ragazzi.
“Dai, non arrissire! Lo sai che sei bellissima e con questo vestito faresti perdere la testa anche ad un monaco!” Continuò.
Io risi e mi guardai allo specchio: in effetti mi sentivo proprio bella.
“Dai, vieni giù da Carlo: vediamo che ne pensa un maschietto!”
Mi prese per mano e senza darmi il tempo di dire nulla mi trascinò fuori dalla camera e poi giù per le scale.
Mi fece fermare al centro della sala da pranzo, proprio in mezzo tra Carlo e la tv e mi fece fare una giravolta.
Ero imbarazzatissima! Scalza sul tappeto del salotto, mentre mi mettevano in mostra davanti ad un uomo: ero rossa come un peperone!
“Allora Carlo, che ne pensi della nostra bambina?? Non &egrave mozzafiato?” Chiese Arianna.
“Bambina? Bambina una volta! Bianca sei davvero bellissima!” rispose Carlo mentre i suoi occhi vagavano sul mio corpo fasciato dal tubino aderente.
Mi sentivo in balia dei suoi sguardi e non sapevo cosa fare o dire.
“Che ne dici? E’ sexy non &egrave vero? Chissà a quanti ragazzi farà perdere la testa..” Disse Arianna mentre si appoggiava a me da dietro e mi accarezzava i fianchi.
Si muoveva lentamente, sinuosa alle mie spalle.
Sentivo il suo corpo sul mio e le sue mani calde che accarezzavano la stoffa del vestitino.
Sentivo il suo seno poggiato sulla mia schiena.
Sentivo lo sguardo di Carlo che era passato dal curioso all’eccitato.
Dovevo fare qualcosa, così dissi la prima cosa che mi passava per la mente per poter stemperare la tensione che stava salendo rapidamente:
“Si, il vestito &egrave bellissimo, ma non avrei mai un’occasione in cui indossarlo.”
Arianna si staccò da me e io mi accorsi di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo.
“Ah, ma un’occasione la possiamo trovare facilmente! Vieni con noi a Capodanno!”
Carlo e Arianna avevano una splendida casa a Cortina dove passavano buona parte dell’inverno e dove invitavano spesso i miei genitori. A volte anche io e mio fratello ci univamo a loro sfruttando la vicinanza alle piste da sci.
“Ma, veramente avrei il veglione a casa della Cristy.” Dissi.
“Ancora? Ma se ci vai tutti gli anni? E poi con la Cristy non avevi litigato?” Disse Arianna.
In effetti aveva ragione. Cristina era una mia amica dai tempi delle elementari e da molti anni organizzava la festa di Capodanno. Quest’anno però non ne avevo molta voglia perché lei si era messa con un ragazzo che mi piaceva e non mi andava proprio di vederli pomiciare per tutta sera.
“Si, in effetti non sono molto entusiasta di andarci, però..”
“Però nulla. E’ deciso, vieni con noi!” Mi interruppe lei perentoria.
Carlo annuiva felice e Arianna non mi diede modo di replicare, trascinandomi via.
“Vedrai, sarai la più bella del locale: con il mio aiuto ti troveremo il ragazzo più bello di Cortina!” Mi disse mentre tornavamo in camera sua.

Non ci fu alcun bisogno di convincere mia madre: era ben felice di sapermi con i suoi fidati amici invece che ad una festa di diciottenni ubriachi.
Il giorno della partenza misi tutto in valigia, tubino blu compreso, e partii ben contenta di fare qualche giorno di montagna.

I primi due giorni furono splendidi, passati fra piste da sci e sole. Ero in paradiso!
Poi arrivò la sera del trentuno. Loro avevano organizzato tutta la serata. Cena in un lussuoso ristorante in centro con un po’ loro amici e poi discoteca.
Dopo aver fatto la doccia, sentii Arianna che mi chiamava dalla sua stanza. Andai da lei ancora in accappatoio e lei mi mise subito a sedere davanti allo specchio.
Fece per iniziare a truccarmi e poi si fermò e disse:
“Uffa: non c’&egrave gusto a truccare te! Sei già bella così.”
Arrossii e ringraziai ed iniziammo a ridere insieme. Sembravamo davvero due sorelle.
Quando ebbe finito di truccarmi e pettinarmi mi disse:
“Come sei messa con l’intimo? Stasera &egrave Capodanno, ci vuole qualcosa di speciale.”
“Veramente non credo di possedere qualcosa di speciale…” Dissi spiazzata.
“Lascia stare, ci penso io!” Disse iniziando a rovistare in un cassetto.
Dopo un istante mi lanciò un completo scuro, reggiseno e perizoma. Era bellissimo, di pizzo, molto fine, ma decisamente molto provocante.
Feci una faccia stralunata e dissi:
“Ma sei matta? Io non ho mai messo cose così!”
“Dai, c’&egrave sempre una prima volta! Vediamo come ti sta!” Rispose.
Un po’ titubante annuii e feci per uscire ed andarmelo a provare in camera mia, ma lei mi fermò.
“Dove vai? Provatelo qui che se non ti piace ne proviamo un altro.”
Imbarazzatissima mi tolsi l’accappatoio e rimasi completamente nuda davanti a lei, che però pareva non farci attenzione e a sua volta si spogliava per potersi mettere un completo rosso molto simile a quello che mi aveva dato.
Non potevo fare a meno di ammirare il suo fisico perfetto mentre si infilava il perizoma: era davvero bellissima.
Alzò lo sguardo e incrociò il mio attraverso lo specchio. Aveva capito che la stavo guardando, ma invece di imbarazzarsi, mi fece l’occhiolino e mi sorrise. Un sorriso disarmante.
Mi aiutò a chiudere il reggiseno e poi fece segno di guardarmi allo specchio.
In effetti mi sentivo davvero sexy!
“Visto? Ti sta benissimo! Abbiamo la stessa taglia!”
Aveva ragione. Una affianco all’altra nello specchio sembravamo sorelle. Cambiavano solo i colori: io con il mio caschetto biondo e la pelle chiara, lei con i capelli rossi e le lentiggini.
“Aspetta: questa visione merita una foto!” Disse.
Prese il telefono e si rimise al mio fianco. Poi puntò l’obiettivo verso lo specchio ed iniziò a scattare un po’ di foto.
Ero imbarazzatissima! Un’amica di mia madre mi stava fotografando in biancheria intima? Era una situazione assurda, ma il suo atteggiamento così naturale ed amichevole era contagioso.
Cominciammo a ridere come matte e ci mettemmo in pose sempre più ammiccanti, mentre il flash del telefono continuava ad immortalare il momento.
“Allora, siete pronte?” Urlò Carlo dal piano di sotto.
“Mi sa che dobbiamo muoverci.. é ora di cena.” Disse.
Corsi nella mia camera e mi misi il tubino, poi mi allacciai le scarpe con un tacco vertiginoso. Dopo pochissimi minuti stavo scendendo le scale e Carlo si fermò ad ammirarmi.
“Cavolo Bianca, sei uno spettacolo!” Esclamò vedendomi scendere gli ultimi gradini.
“Visto? Sono brava a far venir fuori il meglio, vero?!” Disse Arianna mentre ci raggiungeva.
“Beh, quando la base su cui lavorare &egrave questa, riesce tutto più facile!” Disse Carlo continuando a lusingarmi.

Salimmo in macchina in fretta mentre il freddo pungente risaliva dalle mie gambe coperte solo dai collant. Mentre andavamo verso il centro, loro due parlavano come se io non ci fossi.
“Ci sarà anche Paolo questa sera.” Disse Carlo.
“Oh, bene. E’ proprio un bel ragazzo il figlio dei Cassini. Vedrai che non potrà resistere a Bianca stasera.” Rispose Arianna.
“Se riamane indifferente a Bianca &egrave gay o cieco.”
Risero entrambi mentre io sprofondavo nella vergogna e nel giaccone sul sedile posteriore.

Parcheggiammo e dopo un breve percorso a piedi in Corso Italia arrivammo al ristorante. I loro amici erano già tutti seduti e iniziammo a mangiare in quella compagnia rumorosa, ma al tempo stesso elegante.
Ero la più giovane al tavolo e all’inizio fui tempestata di domande. Quando la curiosità si fu placata, potei mangiare con più calma e seguire i loro discorsi interessanti. Chi non smise di essere curioso nei miei confronti era l’unico altro ragazzo giovane del tavolo che avesse circa la mia età. Paolo, avevo scoperto da Arianna che continuava a parlarmi all’orecchio e versarmi vino nel bicchiere, si era appena laureato e stava per partire per un anno a Londra a perfezionare l’inglese prima di entrare nell’azienda di famiglia.
Era davvero un bel ragazzo. Durante la cena lo sorpresi più volte intento a guardarmi e io non potevo che arrossire e tentare di non ridere per le continue battutine che Arianna mi sussurrava.
Avevo scoperto un lato di lei che non conoscevo. Entrate in confidenza e dopo qualche bicchiere di vino, era davvero una donna divertente! Ogni tanto la vedevo guardare Carlo, seduto di fronte a lei, che intratteneva conversazioni brillanti con chiunque avesse a tiro. Era davvero un uomo affascinante.

Finita la cena ci spostammo in una discoteca poco lontano.
Ormai era quasi mezzanotte e dopo qualche canzone, il dj propose un lento per finire l’anno con una persona speciale e poi fermarci tutti per il conto alla rovescia.
Carlo si avvicinò ad Arianna, la prese per la mano e l’accompagnò in pista guardandola con gli occhi di un uomo innamorato: il sogno di ogni donna.
Li guardavo ballare un po’ in disparte quando vidi Paolo, con cui fino ad allora mi ero scambiata decine di sguardi, ma nemmeno una parola. Si avvicinò a me e mi disse:
“Ti va di ballare?” Non disse nient’altro, ma il suo sguardo fisso nei miei occhi non mi permise di rifiutare.
Mi portò in pista e si strinse a me.
Sentivo la mia mano nella sua, l’altra appoggiata dolcemente sui miei fianchi.
Sentivo il suo corpo aderire al mio mentre ci muovevamo lentamente.
Sarà stato il vino della cena, ma mi pareva di vivere un sogno.
Una serata perfetta. Un posto perfetto. Un ragazzo perfetto.
Avrei voluto che quel ballo non finisse mai.
Invece purtroppo il lento fu interrotto dal dj che ci invitava a prendere i calici dai camerieri perché stava per scoccare la mezzanotte.
Quando iniziò il conto alla rovescia Paolo mi cingeva ancora per i fianchi, mentre la folla della discoteca rumoreggiava sempre più.
Allo scoccare della mezzanotte fummo travolti da urla, festoni, stelle filanti. Un caos incredibile.
Sentii il suo braccio che mi tirava e lo seguii in un angolo della sala un po’ meno caotico e fui felice di sottrarmi al fuoco di fila degli auguri di tutti quegli sconosciuti.
Mi appoggiai ad un divanetto, mentre lui si avvicinava e mi sussurrava:
“Buon Anno.”
Poi, senza aspettare una mia risposta, posava le sue labbra sulle mie e mi baciava.
Un bacio.
Un bacio bellissimo e appassionato.
Un bacio ad un ragazzo a cui non avevo mai ancora rivolto la parola una sola volta in vita mia.
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare.
Le sue mani che mi stringevano la schiena, le sue labbra morbide sulle mie, il mio seno schiacciato sul suo torace, mentre tutt’attorno la festa continuava in un frastuono di musica e urla.
Sembrava che il tempo si fosse fermato.

Si staccò da me e mi disse:
“Devo andare a fare gli auguri ad un po’ di gente. Ci rivediamo tra un po’?”
Annuii, ma di nuovo non fui in grado di dirgli nulla.
In quel momento forse avrà pensato che io fossi muta, che scema!
Cercai di riacquistare un minimo di lucidità e tornai al centro della sala. Feci gli auguri ad un po’ di gente e poi finalmente trovai Carlo e Arianna. Auguri e baci anche a loro, ma notai il sorriso compiaciuto di Arianna che mi sussurrò all’orecchio:
“Che ti avevo detto? Questo vestito ha fatto colpo!”
Le sorrisi ed arrossii.

Passai le successive due ore cercando con lo sguardo Paolo ovunque. Oscillavo tra propositi di matrimonio e voglia di spaccargli la faccia per non essere li con me. Lo vedevo passare da un capannello di persone all’altro, completamente a suo agio, mentre io non sapevo che fare. Dovevo andare da lui oppure dovevo far finta di niente? Dovevo fargli capire che sapevo anche parlare oppure era meglio ignorarlo?
Ero nel pallone.
Per fortuna Arianna e Carlo mi tenevano compagnia e non mi facevano stare sola, anche se non riuscivo molto a tenere il filo dei discorsi: avevo la testa altrove.

Alla fine lo persi di vista.
Mi aveva mollato li come un’idiota.
Mi aveva sedotta ed abbandonata dopo un solo, indimenticabile bacio.
Ero profondamente arrabbiata ed insoddisfatta, quando Carlo propose di tornare a casa. Arianna mi guardò come se si aspettasse che io avessi altri programmi ed invece accettai.
“Sicura? Non vuoi salutare almeno qualcuno?” Disse.
“Si, sicura. Se avesse voluto salutarmi, sarebbe venuto da me.” Risposi con aria scocciata.
“Hai ragione! Brava la mia ragazza!” Disse Carlo prendendomi sotto braccio.
Anche Arianna fu sotto braccio di Carlo ed insieme ci avviammo all’uscita facendolo diventare di certo l’uomo più invidiato del locale.
Una volta in macchina, mentre ci rilassavamo aspettando che il riscaldamento riuscisse a sbrinare il vetro, Arianna iniziò a fare battute ammiccanti:
“Che stupido Paolo, non sa cosa di &egrave perso.”
“Concordo, ma devo dire che ero un po’ geloso, quindi non mi dispiace che tu sia qui con noi al sicuro!” Disse Carlo.
“Si, ma &egrave uno spreco! Bianca era pronta per fargli una sorpresina mica male!” Disse Arianna.
“Ma che dici!” Protestai inutilmente.
“Si si, facciamo vedere a Carlo cosa si perderà Paolo questa sera.” disse armeggiando nella borsa.
Mi ci volle un po’ troppo tempo per realizzare ciò che intendeva e prima che riuscissi a fermarla aveva tirato fuori il cellulare e stava scorrendo le ultime fotografie davanti al marito.
“Wow! E’ proprio un coglione!” Gli sfuggì mentre prendeva il cellulare dalle mani della moglie per vedere meglio.
“Ma dai! Cosa gli fai vedere!” Dissi, ma ormai Carlo stava sfogliando tutte le immagini, anche quelle più ammiccanti fatte da me e Arianna davanti allo specchio.
Arianna rideva a crepapelle, mentre io mi sarei sotterrata per l’imbarazzo. Un amico di mio padre che mi vedeva in quella situazione, ma come avevo potuto lasciare che accadesse??
“Ah, questo fate voi donne, mentre noi vi aspettiamo, eh?!” Disse ironico Carlo mentre ridava il telefono alla moglie e iniziava a partire per tornare a casa.

Più o meno a metà strada iniziarono a cadere i primi fiocchi.
Quando scendemmo dall’auto davanti a casa, ormai era una fitta nevicata.

Andai in camera ed iniziai a prepararmi per la notte. Mentre mi svestivo, facevo il bilancio della serata. Avevo cenato in uno dei ristoranti più belli di Cortina, avevo ballato in una delle discoteche più importanti, avevo brindato e parlato con gente brillante e facoltosa, avevo baciato un ragazzo bellissimo. La nottata non era andata poi male.
Avevo messo il pigiama ed i miei soliti calzettoni, quando sentii Carlo che mi chiamava dal piano di sotto.
“Ehi, ti va un po’ di th&egrave prima di dormire?”
Mi pareva una buona idea ed in realtà non avevo per nulla sonno sebbene l’ora fosse molto tarda.
Andai di sotto e trovai Arianna sul divano davanti al fuoco acceso, con una tazza di thé fumante in mano, rannicchiata sotto un panno invitante.
“Vieni qui con me che &egrave freddo. Carlo, porta qui il thé a Bianca.” Disse.
Mi sedetti accanto a lei e Carlo mi portò subito una bella tazza bollente.
“Grazie” Dissi. “Ci voleva proprio.”
Carlo si sedette alla mia sinistra, lasciandomi in mezzo fra loro due e ci mettemmo a chiacchierare sulla serata appena trascorsa.
Stavo proprio bene. Mi sentivo a mio agio con loro.
Il mio sguardo passava dalle fiamme del caminetto alla grande vetrata dietro la quale la neve continuava a danzare e ricoprire quella frutto delle nevicate precedenti, rinnovando il bianco e aumentandone lo spessore.

“Allora com’&egrave stato con Paolo?” mi incalzò Arianna ad un certo punto.
“Beh, ci siamo baciati..” risposi.
“Si, questo l’abbiamo visto. Ma com’&egrave stato? E’ bravo??”
Arrossii ed annuii.
“Ah, bravo il nostro Paolo, ha fatto colpo!” Disse Carlo.
“Si, ma l’ha piantata lì come un pesce lesso, non si fa così.” Protestò Arianna e io non potei fare a meno di concordare.
“Con gli ormoni che si hanno a diciotto anni, se mi avessero baciata e poi lasciata lì, penso che sarei impazzita.” continuò. “Sarei stata decisamente insoddisfatta.”
“Ma non tutte sono come te.” Ammiccò Carlo. “Ci sono anche le brave ragazze come Bianca, che non pensano solo a quello.”
“A quell’età tutte le ragazze pensano solo a quello. Proprio come i maschietti. Pensi forse che Bianca non si masturberà pensando a Paolo questa notte o la prossima?”
Ero sbalordita. Come potevano parlare in quel modo con me li fra loro?
Ero esterrefatta e non potevo alzare lo sguardo dalla tazza di thé per la vergogna.
“Bianca &egrave una brava ragazza, non le fa certe cose.” Disse Carlo cercando di difendermi.
“Mi permetto di dissentire.” Disse Arianna con tono ironicamente aulico. “Riguarda queste foto: secondo te si sarebbe messa questo completino se non avesse pensato a qualcuno che potesse guardarlo?”
Porse di nuovo il cellulare a Carlo che si rimise a sfogliare le foto.
“Beh, in effetti’ Diciamo che questo completino non &egrave proprio puritano.” Disse mentre sfogliava le foto.
“Ehi, me lo ha dato lei, non &egrave mio.” protestai.
“Si, vedo che ne ha uno uguale. A dire il vero siete da urlo insieme.” Disse.
“Hai visto? Tua moglie fa ancora la sua figura, anche di fianco ad una più giovane.” Disse Arianna con tono compiaciuto. “Chi &egrave meglio delle due?”
“Non saprei rispondere, siete belle da morire entrambe.” Disse Carlo non staccando gli occhi da una foto in cui io e Arianna eravamo abbracciate, di profilo, con i seni a contatto.
“Eh, no, non te la cavi così! Adesso ti devi sbilanciare! Meglio la candida ed inesperta bambolina bionda o la rossa provocante” Lo incalzò la moglie.
“Non lo so proprio. Dipende dalla situazione. Un uomo può essere attratto da donne diverse in momenti diversi.” Disse Carlo prendendo tempo.
“No, no, no. Non ci siamo.” Disse Arianna. Poi prese la mia tazza e la posò sul tavolino assieme alla sua. Si alzò in piedi e fece alzare anche me. “Siamo qui entrambe. Chi preferisci? Qui ed ora.”
“Preferisco te.” Disse Carlo guardandola e sperando di cavarsela con la risposta più ovvia.
Arianna venne dietro di me e mi abbracciò come aveva fatto qualche giorno prima quando avevo provato il tubino blu.
Mi accarezzò i fianchi, la pancia.
“Vuoi dire che una ragazzina così non ti stuzzica nemmeno un po’?”
Sollevò un poco la maglia del pigiama, lasciando alla vista di Carlo l’ombelico. Sentivo il suo sguardo indugiare sulla mia pelle scoperta. Sentivo il calore del corpo di Arianna appoggiato contro il mio.
Mi diede un bacetto sul collo.
“Vuoi dire che non baceresti questa pelle liscia e delicata?”
Con una mano teneva sollevata la maglia del pigiama fin quasi al reggiseno, mentre con l’altra mi accarezzava il pancia.
Il vino, la serata, la situazione’ ero completamente partita. Quella donna più grande che mi toccava e quell’uomo così adulto e di classe che mi guardava voglioso erano la cosa più potente che i miei sensi avessero provato. L’imbarazzo stava lasciando il posto all’eccitazione e non volevo che quel gioco perverso si fermasse.

“Allora Carlo? Chi &egrave meglio fra noi due?”
“Io.. Non lo so.. Bianca &egrave bellissima, ma anche tu sei eccezionale.”
“No, devi sbilanciarti! Ormai siamo in ballo e non cederò fino a che non avrò ottenuto un risposta sincera.”
Si staccò da me e si sfilò la parte superiore del pigiama, rimanendo in reggiseno. Poi venne davanti a me e prima che io potessi protestare sfilò anche la mia maglia. Tentai di coprimi, ma mi abbassò le braccia lungo i fianchi. Eravamo entrambe in piedi davanti al caminetto acceso, seminude davanti a Carlo che seduto sul divano ci guardava estasiato.
“Allora? Hai visto? Portiamo la stessa taglia. Anche se lei ha 10 anni meno di me, sono ancora al suo livello.”
“Siete fantastiche.” Biascicò Carlo che aveva una mano che oscillava all’altezza del suo inguine nascosta sotto il panno.
“Ho capito, non ti basta ancora per decidere.”
Arianna si mise in ginocchio davanti a me e si sfilò i pantaloni del pigiama, poi si rialzò e sfilò anche i propri. Ora eravamo entrambe solo con quell’intimo di pizzo d’alta classe.
Ero paralizzata. Non riuscivo a credere di essere la protagonista di una situazione che fino ad allora reputavo possibile solo in qualche racconto o film erotico. Ero eccitatissima.
“Che te ne pare?”
Arianna non aspettò la risposta, ma si spostò dietro di me e mi slacciò il reggiseno.
Istintivamente mi coprii con le braccia, ma fu lei, da dietro, a sostituire le mani alle mie. Iniziò ad accarezzarmi i seni, soppesandoli.
“Sono davvero bellissimi in effetti. Sodi ed alti come solo a questa età possono essere.” Disse, poi allontanò le mani da me per slacciare anche il suo reggiseno, lasciandolo cadere a terra.
“Però anche il mio non &egrave male. E’ ancora sodo, non ti pare?”
Per la prima volta si rivolgeva a me direttamente e non a lui. Per la prima volta non mi trattava come una marionetta, ma voleva una reazione.
“Senti.” Disse prendendomi una mano e portandola ad un suo seno.
Lo toccai. Prima piano, indecisa, poi un po’ più convinta, incuriosita dalla morbidezza e dal calore di quella pelle. Passai un dito sul capezzolo, trovandolo duro ed eccitato proprio come i miei.
Ero ipnotizzata da quel contatto e non riuscivo a vedere altro che la mia mano sulla sua pelle.
“Che ne dici?” Disse. “Meglio le mie tette o la lingua di Paolo?”
Alzai lo sguardo ed incrociai il suo, come per fargli capire la mia difficoltà a rispondere ad una domanda che pareva avermi fatto in arabo, tanto ero distante con la testa.
“Vediamo se riesco a farti sciogliere un po’.”
Si avvicinò a me e mi abbracciò stretta. Sentii i nostri seni toccarsi per la prima volta liberi da qualsiasi ostacolo. Il mio capezzolo destro incontro il suo sinistro e lo sfregamento fu come una bomba atomica di emozioni indescrivibili.
Mi baciò.
Il secondo bacio che ricevevo quella notte fu totalmente differente dal primo. Il primo era un bacio dolce tra due giovani inesperti. Questo era pieno della passione e della lussuria fra due amanti.
La sua lingua incontrò la mia e esse presero a rincorrersi nelle nostre bocche.
Le sue labbra erano la cosa più morbida che avessi mai toccato. La sua pelle scottava e non potevo fare a meno di toccarla.
Con una mano scese lungo la mia schiena ed andò a strizzarmi una natica.
Poi tornò su e mi prese il viso tra entrambe le mani.
“Sei davvero una bambolina tutta da mordere.” Disse, poi mi baciò ancora.
Con una mano tra i miei capelli mi schiacciava il viso contro il suo, mentre con l’altra scendeva lungo il mio ventre fino ad incontrare il perizoma.
Quando lo scostò con le dita ed toccò la mia intimità già fradicia di umori, mi cedettero le gambe.
Mi fece stendere a terra sul tappeto e tornò a baciarmi.
Poi si staccò da me e mi sfilò il perizoma. La aiutai alzando il bacino quel tanto che bastava e poi allargai le braccia per chiamarla a me perché volevo la sua bocca sulla mia immediatamente. Non potevo farne a meno.
Si stese su di un fianco e continuando a baciarmi, mi accarezzava. Prima il collo, poi di nuovo il seno, che stringeva e strizzava facendomi impazzire, poi ancora più giù e finalmente tra le gambe.
Frugava nella mia intimità con la delicatezza e la decisione di sa bene cosa fare. Liberò il mio clitoride ed iniziò a torturarlo dolcemente. Io mi contorcevo per il piacere e non riuscivo ad evitare continui mugolii di piacere che lei soffocava con la sua bocca sulla mia.
Ogni tanto mi mordeva leggermente un labbro.
Con le dita allargò le mie grandi labbra e poi entrò dentro di me. Prima un dito, poi due subito dopo.
Pensavo di svenire quando col pollice toccò di nuovo il mio clitoride, invece venni come non ero mai venuta prima. Fui scossa da spasmi per alcuni minuti, mentre inarcavo la schiena e lei mi prendeva in bocca un capezzolo torturandolo con la lingua.
Dopo che si fermò, mi ci volle un po’ per riprendere la lucidità. Quando i miei sensi ricominciarono a funzionare mi girai verso di lei e la baciai con gratitudine.
Anche se ero preoccupata per la mia inesperienza, ero pronta a renderle il favore. Volevo farla godere come lei aveva fatto con me, ma lei mi fermò e mi disse:
“Aspetta. C’&egrave tempo per noi. Adesso dobbiamo occuparci di lui.”
Presa dalla situazione mi ero completamente dimenticata di Carlo.
Carlo.
Carlo il migliore amico di mio padre mi aveva appena visto avere il miglior orgasmo della mia vita e adesso sua moglie mi suggeriva che dovevamo ‘occuparci di lui’.
Mio dio che situazione assurda.
Mi voltai verso il divano e lo vidi intento a masturbarsi mentre ci osservava. Evidentemente lo spettacolo era stato di suo gradimento.
Il suo cazzo eretto era davvero bello, forte, vigoroso. Con una mano andava su e giù scoprendo parzialmente la cappella. Dalla posizione in cui mi trovavo, sdraiata a terra, lo vedevo da sotto: posizione da cui non avevo mai visto un cazzo in vita mia. Mi attirava come una calamita.
Io e Arianna ci mettemmo in ginocchio e ci avvicinammo a lui.
La prima a toccarlo fu sua moglie, che gli allargò le gambe ci fece spazio per posizionarci davanti a lui. Fermò il suo movimento e prese in mano il pene del marito. Lo guardò negli occhi e poi lo prese in bocca.
Non avevo mai visto un pompino da così vicino ed era affascinante. Ero ipnotizzata dalla sua cappella che spariva fra le labbra di Arianna. Dalla sua mano che massaggiava l’asta, dalle vene che continuavano a pulsare sangue.
Sentii la mano di Carlo che mi spingeva la testa verso il suo cazzo e Arianna indirizzò quel bastone di carne verso la mia bocca. Lo presi.
Era buono. Caldo. Pulsava di vita ed eccitazione.
Iniziai ad andare su e giù al ritmo che lui stesso mi dava con la mano sulla mia nuca. Con la lingua disegnavo cerchi sulla sua cappella.
Scottava.
Sentii la guancia di Arianna contro la mia. Pensai di dover lasciare il suo cazzo alla moglie, ma invece mi tenne la testa vicina: voleva entrambe le nostre bocche sul cazzo e lo accontentammo. Iniziammo ad andare su e giù sull’asta contemporaneamente, baciando e leccando sincronizzate.
Poi una alla volta risalivamo e andavamo a succhiare la cappella.
Ogni tanto le nostre lingue si incontravano e allora il pompino si trasformava in un bacio, rendendo la situazione ancor più conturbante.
Arianna prese saldamente in mano il cazzo e iniziò a passarmelo sul viso. Non so perché, ma fu una cosa parecchio eccitante. Sua moglie mi stava quasi schiaffeggiando con il suo cazzo. Me lo metteva in bocca ed io succhiavo, poi me lo passava sulle labbra, sulle guance, persino sulla fronte. Ero il loro giocattolo.
Lei si riavvicinò di nuovo e le nostre due lingue giocavano tra loro rincorrendosi sulla sua cappella.
La sentii pulsare.
Una volta, due volte.
Poi esplose.
Il primo schizzo mi finì in bocca, il secondo sulle labbra. Istintivamente mi allontanai, ma fu Arianna a prendere in bocca il rimanente.
Non sapevo se deglutire o sputare, non avevo mai ingoiato sperma prima di allora, ma non volevo sembrare una principiante, quindi attesi di vedere cosa faceva Arianna. Lei mi guardò negli occhi prima il marito, poi me, e poi mi baciò.
Non sapevo se essere schifata o eccitata.
Lo sperma ci colava sulle guance e finiva sui nostri seni. Con le sue labbra tutte impiastricciate, me lo stava spargendo per mezza faccia. Era un gioco perverso, ma tremendamente eccitante.
Quando staccò le labbra dalle mie non ebbi scelta e per prendere fiato dovetti per forza deglutire. Il suo sapore era dentro di me adesso. Lei continuò a leccare le mie labbra ancora per un po’, poi si sdraiò sul tappeto esausta.
Istintivamente andai su di lei ed iniziai a giocherellare con lo sperma che le era colato sul petto.
Lo raccoglievo con la lingua, lo passavo sui suoi capezzoli e poi tornavo a baciarla.
Lei intanto mi accarezzava i capelli e sorrideva.

“Allora? Chi &egrave meglio? Io o Bianca?” Chiese al marito che ancora non si era ripreso dall’orgasmo.
“Penso che avrò bisogno di qualche altra prova per decidere.” Rispose.
“Beh, abbiamo ancora tre giorni e immagino che questa nevicata ci terrà bloccati in casa.” Disse Arianna.

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