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la nuova azienda – 7 (fine prima parte)

By 24 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando fummo soli calò nella stanza un silenzio irreale che,
d’mprovviso, fu rotto da una risata isterica di Simonetta.
La moglie di Renato reagì in quel modo forse perch&egrave si era
sentita più umiliata di mia moglie, più esposta a critiche o a
battute taglienti a causa del suo fisico così imponente…
almeno a confronto con Michela.
Tuttavia più passavano i minuti e le ore, e più la moglie di
Renato mi intrigava: forse perché aveva dieci anni più di me
o perché aveva forme più abbondanti di Marina o più
semplicemente perch&egrave era diversa da lei.
Sapevo, per sentito dire, che scopare in una figa che non
era la solita, era un’esperienza unica e che valeva la pena
fare.
Simonetta finalemente si calmò , o meglio smise di ridere e
iniziò a parlare rivolgendosi a Marina:
“E’ stata una cosa terribile. Mai e poi mai avrei pensato che
una donna potesse umiliarmi e usarmi in questa maniera.
Non so se lascerò perdere: stanotte ci penso e domani vi
farò sapere. Ho il buco del culo dolorante, le chiappe che
hanno preso fuoco, i capezzoli martoriati e la mandibola
che quasi non la sento.La figa mi brucia. Vado a docciarmi
e poi a dormire.Tu, Marina, fai come vuoi. E tu, Renato, ti
sei goduto lo spettacolo, vero? Dormirai sul divano.”
E si avviò verso la doccia.
Marina mi guardò e mi fece cenno di seguirla. Lasciamo
Renato e Simonetta alle loro discussioni e,per privacy,
richiudemmo il passaggio tra le due stanze.
Io: “Ma ti sembra logico il comportamento di Simonetta?”
Marina:” Se ci foste stati voi al nostro posto a farvi inculare e
frustare, avesti detto anche tu le stesse cose. O almeno ti
saresti interrogato se continuare o meno”.
E ,voltandomi le spalle, entrò in bagno per farsi la doccia.
Lasciò la porta aperta forse perch&egrave attendeva da me una
reazione: cosa che avvenne.
Io:” Sarà anche vero ciò che hai detto, ma siete voi che avete
accettato e sapevate bene a cosa andavate incontro. Certo che
se anche tu vuoi ripensarci, fai pure, sei libera”.
Marina:”Anch’io come Simonetta stanotte ci penserò”
Io:”Così però metti a repentaglio le sorti della tua azienda:
avevo capito che questi incontri avrebbero risolto i problemi.”
Marina:”In ogni caso deciderò stanotte cosa fare e non fare”.
E uscì dalla doccia, le porsi un accappattoio, e non potei non
scorgere i segni delle frustate, le chiappe che lasciavano
intravedere il buchino del culo che oggi era stato sverginato.
E tutto ciò mi provocò un’altra erezione che, per fortuna, lei
non scorse evitando così un’ulteriore discussione.
Io:” Devo dormire anch’io nel divano?”
Marina:”No, ma non devi provocarmi o parlarmi”
La notte trascorse senza che ci fossero voci: l’unico suono
che si udì fu quello del nostro respiro.
La domenica mattina non si vide nessuno, n&egrave i nostri vicini
si fecero vivi e neanche noi, se per questo: eppure erano già
le dieci e mezza.
A un certo punto sul cellulare di mia moglie arrivò un sms:
lei prese il telefono e lesse il testo a voce alta.
Marina: “Tenetevi pronte per le 3 del pomeriggio.Sarà l’ultimo
incontro per questo week end”.
Passarono cinque minuti in cui restammo in silenzio, quando
la porta comunicante si aprì e comparvero Simonetta e Renato.
Ci salutarono e lei disse:”Come va? Ricevuto il messaggio di
Luigi? Cosa pensi di fare?”
Marina:”Dato che &egrave l’ultimo incontro del week end , resterò e vi
parteciperò.Poi in settimana deciderò il da farsi. Ricordati che
ci devono consegnare dei titoli prima di andare via.Le cambiali
firmate io le voglio.Sennò sono cazzi loro!”
Non avevo mai sentito Marina esprimersi così:certo le parolacce
le conosceva e ,a volte, le usava, ma era il tono, la grinta o se
preferite, l’aggressività.
Questo aspetto era forse dovuto alle frustate ricevute? Al fatto che
era dovuta diventare per alcuni momenti un’aguzzina?
La risposta di Simonetta non si fece attendere.
Simonetta:”Anch’io farò la stessa cosa tua. Tieni questo”
E dalla tasca della vestaglia tirò fuori un biglietto da visita, e
aggiunse: ” Chiamami domani in giornata”.
Marina : “Va bene”.
Io: “Se volete ci vestiamo e andiamo a fare colazione”
E gli altri risposero “Ok”
Renato e Simonetta si ritirarono per prepararsi e noi
facemmo altrettanto.
Dopo circa una decina di minuti eravamo presentabili e
così passammo nella loro stanza: i miei occhi si posarono
sui bottoni della camicetta di Simonetta, e su quel bel seno
su cui mi sarei volentieri appoggiato, quei capezzoli che
avrei desiderato tormentare con le dita o con i denti.
Ero così concentrato che una debole ma decisa gomitata
di Marina mi riportò sulla terra.
E andammo al bar dell’albergo per mettere qualcosa in
pancia.
Dopo aver ordinato la colazione ci sedemmo al tavolo e
mentre aspettavamo, cercai di affrontare un argomento
di cui non si era voluto parlare.
Mi rivolsi alle nostri mogli e dissi: “So che forse non vi
va di parlarne, ma se avete qualcosa in mente, non
sarebbe il caso di metterci al corrente? ”
Marina:”Non so se vale anche per Simonetta, ma
quando sarà il momento ne verrete informati”
Simonetta ringraziando il cameriere che nel frattempo
aveva servito la colazione, disse:” Sono d’accordo con
quanto ha detto Marina”
Renato:”Sarete anche d’accordo ma mi sento, e penso
che anche per Giuseppe sia lo stesso, escluso da
tutto ciò che &egrave successo e succederà”.
Marina:” Ed &egrave proprio così.Ho chiesto e ottenuto che
mio marito fosse presente e che potesse partecipare.
Le condizioni di partecipazione poi sono state un po’
cambiate da Luigi ma,come detto da Simonetta, quando
sarà il momento sarete messi al corrente”.
E Marina cominciò a sorseggiare il suo cappuccino,
mentre Simonetta e Renato zuccheravano i propri caff&egrave.
Io:”Va bene, fate pure come volete, ma poi non chiedete
aiuto”.
Marina:”Forse un po’ di aiuto dovevi offrirlo e darlo prima.
Adesso devi solo aspettare. E non intendo più tornare
sull’argomento, almeno non oggi!”
Si alzò di scatto e Simonetta fece altrettanto e la seguì.
Sentii che Marina diceva: “E adesso sarebbe anche mia
la colpa del casino aziendale”.
E Simonetta “Hai ragione, non capiscono un cazzo quei
due. Vieni andiamo a fare due passi”
Renato:”Vedi come ci mettono fuori gioco?E questo mi
fa incazzare da morire, mi dà un fastidio che non ne hai
idea”.
Io:” Infatti. Avrei voluto sapere che cosa hanno in mente.
Tutto qui. Certo avrei voluto scopare e fare altro, ma già
sapevo che non sarebbe stato possibile, almeno non
oggi. E credo neanche domani.Sai con la scusa dei
dolori e della situazione Marina si negherà ai miei
desideri. Ma poi a me interessava altro, cio&egrave sapere
cosa vogliono fare.”
Renato:”Ti capisco e sono d’accordo con te, ma non
c’&egrave verso di farle cambiare idea”.
Io:”Ho visto che eri eccitato ieri sera, o sbaglio?”
Renato:” Hai visto bene. Quando hanno iniziato a
lesbicare, a leccarsi e poi quel pompino finale, le
mollettine nei capezzoli…”
Io:”Ma vedere i glutei di tua moglie così aperti mi ha
fatto venire voglia di fare sesso con lei. Quel seno così
bello…”
Renato:”Anche tua moglie, come avrai capito, mi
eccita, cosa credi? Alla prima occasione, se ci sarà,
stai tranquillo che mi darò da fare con lei.Tu fai lo
stesso con Simonetta”.
Io:”Come avrai capito la vorrei inculare. Ti secca la
cosa?”
Renato:”Anch’io vorrei fare lo stesso con Marina.E
poi dopo il loro comportamente di oggi voglio
incularle entrambe”.
Io:”E perch&egrave non anche un bel sandwich”?
Renato.”Non ci avevo pensato. Ottima idea”.
Non sapevamo cosa sarebbe successo alle tre e
forse per scelta di tutti e quattro nessuno aveva
lanciato l’argomento.
Era innegabile che dopo il break che avremo tenuto
all’una, le due donne si sarebbero preparate per quello
che appariva come un sacrificio, l’ultimo del week end.
Decidemmo di fare due passi anche noi e non potemmo
non fermarci a osservare le vetrine di un negozio di mobili:
e a commentarle.
Si avvicinava l’ora di pranzo e così facemmo ritorno in albergo,
dove trovammo le nostre moglie che ci stavano aspettando.
Marina:” Andiamo a mangiare qualcosa adesso, così abbiamo
tempo per prepararci”:
Seguimmo le nostre compagne che , nel frattempo, parolottavano
tra di loro, forse di cose viste in qualche vetrina o di altro:il brusio
tipico di certo tipo di locali e situazioni, non consentitva di capire
le parole, mentre i due bei fondoschiena delle due donne erano
come dei fari che ci guidavano alla mensa.
Dopo aver ordinato qualcosa di leggero, cercai di intavolare una
discussione e dissi: “Beh, vi siete distratte un pochino?Anche noi
abbiamo fatto due passi, giusto per rilassarci”.
Simonetta, acidamente, replicò:”Perché? Siete così stressati da
dover cercare relax? Mi sembrate abbastanza rilassati, o sbaglio?”
A sentire quelle parole Renato e io ci rimanemmo male ed
evitammo di replicare, anche per lasciare tranquille le donne.
Così mangiammo, forse anche controvoglia, in silenzio e subito
dopo salimmo di filato nelle camere.
Marina e Simonetta si abbigliarono come al solito, ed erano in
attesa del supplizio, ignorando tuttavia quale sarebbe stato:
come si dice in questi casi, i buchi sono quelli e i cazzi quegli
altri, ma da lì non si scappa.
E’ vero c’era stato l’uso del frustino, della cera, del fallo di lattice,
quindi qualche sorpresa le donne l’avevano ricevuta.
Erano da poco passate le tre quando bussarono: andai ad aprire
e vidi Luigi, seguito da Enrico e da Alex.
Luigi:”Spero abbiate riposato bene, stanotte.”
Nessuno rispose. Intanto i nuovi arrivati si erano seduti, tranne
Luigi che rimase in piedi e continuò dicendo: “Per questo ultimo
incontro settimanale, abbiamo pensato di esserci solo noi tre.
Del resto dovevamo, in qualche modo, testarvi.Anche in questo
ultimo incontro i vostri mariti non parteciperanno.”
Renato ed io eravamo infatti seduti sul divano, le nostre mogli
nelle poltrone, quando intervenne Enrico: ” Luigi ha usato un
brutto termine per dire che voleva conoscervi meglio, così da
sapere qualcosa in più su di voi, il vostro carattere”.
Le loro parole nascondevano il vero scopo, che era quello di
sapere che tipo di reazioni avrebbero avuto nei rapporti sessuali
con persone diverse dal partner e in presenza di sconosciuti.
Luigi cominciò a spogliarsi e invitò gli altri due uomini a fare
altrettanto.
Quando i tre furono nudi non potei non ammirare la dotazione
che madre natura aveva riservato a Luigi,ma sopratutto al mio
compagno di scuola Enrico: aveva infatto una grossa cappella
e un’asta lunga e grossa, mentre Luigi era un po’ meno dotato.
Stavo forse scoprendo un aspetto della mia sessualità che non
conoscevo? Del resto anche Marina aveva lesbicato ,e senza
troppe difficoltà, con Simonetta, e viceversa.
A uno schioccare delle dita di Luigi le due donne balzarono in
piedi e nel farlo lasciarono le vestaglie nelle poltrone: si
avvicinarono a Luigi e questi baciò in bocca prima Marina e
poi Simonetta.
Vidi chiaramente il grosso sesso dell’uomo a contatto con il
ventre di mia moglie, così come vidi che lei rispondeva con
trasporto al bacio.
Dopo fu il turno di Enrico che baciò, anche lui ricambiato, le
nostre moglie e, infine toccò ad Alex assaggiare le bocche
delle nostre donne.
Non posso nascondere che questa anteprima mi procurò
una prima erezione, e forse anche a Renato.
Luigi fece girare Marina verso di noi e potevo vedere il suo
viso, allorché le sganciò il reggiseno: le grosse poppe si
trovarono così libere.
Altrettanto fece Enrico con Simonetta e così godetti della
vista di quel bel davanzale finalmente liberato.
Entrambi i seni mostravano ancora i segni delle mollette
e dei vari morsi e pizzicchi.
Poi fu il turno di Alex che andò e abbassò le mutandine,
prima a una e poi all’altra.
Per me fu bello vedere le due donne che accettavano
questo genere di attenzioni: mi piaceva vederle così
esibite.
Furono fatte voltare e con una mano poggiata su una
spalla Luigi invitava Marina a piegarsi sulle ginocchia:
il grosso cazzo dell’uomo era all’altezza giusta perch&egrave
mia moglie potesse assaporarne, ancora una volta, il
sapore.
Da dove ero seduto potevo proprio vedere la lingua di
lei leccare tutta la verga, soffermarsi poi sulla cappella
e ridiscendere fino ai grossi testicoli e poi ricominciare.
Luigi:”Bagnalo bene perch&egrave lo voglio ben bagnato e
scivoloso. Sù, prendilo per benino in bocca, fallo entrare
tra le tue belle labbra.”
A Simonetta veniva riservata eguale attenzione da parte
di Enrico: erano diverse solo le dimensioni del cazzo e
perciò la boccuccia della donna appariva ancora più
piccola di quella di Marina.
Alex si era eclissato perch&egrave stava preparando degli
aggeggi, ovvero le mollettine.
Dopo una decina di minuti di spompinamento, in cui
avevo potuto ammirare la lingua delle donne, le loro
mani mentre prendevano tra le dita i cazzoni, così
come quando si spostavano i capelli dal viso, accadde
ciò che tutti si aspettavano.
Luigi: “Spostiamoci nel letto”
Ormai i loro cazzi erano sufficientemente riscaldati,
gli uomini si sentivano pronti.
Fecero quindi distendere di schiena le due donne
una da un lato del letto e l’altra dall’altro: volendo
avrebbero potuto parlarsi e guardarsi negli occhi.
Ma forse la ragione era un’altra.
Enrico infatti disse a Simonetta:”Baciala. Con la
lingua”.
E Simonetta, un po’ titubante poggiò le labbra su
quelle di Marina ed estraendo la lingua cominciò
a intrufolarla e a cercare quella di mia moglie.
Si stavano scambiando il sapore del cazzo appena
succhiato: pensavo alle sensazioni che potevano
provare, sempre che ne provassero e che non
fosse una reazione meccanica o istintiva.
Due ahah ahhah hahah riempirono la stanza da letto:
i due mostri si erano fatti strada nelle fighe delle due
donne che , forse per via del bacio, erano impreparate
ma non credo che avessero il sesso asciutto.
Erano la grossezza e la lunghezza che avevano dilatato
quelle pareti che di solito ricevevano i nostri 16 centimetri
e lì, di centimetri, ce ne erano un bel po’ di più.
Ecco che Alex mise le mollettine ai seni delle donne e
strappandole altre grida di dolore .
Ma non era finita lì perch&egrave decise di bendare le due donne
che, ormai si erano abituate ai colpi di cazzo: vedevo come
spingevano e come ,con una certa naturalezza, le donne
accoglievano i grossi calibri all’interno del loro sesso.
Assecondavano i movimenti e ciò faceva presagire un
orgasmo delle femmine: e ciò avvenne con sorpresa sia
mia che di Renato ma anche dei due stalloni.
Forse erano abituati solo a sfondare fighe e culi, ma vedere
gli effetti delle loro azioni, avrebbe dovuto renderli contenti.
I lunghi ahahh ahahh sì sì ahah di Marina e Simonetta, erano
stati davvero la novità, buona, del week end.
Ma come sempre non bisogna cantare vittoria troppo presto,
perch&egrave Luigi fece alzare Marina così come Enrico fece con
Simonetta: Luigi si sdraiò ed Alex intervenne per guidare
Simonetta e posizionarla sopra quella superba asta.
Un lungo ahahhaha di sopresa e piacere si diffuse nella
stanza, e vedevo Simonetta cavalcare con voglia quella
verga: quanto avrei voluto essere al posto di Luigi!
Intanto Enrico parlò con Alex e questi sussurrò all’orecchio
di Marina ciò che mia moglie doveva fare.
Marina fu guidata dalle mani di Alex verso il grosso culo
di Simonetta che fu impalata fino in fondo sul cazzo di Luigi:
a questo punto Luigi allargò i grossi glutei della donna e
Marina iniziò a leccare il buco dell’amica.
Vedevo che la lingua di mia moglie muovendosi ogni tanto
andava a contatto con la verga di Luigi.
Mentre era così assorta nella leccata, vedevo che Enrico
si insalivava la grossa cappella: ora il suo cazzo appariva
davvero maestoso, come mi ricordavo dai tempi della
scuola.
Le due mani di Alex fecero spostare Marina che fu posta
di lato a Luigi : appena sdraiata vidi il cazzo di Alex sparire
all’interno della figa di mia moglie che, lo accolse con una
certa soddisfazione.
Un serie di ah ahha ahah segnalava gli affondi di Alex dentro
mia moglie.
Un serie di ahh ahah no noooo no in culo no furono invece
i lamenti di Simonetta che stava provando, per la prima volta,
una doppia penetrazione.
Il grosso cazzo di Enrico era dentro il suo culone per metà
e io avevo qusi voglia di masturbarmi: con la coda dell’occhio
vidi Renato che si toccava.
Un più lungo ahahah ahahi e ormai Enrico era a contatto con
Simonetta: si fermò , forse per far calmare la donna e poi
riprese con maggiore vigore e forza a entrare e uscire dalle
sue chiappone.
Spingeva con un certo vigore, con un piacere che si leggeva
nel viso: voleva proprio possederla.
Un grido di Enrico e le sue mani ferme e ben salde nei suoi
fianchi: queste furono la conferma del suo piacere dentro la
moglie di Renato, mentre Luigi era venuto,in silenzio,poco
prima.
Così come il rivolo di sperma bianco rossastro, che era una
dimostrazione della lacerazione che il grosso cazzo aveva
provocato nel didietro di Simonetta.
La donna ,con l’aiuto di Alex , che si era sfogato invece con
Marina, fu adagiata al posto proprio di Marina che, sempre
bendata cominciò a succhiare il cazzo di Luigi che gli aprì
letteralmente la bocca: il fatto di essere bendata impediva
a lei come a Simonetta, che nel frattempo aveva ricevuto tra
le labbra il cazzo di Enrico, di vedere i movimenti intorno a loro.
Ma ciò non impediva loro l’uso degli altri sensi: Simonetta
pot&egrave così sentire il sapore del proprio culo, così come Marina
poteva sentire il sapore, che peraltro già conosceva, della figa
dell’amica.
Ma le donne hanno anche un altro senso ,assai più sviluppato
in loro che negli uomini, il sesto senso: e questo aveva o
avrebbe dovuto far capire a Marina che ,una volta che i cazzi
avessero riacquistato vigore, sarebbe toccata a lei la doppia
penetrazione.
E così fu. Quando i maschi si convinsero di essere pronti,
Luigi si ritirò dalle labbra di Simonetta ,così come Enrico da
quelle di Marina.
Luigi sdraiato attese che Marina si impalasse su di lui e lei
cominciò una bella cavalcata, ritmata con degli ah ah ah ah
sì :esprimeva così la propria soddisfazione.
Dopo qualche minuto di cavalcata Luigi la attirò verso di se,
lo sfregamento delle mollettine con il petto dell’uomo le
fecero emettere dei lamenti.
Alex sussurrò quindi a un orecchio di Simonetta le istruzioni:
Luigi allargò i glutei di mia moglie e Simonetta, guidata da
Alex introdusse la lingua nel pertugio, non più vergine, di
Marina.
Questa poteva intuire cosa le sarebbe successo e perciò
cercava di rilassarsi ma era,comunque, nervosa.
Quando gli uomini stabilirono che il buchino fosse stato
lubrificato a sufficienza, Simonetta fu fatta allontanare ed
Enrico si posizionò con il suo cazzone all’ingresso del
culone ben preparato di mia moglie.
Enrico sputò un po’ di saliva tra i glutei e sul suo cazzo:
Marina: “No Enrico, vi prego nel culo no! Vi accontenterò in
altro modo…”
Poi Enrico, incurante delle suppliche di mia moglie, una
volta appoggiato il cazzone all’ingresso spinse di colpo e
con forza .
Marina:”ahah ahhah maledetto ahahah mi rompi tuttaaaa”
Enrico:”L’avevo avvertita che glielo avrei fatto prima o poi”
E con un affondo più deciso il sesso dell’uomo sparì dentro
il culo, ora davvero sfondato, di mia moglie.
Come nel caso precedente, l’assalto avveniva su due fronti:
da sotto spingeva Luigi, da sopra Enrico.
La sofferenza per Marina fu più lunga di quella subita da
Simonetta:i colpi assestati da Enrico erano mirati a far
sentire a mia moglie tutta la grandezza del cazzo che le
stava visitando il didietro.
Ed era ciò che appunto l’uomo voleva.
Quando fu pago delle sue stoccate, si sdraiò su di lei
e le strinse con forza i seni e con un lungo grido si scaricò
dentro il didietro: quando si ritirò da lei , lasciò il buco ben
aperto e dilatato, con lo sperma misto a sangue che usciva
copioso.
La figa era stata ben aperta anche lei e il liquido che anche
da quell’apertura fuoriusciva, lasciò intendere che Luigi
aveva avuto soddisfazione.
Ma non era finita perch&egrave c’era ancora Alex quasi all’asciutto:
aveva assaggiato ma non era stato soddisfatto.
E così prese l’iniziativa e lasciando le donne nel letto, le fece
mettere pancia sotto, e le penetrò da dietro: entrambe furono
chiavate e sodomizzate, finch&egrave per scaricarsi optò per il didietro
di Marina che ,al pari di Simonetta, non smetteva di lamentarsi.
Quando Alex fu soddisfatto gli altri due uomini si erano già
quasi rivestiti, e velocemente lui fece altrettanto.
Le due donne, ancora bendate e con i buchi ancora aperti
e doloranti, furono salutate e Luigi le ricordò gli impegni
presi: Alex dalla sua borsa prese due buste che poggiò,
quasi con disprezzo , sul letto.
Luigi seguito da Enrico e Alex, salutò e se ne andò.

Marina e Simonetta erano rimaste ancora lì
riverse nel letto: bendate e con i buchi sfondati
e che lasciavano fuoriscire liquidi che erano
la prova del piacere che avevano dato ai tre
uomini.
Ma c’erano anche le buste che contenevano
il pagamento ricevuto.
Renato ed io ci guardammo ed eravamo
indecisi sul da farsi quando, come per
istinto cominciammo a spogliarci.
Ci eravamo già visti nudi, e lui era credo
un po’ più dotato di me.
Renato: “Non ti offendi vero se approfitto
di tua moglie , vero?”
Io:”Se proprio vuoi”
Avevano ancora le mollettine ai seni e la
benda,che insieme alle buste erano il
ricordo del passaggio dei tre uomini.
Vidi, con un certo piacere , che Renato
aveva posizionato al meglio il corpo di
Marina e che, le aveva aperto le cosce
ed era andato a leccare il piacere che
avevano lasciato gli altri uomini.
Per non essere da meno feci lo stesso
con Simonetta, di cui potevo finalmente
toccare il corpo e sopratutto affondare la
mia lingua sul suo sesso che era stato
magistralmente aperto dal passaggio
degli altri uomini.
Dopo aver assaporato il piacere altrui,
decisi che era giunto il momento di
lasciare su di lei traccia del mio
passaggio: e così poggiato il cazzo
all’ingresso del suo nido d’amore,
spinsi e mi feci strada in quello che
ormai era un cratere.
Il mio cazzo, normale secondo le
statistiche medico scientifiche, si
muoveva come un pesce nel mare.
Stavo quasi per venire quando mi
fermai e tolsi il mio sesso dalla
sua figa: con il cazzo ancora in
piena erezione andai verso Marina
che Renato stava sodomizzando
con immenso piacere.
Presi la testa di mia moglie e la
girai affinch&egrave potesse ricevere il
mio cazzo in bocca e mi feci fare
un pompino.
Dopo qualche decina di affondi,
forse per la vista di mia moglie
sodomizzata o le sue poppe che
danzavano ad ogni mio affondo,
scaricai dentro la sua bocca una
immensa quantità di sperma
che obbligai a ingoiare.
Renato, poco dopo, aggiunse
il suo piacere a quello di Enrico
scaricando il suo piacere nel culone
sfondato di mia moglie.
Una volta che il nostro piacere fu
appagato, togliemmo la benda e
le mollettine alle nostre mogli.
Io:”Grazie per il piacere che ci avete
dato”.
Marina:”Forse &egrave il caso di lavarci
e di rivestirci”.
Renato:”Qui ci sono le buste che
hanno lasciato Luigi e i suoi”
Simonetta:”Noi ci laviamo e poi
torniamo a casa”.
Marina:”Va bene , anche noi fra
poco andiamo via.Ci sentiamo
domani in giornata”.
E vidi Renato che prendeva i suoi
vestiti e andava con Simonetta
verso il bagno: pensavo che avevo
posseduto anch’io quel corpo
sinuoso e morbido.
Ero preso da questi pensieri quando
girandomi verso Marina, vidi il suo
didietro che era stato violato per diverse
volte in questi giorni, e che pochi minuti
prima Renato aveva posseduto.
Non sapevo ancora come affrontare
alcuni temi con Marina.
Dovevo farmi coraggio ma prima di tutto
pensare.

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