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La professoressa ricattata discende nella lussuria parte 7

By 12 Settembre 2020Settembre 14th, 20202 Comments

Saliti in macchina, Giovanni guidò fino ad un centro commerciale a circa 70 km dalla casa della professoressa, in modo da essere sicuro che nessuno l’avrebbe riconosciuta. Quando arrivarono le ricordò  di seguirlo sempre due passi dietro di lui e di parlare solo quando glielo avrebbe ordinato.

Appena uscita dalla macchina, Sara si rese subito conto di quanta carne avesse esposta. La gonna copriva a malapena sopra le sue calze e le sue tette si muovevano liberamente nel top. I tacchi poi rendevano il suo culo estremamente invitante. Voleva tornare in macchina e nascondersi ma sapeva di non poterlo fare. Fino a quando Giovanni aveva quelle maledette foto non poteva fare altro che obbedirgli.

Si fermarono per prima cosa in un negozio di Victoria’s Secret. Giovanni prese un body rosso, una taglia più piccola, due paia di leggins da sport neri, ancora una taglia più piccola, e varie camicette di vari colori. “Indossi ogni articolo ed esca ogni volta a mostrarmi come sta professoressa”.

Sara entrò nel camerino e si spogliò. Indossò per prima cosa il body. Era chiaramente troppo piccolo e le abbracciava direttamente la sua fighetta nuda. Ebbe molta difficoltà ad entrare nei leggins ma ci riusci miracolosamente. Apri quindi la porta aspettandosi di trovare Giovanni ma non lo vide. Con cautela avanzò la testa fuori dal camerino e finalmente lo trovò. Era dalla parte opposta del negozio e, quando la vide, le fece segnò con le mani di raggiungerlo. Sara, tutta rossa in viso per l’imbarazzo, attraversò il negozio nell’outfit sportivo veramente troppo stretto. Quando giunse da Giovanni egli le ordino di girarsi e di mostrare alla commessa come le stava. “Non sembra molto confortevole” disse la donna.

“Le piacciono così, vero professoressa?”

La professoressa umiliata rispose “Si, signor Giovanni”.

La commessa non capiva esattamente cosa stesse succedendo e si chiese se quella donna era veramente una professoressa, non poté tuttavia fare a meno di avere un piccolo brivido in mezzo alle gambe.

“Molto bene, ora vada a rimettersi le calze e la gonna. Voglio vedere come le stanno le camicette”.

La professoressa, rossa in volto, si girò e si diresse scattando verso la sicurezza del camerino. Rimise le calze e la gonna e indossò una delle camicette. Scelse il colore nero. Si sentì più tranquilla quando si rese conto che la copriva meglio del top con cui era entrata nel negozio. Dovette ancora mettersi i tacchi, attraversare il negozio e fare da modella per Giovanni e la donna. “Questo si che le sta bene” disse la commessa.

Ma Giovanni ” Prenda una taglia più piccola e la riprovi professoressa”.

Dopo aver preso una taglia più piccola, averla indossa e aver sfilato nuovamente per i due Giovanni le ordinò finalmente di prendere tutti i colori delle camicette che aveva scelto con la taglia più piccola.

Dopo essersi cambiata, Sara tornò da Giovanni e lo trovò intento a prenderle vari reggiseni. Il giovane le diede inoltre vari modelli e colori di calze e reggicalze prima di ordinarle di andare a pagare.

Sara portò tutti gli acquisti in cassa e, dopo aver fatto una piccola coda, li consegnò alla commessa che iniziò a scannerizzare i codici a barre. “Oh, penso che si sia sbagliata signora, questa taglia è troppo piccola per lei” disse guardando il body.

“Le piacciono stretti” rispose Giovanni al posto della povera professoressa. Sara non aveva mai speso così tanti soldi per fare shopping in tutta la sua vita e sapeva che era solo l’inizio.

Si fermarono in seguito in un negozio molto popolare fra le adolescenti. Giovanni ordinò a Sara di sfilare per lui e una giovane commessa provando vari modelli di gonne, giubbetti, vestiti e felpe. Sara spese più di quattrocento euro in vestiti che sarebbero stati rispettabili per una giovincella ma leggermente fuori luogo per una professoressa rispettabile di mezza età. Sara sapeva che sarebbe stata ridicola indossandoli, ma almeno non avrebbe perso il lavoro.

Sara aveva ora tutte le mani occupate a portare sacchetti. Si sentiva peggio di un attaccapanni. Quando attraversarono la zona dedica al ristoro Giovanni decise che aveva fame e si sedette ad un tavolo. Ordinò poi a Sara di portargli un panino al pollo e delle patatine.

Fu ordinato poi a Sara, dopo avergli portato il cibo, di restare in piedi portando tutti i sacchetti, mentre Giovanni si godeva il mangiare e l’umiliazione della sua professoressa. “Se vuole qualche patatina la può mangiare” disse “Ma si ricordi di inzupparla sempre prima”.

Fortunatamente Sara non aveva fame. Aveva la figa bagnata per qualche ragione però.

Appena Giovanni ebbe finito di mangiare si diressero verso un negozio di scarpe estremamente alla moda. Le fu ordinato di sedersi e la sua corta gonna divenne subito un problema. Un giovane commesso si avvicinò: “La posso aiutare?”.

“Per iniziare vorrebbe vedere tutte le scarpe con tacco 10 e cinturino alla caviglia che avete”.

Il giovane commesso, dopo averle chiesto il numero di scarpa, corse e tornò molto rapidamente pieno di scatole. Si inginocchiò per aiutare la donna e iniziò a provarle le scarpe. Sara fu obbligata a sfilare con i tacchi nel negozio e dovette provare paia dopo paia. Dopo aver provato più di 10 paia da tacco 10 e vari con tacco 7,5 e 5 Sara era tutta rossa in viso. Ad aumentare la sua umiliazione era la sua figa, che era un lago.

“Avete per caso tacchi superiori?” chiese Giovanni e il commesso fu più che contento di controllare. Il suo cazzo indurito era alquanto visibile sotto i pantaloni. “Ha visto cosa sta facendo a quel povero ragazzo professoressa?”.

“Si, signor Giovanni”.

“Scommetto che le piacerebbe succhiargli quel cazzo professoressa”.

“No, signor Giovanni”.

“Ma aveva detto che le piaceva succhiare il cazzo o no?”.

“Si signor Giovanni”.

“Beh magari posso trattare con lui per salvarle un pò di denaro professoressa”.

“La prego no signor Giovanni”.

“Vedremo” disse Giovanni ridendo.

Il giovane tornò: “Abbiamo un paio di tacco 15 con cinturino alla caviglia” disse a Giovanni ignorando la povera professoressa spaventata.

“Proviamoli”.

Il giovane commesso eccitato non si fece problemi ad inginocchiarsi per aiutarla ad indossarli. Mosse persino il piede della donna allargandolo in maniera di avere una piena vista della fighetta di Sara nuda sotto la gonna.

“Cammini per noi professoressa” ordinò Giovanni. Il commesso non poteva credere alle sue orecchie. Professoressa?.

Sara si alzò ed ebbe palese difficolta a camminare con quelle scarpe. “Professoressa temo si sia seduta su qualcosa” indicando il punto della gonna dove si era seduta, tutto bagnato. La professoressa voleva morire. “Può portarci qualcosa per pulire” disse Giovanni al commesso, che anche stavolta corse felice. “Non provi a piangere professoressa”.

Tornò e porse un fazzolletto a Sara. “Perché non la aiuta?” e il commesso non si fece certo pregare. Tastandola pure per bene.

Quando il commesso ebbe finito Sara si diresse in cassa a pagare. Aveva appena speso quasi mille euro in scarpe.

Sara era ancora più ridicola portando anche tutte quelle scatole. “E’ ora di tornare a casa professoressa ma prima un’ultima cosa. E’ ormai sera, immagino abbia fame, quindi si sbrighi”.

Giovanni la portò davanti ad un sexy shop per adulti. “Ecco la lista con tutte le cose che deve comprare, si faccia aiutare da un commesso, si sbrighi”.

Sara aprì la porta e divenne subito il centro totale di attenzione per i quattro uomini presenti all’interno. Il negozio aveva un pessimo odore e ne fu sollevata. Almeno non avrebbero potuto sentire l’odore della sua figa fradicia.

Sara si mosse rapidamente verso il commesso, voleva uscire di li il più in fretta possibile. Gli diede la lista ” ho bisogno di queste cose”.

Il commesso lesse e sorrise: “Queste cose per lei?”.

“Si” sussurrò Sara.

“Cosa ha intenzione di fare con tutte queste cose?”.

“Mi è stato ordinato di comprarle”.

“Da chi? Suo marito?”.

Sara non sapeva cosa dire, “No. Un amico.”

Il commesso guidò Sara e le mostrò vari sex toys. Non facendo a meno di metterle un braccio attorno alla spalla e prendendosi ogni opportunità per toccarla nelle maniere più imbarazzanti. Dopo quella che sembrò un’eternità pagò e usci tra gli sguardi di apprezzamento dei clienti.

Sara raggiunse Giovanni nel parcheggio mentre la stava aspettando fumando.

“Prenda il piccolo butt plug e il lubrificante. Li metta nella borsa”.

Sara, meccanicamente, fece come ordinato.

Quando Giovanni ebbe finito di fumare tornarono in macchina. “Ci fermeremo sulla strada per mangiare. Immagino abbia fame”.

Sara si rese conto di avere molta molta molta fame.

Si fermarono in una pizzeria. ” Mi occuperò di ordinare il cibo professoressa” disse Giovanni.

“Si, signor Giovanni”. Giovanni ordinò una vera cena per se stesso e un’insalata per la professoressa.

Appena Giovanni ebbe finito di ordinare, Sara sapeva che sarebbe successo qualcosa ma non si immaginava minimamente il prossimo ordine.

“Vada nel bagno, metta un pò di lubrificante sul butt plug e lo inserisca nel culo. Faccia attenzione ad inserirlo bene completamente, non vogliamo mica che esca mentre cammina”.

Sara pietrificata prese lentamente la borse e fece per alzarsi.

“Prenda quello che le serve dalla borsa e la lasci qui professoressa”.

“Ma….”.

“Lasci qui la borsa professoressa”.

Sara prese il butt plug e il lubrificante e, facendo attenzione a nascondere quello che stava portando il più possibile, si diresse spedita verso il bagno.

Entrò rapidamente ed iniziò a pensare alla sua situazione. Lei, una professoressa rispettata, era in un bagno vestita come una troia. Più di un migliaio di euro più povera e pronta a mettersi un butt plug nel suo culetto vergine. Iniziò a piangere senza controllo.

Questo è il mio primo racconto, scrivetemi cosa ne pensate e come vorreste che la storia continuasse a mastersole95@yahoo.com. 

Ho ricevuto tantissime richieste di continuare il racconto e ne sono molto contento. Anche il numero pazzesco di likes sul capitolo precedente mi ha fatto moltissimo piacere.

Come sempre, se vi è piaciuto il racconto e volete che continui lasciate un like e magari un commento.

A presto, il vostro MasterSole95.

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