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La Stanza degli Specchi

By 2 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La stanza degli specchi

E’ come un sogno, un’onirica folle fantasia che occupa ogni momento della mente.
Mi guardo intorno incuriosita, &egrave un’ampia camera da letto con il soffitto affrescato da temi mitologici. Si intravede poco o nulla nella penombra che mi avvolge. L’ampio letto a baldacchino &egrave sormontato da un tendaggio pesante, di velluto scuro, le tende ordinatamente ripiegate attorno ai sostegni delle colonnine di legno intarsiato. Su tutte le pareti sono stati disposti degli enormi specchi incorniciati da ancone color oro, probabilmente di legno dipinto e i pavimenti di marmo sono coperti da preziosi tappeti.
Sembrerebbe una villa settecentesca, ma non posso dirlo con sicurezza poiché vi sono stata condotta bendata. Ricordo una strada tortuosa e un tratto di sterrato. Una villa di campagna?
Di chiunque sia, deve essere un uomo ricco.
Indosso solo una sorta di vestaglia di tessuto molto sottile, seta bianca e quasi trasparente, chiusa sul davanti da piccoli bottoncini di madreperla. E una maschera in stile veneziano che mi copre la parte superiore del volto.
Sono stata legata ai polsi con nastri di seta, che si attorcigliano attorno alle colonnine del baldacchino.
Girando la testa posso intravedere delle lanterne o candele che spandono la loro luce tenue giocando sugli specchi. Solo una parete ne &egrave parzialmente priva, suppongo per far posto a un’ampia finestratura, in quel momento coperta da una tenda di tessuto pesante.
Sento la morbidezza di lenzuola costose e cuscini di piuma d’oca, però non posso fare a meno di notare come il resto della stanza sia molto spoglio e freddo. Solo specchi e candele, e un piccolo comodino accanto al letto, di legno massiccio. Una stanza con uno scopo preciso, &egrave evidente.
Sento distrattamente che fuori piove, piccole gocce ticchettano sul vetro della finestra, cullandomi nella lenta attesa. Il sangue defluisce dalle braccia sollevate e non so per quanto tempo rimango in quella posizione.
Dal fondo della stanza sento un rumore lieve. Vedo uno degli specchi che ruota dalla sua sede facendo apparire una porta nascosta. Sull’ingresso c’&egrave un uomo. Deve essere alto sul metro e ottanta, indossa dei pantaloni neri, abbastanza aderenti sulle gambe ben fatte, una cintura scura ed &egrave a torso nudo. Nella penombra indovino che &egrave abbastanza prestante, un uomo sportivo, sui quaranta. Indossa anche lui un’ampia maschera completamente nera che gli copre la parte superiore del volto.
Sento un fremito partire dal nodo duro dello stomaco e spandersi bollente in tutto il corpo. Ha una camminata lenta, studiata, elegante. Vedo che &egrave a piedi nudi e lo trovo molto eccitante.
Si avvicina al letto e si appoggia a una delle colonne, studiandomi in silenzio. Le braccia sono ben definite e le spalle ampie. Ha una bella bocca e un accenno di barba non rasata, capelli scuri abbastanza corti. Ci guardiamo quasi a volerci capire a vicenda, in un silenzio sempre più pesante, elettrico.
Mi afferra delicatamente una caviglia, facendomi stendere la gamba sulle lenzuola. La apre verso l’esterno facendo salire la camicetta sull’inguine. Sono esposta e trepidante.
Un angolo del mio cervello sa già cosa accadrà. Sono qui per questo.
La sua mano risale dalla caviglia verso il polpaccio, ha mani curate e molto delicate. La mia pelle reagisce immediatamente, trasmettendomi la sensazione della sua mano calda e forte. Sento il pollice fare una leggera pressione, in piccoli movimenti circolari, risale sul ginocchio e poi sulla coscia. La mia intimità &egrave in bella vista, ma non mi sento a disagio. Aspetto di sapere cosa vorrà fare.
Si sposta sull’altra gamba, e come nel primo caso, mi tira leggermente dalla caviglia e comincia a risalire. Lento, inesorabile. Il mio corpo &egrave molto ricettivo, ogni minima vibrazione lo fa sussultare. L’attesa snervante.
Osservo la sua bella bocca socchiusa, i suoi occhi scuri sono piantati nei miei. E’ come se un fluido ipnotico si trasmettesse da me a lui, in un silenzio sospeso. Non capisco a cosa stia pensando, il suo sguardo sembra freddo eppure mi trasmette una grande sensualità.
La camicetta &egrave ora all’altezza dell’ombelico.
Sale sul letto, mettendosi in ginocchio tra le mie gambe. Il contatto con i suoi pantaloni e le sue cosce muscolose mi fa contrarre il basso ventre di desiderio. Ma non &egrave ancora il momento. Le sue mani vanno ai piccoli bottoni, li slacciano uno per volta, con cura e senza fretta. I due lembi della vestaglia ricadono ai miei lati. Sono nuda davanti a un perfetto sconosciuto.
So che il mio sesso &egrave già umido, che questo erotico calvario serve solo ad aumentarmi il desiderio, a rendermi pronta per lui. La sua mano scivola sulla mia pancia, delicata, gira attorno all’ombelico e poi risale sullo sterno, nello spazio tra i seni. Si sofferma solo per un istante sui capezzoli scuri, dall’areola ampia e già dritti. Sento la punta del dito che li sormonta, i miei recettori impazziscono e lascio un gemito sospirato.
Sorride.
Mi sento pervasa da uno spasimo di dolore e piacere davanti a quel sorriso appena accennato. Le contrazioni dell’utero si fanno più intense.
Le sue mani proseguono la loro esplorazione, sulle spalle, le braccia, il collo. Mi fanno un breve massaggio sulle braccia per riattivare la circolazione ormai assopita. E infine il suo pollice si sofferma sulle mie labbra. So di avere una bella bocca, piena e ben disegnata. L’unghia del pollice forza leggermente la mia bocca ed entra. Questa piccola forzatura mi eccita. La mia lingua si muove automaticamente percorrendo il suo dito con lentezza studiata, senza abbandonare i suoi occhi. Le mie labbra si avvinghiano attorno a lui quasi a volerlo trattenere dentro di me il più a lungo possibile.
Percorre la mia lingua e il mio palato con il polpastrello e percepisco la sua erezione nei pantaloni premermi contro l’inguine. Anche lui &egrave eccitato eppure non vuole affrettare i tempi. E’ il suo gioco e io intendo giocare.
Estrae il pollice e lo sfrega contro i miei capezzoli già sovraeccitati e ricettivi, non trattengo il gemito di desiderio. Lo voglio ora, subito, dentro di me.
Le sue labbra si avvicinano alle mie, la sua lingua guizza fuori, caldissima, e percorre il contorno della mia bocca, per poi intrecciarsi alla mia in un bacio che hai il suo profumo ed &egrave salato. Non mi sono mai sentita così rapita da nessuno, non ho mai desiderato tanto qualcuno come desidero ora lui.
Bacia bene, dosa perfettamente l’intensità dei movimenti, mi rende partecipe del suo desiderio e me lo trasmette con passione. Sembra un bacio atteso da anni, e quando ci sciogliamo ne vorrei subito un altro e un altro.
Si sposta sul lobo del mio orecchio, lo mordicchia leggermente per poi proseguire sul collo. Sento la ruvidezza della sua guancia sfregarsi alla mia pelle, le sue narici fremere per assorbire il mio odore, la sua lingua assaggiarmi un centimetro alla volta, assorbire la mia stessa essenza. E io vorrei ricambiare, ma le mani legate mi impediscono di muovermi come vorrei. Forse &egrave proprio questo il suo scopo, possedermi senza essere posseduto.
Inarco il corpo e cerco di premerlo contro di lui, ma mi trattiene per i fianchi rimettendomi sul lenzuolo. Le sue mani si portano dietro ai miei glutei e lo stringono con forza, avvicinando il mio pube al suo. Istintivamente gli circondo la vita con le gambe, per tenerlo contro di me.
‘Sei proprio disubbidente, devo legarti anche le caviglie?’ per la prima volta ha parlato, ha una voce bassa e ben modulata, senza nessuna particolare inflessione. Ma posso leggere il divertimento e la malizia in quelle poche parole. Lo guardo senza rispondere, mentre abbassa le mie gambe e pone le mani sulle mie ginocchia per tenermi ferma e con le gambe aperte.
La sua bocca torna a percorrere il mio corpo, si sofferma sul petto e fa saettare la lingua, lasciando una traccia umida sulla mia pelle. Finalmente percepisco il suo respiro attorno ai capezzoli, strofina leggermente la punta del naso e basta questo a farli emergere, poi vi posa le labbra alternativamente, dando piccoli baci e infine li lecca sapientemente, succhiandoli e mordicchiandoli dolcemente.
Sono in paradiso, mi sento sempre più vicina all’estasi.
Il mio corpo risponde alle sollecitazioni, contraendosi per cercare di raggiungere l’apice. La sua lingua mi tormenta senza tregua, le labbra si chiudono attorno alla loro durezza e tirano con sempre maggiore foga e desiderio, facendo roteare la punta attorno all’areola. So che la mia intimità &egrave pregna di umori.
Una mano si sposta dal ginocchio e due dita affondano in profondità.
Urlo per la sorpresa e per il godimento, mi inarco schiacciando il bacino contro la sua mano, mentre anulare e medio entrano lentamente dentro di me accarezzandomi la parete interna e il pollice comincia a solleticare il clitoride.
‘Oh Dio, sì’ mormoro.
La mia testa &egrave rovesciata all’indietro sui cuscini, mentre il mio corpo &egrave in preda al delirio di quel momento. Sono pasta nelle sue mani. Le dita aumentano il ritmo e io mi sento sempre più trasportata da questa onda di scariche elettriche.
L’uomo si scosta dal seno e scende lentamente lungo la pancia, lasciando dietro di sé un’impronta umida.
Le sue labbra baciano l’interno delle cosce, il monte di venere, l’ombelico. La sua lingua assapora le grandi labbra. Vibro per lui, vorrei spingere la sua testa sul clitoride e obbligarlo a farmi venire.
Mi piega le ginocchia in modo da tenere le gambe piegate, prende un cuscino e lo spinge sotto i glutei in modo da tenere il bacino sollevato, poi rapidamente riprende a baciare l’inguine e a far saettare la lingua. Finché finalmente non arriva al piccolo bottoncino nascosto nel mio sesso. La lingua fa movimenti ampi che vanno dall’ano, assaggiano le grandi e piccole labbra, esplorano l’ingresso della mia vulva, per poi incollarsi sul clitoride già gonfio e ricettivo.
Ormai non posso più trattenere i sospiri di godimento o le reazioni del mio corpo. La sua bocca si schiaccia sulla vagina e con determinazione sempre crescente la lecca e succhia, nel frattempo due dita tornano a penetrarmi.
Urlo più forte, preda degli spasmi. L’orgasmo &egrave vicino.
Proprio in quel momento si ferma, negandomi il sollievo tanto cercato. Ricado pesantemente sul letto, il mio sesso &egrave fradicio e pulsa tremendamente. Mi sento carica di desiderio e disperata, ero così vicina!
Si solleva su di me e il suo sorriso malizioso mi pervade.
‘Pensavi che sarebbe stato così semplice?’ domanda.
Sostengo il suo sguardo e serro le labbra.
Con un gesto netto e deciso mi toglie la maschera.
‘Eccoti qui’
Ci baciamo di nuovo, sento il mio sapore sulla sua bocca. E’ un bacio più rabbioso, più intenso e passionale di quello di prima. Le sue mani si impossessano del mio corpo, lo stringono fino a lasciare i segni, lo spinge contro di lui, pelle contro pelle.
Mi lascia, si solleva dal letto e si slaccia lentamente i pantaloni, che fa ricadere sul pavimento.
E’ nudo e vedo una possente erezione sollevarsi verso la pancia. Dei peli ricciuti scuri spuntano da sotto.
Senza rendermene conto la mia lingua inumidisce le labbra. Desidero averlo dentro la mia bocca e assaggiarlo. Forse lo sa, perché torna sul letto e mi si mette a cavalcioni, aiutandomi a stare più sollevata.
Ora la mia bocca &egrave sopra il suo pene. Vedo le vene che lo percorrono, la cappella che emerge rosea dal suo scrigno e che si punta verso di me. Schiudo le labbra e lascio che la mia lingua faccia quello che sa fare. Scivola delicatamente per tutta la lunghezza del membro, lubrificandolo, poi lo accolgo tra le mascelle, copro i denti con le labbra e comincio ad andare su e giù, prima molto lentamente. Ha un sapore salato e un profumo gradevole di sapone. Mi soffermo a lungo sulla punta, saggiandola con brevi leccate e succhiandola.
Finalmente lo sento reagire, emette dei gemiti bassi, cavernosi e comincia ad accompagnare il movimento con il bacino. Poiché ho le mani legate, &egrave lui che mi sostiene la testa e che tiene il pene tra le mani, entrando e uscendo dalla mia bocca ritmicamente.
Mi concentro sempre di più sul movimento, le mie guance rientrano per succhiare con più energia, emette un gemito più forte. Alterno la lingua con la bocca senza dargli tregua. I miei occhi si sollevano per cercare il suo viso, che &egrave concentrato ed eccitato. La bocca socchiusa e lo sguardo ben piantato sulla scena. Mi eccito anch’io e rinnovo l’entusiasmo, spingendolo fino quasi alla gola e riuscendo a farlo entrare tutto.
Voglio farlo venire, voglio averlo in pugno.
Con un ultimo contorsionismo della bocca, lo sento finalmente pronto a scaricarsi dentro di me. Forse non avrebbe voluto, ma il fiotto di sperma e l’orgasmo sono incontrollabili, lo sento scivolarmi in bocca e poi in gola, mentre un gemito rabbioso accompagna l’eiaculazione.
Ripulisco il tutto e vedo che l’erezione, sebbene diminuita &egrave ancora presente.
Mi afferra i capelli e mi tira indietro, facendomi male.
‘Sei molto cattiva’ ringhia.
Io mi limito a sorridere di quella piccola vittoria, non curandomi delle conseguenze.
Se credeva di domarmi semplicemente legandomi al letto, si &egrave sbagliato.
E so che mi desidera.
Mi afferra da sotto le ginocchia e mi mette sulle sue cosce. La penetrazione &egrave brutale e senza cerimonie. Ma sono ben lubrificata e avverto solo un leggero fastidio, mentre il suo pene prende spazio dentro di me.
Finalmente mi sento riempita, comincia a muoversi spingendo le pelvi con forza. Il mio senso sobbalza a ogni spinta. Ha un ritmo sostenuto e si aiuta spingendo i miei fianchi contro di lui. Sento la punta del pene che stimola il collo dell’utero. Le pareti della vagina lo avvolgono completamente e mi aiuto con delle contrazioni per aumentare la stimolazione. Lo sento gemere per questa doppia pressione, mentre il suo basso ventre preme sul mio monte di venere, accentuando il movimento.
Mi spinge due dita in bocca per farmele lubrificare e poi comincia a stimolarmi l’ano, penetrandomi un po’ per volta con l’indice.
Gemo più forte, il piacere &egrave totale e accecante. Vorrei di più, vorrei avvolgermi a lui completamente.
Il ritmo aumenta, i colpi diventano frenetici e l’orgasmo monta con un’esplosione totale che mi annulla. Poco dopo lo sento stringersi a me e gemere fino a scaricarsi nel mio ventre.
Le spalle e le braccia mi fanno male per la prolungata posizione.
L’uomo si sfila la maschera, incurante, e ricade a fianco a me, poi mi libera i polsi e comincia a massaggiarmi braccia e mani. Dei segni lividi circondano il polso.
Finalmente posso raddrizzarmi e guardarlo da pari a pari. E’ un uomo attraente, porta bene i suoi anni e pur non essendo un adone, ha uno sguardo molto penetrante.
Le sue mani massaggiano con esperienza e senza fretta.
Non so se dovrei dire qualcosa, dopo quest’esperienza travolgente e assoluta, ma non mi viene niente da dire. Improvvisamente una sensazione di imbarazzo e tensione mi fa abbassare gli occhi, accosto i lembi della camicia per coprirmi.
L’uomo mi attira a sé. Mi spinge a salirgli sulle cosce e siamo stretti in un abbraccio intimo in cui i nostri sessi si toccano. Le mie gambe si avvolgono attorno alla sua vita, mentre lentamente le sue mani fanno scivolare la camicia giù dalle spalle e poi la buttano a terra.
C’&egrave qualcosa di magnetico in quegli occhi, qualcosa che mi spinge a liberarmi completamente delle mie inibizioni e che mi rende malleabile. Le sue mani scivolano sulla schiena, mentre comincia a darmi dei piccoli baci lungo il collo e sul petto, sento la pelle incresparsi e lo stomaco accendersi di nuovo di desiderio.
La luce delle candele si fa più tenue mano a mano che il tempo passa e che lui esplora ogni anfratto del mio corpo con le labbra e i polpastrelli. Il rumore della pioggia sembra sempre più distante.
Il suo membro ha un principio di erezione, ma la quiete di quel momento &egrave più forte di tutto, siamo fusi in un corpo unico. Ricambio le carezze e i baci, percepisco la sua pelle adattarsi alla mia, rispondere alle mie sollecitazioni, tendersi e rilassarsi là dove lo tocco. E’ qualcosa di speciale, non esiste l’imbarazzo, il tempo, il desiderio.
Le sue mani spingono nell’incavo alla base della schiena, sciogliendo la tensione muscolare, poi passano sul ventre scaldandolo con una leggera frizione e poi sui seni, pronti e ricettivi ad accoglierlo. E’ magnifico sentire quelle mani esperte stimolare il mio corpo, indurlo a rispondere.
Sento il mio sesso inumidirsi e premersi contro il suo pene. La penetrazione stavolta &egrave lenta, progressiva. La mia vagina si avvolge attorno a lui, mentre i nostri bacini cominciano a contrarsi l’uno contro l’altro, ritmicamente, lentamente. Mi stringo più forte attorno a lui e lascio che sia il mio corpo a darmi il ritmo, in un’estasi crescente che mi porta subito all’orgasmo. Ma non ci fermiamo. La compressione del monte di venere crea una piacevole frizione.
Lui aumenta il ritmo, mentre mi stringe, sollevandomi leggermente per aumentare la penetrazione.
Gemo più forte mentre un altro orgasmo mi pervade e poi un altro.
Sono completamente avulsa dal mondo, sento solo la sua pelle contro le labbra, il suo corpo bollente e i nostri corpi uniti. Accompagno i suoi movimenti più rapidi e convulsi, voglio sentirlo di nuovo venire dentro di me e vorrei che quell’amplesso non finisse mai.
Le mie unghie solcano la sua schiena mentre ci baciamo in bocca intrecciando le nostre lingue. Siamo coperti di sudore lucido e non siamo ancora sazi. So che dopo le due precedenti eiaculazioni potrebbe durare ancora a lungo, così decidiamo di cambiare posizione. Esce velocemente, vedo il suo pene lucido dei miei umori e lo assaggio. Geme mentre raccoglie i miei capelli in una mano e mi spinge la testa contro il suo sesso.
Ma non voglio questo, voglio essere un’unica cosa con lui, quindi mi ritraggo e mi metto sulle ginocchia, appoggiandomi anche alle mani e offrendogli una panoramica del mio posteriore.
Mi tira verso il bordo del letto e si mette in piedi dietro di me. L’altezza &egrave perfetta ed entra senza difficoltà, cominciando a pompare con più energia. Sento il suo pene che mi spinge fino all’utero facendomi urlare di piacere. La penetrazione &egrave molto profonda ed energica, sento le ginocchia che mi cedono sotto i colpi delle sue reni. C’&egrave un qualcosa di animale, rabbioso, in quel rapporto, quasi che volesse dominarmi, e mi piace.
Mi afferra i capelli e mi tira verso di lui, la mia schiena contro il suo petto, mentre si aiuta con una gamba appoggiata al bordo del letto per aumentare il ritmo.
Sono squassata dal piacere, inerme in quella presa ferrea.
Trovo incredibile come riesca a passare dall’incredibile dolcezza di prima, a questa bestialità piena di erotismo che mi spezza il fiato. Non ci diciamo quasi niente, sono i gemiti e i sospiri e la totale partecipazione reciproca a farci capire quanto siamo presi. Accompagno i suoi movimenti alzando e abbassando il basso ventre, in un atto frenetico. Dall’interno lo sento premere contro la parete bassa della vagina, il suo pene riesce a premere affilato e preciso sul punto G, ritmico e inesorabile.
Mi sento pervasa dall’ennesimo orgasmo.
Stavolta &egrave così intenso che urlo con forza, contratta in uno spasmo totale.
Ricado in avanti esausta, liberandomi da quella presa.
Anche lui &egrave esausto e si sdraia di fianco a me.
Siamo madidi di sudore e i nostri umori mescolati hanno sporcato le lenzuola.
Non ho mai avuto così tanti orgasmi e nemmeno mai così intensi.
Mi sento completamente svuotata e appagata.
Era questo che voleva? Istintivamente sento che non &egrave andata come avrebbe voluto lui, me lo dice il fatto che nessuno dei due indossa la maschera e che non sono più legata. Credo che abbia perso il controllo delle sue stesse reazioni e ne sono intimamente felice. Felice di averlo portato oltre la sua stessa consapevolezza e desiderio, felice che da me abbia voluto qualcosa di diverso.
Non so se ci rivedremo in futuro o se vorrà di nuovo qualcosa d’incontrollabile. Non so nulla di lui, e credo che lui sappia poco o nulla di me. Ma per quelle ore siamo stati qualcosa di speciale e irripetibile.
Si alza in silenzio e infila nuovamente i pantaloni.
‘Alla prossima settimana’ mormora e mi guarda spogliandomi l’animo.
‘Alla prossima settimana’ rispondo con un sorriso.
E’ come aver vinto una battaglia.
Lo sento uscire ma ormai sono nel mondo dei sogni, mi avvolgo nelle lenzuola e mi addormento molto più rilassata. Attendendo con ansia la prossima settimana.

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