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Maurizia – 5^

By 22 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Per l’agosto del 2003, Mauro ed io, avevamo deciso di trascorrere le vacanze estive, invece che nella solita casa dei suoceri, in Versilia, al lago di Garda, in un campeggio dove avevamo affittato, per tutto il mese, un bungalow.
Era bellissimo! Tutto in legno, con ben tre camere da letto, di cui due piccole per i ragazzi, un soggiorno/salotto, un bagno con doccia e angolo cottura.
Posizionato a non più di 50 metri dalla riva, sotto bellissime e grandi piante che ombreggiavano generosamente il nostro e altri 8 bungalows.
Poi i ragazzi decisero che loro avrebbero preferito il mare al lago e così, già dalla metà di luglio partirono con i nonni in Versilia.
Ormai avevamo anche pagato l’affitto per cui decidemmo di andare noi due e goderci una bella vacanza da soli.
Ma, come al solito, quando il diavolo ci mette la coda’
Pochi giorni prima di partire, Mauro concluse un appalto importante; bene, direte voi, solo che, piccolo particolare, i lavori avrebbero dovuto cominciare i primi di agosto!
Già vedevo sfumare la mia vacanza, quando Alfredo, il fratello di Mauro, divorziato ormai da due anni e che viveva da solo, si offrì di rimanere lui a Roma, a sovrintendere all’inizio dei lavori, e lasciarci liberi per le vacanze.
In cambio avremmo, però, dovuto prendere con noi sua figlia Roberta, che in Agosto era affidata a lui, per farle fare un po’ di vacanze.
Accettammo l’accordo di buon grado e devo dire che io ne fui anche abbastanza contenta, perché con Roberta andavo e vado, molto d’accordo ed in più un’altra presenza femminile in casa mi avrebbe fatto piacere.
Roberta, all’epoca, aveva 19 anni ed era veramente bella.
Biondina sul rossiccio, un po’ di efelidi sul visetto delizioso, un paio di occhialini da intellettuale ed un corpo ormai da donna fatta: abbastanza alta, una seconda abbondante di seno, un culetto da far impazzire chiunque e due gambe veramente graziose.
Nel frequentarci, al mare, avevo avuto modo di notare, attraverso la trasparenza dei costumi, che sembrava essere dotata di un bel boschetto su un monte di Venere ben pronunciato.
Così partimmo tutti e tre per le sospirate vacanze.
Fino al 13 tutto andò bene, ci stavamo divertendo molto; grazie alla nostra passione di conoscere sempre nuove cose, usi, paesi, opere d’arte ecc’ e al fatto che Mauro ama molto guidare e non si stanca mai, avevamo fatto più volte il periplo del lago ed avevamo visitato molte delle cittadine rivierasche, con Roberta, poi, non perdevamo occasione per scendere sulla riva ad abbronzarci.
Roberta, si era fatta un amico, Francesco, figlio di una coppia che aveva il bungalow accanto al nostro e passava molto tempo con lui.
Francesco era un bel ragazzo, ventanni, alto, moro, occhi azzurri, fisicamente atletico e tonico (vorrei vedere a quell’età) e pensavo che tra i due fosse nato qualcosa di tenero.
Questo si era rivelato un grande vantaggio per Mauro e me, in quanto ci permetteva, di avere molto tempo da soli, quando lo desideravamo, di goderci a pieno le ferie e di farci grandi scopate in completa tranquillità.
Poi la sera del 13 Alfredo telefonò e disse che erano sorti dei problemi nel cantiere, per cui era richiesta la presenza di Mauro a Roma; si accordarono che Mauro sarebbe rientrato subito dopo Ferragosto.
La mattina del 18, Mauro partì molto presto e rimanemmo, quindi, io e Roberta a goderci i residui 10 giorni di vacanza.
La mattina dopo mentre ero in bagno, tutta nuda e mi stavo preparando per la doccia, entrò di corsa Roberta con i pantaloncini del pigiama già parzialmente abbassati, credo, con una voglia impellente per fare pipì.
Appena mi vide nuda, rimase basita squadrandomi dalla testa ai piedi.
Veramente mi guardava soprattutto i seni e la figa che non avevo in alcun modo coperto; infatti anch’io ero rimasta impietrita da quell’entrata imprevista e imprevedibile!
‘Roberta!’ ‘ esclamai dopo essermi ripresa ‘ ‘Ti sembra questo il modo di entrare in bagno?’ ‘ aggiunsi seccata.
‘Sc’scusa zia’ ‘ balbettò lei continuando a fissare il mio boschetto ‘ ‘Credevo fosse libero e devo fare pipì, mi scoppia la vescica’ comunque potevi chiudere la porta.’ – aggiunse per giustificarsi.
Nel frattempo avevo cercato di coprirmi, ma avevo preso un asciugamano da bidet e non era proprio che avessi raggiunto un gran risultato.
‘Va bene, ti scuso, ma adesso esci, per favore.’ ‘ la pregai mentre cercavo qualcosa d’altro per coprirmi.
‘Non posso,’ ‘ rispose lei ‘ ‘non la tengo più’ e poi siamo tra donne.’ ‘ e così dicendo si sedette sul water e prese a pisciare.
‘Va bene, ho capito, esco io.’ – ed uscii dalla porta, coperta da un altro asciugamano, questa volta di dimensioni più consistenti.
Tutto finì lì.
Durante la mattinata però, notai che Roberta non era andata da Francesco, come d’abitudine e questo era strano, erano sempre attaccati, ma era rimasta con me.
‘Roberta cos’hai?’ – gli domandai a pranzo ‘ ‘Mi sembri strana oggi.’
‘Niente zia, non ho nulla.’ ‘ rispose, forse un po’ seccata della mia domanda e diventando rossa in volto.
‘Guarda che se &egrave per stamani non me la sono presa, credimi.’ – continuai tentando di fargli dire cosa la angustiava.
‘Sul serio?’ – mi chiese con il viso raggiante ‘ ‘Grazie Maurizia. Ti chiedo ancora scusa, ma veramente non ce la facevo più.’ ‘ e così dicendo mi si gettò addosso abbracciandomi e stringendomi con affetto.
Avevo colto nel segno, si vergognava di quanto era successo.
Appena finito il pranzo, Roberta andò in camera sua e ne uscì dopo una decina di minuti vestita per uscire.
‘Dove vai adesso?’ ‘ domandai.
‘Da Francesco. Avevamo da fare delle cose insieme questo pomeriggio.’ – rispose fissandomi intensamente negli occhi.
‘Ok, ma non fare troppo tardi che stasera andiamo a farci una pizza a Desenzano.’ ‘ dissi salutandola mentre usciva di corsa.
Dopo aver sparecchiato e rimesso in ordine, andai in camera per riposarmi.
Faceva caldo, così mi spogliai e mi distesi nuda sulle lenzuola.
Pensai che già mi mancava Mauro, la sua presenza, il suo corpo accanto al mio’ il suo cazzo!!!
La mia mano, come animata di vita propria, cominciò ad accarezzarmi, prima i seni, poi scese a cercare il sesso e lo trovò caldo e umido, eccitato.

Mi accarezzo lentamente, aprendo le cosce e trovo subito il mio bottone magico eretto, prendo a titillarlo, iniziando una masturbazione solitaria, a gambe aperte e sollevate.
Mentre il piacere sta per prendermi ho come la sensazione di essere osservata.
Distrattamente mi guardo intorno ma non riesco a trovare nulla che mi confermi quella sensazione.
Riprendo da dove avevo interrotto, con maggiore convinzione, cominciando a gemere sommessamente per il piacere che sale dalla mia figa.
Ma vengo distolta ancora da quella strana sensazione.
Guardo verso la finestra socchiusa e intravedo qualcosa muoversi, ma non &egrave niente di definito e comunque, chiunque fosse, non può certo riuscire a vedermi nella semi oscurità della camera.
Poi sento anche un sussurro indefinito, come un bisbiglio.
Interrompo a malincuore la masturbazione e mi siedo sul letto cercando di capire cosa stia accadendo.
Non riuscendo a vedere nulla, mi avvicino furtiva alla finestra e’ non posso credere ai miei occhi!
Roberta e Francesco sono accanto alla finestra, ma non stanno guardando all’interno, almeno ora.
Francesco ha il cazzo fuori dagli shorts e lei lo sta masturbando, mentre lui le accarezza la figa, sotto la gonnellina e le bacia il seno scoperto dalla maglietta.
‘Che sfrontatezza!’ ‘ penso sul momento, ma poi ‘ ‘Beata gioventù!’
Anche se il retro del nostro bungalow &egrave abbastanza riparato, può sempre arrivare qualcuno e vederli.
Priva di ogni attenzione o freno inibitorio, Roberta si inginocchia e prende il cazzo di lui in bocca e comincia a succhiarlo con grande esperienza.
A quella vista, la mia mano, senza che possa impedirlo, scende tra le mie cosce e ritrova subito la clitoride ancora eretta che sembra aspetti quel tocco.
Riprendo a masturbarmi con maggior lena, mentre guardo mia nipote che spompina con gusto il ragazzo e con una rapidità inattesa, sento montare dentro il piacere.
Francesco si stacca dalle labbra di Roberta e si posiziona dietro di lei, che si &egrave alzata, le solleva la gonna sopra le natiche sode e rotonde, scosta le mutandine ed in un batter d’occhio, vedo sparire il cazzo tra le sue cosce, dentro la figa che immagino già ben bagnata.
Non posso più trattenermi, vengo!
E vengo in modo violento e mordendomi le labbra per evitare di urlare.
Qualche colpo e anche Francesco viene e lo fa sopra il culetto di lei che, intanto, si dimena come un’ossessa, godendo a sua volta.
Due, tre fiotti di sperma biancastro che impiastricciano, non solo la delicata pelle delle natiche di Roberta, ma anche la sua gonna.
La mia figa si contrae, ancora con violenza ed altre scariche di piacere mi arrivano al cervello.
Guardo ancora fuori della finestra e vedo Roberta che, chinata, gli prende nuovamente in bocca il cazzo duro e di dimensioni ragguardevoli vista l’età, per ripulirlo ed assaporare quel nettare delizioso.
Poi si ricompongono alla meglio e baciandosi in bocca, si allontanano.
‘Perché avevano scelto proprio quel posto per le loro effusioni?’ ‘ mi domando, allora ‘ ‘Forse mi stavano spiando?’ ‘ e questi pensieri non mi abbandonano per l’intera serata.

A cena in pizzeria, notai che Roberta era raggiante, piena di spirito; beh, pensai, se fare sesso la fa stare così, ben vengano le scopate quotidiane!
Quando rientrammo, Roberta mi disse che sarebbe uscita di nuovo.
‘Dove vai a quest’ora?’ ‘ chiesi.
‘Vado con Francesco lungo il lago,’ – rispose con aria innocente ‘ ‘dovrebbero esserci i fuochi artificiali e vogliamo vederli insieme. Perché non vieni con noi?’ ‘ mi chiese con un sorrisetto malizioso.
‘Perché no!’ – esclamai subito e con convinzione.
‘Preparati dai’ ti aspetto’ – mi incalzò.
Andai in camera per cambiarmi d’abito.
Mi spogliai e notai che Roberta dal soggiorno sbirciava dalla porta socchiusa.
Indossai un tanga di dimensioni ridottissime, niente reggiseno; un vestito comodo, abbottonato sul davanti, che lasciai aperto fino all’altezza di metà coscia; poi in bagno e mi pettinai.
‘Sono pronta.’ – dichiarai uscendo dal bagno.
‘Bene andiamo.’ – disse passando il suo braccio sotto al mio e dandomi un bacio che mi sfiorò le labbra.
Ci avviammo così, verso la riva del lago.
Dopo qualche secondo, ci raggiunse anche Francesco che, dopo averci salutato, s’incamminò con noi.
Quando arrivammo sulla riva, non avendo preso sedie, ci accomodammo per terra, un po’ in disparte rispetto agli altri ospiti del camping; io nel mezzo, Roberta sulla mia sinistra e Francesco sulla mia destra.
Stando seduti per terra, le mie gambe fuoriuscirono dal vestito e Roberta, con noncuranza, appoggiò la sua mano sulla mia coscia nuda.
‘Sei molto bella, Maurizia ed hai delle splendide gambe!’ ‘ affermò, dandomi un bacio sempre più vicino alle labbra e facendo scivolare la sua mano lungo la mia coscia ‘ ‘Lo dicevo anche oggi pomeriggio a Francy.’ – continuò sfrontata.
‘Non hai nulla di cui essere invidiosa.’ – le dissi convinta.
Anche lei indossava una minigonna cortissima che le lasciava le gambe scoperte e faceva intravedere le candide e ridottissime mutandine.
‘&egrave vero, Maurizia, Roberta ha ragione, sei bella da sballo!’ ‘ affermò Francesco, appoggiandosi contro di me.
‘Hai un corpo perfetto.’ ‘ continuò Roberta, portando la sua mano sotto il mio seno e soppesandone consistenza e dimensione.
‘A che gioco stavano giocando?’ ‘ pensai ‘ ‘Stavano provandoci, una con la propria zia e l’altro con una donna matura?’
Non riuscii a formulare questo pensiero che sentii la mano che saliva all’interno delle mie cosce, delicata, sfiorando la pelle e facendomi venire brividi di piacere.
‘Che pelle liscia che hai!’ – bisbigliò Roberta.
‘Cosa stai cercando di fare?’ – sussurrai evitando di risponderle ‘ ‘Non si gioca con queste cose!’ ‘ sostenni perentoria, credendo di dissuaderla e di averle fatto comprendere che non era il caso continuasse.
Per tutta risposta la sua bocca s’incollò alla mia e, inaspettatamente, per la sorpresa, io socchiusi le labbra per ricevere la sua lingua appuntita e guizzante.
‘Io non scherzo affatto” – sospirò sulle mie labbra, mentre la sua mano raggiungeva la mia intimità.
Stavo andando fuori di testa, un calore profondo mi attanagliò il ventre; quella ragazzina mi stava facendo bagnare come e più di un cazzo in erezione!
Non riuscivo più a connettere, mi mancava il fiato.
Francesco, intanto, era rivolto verso il lago e non sembrava aver notato il bacio e quell’intima carezza.
Mi sbagliavo!
‘Che ore sono?’ – chiese Francesco, volgendosi verso di noi con aria furbetta.
‘Sono circa le dieci.’ ‘ risposi, staccandomi da Roberta, felice di uscire da quella sconvolgente situazione.
‘Mancano pochi minuti, tra poco cominciano i fuochi.’ ‘ aggiunse lui fingendo noncuranza.
‘Perché non andiamo a vederli dal nostro bungalow?’ – propose Roberta.
‘Potremmo stare più comodi.’ ‘ aggiunse ‘ ‘Questi ciottoli mi hanno indolenzito il culetto.’ – e così dicendo si era alzata mettendomi il suo magnifico culo davanti agli occhi.
‘&egrave un’ottima idea, sei d’accordo? – chiese conferma Francesco.
‘Come volete.’ ‘ mi decisi a rispondere, alzandomi da terra.
Roberta, fingendo di togliermi la polvere dal vestito, in realtà, mi palpò il sedere in modo deciso ed eccitante provocandomi scariche di adrenalina.
C’incamminammo verso casa e entrambi mi abbracciarono cingendomi la vita.
In breve giungemmo al bungalow, spostammo il divanetto sulla veranda e cercammo di accomodarci.
Il canap&egrave però, non poteva ospitarci tutti e tre avendo due soli posti; feci per alzarmi e andare a prendere una sedia ma ‘
‘No zia, non preoccuparti, io mi siedo sulle gambe di Francy’ ‘ disse prontamente Roberta.
Sembrava avessero studiato ed organizzato tutto nei minimi dettagli, con l’intento di farmi capitolare.
Ma fino a che punto si sarebbero spinti? Anche Francesco non avrebbe avuto alcun freno inibitorio? O era solo la dolce Roberta che desiderava un rapporto saffico?
Presa da questi pensieri, mi sedetti di nuovo accanto a Francesco che aveva in braccio Roberta.
In verità Roberta era in braccio ad entrambi, visto che le sue gambe erano sulle mie: carne contro carne, pelle contro pelle!
Un calore irresistibile mi colse e sentii la mia gattina cominciare a cedere e bagnarsi. Sintomo preoccupante perché so bene che quando questo accade, perdo ogni freno inibitorio.
Finalmente i fuochi e noi, al buio, li stavamo a guardare apparentemente presi dallo spettacolo.

Non passa che qualche secondo e sento la mano di Roberta sulla mia che mi accarezza delicatamente.
Le prendo la mano come per rispondere ad un invito ma, con mio grande stupore, lei l’accompagna verso il suo inguine.
Cerco debolmente di ritrarla, ma la sua stretta si fa più intensa e me la appoggia sulle sue minuscole mutandine.
Sento i suoi peli contro le dita ed il calore che emana il suo ventre, mi dissuadono dal ritrarla.
Sento la sua fighetta giovane e pulsante sotto i polpastrelli; per un attimo rimango ferma a gustare questo elettrizzante contatto; poi comincio a giocare con i peli e le mutandine fino a sfiorare le sue labbra già umide.
Nella quasi oscurità della veranda, a tratti illuminata dallo spettacolo pirotecnico, mi accorgo che anche Francesco non &egrave rimasto inattivo; le sue mani sono sul seno, quasi scoperto, di lei, lo accarezzano, soffermandosi sui capezzoli che spiccano turgidi.
A parte i fuochi tutto &egrave silenzio intorno a noi, nessuno proferisce parola!
Solo i nostri gesti tradiscono una tensione ed un’atmosfera carica di sensualità e corposa eccitazione.
Roberta si aggiusta in modo che io possa accarezzarla più agevolmente; ora &egrave quasi distesa, con il bacino tra le mie cosce e quelle di Francesco.
Il suo sesso, &egrave completamente esposto alla mia mano ed io, con la testa in fiamme, non perdo l’occasione per intensificare la carezza e penetrarlo con estrema morbidezza.
Trovo le sue grandi labbra già pronte per questa leggera carezza ed il loro profumo sale verso le mie narici inebriandomi.
Lei intanto sta baciando Francesco che continua ad accarezzarle i seni ormai completamente scoperti.
Non potevamo più fingere, eravamo, ormai, tutti e tre consapevoli e rapiti da questa pazza ed eccitante vicenda.
La mia mano prende a masturbare Roberta con maggior vigore, titillandole la clitoride turgida ed eretta.
Francesco, piegato su di lei, le lecca alternativamente i capezzoli duri per l’eccitazione e Roberta comincia a lasciarsi sfuggire sospiri di piacere!
Vinta dall’eccitamento, l’altra mia mano si insinua tra le mie cosce e raggiunge velocemente la mia figa; sono così bagnata che credo di gocciolare sul divanetto.
I fuochi artificiali ormai, non interessano più a nessuno di noi.
Roberta apre maggiormente le cosce quasi ad invitarmi ad intensificare il mio tocco, mentre piega la testa verso l’inguine di Francesco, gonfio fino all’eccesso.
A quella vista, non so con quale forza, mi ritraggo dalla figa di Roberta e dalla mia, alzandomi di scatto.
Roberta e Francesco rimangono sorpresi da questo mio scatto inatteso e mi guardano con stupore.
‘Vado a bere qualcosa.’ – dico mentre mi avvio all’interno.
Prendo un bicchiere e vi verso del liquore, ho bisogno di scuotermi!
Mentre sorseggio il cognac, Roberta, che mi aveva seguita, mi si para davanti e si appoggia a me sensuale.
‘Perché te ne sei andata? Mi piaceva come mi toccavi.’ – mi sussurra prima di incollarsi alle mie labbra che si aprono a ricevere il bacio.
La sua mano si insinua nell’apertura della mia gonna e, scostando le mutandine, raggiunge la mia fica bagnata.
‘Lo vedi che lo desideri anche tu.’ – aggiunge melliflua sentendo i miei umori tra pieghe del mio sesso.
‘Tu sei pazza” ‘ riesco solo a dire godendo di quel tocco delicato ‘ ‘non ti rendi conto”
Non ho ancora finito la frase che lei s’inginocchia e la sua bocca si attacca alla mia clitoride eretta.
Prende a leccarla sapientemente, scorrendole intorno e poi giù tra le labbra grondanti.
‘Hhhooo” – il sospiro esce autonomo e involontario dalla mia bocca, tradendo il mio piacere.
‘Non fermarti, continua ” ‘ la imploro ora, aprendo di più le gambe perché possa leccarmi meglio.
Ormai ho capitolato; il mio corpo, preda degli spasmi del piacere, si abbandona senza più remore, al godimento di questo rapporto saffico e quasi incestuoso.
Perdendo il senso dello spazio e del tempo, non so come, ci ritroviamo in camera, sul mio letto semi nude.
Lei ha un seno sodo, i suoi capezzoli. sotto le mie labbra e la mia lingua,sono turgidi e dritti come chiodi.
Le sue labbra sulla mia pelle, sembrano scottarmi ogni volta che mi sfiorano, la sua lingua morbida mi sta portando al settimo cielo.
Ci lecchiamo a vicenda, suggendo gli umori che fuoriescono dalle nostre intimità eccitate.
Quando dedico maggiori attenzioni alla sua clitoride, inturgidita fuoriesce dal cappuccetto, si irrigidisce, abbandonando il mio sesso prende a dimenare i fianchi senza freni, esplodendo, poi, in un orgasmo squassante.
Umori caldi e saporiti, colano dalle labbra del suo sesso ed io li bevo senza ritegno.
La mia lingua gusta il suo orgasmo, senza perderne alcuna delle contrazioni che le percorrono la figa ed il corpo.
Dopo qualche minuto, il tremore le passa, lasciandole solo qualche convulsione intermittente.
Allora riprende a leccarmi la figa con maggiore foga; ripete ogni gesto che io ho dedicato a lei.
La sua lingua lambisce la mia clitoride eretta e scende a bere il succo che fuoriesce dal mio fiore bollente.
Con una mano mi accarezza il seno, prendendo un capezzolo tra le dita e con due dita dell’altra esplora il mio sesso, avviando un movimento lento e profondo dentro la mia figa, mentre con la lingua continua a titillarmi la clitoride prossima ad esplodere.
Sento l’orgasmo salire prorompente, le tempie mi pulsano violente fino a quando:’Sìììì’ cosììì’ non fermarti’ sto venendo’ – urlo in preda agli spasmi più violenti di un orgasmo alluvionale.
Lei non abbandona la mia figa, che si stringe intorno alle sue dita, mentre getti di caldo nettare ne fuoriescono, irrorando la sua bocca.
Le contrazioni continuano a scuotermi senza che possa in alcun modo controllarle.
Quando mi riprendo, in parte da questo delizioso evento, pur avendo ancora ondate di piacere che percorrono il mio corpo, mi accorgo di Francesco.
Evidentemente si &egrave gustato tutta la scena da vicino, perché lo vedo a pochi centimetri da noi nudo, il cazzo eretto e la sua mano che lo carezza.
‘Siete bellissime!’ ‘ dice con voce roca.
Non ci stacca gli occhi di dosso e continua a carezzarsi il cazzo; io, con un ultimo scampolo di pudore, tento di sottrarmi a quel famelico sguardo, cercando di coprirmi alla meglio col lenzuolo.
Ancora una volta Roberta prende l’iniziativa.
‘Amore mio’ ‘ gli sussurra ‘ ‘non hai voglia di noi?’
Rimango impietrita; quella pazza di Roberta vuole, ora, fare un gioco a tre!
Però, sento ancora pulsarmi la figa in mezzo alle cosce; evidentemente lei non ha le stesse ritrosie della mia testa, anzi, sento che l’eccitazione monta, nuovamente, dentro il mio sesso gonfio e pulsante.
‘Mi avete eccitato fino all’eccesso” ‘ riesce a proferire Francesco ‘ ‘Che spettacolo magnifico e’ che trasporto!’ ‘ aggiunge come in estasi senza smettere di menarselo.
Roberta si alza e gli si avvicina, nuda, con quel corpo di una bellezza travolgente e la malizia di una donna navigata.
Gli prende in mano il cazzo e, come fosse un guinzaglio lo guida sul letto dove sono accoccolata.
‘Ora facciamo godere anche te.’ ‘ incalza Roberta con la voce rotta dalla libidine.
Lo fa stendere supino accanto a me che tento ancora di coprirmi il seno e sento il rossore avvamparmi le guance.
Prende a carezzarlo sul petto e, piano piano, scende verso il suo membro, che svetta alla radice delle cosce.
La sua lingua comincia a percorrere il tratto che va dai capezzoli all’ombelico e poi di nuovo al petto; ripete questo itinerario un paio di volte finché, alla terza, non si ferma all’ombelico ma prosegue verso il pene eretto.
Lo raggiunge e se ne appropria, senza toccarlo; lo avvolge fra le labbra carnose e comincia a far scorrere la lingua tutta intorno al glande.
Le sue mani cercano il mio corpo fino a sfiorarmi le cosce e su, arrivando al mio nido ancora bagnato.
Francesco resta disteso, immobile, gli occhi socchiusi per meglio gustare quel leggero tocco.
La bocca di Roberta comincia un lento e studiato su e giù sulla cappella, mentre le sue mani sono giunte alla mia figa; la carezzano leggere, insinua le sue dita nel mio sesso che ricomincia a rispondere, nonostante io sia ancora immobile.
A quel punto Francesco si anima, prende a carezzarle le natiche sode e rotonde, i fianchi, il seno, poi s’intrufola fra le sue cosce, fino a sfiorarle le grandi labbra.
‘Hhhooo” – sospira Roberta appena le dita di lui s’infilano dentro la sua fica gonfia per l’eccitazione ‘ ‘&egrave fantastico!’ ‘ aggiunge sollevando per un attimo la testa dal suo cazzo e posizionandosi in modo da rendere più agevole il tocco di lui.
Si gira verso di me e si mette con la figa sopra la bocca di Francesco che prende a baciarla con trasporto.
Poi, rivolge a me le sue attenzioni, sfiorandomi le labbra con la sua lingua guizzante.
‘Hhhooo” – sospira ancora sulla mia bocca che riceve quel bacio dal sapore del cazzo di Francesco.
‘Voglio godere ancora.’ ‘ rantola sotto i colpi di lingua di Francesco, il quale &egrave, ora, con la testa stretta tra le sue cosce tornite.
‘Leccami e succhiami il bottoncino mentre succhio la lingua di Maurizia’ ‘ lo incita ‘ ‘Non fermarti”
‘Sììì’ cosììì” ‘ geme e le sue labbra e le sue mani mi trasmettono i fremiti del piacere che la percorre.
Poi, come se fossero d’accordo, Francesco si solleva dalle sue cosce e, insieme a Roberta che continua a baciarmi e a leccarmi i seni, si dedica a baciare le mie, per poi risalire fino al mio fiore irrorato dalla rugiada del piacere e la sua lingua si addentra in esso aprendo le labbra bagnate.
A quel contatto mi lascio andare sul letto, le cosce spalancate e la figa alla mercé di questo ragazzo infoiato.
Roberta si sposta per poter riprendere a succhiare il cazzo di Francesco, mentre lui mi carezza l’interno delle cosce, mi penetra con la sua lingua e mi succhia la clitoride con la sua bocca avida.
‘&egrave … &egrave bellissimo” ‘ riesco a balbettare in preda a un vortice di piacere ‘ ‘sto per godere ancoraaa”
Vedendomi ormai partita, Francesco si solleva dal mio sesso e si stende sopra di me, posizionando il suo cazzo duro contro il mio ventre tremante.
Roberta si mette dietro di lui, appoggia le mani ai suoi fianchi e lo spinge a penetrarmi la figa che cola per il piacere.
Non compie alcuno sforzo a penetrarmi, tanto sono bagnata e aperta grazie al suo lavoro di lingua.
Prima solo con il glande turgido poi, mano a mano che i movimenti del suo bacino si fanno più ampi, tutto il suo cazzo s’infila in me, fino alle palle.
Sollevo le gambe e le avvolgo attorno ai suoi fianchi, per godermi meglio e più profondamente la sua penetrazione.
Oltre al piacere della penetrazione, sento un’altra sensazione: Roberta si &egrave messa tra le mie cosce e sta leccando il mio buchetto ed il sesso di lui quando esce in parte dal mio corpo fremente.
La sensazione di piacere che me ne viene &egrave sconvolgente!
‘Dai’ così figliolo’ dai che sto per venire’ ‘ urlo in preda agli spasmi del piacere.
Alle mie parole ed alle mie contrazioni, Francesco aumenta il ritmo della penetrazione.
Ad ogni colpo che mi penetra aumenta l’onda di godimento che mi sommerge.
‘Ven’ vengo’ vengoooo’ ‘ urlo ancora, mentre la mia figa inizia a contrarsi potente sul cazzo di lui ‘ ‘Sìììì’ cosììì” – continuo presa dalle sue spinte vigorose.
‘Vengo’ vengo anch’io’ sto per sborrare” – balbetta Francesco affondando il cazzo nel mio ventre.
Sento uno, due fiotti bollenti dentro la figa, lui da ancora un paio di spinte e con un ultimo affondo si assesta ben piantato dentro di me.
Il seme caldo mi allaga l’utero ed il piacere di sentirmi riempita scatena in me un altro orgasmo.
‘Vengo ancoraaa” – urlo gemendo per il nuovo orgasmo che mi assale ‘ ‘sììì’ così’ riempimi tutta, ti prego” – lo imploro mentre godo del suo cazzo che sta svuotandosi dentro di me.
I sussulti del piacere continuano per qualche minuto, mentre abbracciati ci baciamo.
Francesco si sfila da me e si stende al mio fianco.
Io, benché svuotata di energia, vengo presa da un impulso irrefrenabile, scivolo sul suo corpo e prendo in bocca il suo cazzo, ormai semiduro, ma ancora pulsante per l’orgasmo appena gustato.
Ha il sapore del suo sperma, ha il mio sapore, il sapore della mia figa che fino a poco prima lo ha accolto
é delizioso ed io me lo gusto e lo ripulisco per bene da buona amante.
Roberta, della quale, presa dalla follia del piacere, mi ero dimenticata, si mette accanto a me ed unisce la sua lingua alla mia sul cazzo del ragazzo.
‘Dai, facciamoglielo tornare duro’ ‘ mi sussurra ‘ ‘che adesso tocca me.’

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