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Le 2:36.
Mi ero addormentata, con gli auricolari alle orecchie e il telefonino su Youtube impostato sulla riproduzione automatica di video, ma adesso qualcosa mi aveva svegliata. Accesi la piccola abat-jour sul comodino. La mia camera è al secondo piano ed in estate era normale lasciare la finestra completamente aperta, con le tapparelle alzate, per far entrare l’aria fresca della notte. Rimasi qualche minuto ad ascoltare i rumori della notte, con qualche cane che abbaiava in lontananza. Ero leggermente sudata e avevo sete, quindi mi alzai per andare in cucina a bere un bicchiere d’acqua fresca, anche se questo mi avrebbe fatto sudare ancora di più. Aprii la porta della mia camera e senza accendere la luce nel corridoio uscii dalla camera. Qualcosa mi fece fermare, come quando nella notte senti un cigolio provenire dall’armadio, o dalla soffitta dove sai che non c’è nessuno e ti metti con l’orecchio teso nel tentativo di carpire ogni minimo rumore e di interpretarne la natura. E c’era proprio un rumore da interpretare, un rumore di fondo, qualcosa di regolare, molto basso. Mi ritrovai praticamente paralizzata, mentre il mio corpo era completamente preso nell’ascoltare l’ambiente circostante. Pian piano le informazioni cominciavano a dare corpo a delle ipotesi. Era una specie di sospiro, come se qualcuno stesse respirando profondamente e con molta regolarità, ma il respiro assomigliava ad un affanno, però molto lento. Cercai di individuarne l’origine e mi resi conto che proveniva dalla camera di mia madre. Normalmente la porta della camera era sempre chiusa di notte, ma adesso, con il caldo dell’estate, la porta rimaneva spesso aperta, in modo da fare corrente. Con le finestre e le porte aperte, sia in camera sia in bagno, si creava una bella corrente d’aria fresca che attraversava di fatto tutta la casa. Rimasi ancora ad ascoltare per qualche istante e poi feci qualche passo nel corridoio, sempre senza accendere la luce. Non avevo più dubbi: quello che sentivo erano dei sospiri continui e regolari, che però sembravano dei mugolii sommessi. Feci ancora qualche passo nel corridoio e mi avvicinai alla porta della camera, fino a poterci sbirciare dentro. La finestra, dall’altra parte della stanza, era completamente aperta e dai lampioni sulla strada entrava abbastanza luce da illuminare leggermente la camera di mia madre. Lei era sdraiata sul letto, a pancia sotto, ed il suo compagno, che viveva con noi da anni, le stava sopra, praticamente in ginocchio sul letto. Il contrasto tra la figura scura e la luce che entrava dalla finestra mi faceva vedere la figura di Adriano come una silhouette nera. Non c’era dubbio: stavano scopando. Lei aveva la testa appoggiata sul materasso, di lato e con le braccia sopra la testa, quasi a toccare la testiera del letto e lui muoveva il bacino avanti e indietro, tenendo le mani sulla schiena di mia madre. Non ero certo meravigliata del fatto che stessero facendo l’amore perché li consideravo una coppia molto affiatata, con continui atteggiamenti affettuosi l’uno per l’altro. Mi colpì però un senso di calma e di lentezza che sembrava contraddistinguere tutto il rapporto. Adriano si muoveva lentamente, indietro e avanti, mentre mia madre sospirava ad ognuno dei suoi movimenti. Era tutto molto diverso dai video porno che avevo guardato sui siti erotici e pensai che fosse un modo molto affettuoso e romantico di fare l’amore. Ad un certo punto, Adriano andò indietro, abbastanza da farmi pensare che fosse uscito. Ed infatti, quando si alzò leggermente, vidi chiaramente la sagoma del suo cazzo. Se lo prese in mano per qualche secondo, come se dovesse stringerlo e massaggiarlo, poi si abbassò avvicinando la bocca all’orecchio di mia madre.
Lo sentii sussurrare: “Sei tremenda Sonia, lo sai?”
“Ma io non sto facendo niente, fai tutto tu!”
“Già, tu non stai facendo niente, a parte prendermi nel culo da venti minuti! Ma lo sai quanto sei stretta? Hai idea di quanto mi stringi il cazzo quando ti fai inculare così, da sdraiata?”
“Ah si? Ti stringe tanto? Lo sai quanto ti sento dentro di me? Mi piace sentirti spingere così. Mi piace sentire che spingi per entrarmi dentro!”
Adriano si tirò su, aprì le natiche di mia madre con le mani, poi lasciò una mano ad aprirle le natiche e con l’altra si prese il cazzo lo indirizzò nuovamente dentro di lei. Dopo un paio di secondi mia madre emise un altro sommesso mugolio e capii che era stata nuovamente penetrata. Adriano ricominciò a muoversi avanti e indietro e lei riprese il suo sospirare, lento e regolare, come le spinte che riceveva.
Altro che amore romantico! Adriano si stava inculando mia madre da venti minuti e non sembrava che la cosa dovesse finire a breve. Rimasi ipnotizzata dalla combinazione di movimenti e suoni. Vedevo il corpo di Adriano che si muoveva ed immaginavo il suo cazzo che apriva il buco del culo di mia madre e sentivo i sospiri che lei faceva ogni volta. Continuarono a scopare fino a quando Adriano si tirò su e si sdraiò sul letto. Poi scese dal letto, rimanendo in piedi, con il cazzo che gli svettava davanti.
“Fammi stare un po’ in piedi. Sono abbastanza vicino a godere. Mettiti un po’ in ginocchio sul letto.”
Mia madre si girò di lato, mise i piedi per terra, si alzò in piedi e girò intorno al letto. Si fermò e poi appoggiò le mani sul materasso, rimanendo in piedi ma spingendo in fuori il sedere. Adriano, che le era vicino, le accarezzò la schiena e poi scese al sedere.
“Hai un bel culo. Ce l’hai sempre avuto e mi è sempre piaciuto tanto.”
“Allora perché non me lo scopi un po’?”
“E fino ad ora cosa abbiamo fatto?”
“Fino ad ora abbiamo fatto l’amore. Adesso perché non ci dai un po’ dentro Rossi?”
Mi scappò da ridere ma mi trattenni. Mia madre aveva chiamato Adriano per cognome per farsi scopare il culo e lui, per tutta risposta, l’aveva spinta leggermente in avanti costringendo mia madre a mettere le ginocchia sul materasso. Lei si sistemò a quattro zampe e poi arcuò così tanto la schiena da arrivare a toccare il materasso con la pancia. Immaginai che in quella posizione le curve del corpo di mia madre fossero particolarmente provocanti per un uomo. Adriano la accarezzò fra le cosce, abbastanza in basso, e dalla reazione che ebbe mia madre pensai che le avesse accarezzato la fica. Vidi il suo viso cambiare completamente d’espressione, assumendo una faccia di soddisfazione. A questo punto Adriano prese qualcosa nel letto, che poi pensai dovessero essere delle mutande, e le strofinò sul culo di mia madre. Non capivo cosa stesse facendo, ma dopo pochi istanti si mise in ginocchio, mettendole il viso fra le cosce. Vidi mia madre scattare in avanti come un gatto, per poi tornare indietro a cercare con i suoi genitali la bocca di Adriano. Sentivo il leggero rumore della lingua e della bocca su qualcosa di bagnato e pensai che mia madre dovesse essere molto eccitata. Adriano si alzò in piedi, le passò nuovamente le mutande nelle natiche aperte e si abbassò a baciarla. A questo punto mia madre emise una serie di gemiti che probabilmente avrei sentito anche se fossi stata in camera mia con la porta chiusa.
“Oh Dio! Hai idea di quanto mi piace quando mi lecchi il culo?”
“E tu hai un’idea di quanto sia sensuale leccarti con il buco del culo aperto”?
Ma… cioè… Adriano la stava leccando sul buco del culo dopo che glielo aveva scopato? Ecco perché le aveva passato le mutande nelle natiche! Nel frattempo, Adriano si era alzato in piedi e mia madre, con la testa appoggiata al materasso, si era messa le mani sulle natiche, allargandosele.
“Perché non mi scopi un po’ il culo?”
Adriano si prese il cazzo in una mano e si spinse in avanti, andando a sbattere con le cosce sul culo di mia madre. Dal rantolio che fece pensai che avesse centrato in pieno il bersaglio. Le era entrato tutto nel culo, cominciando poi a muoversi un po’ a destra e a sinistra. Poi andò un po’ indietro per poi spingersi ancora in avanti. Sentivo il rumore delle cosce di Adriano che sbattevano sul culo di mia madre e mi accorsi che la lunghezza del movimento era molto maggiore in confronto a quando erano sdraiati. Adriano andava molto più indietro e poi si spingeva in avanti con forza e immaginai che ci fosse molto più cazzo che penetrava nel culo di mia madre in confronto a quando lei stava sdraiata come prima. In tutto questo lei aveva tolto le mani dalle natiche e adesso sembrava aggrapparsi alle lenzuola del letto, mentre stava evidentemente trattenendo i mugolii, che però aumentavano. Dopo forse una ventina di spinte Adriano le mise le mani sulle spalle e cominciò a tirarla a sé mentre le spingeva il cazzo nel culo. Pensai che le avesse sfondato qualcosa dentro, perché lei aveva cominciato a rantolare, ma poi si alzò sulle braccia fino ad alzarsi sulle ginocchia. Tirò la testa indietro e Adriano si avvicinò per baciarla sulla bocca.
Dopo un attimo lei si ributtò in avanti, rimanendo a quattro zampe: “Adriano, vai a chiudere la porta. Ci sono i ragazzi al piano di sopra ed io non ce la faccio più a trattenermi.”
Adriano fece un passo indietro e nel contrasto con la luce vidi nuovamente la chiara sagoma del suo cazzo che usciva dal culo di mia madre. Si avviò verso la porta e mi sentii mancare per la paura. Se avesse guardato nel corridoio mi avrebbe vista appoggiata alla parete che li spiavo mentre scopavano. Ma per fortuna lui arrivò fino a toccare la porta, per poi chiuderla senza fare rumore. Un attimo dopo i mugolii ricominciarono, attutiti dalla porta chiusa. Pensai che finché sentivo mia madre gemere non c’era nessuna possibilità che aprissero la porta, quindi andai proprio davanti alla camera. Il rumore delle cosce che sbattevano continuò in maniera abbastanza regolare per alcuni minuti, per poi aumentare d’intensità e di velocità finché non sentii Adriano emettere un suono sordo e profondo e poi la voce di mia madre.
“Godimi dentro! Spingi e godimi dentro. Voglio sentirmi il culo spalancato e il tuo sperma che mi esce dal culo per tutto il giorno!”
Sentii altri tre colpi forti e poi il silenzio.
“Cazzo che inculata! Vieni qua, fatti baciare!”
Era la voce di Adriano. Stavo per scappare verso la mia camera.
“Vieni, fatti accarezzare e baciare un pochino.”
Sentii un leggero cigolio, che mi fece pensare che Adriano si fosse sdraiato sul letto. “Vieni, girati e apri le gambe. Fatti leccare.”
Un attimo dopo i mugolii di mia madre ricominciarono. Non sapevo cosa le stesse leccando ma a lei doveva piacere davvero tanto.
“Fatti accarezzare anche il buchino. Lo sai che dopo che mi hai preso nel culo hai il buchetto sensibile, no?”
“Oh Dio Adriano! Lo sai che se mi lecchi la fica dopo avermi inculato mi fai impazzire. E se mi metti un dito nel culo vado completamente fuori di testa!”
“Allora lasciami fare!”
Per un po’ ci furono solo i mugolii di mia madre, che sembravano diventare sempre più forti.
Poi sentii la voce di Adriano: “Fammi sentire i tuoi muscolini. Mi piace accarezzarti le pareti della fica passando da dentro il culo.”
C’era ben poco da immaginare: Adriano le stava sollecitando la fica, ma passando dal buco del culo. Passarono pochi secondi e poi sentii mia madre che stava letteralmente urlando. L’urlo era molto sottomesso ed immaginai che stesse urlando premendosi un cuscino sulla faccia.
L’urlo si placò, anche se continuavo a sentire dei gemiti molto sottomessi e poi sentii chiaramente la sua voce: “Oh Dio” Così mi farai morire!”
“Tu mi fai godere sempre molto forte. Ricambiare il piacere mi sembra il minimo.”
“Adriano, io non ho mai goduto così forte. E sembra che diventi sempre più forte.”
“Hai il culo che ti rende la fica ancora più sensibile. Ma io che posso farci?”
“Puoi scoparmi, e scoparmi il culo con tutta la forza e con tutto il tuo cazzo!”
Pensai che fosse il caso di togliermi dalla porta ed andai verso camera mia. Lasciai la porta accostata e dopo qualche secondo sentii i passi nel corridoio. Stavano andando tutti e due in bagno. Sentii chiaramente il rumore dell’acqua del lavandino e quello dell’acqua del bidet.
Sentii mia madre che sussurrava: “Ho il culo completamente aperto. Ti sentirò per tutto il giorno.”
“Bene, mi fa piacere. Così mi penserai un po’!”
Li sentii tornare in camera e mi sdraiai sul letto. Ero accaldata, ma non solo per la temperatura della notte. Mi ero eccitata e avevo la fica completamente bagnata. Mi sdraiai sul letto e cominciai ad accarezzarmi la fica ed il clitoride. Stavo quasi per venire quando mi ricordai di cosa era appena successo in camera di mia madre e cercai con le dita il buco del culo. Non l’avevo mai fatto, ma appena lo sfiorai ne ricevetti una scossa. Era come se le sensazioni che mi arrivavano dalla fica si amplificassero prima di scoppiarmi nel cervello. Probabilmente avevo preso da mia madre…

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