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Finalmente sei tornata da Napoli! Eri andata in vacanza per qualche giorno con una tua amica, e ciò &egrave bastato per farmi sentire enormemente la tua mancanza. Ora sei di nuovo vicino a me però, ed entrambi non vediamo l’ora di vederci e di combinare qualcosa. Venerdì sera fortunatamente, i miei vengono invitati fuori a cena, cosicché possiamo andare a casa mia e stare tranquilli, per fare l’amore come più piace a noi. Passo i due giorni prima a pensare a cosa fare con te per darti piacere e farti felice, e decido di sperimentare una cosa che probabilmente ti appagherà molto. Non ti anticipo niente, ed aspetto con ansia il giorno dell’incontro, sperando che tu poi farai divertire anche me. Ci troviamo prima di cena, così da riuscire a mangiare assieme un boccone e a scambiare quattro chiacchiere prima di lasciarci andare alla passione, dopodiché, dopo un breve giro in centro, ci muoviamo verso casa mia. Senza troppi complimenti, una volta arrivati, ti bacio con passione come a volerti far intuire che stasera ho voglia di comandare io, poi ti prendo per mano e ci dirigiamo in camera. Non ti ho detto niente, ma prima del tuo arrivo ho nascosto nel comodino una serie di giochini che ti faranno divertire tra poco. Ti faccio salire sul mio letto e ti raggiungo a ruota, ed iniziamo a coccolarci con sempre più malizia baciandoci abbracciati per un po’ di tempo. Stranamente prima di salire non ti sei levata le scarpe come fai sempre, ma non ti dico niente e ti lascio fare, sperando solo che la suola non sia troppo sporca. Inizialmente ti faccio sdraiare a pancia in su, strofinando il mio pube contro al tuo per farti eccitare ed iniziando a spogliarti con calma, senza permetterti però di spogliare me. Ti levo la maglietta ed il reggiseno, ma quando faccio per toglierti le scarpe per poterti poi sfilare più comodamente i pantaloni, mi blocchi dicendomi “Aspetta amore, lascia fare a me che li tolgo senza levarmi le scarpe. Poi voglio farti un regalino, e non voglio rischiare che l’aroma se ne vada via mentre facciamo l’amore come l’ultima volta. Ti assicuro che non sono tanto sporche le suole, perché prima di entrare in casa le ho strofinate bene sullo zerbino”. Mi lasci di sasso, e spostandomi un attimo ti lascio fare, permettendo che tu ti leva i pantaloni senza però togliere le calzature. Arrivati a questo punto ti bacio nuovamente con passione, per poi farti girare con decisione in modo tale da farti sdraiare sul letto con la schiena all’aria. Mi metto a cavalcioni su di te, e mi peso in avanti per bloccarti, poi dicendoti “Amore, oggi comando io”, prendo da sotto il cuscino una benda che mi ero preparato prima che tu arrivassi da me, e la uso per coprirti gli occhi. Sussulti, e mi lasci carta bianca tutta contenta. A questo punto ti sussurro all’orecchio di non muoverti, e scendo dal letto per prendere dal comodino nastro adesivo e spago da cucina. Tornato da te ti unisco le mani dietro alla schiena e le lego con lo scotch, passando poi a legarti le caviglie ai lati del letto con lo spago, dopo averti sfilato anche le mutandine, tenendoti le gambe ben divaricate. Scendo di nuovo dal letto, lascio giù il nastro e lo spago, e prendo un paio di cacciaviti col manico di diverse dimensioni. Mi spoglio completamente e ritorno quindi da te. Non parliamo, e nell’aria resta un silenzio colmo di eccitazione, desideri e pensieri, ed il tutto rende la situazione perfetta per ciò che voglio farti. Tornato a letto mi inginocchio tra le tue gambe, chinandomi in avanti baciandoti più e più volte le natiche; ogni tanto mi allontano per stringerle con forza, separandole per mettere in mostra il tuo ano e la tua vulva bagnata. Ti tiro qualche schiaffo ben assestato facendoti arrossire tutto il sedere, poi, allontanatomi un poco, lascio cadere un po’ di saliva sul tuo buchetto, tenendoti ben separati i glutei. Immediatamente ti contrai stupita, ma subito dopo ti lasci andare iniziando a gemere di piacere, sentendomi cominciare a leccarti. Passo la lingua sul tuo ano, girandoci attorno all’inizio e forzandolo successivamente, poi scendo a contornarti le labbra della vagina, ripulendo almeno in parte gli umori di cui sei ormai piena. Dopo cinque minuti passati a lubrificarti e darti piacere, mi stacco dai tuoi genitali, e senza complimenti infilo con decisione il cacciavite col manico più piccolo nel tuo sedere, facendotelo incastrare in fondo. &egrave una sensazione nuova per te, ma non ti dispiace affatto avere il culetto occupato, così ti rilassi lasciandomi fare. Senza aspettare troppo tempo mi sposto davanti al tuo viso, ti tiro su la testa, ed alzandomi il membro ancora a riposo ti incito a leccarmi i testicoli, masturbandomi intanto per avere un’erezione. Subito l’eccitazione repressa in questi giorni si fa sentire, gonfiando il mio sesso per farlo lavorare, e non appena ciò accade, guidandoti per i capelli, te lo metto in bocca dicendoti solamente “Succhiamelo un po’ amore”. Non ci vado troppo alla leggera, ed affondo dentro di te quasi tutta la mia asta, tirandoti e premendoti di volta in volta per i capelli. Fai fatica e dopo poco ti ritrovi a perdere saliva dagli angoli della bocca, ma non mi fermo, volendoti usare per benino. Sono sicuro che nonostante ti stia trattando in questa maniera, a te piaccia essere usata con un po’ di brutalità, e ne ho conferma andando a cambiare il cacciavite sistemato nel tuo intestino: togliendo quello che già avevi dentro e mettendo al suo posto quello più grande infatti, noto con piacere che i tuoi umori sono aumentati, bagnando addirittura le coperte sotto di te. Per far ciò esco dalla tua bocca, ma non per molto, poiché subito dopo essermi preso cura del tuo culetto, torno davanti a te per fartelo succhiare ancora un poco. Per dieci minuti buoni non do tregua alla tua bocca, se non per lasciarti prendere fiato saltuariamente, ma per tornare a riempirti dopo pochi secondi. Tra il caldo della stagione e la fatica che stai sopportando, inizi a sudare un poco, e la cosa non fa altro che eccitarmi per l’idea di come troverò i tuoi piedini successivamente. &egrave ora di passare alle cose serie, e con tua grande gioia esco dalla tua bocca portandomi nuovamente dietro al tuo sedere, tra le tue gambe. Ho una voglia enorme di penetrarti, ma ancora attendo stuzzicandoti fino in fondo: porto la mano destra sul tuo clitoride per masturbarti un po’, mentre con la sinistra muovo il cacciavite dentro al tuo sedere. Gemi sempre più, contraendo i muscoli dal piacere. Passano cinque minuti a dir tanto ed io non resisto più, ho assolutamente bisogno di affondare dentro di te il mio membro, così, liberato il tuo sedere dal cacciavite che altrimenti mi sarebbe stato d’intralcio, entro di colpo dentro alla tua vagina, spingendomi con forza verso l’utero fino a far scomparire completamente il mio sesso. Mi sdraio sopra di te afferrandoti i fianchi e muovendo il bacino avanti e indietro, penetrandoti sempre più a fondo e con maggior decisione. Sarà per la situazione di sottomissione nella quale ti trovi, sarà che ne avevi una gran voglia e che io sto facendo davvero il bravo, fatto sta che dopo pochi colpi messi a segno il tuo piacere esplode in un gemito tanto forte da sembrare un urlo, uno sfogo vero e proprio. Al contrario tuo però io ho appena cominciato, e di fermarmi non ne voglio ancora sapere. Rallento un attimo per farti riprendere fiato, e sporgendomi in avanti raggiungo le tue labbra per baciarti, dopodiché ricomincio ad entrare ed uscire con forza e decisione. La tua eccitazione torna subito alle stelle, e tra un gemito e l’altro, godendo come non mai, inizi a ripetermi di non fermarmi e di continuare a penetrarti con questa decisione; ben volentieri io ti accontento, fermandomi solo dopo essere arrivato al limite. &egrave passata una mezzoretta da quando abbiamo cominciato, e dato che mi sto muovendo solamente io, inizio a sentirmi affaticato; inoltre il caldo si fa sentire e tutti e due ora risultiamo un poco sudati. Mi fermo a riprendere fiato e tempo prima dell’orgasmo: ho già in mente come venire, ma ancora devo farti una cosa, così mi appresto a svolgere l’ultimo atto dell’opera. Riprendo i due cacciaviti che avevo posato in fondo al letto e te li infilo entrambi dentro al sesso bagnato, uno alla volta per evitare di farti male. Successivamente, lasciatati abituare un attimo, posiziono la punta della mia asta sul tuo ano umido, e tenendoti i glutei divaricati con le mani, entro di colpo nel tuo intestino. La sensazione per me &egrave unica e fantastica, ma anche per te &egrave molto piacevole: l’essere completamente piena, il non poter decidere niente ed il dover subire tutto ti fanno godere come poche altre volte prima d’ora. Una volta infilato il mio sesso fino in fondo nel tuo sedere, per enfatizzare il tutto, mi porto in avanti afferrandoti con una mano i capelli, e con l’altra il collo, tirandoti verso di me, mentre inizio a muovere avanti e indietro il mio bacino. Dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e fuori. I successivi dieci minuti li passiamo così: tu legata sotto di me a subire, ed io sopra di te a dominare. La mia asta scorre con facilità nell’ultimo tratto del tuo intestino, dandomi un piacere enorme, mentre tu godi nell’essere così sodomizzata e nel sentiti piena anche nella vagina. Non reggo più e devo assolutamente venire, ma come dicevo prima, ho voglia di provare qualcosa di nuovo. Ti lascio andare la testa uscendo contemporaneamente dal tuo sedere, poi, dopo essermi pulito un poco, mi porto davanti a te ricominciando a masturbarmi. Premo la tua testa sui miei testicoli per farteli leccare, e senza fermare la mano che scuote il mio sesso ormai al limite, ti dico di prepararti perché di lì a poco ti sarei venuto in bocca. Protesti un poco dicendomi che ero appena uscito dal tuo culetto e che quindi non ti andava troppo di prenderlo tra le labbra, ma deciso fino in fondo a dominare il gioco ti ignoro, ed arrivato al limite ti forzo la bocca per concludere al suo interno. Vieni colta di sorpresa, e di riflesso tenti di sottrarti al mio getto, senza però riuscirci visto che la mia presa sulla tua nuca non si allenta, e volente o nolente ti ritrovi costretta ad ingoiare il seme frutto del mio immenso piacere.
Fortunatamente, nonostante fossi un po’ spaesata, la cosa non ti dispiace, ed al termine del mio orgasmo ti ritrovi più eccitata di prima, molto vicina al venire anche tu. Con calma ti levo la benda dagli occhi, tolgo i cacciaviti dal tuo sesso e ti slego, sorridendo per l’accaduto e la situazione; tu, subito dopo esserti liberata, invece che rilassarti un attimo mi dici con fare perentorio “Sdraiati! Devo venire anche io ora e voglio che me la lecchi mentre ti sto sopra!”. La mia eccitazione &egrave calata del tutto dopo essermi liberato, ma non essendo una cosa che mi pesa eseguo quanto da te richiesto. Mi sdraio di schiena posando la testa sul cuscino, ed a ruota tu vieni a sederti sopra la mia faccia, masturbandoti con una mano ed incitandomi a muovere la lingua. Dopo qualche minuto i tuoi respiri si fanno più pesanti ed affannati, i tuoi gemiti aumentano e si fanno sempre più forti, e ad un certo punto esplodi dentro la mia bocca, come prima io avevo fatto con te, con un gridolino liberatorio. Lasciandomi la bocca impregnata di umori e sudore ti sposti dal mio viso, sedendoti di fianco a me sul letto, poi, dopo un attimo di tregua ed uno sguardo d’intesa “Sei pronto?”, mi dici accarezzandomi il viso coi piedi ancora calzati dalle scarpe. Non &egrave passato molto dal mio orgasmo, ma il fatto che la situazione si sia ribaltata e che ora sia tu a voler prendere in mano le redini del gioco, mi fa risalire immediatamente l’eccitazione, cosicché ti rispondo “&egrave più di una settimana che aspetto i tuoi piedini, ti supplico di farmi divertire un po’ con loro ora”, girandomi a baciare il dorso di uno dei due. Sorridi con fare malizioso e “Levami una scarpa e annusala allora. Se fai il bravo poi ti darò ciò che desideri così tanto” mi dici porgendomi una delle due estremità. Prontamente eseguo, sfilandoti con devozione la calzatura e portandomela al naso per odorarne l’interno. Dio mio, l’odore &egrave molto forte e caldo, e ciò mi fa diventare il sesso duro come non mai, mentre la testa prende a girarmi portandomi in uno stato di estasi. Quanto mi mancava questa sensazione, quanto adoro ricevere questo trattamento non &egrave una cosa facile da comprendere, ma tu riesci sempre a venirmi incontro e a soddisfare questa mia perversione. Senza remore mi inciti ad annusare a pieni polmoni, e mi premi la scarpa sul viso col tuo piedino. Dopo qualche minuto butti giù dal letto la prima calzatura e mi fai passare all’altra, facendomi riservare il medesimo trattamento per altri cinque minuti buoni. Una volta soddisfatta di questa prima parte, mi levi dal viso anche la seconda scarpa, facendole raggiungere la prima ai piedi del letto, e mi posi i talloni sul petto di fronte al viso, tenendo le piante all’aria, rivolte verso di me. “Amore questa &egrave la mia sorpresina per te: guarda bene questi calzini che tra poco dovrai adorare per bene, li ho tenuti addosso tutto l’ultimo giorno che sono stata a Napoli, e ci ho camminato davvero tanto sotto ad un sole cocente. Ho deciso di non metterli da lavare ma di rindossarli quest’oggi solo per te, per la gioia del tuo naso e della tua bocca; sei contento?” mi dici poi togliendomi il fiato. Il mio sguardo &egrave fisso sui tuoi piedi, cosa che mi permette di vedere che le tue calze non sono più completamente bianche, ma qua e là sono un po’ annerite dal sudore e dal tanto camminare. Rispondo quasi balbettante di sì alla tua domanda, facendoti comprendere quanto questo valga effettivamente per me. Sorridi. Alzi un piede in aria, sgranchisci un poco le dita facendomelo ammirare ancora un paio di secondi, e poi di colpo me lo premi sulla faccia, in particolar modo sul naso per farmelo odorare. Non so che parole usare per descrivere le sensazioni alle quali vado incontro in questo momento, ma posso dire con certezza che l’odore che molti considerano fastidioso, &egrave per me motivo di godimento. Senza aspettare che tu me lo ordini inizio ad inspirare a pieni polmoni, portando una mano verso il basso per darmi piacere. Cambi piede e mi metti sul viso l’altro, me lo fai odorare un poco, e poi me li piazzi tutti e due sotto al naso, strofinandomeli contemporaneamente sul viso, lasciandomi sulla pelle il loro sudore. Mi sento quasi svenire tanto &egrave il piacere che sto provando, e ciò culmina ancor di più nel momento in cui tu mi afferri i testicoli dicendomi “Avanti, masturbati mentre mi annusi i piedi! Ti piace davvero un mondo, non &egrave vero?”. Poco dopo sono costretto a rallentare per non venire subito: in fondo non ti ho ancora tolto i calzini. Tu comprendi al volo la fatica che inizio a fare nel trattenere l’orgasmo, così decidi di venirmi incontro accorciando i tempi. Mi ordini di toglierti i calzini e di infilarmeli in bocca, ma visto che entrambi fatico a farceli stare, mi permetti di succhiarne uno alla volta. Come avevi fatto prima, mi posi i piedi ormai nudi sul petto, per farmeli osservare bene prima di darmeli, così, mentre ti ripulisco una alla volta le calze dal sudore, mi godo lo spettacolo per qualche secondo, durante il quale “Immagino ci siano un po’ di pasticci sulle piante e tra le dita, ma immagino anche che la cosa a te non spiaccia; comunque sia te li farò annusare per un po’ fino a quando non avrai pulito bene i miei calzini, poi ti permetterò di ripulire anche loro con la tua lingua” mi dici, esponendomi il programma per i prossimi istanti. Detto questo me li piazzi entrambi in faccia facendomi annusare il loro odore per me paradisiaco. Probabilmente &egrave la prima volta che sento così odorosi i tuoi piedi, e la cosa mi piace da impazzire. La testa mi gira. Mi levo la prima calza dalla bocca e la sostituisco con quella ancora sporca. Ricomincio ad annusare. Il membro si gonfia fino a far male. Termino di ripulire anche la seconda calza, e me la levo finalmente dalle fauci. L’orgasmo &egrave alle porte, ma io ancora devo finire il mio lavoro. Finalmente siamo arrivati all’ultima fase del gioco, e mi permetti quindi di posare la mia lingua sulle tue estremità: mi porgi un piedino alla volta, e partendo dal tallone me li fai ripulire tutti dal sudore e dai pasticci vari. La parte più sporca, così come quella più odorosa, &egrave sicuramente tra le dita dei piedi, ma nonostante questo il mio desiderio non crolla un minimo, e ripulisco a dovere ogni centimetro della tua pelle. Non resisto davvero più, e tu lo comprendi al volo. In un attimo mi torni a stringere con forza i testicoli, e sapendo che annusare mi piace più di leccare, mentre mi lasci un piede sulla bocca mi porti l’altro sopra al naso, e dicendomi “Avanti, vieni per me e per i miei piedini mentre li lecchi e li annusi!”, mi permetti di concludere. In pochi istanti, senza smettere di annusare e di muovere la lingua, esplodo tutto il mio piacere sul mio addome. &egrave finita.
Con calma ritrai i piedi dal mio viso, ci sistemiamo un attimo e ci accoccoliamo successivamente assieme per una mezzoretta.

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