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&egrave da un po’ di tempo che non combiniamo niente, inoltre l’ultima volta sei stata tu a controllare la situazione e mi sembra giusto dover recuperare a tuo favore adesso. “Anna, giovedì pomeriggio i miei lavorano entrambi fino a tardi. Se ti andasse di venire da me potrei renderti il pomeriggio parecchio piacevole. Fammi sapere così mi organizzo” ti scrivo all’inizio della settimana senza troppi giri di parole. La tua risposta non si fa attendere, perché dieci minuti dopo mi scrivi “Certo tesoro, ho un impegno da sbrigare nel pomeriggio presto, ma poi ti raggiungo prima delle sedici e sono tutta tua”. Sono contento tu abbia accettato subito ed inizio così a pensare a cosa fare il giovedì con te. Finalmente il designato pomeriggio arriva e come promesso prima delle sedici mi suoni al citofono per farti aprire. Ti aspetto alla porta e ti osservo entrare tutta contenta; evidentemente sei felice di ciò che sta per succedere e dopo avermi dato un bacio mi dici “Tesoro, non vedo l’ora di scoprire cosa tu voglia farne di me questo pomeriggio, ma ho anche una gran fame. Possiamo fare una merenda veloce prima di iniziare per favore?”. Sorrido dicendoti di no, spiegandoti solo che presto capirai il motivo. Mi avvicino a te e tirandoti una forte pacca sul sedere ti ordino subito “Adesso scendi in taverna e spogliati completamente. Lascia i tuoi vestiti su una sedia e torna di sopra senza fare domande. Io ti aspetto in soggiorno”. Detto questo, senza fiatare, scendi in taverna come ti ho detto di fare io per adempiere al tuo primo compito. Io mi dirigo invece in cucina, dove prendo lo spago e le forbici, e successivamente vado in soggiorno, dove mi siedo sulla poltrona nera ad aspettare il tuo ritorno. Pochi istanti dopo sento i tuoi passi sulle scale che portano alla taverna, e subito dopo il tuo bel corpicino completamente nudo compare davanti a me. Ti ordino di girarti, prendo lo spago, ne taglio un buon pezzo e te lo lego attorno ai polsi bloccandoti le mani dietro la schiena. Ti tiro un altro schiaffo sul sedere e “Vai in cucina ora e mettiti in ginocchio sul tappeto ad aspettarmi” ti dico, aspettando che tu arrivi di là prima di spogliarmi completamente anche io. Rimasto completamente nudo, prendo lo spago e le forbici e ti raggiungo in cucina. Poso i due oggetti sul tavolo e prendo al loro posto un coltello ed il barattolo di Nutella dall’armadio, poi ti guardo e dico sorridendo malizioso “Avevi fame piccola? Ora ti faccio mangiare io”. Mi avvicino a te, apro il barattolo di Nutella ed inizio a spalmarmela sul dorso del membro ancora floscio con il coltello; fatto ciò ti ordino di leccarla via. I tuoi occhi brillano di eccitazione e la tua amica si bagna di conseguenza. Ti avvicini gattonando con le mani legate dietro la schiena e faticando poiché non puoi utilizzarle, tiri fuori la lingua e inizi a leccare poco alla volta il mio membro, senza riuscire a togliere granché non riuscendo a fare pressione. Vedendoti in difficoltà decido quindi di aiutarti: ti prendo la nuca da dietro, afferrandoti i capelli con la mano destra mentre con la sinistra mi tengo sollevato il pene che inizia ad eccitarsi, e te lo forzo dentro la bocca che già hai spalancato. Ad intervalli più o meno regolari muovo avanti ed indietro la tua testa che di volta in volta fa scomparire e riapparire il mio sesso, sempre più duro e pulito. Ti incito a succhiare bene per lustrarmelo e per saziarti, e tu esegui stringendomelo tra le labbra vogliosa. Una volta completamente ripulito ti chiedo “Sei sazia amore mio o ne vuoi ancora un po’?” e senza pensarci un attimo mi rispondi di voler continuare ancora un poco, visto che hai ancora fame. In realtà so benissimo che vuoi che io continui non tanto perché sei affamata, quanto perché questo giochino ti sta eccitando parecchio. Ti lascio andare un attimo la nuca per tornare a ricoprirmi il membro di Nutella, stavolta con una dose maggiore, per poi riprenderti per i capelli ed infilartelo nuovamente in gola. Succhi con avidità; si vede che adori usare la tua bocca, e questo a me fa soltanto piacere. Data la maggior quantità ci metti più tempo a leccare via tutto stavolta, e terminata la seconda dose di crema alle nocciole mi fermo un attimo per farti riprendere fiato. Ti faccio calmare un attimo ma in realtà non &egrave finita qui la tua merenda, perché dopo solo un paio di minuti prendo la panna montata dal frigorifero. Scuoto la bomboletta, la stappo e mi ricopro il pene del suo contenuto, ordinandoti poi di succhiare via pure quella. Subito prima di fare ciò che ti ho appena ordinato mi guardi sorridendo divertita e mi dici “Se poi ingrasso non lamentarti, perché &egrave soltanto colpa tua”, per gettarti immediatamente dopo sul mio sesso ripulendomelo con celerità. Inizio a prenderci davvero gusto, e finita la panna montata ti faccio comunque continuare a succhiare, semplicemente per darmi piacere. A te piace, e nonostante il tuo ordine sia effettivamente compiuto, non ti stacchi dal mio membro fino a quando non sono io a decidere di cambiare. Dopo altri cinque minuti, soddisfatto dal tuo lavoretto orale, ti afferro per i capelli strattonandoti la testa indietro e ti faccio alzare poi in piedi. Sei eccitatissima per via di questo mio modo di fare; stai lì in piedi, con le mani legate dietro la schiena mentre ti tengo in pugno per i capelli, fissandomi vogliosa con la bocca socchiusa. Ricambio il tuo sguardo intenso per una decina di secondi, senza fiatare, per poi baciarti con un’enorme passione; le nostre lingue si intrecciano senza sosta, assaporandosi vicendevolmente. Mi stacco e ti faccio chinare a novanta gradi, facendoti appoggiare l’addome sul piano della cucina per poi tirarti qualche schiaffo ben assestato sul sedere. Gemi forte per l’eccitazione ogni volta che mi ripeto, sussultando in parte per il male ed il bruciore che ti procuro ad ogni sculacciata; quando smetto le tue natiche sono bordeaux, ma so che a te la cosa fa soltanto piacere. Dopo averti martoriata per bene ti lascio andare lentamente e ti massaggio un po’ il sedere prima di allargarti i glutei scoprendo i tuoi due orifizi genitali. Mi inginocchio e per un momento mi fermo ad osservarti fissando la tua vagina gocciolante, poi preso da una gran voglia, mi butto con la faccia tra le tue gambe. Inizio a leccare l’interno cosca visto che la tua eccitazione &egrave scivolata fino a qui, per risalire poi senza fretta sino alla sorgente del rivolo. Per almeno dieci minuti lecco senza sosta le tue labbra, grandi e piccole, ed il tuo clitoride, infilandoti di tanto in tanto la lingua dentro l’orifizio; contemporaneamente ti allargo e stringo i glutei incitandoti a gemere per me. Passato questo tempo mi sposto verso l’alto senza smettere di leccare, concentrandomi quindi sul tuo ano, bagnandolo e stimolandolo per prepararlo già da adesso a ciò che subirà più tardi. Saziatomi con la lingua mi alzo deciso e senza complimenti afferro il mio membro infilandotelo fino in fondo nel tuo sesso sin dal primo colpo. Lanci un urlo sommesso non aspettandoti ciò che ti faccio così improvvisamente, gemendo tra il piacere e la sorpresa del riempimento improvviso che ti ho procurato. Io, incurante della tua reazione, inizio a darti colpi ben assestati, continuando a fare dentro e fuori, arrivando ad ogni botta fino al collo dell’utero. Di tanto in tanto uscendo dalla tua amica ti assesto un sonoro schiaffo su una natica, facendotela arrossire ancor di più. Non smetto un attimo di penetrarti fino a quando non inizio a sentire avvicinarsi l’orgasmo; a quel punto mi blocco ed esco, tornando ad accovacciarmi momentaneamente per leccarti la riga dei genitali. Gemi in continuazione supplicandomi di tornare dentro di te, e aspettato il tempo necessario per riprendermi un po’ ricomincio a fare ciò per cui tu mi continui ad implorare: torno dentro al tuo sesso forzandolo ancora con forza e decisione, schiaffeggiandoti il sedere con sempre più foga e libidine. Dopo pochi colpi però, ancora una volta, sono costretto a fermarmi per evitare di venire. So che potremmo continuare più tardi e che non mi ci vorrebbe molto tempo per riprendermi dopo il primo orgasmo, ma voglio assolutamente concludere con il tuo sedere ora, tenendomi la ripresa per dopo. Ti ordino di star ferma piegata così come sei sul piano della cucina, e vado a prendere il lubrificante in camera. Tornato da te prendo da un cassetto un mestolo con il manico cilindrico non troppo spesso, ti lascio cadere una goccia di lubrificare sull’ano e ce la spalmo poi sopra con lo stesso arnese prima di forzartelo dentro all’intestino. Ancora una volta ti colgo di sorpresa avendo fatto succedere tutto velocemente e con decisione e come unica risposta ricominci a gemere, più per il male che per il piacere stavolta, flettendo intanto le ginocchia per aprire maggiormente le gambe. Vedendoti in difficoltà mi fermo un attimo per lasciarti abituare al mestolo, tenendolo però ben saldo in mano; dopo qualche minuto, con calma e poco alla volta, lo spingo sempre più su nel tuo intestino. Ricominci a godere bagnandoti il sesso con i tuoi umori cristallini; io sono troppo eccitato per resistere a questo richiamo, e spostando di lato il mestolo che spunta fuori dal tuo sedere riempio ancora una volta la tua umida amica. La sensazione per te &egrave fantastica: avere entrambi i tuoi orifizi occupati ti fa impazzire e ti fa sentire usata appieno come tu adori. Inoltre, per aumentare il tuo godimento, non mi limito a muovere il mio sesso dentro al tuo, ma contemporaneamente sposto avanti e indietro il mestolo nel tuo retto. Tra i tuoi gemiti, le sensazioni che sto provando e la situazione nella quale mi trovo, resisto a malapena dieci minuti ancora prima di sentire il bisogno ormai impellente di liberarmi. Levo di colpo il mestolo dal tuo sedere lasciandolo cadere per terra ed esco a ruota dalla tua amica per forzare immediatamente dopo il tuo ano dilatato. Sussulti godendo enormemente nell’essere usata in questa maniera. Sono al limite, e pochi colpi prima di venire ti afferro per i capelli tirandoti indietro la testa con forza, portando con quest’ultima azione anche te al punto di non ritorno. Nell’istante stesso in cui inizio a venirti esausto nel sedere, emetti un forte gemito liberatorio, accompagnato da un intenso orgasmo.
Resto un po’ dentro di te finendo di eiaculare completamente; prendo dal ripiano davanti un pezzo di Scottex per tamponarti il sedere una volta levato il mio sesso da dentro e senza slegarti i polsi ti accompagno in bagno tenendoti la mia mano con la carta da cucina sull’ano per evitare fuoriuscite nel cammino, levandola solamente una volta che ti sei seduta sul water. Come ti siedi ti lasci andare liberando il mio sperma dal sedere, approfittandone intanto per fare pipì; mentre aspetto che tu finisca di liberarti mi sistemo anche io, dandomi una lavata grossolana dove necessario. Dopo cinque minuti di tregua, finito di riordinarmi, ti prendo per i capelli e ti conduco giù in taverna dove ho intenzione di legarti al tavolo per continuare i giochi. Stavolta non ti bloccherò sopra al tavolo, bensì sotto di esso. “Sdraiati prona sotto al tavolo Anna, muoviti” ti ordino prima di fare un salto di sopra per riprendere le forbici ed il lubrificante che avevo lasciato sul tavolo della cucina. Tornato giù ti trovo come da me ordinato sdraiata sotto al tavolo, con la pancia appoggiata sul tappeto; ti faccio quindi aprire le gambe fino a farle combaciare con quelle del banco e, tagliati due pezzi di spago, le lego ad esse. Sopra di te avevo già preparato prima che tu arrivassi tutto il materiale per l’occasione: inizio prendendo un cacciavite piccolo e dopo averlo lubrificato e te lo infilo nel sedere. Posto dentro di te il primo, ne prendo uno di maggiori dimensioni e te lo inserisco nella vagina già nuovamente bagnata. Mentre tu però torni già ad essere eccitata, io ho bisogno del tuo aiuto per tornare ad essere operativo e mi posiziono quindi seduto a gambe aperte davanti al tuo viso. Prendendoti per i capelli ti porto attaccata al mio sesso ordinandoti inizialmente di leccarmi i testicoli, masturbandomi intanto per far tornare duro il mio membro; iniziando poi ad ottenere risultati, sentendo salire l’eccitazione, inizio a fartelo succhiare. Mi ci vogliono almeno dieci minuti per essere nuovamente pronto visto che sono venuto poco fa, ma una volta che il mio membro &egrave tornato sull’attenti mi stacco dalla tua bocca fatata per compiere i progetti che mi ero preparato. Prendo da sopra il tavolo del nastro adesivo e ne stacco un pezzo che uso per chiuderti la bocca, lasciandoti la sola possibilità di mugugnare; ora non puoi né lamentarti né urlare, puoi solamente subire accettando passivamente ciò che ti farò. Mi sposto dietro di te, levo velocemente il cacciavite dal tuo sedere e subito lo sostituisco col mio membro turgido e bagnato, grazie al tuo lavoretto di poco fa. Entro di colpo facendoti un po’ male; tenti di urlare senza però ottenere alcun risultato se non un mugugno. Mettertelo nel sedere mi piace sempre da morire: il canale anale &egrave stretto e mi avvolge il sesso con un abbraccio unico. Senza troppa dolcezza comincio a penetrarti procurandoti anche un po’ di male, oltre al prevalente piacere di essere usata e sottomessa. La posizione e l’idea di farti violentare il sedere da me ti fa aumentare l’eccitazione istante dopo istante: te ne stai lì legata sotto al tavolo con le mani bloccate dietro la schiena e le caviglie ancorate al tavolo, hai un cacciavite nella vagina ed il mio membro che riempie invece il tuo intestino. I lamenti di poco fa divengono ora gemiti sempre più goduriosi e la tua amica si fa lucida e gocciolante di umori, rendendomi possibile raccogliere con mano il tuo nettare e assaporarlo portandomelo alla bocca. Voglio farti arrivare all’orgasmo il prima possibile facendoti godere al massimo delle mie capacità, per questo ti prendo con la mano destra i capelli, tirandoti la testa indietro ed infilandoti ancor più a fondo il mio sesso, e con la sinistra il tuo fianco, stringendolo forte per farti sentire mia e completamente impotente. Ogni colpo di bacino che ti do &egrave potente e profondo, i tuoi gemiti si fanno sempre più forti e prolungati, finché in breve tempo non esplodi in un violento orgasmo che bagna il cacciavite dentro di te ed il tappeto sottostante. Sono contento di essere riuscito a farti venire così presto e bene, ma io ancora non ne sento il bisogno e avendo qualche altra idea da provare, decido di attuarla, iniziando con l’uscire dal tuo sedere. Dopo essermi alzato in piedi prendo sempre dal tavolo un altro cacciavite, molto grande stavolta, e dopo averti lubrificato a dovere l’ano, peraltro già ben dilatato, te lo infilo dentro fino al termine dell’impugnatura. Il tuo urlo viene soffocato dallo scotch. Aspetto un paio di minuti che tu ti calmi per slegarti poi le mani e le caviglie dicendoti “Adesso ti libero Anna, ma sappi che non &egrave ancora finita. Ti do la possibilità di sgranchirti un attimo, ma ho altre cose che voglio fare con te e sei pregata quindi di non lamentarti né di ribellarti finché non sarà finita; ti assicuro che se non farai come ti ho detto non sarà piacevole ciò che ti aspetta. Il cacciavite resta lì dove l’ho messo fino a quando non lo decido io”. Annuisci con la testa non potendo ancora parlare, e non appena ti libero gattoni fuori da sotto il tavolo, ti rialzi in piedi e ti stiracchi per bene, distendendo muscoli ed articolazioni che fino a qualche istante prima non potevi muovere. Ti porti quindi una mano alla bocca per levare il nastro che te la tiene chiusa, ma subito te la blocco e “Se inizi a prendere l’iniziativa sarò costretto a legarti nuovamente in una posizione scomoda. Se non te lo dico io, non devi far nulla” ti dico. Vado a sedermi sul divano e ti ordino di tornare in ginocchio e di muoverti a carponi fino a me; arrivata tra le mie gambe ti strappo via con decisione lo scotch dalla bocca facendoti sussultare, ma non ti lascio il tempo di lamentarti perché l’istante dopo ti premo la testa sul mio sesso ancora svettante e voglioso, costringendoti ad accoglierlo in bocca. Te lo faccio succhiare ancora qualche minuto, lasciandoti nel frattempo incastrato nel sedere il cacciavite che ti avevo infilato dentro prima di slegarti. Prenderlo in bocca ti piace enormemente, e facendomi arrivare fino all’orgasmo ti ecciti anche tu, portando una mano sul clitoride per masturbarti. Arrivato quasi al limite scatto in piedi, ti afferro la testa con entrambe le mani e comincio a violentarti la bocca selvaggiamente, facendoti colare la saliva dagli angoli, senza lasciarti il tempo di deglutire. Ti incito a masturbarti con forza e a venire ancora, ma dopo poco non resisto più e tenendoti la testa indietro con una mano esco dalle tue labbra cominciando a masturbarmi a pochi centimetri dalla tua faccia. La tua mano si muove freneticamente sul tuo sesso e dicendoti “Spalanca la bocca e tira fuori la lingua che ti vengo sul viso adesso”, lascio cadere la goccia che fa traboccare il vaso. Facendo ciò che ti ho appena ordinato ti liberi in un terzo intenso orgasmo accompagnato da un urlo deciso e pieno di piacere, bagnando il pavimento sotto di te. L’istante dopo vengo pure io inondandoti la faccia col mio seme, inzuppandoti la lingua, le labbra, il naso, gli occhi, le guance e la fronte. Cerchi di alzarti per andare a sputare in bagno ciò che hai in bocca, ma ti trattengo inginocchiata davanti a me infilandoti nuovamente il membro tra le labbra per fartelo pulire bene, non lasciandoti altra possibilità se non quella di ingoiare ciò che tieni dentro; poi, completamente soddisfatto, finalmente ti libero.
So che non ti esalta l’idea di ingoiare la mia roba, ma d’altronde volevo godermi la tua bocca fino in fondo e perciò ho ritenuto necessario farti deglutire il mio seme. Ti faccio rialzare e ti sfilo con tua grande gioia il cacciavite dal sedere mentre tu pensi a pulirti il viso con un fazzoletto, ansimando ancora un po’. Ti sto usando violentemente come forse mai era accaduto prima di oggi, ma la cosa non sembra affatto dispiacerti e completamente libera da lacci ed arnesi ti distacchi da me per andare ad accasciarti esausta sul divano. Aspettando che tu ti riprenda, preparo intanto il tavolo per dopo, spostando da sopra di esso tutto quanto. Dopo averlo liberato da ogni ingombro torno a sedermi sul divano, di fianco a te che poco alla volta ti stai riprendendo; ti coccolo un po’ speranzoso che non servano molti minuti prima di poter ricominciare a giocare, e fortunatamente dopo solo un quarto d’ora di carezze e tenerezze varie, ricominci a manifestare interesse ricambiando con baci e tocchi sensuali. Non aspetto oltre e prendendoti per un braccio ti faccio sdraiare sopra il tavolo supina, posiziono le tue braccia a croce e le fisso alle sottostanti assi con lo spago. Questo non basta però: per essere del tutto soddisfatto prendo altri due pezzi di corda, più lunghi di quelli usati per i polsi, e li lego da un lato a ciascuna delle tue caviglie e dall’altro ad un punto del tavolo vicino alle tue mani. Faccio così in modo che le tue gambe restino alzate a novanta gradi rispetto al corpo, e per non farti fare un’enorme fatica nel tenerle così sollevate, per scaricare il loro peso in maniera intelligente, tendo infine un ultimo pezzo di spago tra le tue caviglie, legandole tra di loro ad una distanza di circa cinquanta centimetri. Come risultato ottengo che tu non puoi né abbassare le gambe né piegarle lateralmente, e che gli unici movimenti che ti sono possibili sono la flessione verso di te e la loro unione. La cosa che mi interessava e che riesco ad avere in questa maniera &egrave di avere ancora una volta a mia disposizione sia il tuo culetto che il tuo sesso per ogni mio capriccio, senza lasciarti inoltre la possibilità di difenderli muovendo le gambe. Per finire la mia opera, ti copro gli occhi con una benda impedendoti di osservare i miei spostamenti e le mie azioni. “Amore, questo per oggi &egrave l’ultimo round” ti dico, e continuo “Spero che dopo tutto questo per un po’ di tempo ti sentirai sazia di lacci ed arnesi vari. Adesso ti mostro gli ultimi progetti sadici che mi ero preparato nei giorni scorsi, sperando che ti facciano godere ancora parecchio”. Detto ciò ti lascio un attimo da sola in taverna per andare a prendere di sopra quel che mi manca, ciò che prima non mi ero portato giù. In un attimo torno da te con una sorta di cannuccia di metallo a punta arrotondata, una fiaschetta d’olio d’oliva, due mollette da bucato, e per finire un cacciavite molto grosso che ho lasciato a gelare tutto il giorno in freezer, col fine di farti provare delle sensazioni uniche. Subito mi posiziono davanti al tuo bel culetto, prendo il cacciavite gelato e lo cospargo di lubrificante visto che il ghiaccio che vi si &egrave formato sopra l’ha reso particolarmente ruvido; poi te lo infilo con un colpo secco dentro al tuo sesso. Lanci un urlo di sorpresa interrogandomi spaventata su cosa ti stia facendo, ma io mi limito a risponderti “Ti racconto tutto dopo Anna, ora pensa solo a non urlare troppo e a trarre il maggior piacere possibile da questa situazione, altrimenti sarò costretto a tapparti ancora la bocca con lo scotch”. Prendo poi le due mollette e te le pinzo sui capezzoli facendoti nuovamente sussultare, evitando però stavolta lamentele e domande. Muovo un poco il cacciavite verso il tuo utero facendoti gemere di piacere per la nuova sensazione che stai provando e per la sottomissione alla quale ti sto sottoponendo. Lasciata stabilizzare un minimo la situazione continuo col mio programma: a questo punto del gioco prendo la cannuccia di metallo, la lubrifico un po’ e te la infilo per metà nel sedere. Sussulti appena non sentendola quasi entrare, essendo questa più sottile di un mignolo, ed essendo tu ormai abituata a ben altro: rispetto a quello che ti ho infilato nell’ano prima questo non &egrave nulla. Il mio scopo infatti non era quello di riempirti semplicemente l’intestino con un nuovo oggetto, bensì di realizzare quanto sto per fare: senza mandarlo giù mi metto in bocca un po’ di olio d’oliva preso dalla fiaschetta, mi avvicino poi con le labbra alla cannuccia ed inizio a spingerci dentro il liquido. Spinto dalla pressione esercitata dalle mie fauci, l’olio scorre per tutta la cannuccia rigettandosi infine nel tuo intestino, facendoti provare qualcosa di completamente nuovo. Estraggo velocemente la cannuccia dal tuo sedere, ed immediatamente dopo tutta la tua attenzione si sposta dal tuo sesso, dove rimane ancora il cacciavite ormai non più tanto gelato, al tuo intestino che inizia a darti segnali strani, mai provati prima d’ora. Ricominci a fare domande ma non me ne curo, e porto semplicemente un fazzoletto sotto al tuo ano per evitare di ungere ovunque, cominciando intanto a masturbarmi per farmi tornare il sesso duro come il marmo. L’olio scorre da dentro il tuo retto verso l’esterno, verso l’orifizio anale, ma non appena vedo comparire la prima goccia di questo la asciugo col fazzoletto senza lasciarle il tempo di colare. Nel frattempo il mio membro &egrave tornato ad essere pronto, e posizionatomi sul tuo ano te lo forzo ancora una volta. Entro ed esco da subito con forza e decisione, facendoti immediatamente smettere di lamentare. Non capisci molto di quanto ti sta succedendo attorno, ma forse proprio per questo la tua eccitazione sale senza limiti, aiutata sicuramente dal mio sesso che scorre ancora una volta nel tuo intestino. Purtroppo essendo già venuto due volte quest’oggi il pene fatica a restarmi duro a lungo nel tuo sedere, e temendo che si possa sfilare, uso l’unico metodo che in pochi secondi ed in qualsiasi situazione &egrave in grado di ridarmi turgore: afferro i tuoi piedini e me li porto a contatto col viso, ispirando forte il loro odore tra le dita. In meno di trenta secondi ti lascio andare i piedi, sentendo il mio sesso gonfiarsi nuovamente a dismisura dentro di te, permettendomi di tornare a violentare il tuo orifizio posteriore. Contemporaneamente per darti più piacere, inizio a muovere avanti e indietro anche il cacciavite che si trova nella tua amica, ormai completamente sgelato. Riesco a continuare ancora così per dieci minuti, terminati i quali con le ultime forze rimanenti, mi libero per la seconda volta nel tuo intestino, fortunatamente provocando a catena il tuo orgasmo.
Io sono esausto ora, ma tu sei proprio a terra. Ti libero dal mio sesso e dal cacciavite, poi ti pulisco un minimo prima di slegarti e di lasciarti tornare a muovere. Scendi dal tavolo con le ultime forse rimaste, e prima di sdraiarti a riposare sul divano mi baci contenta. Ti &egrave piaciuto tutto quello che ti ho fatto oggi, e nonostante ti avessi detto che finito il gioco ti avrei spiegato tutto quanto, decidi di non ripetere più le domande e gli interrogativi di prima, preferendo restare nell’ignoranza per poterne trarre piacere ancora in futuro. Ti lascio riposare una mezzoretta mentre io pulisco e sistemo la taverna, dopodiché andiamo a farci una doccia assieme per pulirci e riprenderci, terminando così questa intensa giornata di sesso.

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