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Nuove scoperte in famiglia

By 21 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Era da un po’ di tempo che papà aveva l’influenza e il dottore gli consigliò, data la costipazione intestinale provocata dai farmaci, di farsi ogni tanto qualche clistere così da ripristinare col tempo la funzionalità corporea. Da questo episodio iniziò la nostra intima esperienza familiare incestuosa. Papà Luca era un signore benestante di 53 anni ben portati, un fisico molto alto e slanciato naturalmente, occhi scuri e molto severi nonostante lui fosse la persona più dolce del mondo. Mamma Valeria era una donna di 51 anni che nonostante due figli gemelli riuscì col tempo a riprendere una forma invidiabile: ora si mostrava in un fisico statuario, con i capelli lunghi alle spalle e biondissimi bocca carnosa e due tette e un culo che facevano rabbrividire anche i nostri compagni di scuola. Io, Maurizio, e Daniele mio fratello, eravamo due ventenni pieni di vita, sempre allegri e anche abbastanza carini, a giudicare dalle avances che ricevevamo alle feste e alle serate di uscite con gli amici. Non lo abbiamo mai confessato a nessuno ma da un po’ di tempo io e lui, oltre a segarci insieme guardando film porno, avendo tendenze bisessuali ci dilettiamo a godere reciprocamente dei nostri porci. Essendo fratelli la cosa inizialmente ci imbarazzava, ma col tempo abbiamo sentito sempre più forte la nostra segreta intimità che si è rivelata sempre più eccitante, portandoci a essere una sorta di coppia affiatata e anche molto porcellina.

Tutto iniziò appunto da quel pomeriggio in cui mio papà stava facendo in bagno uno di questi clisteri. Non eravamo soliti chiudere le porte, in quanto, nella più assoluta innocenza, non ci vergognavamo a vederci nudi in casa, nonostante stessimo diventare grandi. In alcune cose avevamo preso dai nostri genitori: per motivi igienici e di maggior pulizia, ci avevano sempre insegnato a depilarci le parti intime come loro e spesso fin da piccoli giocavamo a sfottere mamma e papà perché con i loro sessi depilati sembravano ‘calvi’ (dicevamo noi). E questo gioco col tempo aveva fatto nascere in me e Dani il piacere, forse un po’ morboso, di vedere papà e mamma nudi.

Entrai quindi in bagno per farmi una doccia e aprendo la porta del bagno vidi mio padre in una posizione alquanto strana: messo a pecorina con il tubicino del clistere dentro il culo, mentre stava appoggiato con la fronte sulle braccia appoggiate a terra. Sul momento quasi mi spaventai: ‘Pa’, tutto bene??’, chiesi. Mi disse di stare tranquillo che stava solo facendo appunto il clistere e gli chiesi scusa per quella mia entrata improvvisa e inaspettata. Mi disse di non preoccuparmi e che se non era un problema potevo restare. ‘Volevo solo farmi una doccia pa’, se non ti do fastidio fai pure.’ ‘Tranquillo Mauri, fai con comodo’.
Detto fatto mi misi sotto la doccia e quando finii mi presi l’accappatoio per asciugarmi. Mentre compivo questa operazione mi misi a osservare più attentamente papà. Messo in quella strana posa, vedevo distintamente il suo culo in bella mostra e sotto di lui lo scroto che pendeva con due palle belle sode e lisce. La cosa mi turbò alquanto: che belle palle aveva papà’ E davanti ad esse un pisello lungo e penzolante, seppur moscio. Mi sentivo un po’ in imbarazzo ma papà disse: ‘Mauri, ho quasi finito, mi daresti una mano a togliere il tubo così resto qualche minuto così in attesa che il liquido faccia effetto?’. ‘Va’ va bene papà’, dissi non senza un certo imbarazzo iniziale. Mi avvicinai al suo posteriore e con delicatezza feci uscire il tubo a cui era attaccata una sonda anale piuttosto lunga alla cui sommità c’erano tre piccoli fori da cui usciva il liquido. Appena sfilato completamente il tubo, qualche goccia del liquido uscì da esso colando sulle palle di papà. Automaticamente, aiutandomi con l’accappatoio, presi ad asciugarle quasi come farebbe un infermiere con il proprio paziente, tanta era la cura che ponevo nell’operazione. Papà mi ringraziò rimanendo a pecora. Il suo culo mi stava facendo provare strane sensazioni a tutto il corpo che si concentravano piano piano alla base del mio pisello che iniziò a diventare barzotto. A sentire il mio indugiare sul suo culo, papà si voltò e, vedendomi forse rosso in faccia, mi disse: ‘Mauri, ti senti bene?? Sei così rosso in faccia, non avrai preso la febbre”. ‘No papà, scusa”, farfugliai. Il nostro, che scemo non era, mi fissò negli occhi e mi disse: ‘Che c’è? Ti fa effetto il mio culo?…’. E io: ‘Scusa papà’ è che a vedere il tuo culo..’ ma non riuscii a proseguire la frase.
Per nulla intimorito, mio padre si voltò e mi comparve in tutto il suo splendore; una sensazione di voglia che mai mi aveva preso prima mi offuscò il cervello. Continuavo a fissargli quei testicoli grossi e il pene con il prepuzio che ricopriva abbondantemente la cappella e fu così che il genitore mi apostrofò: ‘Mauri, ma non hai mai visto papà nudo così che continui a fissarmi?’. Lasciai a quel punto ogni imbarazzo alle spalle e dissi: ‘Pa’, scusa. è che a vederti così a pecora con il tubo nel culo, beh, mi sono eccitato. Guarda’!’, aprendo l’accappatoio. Ormai non ero più in grado di controllare l’eccitazione che tanto era ben visibile. Lui sorrise e disse: ‘Allora ti piace il culo? Anche a papà piace’ Però non mi diletto sono con quello femminile sai?…’. Rimasi di stucco: come? A papà piacevano anche i maschi? E io, etero convinto, che ci facevo a cazzo duro eccitato dal culo di papà? Non capivo più niente, ogni certezza sulla mia voglia di fica stava scemando sempre di più. Perso in questi pensieri, non mi accorsi che papà si era avvicinato a me e mi cinse le braccia intorno al collo. ‘Di cosa ti vergogni Mauri? Sei adulto, giovane, suppongo voglioso come lo ero io alla tua età. Che male c’è a eccitarsi?’. Balbettando risposi: ‘Sì papà, ma tu sei un maschio, e per di più mio papà’ E non capisco perché mi stia eccitando così’. Pensi sia bisex?’, chiesi innocentemente, quasi in colpa di quel cazzo duro fuori dal mio controllo, pur conscio che con mio fratello non ero propriamente uno stinco di santo. Nella sua profonda maturità papà mi rispose: ‘Ma figliolo mio, che male ci sarebbe? Non mi sembra che né io né mamma ci siamo mai mostrati bigotti ai vostri occhi e ti ripeto, siamo tutti adulti ormai. Scoprirai che ti piace anche il cazzo? Ebbene fattene una ragione e vivi appieno la tua sessualità. Posso dirti che anche io sono bisessuale anche se con mamma non ve ne abbiamo mai parlato. Ti posso garantire che l’esperienza ci ha portati a essere molto più uniti io e mamma’. A quelle parole mi sciolsi: papà seppe dirle in modo dolce, come un padre soltanto sa parlare al figlio, quasi come fosse un amico confidente. Ero quasi commosso e allora gli dissi: ‘Pa’, ti va di sistemarti? Vorrei confidarmi un po’ con te”. In meno di cinque minuti papà mi raggiunse in stanza. Vestito con una maglia e un paio di boxer, vederlo mi dava un senso di sicurezza: quello che volevo fare era raccontargli tutto, sapendo che mi avrebbe capito. Tutto si stava svolgendo mentre mamma era in cucina a preparare cena e Dani in salotto a studiare.
Appena giunto in camera ci accomodammo sul letto e Luca disse: ‘Mauri, sei grande ormai, ma come tuo fratello per me e mamma siete sempre i nostri bambini. Qualunque cosa vi succeda o di qualsiasi cosa vogliate parlare noi ci siamo. Non giudichiamo e vogliamo che il nostro atteggiamento con voi vi faccia sentire liberi di essere voi stessi e di aprirvi con noi’.
Fu così che iniziai a raccontare a papà degli inizi tra me e Daniele, dei giochi che col tempo diventavano sempre più intimi e spinti, dell’affetto che mi legava a lui nonostante avessimo le nostre brave esperienze scoperecce con le ragazze, a volte anche insieme.
Papà alla fine del racconto mi chiese: ‘Mauri allora l’incesto ti eccita?’, con gli occhi che brillavano, cercando forse di nascondere una certa eccitazione. ‘Credo di sì’, gli risposi. Detto fatto tirò giù l’elastico del boxer quel tanto che bastava a mostrarmi il suo cazzo e le palle. ‘Ti piace il pisello di papà?’, mi apostrofò. Rimasi di stucco.
Nel mentre mamma venne in camera e al vedere la scena iniziò a sorridere: ‘Ma Mauri, che fai?’, chiese ridendo. Papà, voltandosi, rimase serio e le disse: ‘Amore Vale, credo che dovremmo parlarci un po’ tutti a quattr’occhi. Luca mi ha fatto certe confidenze e ormai credo che ognuno di noi debba farne parte’.
Mamma capì subito e si fece seria. Si avvicinò a noi due e disse: ‘Davvero i nostri figli sono come noi?’, chiese. E papà le spiegò in breve quello che gli avevo raccontato. Mamma allora disse: ‘Luca, se non ti imbarazzi, chiamo Dani. Sai, spesso quando io e papà facciamo l’amore ci raccontiamo anche qualcosa per eccitarci di più e non posso negarti che da un bel po’ entrambi sogniamo di avervi nel letto con noi’ Sii sincero, ti piacerebbe che facessimo sesso tutti e quattro?’. Ormai stavo perdendo ogni vergogna, non ne dovevo avere visti i due meravigliosi genitori che avevo. ‘Mamma sarebbe bellissimo…’. ‘Sappi una cosa Mauri, io e mamma ci amiamo molto, facciamo l’amore in modo molto passionale perché siamo davvero innamorati; questo non vuol dire che però non ci piaccia essere un po’ spinti. A volte anche una parolaccia può essere divertente e aumentare l’eccitazione, quindi ci piacerebbe che fosse così anche con voi. Vado a chiamare Dani’.
Mamma andò in bagno e io restai solo qualche minuto, già eccitato al pensiero di ciò che sarebbe successo.
Arrivò Dani con papà: era rosso in faccia e disse: ‘Luca papà mi ha detto tutto. Sarebbe bello poter essere liberi con mamma e papà. Tu che ne dici?’. Annuii e dissi: ‘Siamo stati sciocchi a pensare che fossero chiusi mentalmente. Che fortuna abbiamo!’.
Si sedettero sul letto con me e papà iniziò ad accarezzarci dolcemente; avvicinai la mia bocca alla sua a subito le nostre labbra si schiusero a liberare le lingue come due calamite che si attraggono. Dani intanto prese a palpare il pacco di papà, grosso come pochi, eccitato e voglioso, e il mio infilando la mano nel pantalone della tuta, che in un attimo tolsi.
Arrivò mamma vestita solo in perizoma e reggiseno. Aveva uno strano gonfiore sulla fica e mentre la fissavo lei disse: ‘Ragazzi, venite a vedere che sorpresa vi fa la mamma’. Ci avvicinammo a lei mentre papà continuava a toccarsi il pacco. Lei si sfilò il perizoma e la sua fica ci abbagliò: aveva messo dentro un plug nero dalla testa molto grossa. ‘Volete vederlo?’, chiese la mamma. ‘Sì mammina’ sei bellissima’. Che fica aperta e liscia che hai’, disse Dani. Detto fatto piano piano lo estrasse da quell’antro e ne uscì un fallo grosso, a punta, bagnato già degli umori della fica materna. Immediatamente, preso da una folle eccitazione, attaccai la bocca alla vagina di mamma e iniziai a leccarla. Era ancora aperta per cui la mia lingua leccava dentro di lei, stuzzicando il clitoride che alternativamente succhiavo e stringevo tra i denti. Lei gemeva e sentivo che perdeva liquidi di piacere da quella caverna che ci aveva generati. Papà si avvicinò a noi e, palpandoci il pacco a noi figli, iniziò a baciare e leccare le nostre schiene a turno. Avevo dei brividi tremendi che mi facevano inarcare la schiena. Messo in ginocchio com’ero, Dani iniziò a infilarmi il tessuto dello slip in mezzo alle chiappe titillandomi il buchino del culo. Ero eccitatissimo e papà se ne accorse: liberò il mio pisello ormai costretto nell’intimo e in breve sentii una bocca caldissima e salivosa circondarmi l’asta, mentre la lingua indugiava dentro il prepuzio leccando la bava che usciva dal meato. Dani intanto era preso a ciucciare le mammelle della mamma, roteando la lingua sui capezzoli, stringendoli fra i denti o succhiando come se bevesse il latte. Mamma si stava eccitando da matti, gemeva sempre più forte finché esplose in un orgasmo che la fece letteralmente urlare. Papà si staccò dal mio cazzo e le infilò la lingua in bocca mentre io leccavo gli umori che grondavano dalla sua fica. Dani dopo poco mi prese il viso impiattricciato e iniziò a limonarmi per gustarsi la broda di mamma mischiata alla mia saliva. Il clima si stava facendo rovente e le nostre inibizioni ormai stavano del tutto scomparendo.
Papà prese Dani per mano e lo mise sul letto, si tirò via il boxer e offrì a mio fratello un cazzone impressionante: mai ne avevo visti di così grossi e duri dal vivo. Mio fratello cercò con lo sguardo il mio consenso e io gli sorrisi. Così iniziò a baciare e leccare la cappella di papà prendendo il suo cazzo in mano. Indugiava sul prepuzio che copriva la cappella facendomi ben vedere come infilava dentro di esso la lingua vogliosa e alternando a volte delle ciucciate dello stesso. Papà iniziò a gemere di piacere: ‘Dani, che bocca caldissima. Finalmente anche io ho l’onore di sentirti mio e non solo Luca’. Poi rivolgendosi a me: ‘Luca, mi hai visto il culo a pecorina: perché non vieni a leccarmelo?’. Immediatamente mi posizionai dietro il mio papà e, con ancora il viso appiccicoso degli umori della mamma iniziai a torturare con la mia lingua quella rosellina di carne che si schiudeva sempre di più a ogni colpo della mia lingua. Ormai eravamo caldissimi e allora mamma disse: ‘Dani, sdraiati a terra, voglio sentire il cazzo del mio bimbo dentro’. E Dani: ‘Mamma che bello’ ti voglio scopare la fica. Vuoi essere la nostra mammina porcella?’, chiese con uno sguardo furbo. ‘Sarò la vostra mammina dolce e puttana piccolo. Ficcami il tuo cazzone in fica e scopami tutta’.
In un attimo il cazzo di mio fratello sparì nell’antro di mamma e prese a scoparla con desiderio, passione e foga. I due sessi depilati così a contatto lasciavano cadere gli umori sul pisello di Dani, colandogli fin sulle palle e sul solco delle chiappe. Papà immediatamente si pose dietro di lui e iniziò e leccargli e ciucciargli i testicoli sbavandoli di saliva. Anche io volevo la mia parte e mi posi in modo da sedermi sulla bocca di mio fratello: così gli donai il culo aperto da leccare mentre mamma si chinò prendendomi l’uccello in bocca. Mi sentivo bollente, con il culo voglioso e il cazzo che perdeva liquido che mamma sapientemente mischiava alla sua saliva per bagnarmelo, facendomi colare la bava fin sulle palle. Sentii in breve le dita di mio fratello intrufolarsi nel mio culo: mi eccitava da pazzi sentirle dentro mentre pompavo la bocca di mamma. ‘Luca, fratellino, ti voglio aprire il culo; ti infilo le dita maialino’.’, disse. A sentire quelle parole, anche papà intervenne: ‘Dani, non pensare che solo il culo di tuo fratello debba essere riempito. Sentirai come godi ora porco di papà’. Si pose seduto alle spalle di mamma, aprì le gambe di Dani che intanto la scopava ancora in fica e in breve infilò la sua cappella nel buco di mio fratello. ‘Sìììììììììììì papà fammi il culooooooooo. Da quanto sogno questo momentooooooooo” Luca amore che bello scopare mamma con il cazzo di papà nel culoooooooooooo!!!!!!!! Aaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!’. Dani era in preda alla voglia più sconcia; spostai il culo dalla sua bocca e mi posi al suo fianco: con ancora le sue dita dentro il culo (ormai ne avevo quattro che mi torturavano piacevolmente l’ano) iniziai a limonarlo, lasciando di tanto in tanto colare la mia saliva direttamente in bocca. La nostra famiglia era veramente unita ora.
Dopo averla scopata un po’ così, mamma si tolse dal cazzo di Dani e si sdraio a terra: ‘Luca ora tocca a te porcello di mamma, fottimi tu’, disse. Immediatamente mi accoccolai sopra di lei e in un niente ero dentro la sua ficona. Era così aperta che sembrava volessero entrare anche le palle dentro. Fu papà a mettersi in mezzo a noi: seduto col culo sulla bocca di mamma, mi porse il suo cazzo gocciolante e inizia a spompinarlo con foga, riuscendo a prenderlo tutto fino in gola. Ero così arrapato che lo cinsi per la schiena avvicinandolo ancora di più a me, in modo che la mia bocca era letteralmente a contatto con il suo pube depilato per come ingoiavo il suo membro. Passavo dal cazzo alle palle con mamma che continuava a limonargli il buco del culo. Ero così arrapato che ormai non resistetti più e urlai: ‘Mamma sborroooooooooooooo!!!!!!!!!!!!! Ti riempio!!!!!!!!!!!!’, fiottando la mia crema abbondante nella sua passera. Le dita di Dani nel mio culo mi avevano portato al culmine e non resistetti più. Nonostante la sborrata il cazzo rimase duro. Uscii dalla mamma e papà prima si attaccò alla sua fica leccando la mia crema che colava fuori (‘Che buono lo sborro del mio cucciooloooooooo!’, disse dopo che ne bevve un po’), poi infilò anche lei il suo cazzo in fica a mia madre: ‘Vale, sei la mia puttana come sempre, ma da oggi anche quella dei tuoi figli. Il mio cazzo naviga dentro di te affondando nella sborra di Luca. Senti come sciacquetta dentro di te troia’.’. Quelle parole volgari, quegli insulti detti con amore per aumentare la voglia e l’eccitazione fecero infoiare mio fratello: ‘Papà, allora ti faccio sentire io la mia crema. Mentre scopi mamma ti sborro io nel culo’. ‘Che bello, il mio figlio frocetto che sborra in culo a papi’. Scopami maiale mio. Riempimi il culo del tuo papà ricchione! Sei un porcooooooooo!!!!!!!!!!!’.
Mentre i tre scopavano, gemevano urlando e si insultavano, io presi il plug di mamma, lo posizionai a terra e mi sedetti sopra’. Ero così eccitato che entrò tutto in breve tempo. Lo facevo entrare e uscire mentre gocce di presborra colavano dal mio cazzo a terra. Papà vide quei filamenti e preso da un infoia mento animale si spostò quel tanto che serviva per leccarli da terra. Così gli dissi: ‘Papà sei una troia anche tu’ Così goloso degli umori del tuo bimbo. Lecca maiale!’, gli ordinai. ‘Da ora in poi, disse lui, tutti saremo porci e troie. Avrete i culi aperti come il mio vero Vale?’, disse ridendo alla mamma. ‘Certo, rispose lei. Vi faccio vedere’.
Si tolse da sotto a mio papà che si posizionò a gambe aperte e pancia in su. Mamma iniziò a infilare le dita nel suo culo, una dopo l’altra mentre noi figli eravamo accucciati vicino a lei: limonavamo fra di noi e gettavamo lo sguardo a quel culo che si apriva sempre di più, segandoci a vicenda. Papà ormai aveva quasi tutta la mano di mamma in culo e gemeva dicendo oscenità: ‘Vale puttana mi apri il culo, scopami con la mano. Dani vieni a ciucciare il cazzo di papà e tu Luca ficcami in bocca il tuo. Siamo tutti dei porci maiali. Mi fate godereeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!’. ‘Papà sei una troiaaaaaaaaaaa’, urlai io mentre mi spompinava il cazzo ancora duro. ‘La vostra zoccola, disse, e lo sarete anche voi. Senti come ti inculo con le dita Luca’. Avevo quattro dita paterne in culo ed ero così eccitato che a sentire il quinto che entrava con la mano a pugno mi sentii quasi mancare: mi buttai sopra papà e mentre iniziava a fare dentro e fuori con la mano sborrai su di lui senza nemmeno toccarmi. Ero esausto, ci misi un attimo prima di riprendermi, mentre la mano di papà era ancora dentro di me. Mi alzai e papà tenne il braccio appoggiato a terra con l’avambraccio sollevato: ero praticamente seduto sulla mano di papà con il cazzo che ancora mi gocciolava sborra. Dani voleva fare la sua parte e disse: ‘Mamma se sei puttana come papà allora anche tu prendei la mano in fica vero?’, chiese eccitatissimo. ‘Sei un porco Dani, prova. Senti quanto è aperta la tua mamma zoccola. Sei un figlio di puttana’, lo apostrofò. Quell’insulto lo mandò su di giri. In men che non si dica la mano di mio fratello scopava la fica di mamma ormai più somigliante a una caverna. Faceva dentro e fuori mentre lei urlava frasi sconnesse e continuava a fistare papà: ‘Bastardo, svangami l’utero da cui sei uscito, siete due figli di troia e sono fiera di essere la vostra mamma cagna. Dani porco di mamma tua ficcati anche tu qualcosa in culo. Fammi vedere quanto sei frocio”. Così mio fratello, in ginocchio alle spalle di mamma, prese il plug che avevo lasciato io e vi si sedette sopra. Ormai i cazzo dolevano, perdevano di continuo presborra e le palle erano gonfissime di voglia. Esordì papà: ‘Cazzo perdo sborraaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!! Vengoooooooooooo porciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii maialiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!! Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh godoooooooooooooooooooooooooo!!!’, urlò eruttando sborra dal cazzo sulla pancia e fin sula sua faccia. Io con in culo la mano di papà mi segai sulla sua faccia finché non la riempii di crema ululando: ‘Toh papiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, prendi il mio sborroooooooooooooooooooooo, sei un frocio porcooooooooooooooooooo!!!!!’. Mamma si dimenava con la mano di Dani nella fica: ‘Bastardo di un bambino porco mio, ti amoooooooooooooo sfondami la fregna che vengooooooooooooooo, sono la vostra puttanaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh sbrodolooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!, e venne squartando sborra dalla fica che lavò la mano e il braccio di Dani. Mio fratello infine, con il plug in culo, iniziò a segarsi. Lo costrinsi a piegarsi a pecorina e iniziai a estrarre e infilare di nuovo l’oggetto del piacere nel suo culo ormai aperto anche lui: ‘Cazzo fratellino che mailini che siamo. D’ora in poi godremo solo come porci con mamma e papà!!!!’. E lui rispose: ‘Si Luca, amiamoci come una famiglia perversa, siamo due fratellini frocetti con un papà ricchione e mamma troia’.. sfondami il culo che ti sborro in bocca fratellone maialeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!’; mi presi allora il suo cazzo in bocca e lui mi inondò con una quantità di crema spropositata.

Eravamo esausti ma felici, la sborra colava da ogni dove: io e Dani ci limonammo la sua, mamma leccava quella di papà dal suo petto e dalla sua faccia e in breve finimmo sdraiati a terra abbracciati tutti e quattro scambiandoci baci e slinguate piene di calda crema, a suggellare un nuovo rapporto famigliare molto intimo perverso ma pieno di affetto.

Come sempre i commenti sono graditi e rispondo a tutti. Un bacio in bocca a tutti gli amanti dell’incesto!
Commenti a maiale.perverso@hotmail.it

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