Il giorno successivo, Elisa era agitata fin dal mattino.
Non riusciva a concentrarsi su nulla: la mente continuava a tornare alla voce virtuale di PadroneAnziano, alle sensazioni che le aveva fatto provare solo con le parole.
Ogni suono del telefono la faceva sussultare.
Finalmente, nel tardo pomeriggio, arrivò il suo messaggio:
PadroneAnziano: “Hai eseguito bene ieri sera, piccola mia. Oggi ti insegnerò qualcosa di più profondo. Ti fidi di me?”
Il cuore di Elisa tamburellava.
Le dita tremanti scrissero:
Elisa: “Sì, Padrone. Voglio imparare.”
Dopo pochi istanti, un nuovo messaggio:
PadroneAnziano: “Vai a cercare delle mollette. Da bucato. Portale vicino al letto, e spogliati lentamente. Voglio immaginarti mentre obbedisci.”
Senza esitare, Elisa si alzò.
Prese alcune mollette di legno dalla lavanderia.
Tornò in camera, chiuse la porta a chiave, e iniziò a svestirsi:
prima la maglietta, poi i pantaloncini, infine lo slip umido di desiderio.
Era completamente nuda, il corpo giovane vibrante sotto la luce calda della stanza.
Sentiva il suo respiro farsi pesante.
Sapeva che lui, dall’altra parte dello schermo, la stava “vedendo” con l’immaginazione, controllando ogni suo gesto.
PadroneAnziano: “Sdraiati. Apri le gambe. Prendi una molletta.”
Elisa obbedì.
Il corpo teso come una corda, i capezzoli già duri dall’attesa.
PadroneAnziano: “Metti una molletta sul tuo capezzolo destro. Fallo lentamente. Non aver paura del pizzico. Il dolore sarà il mio bacio su di te.”
Con mani tremanti, Elisa avvicinò la molletta al capezzolo gonfio.
Quando chiuse il morsetto, un piccolo grido le sfuggì.
Era un dolore acuto, vibrante, che si trasformava subito in una vampata di piacere.
PadroneAnziano: “Brava. Ora il sinistro.”
Seguì l’ordine.
Quando anche il secondo capezzolo fu stretto, il suo corpo sembrava pulsare ad ogni battito di cuore.
Ogni minimo movimento intensificava la sensazione, mandandola quasi in estasi.
PadroneAnziano: “Sei bellissima, così. Adesso, prendine un’altra.”
Il nuovo compito le fece trattenere il fiato.
PadroneAnziano: “Sposta la mano tra le gambe. Accarezzati lentamente… senti quanto sei bagnata?”
Lo fece.
Le dita scivolarono senza sforzo lungo le pieghe calde e umide.
Un gemito profondo le sfuggì.
PadroneAnziano: “Ora voglio che prendi la molletta e la metti sulle tue labbra… lì.”
Elisa esitò un attimo.
Il solo pensiero la fece tremare di eccitazione.
Con movimenti goffi, posizionò la molletta su una delle labbra della sua intimità.
Quando chiuse il morsetto, il pizzico fu più violento, più crudo.
Ma anche più inebriante.
Il suo corpo reagì come attraversato da una corrente elettrica.
Ogni nervo sembrava acceso, ogni respiro era un fuoco.
PadroneAnziano: “Ora l’altra. E poi… il clitoride.”
Le mani di Elisa erano sudate, la mente annebbiata.
Chiuse la seconda molletta sulle seconde labbra, gemendo forte, mordendosi il cuscino per non urlare.
Quando infine, tremante, avvicinò l’ultima molletta al clitoride gonfio, il mondo sembrò fermarsi.
Appena chiuse il morsetto, un’ondata di piacere-dolore la investì, facendola quasi venire subito.
Il clitoride, così sensibile, vibrava sotto la pressione dolce e crudele.
PadroneAnziano: “Adesso resta ferma, piccola. Voglio che impari a desiderare il dolore come desideri il mio tocco.”
Le lacrime agli occhi non erano di sofferenza, ma di estasi.
Sapeva che era persa.
Sapeva che ormai apparteneva a lui, corpo e mente.
Uh, interessante. Per certi versi il personaggio sembra il me di un po' di anni or sono. Per quel che…
Ti ringrazio, Rebis: al momento il racconto è ancora al primo atto, la comparsa dell'insegnante è quello che viene definito…
Niente da dire: il tuo nuovo racconto è all'altezza di quelli passati. io ho quasi terminato il mio, lo pubblicherò…
Sempre molto bello ed eccitante aspetto il prossimo capitolo spero presto
Ciao! Scrivi pure se ti va alla mail mari19.80@outlook.it