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Grazie all’ A.D per l’interessante racconto
In un periodo in cui le denunce per molestie sessuali nei confronti delle donne sono giornaliere voglio aggiungere la mia esperienza in merito. Non voglio giustificare nessuno solo descrivere attraverso la mia realtà quello che può essere successo in tante aziende od in altri posti.
Sono l’amministratore delegato di una grande azienda italiana. Per raggiungere questa posizione ho sudato lacrime e sangue. Sono di origini umili , i miei genitori erano contadini ed hanno concentrato su me tutte le loro risorse economiche permettendomi di studiare e laureare .
Ho fatto mia la loro volontà di avere un figlio laureato che potesse fare una vita dignitosa e lavorativa meno “faticosa” della loro.
Ho dedicato gli anni della mia gioventù allo studio . Mi sono trasferito in una grande città del nord e altro che discoteca e spinelli; mentre i miei conoscenti ( conoscenti e non amici) si divertivano, o studiavano e si divertivano, io studiavo giorno e notte. Nel durante ed anche a posteriori non mi è mancata la vita notturna quello che mi è mancato sono state le donne o meglio ancora il sesso con loro.
Sono fortemente etero sessuale ed il sesso è stata fin da ragazzino una componente importante della mia vita, Ho cominciato a masturbarmi ai tredici anni ed ancora adesso ,se ho voglia e sono solo….
Per onestà nei miei confronti devo dire che non sono mai stato un Adone e la mia vita “Leopardiana” certamente non ha aiutato.
Per assurdo ,adesso a cinquantadue anni, sono fisicamente meglio di quando fossi da giovane.
Durante le superiori ed i primi mesi di frequenza universitaria ho “provato” l’approccio al gentil sesso venendo sistematicamente respinto e rifiutato. La mia nomea di secchione ed il mio migliorabile fisico erano un ostacolo difficilmente superabile per le mie ambizioni perché non mi potevo accontentare di un “cesso” qualunque puntavo alto, ma puntavo e basta senza centrare l’obiettivo.
Ciò mi indusse a concentrarmi sempre più sullo studio e poi laureatomi a pieni voto sul lavorio. Il mio io intanto cresceva in modo esponenziale. Mi diventava sempre più chiaro quello che sarei dovuto diventare, perché una volta “diventato” avrei potuto avere ciò che desideravo.
Feci delle scelte lavorative impegnative e mirate che mi permisero di acquisire conoscenze e denaro . Poi la scelta migliore “all’italiana”. Divenni il braccio destro di un importante dirigente che accompagnai nella sua ascesa usufruendo della sua benevolenza . Raggiunsi responsabilità sempre più elevate e quando lui di ritirò lascio le premesse affinchè io potessi cogliere il suo scettro. Così avvenne e dieci anni fa ero il vertice.
Quegli anni di “vassallaggio” somigliarono molto ai miei anni di studio: lavoro e solo lavoro, Disponibilità assoluta per il mio mentore ,sabato e domenica compreso. La vita sociale si limitava gli eventi aziendali, ma il mio io era gratificato dalla carriera e dal denaro guadagnato sperando che fosse solo questione di tempo ed anche il resto sarebbe arrivato.
Intanto mi guardavo intorno. Imparavo a cogliere le dinamiche aziendali ed ad individuare le numerose tresche interne: lavorative e non.
Compresi e vidi come spesso il servilismo ed una sorta di “prostituzione” fossero strumenti fondamentali per la carriera e che la competenza contava solo in parte. Se ti agganciavi al carro giusto era fatta ed io fui fortunato.
Ripeto dovevi rinunciare a molto aspettando il tuo turno nella speranza che arrivasse.
Il servilismo e quella sorta di “prostituzione” era di tutti, uomini e donne, e riflettendoci ognuno usava le proprie armi ,ma coloro che si ponevano a “passatoia” erano certamente più uomini che donne.
Potrei parlare molto degli uomini e del loro “servilismo mirato”, ne faccio parte anch’io, ma non è per questo che scrivo. Parlo per me e per i miei desideri e per le donne che poi conquistato.
Una giusta considerazione ,non è che negli anni io sia diventato più alto, o più bello, o più dotato od altro, semplicemente ho raggiunto il potere con quanto ne deriva.
Denaro ,visibilità , fascino indotto per alcuni/e .Nel tempo ,come i miei predecessori , mi sono creato la mia” corte” composta da persone fedelissime a cui davo/do molto pretendendo altrettanto.
Sarò breve :il mio credo nelle scelte della mia “corte” era/è: associare competenze( che pretendo )) ,alla loro ambizione e a quello che fossero disponibili a dare fare per soddisfarla
Potrei parlare e scrivere per ore sull’ argomento ,ma sarà oggetto di altri campi di miei interventi.
Non voglio apparire misogino o discriminante . Stimo le donne ed apprezzo la loro intelligenza e capacità spesso superiore a quelle degli uomini. Semplicemente ho approfittato ed approfitto di alcune di loro, così come di alcuni uomini, per i miei fini soddisfacendo i loro fini.
Onde evitare di essere tacciato di molestie mi sono indirizzato solo a donne che volevano qualcosa da me.
Aspettavo e coglievo le loro mosse prima di sbilanciarmi. Nel tempo ho individuato tre diverse categorie: la prima ,le donne sposate insoddisfatte del menage familiare, che volevano dimostrare le proprie capacità
La seconda, giovine donne ,spesso neo laureate ,che volevano crearsi un percorso di successo e la terza, la via di mezzo ,coloro che dopo anni di lavoro e senza famiglia volevano il brivido di qualcosa di diverso : la conquista importante
A me interessa/va la prima e la terza categoria, ma la terza è troppo facile da “trattare”. Il mio smisurato Io trova la sua grande soddisfazione nel “lavorare” la prima categoria: le donne sposate ,meglio se con figli onde evitare “appiccicamenti” ed aspettative da me non desiderate.
Prima di proseguire : mi sono sposato con una brava donna che come attività fa la casalinga e oltre a curare i nostri numerosi impegni sociali cresce i nostri due figli . E’ lontanissima dal mondo del mio lavoro per cui ho libertà assoluta.
Torniamo a noi
Come dicevo non sono bello e nemmeno iperdotato, la mia forza arriva dal potere aziendale che ho. Ne sono conscio e non me ne faccio un cruccio ,anzi. Se ricoprire una carica elevata ed utilizzarla rientra nell’abuso di potere e quindi nelle molestie lascio il singolo a giudicare. Per me ,nei casi di cui parlo , è una sorta di contratto di scambio. Lei mi usa per ..in cambio dò e prendo. Non obbligo nessuno.
Ma se non fossi l’A. D.? Non avrei nulla , ma anche non darei nulla e non mi chiederebbero nulla.
Cosa e come accade provo a descriverlo in modo sintetico ,ma chiaro.
La componente femminile e maschile del mio staff non la scelgo io ,ma i miei diretti riporti. Ho tre collaboratori in cui ripongo da tempo grande fiducia; ciascuno di loro ha responsabilità di una diversa area aziendale e si occupa della sua organizzazione. In linea con i dettami odierni io chiedo che almeno il 50% dei loro responsabili siano donne.
Nel tempo poi le conosco nelle varie riunioni di responsabili di area o durante la progettualità/esecuzione di quei progetti speciali che rispondono direttamente a me.
E’ sottinteso che dei miei collaboratori conosco tutto ciò che mi interessa che mi possa essere utile per la vita aziendale, per es : educazione formativa, titolo studio ,età ,residenza, età, titolo , stato civile…ed altre cose che mi sono necessari per decidere a chi affidare determinate attività.
A parità di competenze e fattori oggettivi, mi tocca dirlo, scelgo una Lei.
Sono vigile ed attento nelle dinamiche interpersonali ed attraverso i frequenti contatti riesco a capire se la Lei è disponibile ad approfondire la reciproca conoscenza.
Vi chiedete come faccio a capire?
Da come ti guarda, come si pone , la disponibilità d’orari , come ti dichiara i suoi obiettivi, se cerca incontri individuali per parlarti di quello che sta facendo , se in quell’occasioni tocca l’elemento famiglia ( il marito non importante ) , se ti dichiara i suoi obiettivi personali ,non ultimo se il suo abbigliamento ed in quell’occasione è cambiato dalle prime riunioni, ed altri se…. Se siete adulti con esperienza è inutile che continui.. sapete e avete capito .
Come avviene il contatto?
Spesso facciamo riunioni fuori azienda in posti dedicati che ci permettano di lavorare tranquilli . Non più di dieci persone tutto il giorno insieme ,pranzi e cena e dopo cena, il tutto , sempre presso l’hotel che ci ospita. Durante il dopocena , approfitto dell’occasione utile per porre con discrezione assoluta l’offerta alla persona che mi interessa . Offerta del tipo : se vuole provare un liquore particolare dopo nella mia stanza. Lo dico guardandola fissa negli occhi perché ben capisca . Se dice no ,grazie, finisce così e rimane la valida collaboratrice; se abbozza un silenzioso: si va bene; le dico per togliere ulteriori dubbi che può raggiungermi a tal momento alla mia stanza stando ben attenta a non farsi vedere dai colleghi.
La mia stanza è sempre nel piano superiore rispetto ai colleghi (strategia).
Dopo di che sono il primo a lasciare il gruppo e completo la mia preparazione all’evento aggiungendo una pastiglia di Cialis da 10 milligrammi . Io già ne assumo una dose giornaliera da 5 milligrammi che ha finalità curativa essendo utilizzata contro l’iper pressione e la prostatite benigna poiché favorisce la dilatazione delle arterie etc. 10 milligrammi più 5 milligrammi fanno un totale di 15 milligrammi ,con questa dose in corpo la mia capacità sessuale diventa importante e faccio delle scopate incredibili con grande soddisfazione mia e della mia occasionale partner che va a provare esperienze che difficilmente ha/avrà con il marito.
I 5 milligrammi mi permettono un rapporto giornaliero in qualsiasi momento della giornata. Finito il rapporto sessuale finisce l’effetto del Cialis. Quando prendo le due dosi ( 5 + 10)posso avere due rapporti più o meno consecutivi e poi con le “giuste “ coccole un terzo a distanza di un’ oretta. Vi par poco?
Adesso entro in generale e nello specifico in uno di “questi” rapporti che mi ha dato più soddisfazione.
Lei circa quaranta anni, due figli adolescenti , laureata ed a capo di uno specifico settore della nostra azienda . Il marito, più o meno la sua età, è uno dei principali dirigenti di una azienda concorrente alla nostra e lo conoscevo, seppur superficialmente, di persona. La mia impressione e che fosse professionalmente in gamba ed un buon padre di famiglia.
Lei tenace e con la voglia di “arrivare” disponibile a lavorare con frequenza sino a tarda ora “tralasciando “ il contesto familiare. Alta e magra; capelli lunghi biondo cenere con occhi scuri. Nulla di particolare il corpo . Eleganza ricercata ma non evidente.
Una di quelle persone che incontrando per strada non attira la tua attenzione e non la ricorderesti. Per me tenace, ma scialba,. forse questa è la corretta identificazione della persona .
Mi ero accorto che cercava frequentemente , in eccesso ,di attirare la mia attenzione su aspetti lavorativi e che era sempre disponibile al sorriso e ed all’approvazione a seguito di miei pensieri e o parole .Inoltre nei momenti di relax “cercava” la mia vicinanza. Due + due in questi casi fa cinque e spesso ci azzecco.
Eravamo in un hotel sul lago di Garda quando avanzai la mia “proposta dopocena” . anche lei mi fissò negli occhi e disse : va bene . Le dissi l’ora ed il numero della camera e poi, dopo un congruo tempo , lasciai la compagnia. Andai in camera e mi “preparai”.
Quando sentii bussare alla porta ebbi conferma della sua adesione. Aprii ed entrò velocemente per la paura che qualcuno potesse vederla.
Seguii la mia consolidata prassi :la attirai a me , la strinsi, catturai la sua bocca. Un bacio prolungato e profondo. Non dovevano esserci dubbi: o ci stava o se ne andava.
Dopo un primo attimo di sorpresa, seppur il suo corpo fosse ancora “rigido”, corrispose al bacio. Era mia.
Per cautelarmi da furbizie e possibili futuri ricatti o denunce avevo attivato un metodo particolare. Una piccola telecamera era puntata su noi e registrava fedelmente quanto accadeva . Io mi premunivo di fare delle opportune domande all’interessata da cui appariva chiaro come non vi fosse da parte mia alcun tipo di coercizione nei suoi confronti. Che quanto stava/sarebbe accaduto fosse una sua libera scelta ,così come fosse una sua volontà aderire alle mie specifiche richieste che andavano a differenziare il consueto rapporto matrimoniale da quello di amanti; stiamo parlando naturalmente di sesso. In sintesi quanto registrato era la mia polizza assicurativa.
Le domande ,vanno a toccare diversi punti e possono apparire fredde e stupide, ma provate ad inserirle mentre state abbracciando e baciando, palpando e perché no scopando ed allora potete capire come possano essere percepite ed usate.
Chiedere ad esempio, nel giusto modo e in momenti diversi : perché sei qui? Ti voglio fare di tutto, sei d’accordo? Tuo marito? Ti piace fare sesso? Ed altro ancora ( Provate e poi ditemi)
Ciò ti dà garanzie e ti apre la strada ad i piaceri del sesso.
Torno alla mia lei, Paola, per raccontarvi in diretta il nostro primo rapporto.
La tenevo stretta mentre la mia lingua impazziva nella sua bocca. Adesso anche la sua lingua partecipava. Poi la “trascinai “ sul letto matrimoniale e vi caddi sopra con lei. Continuavamo a limonare mentre le mie mani vagavano sul suo culo prendendone il possesso, intanto spingevo il mio arrapato, aiutato, “pacco “contro il suo pube. Volevo lo sentisse ed immaginasse bene con l’idea che a breve l’avrebbe provato dal vero .Poi misi una mano tra le sue gambe. Quella sera indossava dei non comodi, per me, pantaloni, ma in fondo meglio così.
Le strofinavo la mano sui pantaloni contro la passera spingendo il tessuto come se volessi farlo entrare nella sua intimità. Quando mi parve sufficientemente cotta la spostai da me dicendole aspetta : e stando sul letto mi spogliai rimanendo nudo con l’irto pene. Lei mi guardava in silenzio. Poi mi avvicinai a lei e piegandole il capo con una mano offrii il cazzo alla sua bocca . Non poteva esimersi . Lo prese in bocca e con l’aiuto della mano la feci andare su e giù alcune volte assicurandomi che ogni spinta fosse maggiore per fargliene entrare in bocca il più possibile sino a portarla alla soglia del conato. Poi la staccai e le dissi : spogliati. Lei si accingeva a spogliarsi sul letto., le dissi : no, giù dal letto. Voglio vederti mentre lo fai. Era imbarazzata e vergognosa ma io non ”arretrai” e davanti al letto si spogliò.
Guardami e stai dritta mentre ti spogli.
Stavo esercitando il mio potere in quel contesto per poter poi proseguire come volevo io ed instradare il rapporto secondo i miei desideri.
Le esperienze avute mi avevano insegnato che il rapporto si sarebbe evoluto come impostato inizialmente Se fossi stato dolce e paziente lo sarei dovute essere poi sempre; più dare stato esigente inizialmente più sarebbe stato facile pretendere ed avere. Ciò per dirvi che avevo ben chiaro cosa sarebbe successo quella notte tra la dottoressa Paola e me.
Sempre imbarazzata si spogliò facendo comunque fatica a guardarmi in viso. Lasciai perdere concentrandomi sulla sua svestizione.
Prima il golf poi le scarpe, poi i pantaloni seguiti dalla camicetta. In un muto silenzio le feci cenno di proseguire. Si tolse le collant rimanendo con un comune completo intimo, reggiseno e mutandine. Mentalmente registrai che dovevo darle il “giusto” intimo. A fine notte saprete.
Fece per venire sul letto. No ,tutto dissi. Ero chiaro.
Tolse il reggiseno apparvero dei pallidi seni di modeste dimensioni e leggermente cadenti ,ed infine si tolse gli slip. Portava un folto cespuglio di peli dello stesso colore dei capelli. Non era “disordinato” ma ricco. Le feci un sorriso e con un gesto della mano, che voleva dire vieni, la invitai sul letto
L’immagine che avevo del suo corpo mi era confermata. Gambe lunghe e muscolose, culo pieno a sufficienza, uno di quei culi per cui non ti giri per guardarlo, tette sufficienti allo scopo. Il viso anonimo e non valorizzato era per sua fortuna incorniciato tra folti lunghi piacevoli capelli. Se non avessi saputo che era una delle mie responsabili avrei pensato che fosse una stanca casalinga; ma non era così indi doveva guadagnarsi le sue implicite richieste di chances.
Eravamo nudi su letto la girai supina e montai su lei. Montai era il termine corretto poiché senza preliminare misi il cazzo tra le sue gambe e spinsi. Non mi aspettavo fosse preparata e mi stupii che in parte lo fosse perché il mio cazzo scivolo nella sua passera senza attriti.
La trombai come un martello pneumatico per alcuni minuti.. Lei lo “sentiva” bene perché sospirava e allargò le gambe intorno a me. La posizione era comoda per metterle la lingua in bocca. Le chiedo se è “protetta”. Dice: no. Più tardi mi darà che i rapporti sessuali con il marito sono radi ed il marito nell’occasione onde evitare “imprevisti” usa il preservativo. Le chiesi se non si sentiva un po’ puttana con il preservativo. Nicchiò, ma propesi per un suo si.
Godeva della chiavata, ma io dovevo seguire il mio programma che non permetteva di tornare indietro.
Lasciandola sorpresa sottrarsi il cazzo alla figa sostituendolo con la mia bocca. Era profumata ,lavata di fresco. Mi piaceva sentire il suo pelo sulle labbra. La bacia e leccai a lungo e con l’aiuto delle dita nonostante lei dicesse: no, no, non così, la portai al suo primo orgasmo. Le sue mani che spinsero la mia testa tra le sue cosce me lo confermarono. Pensava di potersi riposare, ma io avevo ancora “il carico” pronto.
Approfittando della sua rilassatezza post orgasmo la feci girare, come una bambola, prona.
Il suo morbido culo era davanti me . Fase due: il culo. Da farsi subito per poi farlo sempre.
Era rilassata ed io preparato; per aiutarmi avevo messo un apposito tubetto con un gel lubrificante abbastanza liquido, sul comodino adiacente, non sapendo se già il suo ano fosse avvezzo all’uso Mi stesi su lei ed infilai il pene in figa, intanto presi il tubetto in mano.
Aveva la passera ancora bagnata ed il mio uccello si muoveva facile in lei. Tenni un ritmo tranquillo per portarla su di giri . Ogni tanto estraevo l’uccello attendevo qualche attimo e poi lo rinfilavo nella passera in attesa . Volevo che percepisse questo movimento come una mia particolarità. Infine uscii , e in quei attimi di attesa spremetti il gel tra le sue chiappe e poi rientrai in figa. Intanto il gel era calato nell’intima fenditura espandendosi sull’ano e sul tronco del mio uccello . Era tutto pronto. Le chiesi ad un orecchio :l’hai mai preso nel culo. Come al solito parole poche ,ma chiare.
Lei: no ,mi fa male.
Io :si, lo so.
Qualche altro su e giù in figa poi uscita e rientro sbagliato . Lo appoggia sull’ano e spinsi. Non fece in tempo ad opporsi. Un ahi ed il mio uccello , con grande aiuto del gel, era dentro nell’inesplorato condotto.
Fece per muoversi: no, non voglio.
Ferma non ti muovere è già dentro e rimasi fermo per farla abituare. Ormai era dentro .
Le dissi: è dentro mi muovo piano per non farti male. Toccati la passera, aiuta. Vedrai sarà è bello. Effettivamente il gel funzionava . Due minuti ed ero ben dentro lei e cominciavo ad incularla con continuità. Non c’erano più resistenze, la fase del dolore era passata, e quello che rimaneva era sopportabile.
Adesso dovevo aprile il culo per bene per agevolare sia le future penetrazioni che per abituarla all’atto.
Quel culo adesso era mia e sarebbe stato solo mio ; non poteva certo a questa età e situazione familiare offrirlo al marito(avrebbe dato luogo a giusti sospetti). Inoltre è mia convinzione che quando sei il primo a sverginare il culo di una signora che fa sesso ,ma non l’ha mai concesso a nessuno, ti impossessi completamente di lei.
Si trattava di darle piacere attraverso il sesso anale affinchè non avesse scuse per rinunciavi le successive volte ed inoltre dovevo “preparare” il foro alle future penetrazioni per poterlo varcare senza utilizzo di lubrificanti vari e senza provocarle dolore.
La incitai a continuare a masturbarsi e le accarezzavo i capelli mentre continuavo a “pistonarla” . Le davo baci sulla nuca ,quasi affettuosi e mi preparavo ad allargarle l’ano usando una tecnica appresa. Le appoggio le mani larghe sui glutei e con i pollici inizio a divaricare il solco e a spostare le natiche lateralmente , allargando il foro , mentre il mio cazzo va su e giù. Ciò amplia la dilatazione dell’ano.
Ogni tanto mi fermo con il cazzo a fondo tunnel ,per abituare il retto alla sua presenza. Volevo portare Paola a godere con il cazzo nel culo.
Avrei presto aggiunto un anello al percorso di depravazione extra familiare che la aspettava. Le feci sollevare il culo più in alto. Ogni mia spinta adesso era accompagnata da suoi sommessi gemiti che non erano più di solo dolore.
Stava “usufruendo” di nuove sensazioni, non solo fisiche, legate a questa nuova penetrazione..
Ora , non era piu’ “costretta” da me. Ubbidiva ai miei incitamenti senza lamenti.
Io sentivo che il mio cazzo ormai si muoveva liberamente in lei.
La incitavo: dai Paola ,masturbati . Fallo bene ,sentirai che bello venire con il culo. Le toccai con un dito la passera: era bagnata, buon segno; con lo stesso dito toccai il foro anale catturando quell’ insieme di lubrificante e suoi umori. Portai il dito intriso alla sua bocca inserendolo e facendolo succhiare. Doveva essere tutto nuovo per lei.
Insistevo : muovi il culo, vienimi incontro ,si così ,brava,.
Dimmi che è mio ,solo mio. E lei non poteva tornare indietro e lei : si, si. E’ tuo, solo tuo.
Io insistevo: dimmi che ti piace farti inculare. Dillo.
E lei si, si mi piace farmi inculare. Era un linguaggio pesante, mai pensabile da due persone del nostro profilo professionale , ma era il percorso……
Portai le mani sotto per stringerle e strizzarle tende, carezzando e tirando i capezzoli. Ero pronto per l’ultima fase dell’inculata. Ma prima di riempirla uscii dall’ano e le diedi delle gran manate sulle natiche. Lei sobbalza sul letto ed appoggia la bocca sulle lenzuola per non gridare. Poi con un sinistro avvertimento sussurrato al suo orecchio : ora te lo allargo per bene e ti faccio godere, riprendo ad incularla con la massima mia velocità provocandole un misto di dolore e piacere.
Le dissi sei pronta a godere. Sembrerà pazzesco ai profani ,ma disse : si ,sto venendo. Continua.
Ed io :avvisami quando stai per venire.
Quando poco dopo disse: vengo, vengo continuando a sditalinarsi (era il suo secondo orgasmo) mi lasciai andare anch’io e le riempii il retto del mio seme.
Dopo quello sforzo caddi al suo fianco premunendomi di farla girare ed appoggiare al mio petto.
Le diedi leggeri baci su fronte ,occhi ,naso e bocca come per ricompensarla del piacere che mi aveva offerto e poi la strinsi a me per recuperare il “fiato”.
Mi rendevo conto che fosse stanca, ma soddisfatta e conquistata.
Dopo un paio di minuti mossi il bacino contro il suo; come detto precedentemente il cazzo non si era afflosciato completamente, dopo l’eiaculazione era ancora leggermente barzotto.
La stacco da me e con il viso guardo il mio amico in basso inducendo Paola a guardare in basso .
Esclama ma..(reagiscono tutte così)
Per gratificarla dico: è l’effetto che gli fai tu.
Era ancora sufficientemente rigido, ma volevo di più. Spinsi per le spalle Paola verso il basso. Capì cosa volevo: un gratificante, piacevole pompino. Non era un’esperta, lo sarebbe diventata, ma si applicò con impegno riportando il mio uccello alla piena erezione. Forse pensava che volessi godere con la sua bocca ,ma sbagliava. Ormai potevo resistere tutto il tempo che volevo. Le feci continuare il lavoro di bocca sino a quando avvertii i che non ce la faceva più a sbocchinarmi e che era sull’orlo di slogarsi la mascella. Allora la feci sollevare e senza chiedere autorizzazioni mi stesi su lei; le gambe tra le sue divaricate e glielo spinsi in figa, Adesso era un po’ asciutta e percepii un leggero attrito accompagnato da un suo gemito di sofferenza, ma ero dentro. E ricominciai a chiavarla. Inizialmente lei non reagì ,ma dopo un pò iniziò a partecipare.
Questa nuova situazione ,questo uomo/amante nuovo stava cambiando qualcosa in lei (lo sapevo). Quando ormai partecipava attivamente alla scopate le misi la lingua in bocca e lo nostre lingue giocarono un poco. Poi le misi le mani sotto il culo e spinsi forte dentro lei ; quando vidi il piacere profilarsi nei suoi occhi le chiesi: con tuo marito è lo stesso? Lei fu spiazzata dalla domanda fuori luogo, ma :no ,no, con mio marito è diverso. Non volle dire in prima battuta se megli o peggio ed allora la stimolai: meglio o peggio rispondi.
Peggio.
Il mio orgoglio maschile era soddisfatto ed il mio percorso poteva proseguire.
Ormai era un bel scopare, ma mai lasciarsi andare con una nuova amante. Senza uscire dalla figa le sollevai le gambe verso l’alto ,prima sulle mie spalle poi più alte ancora per arrivare quasi alle sue spalle. Sentiva sicuramente il cazzo di più ,ma il mio fine era un altro. In questa indifesa posizione avevo sia il foro della figa che l’ano a mia disposizione. L’ano era ancora leggermente dilatato e comunque la residua presenza del gel non fece fare alcuna resistenza ed accolse nuovamente il mio cazzo.
A questa inaspettata entrata Paola emise un oh di sorpresa e di piacere che diventò un si ,si quando le chiesi ti piace così mentre le alternavo un po’ di penetrazioni in figa ed un po’ in culo.
Confermato quando detto prima: il suo culo era per sempre mio.
Giocai così per almeno cinque minuti divertendomi a sfiancarla.
Poi le feci ricadere le gambe in una posizione più comoda per ambedue facendole mettere intorno ai mie fianchi; da quel momento mi dedicai a penetrarla solo in figa e le gambe attorcigliate alla mia schiena le facevano sentire a fondo le penetrazioni.
Continuai a scoparla per portarla al terzo orgasmo: E’ vero che sono esperto, ma non sono un chiaroveggente quindi chiedo sempre alla partner il momento in cui sta per godere e quando mi disse….: ancora un po’..sto per…Mi allungai su lei ; bocca a bocca ,lingua a lingua come ad essere un’unica cosa e quando il corpo di Paola sussultò per l’avvenuto orgasmo e la sua bocca ebbe un impedito sussulto anch’io liberai bocca e lombi. La bocca per dirle : vengo, ti riempio. I lombi per rilasciare in lei il mio seme.
Lei non ebbe ne il tempo di pensare al mio fertile sperma che la invadeva ne di reagire a questo.
Fu una bella sborrata, in tuti i sensi. Dopo venuto, mossi, avanti ed indietro il mio cazzo in lei dentro il mio sperma , dentro i suoi umori. Marchiavo il mio territorio.
Lei non disse nulla,. Da donna intelligente sapeva che era inutile parlare ora.
Fu io che dopo stringendola e baciandola come prima dissi: sono venuto dentro, ma non è stato un caso . Vengo e verrò sempre dentro. Fece per dire qualcosa ,ma le stoppai le parole mettendole la mano sul viso.
Era la mia volontà e non era finita. Era trascorso oltre un’ora dal nostro incontro ed avevamo ancora tempo.
Vi ricordo la mia terza “cartuccia”
Dieci minuti di relax. Bevemmo qualcosa per rinfrescarci e lei andò in bagno per poi tornare da me, prese gli slip pe rivestirsi le dissi: che fai non abbiamo finito. Lei sorpresa interruppe l’atto allargando le braccia con gli slip in mano.
Io se proprio vuoi vestirti metti quelli che ti do io..
Andai alla mia valigia da dove da un sacchetto estrasse degli indumenti intimi, mutandine e reggiseno, che esigevo che li mie donne indossassero nei nostri momenti intimi ed anche in altri momenti se mi verrà voglia di raccontarvi .Erano neri, ma molto particolari e sarebbero stati il colpo di grazia ( e la mia polizza assicurativa registrava)
Ne avevo sempre con me ed in quell’occasione ne avevo di un ‘unica misura perchè le signore a cui puntavo erano due ed avevano più o meno la stessa taglia.
Glieli lanciai. Lei lasciò cadere le sue mutandine e perplessa guardò cosa aveva in mano.
Un reggiseno e relativo slip.
Mettile!
Confusa, piegando il lungo corpo, indossò gli slip. Messili si rialzò guardandomi stupita. Si stava chiedendo che maiale fossi. Vero, sono un maiale prevaricatore.
Gli slip erano bassi in vita e ricoprivano a mala pena il pube, erano neri e traforati e lasciavano intravedere il sottostante pelo della figa; ma questa era una relativa particolarità. Guardandoli dal davanti e dal di dietro potevano sembrare dei normali, birichini e femminili slip, la vera differenza stava sotto ed era visibile solo in certe posizioni ( o per chi sapeva) . Sotto in corrispondenza di ciascun intimo foro (figa e ano) gli slip avevano un foro circolare. In poche parole il cazzo poteva entrare in figa ed in culo senza dover spostare gli slip. Lei era senza parole e fu io a dire anche il reggiseno. Il reggiseno era del tipo degli slip solo che dai fori sulle “coppe” spuntavano le punte dei suo capezzoli.
Era vestita proprio come piace a me ; più tardi od in altra occasione le avrei fatto aggiungere un bel reggicalze ed il completo era fatto.
Lei stava in silenzio.
Dalla prossima riunione , che io ci sia o meno non importa, tu indosserai sempre questo tipo di intimo. Non preoccuparti penserò io a fornirtene a sufficienza.
Sottinteso che da domani i pantaloni ti sono vietati .
Sapevo che eravamo troppo avanti perché lei potesse negarsi. Era fatta.
In fondo non chiedevo molto. Il sesso era un reciproco piacere, le chiedevo solo di indossare l’intimo che piace a me. Mi pare che tra amanti, e dovrebbe essere così anche tra mariti e mogli, sia normale.
Non parlava. La raggiunsi e la guidai sul letto dove la vezzeggiai come una principessa .
Avevo la terza ed ultima “cartuccia”.
Gliela dedicai con piacere. Glielo feci prendere in bocca e leccare, succhiare e masturbare suo piacimento. Dopo un trenta minuti di pompino pensai che fosse il momento di ringraziarla del suo affettuoso impegno.
Mi appoggiai con la schiena alla testata del letto. Le piante dei piedi sul materasso e le ginocchia alte sul letto. Lei in ginocchio in mezzo alle mie gambe che mi succhiava l’uccello con cura.
Le dissi solo: bevi tutto ,non sprecarne una goccia.
Mi piaceva vedere la sua folta chioma bionda ondeggiare tra le mie gambe e sentirla succhiare il cazzo mentre le vedevo il culo in alto racchiuso in quelle porcellose mutandine,
Fantasticavo sul seguito del nostro rapporto mentre mi avvicinavo al piacere.
Avevo le mie fantasie. Poi vedrò se farle rimanere fantasie o farle diventare, alcune di esse, realtà
Ne dico alcune così come mi vengono ,di getto:
-mentre mi pompa il cazzo un altro la penetra mentre indossa questi slip
-io la chiavo mentre è appoggiata alla scrivania del mio ufficio
-la mano intera nella sua figa
-lei ha il pancione, è figlio mio
altre ancora, ma non ho il tempo di raccontarlo.
Il mio sperma sta salendo. ecco ..sono venuto. E’ stata brava, non ne ha fatto disperdere una goccia ed adesso mi sta coccolando il cazzo con amore. Me lo ha pulito con bocca e lingua.
Non è male la signora mi sa tanto che per un po’ ho trovato l ‘amante giusta e potrò stare tranquillo dedicandomi solo al lavoro.
La tiro su a me le dico grazie sei stato eccezionale. Vedo il sorriso nei suoi occhi e sulle sua labbra. E’ contenta di avermi reso felice.
La bacio in bocca. Sento il mio sperma nella sua bocca. Non mi spiace. Siamo o no un’ unica cosa?
Per chiudere.
Dal giorno dopo i nostri rapporti, esteriormente ,sono come prima; solo che gli altri non sanno quello che so io ; e non si rendono conto che Paola ha rinunciato ai pantaloni in favore di eleganti e comode gonne.
Sotto la gonna e la camicetta ha sempre quello che voglio e le fornisco io. Ho avuto più volte modo di appurarlo quando in riunioni ristrette nel mio ufficio, con il divieto assoluto di disturbarci e la porta, per sicurezza ,chiusa a chiave, ho/abbiamo avuto modo di condividere dei bei pompini e delle miste, eccezionali scopate ed inculate. Certo il posto, appoggiati e/o distesi sulla scrivania non è dei più comodi ,ma è estremamente arrapante
E poi ,dopo, stavamo meglio tutti e due.
Sono passati sei mesi da quel primo incontro e molte cose sono evolute sia nel lavoro ,che nel nostro rapporto, che nel menage familiare di Paola .
Paola sta assumendo responsabilità più importanti con mia grande soddisfazione. E’ una validissima professionista e collaboratrice.
Fa pompini da urlo ed è diventata bravissima. Lo prende tutto sino a superare le tonsille.
Faccio fisting con lei, purtroppo solo con la mano sinistra; la mia destra è troppo grossa e non è possibile. Troppo il dolore ed il rischio rotture.
Si è data disponibile per “un rapporto sessuale” anche con una terza persona, però dovrei essere obbligatoriamente presente. Ci sto pensando.
Una novità importante : non si sottrarrà ad una nostra eventuale, non cercata, maternità . Abbiamo condiviso la cosa e se rimarrà incinta ve lo dirò.
Dice che riuscirebbe a gestire la cosa con il marito anche se lui, le poche volte che fanno sesso, usa il preservativo. Ha studiato l’argomento su internet ed ha chiesto al suo medico e ne è risultato che anche l’utilizzo del preservativo non preserva al 100% dalla maternità. Se lo dice/sostiene lei…..
Preciso per evitare equivoci. Il suo rapporto con il marito continua e lei dice meglio di prima. Sostene che la soddisfazione delle sue pulsioni sessuali , non importa con chi, la rende più serena e tranquilla e riesce a gestire meglio anche la famiglia. Il mio pensiero è che attraverso una maggiore attenzione alla famiglia ed in particolare al marito voglia “compensare” la sua infedeltà sessuale.,
Contenta lei ,contento io ,contenti tutti.,

Ciao a tutti e non arrabbiatevi con me per favore. E’ la mia vita.

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