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Sono ricchi, famosi (almeno nella loro città e circondario), due begli uomini sposati a due belle donne, con figli sui 20 anni. La vita è stata generosa con loro e ne sono consapevoli brindando ad un nuovo successo.
Valerio M. e Graziano G., dello studio legale M. & G. e associati, sono nello studio del primo, sorseggiando un bicchiere di whisky d’annata per festeggiare l’ultimo processo favorevole al loro cliente. Ciò significa una parcella stratosferica.

– Come ti è venuto in mente quel cavillo non lo so ma è stato efficace. Congratulazione Valerio. –

– Congratulazioni ad entrambi Graziano, la tua retorica è stata superba. –

– Tra poco vado a casa, finalmente posso rientrare ad un’ora decente. –

– Io me la prendo più comoda, la mia Sonia dopo la palestra passa a trovare sua madre, mangerò qualcosa da Gino, qui sotto. –

– D’accordo Valerio, a domani allora. –

– A domani –

Valerio resta solo sorseggiando il liquore ambrato e ripensando alla propria vita a cui non sa più cosa chiedere. Ha la fortuna di provenire da una famiglia benestante, di avere un mestiere remunerativo, in società con un amico fidato fin dai tempi dell’università, una moglie, Sonia, bella ed adorabile. Un figlio ventenne che ha iniziato bene il corso di giurisprudenza e che ricalcherà, spera, le sue orme. La salute, cosa più importante, non gli manca. A 47 anni è in buona forma pur potendo dedicare poco tempo allo sport in una palestra vicina allo studio.
E’ fiero di se e con un sospiro di soddisfazione termina il liquore e si mette a registrare alcuni appunti da lasciare alla segretaria.

Sonia, la moglie di Valerio, è una bella signora di 43 anni che non ha mai lavorato in vita sua. Fidanzata a 22 anni con Valerio e poi sposata, è passata dalla sua famiglia originaria a quella nuova impegnandosi solo per una laurea, anch’essa in giurisprudenza, mai utilizzata grazie all’agiatezza del marito. Passa molto tempo con la sua amica Loretta, moglie del socio e amico del marito. Ora sono insieme in palestra ma l’attività fisica non è propriamente quella descritta nei cartelloni pubblicitari esterni.

Nel preciso istante in cui i due uomini stanno parlando, Sonia è distesa su un materassino in una stanza appartata della palestra, sopra di lei a cavalcioni c’è Cristiano, l’istruttore, che le stringe le belle tette intorno al membro turgido che muove avanti e indietro. Sonia, completamente nuda, non disdegna di allungare la lingua verso la cappella ogni volta che le giunge a tiro. Vicino a lei, altrettanto nuda, c’è Loretta che guarda i due aspettando il suo turno.
E’ stata lei la prima a instaurare una relazione con il palestrato, affascinata dal fisico scultoreo, dai muscoli prorompenti, dalla sapiente parlantina dell’uomo. Annoiata, alla ricerca di un diversivo dal solito tran tran, si è lasciata sedurre facilmente ma, quel che è peggio, ha coinvolto la sua amica.

Dopo due mesi dall’inizio della loro relazione, svoltasi principalmente proprio dentro la palestra, Cristiano le ha suggerito prima e spinta dopo a tirar dentro Sonia. Il motivo ufficiale era quello di non dover più trovare scuse con l’amica per rimanere da soli, oltre a provare qualcosa di nuovo. La verità è che Sonia aveva sempre ignorato le sue avances facendo finta di non capire e che lui la vuole scopare a tutti i costi. Così ha chiesto ed ottenuto l’aiuto di Loretta.
All’inizio ha faticato un po’ a convincerla, Sonia era soddisfatta della sua situazione, col marito aveva rapporti frequenti, e non vedeva la necessità di cercare altrove. Poi, a forza di sentir magnificare le prestazioni di Cristiano, “mi fa godere come una porca” le parole usate da Loretta, lusingata dalla corte che lui continuava a farle, anche se ora più discreta, Sonia aveva acconsentito a restare da sola con lui in palestra.
Sentire su di se mani diverse, nuove, le aveva acceso la voglia dentro ed il primo incontro l’aveva lasciata soddisfatta e felice oltre che sorpresa di se stessa.

Sorpresa perché, nel momento in cui stava godendo per la seconda volta, Loretta, appostata lì vicino, si era unita ai due.
Riaprire gli occhi mentre godeva e scoprire che la bocca in cui stava strozzando l’urlo di piacere era quello della sua amica era stata una frustata per i suoi sensi. Le fantasie lesbiche erano un ricordo lontano mai concretizzato, il corpo morbido dell’amica non l’aveva mai attratta e, di colpo, si era ritrovata abbracciata a lei, i forti colpi dell’uomo che le squassavano il corpo e la mente, il piacere che fluiva ininterrotto lungo tutto il suo corpo.
Come in preda a un furore orgiastico, l’incontro a due era diventato a tre, dove ognuno dei partecipanti dispensava e riceveva piacere. Leccare la micina di una donna, la sua amica, le era parso all’improvviso un desiderio incontenibile; farsi leccare seduta sopra di lei le era parso il giusto complemento al gustoso pompino che elargiva all’uomo.
Solo al termine, spossata, uscita dalla doccia per tornare a casa, dopo un ultimo tenero bacio con l’amica, l’uomo già dileguatosi altrove, aveva realizzato, stupendosi, con quanto entusiasmo aveva partecipato, con un rimpianto latente per non aver mai provato prima e nemmeno un pizzico di rammarico per aver tradito il marito. Gli incontri si erano poi ripetuti con sommo godimento di tutti e tre.

Cesare è il figlio ventenne di Valerio e Sonia. Bravo studente, da un paio di mesi, sporadicamente, frequenta anche lui la palestra per combattere una tendenza alla pinguedine.
Nulla di eclatante ma abbastanza da cercare di mettere su un po’ di muscoli e dimagrire un paio di chili. Nella palestra, nata in una serie di locali e poi ampliata fagocitandone altri, ristrutturata per creare ampi spazi, la planimetria pone la stanza dove si danno convegno i tre al termine di un corridoio che si percorre solo ed esclusivamente per accedere a quella stanza, usata per le lezioni di pilates, separata da un vetro scuro da un piccolo ufficio ricordo della disposizione originaria dei locali. Questo dava a Cristiano una ragionevole certezza di non essere disturbato.

Purtroppo il caso è beffardo e vuole che Cesare, fatta la doccia, dopo aver cercato la madre ed appurato che non era intenta agli esercizi, cerchi Cristiano per chiedergli notizie.
Arrivato alla fine del corridoio, entra nello studiolo pensando fosse lì ed invece, dall’ampio vetro, vede una scena scioccante. Per lunghi secondi resta immobile a guardare la madre scopata alla pecorina da Cristiano, rovesciata sopra la sua amica Loretta, la testa affondata tra le sue cosce. Non la riconosce subito ma nell’istante in cui Sonia alza la testa per un urlo di piacere che giunge attutito alle orecchie del ragazzo.

Cesare non sa cosa gli prende: tira fuori il cellulare e riprende in video quel che accade al di là del vetro. Non sa perché lo fa, a cosa potrà servirgli, pensa solo a riprendere la scena, a zoomare sulle facce stravolte dal piacere, sul cazzo duro dell’uomo che entra ed esce ritmicamente dalla vagina che lo ha procreato. Cesare si tradisce nel momento in cui vede Cristiano estrarre l’uccello dalla figa e puntarlo poco più in alto.

– NO! MAMMA NO! –

Grida senza pensare, e quel grido, pur ovattato, giunge alle orecchie di Cristiano che sta già pregustando il piacere di inculare la donna. Si volge e vede come un movimento al di là del vetro. Di scatto salta in piedi e si dirige alla porta. Cesare lo vede e fa appena in tempo a riporre il cellulare nel giubbotto. Sta per aprire la porta quando questa viene spalancata violentemente dall’istruttore.

– TU CHE CAZZO CI FAI QUI? –

Cristiano, nudo come un verme, è una furia. Senza dargli modo di parlare, sferra un pugno in pieno viso a Cesare che cade a terra. Stordito, riceve altri pugni e calci senza poter reagire da un Cristiano che imperversa su di lui insultandolo.

– E adesso torno di là a fare il culo a tua madre, e se dici una sola parola di questo te ne do altrettante –

Cesare si rialza, è stordito, sanguinante, ha dolori ovunque, soprattutto alla testa. Riesce con fatica a raggiungere la casa poco distante dove trova il padre appena rientrato.

Sonia non ha notato nulla, è impegnata in un sessantanove con l’amica. Quando Cristiano torna e, ad una sua domanda, gli risponde che ha messo al posto suo un guardone, ha come un presentimento ma l’uomo è subito dietro di lei e le ha infilato un dito nell’ano per prepararla. La rudezza dell’uomo le piace, e già il dito è stato sostituito dal cazzo tornato duro che la penetra con forza. Non pensa più a nulla se non alla carne dura che le scava dentro e alla lingua dell’amica sul clitoride. Poco dopo i mugolii di piacere dei tre riempiono la stanza, ogni altra cosa è dimenticata.

Valerio è tornato a casa da forse due minuti quando sente bussare alla porta. Apre e vede il figlio:

– Cesare, ma non hai le chia…. –

La frase gli si spezza a metà vedendo il sangue sul volto del ragazzo,

– Papà, aiutami –

Riesce a dire prima di cadere in avanti svenuto.

Valerio lo afferra e riesce a sorreggerlo. Di peso lo porta sul divano e chiama il 118. Sul volto del figlio sono evidenti i segni di percosse ricevute. Mentre attende l’ambulanza vede per terra il cellulare di Cesare che gli è caduto mentre veniva trascinato dentro. Lo prende e vede che sta ancora registrando. Lo blocca e fa partire il filmato dall’inizio. Le immagini del trio gli entrano nella mente scolpendosi nella sua memoria. Allucinato vede lo svolgersi della scena, Cristiano che si stacca dalle due donne e poi il buio del taschino di Cesare. Solo l’audio rimane ma è sufficiente a far intendere il pestaggio subito e la fatica, denotata dai lamenti spontanei, che ha fatto Cesare per tornare a casa. Il filmato finisce e Valerio, dalla porta lasciata aperta, vede entrare gli infermieri con la barella. Segue l’ambulanza verso l’ospedale riflettendo su cosa fare. Le emozioni vengono trattenute, la sua mente lucida di avvocato sa che una denuncia provocherà uno scandalo che potrebbe travolgere lui ed il suo socio, ma la bestia che ha conciato così suo figlio non può, non deva passarla liscia.
In ospedale, codice rosso, Cesare viene subito trasportato in terapia intensiva e per Valerio inizia l’attesa.

Nella sala, seduto su una sedia bianca tra le tante sedie bianche, solo, prova a chiamare la moglie. Il telefono è staccato. Sebbene le immagini gli abbiano già detto la verità, prova a chiamare la suocera per informarsi sulla sua salute, ricevendo la richiesta di avere notizie di Sonia che non si fa vedere da tempo dalla madre. E’ chiaro a Valerio che tutte le ultime assenze della moglie per quel motivo erano solo una scusa per coprire la sua tresca.
Sono due ore che attende quando un medico gli si avvicina per dargli notizie accompagnato da un poliziotto di servizio in ospedale.

– Gli abbiamo indotto il coma farmacologico. Ha un brutto trauma cranico con versamento, oltre alla frattura del setto nasale e varie ecchimosi minori. E’ stato un pestaggio in piena regola, potevano ucciderlo. –

– Ma se la caverà? –

La preoccupazione di Valerio è evidente ed il medico, in un moto di empatia, gli pone una mano sulle spalle confortandolo.

– Le prossime 24/48 ore saranno decisive ma sono ottimista. Il ragazzo è giovane, forte. Dovrebbe farcela senza problemi ma al momento non posso ancora sciogliere la prognosi. Ah, ho ovviamente avvertito la polizia trattandosi chiaramente di aggressione, l’ispettore qui ha delle domande da rivolgerle. Dimenticavo ancora, l’ho già detto all’ispettore, il ragazzo ha ripreso coscienza per un minuto in cui ha detto: “è stato Cristiano, l’istruttore. Cristiano –

Valerio non attende nemmeno che il poliziotto gli ponga delle domande. Prende il cellulare di Cesare, si invia il filmato e poi lo consegna all’ispettore.

– Tenga, qui c’è un video che dettaglia abbastanza l’aggressione ed i suoi motivi. Guardandolo noterà tre persone. Una è mia moglie, la madre del ragazzo, l’altra è la sua amica, moglie del mio socio, il terzo è questo Cristiano. Spero capisca come sia necessaria la massima riservatezza. Io mi sono già fatto un’idea sui fatti ma toccherà al magistrato accertarli correttamente. –

Già con la mente distante risponde ai quesiti posti dal poliziotto il quale, dopo aver visionato il video, si rivolge a lui con aria di comprensione e simpatia.

Chiama ancora la moglie e finalmente lei risponde. Succintamente, le narra i fatti e Sonia corre in ospedale. Lì trova un Valerio preoccupato e distante se pur apparentemente normale. Dopo poco lui adduce di dover tornare allo studio per un caso importante e la lascia lì. Ma l’attesa è chiaramente inutile e Sonia torna a casa. Sta per farsi una doccia quando riceve per whatsapp un filmato dal marito con l’appunto: “questo l‘ha fatto Cesare”. Lo apre e sbarra gli occhi nel vedersi insieme a Loretta e Cristiano. Mentre guarda il filmato gli occhi le si riempiono di lacrime. Lacrime per essere stata scoperta, lacrime ancora più amare quando sente la voce del figlio gridare: “NO! MAMMA NO!”. La vergogna la invade per essere stata vista in quelle condizioni, altre lacrime si aggiungono quando dal resto del filmato capisce chi e perché ha mandato in ospedale Cesare. Prova a chiamare Valerio ma questi non le risponde.
Le poche ore che mancano al mattino le passa rigirandosi nel letto, inzuppando il cuscino con lacrime che non riesce a frenare. Il mattino cerca di coprire col trucco gli occhi pesti e corre in ospedale per avere novità, il marito non è ancora rientrato a casa.

Nella saletta di attesa della terapia intensiva ferma un medico e chiede notizie avendo per risposta che Cesare sta facendo una nuova TAC di controllo. Si siede a testa china, prova ancora a chiamare il marito senza esito. E’ il pomeriggio, Sonia non ha mangiato, si è alzata da quella sedia solo per andare in bagno, ogni tentativo di parlare col marito è stato vano. Ad un tratto le si avvicinano due poliziotte in divisa:

– E’ lei la signora Sonia M? La madre di Cesare M:? –

– Sì, sono io, che è successo? Come sta Cesare? –

– Non abbiamo notizie di lui ma lei dovrebbe seguirci in questura –

– Io? Perché? Cosa volete da me? –

– Lei è in arresto signora, le spiegazioni le avrà una volta in questura –

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E’ come se una montagna franasse sulla vita di Sonia.

La polizia ha facilmente rintracciato Cristiano, trovandolo ancora insieme a Loretta. Lui, di fronte all’accusa di tentato omicidio, ha cercato di diminuire le proprie responsabilità accusando Sonia di essere la mandante. Loretta ha confermato e la vita di Sonia viene stravolta.

Valerio le manda a casa della madre gli abiti facendo sapere che vuole divorziare e che non vuole più vederla, il processo, svoltosi stranamente veloce, le frutta una condanna a cinque anni di carcere e la perdita della patria potestà. Il suo legale, un avvocato di ufficio poiché nessuno di quelli che conosceva, amici del marito, ha accettato di patrocinarla, può poco o forse si impegna poco temendo l’ira del più quotato Valerio. A nulla valgono i giuramenti e le lacrime di Sonia che si professa innocente. L’unica consolazione è sapere che il figlio è guarito perfettamente ma anche lì riceve una coltellata al cuore: Cesare si rifiuta di parlarle.

Sonia si ritrova in un carcere femminile e, lei che prima aveva tutto a disposizione, stenta ad abituarsi alla nuova vita fatta di limitazioni.
Passa un anno in cui scrive ogni settimana lunghe lettere a Valerio e Cesare senza avere risposta. Implora perdono, continua a gridare la propria innocenza: nulla. Solo la madre viene a trovarla oltre ad un avvocato, amico di Valerio, che freddamente la informa che deve ritenersi divorziata. Valerio è riuscito in tempi brevissimi, viste anche le circostanze, ad ottenere una sentenza a suo favore.

E’ un calvario non tanto fisico quanto mentale che la induce a ritirarsi in se stessa fino all’arrivo di una nuova compagna di cella: Angela, una prostituta di alto bordo che ha commesso l’errore di fidarsi di due sue colleghe e così si è ritrovata addosso l’accusa di sfruttamento della prostituzione. Innocente anche lei, fa in fretta a legare con Sonia vincendone le ritrosie. Avere di fianco una donna che sta patendo ingiustamente come lei la fa tornare ad aprire e tra le due nasce una forte amicizia.
La vita ora per lei ha i suoi ritmi sempre blandi e ripetitivi: sveglia, ora d’aria, pranzo, qualche libro dalla biblioteca, un po’ di televisione nella sala comune. Unica eccitazione la visita settimanale della madre.

In Angela, Sonia trova conforto ed amore. Parlano a lungo e la loro amicizia si fa più intensa, più intima. Nelle fredde sere d’inverno è più facile addormentarsi strette a un corpo caldo, anche se lo spazio è ristretto, e mentre si parla a bassa voce, abbracciate l’una di fronte all’altra, le bocche poco distanti, la pressione involontaria di una gamba sul basso ventre che risveglia desideri mai sopiti, il contatto dei seni contro i seni, lo sfregamento dei capezzoli ipersensibili…

Quando la bocca di Angela si poggia sulla sua, Sonia risponde con ardore stringendo più forte il corpo dell’amica. E’ un bacio lungo, passionale: le lingue si toccano, si attorcigliano, esplorano la bocca dell’altra con impeto crescente; le mani scivolano sul corpo l’una dell’altra, carezzano, stringono, cercano…. e trovano l’inguine caldo, la figa palpitante e già rorida di umori. Polpastrelli carezzano, dita penetrano, la passione le avvolge fino al mutuo orgasmo urlato l’una nella bocca dell’altra, bocca contro bocca, strette con forza. E poi è solo dolcezza, una carezza sulla guancia infuocata, un sorriso timido, una spossatezza che invade tutto il corpo facendole addormentare ancora abbracciate.

Non ricevendo risposta alle sue lettere, Sonia chiede alla madre e attende con ansia di avere notizie. Quando arrivano sono un colpo allo stomaco per lei:

– Sonia… ho incontrato Cesare ma… ha cambiato marciapiede per non vedermi. –

– Come sta? –

– benino… insomma. Ho parlato con una mia amica che lavora dove lui fa fisioterapia. Purtroppo ha una cicatrice sulla fronte che porterà tutta la vita, a meno che non si operi, e ha qualcosa all’anca che gli rende difficoltosa la deambulazione. Lui cerca di non farlo ma è spesso costretto ad usare le stampelle per il dolore. Quel che è peggio è l’aspetto psichico: è rimasto segnato: ha spesso sbalzi di umore, ha paura ad uscire di casa. Non è più il Cesare che conoscevamo. Le cure dovrebbero farlo migliorare ma ci vuole tempo. –

– Mio Dio, cosa ho fatto…. –

Sonia, nel parlatorio, lascia cadere le braccia lungo il corpo rimanendo attonita di fronte alle conseguenze di un’azione che ritiene colpa sua.

– No, che c’entri tu? E’ stato quel… figlio di… –

– No, è colpa mia. Se non avessi ceduto… o Mio Dio, come posso fare per farmi perdonare da Valerio e Cesare? –

La madre cerca di convincerla ma il senso di colpa riempie ancora di più Sonia. Scrive ancora, con più frequenza, sempre protestandosi innocente delle accuse mossegli dai due ma chiedendo perdono per aver causato tutto quanto pur senza volerlo. Le ultime lettere vengono rispedite al mittente ed un certo giorno un giovane avvocato si presenta da lei intimandole di non scrivere più, che le sue lettere rievocano in Cesare la sofferenza patita causandogli altro dolore.

E’ un colpo quasi mortale per lei che cade in depressione, smettendo ogni attività fisica, limitandosi a rimanere sul letto, abbracciandosi le ginocchia e fissando il vuoto.
Angela si dimostra un’amica preziosa e fedele, prima limitandosi a rimanere seduta accanto a lei, solo stringendole la mano, senza parlare, accudendola nelle più elementari manovre quotidiane come il lavarsi, curare il proprio aspetto e nutrirsi. La notte l’abbraccia stretta e le sussurra parole dolci alle orecchie, e finalmente riesce a scuoterla dal suo torpore grazie ad un intervento esterno.

E’ pomeriggio, le carcerate passeggiano nello spazio tra le mura godendosi il primo tiepido sole primaverile. Angela accompagna Sonia, quasi abulica, tenendola sottobraccio. All’improvviso un gruppo di quattro altre carcerate si fa loro davanti. I volti esprimono aggressività ed una di loro, di forse 50 anni, si fa avanti con tono duro.

– Tu sei quella che ha fatto pestare il figlio. Non sei degna di essere chiamata madre. Devi pagarla, tu e quegli altri due. –

La situazione è tesa ma l’intervento di Angela riesce a placare gli animi poiché è ben conosciuta e benvoluta da tutte o quasi.
Le ultime due frasi della donna si scolpiscono a lettere di fuoco nella memoria di Sonia.
La notte, lei e Angela sono ancora sul letto, abbracciate. Di colpo Sonia parla:

– Ha ragione, devo pagare… e anche quei due. –

– Cosa? Cosa hai detto? –

– Nulla Angela, ho solo deciso cosa fare ma prima… prima devo ringraziare te. –

– Non c’è bisogno tesoro, farei tutto per te –

– Lascia che ti ringrazi… –

Sonia si scioglie dall’abbraccio dell’amica che la guarda sorpresa, scivola fuori dalle coperte lasciandole scostate e si pone tra le gambe di Angela.

Con fare dolce e deciso le prende gli slip facendoli scendere lungo le cosce, poi si abbassa sull’inguine esposto. Angela tace, il comportamento dell’amica è strano dopo giorni, settimane di assenza quasi totale, e nello stesso tempo la speranza di sentire ancora su di se quella lingua la induce a non muoversi, a lasciarsi spogliare ed aprire le gambe. Quando sente il primo tocco sulle labbra intime sospira di soddisfazione: finalmente. Vorrebbe gridarlo a tutte le orecchie in grado di sentire, e invece si morde le labbra per non far rumore al tocco successivo, più incisivo, quello con cui le labbra le aprono la figa e spingono dentro la lingua muovendola dal basso in alto, e poi sul clitoride, tirandolo fuori dal suo nascondiglio.
I sospiri si fanno gemiti, mugolii. Le labbra serrate, Angela sente avvicinarsi un orgasmo reso più intenso dall’astinenza. Prova a spostarsi per ricambiare l’amica ma Sonia le blocca le mani, la costringe a rimanere stesa mentre gode una prima volta… e poi una seconda, la lingua dell’amica che non ha smesso un istante di muoversi su e dentro di lei. Non lo sa quante volte gode Angela, sa solo che alla fine, quando Sonia si rialza, il volto bagnato dalle abbondanti secrezioni, è stremata, senza un filo di forza, fradicia tra le gambe e sulle lenzuola.

– Perché…? –

Chiede con un filo di voce all’amica che la bacia.

– Solo per ringraziarti, perché ci sei stata per me, perché ci sei ancora… –

– Ma tu… –

– C’è tempo tesoro, abbiamo tutto il tempo del mondo. –

Da quel momento Sonia è come rinata. Finita la sopravvivenza, iniziano i progetti per il futuro. Li descrive bene all’amica una delle tante notti di passione passate assieme con un nuovo entusiasmo di lei.

– Non riuscirò mai a farmi perdonare da mio marito… il mio ex, e mio figlio, ma farò qualsiasi cosa per loro. Ed invece devo trovare il modo di farla pagare a quei due appena esco di qui. –

Sonia passa sempre più tempo a studiare, ad informarsi. Chiede alla madre notizie e scopre che Cristiano se l’è cavata meglio di lei, misteri della giustizia, con una pena detentiva inferiore già scontata. La palestra l’ha cacciato e adesso fa il personal trainer con alti e bassi.
Loretta invece è ridotta male. Fin da subito il marito ha bloccato carte di credito e cambiato serratura di casa chiedendo il divorzio. E’ stata costretta a cambiare città e vive facendo la donna delle pulizie.

Valerio… Valerio si è risposato pochi mesi prima con una collega, una donna molto bella, e pare nuovamente felice pur con la preoccupazione della lunga convalescenza del figlio. La nuova moglie in questo gli è di grande aiuto e si è già conquistata l’affetto del ragazzo.
Passano i mesi e giunge il momento per Angela di uscire. La pena è scontata.
La gioia di tornare libera è contrastata dalla tristezza di lasciare Sonia. L’ultima sera la passano strettamente abbracciate, facendosi promesse di rivedersi presto quando, tre mesi dopo, sarà la volta di Sonia. Stese di lato, fronte a fronte, si baciano e si carezzano dolcemente senza riuscire a staccarsi l’una dall’altra, sentendo quasi come un dolore fisico la perdita, se pur di un solo istante, del contatto fisico. Sonia, sotto, lecca avidamente tra le cosce dell’amica posta sopra in senso inverso. Si baciano e si toccano, si carezzano e si abbracciano, godono l’una dell’altra e si riposano per poi subito ricominciare fino ad addormentarsi, esauste e coperte dei loro umori, quando l’alba è vicina.

Angela esce con le occhiaie nascoste da lenti da sole, un sorriso stanco e soddisfatto rivolto al tassista che ha chiamato. Già pensa a come riorganizzare la propria vita e non vede l’ora che venga la settimana dopo per poter far visita a Sonia.
Sonia la guarda dalla finestra della cella salire sull’auto e allontanarsi, le manda un bacio e si lascia andare a lacrime di tristezza.

Pur rimanendo da sola, Sonia ha il morale alto: Adesso ha uno scopo, anzi due, e i giorni di carcere che le restano sono meno duri, passati tra letture avide e lunghi silenzi in cui pensa.
Sente fortemente la mancanza di informazioni poiché la madre, riguardo Cesare, è diventata evasiva, come se volesse proteggerla da brutte notizie, rendendola così ancora più apprensiva. Angela le porta invece notizie dei due avute tramite le tante conoscenze che ha grazie al suo mestiere: Cristiano è entrato in un giro di droga, non ad alti livelli ma sufficiente per permettergli di vivacchiare; Loretta, in un’altra città, arrotonda il poco stipendio da donna delle pulizie con prestazioni mercenarie ed occasionali di sesso.

Non potendone più, Sonia chiede ad Angela anche notizie de figlio e l’amica si presta volentieri. Sempre tramite un amico, si reca nel centro dove Cesare fa fisioterapia con la scusa di fare dei massaggi. Lo riconosce subito: un ragazzo giovane, anche carino se non fosse per una cicatrice che gli deturpa il volto e l’evidente difficoltà a deambulare che lo costringe talvolta a fare uso delle stampelle.

– E’ passato tanto tempo dal trauma, ha fatto tante terapie eppure migliora pochissimo. Io credo che sia qualcosa dentro di lui: non vuole guarire per un qualche motivo. Dovrebbe associare a quelle fisiche una terapia psicologica ma quando ho provato a suggerirlo al padre mi ha detto che il ragazzo si rifiuta. Peccato veramente –

L’amico di Angela che lavora al Centro terapico questo gli dice e questo lei riporta all’amica durante l’ennesima visita in carcere. Sonia piange ancora colpevolizzandosi ed in lei si rafforza la determinazione.

Angela prosegue i suoi massaggi e, nelle attese, prende confidenza con Cesare vincendo la sua ritrosia. Le è facile ispirare simpatia, empatia; le difese del ragazzo pian piano cadono e l’introversione e la misoginia iniziali svaniscono. Lei ha notato come il ragazzo la guardi con desiderio, le ammiri il petto florido cercando di non farsi notare, le guardi il bel sedere a mandolino quando pensa di non essere visto. Presa da un impeto, non sa se diretto o perché è il figlio di Sonia, osa una carezza sul volto di lui durante una conversazione.

Gentilmente ma con fermezza Cesare le scosta la mano.

– Ti prego. Mi fai soffrire inutilmente –

Angela resta sorpresa, in un certo senso la carezza era come una promessa di altre cose, ne era ben consapevole e ben disposta in fondo. Mai nessuno aveva reagito così. Cesare tace un istante e poi si apre con la sua nuova amica:

– Non riesco…. I calci al basso ventre mi hanno reso pressoché impotente… anche la mia ragazza mi ha lasciato quando l’ha saputo. Finora l’unica donna con cui ho a che fare è la nuova moglie di mio padre. Lei è gentile, comprensiva, si occupa di me… meglio sicuramente di quella vacca di mia madre. E’ colpa sua se sono ridotto così. –

L’astio nella frase finale colpisce Angela e Cesare si richiude nel suo mutismo ricordando quel che gli è capitato.
A casa, Angela piange per Sonia. Non sa se e come dirglielo. Decide di farlo perché vuole essere onesta fino in fondo, con frasi succinte e dirette.

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Parlatorio del carcere, Angela e Sonia sono ognuna da un lato del tavolino, le mani che si toccano, si stringono.

– Questo &egrave quello che mi ha detto. Mi dispiace tesoro, lui &egrave convinto sia colpa tua. Devi sapere cosa ti attende quando esci. –

– Lo immaginavo Angela, e sono pronta. Ho deciso di dedicarmi a loro per espiare e intendo farlo anche se mi odia. Chissà, forse un giorno riuscirò a dimostrare la mia innocenza e lui capirà. –

– Sonia…. Andiamocene via. Io e te… in un’altra città. Ricominciamo insieme. Qui hai solo dolore ed umiliazione, possiamo rifarci una vita. –

La proposta di Angela &egrave sincera, le &egrave venuta in mente mentre andava alla visita, ma Sonia non recede dai suoi propositi. Le mani si toccano in un’ultima carezza quando arriva la fine del colloquio.
Le ultime parole sono di Sonia:

– Grazie Angela, ti amo ma la mia vita &egrave accanto a mio figlio, e devo trovare il modo di farla pagare a quei due. –

Fargliela pagare, fargliela pagare cara. Questo &egrave il pensiero ossessivo di Sonia mentre si avvicina la data di scarcerazione anche per lei. Ne parla con Angela e lei propone un’alternativa.

– Meglio che non sia tu ad occupartene, se ti collegassero torneresti qui per un lungo periodo, ricordati che non sei più incensurata. Meglio se lo faccio io per te, mentre sei ancora qui dentro. Nessuno sospetterà di te. –

– Non posso chiedertelo Angela, tocca a me. –

– Lo faccio volentieri tesoro, non avrai una soddisfazione diretta ma &egrave meglio così. Ti basterà sapere che hanno pagato? –

– Io… sì, hai ragione, non sarà la stessa cosa ma l’importante &egrave che paghino caro quello che mi hanno fatto. Che intenzioni hai? –

– Lascia fare a me, ho ripreso i contatti col mio giro e so a chi rivolgermi. –

– Vuoi dire che… fai ancora la… –

– Tesoro, non scandalizzarti. Lo sapevi quel che ero ed io non conosco altro modo per vivere. Voglio sfruttare la mia bellezza prima che sfiorisca e mettere da parte un po’ di soldi… abbastanza per noi due… Sonia, te lo chiedo ancora: andiamo via insieme. –

Sonia resta in silenzio, lacrime di commozione le salgono agli occhi per la generosità dell’amica, spingono senza uscire rendendole però lo sguardo lucido.

– Mi piacerebbe tanto Angela, ma non posso abbandonare mio figlio. Ti prego, comprendimi. –

– Ti capisco Sonia, anche io farei lo stesso… credo. Va bene, adesso lasciami andare, ti farò sapere. –

Passano due settimane prima che Angela torni a trovarla. Nell’attesa Sonia ha cercato di immaginare cosa poteva accadere. Le immagini più turpi le sono passate davanti agli occhi. Quando le annunciano la visita di Angela corre verso il parlatorio ansiosa di sapere. Le basta vedere l’ampio sorriso dell’amica per comprendere che la cosa, qualsiasi cosa fosse, &egrave andata bene.

– Dimmi, ti prego, dimmi che &egrave successo –

– Calma tesoro. Diciamo che Cristiano &egrave tornato in galera. –

– Che ha fatto? –

– Qualcuno, non si sa chi ah ah ah,, ha fatto una soffiata ai carabinieri che l’hanno fermato dopo che aveva ritirato della roba da spacciare. Hanno perquisito l’auto e l’hanno arrestato. –

– Se la caverà con poco, gli basta dire che era per lui. –

– Sì, infatti ci ha provato. Ritirava solo una piccola quantità ogni volta proprio per poter dire questo se l’avessero beccato. Solo che lui non sapeva che “qualcuno” aveva nascosto altra droga nell’auto. Ah ah ah, povero imbecille. Ha giurato e spergiurato che non ne sapeva niente ma nessuno gli ha creduto e adesso &egrave dentro per spaccio, la condanna sarà pesante, te lo posso garantire… e non &egrave finita. –

– Cosa intendi? –

– Te lo dirò la prossima volta, sarà una sorpresa. –

Le due donne abbandonano l’argomento per dedicarsi a loro stesse. I giorni passano lenti ma sanno che arriverà il momento in cui si potranno riabbracciare entrambe libere.
Sonia torna nella cella felice delle notizie avute, nessuna delle cose che aveva immaginato si &egrave avverata ma sa di persona quanto possa essere duro il carcere ed il sapere che Cristiano abbia subito il suo stesso torto la consola parzialmente.
E’ il momento in cui le detenute passeggiano o giocano o chiacchierano nel cortile tra le alte mura del carcere. Sonia &egrave seduta da parte intenta a leggere un libro, l’ennesimo preso dalla biblioteca interna, quando si sente chiamare:

– Sonia, avrei bisogno di una mano in infermeria, puoi venire? –

A chiamarla, nemmeno si &egrave accorta si fosse avvicinata, &egrave Clara, una guardia carceraria che ha imparato a conoscere. Una delle migliori, almeno secondo il giudizio di Sonia: sempre gentile con lei, mai un tono di voce duro anche quando dava ordini, disponibile a comprendere i bisogni delle recluse. Per questo e anche per distrarsi dal solito tran tran, Sonia acconsente e la segue. Camminando al suo fianco le pare ci sia qualcosa di strano, senza riuscire a capire cosa. Giunte nei locali adibiti ad infermeria li trovano deserti, cosa anch’essa strana e, ancora più strano &egrave il fatto che Clara chiuda la porta dopo che sono entrate.

– Cosa dobbiamo fare? –

– Siediti, ti devo parlare. –

Sonia si siede sul letto e attende che l’altra parli.
Clara si siede al suo fianco, si toglie il berretto e si scioglie i capelli facendoli ricadere sulle spalle. Poi prende una mano di Sonia:

– E’ da tanto che volevo dirtelo, ma c’era Angela e… solo ieri, vedendovi in parlatorio così felici insieme… tu mi piaci Sonia, mi piaci molto –

Dopo la frase, proferita con tono sommesso, quasi restio, Clara tace guardando fisso l’altra negli occhi, un’espressione insieme tenera ed ansiosa.
Sonia &egrave sorpresa, non sa cosa rispondere, “se” rispondere. Il silenzio si protrae per un paio di secondi, sufficienti affinché Clara si sporga verso di lei e le poggi le proprie labbra sulle sue. E’ una pressione cortese a cui Sonia non si sottrae, per la sorpresa e per il turbamento che avverte dentro di se. E’ da parecchio che Angela &egrave uscita, da allora Sonia non ha avuto contatti con nessuno. Quel bacio delicato le accende dentro il fuoco del desiderio. Quasi involontariamente &egrave lei che fa sporgere la lingua, subito presa e avviluppata da quella dell’altra in un bacio che si trasforma diventando più pressante, più esigente.

Quando si staccano Clara la guarda ancora, gli occhi pieni di desiderio a cui Sonia non sa, non vuole sottrarsi. Sente il contatto bollente della mano dell’altra sulla coscia, poco sopra il ginocchio, e quel calore le sale lungo la gamba fino ad arrivarle al ventre facendolo palpitare.

– E’ da quando sei qui che ho voglia di baciarti, ma eri così “distante”, e poi ti sei messa con Angela ed io…. –

Sonia le chiude la bocca con la propria in un altro bacio che si fa vorace. Adesso &egrave lei che carezza l’altra, sul seno florido coperto dalla stoffa ruvida della divisa. Il desiderio scoppia come un incendio e si spogliano reciprocamente baciandosi con voluttà, accarezzando la pelle che viene esposta. Clara si inginocchia davanti al lettino, le apre le gambe e si china in avanti suggendole brevemente e delicatamente il clitoride, poi scende più in basso, passando la lingua sulle grandi labbra, spingendosi oltre per arrivare alle piccole, aprendole con le dita per esporla completamente. Sonia impazzisce: da troppo tempo le mancava quel calore umido, il contatto con la pelle calda di un’altra persona. L’eccitazione sale improvvisa ed un primo orgasmo la coglie quasi subito lasciandole un delizioso torpore in tutte le membra. Arrendevole, si lascia stendere sul letto, abbraccia il corpo capovolto di Clara e insinua la testa tra le cosce aperte ricambiando ogni bacio, ogni tocco di lingua e di dita per lunghi minuti, sentendo infine l’altra fremere e poi irrigidirsi nel piacere mentre anche lei raggiunge nuovamente un orgasmo che la fa mugolare sulla carne tenera di Clara.
Appagate, stese sul fianco, l’una di fronte all’altra, si carezzano pigramente sulle cosce, sui seni, sui capezzoli eretti, sulle guance arrossate, sui capelli scompigliati.

– Non sai quanto ti ho desiderato –

– perché dirmelo solo ora? –

– Stavi con Angela, vi vedevo, vi sentivo alcune volte. –

– Ci hai spiate. –
– No… &egrave che… ero gelosa. Prima che arrivassi tu io ed Angela… –

– Non lo sapevo… –

– Non potevi. E poi che prospettive avevamo? Ci pensi? La guardia e la carcerata. –

– Adesso Angela &egrave libera… –

– Sì… ed aspetta te… Sono stata gelosa quando mi ha detto di voi, ma ho capito che ci teneva veramente a te e non ho voluto… lo sai. –

– E adesso perché?. –

– Perché ti ho cercata? … Ci si sente terribilmente sole qui dentro… anche quando indossi una divisa e puoi uscire. ………….. Che c’&egrave? –

La confessione di Clara si ferma quando lei si accorge dell’improvviso cambio di umore di Sonia che si rattrista.

– Angela… io sto con lei… non dovevo… –

– Sei pentita? –

– No… ma non mi sembra giusto che. –

– Non vuoi più… –

Sonia riflette tormentandosi, lo sguardo basso sotto gli occhi ansiosi di Clara. Poi, infine, rialza lo sguardo e le sorride.

– No… hai ragione, ci si sente molto sole qui dentro. Ma devo dirglielo, lo capisci? –

– Sì, e capirà anche lei. La conosco e lei conosce me. Tra non molto ti avrà tutta per se ma nel frattempo… –

Con questa promessa le due si baciano ancora a suggellare l’accordo e poi si rivestono lentamente.

Per Clara &egrave facile trovare il modo di restare sola con Sonia. Ha qualche amica a cui chiedere favori, sa come evitare che le “non amiche” rimangano all’oscuro. Non &egrave un carcere di massima sicurezza, non ci sono detenute pericolose e quindi la sorveglianza, se pur attenta, non &egrave troppo invadente. Davanti a tutti e tutte le due hanno un comportamento impeccabile, quasi non si conoscessero ma quando non c’&egrave nessuno… in lavanderia, nell’infermeria, persino la notte nella cella di Sonia, facendo attenzione a non fare troppo rumore e svegliare le occupanti delle celle vicine. Sono momenti di passione intensa quelli che le uniscono.

– Sonia… –

Sonia sta leggendo nella sua cella quando Clara apre la porta e la chiama. La visita &egrave inaspettata, in un orario inconsueto. Sonia le sorride pensando ad una sorpresa dell’amante, già pregustando l’intimità che le attende.

– Hai una visita, vieni –

Stupita, Sonia segue Clara nel parlatorio e lì sorride felice vedendo che c’&egrave Angela ad attenderla:

– Come mai? Non me l’aspettavo oggi. –

– Ho notizie fresche –

Angela sprizza soddisfazione da tutti i pori. Non ha saputo attendere la visita programmata di lì a due giorni.
– Che notizie? –

– Cristiano. Ha avuto un incidente –

– Quel bastardo? Che &egrave successo? –

Con allegria, Angela racconta di come sia giunta alle orecchie giuste che Cristiano faceva la cresta sulla vendita di droga per conto di spacciatori molto più grandi di lui, e che avesse collaborato con la polizia per ottenere una pena più mite.
– L’hanno pestato a sangue. Hanno dovuto ricoverarlo nell’ospedale cittadino e sai una cosa?… Non sarà mai padre. –

– Che vuoi dire? –

– Che gli hanno asportato i testicoli ed una mia amica in ospedale mi dice che… soffrirà di disfunzione erettile ah ah ah. –

Angela scoppia in una risata scrosciante che fa girare la testa alle altre persone nello stanzone intente ai colloqui. Sonia si unisce alla risata con più moderazione, ma immensamente felice che Cristiano abbia avuto la stessa sorte di Cesare, quasi una giustizia poetica.

– E adesso tocca all’altra, ho una mezza idea ma ti dirò a cose fatte. –

– Angela… non potrò mai ringraziarti abbastanza. Però… c’&egrave una cosa che ti devo dire. –

Con tono sommesso, vergognandosi, Sonia confessa ad Angela di averla tradita con Clara. Tace aspettandosi una reazione negativa, ottiene invece due mani che stringono le sue con forza e dolcezza insieme.
– Non hai nulla di cui rimproverarti. So bene come ci si senta qui dentro e poi… sei sempre piaciuta a Clara, ti avrà certo detto di noi, e mi aspettavo qualcosa del genere. Non sono gelosa tesoro mio, lo sarei stata se non me l’avessi detto, questo sì. Ma l’hai fatto e ti amo anche per questo… –

Risollevata, Sonia stringe con forza le mani di Angela.

– Non manca molto ormai, presto saremo di nuovo insieme –

– Ed io non vedo l’ora. –

Angela fa cenno a Clara, poco distante, che il colloquio &egrave finito e può avvicinarsi. Quando si alza e fa per andarsene, si gira e parla ancora:

– Clara. Abbine cura per me. Lo farai, vero? –

– Puoi contarci Angela, sapevo che avresti capito. –

E’ una Sonia felice quella che torna in cella, incapace per l’eccitazione di riprendere la lettura del libro lasciato aperto sulla branda. Cammina avanti e indietro pensando e ripensando alla vendetta su Cristiano, al rivelarsi inutile la sua preoccupazione riguardo Angela su Clara. E’ da prima che iniziasse tutto che non si sente così bene. Si stende sulla branda e fissa il soffitto, senza accorgersene si addormenta e, nel sonno, sorride.

La settimana successiva l’incontro tra le due donne &egrave gaio. Angela ha ancora notizie:

– Loretta ha pagato. –

– Come? –

– Vuoi veramente saperlo? Non &egrave bello per una donna sapere cosa succede di brutto ad un’altra. –

– Devo saperlo. Il male che mi ha fatto &egrave troppo grande. –

Con voce calma, piatta, Angela racconta che ha fatto arrivare ancora una volta delle notizie a chi di dovere tra le persone che conosce, e così Loretta, proprio mentre era intenta a vendere il proprio corpo in una pensioncina di periferia, &egrave stata aggredita da altre tre prostitute che la accusavano di rubare loro il lavoro. Il cliente, spaventato, era fuggito letteralmente con i calzoni calati mentre Loretta veniva malmenata ed i capelli le venivano tagliati. Il pestaggio era durato a lungo coinvolgendo in pratica ogni parte del suo corpo, con la promessa di averne ancora se si fosse fatta rivedere.

– Potenza della parola, come vedi basta dire la cosa giusta alla persona giusta e tutto si risolve. –

Chiosa Angela sorridendo a Sonia. A questa la punizione pare anche troppo leggera per la sofferenza patita ma si rende conto che, in fondo, la stessa Loretta &egrave stata in parte vittima di Cristiano, e lui ha pagato ben più care le proprie azioni.
La notte, Sonia festeggia con Clara l’avvenuta vendetta. A lei non ha detto nulla, sa solo che Sonia &egrave felice per qualcosa e accoglie con piacere l’ardore di lei godendo delle sue carezze e facendola godere a sua volta, fino a restare ancora una volta illanguidite sulla brandina, carezzandosi oziosamente e gustando le ultime sensazioni.

Quello che non sanno &egrave una cosa diversa, inattesa. In ospedale, dove &egrave giunta in una maschera di sangue, con dolori dappertutto, non in serio pericolo di vita ma pensando di esserlo, quando l’agente della polizia femminile &egrave andata ad interrogarla, spaventata e temendo di morire, Loretta ha confessato:

– Non voglio morire con questo peso sulla coscienza. Mi &egrave andato tutto male da allora e me lo sono meritato perché… –

Così ha raccontato, prima alla poliziotta e poi ad un magistrato chiamato per l’occorrenza, di aver mentito su Sonia, di aver mandato in carcere un’innocente. Ha chiesto perdono a Dio ed agli uomini prima di svenire ancora in un sonno popolato di incubi.

La Giustizia a volte sa essere celere specie se il caso appare lampante ed il primo giudizio era stato anche controverso. Il direttore del carcere convoca Sonia e le comunica che entro due giorni, il tempo di sbrigare l’onnipresente burocrazia, sarà libera.

E’ una Sonia stralunata, incredula, quella che entra nel cortile per l’ora d’aria. La notizia ha già fatto il giro del carcere e viene accolta da un applauso generale. C’&egrave chi le sorride, chi le batte una mano sulla spalla, chi la abbraccia. Una di quelle che l’aveva insultata viene addirittura a chiederle scusa. Di colpo la sua popolarità sale alle stelle e lei, non abituata, si ritira nella sua cella. Qui trova Clara il cui abbraccio e bacio vale più di mille applausi per lei.
Il giorno in cui esce quasi sviene vedendo che ad aspettarla, oltre ad Angela, c’&egrave Valerio, con una bella donna a fianco che intuisce essere la nuova moglie, e, soprattutto, Cesare.

– Devo chiederti scusa Sonia per aver creduto a quelle menzogne, ma come potevo… –

Esordisce Valerio, ma già Sonia gli &egrave passata oltre diretta verso il figlio. Lo abbraccia, lo bacia, lo stringe a se mentre lui, in precario equilibrio sulle stampelle, cerca di parlare.

– Mamma… mamma, mi vergogno tanto. Anche io ci avevo creduto e… ma ora sei libera. –

– Ssshhh, zitto piccolo mio. Finalmente &egrave finita. Non importa quel che &egrave successo, l’importante &egrave che ora mi vuoi ancora bene. –

– Certo che te ne voglio, ma ne vorrai tu a me? … Guarda come sono ridotto… –

A Sonia vengono le lacrime agli occhi a vedere il figlio che adora in quelle condizioni; non tanto per l’evidente cicatrice sul volto o per le stampelle che ancora usa, quanto per lo sguardo triste e rassegnato con cui le parla. Lo abbraccia stretto come quando era bambino, lo bacia sul volto, anche sulla cicatrice, sugli occhi.

– Tu sei sempre il mio adorato piccolo Cesare, ti vorrò sempre bene –

Poco lontano, Valerio si schiarisce la voce.

– Ahem, come dicevo, Mi dispiace tanto Sonia, col senno di poi avrei dovuto capire che era una menzogna ma… –

– Non importa Valerio, avevi tutte le ragioni per odiarmi. Adesso che tutto &egrave chiarito posso ricominciare a vivere. –

– Ecco… non so se l’hai saputo, io… –

Nel dirlo, Valerio abbraccia la bella donna al suo fianco che guarda tesa verso Sonia.

– L’ho saputo, e vi faccio le mie congratulazioni in ritardo per il matrimonio. Non ti devi preoccupare Valerio, so che il passato non può tornare… e poi adesso sono innamorata. –

Imitando Valerio, Sonia stringe a se Angela che aveva trascurato sino a quel momento. La bacia teneramente, le sussurra una frase d’amore incurante dello sguardo scioccato degli altri.

– C’&egrave solo una cosa Valerio. La colpa di tutto &egrave stata mia, se non avessi… ma oramai &egrave inutile parlarne, però io voglio stare vicino a Cesare, devo farmi perdonare da te ma soprattutto da lui. Voglio essere la madre di cui ha ancora bisogno. Tu hai qualcosa in contrario? –

L’ultima frase &egrave detta con tono duro, di sfida, ed un’ennesima sorpresa la attende. Valerio rilassa i lineamenti sino ad allora preoccupati, sorride cordialmente.

– Ho pensato a qualcosa in proposito. Non possiamo tornare come prima ma &egrave giusto che la madre stia vicino al figlio, e poi tu devi trovare un lavoro per vivere no? Siccome pensavo di prendere una badante, o una governante se preferisci, per Cesare, per aiutarlo nella sua convalescenza… chi meglio di sua madre? –

L’offerta va al di là delle aspettative di Sonia che si commuove.

– Grazie Valerio, sei sempre stato buono. Non ti pentirai di questo. –

– Ne sono sicuro. Vieni a casa domani e parleremo dei dettagli, se vuoi c’&egrave una stanza per te ma se preferisci… vivere fuori –

Lo dice guardando verso Angela, ed anche Sonia si gira verso l’amica/amante.

– Sì, preferisco vivere fuori, ma grazie anche di questa offerta. –

Prima di lasciarsi c’&egrave solo spazio per presentare la nuova moglie di Valerio e Sonia. Lei si chiama Anna, &egrave avvocato come lui ed &egrave chiaramente una bella donna con un sorriso cordiale e simpatico ora che ha appurato che nulla ha da temere da parte della ex.

 

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E’ sera a casa di Angela. Distrutta dalle emozioni, Sonia ha fatto una doccia e poi si è stesa addormentandosi subito. Viene svegliata con un bacio lieve dall’amica.

– Svegliati pigrona, è ora di cena. –

Sonia ricambia il bacio e poi si stira sbadigliando.

– Mio Dio, ma che ore sono? Ho dormito tantissimo. –

– Ne avevi bisogno dopo tutte le emozioni di questa mattina. Non mi aspettavo tanta generosità da parte di tuo marito. Quando l’ho visto là fuori l’ho riconosciuto perché era con Cesare. Sono contenta che abbiate chiarito tutto. –

– Sì, anche io, non me lo aspettavo. E adesso potrò stare sempre vicino a Cesare. Dicevi che è ora di cena? Ho una fame da lupi. –

– Ci credo, hai saltato il pranzo, dormigliona. Mettiti qualcosa addosso e scendi sotto. –

– mmmmmhhhhh, togliti qualcosa tu e vieni qui, la cena può aspettare –

– No, non può. Sbrigati che è già in tavola. –

Lasciata sola, Sonia indossa solo una camicia da notte semitrasparente, molto sexy, che le aveva regalato Valerio anni prima. Si guarda intorno incredula di essere finalmente libera, poi infila le pantofole e scende le poche scale entrando in cucina. Si blocca vedendo che è apparecchiato per tre.

– C’è qualcuno? Accidenti, torno su a vestirmi –

– Non serve, ti ho già vista nuda. –

La voce è dietro di lei e la fa sobbalzare. Si gira e vede Clara che le si avvicina e le dà un bacio a stampo per salutarla ed entra in cucina mettendosi vicino ad Angela.

– Sorpresa tesoro. Mi pareva giusto che per festeggiare la tua prima sera da persona libera ci fosse anche Clara. Ho fatto male? –

– No… no, è che. Accidenti, basta sorprese per favore, oggi non ne reggerei un’altra. –

Le tre donne siedono e mangiano con appetito. Angela si dimostra una brava cuoca e fanno tutte onore ai piatti innaffiandoli con un vino bianco leggero e frizzante. La conversazione è leggera, piena di risate.

– Adesso è il momento dello champagne –

Dice Sonia alzandosi ed aprendo il frigo.

– Oddio, io ho bevuto anche troppo, non sono più abituata –

Sonia si sente la testa leggera. Un po’ di alcool e, soprattutto, la ritrovata libertà le fanno giare un poco la testa.

– Taci, dobbiamo festeggiare. –

Le tre alzano i calici in un brindisi festoso:

– Alla libertà. –

– All’amore –

– A voi due –

L’ultimo brindisi è di Clara che sorride alle due amiche. Angela si sporge verso Sonia e la bacia teneramente. Clara applaude gioiosa.

– Siete bellissime –

Sonia è confusa, sente il calore dell’affetto delle due e si crogiola a quel tepore casalingo che tanto le è mancato nei mesi in carcere. Resta sorpresa, per l’ennesima volta, quando Angela si sporge anche verso Clara per baciarla. Poi, restando con la guancia attaccata a quella dell’altra, le dice:

– Prima di conoscerti io e Clara stavamo insieme… sei gelosa? –

– Io… no… –

– Ed allora unisciti a noi. –

Angela tende la mano verso Sonia che l’afferra e si fa trascinare vicino alle due e coinvolgere in un bacio a tre in cui le lingue si toccano, si esplorano languide.
Clara bacia Sonia con passione mentre Angela le scende le bretelline della camicia da notte, lasciandola poi cadere a terra in una nube vaporosa di stoffa leggera, indi le slaccia il reggiseno che butta di lato.

– Dobbiamo festeggiare –

Dice, abbracciando ancora le altre due e spingendole verso il soggiorno. Sarebbero ridicole a vedersi le tre, camminando abbracciate a piccoli passetti, girate ognuna in una direzione diversa, se non fosse per le bocche che si cercano e le mani che scivolano sui corpi uniti.

Spingendola con gentilezza, fanno stendere Sonia sul divano e si chinano a baciarla ancora. Clara scende verso il seno florido, prende un capezzolo tra le labbra e lo stuzzica con la lingua facendo mugolare Sonia. Poco dopo cede il posto ad Angela che Sonia vede nuda senza essersi accorta che si spogliava. Geme ancora, alza la testa ed ora anche Clara è nuda, ai suoi piedi, che le prende le mutandine e le fa scivolare sulle cosce spogliandola completamente.

Il primo contatto della lingua morbida dell’amica sul sesso la fa sciogliere di desiderio. Si accorge di essere calda, smaniosa di quelle carezze che tanto bene conosce. Sopra di lei, Angela le porge le labbra in un bacio colmo di tenerezza e passione. La lingua e le dita di Clara, ben presto, spingono Sonia a muovere il ventre in maniera incontrollata, soffocando le urla di piacere nella bocca dell’altra. Un orgasmo improvviso le percorre le membra con forza lasciandola stordita, e ancora Clara insiste, resistendo al tentativo di Sonia di farla staccare, attaccando le labbra alla fessura come una ventosa e muovendo la lingua con eccitazione crescente. Sonia smania, si contorce, chiede pietà, un attimo di riposo e subito dopo si smentisce baciando ancora Angela con passione.
Un secondo orgasmo è vicino quando Angela si muove. Con delicatezza la fa scendere dal divano senza che Clara si stacchi, la fa stendere di lato sul folto tappeto e le cinge la testa con le gambe. Il frutto succoso dell’amica è lì, a portata di mano, e con gioia Sonia appoggia le labbra tumide saettando con la lingua a cogliere i primi umori di Angela. Questa, contorcendosi, si sporge verso Clara ed ecco che le tre sono unite in un circuito saffico perfetto, la testa di ognuna tra le cosce di un’altra, a donare da una parte il piacere che riceve dall’altra. I mugolii si fanno gemiti e poi urla, in un coro eccitante che accomuna le tre donne fino a che godono una dopo l’altra, abbracciandosi infine felici, scambiandosi saliva e umori in un ultimo bacio a tre costellato di carezze leggere.

Dopo tante sofferenze, la vita ora sta sorridendo a Sonia. La sua storia d’amore con Angela è sempre più salda, basata sulla fiducia reciproca, sui sentimenti più che sul sesso. Né potrebbe essere altrimenti visto che Angela continua il suo lavoro di escort. Cerca di ricevere il meno possibile a casa ma comunque, ogni tanto, non può farne a meno. In queste occasioni, Sonia si dilegua oppure si “nasconde” in un’altra stanza, attenta a capire dai rumori quando il “cliente” se ne va per correre dalla sua amata e abbracciarla stretta. La conosce bene, tra i versi e le urla che Angela emette quando è “al lavoro” sa distinguere quali sono genuini, sinceri, e quali artificiosi, fatti per compiacere l’uomo di turno. Angela le ha spiegato che, qualche volta, con un qualche cliente particolare, si lascia andare e gode veramente delle sue carezze. In quei momenti Sonia avverte una punta di gelosia che subito combatte. Sa che alla fine, quando “lui” sarà andato via, Angela tornerà completamente sua. Qualche volta le è capitato di toccarsi ascoltando la coppia nell’altra stanza, e in quelle occasioni, appena ha potuto, ha sostituito l’uomo riportando Angela in camera per farle “dimenticare” il piacere appena provato col maschio. Angela l’ha capito e la ama ancora di più per questo. Non che Sonia si sia trasformata da eterosessuale in omosessuale, semplicemente, in quel momento, è innamorata di Angela e non sente la mancanza di un uomo.

Sul fronte familiare le cose vanno, se vogliamo, ancora meglio: Valerio è stato di parola assumendola come governante di Cesare, compito a cui lei si dedica anima e corpo felice di poter accudire il figlio. E’ un momento di gioia pura quello in cui i medici dichiarano che Cesare ha accelerato il processo di guarigione. Forse il sapere che la madre era innocente ha rotto un blocco psicologico, forse è l’averla costantemente a fianco, fatto sta che le condizioni fisiche migliorano nettamente tanto da programmare la fine della fisioterapia a breve. Che Cesare sia cambiato se ne sono accorti tutti: per primo Valerio, contento di vedere il figlio senza più “il muso” ma, anzi, diventare di colpo estroverso, quasi volesse riguadagnare il tempo perduto. Anche Anna è contenta: si è affezionata a Cesare ed il vederlo tornare un ragazzo “normale” a tutti gli effetti fa dileguare quell’atmosfera a volte tetra che pervadeva la casa. Qualche volta Sonia si è fermata anche a dormire nella stanza che Valerio le ha comunque preparato di fianco a quella di Cesare e, nei momenti in cui si sono incontrate, Anna e Sonia hanno scoperto di andare d’accordo.
Non c’è nessuna gelosia riguardo la ex del marito per Anna o riguardo la nuova moglie per Sonia; insieme collaborano al buon andamento di tutta la casa, visto che Anna è spesso costretta a stare fuori tutto il giorno. Oltretutto, Valerio è stato generoso con lo stipendio che le corrisponde, permettendole di avere l’indipendenza economica e così non dover contare, piccolo suo cruccio, su Angela in tutto e per tutto. Non che Angela lo facesse pesare ma così Sonia si sente meglio, parte attiva di un ménage particolare ed intenso.

Passano le settimane. Cesare, uscito dalla consueta fisioterapia, sentendosi in forze ed ottimista, ha deciso di andare a trovare sua madre a Casa di Angela. Non è poi molto distante ed il camminare è altro esercizio utile per lui. L’ha già fatto altre volte e Sonia poi lo ha riaccompagnato a casa. Con Angela ha un rapporto cordiale. Lei è gentile, a tratti affettuosa; lui si sente in soggezione avendo riconosciuto in lei la signora incontrata alla fisioterapia con la quale si era aperto. Capisce ed apprezza come la madre si sia sempre interessata a lui mandandola per avere notizie, ma ricorda bene quel che le ha raccontato e si vergogna un po’ di quella confessione così intima.
La soggezione, quasi fosse un’altra figura materna, non gli impedisce di guardarla ancora con desiderio. Sì perché Angela è una bella donna e non si formalizza, quando lui è per casa, a girare non completamente vestita.
Quando arriva è un pochino stanco e accetta volentieri l’offerta del divano e di una bibita fresca.
– Sonia non c’è, è dovuta andare dall’avvocato. Per le ultime formalità riguardo il periodo in cui era in carcere, lo capisci vero? –

Angela lo informa facendolo accomodare e sedendo vicino a lui.

– Sì, immagino che non sia una cosa semplice. Vorrà dire che vado a casa da solo. –

– Perché? Puoi aspettarla qui, non ti piace la mia compagnia? –

– No… sì… è che non vorrei darti disturbo –

A Cesare hanno detto ciò che fa Angela e a lui non dà fastidio, non è un perbenista, piuttosto teme di interferire con il suo “lavoro”. Angela ride dell’evidente imbarazzo di lui.

– Stai tranquillo, oggi pomeriggio è riposo assoluto. Di fatto, sto aspettando tua madre per andare a cena fuori. A proposito, perché non vieni con noi? A lei farebbe piacere. –

L’offerta è sincera ma non fa diminuire l’imbarazzo di Cesare che, pur accettando senza problemi il rapporto tra Angela e Sonia, non è abituato alle relazioni omosessuali.
Timidamente accetta: uscire a cena con le due donne che in quel momento, per motivi diversi, sono per lui l’intero universo femminile a parte Anna, lo riempie di gioia.

Per esprimere la sua contentezza, Angela si sporge verso di lui e lo bacia sulle guance. Per un attimo il seno florido poggia contro il petto del ragazzo che, sorpreso, avverte calore all’inguine. E’ la prima volta dopo il pestaggio che ha una sensazione del genere. Con entusiasmo scopre che il suo pene sta avendo un principio di erezione. Lo sguardo che rivolge ad Angela è di meraviglia e di eccitazione e lei è lesta a notarlo come anche nota il gonfiore sul cavallo dei pantaloni. Angela si ricorda quel che lui le ha detto, non ha fatto nulla per provocarlo ma la reazione del ragazzo la emoziona, già immagina di poter riferire la buona notizia alla madre. Nello stesso tempo si chiede se sia una guarigione effettiva o solo un inizio. In un istante decide: le sue movenze si fanno feline, più accattivanti. Tende la mano per carezzare la guancia accaldata di Cesare.

– Cesare… è quello che penso io? –

– Sì… io… non mi era più successo… scusami. –

– Non ti devi scusare, anzi sono felice che tu… ma è meglio verificare che non sia un fenomeno passeggero. Posso? –

Senza attendere la risposta, sta per aprire i pantaloni di lui quando sente il rumore della porta.

– Angela? Ci sei? Ciao amore, che bella sorpresa –

I due sul divano sono scattati in piedi e allontanati di due passi. Sonia non si accorge di nulla, troppo felice di trovare lì suo figlio che abbraccia e stringe a se con trasporto prima di baciare appassionatamente Angela.

– Mamma, Angela è stata così gentile di invitarmi a cena, però non vorrei essere di disturbo. –

– Tu non disturbi mai tesoro –

Gli risponde Sonia con voce calda dandogli un’altra carezza sul viso, facendogli sentire il calore materno che era tanto mancato ad entrambi.

– Cosa ha detto l’avvocato? –

Angela si inserisce nella conversazione ansiosa di sapere, lei che di beghe legali ne ha avute anche troppe e sa come vanno le cose, come è la situazione.

– Tutto bene, potrò riavere la patria potestà e c’è addirittura la possibilità di avere un risarcimento dallo Stato visto che non è che abbiano indagato più di tanto. D’altronde è stato tutto così veloce…-

“e non mi è stata data nessuna possibilità di difendermi”. Sonia aggiunge l’ultima frase solo mentalmente, trova inutile recriminare ora, tanto più che ancora pensa che la sua leggerezza sia stata la causa scatenante di tutto.
Il breve cambio di umore non sfugge a Cesare che si rattrista di colpo iniziando a pensare: “è vero, mamma ha le sue colpe, ma un bravo legale come papà avrebbe dovuto approfondire, ascoltarla, non procedere subito come se fosse certo della sua colpevolezza”.
Sonia si è accorta degli sbalzi umorali e prova a riequilibrare la situazione con finto entusiasmo.

– Bene, allora bisogna festeggiare. Tu riavrai ufficialmente tuo figlio, e tu tua madre. Anzi, perché uscire? Ci prepariamo qualcosa qui e stiamo un po’ tutti insieme –

Dà un bacio ad entrambi invitandoli a sedersi a tavola mentre lei va a cucinare una cosa veloce.
Angela, tra una battuta e l’altra, nell’ambiente rasserenato, rinuncia al proposito di parlare a Sonia di quanto accaduto a Cesare prima che lei arrivasse. Un “falso allarme” sarebbe deleterio. Così si mette a raccontare alcuni aneddoti piccanti del suo lavoro stupendo prima e facendo ridere poi madre e figlio.
Sonia non comprende il motivo del parlare di Angela, ma per lei è troppo bello stare insieme al figlio, vederlo arrossire alla descrizione di alcune scene e poi ridere di gusto. Si gode così una bella serata con le persone che ama di più.
Ad una certa ora riceve la telefonata di Valerio che le chiedeva notizie. Il legale di Angela è un amico di Valerio e lo tiene aggiornato (questa volta non si è rifiutato di patrocinarla e Valerio si è accollato le spese) ma per lui, cogliendo anche l’occasione per chiedere di Cesare, è un modo di sapere come la sua ex moglie stia vivendo il momento. La risposta di Sonia è un pelino dura, la telefonata l’ha disturbata da un momento perfetto con Angela e Cesare costringendola a ripensare ancora alla sua situazione, ma Valerio comprende lo stato d’animo e non vi bada.

– Tranquillo, stiamo finendo di cenare, poi lo riaccompagno io –

– D’accordo, era solo per sapere, io sto uscendo per una riunione e non so quando tornerò ma c’è comunque Anna che vi aspetta. Ciao Sonia. E grazie. –

– Ciao Valerio… grazie a te. –

Quel grazie scambiato così formalmente, entrambi lo capiscono, racchiude l’essenza del loro nuovo rapporto, e va bene a tutti e due.
A sera inoltrata, Sonia riaccompagna Cesare. Anna è un’ospite perfetta facendola accomodare e aiutandola a mettere a letto il ragazzo. Un ultimo bacio per la buonanotte e Sonia scende nel salotto dove Anna la fa accomodare.

– Allora Sonia, come va con l’avvocato? –

Sedute vicino sul divano, Anna le porge un bicchierino di Porto e si premura di sapere come va. Sonia fa un piccolo sorso e risponde, senza riuscire a trattenere un po’ dell’amarezza che ancora la prende quando rivive quel periodo:

– Bene, è efficiente e scrupoloso… se lo avessi avuto all’inizio forse le cose sarebbero andate diversamente… ma ero un’appestata, una da tenere lontano. Non posso negare che il mio comportamento verso Valerio sia stato… poco edificante… ma ero sempre sola… lui pensava alla carriera… è stato facile cadere nella trappola e perdere tutto… –

Una lacrima le scende silenziosa lungo la guancia.
Anna si intenerisce a vedere quella donna quasi sul punto di crollare nuovamente; le prende una mano carezzandola per confortarla.

– Non ti devi preoccupare, tutto sarà chiarito, e Valerio sta pensando anche ad una sistemazione economica per te, per farti… ripartire bene –

– Da lui non voglio nulla, gli ho fatto troppo male. –

Sonia si asciuga le lacrime e riprende a parlare con una nuova espressione sul volto:

– Sai, sono contenta che abbia trovato te, una donna che sappia dargli ciò che io non sono stata capace di fare, di questo voglio ringraziarti –

Di colpo, sporgendosi, Sonia appoggia le sue labbra su quelle di Anna in un bacio leggero. L’altra non si scosta ma, anzi, tira fuori la lingua per incontrare quella di Sonia in un bacio dolce che dura pochi secondi.

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Stupita di se stessa, Anna sente l’impulso di chiedere quello che da un po’ le gira per la testa.

– Sonia, perdona la mia curiosità, sono contenta che tu abbia Angela ma volevo chiederti… ti sono sempre piaciute le donne o sei diventata… lesbica per odio agli uomini che ti hanno fatto male? –

Sonia non si sente offesa per la domanda indiscreta, è un momento di apertura con Anna che non si aspettava, e risponde con sincerità:

– Angela è stata l’unica persona che mi è stata vicina in tutta questa faccenda. E’ facile, normale per me amarla. Valerio… ha sempre difeso chiunque, anche i peggiori delinquenti, dandogli la legittima suspicione di innocenza… solo con me è stato…non ha avuto nessuna pietà… ma me lo meritavo. Scusami Anna, è che mi fa ancora male pensarci, dimentica quel che ho detto. –

Un singhiozzo di Sonia spinge Anna ad abbracciarla e così restano fino a che Sonia si calma.

– Bene, è ora di andare per me, non voglio far aspettare Angela. Grazie Anna, grazie veramente –

Le due si salutano dandosi appuntamento al mattino successivo.
Quando rientra a casa, Angela vede subito il turbamento di Sonia intuendone il motivo. La abbraccia stretta e la porta verso la loro stanza.

– Passerà tesoro mio, presto smetterai di pensarci. Ora hai una vita davanti, con tuo figlio… con me… se mi vuoi ancora –

Sonia si stacca dall’abbraccio all’ultima frase di Angela, la guarda fisso negli occhi per capire il perché di questa frase insinuante:

– Non dubitarne mai Angela, io voglio stare con te, solo con te… –

Le altre parole si perdono nel bacio appassionato che le due si scambiano lasciandosi cadere sul letto. Nella penombra delle abat-jour, si spogliano vicendevolmente senza smettere di baciarsi, di dimostrarsi il loro amore, e l’orgasmo che le coglie molto tempo dopo, stese di fianco l’una verso l’altra, la mano di ognuna tra le cosce dell’amata, è particolarmente intenso e coinvolgente lasciandole in un delizioso stato di torpore che le accompagna verso il sonno.

Il mattino seguente, a casa di Valerio ed Anna, la conversazione vira verso un inaspettata presa di posizione di Cesare.

La sera precedente, tornando a casa, Anna ha raccontato a Valerio di come si sentisse Sonia e lui non ha detto nulla incupendosi. Da quando ha saputo dell’innocenza di lei Valerio si sente un po’ in colpa, ed è questo che lo spinge a cercare, per quanto possibile di rimediare e garantire quantomeno una tranquillità economica alla ex moglie.
Proprio lui inizia il discorso, con Anna e Cesare seduti a fare colazione, ancora in pigiama.

– Avevo pensato che a Sonia, oltre al risarcimento che il mio collega cercherà di farle avere dallo Stato e al suo “lavoro” con Cesare che, concorderete con me, spero smetta presto di essere necessario, io potrei… –

– Perché papà? –

– Cosa Cesare? –

– Perché ti sei comportato in quel modo? Adesso sappiamo che la mamma era innocente ma prima? Ti ho visto inventarti le cose più assurde per difendere la gente e con lei invece… era una vendetta la tua, ne sono sicuro, tu volevi che fosse colpevole perché ti aveva tradito. –

Valerio di colpo si incupisce, tutti i dubbi che aveva gli vengono spiattellati così da suo figlio. Riprende a parlare con tono serio:

– Forse hai ragione Cesare, mi sentivo tradito, ferito. Ero anche preoccupato per le tue condizioni e gli indizi convergevano tutti su di lei, specie con la testimonianza di quei due. Per questo non ho problemi a dire che mi sento in colpa nei suoi confronti, e appunto pensavo ad una sistemazione economica adeguata per lei. Però… anche tu mi sembra che la credessi colpevole all’inizio, o no? –

– Sì… e mi sento in colpa anche io e ah ah ah ah .-

– Che c’è da ridere? –

Cesare si è interrotto per ridere di gusto, un riso amaro eppure incontenibile che stupisce Valerio ed Anna.

– No, mi viene da ridere a pensare che anche lei… anche lei si sente in colpa. Non penso vorrà i tuoi soldi, forse nemmeno quelli dallo Stato. Lei pensa di aver causato tutto fin dall’inizio. Beh, si sentiva sola, trascurata, non capiva cosa vuol dire fare l’avvocato. –

– E l’ha imparato nel peggiore dei modi. –

Anna interviene dopo averli ascoltati con un commento amaro.

– Credo sia necessario un chiarimento diretto, il senso di colpa che avete tutti e tre non può che farvi vivere male. Ciò che è stato non può essere cambiato, ma occorre guardare avanti, al futuro. –

– Hai ragione Anna, è il caso di invitare Sonia a cena questa sera, così da poter parlare. –

– Sì, e penso anche che tu, Cesare, non debba essere presente. Potrebbero essere affrontati argomenti spiacevoli e tu hai già sofferto tanto. Ti dispiace? –

– No, purché vi chiariate tra di voi… magari me ne vado al cinema. –

Cesare è contento delle parole di Anna, vorrebbe che non ci fossero più dissapori tra i suoi genitori, ma nemmeno vuole assistere a quel che sarà un confronto aspro e, a tratti, spiacevole.

La colazione è finita da poco quando arriva Sonia.
Era pensierosa, una strana tristezza le era calata nell’anima. Cesare era quasi ristabilito, il suo compito era arrivato alla fine e le rimaneva solo quello, che si era prefisso, di madre amorevole. Il pensiero la portava alla necessità di trovarsi un altro lavoro. Valerio era stato buono con lei e gliene era grata pur continuando a sentire la cappa del rimorso. Mille e mille pensieri la turbavano; solo di una cosa era certa, l’affetto e la gratitudine per Angela, che le era stata accanto nel periodo buio, e l’amore per il figlio con il rammarico del lungo tempo in cui era stata distante contro la sua volontà.
In tutto questo c’era anche un senso di rabbia e di impotenza: anche se lo giustificava, non comprendeva il comportamento di Valerio.

Arrivata a casa fu accolta con rinnovata cordialità da Anna che empatizzava con lei sfuggendole il lato del carattere di Valerio che l’aveva indotto a comportarsi in quel modo. Era una cosa che le dava da pensare, il non conoscere a perfezione il proprio uomo.
Anna, con discrezione, lasciò a Sonia il compito di aiutare Cesare a vestirsi, le spettava di diritto.

Un bacio, accompagnato da un abbraccio tenerissimo, salutò l’incontro della madre col figlio:

– Mamma –

– Dimmi tesoro –

Chiese Sonia mentre lo aiutava a vestirsi.

– Mamma, voglio chiederti ancora perdono per come mi sono comportato, ti ho fatto soffrire, te che mi vuoi così bene da accettarmi così come sono. Avrei dovuto capirlo che quei due mentivano. –

– Tesoro, non ti crucciare, non hai colpa. Mi avevi sorpreso in quelle condizioni oscene, sono io che devo chiederti perdono per aver tradito te e tuo padre. Ti prego, dimentichiamo tutto e andiamo avanti, non voglio più che tu soffra. Presto starai bene ma io non smetterò mai di volerti bene e starti vicino. –

Lacrime tenerissime rigano il volto di entrambi che si abbracciano e suggellano una ritrovata armonia.

– E’ permesso, posso entrare? –

la voce di Anna, al di là della porta, segue il leggero bussare. Sonia e Cesare si girano guardandola entrare. Le lacrime sono state asciugate e la scena che si presenta è normalissima.

– Sonia, volevo dirti che avrei piacere che questa sera ti fermassi a cena con me e Valerio. –

Alla proposta, Sonia si incupì, una paura inspiegabile le entrò dentro.

– Sono stato io a chiederlo mamma, non ce la faccio a vedervi vivere col peso evidente dei rimorsi che avete. Io dopo la fisioterapia andrò al cinema, così avrete modo di parlare senza la preoccupazione di turbarmi. Solo la sincerità può aiutarvi, ti prego –

Non sapendo rifiutare nulla a suo figlio, Sonia accetta.

– Va bene, avviso Angela di passarti a prendere dal fisioterapista, preferirei che tu non rimanessi da solo. Potete vedere un film in TV e magari tu potresti dormire nella camerina se si fa tardi. –

– Va benissimo mamma, grazie. –

Il bacio del figlio quasi fa piangere Sonia che si riscuote e lo precede verso l’auto per accompagnarlo a una visita di controllo.
Questa dà esito positivo:

– Allora dottore? –

– Io direi che finito questo ciclo di fisioterapia, previa ovviamente un’altra visita di controllo, il ragazzo potrà smettere ogni cura. Sarà il tempo a rimetterlo completamente in sesto e prevedo non ci vorrà molto –

Euforica per la notizia, Sonia lo riporta a casa, prepara il pranzo per tutti e, quando Valerio e Anna rientrano dal lavoro, dà loro la buona notizia. E con animo lieto che, mentre gli altri due tornano al lavoro, lo accompagna dal fisioterapista. Animo lieto che cessa nel momento in cui lo vede entrare nell’ambulatorio. Mentre va verso casa di Angela riflette. E sicura che Angela la aiuterà e le sue preoccupazioni vanno alla conversazione che si svolgerà quella sera. Non è del tutto sicura di cosa pensare, di cosa dire.
Angela accetta entusiasticamente l’idea. A parte il fare un favore alla donna che ama, è intrigata dal riprendere quanto lasciato in sospeso con Cesare. Già pregusta l’idea di poter annunciare a Sonia che suo figlio è tornato perfettamente normale.

Dopo una doccia veloce, Sonia si veste curando abiti ed accessori; un filo di trucco che non la appesantisce le dà un’aria luminosa che Angela non può fare a meno di ammirare:

– Sei bellissima, sembra che vai a un appuntamento galante. Sei sicura che non devo essere gelosa? –

Il bacio che Sonia le dà risponde a ogni dubbio, d’altronde Angela non ha intenzioni propriamente caste per la serata.
Con un taxi, Sonia si presenta all’appuntamento con Anna che si è presa qualche ora di libertà per poter andare con Sonia a fare shopping per approfondire la conoscenza e tastare il terreno per la serata.
In un negozio di intimo rinomato, Anna sceglie per se e consiglia Sonia su alcuni completini molto intriganti. Sonia li guarda tenendoli tra le mani, li ammira, li gira e li rigira.

– Molto belli, ma mi farebbero sembrare una, scusami l’espressione, una “troia”. E’ così che li definiva quel… bastardo spingendomi a indossarli per lui. –

Il ricordo di Cristiano e di quel che ha significato per lei le fa fare una smorfia di dolore e di disprezzo. Anna interviene con un discorso “da avvocato” per rasserenarla.

– Capisco cosa intendi, ma non è un buon motivo per scartarli. Fermo restando che una donna se vuole essere, diciamolo pure, “troia” lo può fare… scegliendo lei come e con chi, è una cosa che riguarda solo lei, non è il giudizio di un bastardo come quello che deve decidere per te. Guarda questo, è estremamente sexy. Immagina di indossarlo per la persona che hai scelto, come puoi apparire ai suoi occhi, quanto può desiderarti vedendoti con solo questo indosso. Quanto puoi piacere a te stessa guardandoti allo specchio. Vieni, proviamoli, vedendotelo indosso capirai cosa intendo. –

Presi due completini a testa, Anna guida Sonia verso i camerini di prova.

– Li proviamo insieme, c’è abbastanza spazio, così potrò consigliarti e tu consigliare me. –

Le due donne si spogliano completamente. Anna non può fare a meno di ammirare il corpo ben fatto dell’altra.

– Dio come ti invidio i seni, guardali, stanno su benissimo. Io, che pure non ho avuto figli, li ho così… mosci. –

– Che dici? Guarda che stanno su bene anche i tuoi. Sì, c’è un piccolo cedimento ma non abbiamo più venti anni. –

Sonia accompagna le parole col gesto di prendere un seno di Anna e tirarlo su lasciandolo poi ricadere. Non ci ha messo malizia, la sua è solo una constatazione, ma il tocco della mano calda turba Anna più di quel che pensasse. Un attimo di silenzio imbarazzato corre tra le due donne, e subito Anna si scuote:

– Dai, indossa quello nero, sono sicura che ti sta benissimo –

Sonia lo indossa e si muove guardandosi riflessa nello specchio. Il top è di pizzo finissimo, quasi trasparente, che nasconde appena i capezzoli. Il sotto è un perizoma, anch’esso di pizzo, molto alto, che valorizza le belle gambe ed il culetto bene in mostra.

– Ma sembra che non indossi nulla. Guarda, si vede persino il taglio in trasparenza. –

– E non è quello a cui ogni amante aspira? Il vedere e non vedere, sapere che a breve potrà togliertele e svelare il mistero. Sono sicura che la tua Angela ti salterebbe addosso se ti vedesse ora. Accidenti, fai quasi effetto anche a me, sei così sexy. –

L’ultima frase Anna non avrebbe voluto pronunciarla, le è uscita di getto, con sincerità, ed in effetti Sonia è veramente bella con quel completo accattivante.
Lei si gira e guarda l’altra con occhi diversi. La vede esitante, gli occhi ingranditi pieni di stupore. Si sporge in avanti e ancora una volta poggia le labbra sulle sue, spinge piano con la lingua facendogliele aprire, e Anna ricambia timidamente.

– Tutto bene signore? Posso entrare? –

La voce della commessa le fa staccare appena in tempo prima che apra la porta.

– Vi piacciono questi modelli? Vi stanno veramente bene addosso. –

La ragazza, non molto educatamente, ha aperto senza aspettare risposta sorprendendo a momenti le due donne in un atteggiamento inequivocabile. Non si accorge della tensione presente nel camerino, ha in testa solo la voglia di vendere qualcosa a quelle due belle signore e si prodiga in complimenti.
Alla fine Sonia decide di prendere quello che ha addosso e di comprarne anche un altro, di colore bianco, abbinato a calze e reggicalze. Lo stesso fa Anna optando per colori diversi.

– Perché l’hai fatto? –

Anna sta guidando nel traffico cittadino diretta a casa, al suo fianco Sonia, nel sedile posteriore i loro acquisti.

– Cosa? –

– Mi hai baciata, e anche l’altra volta. Perché l’hai fatto? –

– Perché… sei gentile, perché sei bella, perché sono contenta che ci sia tu ora nel letto di Valerio e non un’altra. –

Sonia parte lenta e conclude veloce, tutto di un fiato, restia a confessare la piccola attrazione che ha per lei. Anna non risponde. Nel suo intimo si sente turbata da quel contatto fugace, turbata e insieme stranamente attratta da un mondo che non conosce. Sonia, dopo pochi secondi, devia il discorso su un altro argomento, uno molto serio:

– Perché volete parlarmi tu e Valerio? Cosa c’è di così importante e lungo da richiedere una cena senza la presenza di Cesare? –

Anna inizia a parlarle dell’intenzione di Valerio di corrisponderle un’adeguata somma di denaro visto che a breve cesserà, per fortuna, la sua opera di assistente a Cesare. Sonia rifiuta decisamente.

– Non voglio niente, in fondo è partito tutto da me e non saranno dei soldi a ridarmi il tempo perduto. Sto bene così Anna, tu e Valerio non dovete preoccuparvi. –

– Non è comunque giusto. Senti, aspettiamo di parlarne con Valerio, almeno senti la sua proposta e poi decidi. Intanto ti sequestro come aiuto-cuoca, non farò nulla di complicato ma non vorrei avvelenarvi proprio stasera. –

Lo dice con tono scherzoso Anna, e l’argomento viene presto dimenticato per passare a argomenti più frivoli e, giunte a casa, Sonia si presta volentieri ad aiutare Anna a preparare tutto. Si coordinano facilmente e in un’atmosfera distesa ed allegra preparano la cena e attendono Valerio.

Nel frattempo, Angela è andata a prendere Cesare dal fisioterapista. Come lo vede uscire si affaccia al finestrino e lo chiama; lui la vede e si avvicina.

– Ciao, non c’era bisogno di venirmi a prendere, avrei fatto due passi. –

– No, meglio che non ti affatichi troppo, e poi è già tardi. Adesso andiamo a casa e ti preparo una bella cenetta. –

Mangiano presto i due, l’appetito c’è non vi è motivo di attendere. Preparano qualcosa di veloce, non raffinato ma sostanzioso, e si siedono a tavola l’uno di fronte all’altra.
Angela, curiosa, chiede a Cesare dell’incontro che si sta svolgendo a casa di Valerio.

– E’ un chiarimento Angela, non ci resistevo più a vederli così. Papà è pieno di rimorsi per non averle creduto e per tutto quello che è successo dopo e vuole fare qualcosa per lei; lei si sente in colpa per averlo… tradito e si colpevolizza. Non va assolutamente bene, devono superare questa storia, chiarirsi, capire che non serve guardare indietro ma occorre andare avanti. –

– E tu? Tu, Cesare, sei sicuro di aver superato tutto? –

Il ragazzo mangia pensieroso un boccone prima di rispondere:

– Fisicamente sto quasi a posto, mentalmente… non credo che potrò mai dimenticarlo, ma sono deciso a non farmi condizionare per il resto della mia vita. Lo devo a me stesso ed ai miei genitori che ancora ne stanno soffrendo. –

– Bravo Cesare, ti vedo così deciso che sono sicura che ce la farai, e anche fisicamente… ricordo che l’altra volta avevi reagito. Ti è più successo? –

– Io… Angela, non lo so. Mi succede ogni tanto che… –

– Hai provato con qualche tua amica? –

– Io… no… ho paura che… se poi lui… –

Cesare parla a frasi smozzicate, arrossendo visibilmente per l’argomento così intimo. Non vuole confidarle che ha avuto delle erezioni in particolari momenti ma che ogni volta sono durate poco. Anche con una sua compagna di facoltà molto socievole, ad un certo punto, lui si è tirato indietro insicuro. Teme che, al momento decisivo, il suo corpo lo tradisca e venga umiliato così come aveva fatto Cristiano. Ma Angela ha una profonda esperienza nel campo, sa intuire le parole non dette:

– Cesare… voglio aiutarti. So di piacerti, con me puoi provare senza remore, lo sai… –

– Non… e se poi lui non… –

– Non puoi saperlo se non provi. Guardami, ti piaccio? –

Angela si è alzata ed accostata al ragazzo, si è aperta la camicetta e gli ha mostrato il seno tirandolo fuori dagli indumenti. La reazione di lui è immediata ed evidente. Gli occhi fissano affamati i globi di carne a pochi centimetri dal suo volto, il davanti dei pantaloni si tende.

– Vieni Cesare, mettiamoci più comodi. –

Angela lo prende per mano e, senza sistemarsi gli abiti, lo conduce sul divano facendolo sedere. Davanti a lui improvvisa uno spogliarello senza mosse da show erotico, semplicemente prende a togliersi i vestiti accentuando appena la sensualità dei gesti, senza smettere di fissare lui che la guarda affascinato e la protuberanza dei pantaloni sempre più evidente. Quando è completamente nuda, Angela si solleva il seno con le mani, come in un’offerta, quindi si accosta al divano e si inginocchia, costringe Cesare ad allargare le gambe per fargli spazio e allunga le mani sulla cintura.
Il minuto dopo ha tra le mani il pene eretto del ragazzo che resta immobile, imbarazzato ed incredulo di quello che gli sta capitando.

– Sembra tutto in ordine Cesare, ti piace quello che ti sto facendo? –

Lo ha preso in mano, lo muove lentamente su e giù scoprendone la punta. Cesare annuisce vigorosamente senza parlare. Geme sentendo il calore della bocca di lei che scende sull’asta fino a metà, poi il tocco della lingua: calda, umida, scivolosa. E’ una sensazione che nemmeno ricordava più, che credeva di non provare ancora. Incredulo, osserva la testa bionda alzarsi e abbassarsi e di colpo è come se una mano gli stringesse le reni. Le gambe gli tremano, il bacino si spinge in avanti senza volontà autonoma:

– Angelaaaaaaa –

Ha solo il tempo di dire Cesare prima che lo sperma sgorghi nel profondo della gola di Angela. Lei ha avvertito da subito i sintomi dell’orgasmo, se l’aspettava vista l’astinenza ed è pronta ad accogliere gli schizzi caldi e corposi, lasciando che parte fuoriesca dalle labbra colando lungo l’asta dove ancora si muove su e giù, ingoiando ciò che ha in bocca, regalando un’ultima leccata alla punta violacea del pene che non accenna a perdere rigidità.
Angela guarda con orgoglio e soddisfazione Cesare ancora tramortito dal piacere.

– Sei guarito Cesare, non avere dubbi. –

– Sì… ma sono venuto subito… –

– E’ normale dopo tanto tempo, ma eccoti che già sei pronto… vuoi? –

Il ragazzo smette di vergognarsi per la poca resistenza, ancora annuisce senza parlare vedendo la donna alzarsi e accosciarsi sopra di lui, puntarsi il pene rigido all’ingresso della vagina e farsi penetrare centimetro dopo centimetro fino a che i pubi sono a stretto contatto.

– OOOOOHHHHHHHH… è bellissimo Angela… è bellissimo. Grazie, grazie, grazie… –

Angela quasi si commuove allo sguardo pieno di riconoscenza di lui, e anche lei si è eccitata sentendosi riempire. Inizia a muoversi avanti e indietro, roteando le anche per sentirlo meglio. Con piacere vede che lui prende l’iniziativa mettendole le mani sui fianchi, stringendoli e guidandola sopra di se. Lo cavalca al trotto e poi al galoppo sentendosi bagnare sempre di più, e un attimo prima che Cesare s’inarchi godendo di nuovo e riempiendola del suo seme, Angela viene provando un piacere che la sorprende per l’intensità.
Fermi, ancora allacciati, i due riprendono fiato. Cesare sente il caldo ventre di lei avvolgerlo. Ha perduto parte della sua rigidità ma ancora non è uscito da lei. Angela assapora gli ultimi brividi accorgendosi di quanto le è mancato quel caldo piacere bagnato che solo un uomo sa darle. Con i clienti ha sempre finto e ultimamente solo con Sonia si è lasciata andare. Confronta le due cose giungendo alla conclusione che non vuole rinunciare a nessuna delle due.

– Vieni, andiamo di là, saremo più comodi. –

Con tenerezza, Angela si alza e prende per mano il ragazzo guidandolo verso la camera da letto.

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– Ma perché non vuoi nulla? Mi fa piacere aiutarti, lo sai. –

Valerio non si capacita dell’ostinato rifiuto di Sonia alla sua offerta di denaro.

– Non ho fatto niente per guadagnarlo, anzi. –

– Ma almeno la casa accettala, sai bene che non l’abbiamo mai usata, era pronta per Cesare ma lui ha preferito restare qui. –

Parla di un appartamento vicino all’università che avevano acquistato anni prima per il figlio, per agevolarlo negli studi. Nemmeno troppo distante da casa di Angela.

– No Valerio, ti ringrazio ma veramente non voglio nulla. Non ne vedo il motivo. Sono contenta che ci siamo chiariti, mi sento un peso in meno sull’anima e mi basta questo. I soldi dalli a Cesare, per il suo futuro. –

Valerio, esasperato dal rifiuto di Sonia, sbotta improvviso.

– MA CHE CAZZO! MA NON LO RIESCI A CAPIRE CHE NON E’ UN’ELEMOSINA? … –

Si calma un po’, impressionato dalla sua stessa rabbia repressa.

– Sonia, Cesare non avrà problemi economici per il futuro, mi offendi se pensi che io non voglia provvedere a lui mentre si fa strada nella vita –

Anna è intervenuta pochissimo nella discussione iniziata durante la cena e proseguita sul comodo e ampio divano. Ha assistito all’aprirsi e sfogarsi di entrambi, vedendoli arrivare quasi alle lacrime chiedendosi perdono l’una con l’altro, quindi quietarsi e riprendere padronanza di se e ancora esplodere come l’uomo poco prima, Ha scoperto di amare tantissimo Valerio, un uomo capace di umiliarsi davanti a lei ed alla ex moglie, senza per questo perdere di dignità, e di ammirare immensamente Sonia per la sua umanità e mancanza di perfidia. Avrebbe potuto ottenere quel che voleva eppure ci rinuncia per dei valori morali oggi rari.
Ci ha meditato sopra, d’altronde è il suo mestiere, per raggiungere un compromesso soddisfacente per tutti, e forse alla fine l’ha trovato:

– Scusatemi, può essere che io, come parte terza, riesca a vedere la situazione meno coinvolta di voi. Allora sentitemi: tu, Sonia, accetti la casa… –

– Non la voglio, non me la merito –

– Fammi finire. Dicevo, tu accetti la casa perché invece te la meriti. Voi due vi siete divisi e solo quella sentenza penale ha impedito al giudice del divorzio di assegnartela. Rifletti, se vi foste separati in altro modo non vi sareste forse spartiti equamente i beni? –

Tace un secondo, il tempo di far entrare bene in testa a Sonia l’idea.

– Quindi che non te la meriti è solo un tuo volerti punire ancora anche se vi siete chiariti, o forse non vi siete chiariti veramente? –

– Sì… ci siamo chiariti ma… –

– Niente ma, se vi siete chiariti non c’è motivo per rifiutare. I soldi diciamo che li accetti e potrai usarli a tuo piacimento. Magari per Cesare se dovesse averne bisogno, o magari per rifarti una vita con Angela… perché ci tieni ad Angela vero? –

– Sì, io… –

Anna incalza Sonia conducendola al punto in cui voleva:

– Non lo vuoi, ma puoi tenerlo a disposizione, deciderai tu se usarlo o meno. Se ho ben capito è perché per vivere vuoi guadagnartelo… ed ecco che allora Allora te lo guadagnerai… venendo a lavorare per me. –

– Cosa? Come… –

– Aspetta, tra due mesi una mia segretaria andrà in pensione ed io avevo il problema di rimpiazzarla. L’altra è troppo giovane, io ho bisogno di una persona di mia fiducia. –

– Ma mi conosci appena, e io non conosco il lavoro. –

– Imparerai, si tratta di farmi da segretaria, tenere nota dei miei impegni e appuntamenti. Non è difficile ma è molto delicato. Io mi fido di te, tu ti fidi di me? –

Sonia, rimasta a bocca aperta, medita un secondo sulla proposta e poi non può fare altro che accettare.

– BRAVE! –

L’entusiastico commento di Valerio le coglie di sorpresa facendole girare verso di lui che si è alzato e sta sorridendo felice.

– Sapevo che eri un bravo avvocato amore ma non pensavo così… così. –

Anna sorride a sua volta e gli fa un cenno come per rimandargli il complimento. Sonia pure sorride. Non è gelosa, in cuor suo sa che la storia con Valerio appartiene al passato, fa parte dei ricordi.

– Bisogna festeggiare, torno subito… –

Valerio esce di fretta dalla stanza dirigendosi verso la cucina e lasciando le due donne, sedute vicine sul divano, da sole.

– Grazie Anna. –

– Di null… –

La risposta di Anna è interrotta dal gesto di Sonia che si piega in avanti e ancora, per la terza volta, la bacia. C’è poca tenerezza in quel bacio, l’impeto che ha spinto Sonia è più diretto, violento. Le forza le labbra con la lingua impadronendosi di quella di lei. Anna reagisce allo stesso modo, portando una mano sulla nuca di Sonia, tirandola a se. Le bocche restano unite per un lungo minuto, le lingue si avvolgono in un duello che le porta ora nella bocca di una ora in quella dell’altra, la saliva inizia a scorrere sulle labbra tumide.
Valerio, rientrato portando una bottiglia di champagne e tre calici, si blocca sulla porta vedendole in quel modo.
Stupito, gli paiono due amanti che si ritrovano dopo tempo immemorabile, le bocche unite, le mani che carezzano e stringono i capelli in un legame che pare inscindibile. Nei pantaloni sente il calore dell’eccitazione e non sa decidere cosa fare. Di colpo, le due si staccano e si tirano indietro sorridenti, nemmeno una parola.

Pur di fare qualcosa, Valerio si fa avanti, appoggia i calici sul tavolinetto e apre la bottiglia facendo schizzare via il tappo. Con la coda dell’occhio vede le due donne arrossire ricordandosi della sua presenza. Versa lo champagne con noncuranza, porgendo i calici alle due donne, poi alza il suo in un brindisi. Il tintinnio del cristallo pare più forte del normale alle orecchie di tutti. Bevono lentamente, guardandosi l’un l’altro e Valerio, poggiando il bicchiere, non riesce a far finta di non averle viste:

– Eravate… bellissime. –

La frase è detta con un tono di ammirazione sincero e fa arrossire ancora di più le due. Sonia si porta una mano alla bocca tossicchiando nervosamente.

– …E’ meglio che torni a casa, si è fatto tardi –

Si alza di scatto, imitata da Anna.

– Aspetta, ci saranno dei documenti da firmare. Perché non torni a cena anche domani, magari porti anche Angela, mi farebbe piacere conoscerla meglio. –

– Sì, per favore, porta anche lei –

Anna aggiunge la sua voce alla richiesta di Valerio e Sonia accetta l’invito, più desiderosa di sottrarsi all’imbarazzo andandosene che di discutere la cosa.
Rimasti soli, Valerio versa ancora champagne per lui e la moglie, le porge il calice:

– Non me l’aspettavo, sinceramente non me l’aspettavo –

– Bisognava solo trovare gli argomenti giusti per convincerla, ero sicura che avrebbe accettato –

– No… mi riferisco a dopo… a voi due. –

Anna arrossisce ancora, beve un piccolo sorso e poi poggia il calice sul tavolinetto.

– E’… scusami, non so spiegarmi perché l’ho fatto. Mi sembrava una cosa giusta, naturale. Scusami ancora. –

– Non scusarti, non ce ne è bisogno. La mia è solo sorpresa nello scoprire che ho una mogliettina… così. A dire tutta la verità… mi avete eccitato –

Gli occhi di Anna scendono in basso, verificano che Valerio sta dicendo il vero. Lo champagne inizia a darle alla testa, a lei che non è abituata a bere. Si accosta al marito e appoggia la mano sul davanti dei pantaloni massaggiandolo attraverso la stoffa.

– Lo sento, sei un vero porco… –

– E tu? Non è che mi stai diventando lesbica… –

La stretta della mano di lei si fa più serrata:

– Andiamo di là, ti faccio vedere io se mi piace ancora il cazzo… –

Valerio la abbraccia, le palpa il sedere, la spinge verso la camera da letto. I due si spogliano e, diverso tempo dopo, è Valerio a dover dire basta dopo aver goduto due volte.

– Allora, convinto che non sono lesbica…? –

Nel dirlo, Anna stringe il pene oramai morbido tra le dita carezzandolo lievemente.

– Accidenti sì, mi hai spompato… io scherzavo Anna, non mi aspettavo di vederti baciarla, tutto qui, e veramente eravate belle, dolci, eccitanti per me.

– Sì, è stato dolcissimo, nemmeno io mi aspettavo che mi piacesse baciare una donna. Forse perché è Sonia? Non lo so, ma adesso dormiamo, è tardissimo e domani sarà pesante. Buonanotte amore –

– Buonanotte. –

Sonia guida lentamente verso casa, in testa ha troppi pensieri. Troppo, tutto insieme, non riesce a credere che la vita torni a sorriderle e lo faccia con tanta generosità.
Entrando in casa c’è solo silenzio.

Cautamente, senza far rumore, sale i gradini verso la loro camera, vi entra e sul letto scorge il corpo di Cesare, coperto malamente da un lenzuolo, che giace bocconi, addormentato. Il lieve rumore che fa è sufficiente per svegliare Angela che subito si alza e si precipita da lei con un sorriso radioso. La bacia e Sonia per un attimo dimentica le tante domande che ha in testa, poi si riscuote ma Angela non la lascia parlare:

– E’ guarito Sonia, tuo figlio è di nuovo un uomo –

La notizia così gettata la riempie di gioia. Incredula guarda l’amica che conferma.

– Sì Sonia, perdonami se l’ho sedotto ma ti posso garantire che… funziona di nuovo, alla perfezione. Sarà un ottimo amante per qualsiasi ragazza sceglierà. –

Ogni cosa passa in second’ordine di fronte a questo nella mente di Sonia. Il suo ragazzo è come era prima, ora può dimenticare tutto, metterlo nell’archivio più nascosto del proprio cervello e riprendere a vivere. Una vita insieme a Angela pensa sentendosi colmare di amore per la donna davanti a lei.

– Grazie Angela, grazie Amore… ma ora dovrò dividerti con lui? –

Un’ultima nube passa su un cielo totalmente sereno:

– No, lui ha la sua vita e io, noi… la nostra. Ti amo Sonia. –

Un ultimo bacio unisce le loro labbra.

Il giorno seguente è lieto per tutti. Al lavoro, nei rispettivi studi, Valerio e Anna sbrigano le incombenze con facilità, nemmeno un’udienza tribolata riesce a togliere a lui il buonumore.
Sonia e Angela invece passano il mattino a scegliere un abito da indossare la sera e finalmente lo trovano in una boutique in centro. Ne scelgono due identici se non per il colore: nero Angela, rosso Sonia. Elegante e sobrio, aderente ma comodo, una scollatura quadrata con il tocco civettuolo di inserti in pizzo a coprire la scollatura altrimenti, forse, esagerata. Stessa cosa per le scarpe.

Il pomeriggio, dopo il parrucchiere, si preparano con un lungo bagno. Si lavano e si rilassano nella vasca godendosi l’idromassaggio, carezzandosi pigramente, scherzando tra loro fino a che viene il momento di prepararsi per uscire.
Quando sente suonare il campanello, Valerio va ad aprire e rimane senza fiato a vedere le due donne immagini quasi speculari. Anche lui ha voluto vestirsi elegante, e il completo a righe di Armani evidenzia la sua figura asciutta e muscolosa.

– Siete bellissime… entrate, Anna è di là per gli ultimi ritocchi –

Le due donne lo seguono in salotto e lì Anna porta loro un aperitivo. Lei ha scelto un tubino color panna che le scende alle ginocchia, lasciando le braccia scoperte. Castigato se non fosse perché esalta tantissimo il florido seno chiaramente senza biancheria.

– Dovrebbe essere una cena tra amici ma pare più un galà, forse abbiamo esagerato? –

Valerio commenta l’abbigliamento con un pizzico di ironia, il suo sguardo rivela però l’apprezzamento per tutto ciò che vede. Le tre donne apprezzano la galanteria e la cena si svolge in un’atmosfera serena. Quando arriva il momento del caffè tutti sono rilassati e allegri.
Angela è stata una piacevole sorpresa per i due coniugi. Di ottima compagnia, dotata di senso dell’humour, ha anche raccontato qualche aneddoto dei suoi, pur con un linguaggio edulcorato, facendoli ridere di gusto. Anche a lei sono piaciuti Valerio ed Anna, ma soprattutto le è piaciuto come Sonia, a tratti, la toccasse sul dorso della mano, le sorridesse, le carezzasse il braccio manifestando un’intimità che l’ha resa felice e orgogliosa di lei.
Su invito di Valerio si spostano nello studio. Lì, sulla scrivania, c’è una cartellina con i documenti che ha fatto preparare quel giorno stesso.

– Prima il piacere, ma ora il dovere. Sonia, prenditi tutto il tempo che vuoi per leggerli e poi firma, se vuoi ti faccio un riassunto. –

Valerio ora è professionale, apre la stilografica e la poggia sul tavolo vicino alle carte. Sonia senza pensare la prende e inizia a firmare.

– Non li leggi? –

Valerio è stupito.

– No, mi fido di te, e voglio togliermi il pensiero subito. Non sono ancora sicura di fare bene ma… mi avete convinta. –

Terminata la cosa, Valerio ripone i documenti nella cassaforte e ritorna vicino alle donne in piedi di fianco alla scrivania.

– Bene, domattina faccio depositare tutto e te ne faccio avere una copia. Vogliamo andare in salotto? –

Si ritrova Sonia abbracciata e le sue labbra appoggiate alle proprie in un bacio a stampo che dura alcuni interminabili secondi.

– Grazie Valerio, ti ho sempre ammirato per il tuo modo di fare. Sei un Signore, –

Il gesto ha sorpreso tutti: l’istinto femminile di Anna suona come un campanello di allarme. Li guarda e subito si rilassa: lì non c’è una rivale, è veramente solo un ringraziamento. Lo conferma il gesto di Sonia che, lasciato Valerio, abbraccia e bacia con passione Angela, ricambiata, per attestare il nuovo status quo. Anna e Valerio si guardano e si sorridono approvando la scena, ma non è finita: staccatasi da Angela, Sonia le mormora:

– Posso? –

E senza attendere la risposta si gira verso Anna incollando le labbra alle sue. Non la bacia come ha fatto con Valerio, Anna sente la lingua dell’altra premere sulle sue labbra, forzarle, invaderle la bocca… e lei ricambia come la sera precedente, in un bacio appena meno appassionato di quello con Angela.
Quando si toglie, Anna rimane a bocca aperta, intorno alle labbra l’umido luccicore della saliva scambiata, gli occhi spalancati.

– Grazie Anna, per tutto, spero di diventare tua amica –

Anna vorrebbe dire “già lo sei” ma non fa in tempo, per lei la sorpresa continua:

– Anche io voglio ringraziarti –

Angela si è avvicinata e anche lei la bacia. Un bacio diverso, più profondo, più rude. E’ la seconda donna che Anna bacia, e si accorge che le piace. Ricambia l’abbraccio, il bacio, le carezze lungo i fianchi dimenticandosi di dove è, con chi è.
Dopo il bacio, Angela le chiede:

– Vorrei ringraziare anche lui, posso? –

Anna, ancora imbambolata, annuisce e così vede l’altra avvicinarsi a suo marito, poggiargli una mano sul ventre che, nota, mostra segni di gonfiore.
Valerio non ha possibilità di rifiutarsi, e nemmeno lo vorrebbe. La sua bocca è preda di quella della donna, il suo inguine reagisce al tocco sapiente della mano di lei.

Intanto Sonia ha abbracciato ancora Anna; insieme guardano gli altri due, con Sonia che, da dietro, le bacia le orecchie, il collo, le prende i seni tra le mani massaggiandoli dolcemente.

Non si sono messe d’accordo lei ed Angela, è nato tutto così e Sonia si sente eccitata e attratta non tanto da Valerio quanto da Anna. E’ una cosa che l’ha presa così dopo averla conosciuta, un’attrazione fisica e mentale seconda solo a quella per Angela. Non pensa a nulla, solo che vuole farla sua, e che lei è remissiva, accondiscendente mentre chiude gli occhi e geme piano sotto le sue carezze.

Quando li riapre, vede Angela che è scivolata in ginocchio davanti al suo uomo, gli sta aprendo i pantaloni. Lui le ha poggiato le mani sulle spalle tenendola appena appena lontana e intanto guarda la moglie. Gli sguardi si incrociano, sul volto di lui una smorfia eccitata e terrorizzata nello stesso tempo. Anna geme ancora al tocco della mano di Sonia che è sul suo ventre, le preme sulla micina attraverso il tessuto. Guarda ancora il marito, muove la testa in un quasi impercettibile segno affermativo, e poi chiude ancora gli occhi abbandonandosi alle carezze dell’amica.

Valerio è paralizzato. Il vedere quel bacio saffico, come poche ore prima, l’ha eccitato. Sua moglie abbraccia e bacia un’altra donna, le carezza il corpo. Un calore gli invade il basso ventre, un calore amplificato quando Angela vi poggia sopra la mano. Non può fare a meno di baciarla anche lui, di “subire” la carezza. Cerca con gli occhi la moglie ma questa, un’espressione di abbandono sul volto, ha gli occhi chiusi. Quando li riapre lui trema perché Angela è in ginocchio davanti a lui, gli sta aprendo i pantaloni. Valerio teme una reazione della moglie, cerca di tenere la donna lontana, ma quando lei, gli occhi intorbiditi, gli fa cenno di sì con la testa, si abbandona alla bocca che gli sta scivolando sul glande.

Angela è divertita. Non ha programmato nulla, né l’approccio con Anna né quel che sta facendo ora. Ha visto l’attrazione di Sonia per l’altra donna, vi ha partecipato e poi, per lasciarla a Sonia, almeno per il momento, ha pensato di coinvolgere l’uomo. Non si sente attratta particolarmente, però è bello per lei sapere che ora, in questo preciso istante, lo sta facendo per decisione sua e non per lavoro.

Imbocca il cazzo già eretto e dà sfoggio di tutta la sua bravura facendo mugolare Valerio. Non le vede ma sente, dietro di se, i gemiti di Anna e immagina come Sonia la stia eccitando.
Quando sente che il cazzo è duro al massimo, si stacca, si rialza e finalmente vede le altre due. Sono abbracciate, le bocche incollate, le mani di una sul ventre dell’altra. Si avvicina e aiuta Sonia a spogliare Anna aprendole e facendole scivolare il vestito di dosso, poi fa lo stesso con Sonia e solo quando le vede in lingerie, le mani che ora frugano sotto la stoffa leggera delle mutandine, si spoglia a sua volta fino a restare totalmente nuda.

Valerio ringrazia il Cielo che Angela abbia smesso di succhiarlo, era quasi vicino all’orgasmo per l’eccitazione di quella bocca su di lui e per la visione della moglie attuale safficamente allacciata alla ex. Si gode lo spogliarello delle tre donne e poi si scuote spogliandosi lui velocemente, buttando dove capita giacca, camicia, pantaloni, scarpe, calzini, boxer, restando a mezzo metro dalle tre donne, l’uccello teso in avanti come una sbarra.
Angela è tornata verso le due amiche, le ha abbracciate, ha carezzato entrambi i culetti, si è unita al bacio incrociando la lingua con tutte e due, poi allontana il volto e le fa sciogliere dall’abbraccio. Le due la guardano interrogativamente fino a quando capiscono. Le sta facendo inginocchiare entrambe davanti all’uomo.

Sospirando, Sonia cede il passo ad Anna che prende in bocca l’uccello scivolando con le labbra fino a averne metà in bocca, quindi torna indietro, dà una, due leccate alla punta gonfia e lo porge all’altra. Sonia sospira ancora, non ricorda nemmeno l’ultima volta che ha potuto toccare il cazzo di Valerio. Preistoria ormai, ma adesso è lì, a pochi centimetri dalla sua bocca, ansioso di ricevere le sue carezze.
Come Anna, anche lei se lo fa entrare dentro per metà e poi lo restituisce, e Valerio, dall’alto, vede le due teste alternarsi sul suo inguine. Due bocche, due lingue diverse per un piacere che gli fa tremare le gambe.
Le due donne, oramai affiatate, proseguono a lungo il doppio pompino tenendo l’uomo sempre al limite, scambiandosi quando lo sentono vicino all’orgasmo.
Angela, da dietro, le sta masturbando ognuna con una mano, sentendo le dita bagnarsi dei succhi sempre più consistenti. Di colpo toglie le mani, poggia le mani sulle spalle delle due inginocchiate e le tira indietro sbilanciandole e quasi facendole cadere. Un verso comune di disappunto fuoriesce da tre bocche, ma già Angela sta facendo alzare Anna, la fa piegare sulla scrivania poggiando il bel seno sul piano. Valerio non aspetta di sentirselo dire, si posiziona dietro la moglie e entra di colpo in lei sentendosi avvolgere dal calore umido della figa bagnata all’inverosimile.

– Pianoooohhhhhh –

Anna protesta per l’irruenza e poi geme quando lui torna indietro ed entra ancora, questa volta più delicatamente, muovendosi irregolarmente, affondando di tanto in tanto fino a sprofondare completamente in lei.
Anna gode. Ogni singolo colpo le arriva al cervello. Pensa alla pazzia che stanno facendo loro quattro e il pensiero si dissolve tra le stelle che vede davanti agli occhi. E’ stato bello toccare e baciare Sonia, è bello sentirsi scopare da Valerio. Geme sempre più forte e poi si inarca alzando la testa di scatto, bagnando copiosamente il cazzo di Valerio che, instancabile, continua a muoversi dentro di lei.
Sonia e Anna stanno assistendo all’amplesso. La prima è dietro, il petto appoggiato alla schiena dell’altra, le mani sporte in avanti, una che tormenta un capezzolo, una profondamente tra le cosce allargate.
Sonia si sente piegare le gambe, la lingua di Angela le scivola sul collo, dietro l’orecchio, le sue dita la stanno facendo impazzire. In sincronia con Anna gode anche lei spingendo il sedere indietro sul ventre dell’amica. Respira affannosamente per due minuti cercando di riprendersi ma Angela non le dà tregua. Ha preso Valerio e l’ha fatto sedere sulla poltrona dietro la scrivania e ora la spinge verso di lui, facendola salire a cavalcioni, guidando il cazzo durissimo sull’apertura della vagina, usandolo per carezzare le labbra e poi, d’improvviso, posizionandolo all’ingresso e costringendola a scendere.

Sonia trattiene il respiro: è il primo cazzo che ha da quel giorno maledetto. Se lo sente entrare dentro centimetro per centimetro, la apre, la allarga, si sente quasi fosse nuovamente vergine e il calore al ventre si fa irresistibile. Spontaneamente inizia a muoversi sopra l’uomo, dosando la penetrazione come più le piace, facendo forza con le mani posate sulle spalle di lui.
Di fianco, Angela ha fatto girare Anna ancora intontita dal piacere, l’ha fatta stendere sulla scrivania col bacino all’orlo e adesso è tra le sue cosce aperte, passando la lingua sul taglio fradicio, picchiettando sul clitoride duro e sporgente, leccandola come meglio sa.
La stanza è riempita dai versi di piacere dei quattro, dal rumore della carne che sbatte contro la carne, dalle parole di passione che sfuggono alle labbra.
Nel momento dell’orgasmo, quando la lingua di Angela la porta oltre ogni limite di resistenza, Anna guarda di lato, tende la mano verso il marito. Lo vede stringere i denti, stendere il braccio e stringergliela e poi arrendersi alla cavalcata folle di Sonia e inarcarsi mentre la riempie del proprio seme. Godono quasi insieme, tenendosi per mano, guardandosi senza vedersi, gli occhi annebbiati.

Un silenzio strano cala nella stanza mentre i corpi si rilassano assaporando le ultime stille di piacere, e Sonia smonta da sopra Valerio, si volta verso Angela che ha rialzato il volto mostrandolo completamente bagnato dal piacere di Anna. Con un sorriso fa alzare questa dalla Scrivania, fa stendere Angela al suo posto.

– Povera cara, tu non hai avuto nulla. Ma ora ci pensiamo noi a te, vero Anna? –

Anna la guarda sorpresa, non dalla richiesta ma dallo scoprire che ha voglia di esaudirla. Insieme a Sonia percorre il corpo di Angela con mani e labbra, soffermandosi sui capezzoli, divisi equamente, e poi giù, verso il ventre, sulle cosce morbide e aperte. E’ lei che affonda il viso tra le gambe, titubante e curiosa. Allunga la punta della lingua per sentire quel sapore nuovo per lei, scoprendo che non le dispiace, e senza più remore appoggia le labbra sul taglio aperto dalle dita di Sonia e bacia, e lecca, e succhia sentendo la donna prima fremere e poi agitarsi e infine urlare il proprio piacere stringendole le gambe intorno alla testa.

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