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Olive, una spolverata di sottolii, un po’ di groviera….il riso sta freddando.

Domani andiamo a fare una scampagnata al lago.

Loro pescheranno, io leggerò. Sono tutti eccitati. Io non troppo.

Quel posto mi ricorda tante cose. Con loro, mio marito e i miei cuccioli non ci sono mai stata.

Che effetto mi farà?

Mentre tagliuzzo le olive mi torna in mente Kira, il mio pastore tedesco. Si metteva sdraiata al mio fianco mentre prendevo il sole e se ne stava lì buona. Ogni tanto un sospiro, probabilmente di noia. E ogni qualvolta qualcuno si avvicinava, i suoi orecchi ritti anticipavano di qualche secondo il suo profondo suono di avvertimento. Sempre protettiva la mia Kira!!!

Grrrrrrrrrrrr

“Buona Kira….buona….cuccia lì….”

Periodo estivo. Mi ci sarebbero volute ancora settimane prima di partire per il mare e comunque, nell’attesa avrei dovuto studiare…studiare…studiare. Alla prima sessione autunnale avrei voluto dare una bella botta di esami. Però, starsene chiusa in casa, col tempo meraviglioso…

Pensai bene di unire l’utile al dilettevole andandomene in quel laghetto appena fuori città con la mia fida Kira. In fondo un anticipo di abbronzatura non mi avrebbe fatto per niente male.

Ma i wurstel?…e se mettessi del tonno invece?…più leggero!!!….magari ai bimbi non piace troppo….però…che c’entra il groviera con il tonno???…sto combinando un guaio.

Il fatto è che sono davvero in agitazione. Non vorrei tornare lì con loro. Già che in questo periodo di ricordi mi sento molto agitata. Rivedere gli stessi alberi, gli stessi cespugli….senza la mia Kira. Spero soltanto che adesso sia frequentato meglio il lago.

Non mi ricordo chi mi aveva consigliato di andarci. Ricordo solamente che mi avevano detto che c’erano anche persone che facevano nudismo e che si poteva correre il rischio di incontri “non graditi”. La curiosità verso certe cose mi spinse senza indugio ad andarci. Kira sarebbe stata la mia “garanzia”.

Parcheggiai la macchina lungo la strada e, con Kira a guinzaglio, mi inerpicai per il sentiero nel bosco. Fitta vegetazioni, improvvisi lampi di sole. Cicale ed uccelli accompagnavano i miei passi.
E quando, finalmente, il lago apparve, il riverbero del sole sull’acqua me lo fece apparire come un luogo incantato. E deserto. Almeno all’apparenza.
Scelsi una sorta di spiaggetta, una discesa al lago, terrosa e parzialmente ombrosa, in maniera tale che la povera bestia non soffrisse troppo il caldo.
Asciugamano, via i vestiti, crema solare, libro………[sonno]……
Solo un rumore sordo in acqua mi risvegliò. Mezza intontita dal sonno e dal caldo non riuscii istantaneamente a capire cosa fosse stato. Kira, serena, dormiva.
Mi voltai verso il lago. Un uomo sull’altro lato del lago, aveva lanciato in acqua l’esca. Con la mano libera mi fece un amichevole cenno di saluto.

Mi è andato troppo olio nel riso!!! Già che c’erano i sottolii !!!…mi sta venendo una schifezza questo riso. Di solito sono brava ma oggi….sto combinando un sacco di guai!!!
Colpa dei ricordi? O del tempo che mi manca per metterli per iscritto? I bimbi sono alla tv, il marito al lavoro. Vorrei pubblicare questa storia prima del suo rientro a casa.

Mi stesi nuovamente sull’asciugamano. Cazzo!!! Ero andata lì per studiare!!! Guardai il libro….macché….non mi andava proprio!!! Mi stesi nuovamente a bocconi. Sole baciami!!! Infilai il costume nel solco delle chiappe un po’ per migliorare l’abbronzatura e molto per “stuzzicare” il pescatore. In fondo ero venuta al lago anche per i famosi incontri “non graditi”…no?
Ero davvero curiosa di vedere se le leggende di cui mi avevano parlato erano vere. Tanto c’era Kira a mia protezione…ah ah ah…
Niente. Non succedeva niente di niente!!! Ed una strana ansia, come quando uno vive una perdita di tempo, mi assalì. Ancor peggio fu quando, alzandomi, mi resi conto che anche il pescatore se n’era andato. Kira, sconsolata, mi guardava con la testa inclinata come a cercare di capire il mio stato d’animo.

“Lo sai cosa Kira???….adesso ci facciamo un bel bagno…ti va, bella?…”

Mi lanciai nelle acque melmose del lago con un po’ di titubanza ma, una volta superato l’iniziale disagio, mi concessi una nuotata piacevolissima. Il cane al mio fianco sembrava godere più di me quella fresca pausa. Fu soltanto quando raggiunsi il centro del laghetto che mi resi conto che il luogo non era affatto deserto come credevo. Dietro ogni albero, ogni cespuglio, in ogni singola caletta apparvero uomini…tanti uomini. Ne contai almeno sette. Chi in costume, chi nudo, chi abbracciato ad un altro uomo e, tutti, avevano una caratteristica in comune: si stavano masturbando.

Vabbé. Ormai è tardi per rimediarla. L’aggiusterò con un po’ di sale. Magari aggiungo qualcos’altro che trovo in frigo. Di certo non è la mia insalata di riso migliore. Spero comunque che se la mangino. E senza lamentarsi troppo!!! Sarà meglio comunque che domattina prepari anche qualche panino di scorta perché, effettivamente, è immangiabile. Amen. Ora voglio solamente chiudere questo ricordo. Forse mi aiuterà anche a tornare lì più serena.

Ero circondata. Ovunque mi voltassi vedevo uomini che agitavano la loro mano. Uno, più sfrontato degli altri, mi fece addirittura il gesto di avvicinarmi mentre lo sventolava per far “apprezzare” la fattura del proprio membro. Quelli che se ne stavano abbracciati (?) iniziarono a masturbarsi vicendevolmente. Paura e schifo. Forse ero stata una fessa a cacciarmi in quella situazione.
Maledetti “incontri non graditi”. Contavo di incontrare altro, che ne so, magari una coppia normale, magari nudista, bei ragazzi soli ed abbordabili. Non uomini di mezza età inclini al voyeurismo, alla masturbazione e all’omosessualità.
Kira si stava godendo la nuotata: l’animale che si gode la natura. La malizia è propria dell’uomo.

E come altre volte mi è capitato fare, pensai che la miglior tecnica di difesa fosse l’attacco !!! Volevano giocare “duro” i signori? Li avrei accontentati sicura di fatto che, chi si comporta così, è soltanto un povero uomo senza palle. Ancora in acqua mi sfilai rapidamente lo slip ed il reggiseno. Li avrei fulminati. Sicura, comunque, che Kira avrebbe rappresentato per loro un bel deterrente da qualsiasi azione violenta. Ed uscii dalle acque come Venere dal mare (ah ah ah….che immagine!!!). Tutti quanti si fecero appresso, tutti a discreta distanza per farsi vedere e per guardarmi ma abbastanza lontani per non incorrere nella reazione del cane.

Li spiazzai davvero. Ed incredibilmente mi sentivo come una regina. La Regina del Lago. Vedevo i loro occhi liquidi, i volti arrossati, i movimenti della mano accelerati. I due si accostarono ad un albero. Il più anziano si chinò per praticare all’altro una fellatio ruvida e violenta. L’altro, mostrandomi la lingua, si torturava i capezzoli. Un semicerchio di membri eretti e pronti all’esplosione.
Kira, serena, dopo essersi scrollata di dosso l’acqua, si stese nel suo posto ombroso guaendo.
Io mi lasciai ammirare. Lo ammetto: ero (stupidamente) gratificata. Ed eccitata. E volevo gratificare ed eccitare ulteriormente tutti quegli uomini che, pur continuando la loro volgare pratica, non osavano avvicinarsi alla Regina del Lago. E mi toccai. Mi toccai lascivamente guardando dritto negli occhi ognuno di loro.

Durò poco il gioco. Uno ad uno vennero strozzando lamenti gutturali. Anche i due omosessuali vennero. Quello chino tristemente gocciolando il suo piacere sulle foglie a terra, l’altro preferì una esibizione del suo schizzo sul viso dell’amico. Ansimavano, tutti quanti, cercando di riprendersi da quella che per loro, probabilmente, era stata una forte emozione.

E poi venni anche io. E non lo nascosi loro, urlando, il mio piacere.

Qualcuno, dopo aver applaudito (???), scomparve come un’ombra nel bosco. Altri mi lanciarono baci. I due gay mi fecero l’occhiolino. E fui di nuovo, forse, sola. Kira, dopo essersi grattata violentemente un orecchio, appallottolandosi, si addormentò.

Ok. Speriamo che raffreddandosi in frigo migliori. Mi spiace per loro. Era una cosa che dovevo fare quella di scrivere questo racconto. Forse domani sarò più serena. Certamente più serena di quando quella sera, di tanti anni fa, tornai a casa con Kira e il libro sotto al braccio.

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