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Scandalo nel paesino (2)

By 22 Agosto 2024No Comments

Dopo la prima scopata animale, ci eravamo dati un contegno. La sera l’avevamo fatto con pochi preliminari, sempre guardandoci in faccia.
Lei con i piedi quasi dietro la testa – estremamente flessibile nonostante non fosse proprio una piuma – e io a pomparla e strizzarle i capezzoli.
“Rita, quando ti chiamo troia mentre scopiamo… non lo penso davvero… è che mi eccita dirti i nomi…”
“Lo so scemo, non farti problemi. Ogni tanto ci sta che mi dai della troia. Lo vedi come mi sono truccata da troia per te oggi? O eri troppo impegnato prima per notarlo” diceva queste cose mentre gemeva e mentre il mio cazzo faceva avanti e indietro nella sua figa.
Aveva ragione, aveva un trucco pesante da battona e si era pure messa le ciglia finte. Stava da Dio, con quelle labbra piene di rossetto che incredibilmente aveva resistito a tutti i pompini che mi aveva fatto.
“Cazzo Rita, ma se ti dai della troia da sola mi crei un problema… mi viene da godere… non voglio godere subito…” e infatti sentivo la cappella pulsare e la sensazione che stavo per venire. Allora spinsi più in fondo dandole dei colpetti giù nel punto G, come mi aveva insegnato lei.
“Sì cazzo, così ti voglio… fammi godere porco, fammi godere come una troia!”
E via a sborrare mentre lei veniva. Finito di sborrare, mi aveva fatto uscire e me l’aveva ripulito di nuovo con la lingua, ma non aveva voluto rifare il 69 né baciarci. Ero rimasto col cazzo barzotto mentre andava in bagno a sistemarsi e un po’ me l’ero menato ancora, sperando che magari mi sarebbe salita sopra al ritorno.
Quando era tornata aveva un’aria soddisfatta e sorrideva.
“Vorresti scopare ancora magari?” mi disse.
“Ovvio. Dai Rita cavalca tu adesso”.
Vedevo che ci pensava.
“Se scopiamo ancora non avrò più le forze…e qualcuno deve fare l’adulto in questa casa. Ti direi di segarti tranquillamente ma sarebbe uno spreco. Resisti, dai, riprendiamo domani” e con un bacio alla cappella si allontanò, tornò in bagno e mi lasciò ammirarla mentre si dava la crema, sbirciando per vedere se mi sarei segato o se avrei resistito.
Si dava sempre una crema corpo per mantenere la pelle morbida ed elastica, dal viso ai piedi. E funzionava alla grande, cazzo. Nonostante fosse grassa, non era sformata, anzi. Le tette erano abbastanza sode – non come quelle di una ragazzina ma ancora dure – e la pancia non sporgeva più di tanto, ma c’era. Anche culo e cosce erano abbondanti ma non cadevano. Sembrava di porcellana. E non segarmi mentre la vedevo spalmarsi la crema era dura…
Ma avevo obbedito e resistito.
Dormimmo abbracciati a cucchiaio, io ogni tanto mi svegliavo, sempre con un cazzo di marmo, a provare a darle due colpetti, ma lei dormiva e non collaborava.
La mattina dopo mi svegliò con un pompino. Era struccata ma quando mi guardava con quegli occhi grandi e da troia non le serviva il trucco.
“Buongiorno bel cazzo” mi disse mentre passava la lingua su tutta l’asta e slinguava la cappella. “Dormito bene?” e si strusciava il cazzo sulle guance.
“Ho dormito col cazzo tra le tue chiappe ma non me l’hai mai fatto entrare stronza” le risposi.
Si stava passando il cazzo sulle labbra, grosse e carnose, e sotto il naso, e io stavo già impazzendo.
“Mettimelo dentro ora. E vieni quante volte vuoi. Sfondami! Ma dopo questa ti lavi eh… continui a darmelo senza lavarti, inizi a fare schifo”… ah senti chi parla pensai… ma il gioco era fatto, non ci vedevo più. E via, di nuovo a cosce larghe e io che la stantuffavo come un ossesso. Lei mi stringeva coi piedi dietro la schiena e le mani in faccia. E cazzo quanto venivo… dopo la prima sborrata non si era praticamente ammosciato, ero rimasto dentro a darglielo mentre sentivo la sborra colare dappertutto e lei là a tenere il ritmo e godere.
Alla terza volta non ne avevo più, ero sudatissimo e quasi mi faceva male. Quando ci separammo, figa e cazzo erano in uno stato pietoso e ansimavamo.
I primi tre giorni avremo scopato così una decina di volte. Quasi senza uscire di casa. Mangiando pochissimo ma bevendo un casino di acqua, infatti ci lasciavamo solo per andare in bagno.
Ero in estasi. Da che mi ero spogliato, ero rimasto nudo tutto il tempo, col cazzo in bella vista, che ogni volta che diventava duro – cioè quasi sempre – finiva in bocca o tra le tette o nella figa di Rita.
Godevamo un casino ma ogni volta avevo come la sensazione che mancasse qualcosa e credo anche Rita. E quel qualcosa lo colmavamo con altre scopate – l’avevamo fatto in ogni angolo della casa e per scherzo ci eravamo pure segnati tutto su un foglio!
Al quarto giorno così siamo usciti per una spesa veloce. Al rientro, ancora con le borse in mano, ne avevo lasciata una per metterla in mezzo alle gambe di Rita ma, stranissimo, me l’aveva tolta. “Basta, non sento più niente, dobbiamo fare una pausa”.
“Ma come?? Rita, guarda cazzo, ce l’ho in tiro che tra un po’ mi scoppia, l’abbiamo fatto solo una volta da stamattina!”.
“Sì ma sono quattro giorni che mi sfondi la figa e godo sempre di meno”.
“Ah allora non vuoi più scopare??” io mi stavo incazzando ma lei sorrideva. Cosa aveva in testa?
“Non ho detto questo. La pussy però si prende una pausa”. Quella parola strana e il tono con cui l’aveva detto, come se volesse scherzare, mi avevano spiazzato. Poi mi aveva dato le spalle, si era girata e si era sollevata la gonna. Aveva un tanga a filo interdentale rosso, che le spariva in mezzo al culo. Più si piegava e più il culo si apriva. Ma al posto del buco, che mi aspettavo di veder spuntare dietro quel filo rosso, c’era un gioiellino brillante. Si era infilata un plug in!
Rimasi senza parole, era la cosa più erotica che avessi mai visto dal vivo.
“Rita vuoi dire che…”
“Sì, oggi ti do il culo. Ti rendo anche le cose più facili. Vedi? Ce l’ho dentro da ore. Ce l’avevo dentro anche mentre facevamo la spesa ovviamente. Toglilo. Prendi la mia crema. Sai cosa fare no?”
L’avevo visto centinaia di volte nei porno ma mai l’avevo fatto dal vivo. Tutte le volte che l’avevo proposto a Rita – una volta l’avevo proprio supplicata – lei rimaneva evasiva… le piaceva il sesso anale ma diceva che non era il momento.
Carico come una bestia di eccitazione le avevo spostato il filo del tanga a lato. Così il culo sembrava ancora più grosso e io ancora più arrapato. Piano piano mentre lei gemeva le avevo sfilato il plug in che era uscito pulitissimo. Che fatica fare tutte queste cose senza fretta, ma non potevo correre… presi la crema e gliela misi dentro e fuori al buchino, che era rimasto aperto e invitante. Me la misi anche sulla cappella, su tutta l’asta. Volevo entrare fino alle palle.
“Appoggialo… bravo così… e ora rompimi il culo, porco!”
Ecco di nuovo le parole magiche. In quel momento non pensai a niente se non a entrare nel culo di Rita e darglielo più duro che potevo. Lei godeva, cazzo se godeva! E io le dicevo roba oscena… “Godi dal culo troia?? Piuttosto che non scopare ti fai rompere il culo?? Sei una troia Rita, una grandissima troiaaa” e lei che gemeva “Sì Sì Sì ” perché anche lei non capiva più un cazzo e voleva solo godere, col culo per aria e la faccia affondata nel letto – che non so come, eravamo arrivati fin là – e io che pompavo di brutto. Di solito mi preoccupavo che lei venisse prima di me, ma quella volta no, non ci pensavo. Mi sentivo troppo dominante e lei lo capivo godeva a fare la sottomessa. Infatti col culo spingeva all’indietro per prendere più cazzo che poteva. Non era una posizione comodissima per me ma chi se ne fregava…aveva un culetto bello stretto, molto più stretto della figa (soprattutto dopo avergliela slabbrata per giorni) e dal cazzo mi sentivo salire un milione di scariche elettriche. A un certo punto ho voluto osare, le ho appoggiato un piede in faccia, come avevo visto in un porno – le avevo chiesto “posso?” perché avevo paura di farle male e lei mi aveva detto di sì. Cazzo che sensazione sentirla così sottomessa e così affamata di cazzo! Via una sborrata e via un’altra. Ma queste erano fortissime… le avevo riempito il culo!
“Ti sto riempiendo il culo!” non avevo neanche bisogno di darle della troia, era troppo evidente cosa fosse, con due sborrate in culo prese da uno alla sua prima scopata anale! E lei se le stava prendendo tutte le sborrate… da brava troia con esperienza… Dio se mi eccitava la differenza di età, oltre a tutto il resto!
Alla terza sborrata ci ero arrivato col fiatone, e mi ero tolto, facendole colare un fiume di sborra fuori dall’ano e giù per le cosce. Appena il tempo di guardare quello spettacolo di culo dilatato e sborra che cola, che mi ero accasciato, esausto.
“Rita… ti giuro… bellissimo… non ci credo… abbiamo fatto anal… un sogno… hai goduto anche tu… cazzo che cosa è stato… ” e cercandola con la mano, per darle uno schiaffo sulla chiappa, avevo toccato il lenzuolo, bagnato fradicio.
“Ma che è Rita, hai squirtato??”
Lei ansimava ancora e pensavo fosse semi svenuta perché ci mise un po’ a rispondere.
“Non lo so” disse alla fine sempre ansimando “non ci ho più capito niente… credo di sì, ma… potrebbe essere pipì… con tutta l’acqua che stiamo bevendo è praticamente sempre bianca… però ho goduto… oddio, vado a farmi una doccia, devo riprendermi”.
Ero rimasto sbalordito anche io… davvero aveva goduto così tanto da non capire se aveva pisciato o squirtato? Comunque l’avevo aiutata ad alzarsi. Mi ero dato una ripulita e poi ero tornato in camera. Avevo tolto le lenzuola. Lei era ancora in bagno. In qualche modo le avevo cambiate e poi mi ci ero addormentato sopra, nudo, esausto.
Rita era tornata, mi aveva dato una bottiglia d’acqua che avevo vuotato quasi alla goccia – e devo aver fatto tutto nel sonno, anche detto “grazie” mentre dormivo – perché poi quando mi ero svegliato era buio.
Rita dormiva ancora. Splendida BBW, nuda e formosa. Avevo il cazzo appena appena barzotto mentre la guardavo. Di solito, quando mi svegliavo e la trovavo ancora a dormire, mi veniva di marmo, e glielo strusciavo sul corpo per divertirmi.
Ma si vede che avevo dato già tanto quel giorno.
Avevo fame. Dovevo cucinare. Sempre nudo, mi misi in grembiule per non prendermi schizzi d’olio del soffritto. L’avrei tolto prima di svegliarla, con la cena pronta.

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