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SEGRETARIA PARTICOLARE. Cap. 1

By 19 Ottobre 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

SEGRETARIA SPECIALE.

Quando terminai l’università della Penn State mi trasferii a New York da un mio vecchio zio e la sua famiglia a cerca di un lavoro e opportunità. In realtà abitavo nel New Jersey e andavo ogni giorno a Manhattan a presentare c.v. in studi vari. Feci molti colloqui in pochi mesi non ottenendo niente. Passarono tre mesi e avevo rimediato solo lavoretti in pub e cucine di grandi ristoranti per paghe da fame. Lo zio era diventato poco accogliente con me e non vedeva l’ora che me ne andassi. Ci pensai su. Forse era il caso che me ne tornassi a G_ da dove venivo rinunciando al sogno della Grande Mela. Troppo cara per me, troppo cara senza un lavoro vero. Feci altri colloqui e decisi che se se entro 2 settimane non trovavo qualcosa di buono sarei tornato a casa con le mie poche affetti personali. Un colloquio fu molto particolare. Era un grosso studio di Tribeca, il Sluttemberg Associated e si tenne in un ufficio sulla 43th ed eravamo in 20 candidati molto giovani tutti: 17 donne e tre uomini. Particolare perché i primi minuti parlammo del mio curriculum, poi la tipa mi fece una sorta di test a domande multiple su situazioni strane, ipotesi, bivi, scelte, opzioni da barrare che andò avanti per più di mezzora, quindi mi chiese se facevo sport, se tenevo all’igiene intima, se ero di vedute aperte, se ero per caso gay(la tipa fece la premessa che lo studio era un grosso sponsor di un’associazione per i diritti LGDB di N.Y.) oppure etero. Risposi sorpreso.
AL solito mi dissero che si farebbero fatti sentire loro nel caso mi avessero scelto. Passò una settimana e poi mi chiamarono. Ero stato scelto, assieme ad un altro candidato per uno stage di una settimana. Solo rimborso spese con possibilità di assunzione prova alla fine. Ero felicissimo e accettai. Il lunedì mi presentai elegante nella sede dello studio e fui ricevuto da una donna che si presentò come Sally Divnes. Era sulla sessantina, lunghi capelli bianchi con punte nere, elegantissima, truccatissima, molto affascinante, con occhi color grigio, labbra larghe rosse, zigomi rifatti come il naso e un corpo tonico e slanciato sotto un tailleur nero gessato. Ero assieme a una ragazza giovane molto carina, anche lei assai elegante, Miriam l’altra stagista. Sally ci spiegò cosa dovevamo fare e alle 9,30 quando giunsero le altre associate dello studio fummo presentati anche a loro:
‘Mandy di Cincinnati’- una donna bionda in carne, capelli ricci biondi, bel volto gioviale, molto elegante in taier gessato anche lei, tacchi rossi, curve al posto giusto, attraente e con un bel sorriso-
‘Irisel di Londra est’ una nera ossuta, sui quaranta alta più di me sui tacchi, elegante pure lei con tailleur gessato, girocollo, perle, aveva la fronte ampia scura, bocca larga pitturata di rosa, quando sorrideva mostrava le gengive e aveva l’aria a dura, ad una di mondo, aveva un grosso anello di argento massiccio al medio e uno dorato all’indice-
‘Tania di Baton Rouge ‘ un’altra bianca in sovrappeso, sulla quarantinama molto profumata, molto elegante anche lei, capelli color nocciola, doppio mento, ma una bella bocca formosa colorata di marrone lucido, con un vistoso tatuaggio sul polso, gioielli di legno e corallo, dallo sguardo maialino e severo-
‘ed infine Ritaw di Denver ‘ una donna sulla cinquantina, dai tratti filippini, volto molto piccolo, occhi come fessure, assai elegante pure lei, molto professionale, ma con un tocco di esotico ed eccitante.
L’idea di lavorare con quelle 5 donne mi sembrò eccitante.
‘Allora, per questa settimana riceverete solo il rimborso spese, ma dalla prossima ‘ il fortunato di voi due che sarà scelto da noi 5, ad insindacabile giudizio, firmerà un contratto di prova con bonus di 200 dollari a firma. Se, in futuro, ci convincerà lo assumeremo. Mille dollari al mese fino a conclusione apprendistato. Poi 2500 con bonus di firma di 1000. ok?’ spiego Sally.
‘Sì’ rispondemmo all’unisono noi due. Quei soldi erano tanti. E facevano gola. La tipa, Miriam, la mia avversaria, sembrava molto determinata ed era molto qualificata come mi aveva spiegato prima di entrare precisando che aveva esperienza e un curriculum lungo una pagina di master e presentazioni varie di studi legali e finanziari. A giudicare dalle sue parole non avevo una possibilità.
Il primo compito fu fare delle fotocopie e poi distribuirle alle donne, Miriam invece fu messa ad un computer ad immettere dei dati. Alle 11 fui mandato a comprare del caff&egrave per le 5 donne. Ognuna lo voleva in modo diverso: tazza grande, senza schiuma, con panna, con caramello, ecc. ‘Impara bene ogni singolo caff&egrave ‘ mi fece Tania con dito alzato ‘ a memoria intendo, domani non lo ripeteremo, ma tu dovrai portarceli così come oggi!’ ‘Ok, sarà fatto!’Scesi di sotto mi scrissi le ordinazioni su un foglio e comprai i caff&egrave. Quando tornai Miriam era nella stanza di Sally a scrivere qualcosa. Io ai caff&egrave e lei già con la capa? Si metteva male. Alle 1 ci fu la pausa pranzo. Anche quella volta ricevetti le ordinazioni dalle donne e Sally disse di prendere anche quella di Miriam e mangiare qualcosa io, al bar. Lo feci e tornai presto su. Servii i pranzi alle donne che mangiarono nella parte dell’ufficio dove c’era un microonde, un frigobar e un tavolo ampio. Miriam pranzò con loro, le sentivo ridere e scherzare mentre io rimasi seduto in disparte. Dopo feci altre fotocopie e mi fu spiegato come rispondere al telefono e passare i messaggi, mentre Miriam era al computer di Sally. Alle 5 ci congedarono. Mentre ci salutavamo davanti alla stazione metro, Miriam, che attendeva il fidanzato, mi disse cosa aveva svolto, tutte mansioni importanti. Era sicura di sé. Era anche molto carina.
Il giorno dopo fu una replica del primo: fotocopie, caff&egrave, telefono, pranzo e ancora telefono per me, mentre Miriam si occupava di dati e scherzava con le donne.
Anche i giorni seguenti furono uguali. Pensai che i giochi erano chiari: per loro io non ero all’altezza mentre Miriam sì. E allora perché mi avevano convocato? Perché non mi facevano fare altre cose oltre al fattorino e telefonista? Mistero.
Il venerdì Sally ci riunì in una stanza con le altre donne. Ci fecero sedere al centro.
‘Dunque la settimana &egrave passata. Voglio dire grazie ad entrambi. Bravi. Ma qui in mano ho l’assegno per questi 5 giorni e un contratto per il futuro.’
Io ero rassegnato. Era chiaro che avrebbero scelto lei. Miriam gongolava e la luce nei suoi occhi pregustava la vittoria.
‘La decisione non &egrave stata difficile.’
Ok. era chiaro. Mi preparai ad alzarmi e salutare.
‘Questo &egrave per te’..Miriam…’e gli dette l’assegno. Lei ci rimase di merda. Si alzò di scatto. Incredula. Tremava. Furiosa.
‘…ma come???!!! come?!!??? Io sono’.lui non ha fatto niente. Solo portare i caff&egrave! Siete matte tutte quante?’ disse stizzita.
‘No, cara. Prendi questi soldi e vattene. Addio.’ fece Sally. Era decisa. Aveva fascino e forza. Era una donna arrivata. Sicura di sé. Sorrideva. Miriam prese l’assegno e uscì veloce dalla stanza. Ero senza parole. Ero sorpreso. Quindi mi prendevano a lavorare con loro? Mille dollari e i bonus? Incredibile.
‘Allora carino’.firmi?’ fece Sally sventolandomi davanti il contratto. Le donne mi si fecero vicino. Belle, profumate, sexy, signore mature. Arrivate. Ricche. Ero confuso. Arrossii.
‘Certo! Grazie! Non ve ne pentirete!’
‘Oh, vediamo, un mese di prova’.non sarà facile’.ma tu hai l’attitudine giusta vero ragazze?’
‘Yesss’ risposero in coro e mi dettero tutte dei baci di benvenuto. Il loro profumo mi inebriava e quei corpi di donne, caldi, morbidi e sexy sotto i tailleur mi confondevano piacevolmente.
‘Firma!’ fece Sally ed io senza neppure leggere il contratto firmai.
Altri baci e complimenti.
‘Adesso puoi andare, ma ricorda. La parte difficile arriva adesso. Vogliamo ubbidienza. Totale. Dedizione ed eseguire ordini da segretaria. Sarai una segretaria particolare. Vedrai!’
‘Segretaria?’ chiesi io stupito.
‘Sì, la nostra segretaria particolare ‘ fece Irisel col suo accento particolare, prendendomi la faccia e fissandomi negli occhi ‘ vedrai ti piacerà. Ma devi fare tutto quello che diciamo noi. Il contratto l’hai firmato. Devi solo superare la settimana di prova, quella più difficile e complessa. Te la senti? Altrimenti via, aria!’ aggiunse.
Pensai ai soldi, tanti. Ad un lavoro che mi pareva semplice, anche se quelle donne facevano pensare ad altro. Annuii.
‘Bene, vai ora! Tieni ‘ e Sally mi allungò due pezzi da 100 $ – divertiti nel weekend e lunedì torna, deciso, motivato, ubbidiente!’ presi i soldi e ringraziai. Ritaw mi dette una pacca sul culo ed uscii dalla stanza.
Felice andai alla metro. Ero anche preoccupato per tutta quella situazione, ma diamine! Erano un sacco di soldi. A casa offrii allo zio e famiglia una cena dal libanese all’angolo. Spesi più di 100 $ ma ero contento. Avevano fatto molto per me.
‘Zio…forse…se tutto va bene’.presto andrò via da qui. Grazie di tutto!’ dissi alla fine.
*
Il lunedì mi presentai puntualissimo all’ufficio. Sally mi fece sedere al tavolo del telefono. Blocco appunti e una console con 5 bottoni. Ogni bottone era per una delle donne. ‘Buon lavoro!’ fece Sally e se ne andò.
Risposi a un paio di telefonate in poco meno di un’ora. Quindi si illuminò il bottone di Mandy e corsi da lei.
‘Entra cara. Oggi inizia il training camp non deluderci. ‘
‘No, Signora. Che posso fare per lei?’
‘Calati i calzoni e togliti le mutande.’
‘Cosa?…io’?’
‘Andiamo! Fai come ho detto. Ho qualcosa per te!’
‘Ma io…cio&egrave…’
‘Ehi carino, vuoi il lavoro o no? So che abiti con tuo zio e non hai un soldo…vuoi perdere questa possibilità eccezionale? No? Bene, spogliati. E vieni qua!’
‘..io…’
‘Vuoi andartene ora? Alla prima prova. Questo &egrave niente..ma vedrai starai bene da noi’ e sorride maliziosa.
Sono pietrificato. E ora? Che devo fare? Tremo. Se me ne vado perdo soldi e sogni. Torno a casa. Se resto? Che vogliono da me? Che segretaria particolare? Mi spoglio come chiede?
Rimango fermo, Mandy mi scruta. ‘Allora?’
inizio a spogliarmi. Tremo. Che cosa accadrà? Sto passando un confine? Mandy sorride. &egrave tonda, ampia, genrosa di seno, la trovo persino bella. Profuma di costoso. Veste elegante. &egrave sicura di sé. Continuo a spogliarmi. Pantaloni. Mutande. Vieni vicino mi ordina. Vado, lento, impaurito. Lei mi fissa il cazzo. Lo sfiora. Brivido di piacere e imbarazzo. Sono in mutande nella stanza del capo. Di Mandy che sorride beffarda. Da una borsa prende delle mutandine rosa. Un tanga. ‘Indossale e portale tutto il giorno!’
‘…ma cos
‘Avanti. Fallo!’ e mi dette le mutandine. Le presi in mano, tremavo. Lei invece era serena, bella, grossa. Padrona di sé. Io no, tremavo. Lentamente mi infilai le mutandine. Mi stavano strette e il filo nel culo mi dava fastidio. Lei mi fece girare un paio di volte, lenta. Umiliato, ero rosso di vergogna. Mi sfiorò ancora il pacco. ‘Che carino.ti stanno benissimo. Girati ancora!’ e mi fece voltare. Mi dette due pacche sul culo. Forti. Decise. Ahiii feci
‘Oh’.siamo già alle molestie del capo sulla segretaria?’ disse Mandy ridendo.
‘Ok. Mettiti i pantaloni e vai a prendere i caff&egrave &egrave ora. Sai come &egrave il mio vero?’
”.sì’.lungo, caramello e panna, caldo’
‘Bravo!’
Andai fuori, per strada, in mezzo alla gente. Affaristi, brooker, donne in carriera, fattorini, ecc. ero confuso ed eccitato. Portavo delle mutande da donna sotto i pantaloni. Mi incamminai sorpreso da me stesso. Pensai anche ai soldi. Cavolo erano tanti!
Con i caff&egrave tornai di sopra e li ditrubuii alle donne. Quando entravo tutte ridevano maliziose, forse sapevano. Certo che sì!
Quando detti il caff&egrave a Irisel lei mi disse di fare un giro su me stesso. Obbedii e lei mi tastò il culo con forza, ma piacevole. Aveva delle belle mani, grandi, calde. ‘…tanga rosa di Mandy scommetto?’
‘Ehm sì’.’
‘Inizia sempre così la Mandy…il tipo che ha provato prima di te &egrave scappato quando le ha viste’.’
Sorrisi.
‘Che scemo…non sa cosa si &egrave perso’..vero bellino? Vai adesso. Esci devo lavorare!’
Tornai alla mia postazione.
All’ora di pranzo fui mandato a comprare il cibo. Lo servii nella stanza addetta e chiesi se potevo pranzare con loro.
‘Troppo presto, carina’.manco sei assunta e hai richieste? Fila di la e niente cibo!’ fece Sally e mi requisì il panino al tacchino.
Tonai alla mia postazione senza pranzo.
Mandy mi chiamò ancora prima della fine.
‘A casa voglio che tu porti sempre queste mutandine. Se te le togli me ne accorgo e ti sculacciò!’ disse ridendo. Pensai scherzasse. ‘Ok, altro Signora?’
‘No, puoi andare. Ma prendi!’ e mi allungò 20 $. per te. ‘
‘MA
‘Vai.’
*
Il giorno dopo Mandy mi chiamò subito nel suo ufficio. ‘Spogliati’ Non avevo portato le mutande anche a casa, erano scomode e strette, ma pensai che non se ne accorgesse.
‘Su, muoviti..giù i calzoni’
obbeddi. Ancora una volta i miei pantaloni caddero nella stanza della boss.
‘Ehi! Ti avevo detto di portarle tutto il tempo!’ e mi dette uno schiaffo.
Indietreggiai impaurito.
‘Vieni qua, scemo! Pensavi di fregarmi? Dovevi avere un segno rosso qui e qui..’ disse dopo avermi afferrato per i fianchi, tirato le mutandine e bloccato il mio culo fra le sue mani. Rapida, agile. Mandy era grossa, grosse tette, grossi fianchi, grossa faccia, grosse mani. Mi teneva fermo. Mi divincolai ma mi arresi subito. Avevo capito che lei era più forte di me e mi teneva per le palle. ‘Adesso ti becchi la sculacciata per non aver eseguito un ordine!’ mi prese, mi buttò giù quindi mi rialzò posizionandomi sulle sue gambe a ponte, con il culo in aria e il ventre appoggiato alle sue ginocchia.
‘Ehi…ferma..noooo provai a dire ma il primo sculaccione arrivò secco e forte. Poi un altro e poi due di seguito.
Urlai di dolore e mi vennero le lacrime agli occhi. Provai ad alzarmi, ma era impossibile, Mandy mi teneva stretto e fermo. Alti due colpi. Poi tre in rapida successione. Gridavo di dolore. Entrò Ritaw e senza essere sorpresa da vedere lo stagista-segretario mezzo nudo sulle ginocchia della collega che lo sculacciava, fece: ‘Non ha rispettato l’ordine di tenere le mutandine, scommetto…’
‘Infatti, ma non lo farà più, vero?’ e mi dette quattro colpi secchi, duri, forti che mi fecero urlare.
‘Smettila! Le segretarie non piangono!’ disse Ritaw, poi passò un foglio a Mandy, mi dette un pizzicotto sul culo segnato dai colpi dell’amica e uscì.
Mandy mi sculacciò di nuovo poi mi fece rivestire con le mutandine ancora indosso, ma prima mi dette altri 20$ e mi disse di andare da Tania.
‘Ha qualcosa per te!…’ e mi congedò. Col culo in fiamme andai da Tania che mi attendeva con delle forbici piccole in mano e una ciotola con acqua, del sapone da barba e una lametta.
Mi misi a frignare dalla paura.

(devo continuare? scrivete a dorfett@alice.it) ‘Allora…vieni avanti…su non avere paura…che sono quelle lacrime…vieni qua…’ mi fece con una voce calma e dolce. Lentamente, tirando su col naso, andai da lei.
‘Ecco…bravo…vieni qua…’ la raggiunsi, ero smarrito. Pensai: adesso dico che me ne vado. Ma poi? Domani sono di nuovo senza lavoro e me ne dovrò tornare a casa come uno sfigato. La guardai.
‘Siediti..a questo ci pensiamo dopo..- e ripose le forbici e il resto -…dai’.sorridi’.sei un ragazzo così carino…e dolce’..
‘…ma io
‘Shhhhhh ‘ e mi mise una mano sulla bocca, era calma e rassicurante, una bella donna nonostante i kili di troppo e il doppio mento – ‘.stai calmo’.rilassati…ecco..così ‘ e mi mise un braccio attorno al collo e poi, con un gesto materno, sereno, mi spinse la testa contro il suo petto ampio, palpitante, profumava di buono e sentivo quel seno grosso e morbido contro la mia testa – ‘.non preoccuparti…andrà tutto bene…devi solo fare quello che ti diciamo…vedrai…sarà bello, ti piacerà – mi parlava da sopra la testa che affondava in quel seno ampio, matriarcale, morbido -‘.e poi…se asseconderai i nostri capricci avrai i tuoi vantaggi: regali, soldi, sicurezza, tranquillità’.dai’.rilassati’. – e mi massaggiò la testa con una mano, mentre l’altra mi toccava il petto, andava su e giù sul mio corpo, era una bella mano profumata e ingioiellata, mi piaceva sentirla sopra di me, mi sbottonò la camicia e mi toccò il petto nudo con la mano, mentre con l’altra mi cullava la testa affondata nel suo seno -‘.ecco…così…bravo…non piangere…vedrai che starai bene con noi. Certo siamo birichine e capricciose, ma starai bene qui’.ti vogliamo già bene…sei così efficiente…sei modesto e sempre in ordine’..hai disubbidito a Mandy, vero? – mi alzò la testa sempre tenendo una mano sul mio petto, io annuii, lei mi toccò una coscia, iniziò a far andare una sua mano sulle mie gambe, mentre l’altra toccava il mio corpo più in alto – ‘.non si fa!, ma sei ancora in rodaggio, capisco’.non preoccuparti…poi ti verrà più facile…capirai…ubbidirai subito..vedrai’ – e mi toccava l’interno delle cosce con entrambe le mani, fino a sfiorare il mio membro che era già diventato duro – ‘.capito..piccolino? Fai quello che ti diciamo e starai bene con noi’. – disse toccandomi il pacco, poi mi dette un bacio sulla fronte, lasciandomi il segno delle sue labbra sulla pelle ‘ ok, ragazzina?’
”.sì’.Signora Mandy’..sì…ecco…io..’
‘ Ok. Basta così, ho capito. Adesso però tocca a me a giocare’.sai cosa non amo, signorina?’
‘Cosa, Signora?’
‘I culi pelosi…no ‘ e rise ‘ proprio non mi piacciono…e gli uomini hanno peluria attorno al loro buco del culo e persino nella parte finale di esso. No, non mi gusta. Adesso togliti le mutande e ti depilo io…’
‘..no…ecc
‘Zitta, segretaria! Cosa ti ho detto prima? Obbedisci e tutto andrà bene!’
‘Ok’ ero eccitato stranamente e non volevo perdere il lavoro. Annuii e mi spogliai. Lei mi fece voltare su di me un paio di volte fissando le mie parti basse.
‘Come pensavo, peli, peli…oh! Come li odio! Via! Per fortuna non sono molti…comunque…diamoci da fare…tu, segretaria, mettiti in ginocchio su questa sedia, con il culo rivolto a me e stai ferma!’
imbambolato feci quanto ordinato e mi trovai ad attendere. Prima Tania prese dei guanti e poi le forbici, infine, lentamente, prese a tagliarmi i peli più grossi attorno alla base del culo, interno coscia, lenta, abituata, dolce come una mamma premurosa, non sentivo niente.
‘…brava…così…non muoverti, faccio in un attimo..’
Poi prese a passare della schiuma da barba su dove prima era passata con le forbicine. Con mano ferma e sicura mi passò con la lametta da barba, era abile e non mi faceva male, solo un leggero calore.
‘Così, brava’.non muoverti’.ho quasi finito qui…’ e continuò con la lametta, leggera e abile. Tolse così i peli attorno al culo.
‘Oh, guarda già meglio! Che bel culino da segretaria particolare che hai…anche le mie colleghe apprezzeranno!’ mi dette poi un paio di sculaccioni forti e mi ordinò di voltarmi. Il culo mi bruciava un poco.
‘Ti metto questa crema. &egrave roba speciale svizzera. Costa 300$ a tubetto, ma &egrave una cosa favolosa. Non ti prederà. Vedrai.’
‘Grazie, Signora…’ dissi e lei mi dette un bacetto sulla guancia mentre mi passava il gel fra le cosce, sotto il culo, fra lo scroto. Ero eccitato e lei lo vedeva bene.
‘Adesso anche le palle e attorno al cazzo. Anche lì via i peli!’
‘..ma…’
‘Shhhh’..zitta’.tu devi solo stare ferma e lasciare fare a me.’
Prima le forbici che tagliarono i peli più lunghi attorno alle palle e alla base dell’uccello, poi con la schiuma attorno al cazzo, Tania toccava e lisciava, mi metteva la schiuma e giocava con me, il suo doppio mento ballava, ma era ricca, bella a suo modo e la mia capa.
Finì il lavoro con calma, parlandomi con la sua voce del sud. Era rassicurante. Quando lavora attorno alle palle mi fa quasi il solletico. Ridiamo assieme. Mi fa l’occhiolino. Immagino di scopare con lei, con Tania una delle donne che mi danno da lavorare. Immagino il suo corpo abbondante sotto di me mentre me la scopo, infilando il mio uccello nella sua figa che immagino grossa, gonfia, larga, calda. Tania forse intuisce i miei pensieri e mi strizza ancora l’occhio, quindi mi scompiglia i capelli con un fare materno e socievole.
Guardai il mio uccello senza peli attorno. Rosso sulla pelle, eccitato.
‘Brava. Visto? Nulla di cui preoccuparsi…e guarda come &egrave carino’.ok. Ascolta. Per me oggi siamo a posto. Mettiti il gel e porta le mutande che ti ha dato Mandy. Lavale ogni giorno ed indossale. Ora va a prendere i caff&egrave e poi torna al tuo posto al telefono.’
Annuii. Poi mi rivestii di fretta e scesi di sotto per andare al bar. Il grattacielo dove si trovava la sede della Sluttemberg Associated si stagliava nel cielo grigio e carico di pioggia. Lo studio ero al 53esimo piano. In strada tirava vento, sotto i pantaloni avevo un tanga da donna stretto, il culo e il cazzo completamente depilati. Ero intimorito ed eccitato allo stesso tempo. Comprai i caff&egrave con le varie opzioni delle mie ‘donne’ e tornai di sopra.
In effetti Tania non mi chiamò più per quel giorno che trascorsi fra telefonate, il pranzo che le donne consumarono da sole nelle proprie stanze e delle fotocopie. Per quanto avessi svolto solo compiti minimi e subito prove particolari da quelle donne, ero consapevole che il loro giro d’affari era notevole, le telefonate proveniva da mezzo Mondo: Asia, Arabia saudita e Los Angeles in particolare, ma erano numerose e di uffici importanti, inoltre le donne lavoravano sempre molto, sempre al computer e al telefono. Per quanto potevo capire ognuna di quelle donne valeva centinaia di migliaia di dollari e ne producevano milioni.
Il giorno dopo fu la volta di Irisel. Fui infatti chiamato nel suo ufficio e la trovai sopra la scrivania, le lunghe gambe accavallate, gambe eleganti, affusolate, lunghe e sexy, che mi sorrideva sorseggiando un bicchiere di vino.
‘Oh, eccolo qua…vieni’.carino…vieni qua”.fatti guardare..’
Andai da lei. Mi toccò il volto e poi il colletto della camicia.
‘Come ti trovi qui da noi?’
‘Bene..ecco
‘Bravo. Lo sapevo. Ho capito subito che sei uno sveglio. Sveglio e ubbidiente. Vero?’
‘E…io..
‘Oh, non parlare…hai un volto così carino quando stai zitto. Gli uomini sono stupidi, non dovrebbero parlare. Concordi?’ e mi toccò i pettorali sopra la camicia con entrambe le mani, un tocco approfondito, come se io fossi un giocattolo nelle sue mani.
In effetti mi sentivo così.
Annuii. ‘..si Signora Irisel…meglio se sto zitto.’
‘Bravo’- e mi dette un piccolo bacetto sulla guancia..- sei carino così. Vieni qua..’
E scese dalla scrivania tenendomi una mano sul petto.
Era più alta di me. Era una donna di colore dai tratti molto caucasici e quando rideva le gengive si vedevano bene. Mi prese i fianchi e mi disse:
‘Togliti i pantaloni e vieni a sedere qui da me..’ così si allontanò da me per sedersi su una poltroncina bassa della sua stanza.
Mi tolsi i pantaloni e le scarpe, rimanendo in camicia, cravatta e giacca. E calzini.
Lei rise vedendo il mio tanga da donna e il mio uccello depilato.
‘Che carina’.stai bene’.vieni qua!’ e si dette una pacca sulle ginocchia per indicarmi la posizione. Lentamente andai da lei. Mi sentivo ridicolo mezzo nudo a quel modo, ma anche un poco eccitato.
‘Anzi, fammi una cortesia,c arina…riempimi quel bicchiere di vino e portamelo.’
Annuii. E d esegui l’ordine.
‘Tu bevi vino?’
‘No, Signora’
‘Fai bene. Il vino non va bene per le segretarie particolari. Da loro alla testa e poi combinano stupidate..ah ah’ e rise di gusto. Anuii.
Lei mi fece segno di sedermi sopra di lei. Mi accomodai sulle sue ginocchia.
‘Oh, sei leggero…bravo…mantieniti in forma! Odio le segretarie grasse!’ e mi dette uno schiaffetto sulla faccia. Annuii.
‘Bene. Vedo che Tania ha fatto il suo giochetto preferito. Lei odia i peli. Quindi ricapitolando: io odio i grassi, Tania i peli e Mandy le bugie…ricordato bene. Scoprirai poi cosa piace o non piace alle altre. Impara e regolati di conseguenza’
Annuii.
‘E sai cosa piace a me?’
Scossi la testa.
‘I ragazzi. Oh, amo i giovanotti come te. Giovani. Acerbi. Che hanno da poco finito l’università. Il mio ragazzo, Drekk, ha terminato la St.John’s giusto la primavera scorsa. Mi piacciono giovani! A noi tutte qui, piacciono giovani!’
Annuii.
Irisel mi toccava il cazzo senza peli alla base. Stavo sopra di lei.
‘Gli uomini giovani sono migliori. Più sinceri e più reattivi. Sally poi’.lasciamo perdere’ – e mi toccava la pancia facendo scivolare la sua mano profumata e piena di anelli e bracciali sul mio ventre e poi sul mio sesso -‘..vedrai…se sarai bravo per te ci sarà posto qui’- e mi stringe il cazzo -‘.alzati adesso fammi vedere il sedere!’ e mi fa alzare di scatto, inciampo e cado a terra.
‘Oh, ma che fai stupidina!???’
mi fa rialzare e mi fa girare su me stesso affinché le mostrassi il culo pulito e senza peli.
‘Bel lavoro. Tania ha una mano d’oro. Bene hai un bel culetto bianco, amica mia’.a noi piace il culo dei ragazzi’.vedrai!!’ e ride di gusto.
‘Però scommetto che piaceresti anche al mio Drekk. Una sera, se resti qui con noi, ti invito a casa mia. Così lo conosci!’
Annuisco.
‘Ok, puoi rivestirti. Ma non hi finito con te.’
Mi rimetto pantaloni e scarpe.
‘Adesso vieni qua. Accendi lo stereo. Passami il vino e inginocchiati ai miei piedi!’
lei si siede sulla grossa sedia alla scrivania, reclina indietro la schiena e si rilassa. Io eseguo i suoi ordini. Le porto il bicchiere. Accendo lo stereo, una musica jazz fusion dai ritmi africani parte e riempe la stanza. Mi inginocchio ai suoi piedi.
‘Adesso voglio un bel massaggio alle mie estremità, una cosa lunga e rilassante. Hai tutta la mattinata fino alla pausa caff&egrave. Sappi che se non mi piacerà rimarrai qui tutto il giorno!’
la guardo da sotto, in ginocchio. Le sue belle e lunghe gambe nere con le calze a rete. Lei sorride e si vedono le gengive. Allungo le mani sulle sue scarpe di vernice nera con un lungo tacco e le tolgo lentamente. Tocco i suoi piedi. Mi giunge un odore pungente di sudore e pelle afro. Mi piace. &egrave bello intenso e femminile. I piedi di Irisel sono lunghi e grossi. Inizio a massaggiare con calma, inventandomi sul momento, lei sembra gradire. Si rilassa, si allunga sulla sedia da boss, beve il vino, fuori le nuvole del cielo e altri grattacieli della città, dentro noi due, io in ginocchio che massaggio dei piedi di una donna che &egrave la mia capa.
Il mattino successivo era il turno di Ritaw. Infatti poco dopo le nove il suo interno trillò e mi precipitai da lei.
Era vestita da lavoro col suo tailleur gessato, tacchi, volto truccato. Mi accolse con un sorriso:
‘Allora, sono oramai dei giorni che sei in prova con noi, Mandy, Irisel, Mrs.T e oggi io’..ok…iniziamo’.spogliati!’
Non pensai neppure di dire di no o roba del genere, iniziai a spogliarmi, togliendomi prima scarpe, calzoni e rimanendo col tanga di Tania.
‘Oh, vedo che le mie amiche hanno fatto il loro lavoro come al solito..bene…che bel culetto liscio…e bianco ‘ lo pizzicò -…che carino…bene…togliti il resto e poi le mutande.’
Feci quanto ordinato, rimanendo nudo, il tanga a terra.
‘Bene, adesso indossa questo!’ e mi consegnò una maglietta bianca, degli slip da uomo e un cappello da hostess.
Annuendo mi vestii come desiderava Ritaw. Quando fui pronto lei mi fece fare un paio di passi tenendomi per mano. ‘Oh, che carino’.bene’.la giornata &egrave lunga. Vedi questa?’ e mi mostrò una chiave. Quindi chiuse la porta con quella chiave e se la mise fra le tette chiare.
‘Nessuno ci disturberà. Metti anche questo. Bene al ventre così!’ e mi passò una cintura con dei campanellini tondi che facevano un gran rumore. Legò il tutto. Quindi mi guardò ancora.
‘Dai, iniziamo. Ascoltami bene &egrave semplice: questi campanellini devono essere sempre in movimento. Devo sentirli. Sei stai facendo qualcosa bene, essi si muoveranno da sé, se invece sarei inattivo perché non devi svolgere nessun compito da me impartito, dovrai metterti a ballare per me muovendo i fianchi e fcendomi sentire lo scampanellio. Capito?’ e mi dette uno schiaffo.
‘Sì..sì credo di sì Signora..’
lei si mise a sedere e mi guardò.
‘Allora? Non hai detto di aver capito?’ mi fece con durezza.
Io allora ricordai e mi misi a d ondeggiare i fianchi, alzando le braccia e facendo scampanellare. Era un suono continuo, vibrante, leggero tutto sommato, piacevole. Ma per produrlo dovevo muovermi di fronte a lei, imbarazzato. Lo feci e andai avanti così ondeggiando per lei che sorrideva divertita.
Passai alcuni minuti a muovermi ridicolo a quel modo.
‘Ok. Adesso preparami quelle carte lì. Muoviti!’ ordinò e mi indicò una sedia con dei fogli sopra.
Mi misi a lavorare. Ero scomodo, ma era un compito semplice e muovendomi per scrivere producevo il suono che lei voleva.
Ritaw svolgeva il suo lavoro.
Alle dieci mi fece rivestire e uscire per i caff&egrave.
Consegnai i caff&egrave ad ognuna.
Sally mi fermò mentre uscivo dal suo studio.
‘Domani tocca a me. Sei pronto carino?’
‘Oh…spero di sì, Signora..
‘Sei stato bene fino ad ora. So delle altre. Ma le altre non sono io. Giusto?’
‘Credo di sì
‘Credi?’
‘…oh…eccco…veramenteee’.io…insomma’.mi vergogno..
‘No, carina, dimmi tutto. Tanto lo so. Lo so da come mi guardi.’ e ammiccò divertita. Bella era bella, con quel volto radioso, gli zigomi alti, la bocca larga e rossa, il naso rifatto, le tette enormi sotto il tailleur gessato.
‘…ecco…io’
‘Dai. Carina…dillo a Sally. Dillo alla tua capa!’
‘..io’.cio&egrave’.penso che lei sia la più bella…ecco’.lo dico. Lei &egrave la più bella. Lo giuro.’
‘Che carino’.vai…adesso…torna da Ritaw…non ha ancora finito con te’.le palline che suonano immagino…vai’.corri’.e domani…domani sarai mio!’
Tornai da Ritaw eccitato.
Lei mi guardò. ‘Cosa posso fare, Signora?’chiesi dopo essermi tolto i pantaloni e tutto il resto, rimanendo in slip, maglietta e cintura con quelle piccole capsule metalliche legate in vita. Mi rimisi anche il cappello da hostess che mi stava stretto in testa.
‘Intanto non ti stai muovendo e non sento le mie adorate campanelline..’e mi dette uno schiaffo.
‘Scusi Signora…’ e mi misi ad ondeggiare in mezzo all’ufficio. Questo calmò Ritaw. Tornò al suo lavoro mentre io rimasi in mezzo all’ufficio ad ondeggiare affinché sentisse quel suono. Ritaw trafficò al computer poi fece un paio di telefonate. Una a Tokyo, l’altra a Singapore. Io mi muovevo ondeggiando mezzo nudo. Quel movimento era continuo e il suono delle campanelline piacevole anche per me, per quanto sudassi a muovermi senza fermarmi. Mentre parlava con un’amica di una festa del fine settimana, Ritaw venne da me, mi passò la mano sulle cosce che vibravano, il suo tocco era leggero e setato, sentivo le sue unghie che percorrevano l’interno delle mie cosce, io continuavo ad ondeggiare, lei parlava e mi toccava. Ero nervoso ed eccitato. Sudavo per quel movimento al quale ero costretto da molti minuti oramai. Ritaw mi sorrise, mi toccò l’ucello che era un poco eccitato.
‘Senti che abbiamo qui’.’ disse al telefono e mi strinse lo scroto sotto le mutande con un tocco desico. ‘Devo andare cara, ci sentiamo. Ciao’ mi afferrò le palle e giocò con esse. Era accanto a me. Profumava di donna di classe, era affascinante nel suo fare deciso e da datore di lavoro. Respiravo più forte, ero eccitato, tornò a toccarmi le cosce con la mano. Io ondeggiavo. Mi muovevo per lei. Le campanelline producevano il rumore che lei voleva, mi toccava e mi soffiò in un orecchio. Feci una smorfia di piacere. ‘Oh, birichino…bravo..continua a muoverti…lo voglio..’ quindi mi leccò l’orecchio. Era bello ed eccitante. Mi muovevo ma ero come paralazzito. Ero preso dalla situazione il mio uccello si ingrossò. Lei continuò a leccarmi l’orecchio. Sentivo il suo profumo e la sua lingua bagnata e calda. Ero eccitato. Smisi di muovermi e lei mi dette uno sculaccione forte.
‘Scusi, Ritaw!’ feci. ‘..scusi sono stanco..’ ‘Ok, fermati. Esci e vai in bagno e pulisciti bene il culo, voglio giocare con quello, signorina segretaria..’ e mi pizzicò il culo.
‘Eh?’ feci, ma mi beccai un’altro sculaccione. ‘VAI!’
uscii dall’ufficio in mutande, sudato, con le campanelline che si muovevano. Mandy che aveva la porta aperta mi vide subito e rise. Tania stava bevendo un th&egrave, mi vide e mi dette uno sculaccione sul culo mentre passavo. Entrai in bagno e mi detti una rifrescata al sedere come meglio potevo. Ero in ansia e stanco di quel giocare. Ma pensai ai soldi che avrei ricevuto per quel lavoro. Non potevo mollare.
Tornai da Ritaw che mi dette una guardata al posteriore, lo palpò, passò un dito in mezzo alle mie chiappe depilate e lisce. ‘Bene. Ecco. Mettiti in ginocchio.’ lo feci.
Andò ad un cassetto e prese una candela rosa.
‘Adesso allungati, metti le braccia in avanti, così ‘ e mi strattonò in basso ‘ la shiena giù, anche la testa, spicciati signorina, ora alza il culo, così, andiamo!’ e mi dette un paio di sculaccioni forti.
‘Ora ficco questa candela nel tuo culo e l’accendo’
‘NOOO…si fermi la prego!!!’ urlai e feci per alzarmi, ma Ritaw mi tenne giù: ‘Dove pensi di andare, segretaria! T fai quello che vogliamo noi, che voglio io!’
‘Mammaaaaaa…io’.noooo…la prego..no…ho paura..:’ frignai.
‘Zitta! Alaza il culo o ti caccio la candel ain bocca e te la faccio mangiare tutta!’ e mi mollò uno schiaffo.
Alzai il culo come ordinato.
‘Adesso ci siamo..stai ferma…fammi sentire…sì un pochino &egrave aperto…brava…farà meno male…ecco…ci sputo sopra…meglio…&egrave meglio per te…vero?’
‘…e..
mi dette uno schiaffo.
‘…sì, meglio…grazie…’ dissi nelle lacrime.
‘Ecco’.ancora un po’ di saliva’.bene’.ferma…ecco..- e sentii penetrarmi con la candela ‘ ecccoooo ci siamo…ferma…ferma…ecco’..tutto quello che basta ‘ e mi strizzò le mele, sentivo la candela nel culo ma non era così fastidiosa come temevo ‘ eccooo ora l’accendo..ferma così non muoverti…accesa…che carina! Che bella candela nel culo..’
Si alzò e andò alla porta. Fuori le altre signore stavano a guardare, già convenute, io le sentii parlare, ridere, prendermi in giro, non alzai gli occhi per la vergogna. Stavo lì per terra in ufficio di classe di New York e avevo una candela accesa ficcata nel culo.
‘Oh che carino. Ti faccio una foto, ecco, che bella luce’.che culetto…’
‘Foto? Io faccio un video…sì…guarda…che carina la nostra segretaria’.’ sentii le donne deridermi e Ritaw mi dette un paio di sculacciate.
Sotto piangevo. E tremavo.

(PER commenti, suggerimenti, critiche e altro scrivetemi a dorfett@alice.it) Le sentii avvicinarsi a me, deridendomi, sbeffeggiandomi, sentivo i loro profumi intensi di donne arrivate, ricche, potenti, mi toccarono, palparono, sculacciarono. Io tremavo e mi sentivo ridicolo: nudo, a terra, una candela accesa ficcata nel culo. Tremai.
Poi deve aver perduto conoscenza perché mi risvegliai su un letto di ospedale, una flebo nel braccio e in una stanza con delle luci al neon basse.
‘..ehi!’ feci, ma mi girava la testa.
Mi guardai intorno, la stanza era larga, c’ero solo il mio letto e quello accanto vuoto. Trovai dell’acqua e la bevvi. Nel mentre entrò un’infermiera, carina, bassa, una coda di cavallo bionda spuntava da sotto la cuffia:
‘Ah, ti sei svegliato, bene, chiamo il dottore per una visita’
‘Dove mi trovo?’
‘Al Beth Leavitt Hospital sulla 19th strada.’ e mi sorrise.
‘Ah, ecco, io non
‘Non si preoccupi, lei &egrave ospite delle Signore della Sluttemberg Associated!’ e uscì dalla stanza.
Rimasi stupito, il Beth Leavitt era una delle cliniche private ospedaliere più costose di New York, io in quel posto non potevo permettermi neppure una sedia nel corridoio. Ma Sally e Ritaw e le altre, sì.
Bevvi l’acqua. Tornò l’infermiera con il dottore.
‘Come va?’
‘Oh, bene, mi gira un poco la testa, ma bene, direi.’
‘Ottimo. Lei non ha subito nessun danno, &egrave solo svenuto, niente di grave, abbiamo fatto già gli esami, tutto regolare. Le misuro la pressione’
e lo fece. Era un dottore giovane, elegante, profumato.
‘Tutto nella norma. Adesso lei si riposa ancora un poco. Più tardi le serviamo una bella colazione e dopo potrà tornarsene a casa.’
‘Grazie. Dice solo svenuto?’
‘Sì, il resto &egrave ok non si preoccupi’
‘Anche…ed indicai il mio posteriore.
‘Anche lì tutto bene, qualche escoriazione, lieve. Bene, si riposi. Addio Signore.’
E mi tese la mano, la strinsi e lui se ne andò lasciancomi con la bionda.
Mi rimboccò le coperte e spense la luce del comodino, mi sistemò il cuscino e si mise seduta sulla poltrona con una rivista in mano.
*
Quando mi risvegliai feci colazione, abbondante e ottima. L’infermiera mi portò poi i vestiti, firmai delle carte e mi condusse all’ascensore. Ma arrivò Ritaw che mi vide: ‘Ehi, caro. Stai bene?’
‘Sì, grazie. Sono svenut
‘Non preoccuparti. L’importante che sia tutto a posto. Nessuno saprà niente. A parte noi..’ e mi fece l’occhiolino. Uscimmo dall’ospedale e in taxi Ritaw mi riportò a casa dallo zio.
‘Abiti qui dolcezza?’
‘Ehm, sì, cio&egrave mio zio..
‘Lasciamo perdere. Fra una settimana avrai un appartamento tutto tuo a Manhattan. Ce l’hai quasi fatta,’ e mi fece ancora l’occhiolino.
Scesi dal taxi.
‘Riposati. Ti chiamerà Sally poi per l’ultimo giorno di prova. Ciao, cara!’
Lo zio mi fece un sacco di domande, ma io gli risposi di andare a fanculo. Oramai ero deciso ad avere quel posto di segretaria particolare presso lo Sluttemberg Associated. Feci le valigie e aspettai in camera la telefonata di Sally.
Chiamò la mattina dopo.
‘Come stai baby?’
la sua voce era calda, sexy, signorile.
‘Bene signora, non vedo l’ora di fare l’ultimo giorno di prova e poi essere assunto da voi!’
‘Brava, così ragiona una segretaria. Così ti voglio, baby!’
‘Quando posso trasferirmi nell’appartamento, ho litigato con lo zio e devo andarmene’
‘Non corre dolcezza. Manca l’ultima prova, quella con me, la più importante!’
‘Non la temo, Signora, non vedo l’ora di mostrarle il mio valore e la…la mia devozione!’ le parole mi erano venute di getto, ma le sentivo.
‘Oh, baby’..sarà così. Vedrai. Ok, porta le tue cose, ti mando una chiave con pony express. Recati a questo indirizzo:’
E me lo dettò. Col cuore in gola, balzai dal letto e corsi via con una borsa della Puma e un sacco del 7eleven.
*
L’appartamento era al 16 esimo piano in piena Manhattan. Una figata, piccolo, ma spazioso e con tutti i confort. Sistemai le poche cose che avevo e aspettai una chiamata da Sally.
*
Passarono alcune ore, mi appisolai. Poi il cellulare squillò. Era Sally.
Apri la porta diceva un messaggio. Pensai che fosse di sotto e guardai dalla finestra, ma la porta si aprì e la divina Sally, con stivali bianchi lunghi oltre il ginocchio, una pelliccia di volpe, capelli bianchi con punte nere, truccatissima e spendente con le sue labbra rosse, entrò nella stanza: ‘Sono qui, baby, dove credevi? Vuoi darmi una mano?’
E mi passò due coppe di champagne e un ananas. Li presi e chiesi: ‘Cosa devo fare Signora?’
‘Intanto versami da bere, poi mi metto comoda qui sul letto mentre tu mi lecchi la figa tutta la notte!’
‘Non vedo l’ora Signora, grazie, sarà un onore e un piacere e
‘Basta parole baby, lo champagne e la lingua, &egrave un ordine.’
Trovai un calice da champagne in cucina e lo riempii fino all’orlo, quindi lo servii alla capa che si era stesa sul letto, aveva allargato le gambe, gli stivali bianchi coi tacchi in primo piano erano tremendamente sexy, aveva abbassato gonna e mutande e mi mostrava la sua figa depilata, matura e attraente. Iniziai a spogliarmi.
‘Ehi, fermo! Chi ti ha detto di farlo? Vieni qua e affonda la tua lingua nella mia figa, baby!’ stordito dall’ordine mi gettai fra quel sesso maturo e accogliente. Era una figa gonfia, profumata, calda, leccai con cura le grandi labbra e piano affondavo la lingua nella sua passera. Sally aveva i lunghi capelli sulla pelliccia, le tette rifatte e gonfie come palloni erano in mostra per quanto io le sbirciassi appena immerso com’ero nella sua figa; le gambe spalancate, quegli stivali lucidi di pelle che la faceva troia e potente.
Leccai e baciai e poi affondai la lingua dentro, ben bene. Godeva lei e godevo io. Sally era così bella e sexy nei suoi sessantanni portati da capa.
Leccai e succhiai.
‘Altro champagne, cara…’
Mi alzai e riempii il bicchiere della boss. Lei bevve ed io mi accomodai sul letto toccando i suoi lunghi stivali bianchi.
‘Ti piacciono?’
‘Sì, Signora sono molto belli e sexy..’
‘Oh, cara…grazie’.ma non sei qui per decantare i miei stivali, ma per leccarmi la figa e non lo stai facendo…’
‘…ehm scusi Signora…’
tornai giù al suo sesso, tornando a baciare, leccare succhiare quella figa gonfia, depilata, ma non bagnata.
Leccai e succhiai. Infilai la mia lingua dentro e poi slappai bene, ma Sally beveva e non sembrava eccitarsi per quanto si stava godendo il servizietto da come lanciava piccoli gridolii di piacere. Continuai a leccare e a far andare la mia linguetta sulla sua figa, ma Sally terminò il suo bicchiere e fece: ‘Ancora, carina’.versamene ancora’
Mi alzai per servirla, avevo la lingua e la mandibola doloranti per il lavoro svolto.
‘Posso berne anche io, Signora?’
‘Certo baby’
Presi un altro bicchiere, ma lei mi sorrise: ‘No, baby..vieni qua’.’ e lei dette un sorso, poi mi afferrò il volto, mi strinse le gote e mi disse: ‘Apri bene la boccuccia..’ Lo feci. Lei bevve ancora e poi mi sputò lo champagne in bocca. Mi venne da tossire, ma ce la feci. Buttai giù e sentii la lingua più umida.
‘Ehi, torna giù baby..non sento la tua lingua sulla mia figa…’ e mi dette uno schiaffetto. Ripresi a leccare e spingere la mia lingua dentro e fuori. Andai avanti così, slinguazzando e succhiando, mentre Sally apriva le gambe e gli stivali ondeggiavano sul letto, ma la sua figa non si bagnava come speravo.
‘Altro champagne!’ ordinò e fui felice di versarlo. Lei ne bevve e poi mi indicò la bocca. L’aprii e lei vi sputò dello champagne e saliva. ‘Torna sotto, bellezza…avanti…’
così ripresi a leccare e baciare la figa della boss mentre lei beveva e si godeva il tutto senza però bagnarsi la sotto.
”.lo sai baby? Io ho difficoltà a bagnarmi quando me la leccano, sono vaginale, non clitoridea, ma mi eccita l’idea di un uomo giovane che me le lecca, &egrave un’immagine molto provocante, sensuale, non trovi?’
Alzando la bocca dalla sua figa, annuii. ‘Sì, Signora, una bella immagine!’
‘Dacci sotto allora dolcezza…lecca’.leccami’!’
tornai a leccare, a succhiare a baciare.
Sally si muoveva sul letto, mi carezzava la testa ed io sotto leccavo, sfinito, stanco.
‘Lecca…dolcezza…vaiii non fermarti…’
Andai avanti tutta la sera. Lei distesa e rilassata, beveva e si muoveva sul letto, mi mise i suoi stivali sopra la schiena mentre la leccavo con forza, ma sfinito dalla prova. Ogni tanto per fortuna mi passava dello champagne per bagnarmi la bocca perch&egraven avevo la gola secca e senza saliva. Qualche volta mi sputava in bocca. Mi piaceva la bocca della boss, larga, rossa, seducente.
Andai avanti tutta la sera a leccarla. Sally si alzò per pisciare e mi condusse con lei in bagno. Mi fece spogliare e poi urinò. Uno scroscio lungo, dritto, potente. Rideva.
‘Adesso mi pulisci la figa con la lingua ben bene e poi puoi ritenerti assunto!’
‘Oh, grazie Signora, non se ne pentirà, non ve ne pentirete. Grazie, Signora’
‘Oh, sono certa che sarai una segretaria particolare molto brava..
si alzò e mi puntò la figa alla faccia. Mi abbassai al suo sesso, leccai le tracce di urina calda sulle grandi labbra, poi iniziai a succhiarle la figa con ardore. Avevo un lavoro! Leccai e baciai e finalmente mentre affondavo la lingua nella figa, Sally mi prese la testa con una mano mentre con l’altra si prese a masturbarsi infilando un dito nella passera. Si eccitò subito, finalmente si bagnò e mentre io la leccavo e lei si masturbava venne sulla mia faccia.
Mi ordinò di fare la doccia, lei mi attese in camera. Quando tornai lei era pronta per uscire. Mi dette una busta con dei soldi e un’altra copia delle chiavi.
‘Ognuna di noi dello studio ha una copia di queste dell’appartamento e naturalmente tutte quante possiamo venire qui quando vogliamo, tu devi essere sempre disponibile per noi, ma vedrai che per te le cose andranno benissimo…se fili dritto..’
‘Oh Signora, non si preoccupi, farò tutto quello che volete. E con piacere…grazie. Signora’ e l’abbracciai, lei sorrise e rispose all’abbraccio, poi mi dette un bacio sulla fronte e si congedò.
Avevo un appartamento a Manhattan, un lavoro e 500$ in mano.
Mi feci una sega per festeggiare.

(la prima parte termina qui. volete che prosegua? scrivetemi a dorfett@alice.it )

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