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Strani incontri

By 11 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Un po’ di tempo dopo…

Dott.Carlo”Ha visto bene quella persona , Monica?E’ una persona che so che sta prendendo delle iniziative simili a quelle che Giovanni ha intrapreso facendo muovere lei e Roberta qui in città e in provincia: il suo progetto, dell’uomo del filmato, non &egrave legato a elezioni o alla politica, ma vuole mettere su qualcosa di stabile e fisso, un vero centro di potere.”
Io: “E io che cosa dovrei fare?Sapete già chi &egrave , per cui a cosa vi servo? Poi ,se non sapete il nome ve lo posso dire io, perché &egrave stato un mio cliente anni fa,e quella poco indietro &egrave la moglie.”
Dott.Carlo: “So che lei sa chi &egrave, ma a me interessa che lei lo agganci ed entri dentro la sua organizzazione. Devono mettere su qualcosa e lei Monica, se farà in modo di incontrarlo e di parlarci…beh, se lei vale la metà di quanto penso, otterrà fiducia e le informazioni che voglio.”

Io:” Dovrei fare la spia per voi? E se mi beccano?”

Carlo:” Non succederà, lei &egrave troppo brava.”

Io: “Questo lo dice lei per convincermi.Mi dica che cosa me ne viene: e poi chi le dice che non farei il doppio gioco?”

Carlo:”Fare il doppio gioco non le conviene, si farebbe troppi nemici e la cosa non &egrave nel suo stile, non &egrave nel suo carattere: lei &egrave troppo onesta.
Poi per i soldi che le darò io e l’aiuto che nel frattempo riceverà da me.”

Io:” Mi lusinga che si abbia di me questa considerazione ma vorrei provarci però, a una condizione: che se voglio fare retromarcia e ritirarmi , mollare…lo possa fare. Ovviamente avverrebbe, se mai dovesse succedere, senza sputtanamento…reciproco.”

Carlo: “Ok. Mi aspetti qui , torno tra un attimo.”

Tornò e mi porse una busta di grandi dimensioni, e disse:

“All’interno troverà la foto che ha visto, una carta a suo nome, dei soldi in contanti, dei numeri di telefono da memorizzare”

Io: “Va bene, allora se non c’&egrave altro andrei. Mi farò sentire appena avrò notizie.Grazie.”

Carlo: “Venga Monica, l’accompagno …mi segua.”

E mi fece uscire da una porta di servizio.

—-

Una volta arrivata a casa guardai le carte contenute nella busta. Misi un po’ di ordine nel mio portatile, navigai un po’ nel web. Andai in cucina ma pensai bene di lasciare perdere il frigo e uscii per comprare qualcosa ma,
quando ero in strada cambiai idea e decisi, vista l’ora, di andare a mangiare in un ristorante, tanto soldi ne avevo . Era un bel locale che tempo addietro avevo frequentato con Mariella , il mio capo, ma erano anni che non lo
frequentavo per cui forse ci volevo andare quasi per ripercorrere un percorso di liberazione e purificazione, e sopratutto perché avrei potuto vedere e farmi vedere magari dalle persone con cui il Dott. Carlo voleva mi incontrassi.

Chiesi un tavolo se possibile con vista verso il mare e fui accontentata :Marzia la cameriera, assai cortese, mi fece strada e mi accomodai.

Marzia era una donna sui 35 anni, ben portati, viso pulito, poco trucco e un fisico piacevole , ben nascosto dalla divisa di lavoro: tuttavia la sua quarta di seno e il sedere un po’ grande, largo, non potevano essere del tutto occultati, al pari della sua gentilezza e cortesia.

Ordinai un menù almeno per me goloso: antipasto di mare, fritto misto, verdura cruda , frutta e dolce, il tutto accompagnato da un buon prosecco.
Mentre mi gustavo tutta questa grazia di Dio, non potevo non ripensare a Maurizio o a Roberta o al nuovo incarico : certo avessi dovuto pensare a tutte le persone con cui
avevo avuto rapporti, non solo sessuali, ma da cui in qualche maniera ero stata favorita o danneggiata, sarei dovuta rimanere seduta qualche giorno a prendere appunti.
Non mi ero accorta che avevo, in pratica , terminato la cena quando la cameriera, sempre cortese, mi chiese se gradivo qualche altra cosa: così chiesi un caff&egrave e un limoncello.Mentre aspettavo notai una coppia di aspetto giovanile che era seduta poco distante dal mio tavolo, e che mi osservava.

Sorseggiavo il caff&egrave quando lei si alzò, venne verso di me ,e mi disse:
“Scusi ma lei per caso ha lavorato, alcuni anni fa , in un negozio di mobili? Sa ha un viso familiare.Avevo comprato delle sedie in quel negozio e siccome dobbiamo aprire un’altra sede pensavo che si fosse trasferita e… mi scusi ancora ,la sto facendo lunga e magari non &egrave lei quella persona e …sa come succede…”
Io:” Si ha ragione,lei &egrave Alessandra P. esatto? E le sedie erano per lo studio di suo marito Nicola S. : ricordo che fu lei a fare un assegno per conto di suo marito perché lui non aveva con se il carnet, perciò ricordo il suo nome e…”
Alessandra:”Accidenti che memoria eh!”
Io:”Sa a volte le cose si ricordano, e quel particolare mi era rimasto impresso. Quindi se non ho capito male … ma prego si sieda un attimo con me e mi spieghi meglio. Anzi facciamo così,mi dia il suo indirizzo e verrò domani
pomeriggio da lei.”
Alessandra:”Non di pomeriggio ma di mattina, verso le undici…aspetti le dò un mio biglietto da visita così sa dove trovarmi: abbiamo cambiato sede e dobbiamo allestire la nuova.”
Io: “Se vi occorre altro e non solo arredi , posso fornirvi tutto . Ma domani se mai vediamo e ne parliamo.Effettuo anche delle consulenze in vari settori.”
Aprii la borsa e le consegnai il mio biglietto da visita dicendole : “ecco per qualunque cosa può chiamarmi.”
Alessandra lo prese e lo guardò e mi disse :” Va bene, allora a domani”.
Si alzò e mi salutò con un gesto della mano, e altrettanto ,a distanza, fece Nicola ,il marito, che aveva seguito tutta la scena.
Mi avviai verso la cassa per pagare il conto quando la cameriera mi fece segno di venire verso di lei, e mi disse:” Stia attenta a quei due, non sono quelle brave
persone che sembrano”.
La guardai come per dire, ma che cosa ne sai tu. E lei, come se mi avesse letto nel pensiero, aggiunse:”Pare che abbiano problemi o che comunque non facciano
affari puliti “.

——–

Mi allontanai dal ristorante pensando a chissà cosa facessero di losco Alessandra e Nicola: affari loschi o non puliti. Ripensavo che solo alcune ora
prima ero stata contattata per cercare proprio quelle persone, ed ero già in contatto con loro e avevo già avuto conferma di ciò che dovevano realizzare.
Dovevo studiare un piano ma mi occorreva tempo e serenità.Per fortuna ero giunta a casa e il mio cuscino avrebbe letto i miei pensieri e forse il sonno
suggerito qualcosa. Il giorno dopo avevo un appuntamento e così mi preparai per essere puntuale e pronta: i clienti ,anzi i potenziali clienti, vanno
incontrati con la dovuta preparazione e so per esperienza che si accorgono delle tue lacune, indecisioni e ignoranza.Per supplire a questi ,che possono
essere dei veri talloni d’Achille, e sapendo che dovevo entrare nelle grazie di Nicola, un uomo, pensai bene di indossare una camicetta con i bottoni sbottonati all’altezza
giusta, così come un buon jeans sufficientemente attillato e che mettesse in evidenza il mio didietro . Il viso truccato quanto basta, senza esagerare
per non avere la faccia da puttana, orologio , braccialetto tipo tennis, il mio anello preferito, borsetta e valigetta da lavoro, il mio smarphone, uno spolverino e fuori, in campo anche oggi. Riflettevo ancora sugli affari della coppia Alessandra e marito e su Roberta che avevo lasciato da sola, quando raggiunsi il luogo dell’appuntamento.Ero in leggero anticipo e così potei
parcheggiare con calma e raggiungere un bar vicino al numero civico dove avevo l’incontro.Con mia sorpresa la coppia di clienti era lì che faceva colazione e
quando mi videro, dopo i convenevoli, mi invitarono a consumare insieme a loro: seduti attorno a un tavolo loro mi esposero le idee su come arredare quella
che sarebbe diventata una palestra, un centro di benessere e di incontri.
Alessandra: “Il bar dove ora ci troviamo verrà inglobato nella struttura, mentre all’interno dello stabile ci saranno i soliti uffici sia di segreteria che della direzione: ecco perch&egrave ci servono le sedie e gli arredi ma …”
Nicola: ” Ci servono anche delle camere da letto per almeno due o tre stanze che saranno accessibili per clienti , per i frequentatori del centro, ovviamente si parla di persone selezionate e non del primo cretino che si
iscriverà al club.”
Io: ” Ma &egrave legale la cosa ? Dico…uno viene qui e chiede una camera per se e per la persona che lo accompagna…”
Alessandra: “Sì se non c’&egrave passaggio di denaro, sennò &egrave prostituzione e ci possono essere grane.”
Nicola: ” E noi non ne vogliamo”
Mi accorsi che Nicola buttava gli occhi nella mia generosa scollatura che mostrava due bei seni pieni, abbondanti, e che Alessandra sembrava trovasse la cosa normale ma anche lei pareva interessata a osservarmi.
Avevo fatto in modo di avere un reggiseno che mettesse in evidenza i capezzoli, e l’effetto che volevo, di attirare la sua attenzione e distrarlo un pochino, sembrava stesse riuscendo.
Io: “Avete già il personale oppure , se posso chiedere come siete organizzati, giusto perché le consulenze e le soluzioni che potrei offrire e che vanno oltre l’arredo”
Alessandra: ” Il centro avrà ovviamente il bar e per questo il personale c’&egrave già , mentre la palestra vera e propria verrà gestita da un team locale che ,per l’occasione, viene dirottato da noi. Rimane la gestione di tutte le altre attività e per questo ci stiamo adoperando nel trovare la persona giusta. E non &egrave facile perch&egrave…”
Nicola: “Occorre una persona riservata ma che ispiri fiducia in quanto il lavoro non &egrave solo quello di coordinare le attività e il personale,ma anche quello di scegliere e invitare le persone giuste a frequentare il centro eil club,
e quindi le stanze ,diciamo, speciali, oltre alle sale riunioni e gli uffici a tempo-”
Alessandra: “Mio marito &egrave stato abbastanza chiaro?”
E guardandola osservai che era magra, con il naso un po’ aquilino, occhi neri vivi e sorriso smagliante: era una donna che si curava e si vedeva, vestiva con
gusto, e il suo tailleuer lo dimostrava, e ciò che portava come anelli e bracciali non era roba da biggiotteria, o se lo era si trattava di alta bigiotteria. Nella sua magrezza aveva un seno spropositato, almeno una terza e
pure abbondante, con coppa C. I suoi corti capelli erano di colore nero lucido e mettevano in risalto sia il viso che tutta la sua figura: l’effetto credo fosse voluto.
Il fondo schiena, che avevo avuto modo di osservare il giorno precedente , era di quelli belli, rotondo, ben sostenuto, senza un filo di grasso.
Alessandra quasi mi riprese: “Ha capito cosa ho detto, Monica?”

—–

Io: “Sì ho afferrato il discorso, &egrave una bella idea che credo possa essere vincente su molti fronti.Penso che ci siano persone che cercano tranquillità e riservatezza, lontano da hotel di dubbio gusto o che hanno solo voglia di relax:
e voi offrite tutto questo. Quindi in che cosa posso esservi utile? Se avete la pianta dei locali con la disposizione degli arredi o se volete posso farvi io il progetto…”

Non volevo far capire di essere troppo sveglia curiosa e intraprendente o che, peggio, fossi al corrente del loro progetto e volessi saperne di più.
Nicola:”Andiamo a vedere direttamente il posto che, tra l’altro &egrave già pulito. Così ci rendiamo conto meglio e possiamo farci venire delle idee”.
Alessandra mentre uscivamo mi disse:”Mi pare che lei,Monica, sia una persona scaltra e che abbia capito che non c’&egrave solo il centro estetico o la piscina o il bar…”
Io: “Sì ho capito che volete realizzare qualcosa di importante e che…”
Alessandra: “Senta Monica ho avuto modo di informarmi su di lei e mi hanno raccontato di come riusciva a concludere ,al meglio, degli affari, delle vendite, e di come lei sia brava e disponibile. A me interessa
fare in modo che chi deve concludere qualcosa di importante, venga e lo faccia qui: devo fare in modo che sia dalla provincia che da fuori, chi ha problemi a portare a termine qualcosa di importante, si affidi a noi “.
Nicola mentre mi invitava a entrare nei locali mi disse: “Che ne pensa?”
Io: “Del locale o di quanto detto da sua moglie?”
Lui: “Di tutte e due le cose.”
Io: “Il locale si può arredare con gusto ma senza sfarzo, ma con “roba di qualità e di classe” comunque. Per il resto dovrei pensarci e ,per essere esplicita, quanto mi date e che cosa dovrei fare esattamente … insomma,
qual &egrave la proposta.Se siete chiari anch’io lo sarò, diversamente se vi serve solo il preventivo ,ho il metro in auto , prendo le misure e stasera entro le 8 lo avrete tutto dettagliato”.
Alessandra: “Ok Monica, il discorso &egrave semplice. Fra un mese al massimo vorremo essere operativi.Nel frattempo avremo modo di spargere la voce per quanto
riguarda i contatti, mentre per la piscina e il centro non ci sono problemi, perch&egrave diciamo che &egrave una cosa più pulita e visibile, basta mettere un’insegna e fare pubblicità.
Per il resto,la parte economica, possiamo darle un fisso come dirigente, mentre per gli extra che potrebbero arrivare come regali di qualunque genere da imprenditori
e frequentatori ,quelli saranno suoi e li gestirà come crede.

Resta il punto che potrebbe essere necessario che lei sia disponibile in prima persona, e lei sa cosa intendo dire,accompagnandosi con chi deve fare gli affari: potrebbe anche aver bisogno di una spalla,di aiuto: ecco che posso intervenire io oppure sarà lei a doversi procurare la o le persone adatte. ”
Nicola: “E’ stata chiara mia moglie? Riepilogo: fisso , disponibilità immediata ,gestione del reparto relax al piano superiore; regali extra tutti suoi; supporto da parte
di Alessandra e viceversa ossia lei,Monica, deve essere disponibile se per caso fosse ,a nostra discrezione, richiesta la sua presenza.In più dovrebbe crearsi una “scuderia”, delle donne o ragazze o ragazzi.ovviamente maggiorenni, per eventuali necessità.

Se ha capito, pensi intanto all’arredamento e ci faccia avere il preventivo, e valuti insieme anche la risposta. Qualunque sarà la sua decisione,contiamo sulla
massima riservatezza da parte sua.”

Alessandra intervenne quasi a volermi mettere con le spalle al muro e per fugare ogni mio dubbio o perplessità, e disse:” Vede Monica, per nostra fortuna mio marito ed io non abbiamo problemi economici, per cui pagare lei e il personale e mettere in piedi questa struttura, &egrave più un investimento che una perdita .Ma ,appunto, per non fare un buco nell’acqua, ci serve una
persona che sappia come muoversi e non abbia timori particolari. Le diamo un buon stipendio, vitto e alloggio, una carta di credito con un plafond di 10.000euro, una convenzione con alcuni negozi, e altre cose: ma le chiediamo di far funzionare la nostra idea, che cio&egrave questo posto diventi un centro di potere, un luogo dove si incontrano persone importanti, dove chi conta ci tiene a venire proprio qui per concludere i propri affari. ”

Nicola “Se lei riesce in questa impresa, avrà oltre che un ritorno economico anche uno di immagine e potrà ambire a posizioni sociali e di influenza ben maggiori”

Io: ” Capisco cosa intendete dirmi. Facciamo così: vediamoci stasera a cena dove ci siamo visti ieri, alle 21″

Nicola “Va bene Monica, ci pensi e in ogni caso porti con se anche il preventivo”.

Avevo bisogno di riflettere , onde evitare di entrare in meccanismi ingestibili, in cose più grandi di me. Decisi di ricontattare il mio mandante, il dott.Carlo: “Sono Monica. Vorrei vederla e se possibile oggi alle 15 da lei.”

Carlo: “Va bene, Monica, Conosce la strada, l’aspetto più tardi”.

Andai a casa e stilai il preventivo alla bell’e meglio, abbastanza per fornire un’idea dei costi ma che fosse credibile: poi ci ripensai e puntai in alto, in modo da poter
dire che volendo potete spendere meno. Stampato il preventivo e vista l’ora, potevo mangiare qualcosa di veloce, giusto per evitare che la pancia brontolasse mentre ero a colloquio con il dott. Carlo.

E così andai direttamente nel bar situato vicino agli uffici del Dott. Carlo, ipotizzando di mangiare e di poter leggere il giornale: mancavano quasi tre quarti d’ora alle 15 e
potevo prendermela comoda, senza dovermi affogare. Avevo terminato di mangiare ed ero intenta a leggere il giornale, che non mi ero accorta che nel locale era entrata
proprio la persona che dovevo incontrare alle 15, cio&egrave il dottor Carlo.

Una mano , infatti, abbassò il giornale e così vidi il Dott. Carlo che mi chiese:

“Posso sedermi qui con lei, Monica?”

Io: “Ma certo, ci mancherebbe altro. Ero intenta a leggere e…”

Lui: “Devo ordinare un caff&egrave: lo gradisce anche lei o preferisce altro?”

Io: “Un caff&egrave va benissimo, grazie. ”

Ordinò i due caff&egrave e poi rivolgendosi a me disse: “Ha visto tutto il contenuto del plico che le ho dato ieri pomeriggio?”

Io: ” Sì. Piuttosto dovrei parlarle e forse &egrave meglio farlo nel suo ufficio”

Lui:”E’ qualcosa di importante? Se vuole possiamo trasferirci in una saletta riservata, ci faremo portare i caff&egrave al piano di sopra.”

Ci alzammo e lo seguii per andare al piano superiore:da uomo educato mi fece passare avanti e mentre salivo le scale sentii il suo sguardo poggiato sul mio culone.

Lui:” Ha davvero un bel didietro Monica. Ne faccia buon uso.”

Io:”Grazie.Ecco,ho incontrato le persona del filmato e devo rivederle stasera a cena. Vogliono che lavori per loro. Le farò avere un rapporto dettagliato più tardi via
mail. In sintesi lavorano insieme marito e moglie, Nicola e Alessandra: loro sono stati miei clienti anni fa quando lavoravo con Marco ,il mio ex marito, e vedendomi ieri in un ristorante lei, Alessandra, si &egrave avvicinata al mio tavolo e mi ha chiesto se ero la persona che le aveva venduto anni fa delle sedie per l’ufficio del di lei marito. E’ nato tutto così, ma poi glielo dettaglierò più tardi via mail nel rapporto. ”

Lui: ” Va bene.Pensavo ci volesse più tempo invece …”

Io:” In sintesi si aspettano che lavori per loro, in un centro che devono arredare e che io dovrei gestire.Mi pagherebbero bene.Stasera alle 21 ,a cena, devo
confermarglielo. La moglie lavorerebbe ,a volte, con me.”

Lui: “Monica, deve accettare la loro proposta e vedere meglio la cosa dal di dentro: stia attenta, comunque, perché non sono persone sceme e potrebbero, anzi metteranno delle persone fidate in alcuni settori chiave per tenere tutto sotto controllo”.

Io:”Cio&egrave? Mi pare che già Alessandra , la moglie, svolgerà una supervisione, oltre al marito : immagino che non si limiteranno a mettere soldi e ad aspettare risultati”.

Ci fu un attimo di silenzio in quanto il cameriere era arrivato con il vassoio e i caff&egrave.

Lui: “Infatti, vedo che ha capito. Comunque ,beviamoci il caff&egrave e siamo ottimisti. Si prepari alla serata e sia convincente, cerchi di guadagnarsi la fiducia sopratutto della moglie.”

Io: “Cercherò di fare del mio meglio. E’ anche mio interesse riuscire a entrare nelle loro grazie. Poi se avete scelto me per questo lavoro, un motivo ci sarà.”

Lui:”So che lei &egrave capace , il mio &egrave solo un invito a evitare di tradirsi. Ma le riconfermo che ho piena fiducia in lei: avrei potuto affidare questo incarico a Roberta o qualche altra persona, magari di un’altra regione.Come vede ,invece, ho proposto questo incarico a lei.”

Guardai l’orologio e si erano fatte le quattro e feci presente che dovevo sbrigare alcune cose, proprio per l’appuntamento. Lui capì al volo, percepì forse il mio nervosismo e mi fece strada.

Andai verso la cassa , per pagare la mia precedente consumazione, ma lui fece un cenno al cassiere.

Il cassiere: “E’ tutto a posto, signora!”

Ringraziai il dott. Carlo e mi avviai verso l’auto. Mi ricordai solo allora che eravamo in una zona interdetta alle auto, e che avevo parcheggiato lontano. Pazienza , mi dissi, e mi guardai le vetrine anche se la mia mente andava a stasera, al tipo di lavoro che avrei dovuto svolgere
e coordinare: mi ripetevo che non ero abituata a coordinare, semmai a lavorare da sola o con
una guida , tipo Cris o Mariella o Giovanni, o a operare con collaboratori, come con Roberta o Lella. Tutto sulle mie spalle: grande responsabilità. Un po’ di ottimismo mi venne pensando alla prima volta che avevo preso un’iniziativa da sola e in segreto, e proprio perché
pressata dalle situazioni . (Vedi il mio racconto “dopo non ci credevo” : NdA)

Vidi un salone di bellezza e vi entrai e chiesi manicure e una piega. Alla ricezione una ragazza bruttina ma ben dotata fisicamente da madre natura, mi disse che avrei dovuto attendere una ventina di minuti. così mi accomodai su un divanetto a due posti e ingannai il tempo con il mio smartphone. Intanto che aspettavo mi arrivò un sms da un numero che non avevo in memoria,
e che diceva così: “Cara Monica, l’appuntamento per cena non &egrave più al ristorante ma a casa nostra: venga in via dei gigli n34. Sempre alle 21. A stasera- ”

Mi pareva una scelta strana, dato che non avevamo tutta questa confidenza. Ero spiazzata ma non potevo non andare, avrei bruciato ogni possibile mossa futura, non avrei potuto poi recuperare la fiducia che avevano riposto in me. D’altra parte non avevo cancellato dalla mente
le parole che Alessandra aveva detto, circa il modo in cui avevo in passato concluso affari, cio&egrave concedendomi, andando a letto con estranei o clienti, sia per scelta che per obbligo o necessità.

Il fatto che lei sapesse o che potesse sapere cose che ritenevo segrete e riservate o dimenticate, mi faceva sentire in una posizione di inferiorità e mi metteva a disagio.

Ripensandoci avrei dovuto fare presa su Nicola: catturarne l’attenzione, distrarlo, convincere entrambi puntando , poi, sulla mia professionalità, giocando tutto sulla mia competenza, compresi gli argomenti richiamati proprio da Alessandra.

Decisi per presentarmi in versione donna dinamica, vestita in maniera professionale: gonna grigio
chiaro ma attillata ,collant ,scarpe aperte con il solito tacco 12 anch’esse di colore grigio, una camicetta abbastanza scollata e di colore bianco,giacca corta e in tinta: borsetta e occhiali, di colore nero, al pari della cinghietta dell’orologio e della cover dello smartphone, mentre anelli e bracciale erano di oro bianco con brillantini, orecchini e collier idem. Ovviamente niente di sfarzoso ma che doveva dimostrare la credibilità della mia posizione, anzi eventuale posizione all’interno della
struttura organizzativa di Alessandra e Nicola: dovevo in ogni caso essere visibile ma senza sovrappormi o mettere in ombra, almeno per il momento, Alessandra.

Prima di uscire inviai una mail al Dott. Carlo con il resoconto degli incontri e le mie impressioni.

Pensavo che a casa di Alessandra sarei stata notata solo da lei e dal marito, salvo imprevisti.

Arrivai in perfetto orario e lungo il tragitto mi ero fermata da un fioraio per comprare dei fiori per la padrona di casa e una bottiglia di prosecco per lui: pensai di restare su una posizione neutra, senza strafare ma mi seccava andare a mani vuote. Diverso sarebbe stato se fossimo
rimasti all’incontro in ristorante, ma ormai ero davanti all’ingresso della loro villetta e suonavo il campanello.

Si illuminò il videocitofono e il vialetto d’ingresso, si aprì il cancello che,superatolo, richiusi.

Feci una ventina di metri e mi ritrovai Alessandra che mi accolse con un invitante sorriso.

Io:” Buona sera Alessandra…”

Lei: “Monica, prego si accomodi. E’ puntuale, una bella dote che apprezzo.”

Io:” Questo &egrave per lei e questo per suo marito.”

Alessandra prese i fiori e la bottiglia di vino e disse:

“Non doveva preoccuparsi, non era il caso. Comunque , grazie per il pensiero.”

Mi fece cenno di seguirla e ci spostammo dall’ingresso in un stanza dove c’era un divano angolare con delle poltrone, il tutto in pelle di qualità di colore nero: entrando notai alle pareti dei quadri che sembravano di valore.

Lei: “Metto il vino in fresco e torno fra un minuto. Intanto si accomodi pure dove preferisce.”

Mi accomodai su un lato del divano e accavallai le gambe.Pensavo a lei come a una donna che era fortunata ,nel senso di avere del denaro che le permetteva di poter fare qualcosa, ma doveva essere anche una persona intelligente e scaltra, e forse anche influente ma senza darlo a vedere.Ritornò in compagnia del marito che mi fece cenno di stare comoda, e sedendosi entrambi incominciò una breve ma interessante conversazione, ovviamente incentrata sulla mia decisione.
Aprii la borsetta e presi una busta che porsi ad Alessandra e dissi: “C’&egrave il preventivo che spero vada bene e sia di vostro gradimento. Se decidete di sì, diciamo in settimana, così come ho riportato nel preventivo, nell’arco di due settimane avrete la merce, e poi in due giorni si può se volete effettuare montaggio e collaudo.”

Alessandra lesse velocemente i fogli e li passò al marito, e mi disse: “Per la decisione su una sua collaborazione, così come abbiamo detto stamattina, cosa ha deciso? Accetta?”

Io: “Sì, accetto ma mi serviranno altre delucidazioni, su come muovermi e vorrei poterne parlare.”
Nicola rimettendo nella busta i fogli mi guardò e disse:” Se le abbiamo chiesto di venire qui da noi, un motivo c’&egrave, e penso sia nella riservatezza che qui possiamo avere. Qui non c’&egrave Marzia a servire ma lo farò io o Alessandra. Andiamo a tavola. Mi dia il soprabito e lasci qui la borsetta se vuole,ma prenda il cellulare con sé , non si sa mai che possa servirle.”

Gli diedi il soprabito,presi il cellulare e lasciai la borsetta sul divano, mentre Alessandra mi faceva strada: non diedi peso all’invito di tenere con me il cellulare.
C’era un tavolo apparecchiato per bene: vedevo dei candelabri con delle candele già accese, una tovaglia di buona fattura, posate d’argento.
Nicola ,che ci aveva raggiunto, mi fece accomodare tra i due capotavola:avevo lei alla mia destra.
Lui fece il cameriere , mi versò un’aperitivo e la cena cominciò: ogni momento era buono per illustrare il mio pensiero e ricevere le loro considerazioni. Il mio sguardo cadeva, con una certa frequenza sul grosso seno,ben in vista, della padrona di casa, mentre io ricevevo lo stesso
trattamento da parte di entrambi: o quest’ultima era la mia impressione.
Inevitabilmente il discorso fu portato, senza troppi giochi di parole, sul sesso e sulle mie esperienze.

Nicola: “Non ci voglio girare tanto intorno ma vorrei sapere se ha avuto modo di usare il suo corpo
per ottenere qualcosa in cambio.”

Io: “Penso che sappia già che la risposta &egrave sì, se &egrave vero ciò che ha detto di sapere su di me sua moglie Alessandra. Se invece vuole sapere se sono lesbica, la risposta &egrave no: faccia caso che sono bisex. Soddisfatto?Comunque tutti noi credo, usiamo il nostro corpo per ottenere qualcosa: anche un sorriso non sempre &egrave innocente o innocuo”

Nicola:” Mi dispiace se mi sono espresso male, ma intendevo dire se la cosa le &egrave stata di peso.”

Io: “Se &egrave necessario per ottenere uno scopo o qualcosa che altrimenti non si può raggiungere. allora ben volentieri mi accompagnerei a una donna o a un uomo di qualunque tipo. Se ne vale la pena, se c’&egrave un fine da conseguire, ma non certo per puro piacere. Mi sacrifico se &egrave il caso.Soddisfatto?

E nel dirlo guardai con la coda dell’occhio Alessandra, frugando quasi il suo decollet&egrave e immaginandola nuda, quasi mi volessi misurare con lei in una ipotetica gara di sex appeal.

Nicola:” Certo sono soddisfatto delle risposte perché mi confermano che lei &egrave la persona giusta per il nostro scopo. Ovviamente Monica anche lei può rivolgerci le domande che ritiene opportune…”

Alessandra: “Se sei d’accordo Nicola ,e anche lei Monica, vi farei un quadro un po’ più preciso e approfondito del lavoro e di ciò che mi aspetto dal centro e da chi ci lavorerà.”

Le parole della padrona di casa mi avevano appena illuminato su chi comandava e mi confermavano che era lei che dovevo farmi amica o da cui guardarmi: lei era il vero capo e quella frase ne era la prova. Ero tutta presa dal mio ragionamento che mi ero persa una frase iniziale, forse poco importante.

Alessandra:” …….per questo mi aspetto dai miei collaboratori il massimo impegno e per questo motivo ho cercato e voluto i migliori. Nel suo caso Monica, avrei potuto anche pensare che so a una emergente come Chiara N. oppure a una sua vecchia conoscenza
come Mariella, ma lei mi sembra più adatta e ha ancora voglia di fare o almeno io la penso così. Nel caso del responsabile del centro massaggi ho dato incarico a una sua vecchia conoscenza: infatti si tratta di Rodolfo. Poi molto dipenderà da lei Monica ma, giusto per puntualizzare, chi poi controllerà il tutto sarà la sottoscritta.”

Il tempo era trascorso così veloce che non mi ero neppure accorta che la cena era di fatto terminata.

Nicola si scusò e uscì di casa per degli impegni ,lasciando intendere che forse sarebbe tornato più tardi e ci saremmo rivisti ma,in ogni caso,salutandomi e ringraziandomi di aver accettato il lavoro e di mettermi in ogni caso d’accordo con Alessandra .

Alessandra mi invitò a seguirla per prendere il caff&egrave e l’ammazzacaff&egrave in un altro angolo della casa , ed esattamente in una terrazza al primo piano della villa: mi guidò verso questa immensa terrazza da dove si vedeva un panorama mozzafiato.

Lei:” E’ bello ciò che si vede da quassù eh Monica? Le piace?”

E nel dirlo mi posò una mano su una spalla avvicinandomi a se: potevo sentire il calore del suo corpo, le sue vibrazioni, e ciò mi turbava. Non che non fossi abituata al contatto di una mano femminile sul corpo, ma ora capivo che il marito volutamente ci aveva lasciato
da sole e anche la sua frase “mettersi d’accordo”, acquistava un significato particolare.

Lei: “Che dice allora Monica? Le piaccio? Vede lei ed io potremo formare una bella coppia insieme, e prenderci delle belle soddisfazioni e in diversi ambiti sia lavorativi che personali. Ma per farlo, almeno per farlo insieme, dobbiamo stabilire alcune regole.”

Ora lei mi aveva girata ed eravamo una di fronte all’altra. Scorgevo per bene il suo grosso seno, vedevo come il respiro lo muoveva, ma la cosa che più mi intrigava era il suo sguardo fermo e deciso, come erano precise le sue parole.

Lei:”Deve essere chiaro che le regole le stabilisco io, e che il vero capo sono sempre io.

Tu, perché d’ora in poi ti darò del tu, sei il numero due , ma sappi che sei importante e talvolta sarai determinante nel lavoro. Ora come avrai capito dovrò iniziarti in questo
nuovo lavoro che non &egrave solo quello che si vedrà dal di fuori, cio&egrave un centro estetico o un bar o ristorante con campi da tennis e piscina, così come non sarà solo un circolo o metterà a disposizione degli uffici a tempo con tanto di segreteria e hostess. Tu non sai e non immagini chi sia veramente la persona che hai di fronte, ma vieni cara che così lo saprai.”

E prendendomi per mano mi accompagnò di nuovo all’interno della villa : dopo aver percorso un lungo corridoio, mi lasciò la mano e aprì una porta dietro la quale c’era un grande divano componibile, diversi pouf, quadri alle pareti, una luce soffusa e diversi oggetti strani su un tavolo di legno chiaro.

Lei: “Prego Monica sediamoci vicine e ascolta bene quello che ho da dirti.”

Mi sedetti , un po’ timorosa in verità, ma curiosa di sapere dove sarebbe andata a parare quella che sarebbe stata il mio nuovo capo.

Lei:” Come avrai capito il centro con o senza il tuo aiuto sarà un luogo di incontri un po’ particolari. Io sono al vertice di un gruppo di persone, donne sopratutto, ma anche uomini che in una sorta di confranternita appunto si aiutano, si scambiano favori, si danno da fare
affinch&egrave la crisi e altri fattori negativi non affossino sia l’economia che la vita di ognuno di loro.

Per far parte della confraternita si viene contattati, si fa capire a chi ci interessa che siamo interessati a parlargli o parlarle come nel tuo caso: ovviamente ci riuniamo, i capi e quelli che contano nella confraternita, e ogni volta che qualcuno di noi individua la donna o l’uomo
che pensiamo faccia al caso nostro, decidiamo come incontrarlo, come comunicare il nostrointeresse. C’&egrave un’altra cosa da sapere ed &egrave che non c’&egrave nessun altra persona sopra di me, e che io non devo dare conto di ciò che faccio. Ora se tu vuoi far parte della confraternita
dovresti gentilmente spogliarti e spogliarmi, e poi sarai mia per questa notte e per altre volte se mi andrà. Sei libera di dire di no e di andartene anche ora, così come di restare farmi e di rivolgermi le domande che vuoi.”

Io:”La cosa mi può interessare, ma vorrei sapere che cosa dovrei fare e che cosa me ne viene.”

Lei:” Devi distinguere tra persone da adoperare, da contattare e tenere sotto controllo, perché utili, dalle persone che invece possono realmente essere attive: mi spiego meglio.

Nel primo caso ci sono aziende , persone, in difficoltà e che noi e con i nostri soldi e i nostri agganci possiamo aiutare a rimettersi in sesto ma che, per farlo, dobbiamo in qualche maniera dominare e controllare e dirigere. In alcuni casi ci impossessiamo dell’azienda lasciandone a loro la gestione o entriamo in una sorta di cogestione. ”

Io: ” Come fa la mafia o come fanno le banche.”

Lei:” Non proprio, perché noi ci teniamo a dare una mano ma per avere qualcosa in cambio: non siamo alla ricerca di beni o di aziende,ma certe società ci interessano per
poter entrare in determinati business in incognito. Se alcuni sapessero di quanto io ho e di quanto e cosa controllo attraverso la confraternita, forse se la farebbero sotto.”

Io: ” Vuol dire che mi dovrei pisciare dalla paura? Sia più chiara e convincente, e mi spoglierò e sarò sua.”

Lei:”Ok, Monica, mi piaci. Sei diretta e anche bella. Il mio sogno era quello di creare un’organizzazione che potesse riunire sopratutto donne animate dal desiderio di poter
fare affari : con ogni mezzo lecito e ,se del caso, non. Ma anche quello di essere attive quando si vede qualcosa che non va e si può intervenire, ma senza apparire, anzi meno si sa di noi e meglio &egrave. Per creare un po’ di fumo ci sono tutti questi simboli e oggetti che non hanno un significato, ma fanno parte del cerimoniale:l’unica cosa che conta &egrave la totale fedeltà alla sottoscritta, per chi mi conosce davvero e che sono poche persone, e per il capo, cio&egrave per tutti gli altri membri della confraternita. In pratica noi dobbiamo individuare e agganciare persone in difficoltà economiche, convincerle a farsi aiutare: prendere poi possesso dei loro beni o comunque guidare e controllare le loro società. Questa parte e
cio&egrave occuparsi di cercare queste persone, oggi come oggi, dati i tempi, &egrave relativamente facile. Più difficile, ed &egrave questo il tuo compito, &egrave convincere una persona o una società, che va bene a diventare un membro della confraternita, sopratutto perché sarebbe un membro e non certo un capo, e nemmeno un primus inter pares, dato che dovrebbe lui dare una mano, condividere le proprie conoscenze ed entrature e aiutarci a crescere e
diventare più potenti.”

Io: ” Ad aiutare a diventare lei più potente e influente.La confraternita non &egrave una società per azioni, mi sbaglio?”

Lei:”Non ti sbagli , ma alcune cose, alcuni vantaggi , sono per pochi eletti. E se tu entri già oggi ad un alto livello,come quello che ti propongo, avresti anche dei vantaggi economici notevoli. Perché lo faccio? Perché ti riconosco subito questi benefit, queste opportunità? Perché penso che tu riusciresti a portare dei nuovi membri importanti e sono convinta che ne sei capace. Ma non ti lascio sola in questo compito, ma ti affiancherò delle persone e io stessa, e all’occorrenza lavoreremo insieme.Mi servono aziende importanti, persone che contano, non certo il bottegaio sfigato: a meno che
tu non intuisca che anche il bottegaio,se aiutato e sostenuto, possa essere utile a me.
Aggiungo e concludo: un conto sono i membri importanti, e un’altra cosa gli altri. Ora ti sono più chiare le cose? ”

Lei capì che mi aveva chiarito le idee e che accettavo, quando iniziai a spogliarmi. Una volta nuda mi avvicinai a lei e cominciai a spogliarla. Era davvero una donna piacevole e il suo seno era notevole e desiderabile. Notai che aveva un braccialetto, immagino d’oro, alla caviglia. Mi guardò e mostrando un sorriso malizioso, di soddisfazione, mi disse: “Ok Monica, sappi che da questo momento mi dovrai ubbidire. C’&egrave nel tavolo
un cassetto centrale: aprilo e prendi un braccialetto simile a questo, ma di diverso colore.Lo indosserai e sarà il simbolo per farti riconoscere dagli altri membri della confraternita :riconosceranno anche il tuo grado ma &egrave anche il segno che sei mia. Stai tranquilla che non riceverai ordini stronzi, come leccare piedi o suole di scarpe, bere urine o cose simili: la tua appartenenza mi serve perché io sia più forte e capace nei miei scopi.”

Ero andata alla scrivania, sapevo che mi stava osservando il deretano, che guardava il solco tra le natiche, e che forse mi desiderava possedere:la cosa mi intrigava e un po’ mi lasciava perplessa e mi chiedevo: se i simboli sono inutili, inventati, privi di significato,
come mai ne devo indossare uno?

Presi dal cassetto il contenuto e glielo diedi: mentre camminavo mi squadrava il davanti.

Lei: “D’ora in avanti dovrai raderti la passera completamente, come la mia, la vedi?”

Io: “Sì, ho visto e capito.”

Lei:” Anzi, ti raderai adesso. Il bagno &egrave qui fuori ,a destra.Dentro troverai tutto l’occorrente. Poi torna qui, ti aspetto.”

Uscii e feci ciò che mi aveva detto, approfittai anche per una veloce cagata e così mi feci pure un bidet e mi rasai la figa. Immaginavo che mi avrei subito, come iniziazione, un replay di quanto a suo tempo ricevetti da Mariella e dalle altre.

Una volta finita la rasatura mi ripresentati da lei pulita e pronta per ogni evento.

Io: “Eccomi , sono pronta.”

Lei era nuda come me, e mi girò intorno per osservarmi, quando mi disse:

“Non so cosa ci trovino di speciale in te i maschi e le altre persone.Ho visto come Nicola buttava gli occhi tra queste due grosse bocce e come ti guardava Marzia. Penso che il tuo sia un mix strano, di certo esplosivo…”.Nel dire queste ultime parole infilò le dita di una mano nella figa per vedere se era stata rasata per bene, mentre l’altra mano la poggiava su uno dei capezzoli.
Forse voleva farmi bagnare. Verificai che avevamo grosso modo la stessa statura, sul metro e sessantacinque, ma lei era più magra e il suo seno più sollevato del mio sembrava più pieno.

Mi scostò i capelli dal viso e mi baciò in bocca, infilando con decisione la lingua.

Potevamo scambiarci i sapori della cena, sentivo sulla sua lingua quello del caff&egrave appena consumato.

Vinsi il timore e con le mia mani cercai le sue parti più intime, e nel muovermi constatai che era una falsa magra, e che anche lei aveva qualche filino di ciccia. Arrivai poi fino al buchino posteriore che sembrava inviolato : lei mi bloccò la mano con uno scatto improvviso e dandomi uno schiaffo,mi disse:

“Lì non mi dovrai mai toccare: sono vergine e tale voglio restare”

Rimasi un po’ turbata da questo suo comportamento, e le dissi:

“Mi dispiace, non lo sapevo. Io lì non sono più vergine ma non ho avuto molte esperienze”

Lei: “Non preoccuparti. Se &egrave per questo non &egrave mia intenzione possederti lì, almeno non oggi e non &egrave detto che ciò avverrà in futuro. Per ora mi basta che ti inginocchi e mi lecchi per bene la figa”

E andandosi a sdraiare sul divano, aprì per bene le cosce mostrandomi una bella figa rasata e pulita e che aspettava solo di ricevere le mie slinguate.

Adoperandomi al meglio mi posizionai tra le sue gambe e con passione infilai la testa cercando con la mia lingua la sua fonte di piacere: lei ,da parte sua, mi teneva ferma la testa tra le sue cosce.

Cercavo una posizione migliore ma era lei che dirigeva il gioco, bloccandomi ogni possibilità di arretrarre dato che una sua mano era dietro la mia nuca: prendendomi poi una mano e mi obbligava a toccarle i seni.

Lei: “Senti il mio seno? Ti piace? Toccami dai, e continua a leccarmi la figa…dai fammi venire

Monica, non smettere ah ah ahh ahha…che brava sì , dai dai ahh”

Mi bloccò la testa e sentivo il suo liquido di piacere nella mia lingua che,come una spugna, sembrava volerlo assorbire.

Una volte che Alessandra sembrava fosse soddisfatta , mi fece mettere con la pancia sul divano, posizionò sotto il mio ventre un cuscino e iniziò a frugarmi la figa.

Lei: “E’ depilata per bene, sono sicura che a Nicola piacerà chiavarti, e anche a te.”

Io: ” ah ah sì mi piace essere frugata lì …ah ah ”

Due sculaccioni mi riportarono con decisione al presente, ma la sua lingua improvvisamente
mi catapultò di nuovo nel piacere.

Era abile , una linguista eccezionale, forse la migliore che abbia mai assaggiato la mia passera pulita e rasata di fresco: si infilava ruotando come se volesse sgusciare un frutto di mare, cercando di procurarmi piacere in attesa della penetrazione che il marito, così pensavo,
avrebbe di lì a poco effettuato.

Smise infatti di leccarmi e parlando verso la porta disse: “Vieni Nicola, &egrave pronta, l’ho preparata per te, a me ha già dato piacere, ora prendila e godi dentro di lei”

Ero preparata al peggio, pensavo ai grossi calibri che avevano già visitato il mio nido d’amore ma restai delusa e per fortuna non spaccata da quelli che saranno stati 15 centimetri di cazzo.

Un leggero ah uscì dalle mie labbra, ancora umide del piacere lasciato da Alessandra, ma fu più per la sorpesa di ricevere un cazzo nella figa .

La nota piacevole fu che il tizio ci sapeva fare, mi teneva per i fianchi e affondava la sua verga abbandonandosi quasi a corpo morto sulla mia schiena e sul mio morbido culone.

Peccato per lui che se anche mi avesse inculata non lo avrei sentito: ma in quel caso,che per fortuna non avvenne, sarebbe stato meglio per me.

Mentre lui affondava i suoi colpi lei ci fotografava , o almeno sentivo che armeggiava con qualcosa che poteva essere, voci mie e del marito permettendo, una fotocamera.

Dopo dieci minuti lui uscì dalla mia figa e lei, tirandomi per i mie capelli rossi, mi fece ruotare

la testa e mi disse:

“Avanti occhi verdi, apri la bocca e bevi”

Nicola mi scaricò dentro un bel po’ di piacere e lei con una mano quasi spremeva il sesso del marito perch&egrave ne uscisse ancora, e perché io non ne perdessi una goccia.

Lei: “Ora rivesti e sappi che in fondo c’&egrave una camera che ti aspetta: Passerai la notte qui e domani

si vedrà.Portati dietro i vestiti, lì troverai un pigiama e tutto quello che ti serve. Se hai bisogno chiama.”

E rivolgendosi al marito gli disse:”Andiamo “

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