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OrgiaRacconti Erotici Etero

TUTTI PER ME

By 18 Febbraio 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una mia fantasia fin dalla prima volta che avevo conosciuto il cazzo.

Voi ragazze forse avrete provato le mie stesse sensazioni di curiosità e vergogna a stringere per la prima volta in mano quella carne calda, vibrante, con il vostro lui incredulo del fatto di essere riuscito a convincervi, magari dopo molte richieste, a farlo. Forse anche voi lo avrete stretto, carezzato, rigirato tra i palmi scrutandolo in ogni particolare, attratte e respinte allo stesso tempo. Avrete anche voi inspirato cercando di percepirne l’odore intimo, e immagino anche voi avrete accostato la lingua, la prima volta, curiose ed impaurite di sentire quel sapore che poi &egrave sempre uguale e sempre diverso.
Forse sì, forse no, ma sono certa che in poche, quasi nessuna, avrete avuto nel cervello, dopo quel primo approccio, una domanda fissa: “perché solo uno?”.

Sì, &egrave stato quello il mio pensiero già la sera stessa quando, tornata a casa, ho ricordato la mia avventura nel pomeriggio al parco.
Ancora emozionata, mi &egrave parso di sentirne ancora il calore nel palmo, di udire i suoi gemiti mentre, spinta da un istinto che non sapevo di avere… e dai tanti consigli delle amiche, ho preso a muovere la mano su e giù, coprendo e scoprendo la punta che si faceva sempre più grande, sempre più tesa.
Che sorpresa fu per me quando dal piccolo buchino sulla punta eruttarono alcuni schizzi di quella che all’inizio mi parve crema. Caddero al suolo perdendosi nell’erba, tranne un ultimo schizzo che mi colò sulla mano. Ricordai anche il calore di quel liquido mentre con la mano mi strofinavo la patatina, raggiungendo un orgasmo più intenso di quelli che ero solita procurarmi da sola fin da quando avevo iniziato a masturbarmi. E nella testa vedevo non uno ma due, tre, dieci cazzi pronti per me, ad attendere la mia mano.
Ditemi pure che sono perversa, ma sapete rispondere a quella domanda?

“Perché uno solo?”

Crescendo e facendo le mie esperienze: un anno dopo il primo pompino, poi, ancora, la perdita della verginità e infine il buchino dietro, pure non riuscivo a darmi una risposta se non quella, canonica, che un ragazzo con tante ragazze &egrave un idolo, all’inverso la ragazza &egrave una puttana. Mi pareva profondamente ingiusto. Ricordo bene quella volta che, per un gioco forse stupido, mi ritrovai con una mia amica insieme a un ragazzo che piaceva ad entrambe. Ce lo dividemmo da buone amiche, almeno per quel che facemmo (eravamo ancora vergini), alternandoci a carezzarlo e succhiarlo (già avevamo iniziato a prenderlo in bocca), ritrovandoci entrambe con la faccia “sporca”. Lei non proprio entusiasta, io che invece già lo consideravo “normale” e, anzi, amavo quel calore improvviso sulla faccia, che avrei voluto che ce ne fosse un altro lì, subito pronto.
Beh, in quell’occasione, mentre ci ricomponevamo ridacchiando tutti e tre, dissi:

– Una volta potresti anche chiamare il tuo amico –

Lei fece una faccia inorridita, lui sorpresa e “interessata”. Io… beh capii al volo l’antifona e la buttai sullo scherzo mettendomi a ridere a più non posso indicandoli:

– Guardate che facce avete. Ah ah ah… ci avete creduto –

Scusa labile ma efficace con cui ottenni di essere mandata a quel paese da lei ed un’espressione delusa di lui.

Di seguito, in una vacanza, riuscii anche a fare sesso con due fratelli insieme e quella notte, appagando la mia fantasia, la domanda cambio: “perché due soli?
Mi accorsi che mi era sì piaciuto molto ma che non ero completamente soddisfatta.
Sì, finalmente avevo avuto modo di stringere in mano insieme due cazzi, avevo persino provato a mettermeli in bocca insieme, e l’apoteosi per me era stata quando uno di loro mi scopava a pecora e io ero china sull’altro riempiendomene la bocca. Però alla fine qualcosa mi era mancato. Una volta goduto, i due si erano buttati sul letto a riprendere fiato e io… io avrei voluto averne altri due subito pronti. Erano tornati subito arzilli, grazie anche a me che mi ero “prodigata” per aiutarli, ma non abbastanza in fretta.

Ad ogni modo, la mia vita andava avanti: con profitto negli studi e con soddisfazione dal punto di vista sentimentale perché ero “cotta” di un mio compagno di facoltà. Sessualmente andava tutto ok, non dico che lo facessimo tutte le sere ma… era spesso, e anche se qualche volta dovevo pensare alla mia fantasia per godere, così come facevo quando non avendolo a portata di mano ripiegavo sulla masturbazione, ero contenta di come andavano le cose.

E arriviamo ad oggi, quando mancano due giorni alla proclamazione. So già che mi laureerò con il massimo dei voti. Non la lode purtroppo per un voto basso accettato pur di liberarmi, ma chi se ne frega? Dopo di che tornerò a casa con già qualche offerta di lavoro da vagliare, ma il mio programma a breve prevede almeno quindici giorni di dolce far niente, magari una vacanza “mordi e fuggi”. Invece quello a brevissimo termine… oltre alla proclamazione prevede una festa. Il giorno dopo per l’esattezza, prima di lasciare il mio appartamento, prima di salutare tutti gli amici, prima di dover dire addio, o almeno arrivederci, a Marco.

Marco &egrave… sì, possiamo definirlo il mio “trombamico”. L’anno scorso mi sono lasciata. Il “folle amore” che provavo per il mio boy era via via scemato fino a ridursi ad abitudine. Dopo qualche anno ero finalmente “libera” ma con dentro di me tanta voglia di divertirmi. Marco era un mio compagno di studi, diverse volte avevamo passato insieme pomeriggi e sere sopra i libri, o da lui o da me, ed alla fine, un mese esatto dopo che mi ero lasciata, era successo.
Stavamo studiando quando chiusi il libro, gli occhi che mi bruciavano, affermando ad alta voce che “mi ero rotta”. Lui stava riordinando libri ed appunti quando, per aiutarlo, le nostre mani si erano sfiorate. Il contatto fugace ci aveva fato immobilizzare entrambi, poi lui mi aveva preso la mano stringendola lievemente. Mi era venuto spontaneo, dopo alcuni secondi che ci fissavamo negli occhi, inclinarmi verso di lui porgendogli le labbra. Ci eravamo baciati con calma, senza fretta, approfondendo così la già notevole confidenza che avevamo, quindi ci eravamo alzati e abbracciati e, di comune accordo, ci eravamo diretti verso la sua stanza. Sul suo letto, dove mi ero lasciata cadere, lui si era messo sopra di me continuando a baciarmi, carezzandomi con le labbra le orecchie, il collo, tutto il volto.
Ben presto ci eravamo ritrovati nudi e lui era entrato in me facendomi sospirare tanto ero già pronta. Era cominciata così la mia storia con lui: nessuna complicazione sentimentale, ci piacevamo ma non era amore e ce lo eravamo detto chiaramente quella notte stessa, però era bello smettere di colpo di studiare per carezzarci e poi fare l’amore, come bello era, per me, sapere che in qualsiasi momento mi bastava chiamarlo o andare a casa sua.

Ovviamente la mia fantasia era sempre con me anche se non mi serviva per godere, perché Marco era bravo, devo dire veramente bravo, e sapeva toccarmi nei miei punti più sensibili come se avesse una mappa incorporata.
Oltre che bravo, Marco era, &egrave, “porco”. Nel senso che ha una immaginazione illimitata. Ogni tanto gli viene in mente un qualcosa da provare, da sperimentare: un giocattolo, un luogo, un abbigliamento particolare, e riesce soprattutto a convincermi ad assecondarlo. Dall’altra parte accetta e collabora con entusiasmo quando certe idee vengono a me. Così sono riuscita, per la prima volta, a confidare a qualcuno la mia fantasia e… Marco non &egrave inorridito, anzi, mi &egrave parso eccitato anche lui dall’idea e ha pensato subito a come “accontentarmi”.
La mia confessione, avvenuta dopo una notte passata a letto insieme, &egrave di tre mesi fa; da allora lui ha iniziato a guardarsi in giro, chiedendomi ogni volta se ero d’accordo, per fare una cernita dei possibili “candidati”. Il problema era che se di Marco mi potevo fidare non potevo dire altrettanto delle persone che via via sceglievamo. Non mi andava per nulla passare gli ultimi mesi di studio additata come “quella della gangbang” (giravano alcune voci su altre studentesse che non ho mai approfondito ma… basta che comincino a girare e sei fregata, nonostante tutti ostentino modernismo ed emancipazione la mentalità per lo più resta bigotta, e le ragazze sono quasi peggio dei ragazzi).

Nemmeno mi andava di passare alla storia con quel nomignolo dispregiativo e quindi optammo per lasciare tutto all’ultimo, a laurea conseguita, appena prima di dividerci ognuno per la sua strada, e per mantenere una sorta di anonimato io avrei indossato una parrucca ed una mascherina.

Così adesso sono qui, con Marco, fremendo più per la “festa” che per la proclamazione. In questi mesi &egrave bastato accennarvi per aumentare l’eccitazione di entrambi, ci siamo immaginati e raccontati gli scenari mentre facevamo sesso, lui che mi invogliava a dire cosa volevo mi facessero, io che davo la stura a tutte le situazioni “perverse” che avevo vissuto come film nella mia testa. Cazzo se ho goduto in questi mesi, potermi finalmente esprimere liberamente mi ha fatto godere come una cagna insieme a lui.

Come pensavo, la proclamazione &egrave andata via liscia come l’olio, compresa la festa con parenti ed amici. L’unico piccolo problema &egrave stato convincere mio fratello a non rimanere per aiutarmi nel trasloco. Gli ho caricato l’auto con tutto quello che potevano riportare a casa e sono restata solo con una valigia per le ultime cose. In essa, ben nascosta, c’&egrave la lingerie che userò questa sera con la parrucca e la mascherina. La mia “vera” festa &egrave tra poche ore. Mi preparo con un lungo bagno rilassante e una visita dall’estetista, soprattutto per la depilazione intima. Ho deciso che toglierò tutto, compresa la strisciolina che ho da sempre. Voglio che i ragazzi scelti impazziscano per me.
Ecco, Marco mi ha avvisato che sta arrivando. Controllo per un’ultima volta il mio aspetto con indosso la parrucca. Sarò una mora corvina dai lunghi capelli (solitamente sono castani e portati sulle spalle). Il trucco &egrave a posto, niente di troppo volgare ma la bocca &egrave accentuata anche se so che il rossetto durerà molto poco. Eccolo, &egrave qui. E’ strano per lui non dovermi aspettare come solito, ma questa sera… Dio che voglia che ho addosso, forse era meglio se mi portavo un perizoma di ricambio, ho paura di inzupparlo molto prima di potermelo togliere. Salgo in auto sporgendomi per un bacio veloce, lui fa un fischio di ammirazione vedendo le mie lunghe gambe spuntare da un abito nero, attillato, che mi arriva a metà coscia quando sono in piedi. Scarpe pure nere, tacco 10 a spillo, non ho voluto esagerare. Il seno si muove libero sotto la stoffa, alla fine non ce l’ho fatta a indossare il reggiseno.

– Cazzo quanto sei……………appetitosa, con quella parrucca quasi non ti riconosco io, con la mascherina sarai perfetta. –

Lo ringrazio del complimento dandogli una stretta al cavallo dei pantaloni, sentendo che anche lui &egrave eccitato così come sono io.

– Andiamo Marco –

Nella mia testa corrono i pensieri che ho avuto fin da quando ero ragazzina. Cerco di contenermi, di non crearmi troppe aspettative col rischio di essere delusa da qualcosa, ma non ci riesco, posso solo immaginarmi in ginocchio al centro della stanza e cinque bei cazzi intorno tutti per me.

Marco &egrave stato molto selettivo: innanzitutto Angelo, un suo carissimo amico pronto a dargli man forte se qualcuno degli altri dovesse esagerare; poi Furio, un calabrese dall’incarnato scuro e due bellissimi occhi verdi; Michael, patito del fitness. Con lui e con l’ultimo, Diego, ho anche preparato qualche esame insieme. Tutti fidati, tutti “carini” a mio insindacabile giudizio, tutti…. dal normale in su a parere di Marco che, non so come, ha portato a termine un’indagine “intima”. Tutti sanno perché sono lì, tutti sanno o credono che io sia una ragazza “locale” in vena di follie.
Non sto più nella pelle quando Marco parcheggia sotto casa sua e, da perfetto cavaliere, corre ad aprirmi la portiera. Lo compenso con la visuale delle mie gambe strappandogli un altro fischio di ammirazione. Poi mi appendo al suo braccio mentre percorriamo veloci gli ultimi metri che ci separano dal portone. Appena dentro l’ascensore indosso la mascherina controllando allo specchio di essere a posto. L’immagine che vedo &egrave di una bella ragazza dai lunghi capelli corvini, il volto difficilmente riconoscibile e…. lampi di luce negli occhi.

Bacio ancora una volta Marco e mi prende uno scrupolo: sto facendo una cazzata? Abbandono ogni remora all’aprirsi delle porte, oramai ci sono e sono decisa a andare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. Dentro l’appartamento, seduti sul divano a sorseggiare una birra, i quattro si alzano in piedi appena entriamo.

– Bellissima –

Dice ammirato Diego.

– Stupenda –

Gli fa eco Michael.
Gli altri due mi fissano senza parlare ma dall’espressione dei volti capisco quanto apprezzino. Angelo mi bacia persino la mano in un gesto che non mi aspettavo. Mi aggrappo ancora a Marco non sentendomi sicura sulle gambe. Ecco, ci sono e…ho paura.
Marco mi conosce abbastanza bene, comprende che ora sono come un coniglietto impaurito. Ho bisogno di sbloccarmi, di riprendere sicurezza in me mentre gli stringo con forza il braccio. Mi fa scivolare le labbra sull’orecchio sussurrandomi incoraggiamenti, sul collo in piccoli baci che mi fanno fremere (sono sensibilissima lì). Mi costringe a far scendere una mano sul suo ventre. Come un automa la apro e la chiudo sulla sua erezione ed ecco che i mille tasselli che si rincorrono nella mia testa vanno al loro posto.

Era di questo che avevo bisogno, di un gesto esplicito, di sentirmi “padrona” come mi sento ora sentendo il calore attraverso la stoffa, la sua durezza, la coscienza che &egrave, letteralmente, “nelle mie mani”. Davanti a noi gli altri quattro si fanno più audaci: si avvicinano, mi circondano, mi carezzano. Uno di loro, non capisco chi, mi spinge l’altra mano sui suoi pantaloni
Ora o mai più mi dico, e comincio ad aprire e chiudere le mani, a carezzarli attraverso la stoffa, consegnando le labbra a Angelo. Dieci mani su di me che mi carezzano dappertutto, che tirano su il corto abito, che mi si intrufolano tra le cosce. Emetto un gemito roco che esprime tutta la mia soddisfazione. Marco mi preme sulle spalle, mi costringe a inginocchiarmi e io corro a slacciare la cintura di Michael che ho proprio davanti. Non appena ho il suo cazzo già duro a pochi centimetri dal mio volto sospiro. Lo lecco lentamente, dai testicoli alla punta, e già di fianco vedo spuntare altri due membri eretti, quelli di Diego e Furio, che non hanno perso tempo a tirarlo fuori. Li prendo in mano nello stesso istante in cui chiudo le labbra sul cazzo di Michael, per un po’ ci gioco scorrendo su e giù per portarli alla massima tensione. Un urto sulla guancia mi fa girare gli occhi: &egrave Marco che lo ha tirato fuori a sua volta e me lo spinge contro; dall’altro lato Angelo lo imita. Sospiro deliziata e, a turno, passo di cazzo in cazzo succhiandone uno mentre smanetto altri due. Tra le gambe mi sento colare, la realtà supera ogni mia fantasia, sento che mi basterebbe sfiorarmi il clitoride per godere di colpo ma non riesco a staccare le mani da quei bei cazzi duri tutti intorno a me.

Dopo diversi minuti mi sento alzare: sono Marco e Angelo che mi prendono per le braccia e mi tirano su. E’ una scena comica: ho in bocca il cazzo di Furio e …. non mollo la presa fino a quando non sono costretta, con un suono simile all’aprirsi di una bottiglia di champagne. Ridiamo tutti. Leggo nei loro occhi la voglia che hanno di me e immagino loro leggano la mia mentre mi spogliano tutti insieme, carezzando ogni centimetro della mia pelle che viene esposta, con me che allungo le mani per carezzare i loro membri turgidi e tesi verso il mio corpo. Quando sono completamente nuda Marco mi fa girare su me stessa mostrandomi agli altri; i loro apprezzamenti, anche volgari, mi rendono felice e poi… poi sono sollevata di peso da Angelo e portata verso il letto dove vengo quasi gettata. Lancio un gridolino spaventato ma già la testa di Michael &egrave tra le mie cosce, la sua lingua tra le mie pieghe, mentre gli altri salgono in ginocchio sul letto porgendomi i loro uccelli. Faccio appena in tempo a serrare tra le labbra quello di Marco che sento il piacere crescermi dentro e travolgermi. Mugolo a bocca piena, con Angelo che non si ferma nonostante io stia serrando le cosce intorno alla sua testa. Anzi, due sue dita mi frugano avide costringendomi a togliermi di bocca il cazzo per respirare e gridare il mio godimento.

Mi accascio sul letto implorando a mezza voce una tregua, un po’ di pace tanto &egrave stato forte l’orgasmo che mi ha attraversato il corpo come una corrente elettrica.

Nonostante la loro voglia evidente, mi accontentano. Marco va di là e torna con una qualche bottiglia di bollicine che stappa facendo ridere me e Angelo ricordando la scena di poco prima. Gli altri sembrano non fare l’associazione con quel rumore e tendono le mani per afferrare i calici. Me ne porgono uno e brindiamo. Un brindisi muto, ognuno a quel che sa o vuole. Il freddo frizzante mi scende nella gola riarsa, tendo il calice per averne ancora. E’ buono, o forse mi piace di più per la situazione, per quel che &egrave appena successo, per quel che sta per succedere. Posando a terra il calice mi allungo verso il cazzo di Michael. Per farlo sono costretta a stendermi bocconi, la testa che sporge dal letto, la bocca immediatamente riempita dal suo uccello teso.
Alle mie spalle avverto, più che vedere, qualcuno che sale sul letto, si pone dietro di me e mi apre le natiche esponendomi completamente. Lo agevolo inarcando le reni, prendendo nelle mani altri due cazzi. Non so di chi sono, ho chiuso gli occhi concentrandomi sul momento, sulle mie sensazioni, sulla mia fantasia che si sta realizzando nel migliore dei modi.

Quando mi sento penetrare mugolo forte, la figa ridotta a un lago che accoglie senza colpo ferire un uccello certamente non piccolo. Mi scopano così per diversi minuti, tempo che io impiego per passare da un cazzo all’altro, leccando e succhiando, carezzando e tirandoli a me. Una residua porzione lucida del mio cervello mi osserva dall’esterno e mi dice che mi sto comportando da vera troia affamata. Ansimo, mugolo, agito i fianchi, tiro a me i cazzi portandoli alla bocca uno alla volta. Vorrei avere altre due mani, un’altra bocca per poterli prendere tutti insieme. Sto proferendo frasi indicibili, in preda a una foia che non mi conoscevo. La parte lucida mi ripete che dovrei regolarmi, contenermi. Sparisce nel lampo accecante di un nuovo orgasmo che dalla vagina mi corre dritto al cervello lasciandomi incapace, per un lungo minuto, di occuparmi degli altri cazzi che ho davanti a me.
Mi riprendo che uno di questi mi sta usando la bocca come una figa, stanco della mia immobilità. E’ Diego, e mi affretto a stringere le labbra e muovere di nuovo la lingua su di lui facendolo gemere di soddisfazione. Dietro di me c’&egrave stato un cambio, ora &egrave un altro, anche questo non lo vedo, che mi scopa con colpi poderosi.

– Ci sono… ci sono… eccomi… –

La voce trafelata di Michael mi arriva di colpo dalla mia sinistra. Scansa Diego con foga per porgermi, spingermi in gola il suo uccello mentre si sega da solo. Appena stringo le labbra ricevo sulla lingua il primo getto del suo seme. Poverino, non ce l’ha fatta a trattenersi. Ingoio rapidamente il suo sperma per non soffocare, senza staccarmi da lui, respirando col naso come ho da tempo imparato a fare, mentre lui mugola e spinge con forza verso di me cercando di arrivarmi in gola.
Lo abbandono al suo destino e subito Marco lo sostituisce.

– Brava troia, devi berla, devi bere da ognuno di noi –

Prendo l’insulto come una constatazione, d’altronde il suo tono di voce ha sfumature di ammirazione. Alzo gli occhi e cerco di sorridere, la bocca piena di lui, per ringraziarlo. Già sento nel pancino le farfalle che mi preannunciano un nuovo orgasmo. E’ incredibile come io riesca a godere a così breve distanza dal precedente. Sarebbe il terzo e mi gira la testa al pensiero che certamente non sarà l’ultimo. Mi spingo indietro verso il mio scopatore ignoto per prenderlo meglio, roteo i fianchi, mi tolgo il cazzo di bocca per incitarlo a fare più forte.

A turno, i ragazzi mi salgono dietro e mi montano mentre gli altri si riprendono o mi porgono gli uccelli per farsi succhiare o smanettare. Nell’ordine ho già bevuto il succo di Michael, Furio ed Angelo. Adesso c’&egrave Marco sopra di me e davanti ho Diego. Marco mi scopa con lentezza, afferrandomi per i fianchi e tirandomi a se con forza ogni volta che mi sprofonda dentro. Al mio orgasmo sento distintamente l’eiaculazione di Marco nella mia intimità e vengo ancora, abbattendomi sul letto, incapace di succhiare Diego che sta venendo a sua volta. Il suo seme si spande sulla mia parrucca, sulla mia schiena, con un verso di disappunto da parte sua. Veramente non ce l’ho fatta a tenerlo in bocca. Chiedo un’altra tregua, mi sento a pezzi, distrutta, sento gli occhi che mi si chiudono. Marco si impone mettendomi, così come sono, sotto le coperte scompigliate. Gli mando un bacio per ringraziarlo dicendogli, con voce stanca:

– Solo pochi minuti… e poi sarò di nuovo vostra –

Poi chiudo gli occhi. Li riapro sentendo una bocca che mi succhia i capezzoli. E’ ancora Marco che ha trovato questo modo squisito di svegliarmi. Gli faccio una carezza sul volto sorridendogli e poi scatto in piedi con la voglia incredibile di una doccia. I ragazzi sono tutti intorno a me, un bicchiere in mano. Guardo i loro cazzi in stato di riposo e li ricordo uno ad uno per come li ho presi, toccati, leccati. Sussurro a Marco la mia necessità e vado in bagno e lì, chiusa a chiave, mi tolgo mascherina e parrucca concedendomi una breve ma bellissima doccia bollente che mi ritempra. Ho modo anche di dare una sommaria pulita alla parrucca lordata da Diego.

Come torno nella stanza Angelo mi porge un bicchiere. Le bollicine fresche mi danno un’ulteriore spinta a ricominciare. Li chiamo tutti a me, intorno a me, e comincio a carezzarli uno ad uno, due a due prima di inginocchiarmi ed usare le labbra. Eccola la scena di cui ho sempre fantasticato. Ovunque mi giri c’&egrave un cazzo teso verso la mia bocca che posso leccare, imboccare, succhiare brevemente e poi passare ad un altro. Hanno approfittato del mio sonnellino per lavarsi perché non avverto “residui” su di loro. Roteo sulle ginocchia senza fare preferenze, usando le mani su altri due così da occuparmi di loro tre alla volta. La mia testa &egrave tra le nuvole.

FINALMENTE!

Li faccio gemere uno ad uno fingendo di non sentire le loro preghiere. Quando uno di loro prova a bloccarmi la testa mi divincolo e passo ad un altro. Capiscono al volo: chi prova a forzarmi salta il turno, e così rimangono alla mia mercé, in trepida attesa delle mie carezze.
Non può durare a lungo, e nemmeno lo voglio. Mi rialzo e mi accosto al letto indecisa su come proseguire. Diego si fa avanti e mi fa voltare ed inginocchiare sopra le coperte, subito Michael e Angelo mi corrono davanti stendendosi, gli uccelli alla distanza giusta per imboccarli.

– AHIAAAAAA… FERMO! –

Quello stronzo di Diego ha provato a penetrarmi nel buchino. Senza preparazione, senza lubrificazione. Ho sentito un male cane. Si blocca istantaneamente.
Non sono vergine dietro, l’ho già detto, e nemmeno mi dispiace, di tanto in tanto, concederlo se lui mi va a genio. Marco infatti, con sua grande soddisfazione, approfitta spesso e volentieri delle mie virtù callipigie, ma ogni volta sa come prepararmi, blandirmi, circuirmi fino a che, qualche volta, sono stata io a chiedergli di fare presto ed incularmi.
Diego, sotto gli sguardi di rimprovero degli altri, mi chiede scusa e si china in avanti.

Aaaahhhh, ecco, con la lingua &egrave tutta un’altra cosa. La sento che mi passa sulle labbra intime, mi titilla il clitoride e poi scorre ancora affondandomi tra le chiappe. La sento sul buchino, tutto intorno. Sospiro e prendo in bocca uno dei cazzi davanti a me. Di colpo sento una sensazione di freddo sull’ano. Mi volto e vedo Marco che mi sorride mentre tende ancora il lubrificante verso Diego. Che amore Marco, ha rimediato subito alla situazione. Imbocco ancora il cazzo di Michael con un dubbio: il sorriso di Marco era cambiato rapidamente, mi era parso come quello di un lupo. Cosa avrà in mente?

Non importa, qualsiasi cosa sia so che mi porterà un tremendo piacere. Mi dedico a Michael facendolo mugolare e poi passo ad Angelo mentre un dito curioso mi entra dietro lubrificandomi.
Le dita diventano presto due ma sono gentili, piene di lubrificante, mi aprono e allargano con delicata premura.
Quando vengono sostituite dal suo cazzo sono più che pronta e lo accolgo gemendo centimetro dopo centimetro mentre me lo infila. Non sento dolore, appena il fastidio di sentirmi allargare le viscere, e le dita che mi carezzano il clitoride chiudono il cerchio. Adesso &egrave solo piacere per me.
Diego porta avanti la sodomizzazione in crescendo, prima muovendosi lentamente, senza spingere fino in fondo, poi aumenta ritmo e profondità e presto sento una voce, la mia, che lo incita a fare più forte, più veloce. Godo inzuppando la mano che mi sta carezzando la micina, quasi mi strozzo con l’uccello che in quel momento mi ero spinta in fondo alla gola. Mi agito scomposta, ad occhi chiusi, abbandonando la testa tra le cosce di Angelo, senza più poter controllare le mie gambe che tremano. Dopo un lungo minuto riprendo coscienza sentendomi vuota. Diego, vedendomi così, &egrave uscito da me ed &egrave rimasto a guardarmi mentre mi contorcevo sulle coperte. Anche gli altri mi guardano ammirati.

– Sei bellissima quando godi –

Marco lo dice con un tono inequivocabile, leggo la lussuria nei suoi occhi.

– Ed allora fatemi godere ancora… –

Rispondo invitante. E’ quello che voleva sentirsi dire, quello che volevano sentirsi dire tutti.
Mi afferrano e mi alzano come se non avessi peso. Diego si distende e mi fa salire sopra di lui. Mi impalo sul suo cazzo teso e sento Marco dare disposizioni ai suoi amici come un regista. Qualcuno mi afferra per i fianchi, mi blocca sopra Diego mentre già mi sto muovendo sentendomi riempire perfettamente la micina. Al tocco di un uccello duro sul mio buchino comprendo le loro intenzioni. Non l’ho mai fatto ma non &egrave forse “normale” quando si vogliono più cazzi tutti per se? Scopro che si tratta di Angelo quando gli altri tre mi si posizionano davanti. Alzo le mani verso di loro, verso i loro cazzi, ma Marco bruscamente fa in modo che siano fuori dalla mia portata. Protesto sentendomi privare di qualcosa che sento appartenermi e in quel momento Angelo spinge e mi entra dentro, credo almeno per metà. Trattengo il respiro, la sensazione &egrave fortissima, sento la mia carne che si tende per accoglierli entrambi e la sensazione di sentirmi riempire come mai era successo prima. Ci mettono alcuni istanti a sincronizzarsi nei movimenti ed in quegli istanti continuo la mia apnea, poi aspiro con forza l’aria e grido:

– AAAAAHHHHHHHHH –

Come colpiti da un uragano, i miei sensi sovraeccitati esplodono. Godo, godo a ripetizione, scopata e inculata contemporaneamente, strusciando nel movimento il clitoride sul ventre di Diego. Sono sensazioni fortissime, mai avvertite così intensamente, che si sommano e si moltiplicano dentro di me portandomi ad un orgasmo unico e continuato. Con affanno alzo ancora le mani trovando questa volta i loro cazzi pronti. Impugno Michael e Furio segandoli con forza, mi protendo verso l’uccello di Marco che prima gioca con la mia bocca, battendolo sulle mie labbra aperte, sulle mie guance, permettendomi infine di ingoiarlo fin dove posso.

Nella mia testa ho l’immagine oscena di me vista da fuori, in una combinazione che nemmeno nella mia fantasia avevo previsto: sono piena dappertutto, non potrei prendere un altro cazzo nemmeno volendolo e godo, godo in continuazione, gemendo a bocca piena, staccandomi da Marco per urlare frasi senza senso e irripetibili.

– Provaci tesoro, prova a farci venire tutti insieme –

Come da lontano, la voce di Marco supera la nebbia del piacere che mi avvolge. Mi sforzo di fare come dice, di capire chi di loro sia più vicino all’orgasmo e chi più lontano. Non ci riesco, so solo che se continua così muoio. Già non controllo più le gambe, che tremano e si agitano per conto loro, con difficoltà riesco a far scivolare insieme le mani sui cazzi tesi e la bocca… riesco solo a muovere un po’ la lingua, senza un criterio, tenendola aperta per Marco che si muove per conto suo

– Eccomi… ci sono… –

Diego annuncia il suo piacere imminente e poco dopo mi sento invadere dal suo seme caldo. Subito dopo di lui &egrave Angelo a riempirmi e per la prima volta sento la sborra scorrere nel mio culetto. Grido qualcosa, non so nemmeno cosa, sento la voce di Marco dire qualcosa, e non capisco cosa e poi… di colpo lui esce dalla mia bocca e sono lì tutti e tre, a pochi centimetri dal mio volto, che muovono la mano su e giù lungo l’asta. Mi puntano, mirano alla mia faccia e io apro la bocca, tiro fuori la lingua, chiedo loro di sborrarmi addosso come se ne andasse della mia vita e urlo ricevendo per primo lo schizzo di Furio dritto sul naso e poi dentro la bocca aperta. Non ha ancora finito quando arrivano gli spruzzi di Michael che si uniscono e si sommano agli altri. Infine Marco, diritto in bocca, come un cecchino, con me che inseguo le cappelle viscide con la lingua imboccandoli uno alla volta, succhiando per ripulirli mentre Diego e Angelo ancora si muovono lentamente dentro di me.

Quando ci districhiamo sono uno straccio, uno straccio impregnato di sperma. Con dolcezza Marco mi porge dello scottex per farmi pulire il viso e poi, vedendo che giaccio abbandonata sul letto, mi pulisce lui delicatamente togliendo ogni residuo. Crollo per la stanchezza e nemmeno mi accorgo di quando i ragazzi vanno via. Solo il mattino dopo, svegliandomi, mi rendo conto di essere sola con Marco, lui che russa leggermente dandomi la schiena. Mi alzo sentendomi tutta rotta e mi tolgo mascherina e parrucca con cui ho dormito. Sotto la doccia lascio che l’acqua bollente mi scorra a lungo su tutto il corpo, nella testa rivivo la serata della mia fantasia, dei miei desideri esauditi oltre ogni limite.

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