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Un esperienza diversa

By 17 Febbraio 2016Febbraio 9th, 2020No Comments

Da sempre considero il mercoledì la giornata più stupida della settimana. La domenica prima &egrave passata da un pezzo, quella prossima arriverà tra un pezzo. Che depressione!
Sono quasi le 17.00 e fra una decina di minuti il mio lavoro quotidiano &egrave finito. Il tempo &egrave di un grigiore deprimente; sapete quella nebbia che vi bagna, fatta da milioni di goccioline che ti penetrano fin dentro le ossa? Stasera non ho programmi e non mi va di andarmene subito a casa a buttarmi sul divano per aspettare che passi la mezzanotte e poi trascinarmi sfinito a letto per un’altra notte insonne.
– Devo inventarmi qualcosa ‘ sto pensando perso nei miei pensieri, quando la voce squillante di Caterina, la mia collega di stanza, mi fa sobbalzare:
– Allora, Max, cosa fai stasera?
Non ho proprio voglia di condividere le mie frustrazioni con questa pettegola di merda. Senza pensarci su, le dico: – Vado a farmi un bel trattamento rilassante in quel nuovo centro benessere che hanno appena aperto vicino i laghetti.
– Peccato. Ti avrei invitato a mangiare una pizza con le mie amiche. ‘ Fa lei, volendo quasi sfidare la bontà della mia idea.
– Ti ringrazio Catia (lei lo preferisce) ma stasera sono abbastanza stanco. Dopo il trattamento vado subito a casa e mi infilo fra le coperte. Divertitevi.
Dico questo mentre le sto inviando tante, ma tante maledizioni, per non avermi subito fatto la proposta. C’&egrave quella Marianna che mi fa tirare da matti. La scoperei proprio volentieri. Va beh! Penso, sarà per un’altra volta.
Finalmente sono le 17.00. Butto tutte le carte che ricoprivano la scrivania nel cassetto grande e mi avvio a prendere il giaccone.
Mentre esco, mi viene l’idea: – Perché no? Quasi, quasi ci vado davvero in quel centro benessere. E’ nuovo, quindi sicuramente faranno bei trattamenti per conquistare la clientela.
Così, salgo in macchina, che &egrave parcheggiata proprio di fronte al mio ufficio, e mi ci dirigo subito. Arrivo in circa trenta minuti. Il traffico a quest’ora sembra impazzito. Finalmente ci sono. Lascio la macchina nell’ampio parcheggio semideserto e mi avvio alla reception.
– Buonasera! ‘ mi accoglie una ragazzina che deve essere una tutto pepe. Avrà si e no vent’anni, piccolina di statura ma un seno già ben formato. Proporzionato. Le sorrido e mi avvicino.
– Posso fare qualcosa per lei? ‘ mi dice mostrandomi i suoi bianchissimi trentadue denti.
– Certo. Stasera sono venuto a conoscere la vostra struttura. Non ho idee particolari, ma vorrei rilassarmi senza alcun impegno. Poi magari, la prossima volta, verrò a conoscere anche la vostra palestra.
Eh si! Continuo a frequentare la palestra, nonostante abbia già compiuto i 42. Il mio fisico lo mantengo bello asciutto e so che piace tanto alle donne, il petto depilato, i muscoli che si intravedono senza essere esagerati, neanche un filo di grasso. D’altronde il mio successo ruota tutto sulla mia prestanza, fisica e sessuale. Ho una più che discreta dotazione, 21 cm di cazzo bello turgido da offrire a qualsiasi buco. Si, sono anche aperto di vedute, come si dice.
La ragazzina, sempre sorridendo, mi fa:
– Per il massaggio ho disponibile solo Arturo. Ma le assicuro che finora ha soddisfatto tutti i clienti che si sono serviti di lui. Cosa fa, vuole provarlo?
– Perché no! ‘ faccio io, sicuro del fatto mio.
La ragazza mi rilascia la tessera, le pago l’iscrizione che &egrave di 50 ‘ al mese, ed a parte mi rilascia una scheda che mi spiega:
– Poiché il massaggio &egrave molto personalizzato alle esigenze del cliente, lei consegni pure la scheda ad Arturo, e lui segnerà le prestazioni rese, quando avrà terminato, passi pure di qua che le faccio il totale da pagare.
– Ok, grazie. Però dammi del tu. Anzi, prima dimmi come ti chiami. ‘ le faccio con occhio languido.
– Va bene, Massimo, io mi chiamo Lara.
– Ciao Lara, ci vediamo dopo.
– Ciao, divertiti. – Mi fa lei con un grande sorriso ammiccante.
La lascio e mi dirigo verso la zona relax. La struttura si presenta molto bella. Gli arredi oltre che nuovi, trasudano opulenza. Sono davvero eleganti. Mi piace questo posto. Arrivo davanti ai camerini e vedo che ognuno &egrave contrassegnato dal nome di chi ci opera. Busso dove trovo scritto Arturo.
La porta si apre ed un bel ragazzo, palestrato senza eccessi, in shorts e canottiera, mi invita ad entrare, offrendomi la mano da stringere:
– Ciao, io sono Arturo, prego accomodati.
– Ciao, sono Massimo. Ti prego fammi rilassare al meglio. Devo sfogare tutta la frustrazione di una giornata del cavolo. ‘ mentre gli stringo con presa maschia la mano che trovo stranamente molto morbida; intanto gli porgo la scheda che mi ha consegnato Lara e che lui, senza neanche guardare, appoggia sul mobiletto che &egrave addossato alla parete.
– Ok, ci proviamo. Spogliati pure completamente ed indossa l’asciugamani che trovi dietro il paravento.
Vado dietro il paravento e trovo un angolo veramente ben attrezzato. Un comodo attaccapanni, un stand reggi abito per la giacca ed i pantaloni, una comoda poltroncina per togliere scarpe e calze ed indossare le splendide ciabattine monouso, che trovo li, sigillate in un elegante sacchetto di nylon. Anche l’asciugamano &egrave contenuto in una busta sigillata.
Quando sono pronto esco dal mio nascondiglio e trovo Arturo già organizzato con tutti i suoi flaconi che ha prelevato da una cassetta, che comunque ha sempre a disposizione, e se li &egrave infilati nella cintura che indossa, ne contiene diversi. Lui mi indica di sdraiarmi sul lettino a pancia in giù. Quando sono steso mi porta via l’asciugamano.
Lo sento che comincia a dispensare i suoi oli sulle mie caviglie. Comincia così un massaggio che in pochi minuti, senza lasciare la zona dei piedi, già mi sta letteralmente svuotando. Socchiudo gli occhi e lo lascio fare. Mi piace la sua carezza energica. Lo sento sollevare il mio piede destro. Mi carezza, avvolgendoli nella sua mano, ciascun dito del piede. Il suo palmo prima e le dita poi, scorrono sotto la pianta, disegnando cerchi concentrici. In alcuni punti mi preme con forza. &egrave davvero piacevole. Adesso l’altro piede. Ora i polpacci. Le sua dita lo artigliano con una delicata forza ed il loro movimento ne scuote tutti i muscoli. Sale ora sulla coscia. Al suo interno. L’avvicinarsi al mio scettro mi riempie di calore il ventre. La sua mano scivola con audacia e sfrontatezza il prossimità del perineo e ne sento il calore anche sullo scroto. Ora risale la natica. La punta del suo dito riesce a far contrarre, una per una, tutte le terminazioni nervose che sono li localizzate. Ho la sensazione che le mie natiche sobbalzino come quelle di una femmina con un grande culone. &egrave una sensazione davvero piacevole.
Ora risale il fondoschiena. In quel tratto che sale verso la schiena, le mie terminazioni rispondono con maggiore energia. Sul collo i mie muscoli bene evidenti, così come sulle braccia, risultano alquanto contratti. Lui riesce a scioglierli come niente fosse. Termina sulla fronte e sulle tempie, dove si attarda parecchio, e devo dire che quella sensazione di mal di testa latente, scompare improvvisamente. Quando ha terminato, con una bella pacca sulla natica mi fa:
– Dai girati, che adesso viene il bello.
Io mi giro e mi accorgo che il mio cazzo &egrave rigido da morire. Lui come niente fosse, riprende dai piedi la sua opera. Non so quanto tempo sia trascorso, so che sono in uno stato di trance. Rilassato, ma eccitatissimo. Il mio cazzo non sembra voler sentire ragioni. Gli piace il trattamento che Arturo sta dispensando al mio corpo. Ha appena finito con le mie tempie, che adesso torna sul mio ventre. Il suo massaggio &egrave profondo. Ora gira tutto intorno al mio scettro. Lo sento scivolare in mezzo alle mie gambe e cominciare a massaggiare il mio scroto. Il cazzo ha una contrazione piacevolissima. Sono ad occhi chiusi. E quando la sua mano lo impugna provo un senso di liberazione. Non dico niente. Lui, incoraggiato, comincia una sega favolosa. &egrave lenta, profonda, per tutta la sua lunghezza. Quando arriva alla cappella il suo dito pollice la massaggia facendola inumidire. Poi, torna a scendere fino ai coglioni. Un paio di volte sento che l’orgasmo sta per cominciare, ma lui mi stringe la base del cazzo, proprio sulla vena, e ne impedisce la realizzazione. Ho proprio voglia di venire. Non oso chiederglielo. Ma sono convinto che ne sia cosciente.
Adesso sento il calore delle sue labbra avvolgere la mia cappella. Dio che bello. Penso. La sua lingua fa una capolavoro di massaggio alla cappella. Poi comincia ad imboccarlo profondamente. Ma come cazzo fa. Lo ha ingoiato quasi tutto. La lingua continua ad attorcigliarsi attorno all’asta, contemporaneamente.
Il primo getto di sperma lo coglie in fondo all’esofago. Credo lo abbia ingoiato all’istante. Ora risale mentre i fiotti continuano a ripetizione. Lui ingoia tutto con calma, senza lasciarne uscire neanche una goccia. Il getto rallenta, lui sale alla cappella e la sua lingua le turbina sopra. Ecco l’ultimo spasmo che fa uscire le ultime gocce. Era tanto che non sborravo così forte. &egrave stato meraviglioso. Sono tentato a dirglielo, che lui, passandosi la mano sulle labbra a pulirsi, mi prende le caviglie spingendole dietro e costringendomi a piegare le ginocchia. Lo vedo cucciarsi di nuovo fra le mie gambe e la sua lingua comincia un delizioso lavoro di lappaggio sul mio buchetto. Non lo so perché, ma lo lascio fare. &egrave un piacere che non ho mai provato. Si qualche ragazza, mentre mi sbocchinava mi ha infilato il dito medio dentro, ma niente di così piacevole. Arturo ha un ritmo sistematico. Non mi da tregua. Il cazzo riprende il suo turgore. Lui lo imbocca di nuovo. La sua lingua lavora la cappella. Il mio ano &egrave violato dal suo dito che, sento, lo sta ungendo. Non ho mai provato simili sensazioni. Le dita hanno aumentato spessore. Ruotano, tirano, scavano. La sua bocca continua imperterrita a far crescere il mio cazzo al suo interno. &egrave un piacere inenarrabile. Con un movimento plastico, Arturo monta sul letto e ponendosi in posizione opposta alla mia, mi offre il suo cazzo da succhiare. Comincio titubante a leccarlo. Qualcosa di duro e liscio scivola nel mio culo. Lo sento prendere vita. Vibra dannatamente facendomi scuotere dal piacere. Il suo movimento si trasmette alla mia prostata che ne gode profondamente. Mi attacco alle sue natiche con le due mani e, attirandolo a me, lascio scivolare il suo cazzo fino in gola. Il piacere mi assale. Sento che, anche se senza la forza di prima, dalla mia cappella ha cominciato a fuoriuscire sperma. Il suo lavorio nel mio culo fa il resto. Lui viene nella mia bocca e quasi soffoco. Sono costretto ad ingoiare. Non &egrave sgradevole. Ho l’impressione che la vista si annebbi. Ho una sensazione di mancamento. Mi risveglio che Arturo mi sta pulendo con delle salviette profumate calde. Tutto il mio corpo &egrave stato asperso della sostanza che impregna le salviette. Emano un buonissimo odore. Ha praticamente finito di pulirmi. Si avvicina al mio volto e mi chiede con voce suadente.
– Allora ti sei rilassato a sufficienza?
Gli sorrido, e ammiccante rispondo: -Non mi aspettavo tanto. Però, non mi era ancora capitato di farmi rompere il culo.
– Non ti preoccupare, quello lo faremo la prossima volta! ‘ mi fa lui restituendomi la scheda con annotato:
SERVIZIO COMPLETO.
Mi rivesto con calma. Guardo l’orologio e vedo che sono quasi le 20.00.
‘ Cazzo ‘ penso dentro di me ‘ oltre due ore? ‘ raccolgo le ultime cose ed esco, con la mia scheda in mano e torno da Lara.
Come mi vede, subito mi sorride e mi fa:
– Soddisfatto allora? ‘ e mi accorgo che sta guardando l’annotazione. Mentre rispondo non posso fare a meno di percepire il suo sorrisetto malizioso:
– Davvero niente male. &egrave stato davvero soddisfacente. Quanto ti devo ancora.
La vedo consultare il computer e mi fa:
– Sarebbero 200 ‘, ma trattandosi della prima volta hai diritto allo sconto, per cui in totale mi devi ancora 100’.
Pago pensando che in effetti se li &egrave guadagnati tutti e lanciando un sorriso a Lara le dico:
– Ci vedremo sicuramente. Ciao e buona notte.
– Ciao Massimo. Passa una dolce nottata.
Mentre in macchina vado verso casa, ripenso a quanto accaduto. Non mi faccio scrupoli per questo rapporto omosex. Anche a scuola mi avevano fatto seghe ed una pompa; ma rifletto che non mi era mai piaciuto tanto. Ed anche con le ragazze, non ne ricordo una che sia stata capace di darmi tale godimento. Davvero una bella esperienza. Dovrò completare con Arturo quanto mi ha promesso e poi voglio vedere se riesco a farmi Lara.
Arrivo a casa, ceno e subito dopo, prendendo il libro che ho cominciato tre mesi fa dallo scaffale vado subito a letto. Sono stanco. Quasi subito il sonno mi prende.
Mi sveglio che ho dormito divinamente. Faccio una bella doccia e poi in cucina mi preparo la colazione.
Con calma mi comincio a vestire. Scelgo un bel vestito grigio, una camicia nuova, azzurra con collo alla francese, scelgo la cravatta sui toni del giallo e mi vesto. Prima di infilare il giaccone, mi soffermo davanti allo specchio dell’ingresso e penso compiacendomi:
– Però, faccio ancora la mia figura!
Esco che sono in orario perfetto. Quando arrivo in ufficio vedo subito che Catia ha il viso distrutto dalla stanchezza.
– Almeno hai dormito qualcosa, stanotte? ‘ le dico alludendo al suo aspetto.
Lei mi guarda con sospetto, si accorge che sono in gran forma:
– Beato te che sei andato a rilassarti. Quella stronza della Marianna mi ha portato in un locale dove fanno lo strip i ragazzi e mi ha fatto tirare mattina. La odio. Quella ha una enorme voglia di cazzo ma non si decide mai a darla a nessuno.
-Se &egrave per questo, se vuoi ti potrei aiutare. ‘ le dico con fare sornione.
– Magari ‘ mi fa lei. ‘ Marianna mi sta facendo impazzire. Le voglio molto bene, ma davvero non riesco a tenerle testa. Lei &egrave una libera professionista. Quando facciamo queste uscite, la mattina dopo se ne rimane a letto a poltrire tutto il giorno. Io invece devo venire in questo ufficio di merda!
– Allora, la prossima volta che ha voglia, dille che le combini tu un appuntamento al buio, e la porti a casa mia. Vi faccio cenare alla grande e poi: tu te ne vai ed io accontento la tua amica. Ti va l’idea?
Mi guarda per vedere se sto scherzando. Capisce che non scherzo.
– Davvero te la faresti?
– Certo! La tua amica mi piace anche. Credo che ci divertiremmo tutti e due.
La vedo che sta riflettendo sulla mia proposta, poi si siede alla sua scrivania e comincia ad aprire i fascicoli che ha sul tavolo.
Un poco infastidito da come ha troncato la conversazione, mi metto al lavoro anch’io e non ci penso più.
Come sempre la giornata scorre monotona, ma quando si avvicina l’orario di chiusura, la vedo alzarsi, venire vicino alla mia scrivania e le sento dire:
– Facciamo così, io glielo chiedo. Se lei &egrave d’accordo organizziamo per sabato sera. Però io mi fermo.
La guardo perplesso e le chiedo: – Che fai, sei diventata una guardona?
– E chi ti ha detto che mi limiterò a guardare? ‘ Mi risponde fissandomi negli occhi.
La squadro con occhio diverso. Mi &egrave sempre stata sul cazzo così, senza un motivo preciso, forse una forma di autodifesa sul lavoro. Però devo riconoscere che ha un corpo notevole. Forse un poco troppo rotonda, ma le forme sono molto femminili. Mi dico che in fondo ho sempre avuto attenzione a non crearmi casini al lavoro, però non &egrave detto che qualche eccezione non si possa fare. Mi accorgo che &egrave imbarazzata dal mio sguardo indagatore. Allora, intrigato dalla situazione che potrebbe determinarsi, le dico:
– E perché no? In fondo non sei niente male. ‘ dico squadrandola da capo a piedi platealmente – Poi, se collabori, magari anche con anche qualche momento intimo fra te e Marianna, può davvero venirne fuori una bella serata.
– Ma che cazzo dici! Stronzo. Non sono mica lesbica?
– E che vuol dire? Non mi dirai che non hai mai avuto curiosità di provare con qualche donna?
Lei resta un attimo indecisa, poi mi risponde:
– Perché tu hai sperimentato anche con uomini?
– Io sono un uomo di mondo. Faccio tutto quello che c’&egrave da fare, senza pensarci neanche un attimo.
– Ma va’.
Lascia la frase a metà. Ma i suoi occhi esprimono la sua incredulità. &egrave il classico atteggiamento che mi manda fuori. Incazzato perché dimostra di non credermi, decido su due piedi cosa fare.
– Ok. Allora stasera vieni con me. Però dopo che io sono stato con un uomo, tu starai con una donna. Ci stai?
Catia mi guarda incuriosita:- E dove mi porteresti?
– Dimmi solo si o no. Al resto penso io. ‘ dico con voce leggermente alterata.
– Quando?
– Adesso, appena usciamo.
La vedo riflettere e quasi subito mi risponde:
– sono troppo curiosa. Si.
Prendo il cellulare, intanto che cerco nel portafogli la ricevuta del centro benessere di ieri sera e ne trovo il numero. Chiamo e aspetto la risposta.
La voce di Lara mi risponde dolcissima:
– Buonasera, Centro Benessere ‘La porta d’oriente’. Sono Lara, come posso aiutarla?
– Ciao Lara, sono Massimo. Ci siamo conosciuti ieri sera.
– Ciao Massimo, dimmi, cosa posso fare per te.
– Riusciresti a fissarmi un incontro con Arturo e subito dopo un incontro per una mia amica con un operatrice donna? Ci servirebbe un servizio completo (calcando il tono della voce sul termine completo) a tutti e due, però vorremmo anche assisterci a vicenda, si tratta di una scommessa.
La sento rispondermi professionalmente:
– Abbi pazienza, ti richiamo entro cinque minuti. Bisogna che veda cosa posso fare.
E riattacca. Catia mi guarda con occhi sgranati.
‘ Non credevo che facessi sul serio.
– Io faccio sempre sul serio. Adesso siamo in ballo e balliamo.
– Ma come faccio, non mi sento fresca. Ho bisogno di una doccia.
– Non preoccuparti. La faremo lì. &egrave un centro attrezzatissimo.
In quel mentre squilla il cellulare.
– Ciao Massimo, sono Lara. Si può fare, però, poiché siamo a corto di personale vengo io con la tua amica e se siete d’accordo, prepariamo una saletta adatta per tutti e quattro, e con la tua amica, io recito a soggetto. Vediamo come reagisce. Chissà cha alla fine viene fuori qualcosa di molto interessante. Cosa ne dici?
– Per me va benissimo. Cosa mi costa la giostra?
– Sarebbero 500. Però se la tua amica si iscrive vi faccio lo sconto del 50%. Va bene?
– Ok, fra una mezz’ora siamo la. Facciamo una doccia e cominciamo.
– Perfetto. Vado subito a preparare per il vostro arrivo.
Catia che intanto aveva premuto il tasto del viva voce &egrave già tutta rossa dall’eccitazione.
– Allora pronta? ‘ le faccio
– Si ‘ mi risponde con voce roca.
Usciamo e la invito a usare un’auto sola, la mia. Catia sale al mio fianco e sgommando partiamo.
Quando arriviamo noto che nel parcheggio ci sono più macchine di ieri sera. Entriamo nella hall e subito noto che alla reception c’&egrave una ragazza diversa. Mi avvicino e le dico: – Ciao sono Massimo.
– Ciao Massimo, sono Marika, cosa facciamo per la tessera alla tua amica? ‘ mi dice con il tono sbrigativo di chi ha già tutto sotto controllo.
Guardo Catia e lei fa un cenno d’assenso con il capo. ‘ Ok, questa &egrave Catia, adesso ti riempie il modulo.
Catia si avvicina al banco e comincia a riempire il modulo che la ragazza le porge. Al termine la ragazza le chiede i 50 ‘ e Catia paga. Poi mi chiede se voglio pagare subito o dopo. Pago subito i 250 ‘. Sicuro che a fine serata sarò sodisfatto. Marika ci indica lo spogliatoio delle docce e dice: – Cominciate a spogliarvi, e fare la doccia, vi porto subito gli accappatoi.
Anche lo spogliatoio &egrave molto elegante. Mi accorgo subito che però ci fanno entrare nella sala unisex. &egrave vuoto, entriamo e cominciamo a spogliarci, quando siamo nudi ci infiliamo nelle due docce che sono attigue. Posso vede il corpo di Catia nudo come natura l’ha fatta. Ha un bel seno. Anche il sedere, seppur grosso, &egrave piacevole. Ha un senso di burroso. Vien voglia di palparglielo. Mi accorgo che anche lei cerca di vedere le mie attrezzature. Il mio cazzo &egrave già semi rigido. Fa già la sua bella figura. Con la scusa di prendere il sapone faccio una piroetta e mi giro proprio di fronte a lei. Catia strabuzza appena lo vede. Faccio finta di niente e continuo ad insaponarmi. Finiamo di lavarci, ci sciacquiamo e mentre cerco di capire cosa fare adesso che siamo nudi come vermi, sento la porta che si apre e vedo entrare Marika che ci offre gli accappatoi. Anche lei si attarda a guardare il mio cazzo. La cosa mi inorgoglisce. Stasera mi sento in forma. Quando siamo belli asciutti, Marika, che ha aiutato ad asciugarmi con l’accappatoio, aiutando a sfilarmelo ci offre un asciugamano a testa per coprire il ventre e ci dice di seguirla. Davanti ad una porta di legno si ferma, la apre e ci lascia entrare, non mancando di augurarci buon divertimento. Catia mi avvinghia la mano, io avanzo baldanzoso nel fumo che riempie la stanza. Evidentemente un bagno turco. Una volta dentro faccio fatica a distinguere le cose nell’ambiente, per cui vengo colto di sorpresa da Arturo che alle spalle mi avvolge la vita e mi toglie l’asciugamano. Mi accorgo che la stessa cosa sta accadendo a Catia da parte di Lara perché sento un suo gridolino di sorpresa mentre dopo aver stretto la mia mano, lascia la presa. Anche Arturo &egrave nudo. Il suo cazzo &egrave già in tiro, anche il suo &egrave ragguardevole. Catia che si &egrave già stesa sul gradone, sembra già partita. Ha allargato le gambe per permettere a Lara di cominciare le sue carezze. &egrave rapita dal cazzo di Arturo. Non grosso come il mio, ma oggettivamente molto bello.
Arturo mi appoggia le mani sulle spalle e mi fa inginocchiare ai suoi piedi. Gli prendo il cazzo il bocca. Sento lo sguardo eccitato di Catia che segue attentamente la mia pompa. I nostri corpi sono già sudati. Io mi impegno con dovizia. Il suo cazzo assume una forma di superbo irrigidimento. Arturo mi fa alzare, mi porta vicino la testa di Catia, mi fa appoggiare le mani allo gradone superiore alla posizione dove &egrave stesa Catia e mi fa allargare le gambe. Il mio cazzo ballonzola sopra il viso della donna che sta già godendo per le leccate di Lara. Sento le dita di Arturo ungere il mio buchetto. Catia ha gli occhi che sembrano impazziti, vagando dal suo lavoro al mio culo che lentamente fa crescere il mio cazzo facendogli raggiungere la piena forma; adesso mi appoggia la cappella. Lo sento spingere. Eccolo, &egrave entrato con la cappella. Un poco di dolore si &egrave sentito, però &egrave già passato. Adesso affonda dentro di me. La sua mano artiglia il mio cazzo. Lara costringe Catia a lasciare la sua tribuna riservata e la fa inginocchiare di fianco a me. Lei prende il posto di Catia e tira la sua testa fra le sue gambe. Controvoglia, Catia comincia a leccarla sempre seguendo il lavoro di Arturo. Lara, allora, ferma la sega di Arturo e mi prende il cazzo in bocca.
Mi sembra di impazzire dal piacere. Non mi era mai capitato di avere simili sensazioni. Sborro all’improvviso. Lara ingoia con ingordigia. Ho appena terminato che vedo Lara staccarsi da me, prendere Catia per le spalle, la fa alzare e la bacia passandogli parte del mio sperma. Intanto Arturo mi sta riempendo il culo di sborra. Tanta. Mi sento svuotato quando lui estrae il cazzo. Con delicatezza mi fa stendere sul gradone. Mi fa piegare le gambe e poi invita Catia a leccarmi il culo pieno di sborra. Lei si impegna per prenderne il più possibile. Arturo intanto mi appoggia il cazzo sulle labbra e aspetta che io glielo pulisca. Comincio a succhiare il suo cazzo ormai barzotto. Ma, stimolato dalla carezza della lingua di Catia dentro il mio culo, mi impegno talmente tanto che anche Arturo ha di nuovo il cazzo in tiro. Lui esce dalla mia bocca, va dietro Catia, le solleva il burroso culone e la penetra a pecorina. Catia &egrave completamente partita. La bocca di Lara, intanto, si &egrave appropriata del mio cazzo. Anche lui &egrave tornato in splendida forma. All’orecchio Lara mi dice: – Ce la fai a farne tre?
La guardo, ci penso e le rispondo: – penso proprio di si.
– Bene, allora adesso diamo un po’ di piacere alla tua amichetta.
La vedo battere la mano sulla spalla di Arturo e fargli segno, alzando le due dita della mano destra. Arturo capisce, si sfila, prende per un braccio Catia e l’accompagna sopra di me, lasciando che lei si impali da sola. La ragazza gradisce molto il mio calibro. Comincia a muoversi sinuosamente su di me. Arturo, intanto, si &egrave posizionato dietro di lei, capisco che le sue mani stanno ungendo il culo della donna perché ha un attimo di irrigidimento. Poi si lascia andare. Ora Arturo sta entrando dentro di lei, senza apparente difficoltà. Catia ha gli occhi persi nel vuoto. Lui deve essere entrato tutto. Lo sento distintamente scivolare sopra il mio cazzo e ritmicamente, i suoi coglioni battono sui miei. Arturo comincia a dare il ritmo. Io collaboro con potenti spinte nella sua vagina. Catia comincia a rantolare prima e gridare poi. Ormai ulula come una cagna. I colpi che gli stiamo dando sono tremendi. Io non ce la faccio più e sborro abbondantemente dentro la sua figa. Un filo di saliva le scende lungo il mento sul lato destro della bocca. Sento il cazzo di Arturo pulsare. I suoi ultimi colpi sono tremendi. Eccolo che sborra. Una, due, tre, quattro volte. Catia si abbandona sul mio petto. Arturo ha finito. Esce dal suo culo, adesso la prende con delicatezza in braccio e la stacca dal mio cazzo che comunque &egrave rimasto ancora abbastanza in forze. Lo vedo che la stende sul gradone. Io cerco di alzarmi, ma Lara mi impedisce di farlo. Si stende su di me, in posizione per un sessantanove, ed offrendomi la sua fighetta depilata comincia a succhiarmi il cazzo. &egrave indubbiamente brava. Con il dito intanto mi carezza la base dei coglioni, il perineo ed infine me lo mette dentro il culo ancora aperto dal passaggio di Arturo.
Mi do da fare anche io. Con il caldo umido che c’&egrave, i nostri corpi sono tanto sudati, per cui non ho alcuna difficoltà a introdurre il dito medio nel suo stretto culetto. Mi accorgo che lei intanto ha aumentato di molto il numero delle dita dentro di me. Il mio cazzo comincia a tornare ad avere desiderio. La sento spingere con forza dentro di me. Ad un tratto sento un dolore atroce. Poi un dolce calore mi sale al cervello. Lara, ha infilato tutta la sua piccola mano dentro il mio culo.
Più arrapato che incazzato, le rendo pan per focaccia. Estraggo il dito e chiudendo la mano a cuneo comincio a spingere nel suo culo. Resto sconvolto. Il suo stretto culetto sembra di burro. La sento aprirsi alla mia spinta ed in niente la mia mano affonda dentro di lei. A questo punto comincio a chiavarla in bocca. Lei capisce che se continuo vengo ed allora esce dal mio culo, lascia la mia asta piena della sua saliva e staccandosi dalla mia mano con un movimento felino viene ad impalarsi sopra di me. Comincia movimenti rotatori del bacino che mi mandano in estasi. La vedo, lei raggiunge un silenzioso orgasmo. Io continuo a spingere dentro di lei. Appena si sente soddisfatta, si poggia con le mani sulle mie cosce, si alza e posiziona il suo culetto sulla punta della mia cappella.
Altre volte mi &egrave capitato di metterlo nel culo, sia a donne che uomini, ma &egrave la prima volta che trovo un culo che si contrae come stesse facendo un pompino al mio cazzo. Non ci metto molto che mi svuoto ancora una volta. Le si gusta tutta la sborrata e quando questa &egrave terminata si stende sul mio corpo ed avvicinandosi al mio orecchio mi dice:
– ti prego, pisciami dentro.
La guardo eccitato da morire. Il cazzo ha avuto anche una contrazione, ma la natura fa il suo effetto. Dopo l’eiaculazione comincia a perdere il suo turgore. Sento in effetti il bisogno di vuotare la vescica, le dico:
– preparati, adesso arriva.
La sento contrarre i muscoli dello sfintere, comincio a scaricarmi. Ne faccio tantissima. Lei accoglie tutto il liquido godendo ancora una volta silenziosamente.
Quando ho terminato lei scende da sopra a me. Mi tiro su e mi accorgo che Arturo sta di nuovo chiavando Catia. Lei &egrave distesa sul gradone con le gambe abbandonate che lui ha sollevato e poggiate sul suo petto e la fotte con violenza. Anche se sembra che non partecipi, basta guardarle il viso, Catia sta godendo come una matta. Lara sale sul gradone, si posiziona con lo sfintere sul viso di Catia e poi lascia fuoriuscire tutti il mio piscio misto a sborra. Catia cerca di evitare di esserne investita ma non può farci niente. La sua faccia ne &egrave ricoperta. Anzi, mentre gli ultimi colpi di Arturo la stanno facendo godere ancora una volta si trova ad ingurgitarne una discreta dose.
Lara scende dallo scalone e si distende anche lei. Arturo che ha finito esce dalla figa di Catia; solo adesso mi accorgo che una peluria abbondante e selvaggia le ricopre il ventre. Barcollando, Catia, si alza lentamente dal gradone, si avvicina a Lara, adesso sale sullo scalone ed offre a Lara la sua figa piena dello sperma di Arturo. Lara comincia a leccarle la figa. Catia comincia a pisciarle in bocca. Lara, anziché evitare la pioggia dorata che le cade sul viso, fa di tutto per raccoglierne con la bocca. Anche Catia ha finito e cade seduta a terra appoggiando la testa sul fianco di Lara. Stiamo così per un tempo che sembra infinito.
Ad un certo punto, Lara si tira su e dice:
– cosa ne dite di una bella doccia tutti insieme?
A fatica ci tiriamo su. Torniamo nel locale doccia e mentre Lara e Catia entrano in una cabina cominciando subito a limonare, Arturo mi propone un’ultima botta e prendendomi per mano, mi fa entrare nella doccia, apre l’acqua abbastanza calda, così da non farmi patire il freddo, mi fa appoggiare le mani al muro e mi posiziona il culo in fuori. Mi unge di nuovo e mi incula, ma molto dolcemente. Il suo cazzo riesce a toccarmi la prostata. Mi accorgo del piacere che provo dagli umori che bagnano abbondantemente la mia cappella. Lui continua con un ritmo lento ma costante. Ad un tratto mi rendo conto di tremare e sento lo sperma fuoriuscire dal mio cazzo mentre il suo risale il mio intestino. Quando ha finito, lui si appoggia sulla mia schiena ed all’orecchio mi dice:
– aspetta, che voglio pisciare.
Resto fermo in attesa. Il suo liquido caldo mi riempie il ventre che si gonfia all’inverosimile. Quando ha terminato mi dice ancora:
– Stringi le chiappe e cerca di trattenere, arrivo subito.
Faccio come mi ha detto. Lui esce, torna dopo pochissimo e lo sento introdurre qualcosa nel mio culo che me lo tappa:
– adesso vieni con me. – Mi fa prendendomi per mano. Lo seguo con difficoltà, con una camminata che mi vede sculettare come una donna, per via dell’ingombro che mi penetra. Andiamo nel box delle ragazze.
– Ragazze! Venite a godere dello spettacolo.
Loro la smettono di baciarsi e vengono fuori, lui mi fa sistemare nel box, quando sono sul piatto della doccia mi dice:
– appoggiati ancora al muro.
Lo faccio rimettendo il culo in fuori e lo sento dire:
– allora, chi glielo toglie?
Sento la voce arrochita di Catia:
– Lo faccio io. Voglio vedere quanto glielo hai rotto il culo a questo porco.
La sento impugnare ciò che mi chiude lo sfintere e sento che lo rimesta con forza dentro di me. Mi fa molto male. Poi tira d’un tratto fuori. La fuoriuscita di sperma, piscio e feci la investe. Lara scoppia a ridere.
Lei sembra incazzarsi, ma io mi giro, la prendo per una mano e la tiro sotto la doccia, insieme a me e la bacio. Lei ci sta. Quando la sento calma mi stacco dalla sua bocca e le dico:
– Allora, sabato facciamo?
– Si, brutto porco, ma porto anche un’altra amichetta.
– Va bene, bella troia, vorrà dire che ci divertiremo ancora di più.
Nel salutare Arturo e Catia non manco di sussurrare all’orecchio di Lara che voglio una seduta privata con lei; lei mi risponde che basta prenotare.
Accompagno Catia alla sua macchina. Il viaggio di ritorno, senza traffico (sono quasi le 23) &egrave velocissimo. In 10 minuti arriviamo. Durante il percorso non ha mai detto niente. Quando fermo l’auto mi fa:
– Lo sai che sei uno stronzo, vero?
La guardo perplesso e le chiedo:
– Perché?
– Come perché! ‘ fa alzando appena il tono della voce ‘ mi hai calcolato come donna solo nel momento che hai intravisto la possibilità di un’orgia.
– Ma dai! ‘ faccio per sdrammatizzare. – Ho sempre cercato di evitare complicazioni sul lavoro a tutti e due. Se si tratta di divertirci un poco, sarò sempre disponibile, ma sempre senza implicazioni sentimentali. E anche con la tua amica Marianna sarà così.
Catia si dimostra molto intelligente, incassa il mio rifiuto ad una storia e scende:
– Va bene stronzo, ci vediamo sabato a casa tua. Domani mi do malata. Ciao.
– Senti, voglio dirtelo. &egrave stata una bella serata. Mi &egrave piaciuta molto.
– Anche a me.
– Mi &egrave piaciuto molto cosa mi ha fatto Arturo. Era la prima volta per me.
– Anche a me. ‘ dopo un attimo di silenzio, riprende ‘ mi &egrave piaciuto guardarti prenderlo in culo.
Mi guarda con intensità fissa negli occhi. Un poco in imbarazzo le dico:
– Ok. Venite verso le 19.30, cena leggera e poi, via alle danze. ‘ le lancio un bacio.
Lei scende, mi sorride maliziosa e mi saluta con la mano allontanandosi sculettando.
La guardo ed il mio cazzo sussulta ancora una volta.
Rimetto in moto l’auto e mi dirigo a casa.
La mattina mi sveglio in ritardo e devo correre per arrivare in orario in ufficio.
La giornata scorre tranquilla. Nessuna rottura di lavoro. Solo nella stanza posso prendermela comoda.
Quando termina l’orario vado a casa e comincio a concentrarmi su cosa fare per domani.
Intanto c’&egrave da decidere cosa mangiare. Sono orientato sul pesce. Vedrò cosa trovo domattina al mercato. Mi sovviene che devo comprare ancora una volta i teli cerati da mettere sotto il coprimaterasso. Una volta una ragazza che era vergine di culo, mentre stavo inculandola la prima volta si mise a pisciare sul letto. Dovetti buttare il materasso.
Penso che &egrave bene che cominci stasera a comprare un poco di cose.
La mattina del sabato la passo per le spese e poi in cucina.
A ora di pranzo &egrave tutto pronto. Basta infornare il branzino quando arrivano, in mezz’ora sarà cotto. Le ostriche e gli scampi crudi sono nel frigo. L’insalata &egrave lavata. La frutta ed il dolce pronto.
Dopo aver mangiucchiato qualcosa vado un poco a riposare. Stasera faremo tanto tardi.
Alle 19.30 in punto suona il campanello. Apro il portone e le aspetto fuori la porta. Sento il vociare delle ragazze anche se sono nell’ascensore. Ridono e scherzano. Ecco &egrave arrivato al piano. Escono, Catia davanti. &egrave tirata alla grande. Ed anche il vestito che indossa, un tubino che le fascia tutte le rotondità, contribuisce a renderla un figa più che attraente. Subito dietro di lei intravedo Marianna. Longilinea, seni non grandi ma notevoli e belli alti. Sono ricoperti da un ricamo che lascia intravedere chiaramente i capezzoli. La gonna corta, tanto corta, lascia vedere la carne scoperta sul bordo delle calze che fasciano le sue splendide gambe e sono rette da un reggicalze dello stesso colore viola. Mentre le bacio le guance per accoglierla, lei mi dice:
– Allora, porcellino, stasera pensi di riuscire a soddisfarci tutte e tre?
Io sorrido e le rispondo:
– Porcellino a me? Il mio vero obiettivo sei solo tu. Le altre vedremo comunque di accontentarle.
Ridendo, Marianna si sposta. Resto come paralizzato alla vista della terza.
&egrave una mulatta bellissima. Due tette enormi. Un culo superbo. Due cosce tornite, muscolose, ma gradevolissime da guardare. Si avvicina e mi mette la lingua in bocca, poi lasciandomi basito, mi prende la mano e se l’accompagna sull’inguine, dicendomi:
– Ciao maschione, io sono Andrea, quella che spariglia.
E mi fa l’occhiolino. Intanto io sono paralizzato con l’enorme cazzo che ho trovato nudo sotto la sua gonna, lo stringo, misurandone la consistenza e godendo da quanto &egrave grosso e lungo.
Catia e Marianna ridono come due matte. Andrea con voce roca, mordicchiandomi il lobo dell’orecchio, mi dice:
– Allora, vuoi che t’inculi sul pianerottolo o preferisci prima mangiare.
Cerco di reagire e riprendere il controllo della situazione:
– Indubbiamente mi hai colpito. Andrea. Ma quella troia della Catia mi aveva parlato di un’amichetta.
– E cosa ti sembro io? Un uomo?
Mi fa lei facendo mossette con le labbra.
– Indubbiamente sei qualcosa di diverso e di più.
Cerco di essere galante. Ma la voce di Marianna alle mie spalle, rimarca:
– Si con più cazzo per sollazzarti.
Mi decido e le faccio entrare, anche per evitare che le nostre chiacchiere siano sentite da qualche vicino impiccione.
Le faccio accomodare, verso prosecco come aperitivo e comincio con i crudi.
La cena scorre lievemente, scaldando comunque l’ambiente. Marianna mi provoca parecchio. Ad un certo punto le vedo prendere un ostrica ed infilarsela tra le gambe. Dopo un attimo me la offre sulle labbra. Io mi lascio imboccare. Il sapore ed il profumo che percepisco &egrave indubbiamente di sesso. Le chiedo allora di farne assaggiare anche alle altre due commensali. Lei ci resta un attimo e poi ripete l’operazione e ne offre una ad Andrea che la sugge dalle sue dita con voluttà.
Quando poi ne offre un’altra a Catia, tutti ci rendiamo conto che lei &egrave in forte imbarazzo.
Allora per stemperare le dico:
– Non avevamo deciso che non avremmo avuto freni? A me hai portato questa simpatica amichetta con la sorpresa; quindi adesso, come eravamo d’accordo, un pochino di tenerezze con Marianna puoi anche farle.
I colori del viso d Catia sembrano cambiare ogni istante.
Marianna, evidentemente non informata, si inserisce nella discussione:
– Ma bene! La santerellina che mi richiama ad essere per bene, sotto sotto mi desidera?
A Catia cominciano a scendere due lacrime. Marianna più sensibile di me, si alza, le va vicino e abbracciandola, mentre le spinge l’ostrica che ha aromatizzato nel suo sesso in bocca, le dice:
– Dai patatina. Per me &egrave una gran bella sorpresa. Mi piace l’idea. Poi, anche io ho voglia di giocare con te.
Catia mastica, assapora, inghiotte la prelibatezza. Quando Marianna le appoggia la sua bocca aperta sulle labbra, lei prima ancora del contatto fa uscire la lingua per esplorarla.
Si abbracciano languidamente.
Andrea, intanto, si &egrave alzata anche lei, e venuta al mio fianco mi offre il suo grosso gelato da succhiare.
Ha un cazzo molto ma molto più grosso del mio. Faccio fatica a riuscire ad imboccare la cappella. Quando ci riesco, lei mi blocca energicamente la testa e comincia a chiavarmi in bocca con forza. Conati di vomito mi fanno salire le lacrime agli occhi. Mi manca l’aria. Lei &egrave imperterrita continua. Sono quasi svenuto che lei esce per farmi respirare. Si piega e mi sussurra all’orecchio:
– Mi ha raccontato Catia che non disdegni una bella inculata. Cosa ne dici, diamo l’esempio alle ragazze.
L’eccitazione ha preso anche me. Ho il cazzo durissimo. Ma non posso farmi mettere sotto. Allora cerco di riprendere il controllo:
– Però facciamo a modo mio. Catia! ‘ dico alzando il tono della voce ‘ Tu mettiti stesa sul divano a gambe aperte; Marianna tu la lecchi mentre io ti prendo alla pecorina e Andrea, questo giro, chiude il trenino.
Non mi sembra vero. Le ragazze eseguono i miei ordini. Quando affondo dentro Marianna la trovo grondante di umori. L’entrata di Andrea, che devo essere sincero, &egrave stata la più delicata possibile, comunque &egrave stata devastante per il mio culo.
Ma i suoi colpi, nonostante il dolore, mi hanno portato ad un orgasmo che mi ha fatto letteralmente inondare la figa di Marianna.
Quando Andrea finisce dentro di me, cado riverso sul divano. Catia viene a leccare il mio culo ed &egrave bravissiama bere lo sperma che ne fuoriesce.
Mi godo la leccata di Catia, mentre Marianna mi porge la sua figa. La lecco e bevo il mio stesso sperma. Andrea dopo aver atteso un attimo, offre il suo scettro a Marianna.
Andiamo avanti scambiandoci di posto continuamente, fino a quando cominciamo le doppie penetrazioni. Prima Catia e poi Marianna. Andrea le prende davanti, io da dietro. Marianna &egrave persa in un vortice di lussuria. Ad un certo punto grida:
– Voglia Andrea in culo.
Noi ci scambiamo di posizione. Quando entro nella sua figa, la trovo enorme. Il mio pur non piccolo cazzo ci naviga senza quasi sentirne le pareti. Decido di infilare anche diverse dita della mano. Quando il cazzo di Andrea entra, Marianna &egrave in trance. Lui &egrave un martello pneumatico. Il mio cazzo e la mia mano nella sua figa fanno il resto. Quando eiaculo lei quasi non se ne accorge. Anche Andrea la riempie. Ancora una volta erutta un’enormità di sperma nel suo culo, come aveva fatto nel mio.
Quando usciamo Catia si tuffa si di lei e la lecca davanti e di dietro.
A questo punto abbiamo bisogno di un poco di riposo. Ancora con il maglioncino addosso e nudo dalla cintola in giù, con ancora un poco di sperma che si sta rapprendendo lungo l’interno delle mie cosce, vado a prendere il dessert.
Le ragazze sono tutte un po’ più tranquille. Mentre mangiamo ne approfitto per chiedere:
– Allora, come &egrave stato il primo round?
Marianna, indubbiamente la leader delle donne, mi risponde:
– Per ora niente male. Ma vediamo quanto riesci a resistere.
– Non ti preoccupare. Ho ancora diverse cartucce da sparare.
– Comunque ho visto che ti piace davvero prenderlo in culo. Non volevo crederci quando me lo aveva detto Catia.
– A me piace godere. Non ho ne preferenze ne tabù. Prendo tutto ciò che mi si offre come opportunità
– Non &egrave male come filosofia. Qualche piccola esperienza di gruppo l’avevo fatta quando ero giovane, ma mi faceva un pochino paura. Adesso devo dire che me la sono goduta davvero tanto. Però, ad essere sincera, mi sembra proprio una scusa la tua. Secondo me ti piace il cazzo e basta. – continuando senza darmi la possibilità di rispondere – E tu, Catia. Non ti facevo anche bisex. Comunque &egrave un bene. Perché così, quando non troviamo cazzi, anziché andare a sbronzarci nei locali, possiamo fare anche da sole.
Catia, anche se ancora a disagio, &egrave comunque più rilassata. Anche lei prova a reagire:
– Cosa vuoi, questo stronzo, non solo non mi ha mai cagata, ma quella volta che mi chiava mi impone di starci con le donne.
Allora io ne approfitto e le chiedo:
– Però, almeno ti &egrave piaciuto?
– Certo che mi &egrave piaciuto. Sono di carne anche io. Non ne avevo mai avuto il coraggio, ma quando me lo hai proposto, mi sono detta, &egrave ora di provare.
Mi rivolgo allora ad Andrea e le chiedo:
– Tu da dove vieni fuori?
– Io sono arrivata dal Brasile circa 10 anni fa. Dopo aver battuto per un paio d’anni, sono entrata in un giro di film porno. Sai i miei attributi sono molto ricercati. Così in pochi anni ho messo via una piccola fortuna e poi, ho conosciuto Marianna che aveva voglia di lanciarsi in un impresa ma non aveva soldi. Io gli ho offerto i miei soldi e quindi sono la sua socia.
– Ma dimmi la verità. Tu non sei una trans?
– Certo che no. Ma in Brasile, se vuoi poter evadere dalla miseria devi essere pronto a tutto. Così ho fatto un poco di chirurgia estetica e grazie al fatto che avevo un fisico molto esile ed un cazzo enorme, sono riuscita ad emergere in Italia. Però, ti dirò. Con il tempo ho imparato ad amare il mio corpo ed a godere anch’io con il culo.
– L’immaginavo. Ma dimmi un’altra cosa. Marianna l’avevi già inculata. Vero?
– Nessuno lo sa. Ma io Marianna stiamo insieme. Manteniamo le nostre libertà, poi, quando abbiamo voglia, ci vediamo e stiamo insieme.
– Certo Catia che frequenti bella gente.
Dico scherzando. Ma Catia non sembra disponibile a scherzare sull’argomento.
Allora cambio argomento. Visto che ormai il dessert &egrave finito, il caff&egrave l’abbiamo preso, propongo:
– Cosa ne dite se andiamo a letto, a vedere cosa succede?
Ancora Marianna interviene:
– Aspetta un attimo. Andrea, andresti a prendere le borse giù?
Vedo Andrea che scattante come un felino si riveste e sparisce.
– Come mai le borse? ‘ chiedo ingenuamente.
– Cosa vuoi che domani andiamo via piene di sperma e puzzolenti, come le bagasce che ti piacciono? E poi ho detto ad Andrea di portare qualche giocattolino. Vedrai che ti piaceranno le sorprese.
Mi rendo conto che faccio fatica a tenerle testa. Marianna &egrave davvero forte.
Quando torna la bellezza olivastra, delle quattro borse che ha portato su con apparente semplicità, ne tiene una sola in mano. Le altre le lascia a terra vicino al divano.
– Allora, andiamo? Sono impaziente di ricominciare. Ho due culetti quasi vergine da finir di sfondare. ‘ dice lui con una preoccupante luce negli occhi.
La prima che si alza &egrave Catia.
Ci trasferiamo in camera. Le vedo apprezzare le lenzuola di seta. Catia viene fatta stendere sul letto. Andrea ricomincia a leccarle la figa. Io prendo per mano Marianna e la porto sul letto e mi dedico allo stesso passatempo. Ma lei non ci sta a stare ferma. Mi chiede di mettermi in posizione per un 69. Lo faccio subito. La sua bocca avvolge la mia asta. La sua lingua ne risale la lunghezza, giunta in cima si attorciglia attorno alla cappella. Anch’io mi do da fare con lei. Mentre con la lingua martello la sua clito, le infilo quattro dita dentro e comincio a pasturare. Quando mi rendo conto che &egrave pronta, le chiedo di mettersi a pecorina. Le vado dietro e comincio ad impalarla. Assieme al mio cazzo lei mette anche la sua mano destra e me lo masturba mentre la chiavo.
– Ma quanto cazzo &egrave sfondata sta zoccola! ‘ penso mentre comunque mi godo la chiavata.
A fianco, Andrea si &egrave stesa sul letto e la vedo chiedere a Catia di impalarsi su di lei.
Catia &egrave felice di farlo e comincia un saliscendi furioso. Sto quasi per venire che Marianna mi spinge fuori e mi dice:
– Prendi la borsa.
Io un po’ incazzato, eseguo. Le porgo la borsa. Le ci scava dentro e tira fuori un cazzo mostruoso di gomma. E mentre se lo infila nella figa mi dice:
– Adesso inculami con il tuo cazzo e con la mano insieme.
Mi lancia un flacone di lubrificante anale. Io mi lubrifico il cazzo e poi mi ungo la mano destra. Le infilo con una certa facilità tutta la mano nel culo. Sento che il cazzo di gomma sta furiosamente entrando ed uscendo dalla sua figa. Dopo aver rigirato abbastanza nel suo culo, all’interno del mio palmo, faccio scivolare anche il cazzo. Adesso &egrave balla piena. Comincio a fotterla con violenza. Cerco di andare controtempo con il suo cazzo, così lei &egrave costretta a cambiare continuamente il ritmo della sua mano, stimolando così anche il mio cazzo. Riflessa nello specchio la vedo con un filo di bava che le scende da un lato della bocca. Sto pensando di concentrarmi per sfondarle ancora di più il suo culo che mi sento prendere i fianchi con forza. L’enorme cazzo di Andrea, evidentemente anch’esso lubrificato, scivola nel mio intestino con forza. Non capisco più niente. Parto in quarta. L’unica cosa che ricordo &egrave la mia immagine nello specchio con lo stesso filo di bava che cola dal lato della bocca che aveva Marianna. Mentre dal mio cazzo esce una valanga di sperma i miei occhi si annebbiano.
Sono risvegliato dal piacere della lingua di Catia che mi sta pulendo il culo.
Al mio fianco, Andrea sta chiavando forsennatamente Marianna con il suo cazzo, insieme a quello di gomma. Non riesco a capire come faccia a farci stare tutta quella roba nella sua figa. Adesso lo vedo uscire e ricoprire il viso e le tette di Marianna di continui fiotti di sperma. Lei invece giace quasi priva di sensi sul materasso. Quando ha finito, Andrea chiede a Catia di ripulire Marianna. Come un cagnetto lei subito esegue.
Capisco che a questi giochetti, Catia si sia subito abituata e le piacciano alquanto. Lentamente mi tiro su. Il mio cazzo &egrave abbastanza moscio ma non credo che sia esaurito. Con un gesto plateale chiedo ad Andrea di succhiarmelo. Lei ci si dedica con devozione. Quando torno abbastanza in forma, lei ci si diede sopra e lo fa entrare nel suo culo. &egrave bravissima. Le contrazioni del suo sfintere sono stupende,, ho l’impressione che me lo risucchi. Comincio a sentire gli effetti del suo lavoro, ho un cazzo che sembra d’acciaio tanto si &egrave irrigidito. Lei si sfila e mi lascia un momento interdetto, poi mi indica Catia e mi dice:
– Vieni con me.
Lo seguo intrigato. Catia si &egrave rivelata una grande sorpresa. Non la facevo così troia.
Lei giace ancora supina a leccare lo sperma che esce dal culo di Marianna; Andrea le tira su il culo e la fa mettere in ginocchio, così che possa continuare il suo lavoro. Entra con buona facilità nello sfintere di Catia, ci scivola fino in fondo e poi ne esce. Poi riprende per due o tre volte. Io con il cazzo che mi fa quasi male dall’irrigidimento le guardo perplesso. Ecco che Andrea si gira verso di me e mi invita a mettermi a cavallo del dorso di Catia e provare ad entrare anch’io in quel burroso culo. Mi ci fiondo con entusiasmo. Le manovre sono all’inizio complicate. Ma si vede che Andrea &egrave molto esperta. Quasi esce da quel morbido culo per permettermi di posizionare la cappella in modo ideale. Poi, intendendoci con lo sguardo, affondiamo assieme. A Catia sfugge un gemito di piacere. Il suo sfintere ci accoglie, seppur a fatica. All’unisono cominciamo a martellare nelle sue viscere. Io ricomincio ad avvicinarmi all’orgasmo che qualcosa di duro scivola nel mio culo, ancora abbastanza aperto. La contrazione comincia a far risalire lo sperma lungo il mio cazzo. Quando la cosa che &egrave dentro di me comincia a vibrare che sembra impazzita, erutto ancora una enorme quantità di sperma. La cosa dentro di me non si ferma. Sto godendo da sentirmi male. Mi accorgo che anche il cazzo di Andrea comincia a contrarsi e si scarica in quel buco sfondato. Dal mio cazzo continua ad uscire liquido. Sento che sto perdendo i sensi. Mi lascio andare sulla schiena di Catia a cui mi aggrappo per non cadere. Mi rendo conto che ormai &egrave solo orina quella che mi esce. Anche se ammorbiditosi il mio cazzo tiene ancora. Ben affondato nel culo di Catia, non appena ciò che mi rovistava le viscere si ferma, svuoto di colpo tutta la vescica, ormai piena, in quel meraviglioso pozzo in cui mi ci perdo. Gli occhi mi si chiudono e non capisco più nulla.
Mi risveglio leggermente infreddolito che deve essere notte fonda. Dormono tutte e tre. Una abbracciata all’altra. Andrea e Marianna ai lati, Catia persa con la testa in mezzo ai seni dell’amica e con il cazzo di Andrea ancora infilato nel culo.
Mi soffermo a guardarle ed il quadro mi piace da morire. Con il telefonino scatto alcune foto che terrò per ricordo.
Mi tiro sulle spalle la coperta che era scivolata a terra e riprendo a dormire.
Mi sveglia un buon odore di caff&egrave. Nel letto solo sono. A fatica mi tiro su. Entro in bagno, ma &egrave occupato. Catia si sta facendo un bid&egrave e Marianna &egrave nella doccia. Chiedo quanto gli ci vorrà ancora, ma mi mandano letteralmente a fanculo.
Vado verso il bagno di servizio, dove c’&egrave solo la tazza del wc ed un lavabo, in prossimità della cucina sono attirato dal profumino che esce. Infilo la testa e vedo Andrea, nuda, con il mio grembiule bordeaux lungo, che sta togliendo dal forno una torta profumatissima. Di giorno, &egrave ancora più bella come donna, se &egrave possibile, di quanto l’avevo valutata ieri sera. Non vedendo il suo bel cazzo, nascosto dal grembiule, mi sembra proprio una gran figa. Il cazzo mi torna dura.
Mi rendo conto che devo svuotare la vescica e quindi desisto dai propositi che stavo cominciando a maturare.
Vado in bagno e dopo essermi liberato mi do una lavata come posso. Contorcendomi in strane acrobazie, riesco anche a lavare la parte inferiore del mio corpo. Ne aveva bisogno. Mentre mi sciacquo il culo, provo a saggiarne l’integrità. &egrave perfetto. Solo le dita entrano con estrema facilità. All’apparenza niente di rotto. Quando esco. Ancora nudo, torno in camera e trovo Catia e Marianna che si sono vestite e si stanno truccando. Marianna mi guarda di sottecchi e nota subito che il mio cazzo da segni di vita inequivocabili. Sono di nuovo in tiro. Allora mi dice:
– Buongiorno Max! Vedo che non ti abbiamo rovinato.
Massaggiandomi il palo che comincia davvero a dare segnali di voglia, le rispondo:
– Ci vuole ben altro per mettermi ko.
– Ma bene ‘ mi fa lei ‘ vorrà dire che oggi continueremo a giocare. Cosa ne dici Catia.
Catia che si sta mettendo l’ombretto agli occhi, senza interrompersi, interviene:
– Si. Però andiamo a casa tua. Ci sono molti più giocattoli e possiamo divertirci di più.
– Mi sembra una buona idea. Quando siamo pronte di ad Andrea che vada a vestirsi che andiamo di la appena fatto colazione.
Io che sembro inutile nella discussione, non me ne curo più di tanto. Ho capito che oggi si continua a chiavare e questo mi basta. Apro un cassetto del settimanale e prendo un paio di boxer puliti. Allora Marianna, che non mi perde di vista, mi si rivolge per dirmi:
– Non mettere la biancheria. Indossa solo un jeans ed un pullover. Così sei pronto. Poi a te ci pensiamo noi.
Queste ultime parole mi fanno correre uno strano brivido lungo la schiena. Comunque eseguo senza fiatare.
Quando andiamo in cucina la colazione &egrave qualcosa di suntuoso. Per me trovo un super zabaione al marsala (dove avrà preso tutte quelle uova? ‘ mi domando), scopro così che la mattina presto, lui va sempre a correre ed ha fatto un po’ di spesa tornando a casa. Catia la informa del programma e mentre noi mangiamo, lei va a prepararsi.
Sono le 11 che usciamo da casa mia. Catia mi invita ad andare in macchina con loro. Marianna ha uno spazioso SUV.
Accetto e salgo avanti al fianco di Marianna. Il viaggio non &egrave lungo. Alle 11.25 siamo a casa di Marianna.
A casa? Nella villa di Marianna! Bellissima. Enorme. Ha anche un bel terreno che la circonda e tutta la proprietà e cinta da un alto muro di protezione. Quando arriviamo vedo che va a parcheggiare all’interno della villa. Con un telecomando ha aperto l’accesso al garage interrato. Sotto, in garage ci sono almeno altre 3 auto e c’&egrave ancora posto. Quando scendiamo percorriamo un corridoio che passa davanti alla sauna, alla piscina coperta, alla palestra ed infine davanti ad un salone delle feste che &egrave enorme. Arredato come un locale con divanetti e tavolini tutto intorno. Sul fondo &egrave presente anche un palcoscenico, seppur non grande.
Sono meravigliato dall’opulenza che traspare in questa casa. Lo faccio notare a Marianna:
– Certo che &egrave proprio una gran bella villa. Non ti fai mancare proprio niente, a quanto vedo.
– Cosa vuoi. Per ripagare Andrea dell’aiuto che mi ha dato con la società, ho pensato di aprire questo piccolo circolo privato che lei gestisce da sola. Ti assicuro che stasera, se ti va, troverai un sacco di gente che ha voglia di divertirsi senza complicazioni.
La cosa si fa interessante. Quando arriviamo al piano strada, Marianna ci guida in un living in cui &egrave già apparecchiato un ricco buffet.
– Mangiamo qualcosina di leggero e poi ci trasferiamo in palestra. Ok?
Tutti annuiamo e ci diamo da fare. Il buffet &egrave delizioso. Terminato di mangiare, arriva una cameriera che ci porta il caff&egrave. &egrave una ragazzina. Credo che non sia neanche maggiorenne. Lo dico a Marianna la quale subito mi fa:
– Non vorrai farti anche lei?
– Ma no! Cosa dici. Dicevo per dire. ‘ rispondo, ma accorgendomi degli sguardi furtivi che le tre si stanno scambiando, rilancio:
– Una bambina così sarebbe un peccato. Immagino sia ancora vergine? ‘ dico.
Le tre si mettono a ridere sguaiatamente:
– Forse nel naso ‘ dice sempre ridendo Catia.
– Sonia! ‘ la chiama.
La ragazza appare sulla porta e Catia le fa segno di avvicinarsi. Ha un corpo minuto. Quasi androgino. Però i lineamenti del viso sono gradevolissimi. Proprio bella, direi.
Quando le arriva vicino, Catia le dice:
– Sonia, il nostro ospite ha avuto una buona impressione di te. Pensi sia possibile che tu gli mostri le tue doti più profonde?
La ragazzina, che indossa una casta divisa da cameriera, con tanto di cuffia in testa, si gira, mi squadra da capo a piedi, soppesandomi come fossi una bestia al mercato, poi mi si avvicina, mi prende la mano e la porta in mezzo alle sue gambe. Trovo un cazzo ben più grosso di quello di Andrea. Ma questa volta sono più pronto a reagire:
– Caspita! Che argomenti che hai signorina. Certo che potresti interessare più interlocutori.
Poi rivolgendomi a Marianna:
– Cosa fai, offri anche lei ai tuoi ospiti?
Allora, quasi con pazienza Marianna mi risponde:
– &egrave il fratello minore di Andrea. Cio&egrave, la sorellina. Collabora con lei nel locale la sera e di giorno ci aiuta con la casa. Lei finora non &egrave mai stata costretta a prostituirsi. Però a soddisfatto tante donne e tanti uomini vogliosi di esperienze strane. Lei fa parte della nostra piccola comunità.
Incuriosito allora chiedo:
– Ma Catia, cosa centra con tutto questo?
– Catia ‘ mi dice con una voce che le si addolcisce ‘ &egrave un mio piccolo capriccio personale. Le voglio bene, oltre che pagarla per le marchette che fa con i clienti del nostro locale.
Guardo Catia che &egrave arrossita tanto. Si vede che non apprezza che io sia portato a conoscenza dei suoi segreti. Però non reagisce.
Allora io, da bastardo quale sono, insisto:
– Però. Chi l’avrebbe mai detto. Catia una puttana a tutto tondo. Lo hai tenuto ben nascosto il tuo piccolo segreto.
Catia ha due lacrimoni che si stanno formando e vogliono uscire. Marianna allora con tempestività interviene:
– Spero che anche tu mantenga il nostro piccolo segreto. In cambio potresti entrare anche tu nella nostra piccola comunità.
Capisco che mi sta offrendo di godere della posizione di vantaggio che si ha in qualità di organizzatore e colgo la palla al balzo:
– Ma certamente. Catia, sta tranquilla, nessuno mai saprà nulla da me. Tanto, anche tu avresti qualcosa da raccontare su di me. Non &egrave vero?
Catia si tranquillizza. Marianna, da vera leader, chiude la dissertazione e ci dice:
– Forza, andiamo in palestra. Almeno fino alle quattro possiamo divertirci.
La palestra &egrave dotata come un centro fitness attrezzatissimo.
Provo ad utilizzare un pochi di attrezzi che conosco. Sono impegnato alla panca con i pesi, disteso con le gambe a terra, e mentre ho alzato i fatidici 100 Kg, sento che due mani aprono la chiusura lampo del mio jeans.
Il manubrio quasi mi scappa di mano. Faccio una fatica immane a tenerlo su, ma non riesco a ritrovare gli appoggi. Finalmente qualcuno mi aiuta a tenere i pesi. Anzi li solleva con apparente semplicità Alzo gli occhi e vedo che &egrave un enorme tizio biondo. Una massa indecente di muscoli, che ricoperto da un semplice costume troneggia su di me.
Due morbide labbra hanno catturato il mio cazzo. Il gigante sta rimettendo a posto il manubrio e mi guarda incuriosito. Lo vedo adesso togliersi il costume. &egrave girato di spalle. Sono rapito dai muscoli che ha. Ecco si gira. La sorpresa &egrave grande. Il suo cazzo &egrave microscopico. Stona in maniera davvero anomala. Con tutta quella massa muscolare, l’unico non sviluppato &egrave il cazzo.
La pompa al mio cazzo continua. Il biondo gira attorno alla panca.
La bocca, che ormai ha reso il mio cazzo un duro trave pronto a sfondare qualsiasi cosa, lo abbandona. Provo a sollevare la testa per capire chi era. Il gigante mi copre la visuale. Lo vedo sedersi su di me. Quando a tiro, con la mano dirige il mio cazzo in corrispondenza del suo sfintere e ci si affonda sopra. Entro che &egrave una meraviglia. Catia mi passa una gamba sopra e si siede letteralmente con la figa sulla bocca. I suoi peli mi danno fastidio. Non riesco quasi a respirare. Il gigante continua a sollevarsi e sedersi sul mio cazzo facendolo entrare ed uscire ad un ritmo sostenuto. Dalla figa di Catia comincia ad uscire pipì. Prima piano e poi intensamente. Provo a muovere la faccia per evitarla, ma &egrave peggio. Il suo piscio mi va dappertutto. Per respirare sono costretto ad aprire la bocca e me ne entra parecchio. Per non strozzarmi devo ingoiare. Intanto vengo nel culo del gigante. La mia sborrata &egrave potente. La prima della giornata. Ne faccio tanta. Lui quando ho terminato si alza. Non faccio a tempo a provare a spostare Catia da sopra la mia faccia che due mani sollevano le mie gambe. Qualcuno sta ungendo il mio culo. I peli di Catia, che ha finito di pisciare, non mi permettono di parlare. Faccio solo strani rumori con la bocca. Chi sta manovrando nel mio culo ha terminato di ungermi per bene. Sento un bel cazzo, duro e grosso, spingere e scivolare oltre lo sfintere. Il dolore questa volta &egrave lancinante. Un urlo mi scappa. Il cazzo continua a scivolare dentro di me. Finalmente, dopo un tempo che mi sembra enorme, sento i suoi coglioni battere sui miei. Adesso si ferma. Catia con la mano sta finalmente spostando i peli che mi ricoprono la bocca fino a lasciare le sue grandi labbra sulla mia bocca. Il profumo &egrave buono. Il culo mi fa meno male. Comincio a leccare quella figa che già comincia a bagnarsi. Il palo nel mio culo comincia lentamente il viaggio di ritorno. La sensazione &egrave di liberazione. Quando ne &egrave uscita una buona parte, ecco che riaffonda fino in fondo, procurandomi altro dolore. Catia muove la sua figa, strofinandola sulla mia bocca. Lecco a questo punto cercando di concentrarmi su di essa. Il palo ricomincia. In pochi colpi ben assestati mi ha già abituato al suo calibro. Adesso comincio a sentire solo il piacere dell’inculata. Catia viene sulla mia bocca. Ora scende da sopra a me e Andrea la sostituisce mettendosi di lato e offrendomi il suo cazzo da succhiare. Immagino che il palo che mi rovista nel culo sia quello della piccola Sonia. La cosa mi eccita. Il mio cazzo sta riprendendo vigore. Andrea comincia a chiavare la mia bocca. Me lo infila fino in gola. Faccio fatica a respirare. Intravedo la slanciata figura di Marianna che si posiziona su di me. Il cazzo nel mio culo a preso un ritmo di martellamento che anziché massacrarmi mi sta dando un piacere inverosimile. Marianna si incula da sola sul mio cazzo. Ecco che il primo fiotto di sborra comincia a risalire le mie viscere. Andrea si scarica nella mia gola. Per non soffocare devo inghiottire rapidamente. Dal mio cazzo comincia a fuoriuscire ancora una sborrata prepotente. Il mio culo &egrave letteralmente inondato di sperma.
Quando mi lasciano da solo non ho la forza di sollevarmi dalla panca. Il sapore dello sperma di Andrea mi pervade tutti gli organi percettivi. Il profumo, il sapore. Ne sono pregno.
Finalmente cerco di risollevarmi. Quando sono seduto la prima cosa che vedo &egrave la telecamera puntata su di me che capisco ha ripreso tutta la scena.
Marianna ha già in mano la cassetta e la sta infilando nel riproduttore per offrirmene una prima visione.
– Allora? Ti &egrave piaciuta la palestra? Vediamo come sei venuto.
Parte il video sul mega schermo attaccato alla parete.
Vedo così che in bocca me lo aveva preso Marianna e che Sonia si stava intanto preparando grazie ad un pompino di Andrea. In tiro il cazzo di Sonia &egrave mostruoso. Non sarei capace di dire quanto &egrave lungo e quanto sia grosso.
Lo vedo affondare nel mio culo, lubrificato con dovizia da Marianna, con una calma ed una lentezza esasperante. Io sono immobilizzato dal peso di Catia su di me.
L’inculata &egrave proverbiale. Devo dire che mi sto eccitando a guardarla. A Marianna non sfugge la cosa:
– Allora Max. Niente male vero.
La guardo con occhi severi.
Lei ha un sorriso dolce che &egrave disarmante.
– Vedrai Max. Farò di te una grande Star. Fidati!
A questo punto comincio a preoccuparmi:
– Cosa intendi?
– Lasciami fare e goditi il piacere che ti offriamo.
Catia si avvicina con un carrello pieno di strani attrezzi e mi fa:
– Vieni con me, piccolo Max.
Mi prende per mano e spingendo il carrello con l’altra mi porta su un lettino per i massaggi.
Come rapito da questa strana situazione mi lascio condurre. Lei mi fa stendere e comincia a depilarmi le gambe. &egrave doloroso. Forse più dell’inculata di Sonia. Ma non lo so perché, mi lascio condurre in questo strano rituale.
Marianna che &egrave venuta vicino a noi, con voce suadente mi dice:
– Vedrai Max. Creeremo il nostro piccolo segreto che solo noi conosceremo.
– cosa vuoi farmi? ‘ sussurro con voce flebile.
– Voglio far emergere la donna che &egrave in te. Non preoccuparti. Non se ne accorgerà nessuno. Sopra, potrai sempre vestirti da uomo se lo vorrai ancora. Ma sotto sarai la porca che ti sei dimostrata finora. Ti piace prenderlo in culo. Non &egrave solo curiosità. Ne provi un piacere che ti sopraffà. Hai visto come sborri più copiosamente con un bel cazzo nel culo? E quanto piacere provi a succhiare cazzi e bere sborra? Dimmelo, dai! Adesso io ti aiuterò a sembrare ancora di più donna. Potrai trasformarti quando vuoi. Essere uomo con le donne, essere donna con gli uomini. Pensa. Il massimo della goduria.
Il modo come mi parla mi rapisce profondamente. Catia sta adesso togliendo i peli che ho sul culo. Per fortuna che il petto l’avevo già depilato. Ora anche attorno al cazzo. Mi toglie tutti i peli che ci sono. Adesso sul viso. Le sopracciglia. Poi, Sonia, mi unge con crema idratante tutto il corpo. Mi sento freschissima. Vengo portato in una camera al primo piano. Qui, davanti ad una toeletta con specchiera, Marianna comincia a truccarmi. Sono di spalle rispetto al grande specchio e non vedo cosa fa. Non so quanto tempo dura l’operazione, ma quando mi dice di guardarmi allo specchio, resto muta ed emozionata da ciò che vedo.
Un immagine, che non &egrave la mia, mi appare in quel grande specchio.
Un viso angelico. Morbido. Non avevo mai guardato le mie fattezze. Sono davvero delicate.
La mano di Marianna mi invita ad alzarmi. La seguo con il fiato sospeso per l’emozione.
Andiamo vicino ad una cassettiera che lei apre e ne estrae un paio di collant nuovi che mi offre da indossare La guardo non sapendo neanche da che parte cominciare.
Lei capisce il mio smarrimento e come una maestra mi insegna come indossarle. Mi fa sedere sul bordo del letto. Prima infilo un piede e faccio scivolare la calza fino a metà dalla gamba, poi l’altra. Quando l’ho posizionata, mi fa alzare in piedi e mi dice di tirarla su. Al termine della lunghezza delle calze, oltre metà coscia, mi accorgo che c’&egrave come un reggicalze che continua fino in vita dove termina con una cintura che &egrave un tutt’uno con le calze. Lei mi aiuta a dargli l’esatta posizione e poi mi invita a specchiarmi. Sono nudo con questa calze velate aperte sul mio sesso. Un viso da donna, con il cazzo moscio fuori ed il culo, visto di profilo, sembra quello di una donna. Bello da vedere. Non lo so se sono io che spingo a tenerlo in fuori oppure &egrave così naturalmente. Sono frastornato.
Marianna mi offre un reggiseno imbottito da indossate. Adesso sembro proprio una donna.
Mi da due scarpe con un tacco, per fortuna non molto alto, da indossare. Stranamente sono del mio numero. La forma strana che hanno a punta, però mi rende difficoltoso indossarle. Alla fine ci riesco. Mi aiuta a muovere i primi passi. Lascia che mi eserciti a camminare appoggiandomi al suo braccio. Quando sembro abbastanza sicura, lascia che mi guardi nello specchio dell’armadio. Mi rendo conto che cammino con movenze femminee, il mio culo sculetta da solo. Ciò che vedo, insanamente, mi eccita. Il mio cazzo glabro, comincia a sollevarsi.
Marianna mi dà un colpo con le dita sulla sua punta. Mi fa male. Subito si abbassa.
– Non devi fare la porcellina. Altrimenti come pensi di poter sembrare una donna.
Adesso mi offre in vestito nero, ma prima di farmelo indossare dice:
– Aspetta, prima evitiamo che il tuo birillo ti disturbi quando sei così vestita. Vieni qua.
Lei si siede su di una poltroncina vicino al letto e mi invita ad avvicinarmi. La vedo infilarmi uno strano anello allo scroto che collega poi al cazzo con un altro anello, lo stringe e mi rendo conto che lo mantiene in posizione verso il basso.
– Vediamo se funziona ‘ Mi dice.
– Appoggia le mani sul letto.
Eseguo. Girando leggermente le testa mi vedo nello specchio. Marianna prende un flacone dalla toeletta e le vedo ungermi il culo. Mi introduce un fallo abbastanza grosso, quando &egrave dentro lo accende e quello comincia a vibrare. Il piacere mi sommerge immediatamente. Il cazzo vorrebbe alzarsi ma non ci riesce. L’anello del cazzo tira quello che stringe lo scroto. Mi fa male. Non si riesce ad alzare. Appena lei spegne il vibratore, lui torna subito moscio. Il dolore &egrave più forte.
– Perfetto! ‘ fa lei.
Ora mi aiuta ad indossare il vestito. Quando ha finito, mi riporta alla toletta e mi fa indossare una parrucca che sembra fatta apposta per me. Un caschetto nero che sul mio ovale ne valorizza i lineamenti dolci.
Mi porta davanti allo specchio dell’armadio. Mi guardo stralunata.
– Sono bellissima! ‘ Mi scappa.
– Si! Sei davvero bellissima. Stasera farai impazzire tutti gli uomini. Vedrai. Ti divertirai da pazzi. Sarà la tua entrata in società. Sarai la principessa della notte.
Questo sentir parlare di me al femminile. Quel tono entusiastico della sua voce. Quanto vedo allo specchio, contribuisce tutto a darmi la certezza che sto facendo la cosa giusta.
– Stasera ti farò provare la gioia di rendere tanti uomini felici. Ti sentirai più di una donna. E se poi se lo vorrai, ti farò soddisfare con tutte le donne che vorrai.
Era stordito. Lei intanto mi spruzzava del profumo dietro i lobi delle orecchie.
– Adesso sei pronta. Vediamo che effetto fai sui nostri amici.
Mi prende per mano e mi riporta giù in sala.
Il mio ingresso &egrave sottolineato da un silenzio che mi imbarazza. Mi accorgo di arrossire. Una ad uno, a cominciare da Catia mi vengono attorno e mi baciano:
– Sei bellissima Maxine ‘ mi dice Catia.
– Che super figa che sei Maxine ‘ Le fa eco Andrea.
Anche Sonia esprime il suo apprezzamento, il gigante biondo che avevo inculato lo vedo scuotere la testa.
Marianna mi guarda con occhi fieri:
– Stasera sarà la reginetta della festa. Adesso facciamola riposare che fra non molto cominceranno ad arrivare i clienti.

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Catia mi teneva compagnia nella camera da letto, in attesa che Marianna decidesse il momento di presentarmi agli ospiti intervenuti.
Oramai era quasi mezzanotte. I primi clienti erano arrivati attorno alle 22. Le macchine in giardino erano davvero tante. E tutte di grossa cilindrata.
Finalmente suona l’interfono. Catia alza la cornetta e le sento rispondere:
– Si va bene. Arriviamo.
Anche lei ha un delizioso vestito da sera, molto sexy. I suoi capezzoli fanno capolinea sul bordo del corsetto che indossa e lo strusciamento li ha fatti indurire ed ingrossare all’inverosimile. Anche io sono eccitata. Ma ogni volta che il mio cazzo vorrebbe sollevarsi un feroce dolore lo fa tornare nella posizione più opportuna per non rovinare la mia figura.
Quando entriamo nel salone un faro ci illumina ponendoci al centro dell’attenzione. Mi rendo conto che siamo sul palco. Una sensuale musica fa da sottofondo. Catia fra lo scrosciare degli applausi dei presenti comincia a danzare. La imito. Lentamente, chiudo gli occhi e mi faccio guidare dalla musica. Le scarpe con i tacchi fanno ondeggiare il mio culo. Catia si avvicina e mi bacia con voluttà. La sua lingua mi scava profondamente ed io accetto passivamente. In lontananza sento la voce di Marianna che offre la novità Maxine al miglior offerente. Le sento dire:
– Le offerte partono dalla solita cifra. Chi offre di più.
&egrave un vociare confuso che sommerge la musica. Io e Catia smettiamo di sculettare sul palco e ci mettiamo a guardare cosa succede.
Il Primo a vincermi &egrave un distinto signore di una certa età. Non saprei quanti dargliene, ma sicuramente &egrave anziano. Mentre lui viene a prendere il suo premio, sento Marianna che continua a cedermi ad altre persone.
L’uomo si presenta come Aldo e mi bacia in bocca. Non avevo mai baciato un uomo. La sua bocca sa di fumo. Però emana un buon odore. Io mi lascio trascinare da questo strano e perverso gioco. Come niente fosse limono con lui. Ma lui sa come muoversi nella casa. Mi conduce in un salottino che non avevo visto al mattino.
Un grosso divano circolare al centro della stanza. Lui si sfila le scarpe, si toglie il pantalone. Indossa boxer di un bianco immacolato. Io lo guardo non sapendo cosa fare. Si sfila anche i boxer. Mi prende per mano. Si siede sul divano e mi solleva il vestito che fascia i miei fianchi. Me lo porta in vita, lasciandomi con il cazzo prigioniero in bella mostra.
Me lo accarezza. Gli da un bacio e ne succhia la cappella. Il tentativo di erezione &egrave subito punito dal doppio anello e il dolore calma subito i miei bollenti spiriti.
Lui mi prende la mano e mi fa inginocchiare. Sono davanti a questo cazzo che non &egrave per niente particolare. Lo supererò di quattro cinque centimetri, se potessi farlo rizzare. Lui mi spinge la testa. Io chiudo gli occhi e apro la bocca. Succhio come non ho mai fatto. Lo faccio pensando a ciò che sto facendo e come devo farlo per dare il massimo godimento al mio cliente. Lui viene dopo pochi minuti. Il suo sperma non &egrave un granché come quantità. Però il sapore &egrave buono.
Dopo di lui, in breve, perdo il conto di quanti clienti ho avuto. La maggioranza ha voluto il mio culo. Solo uno lo aveva più grosso di Sonia. Ho provato una grande godimento ad impalarmi a smorza candela su di lui. Quando &egrave andato via mi ha regalato altri 500 ‘ perché ha detto:
– Sei la prima troia che mi fa godere davvero e soprattutto senza fare storie per la sua grandezza.
Molti clienti, poi, hanno voluto sborrarmi sulla schiena o in faccia. Alla fine, quando l’ultimo ospite &egrave andato via dalla casa, finalmente esco dal salottino e riesco a guardarmi in uno specchio, sono un orrore. La mia bellissima figura, il trucco che mi rendeva così bella, il vestito che mi faceva così elegante. Tutto &egrave distrutto. Le calze rotte ed i brandelli del vestito sono ricoperti di sborra, il mio trucco non c’&egrave più. Anche la parrucca &egrave posizionata storta. Sono ridicola.
Un battere mani mi distrae dai miei pensieri, Marianna, applaudendomi, mi viene vicina e mi dice:
– Allora! Maxine. Come ti &egrave sembrata la serata. Ti &egrave piaciuta?
Non so perché, quando lei mi parla mi sento frastornata. Le rispondo con voce sommessa:
– Si! Mi &egrave piaciuto molto. Grazie.
– Non devi ringraziarmi. Per tutti noi &egrave un lavoro ed un divertimento. Cerchiamo di unire l’utile al dilettevole. Sai quanto hai guadagnato stasera, facendoti riempire di sborra dovunque i tuoi clienti volessero?
La guardo senza capire cosa mi dice.
– 30.000 ‘. Mi sembra bene, no? Anche detratti i 10.00′ della percentuale della casa, mi sembra un bel guadagno?
Mi scava con gli occhi nel profondo dell’anima.
Non so come risponderle. Vorrei dirle tante cose, che non &egrave bello che mi tratti così rudemente, oppure, quanto sia felice, in questo momento, delle sensazioni che l’esperienza appena conclusa mi abbia dato. Vorrei dirle che si, i soldi sono tanti, ma non mi importa. Ciò che conta &egrave quello che mi ha donato. Che la amo per questo. Non avrei mai immaginato che essere donna potesse significare questo.
Lei che non ha smesso di guardarmi, come avesse letto il mio pensiero, mi dice:
– Come ti senti ad essere una grande puttana? Hai visto, non ci hai nemmeno pensato a chiedermi di farti qualche donna. Hai sempre e solo voluto tanti cazzi. L’avevo capito subito che eri un gran frocione. Catia non voleva crederci. &egrave stata lei che mi ha sfidato a farti diventare una puttana. Adesso puoi anche ringraziarla. Non c’&egrave niente di male ad essere gay. Adesso però devi riflettere sul tuo futuro. Secondo me, dovresti seriamente pensare a fare qualche piccolo ritocco fisico, come Andrea. A te non serve neppure farli con il bisturi. Tanto a te non serve mantenere la funzionalità del cazzo, per come ti piace prenderlo in culo. Anche se non si rizzerà più troverai sempre clienti. Certo, se vuoi fare più soldi &egrave meglio che invece, cerchi di mantenerne la funzionalità. Il nuovo mercato sono le donne che vogliono essere chiavata da altre donne con il cazzo. Sai quante richieste ho avuto per te questa stasera? Quindi, adesso, con calma, decidiamo cosa fare. Vuoi entrare nella nostra società o vuoi tornare a fare l’impiegato come hai fatto fino a venerdì. Se tu molli, Catia si licenzia e non sentirai più parlare di noi. Però, mi ha detto anche che, se tu lo volessi, vorrebbe sposarti. Francamente non lo capisco, ma gli piaci. Anche cos’ come ti sei rivelata, anche se ti piace prenderlo in culo. Adesso, la scelta &egrave solo tua. Devi solo decidere cosa vuoi dalla vita.
Smarrito mi guardo attorno e vedo che Catia, Andrea e Sonia sono attorno a noi che hanno ascoltato tutto quanto a detto Marianna e pendono dalla mia risposta.
Guardo Catia fissa negli occhi. Scorgo una strana dolcezza nel suo viso. La vedo alzarsi e venirmi vicino:
– Ne sarei davvero felice, Maxine. Sia se scegli di restare uomo oppure accettare la tua nuova condizione. Io mi sono davvero innamorata di te.
Mi rendo conto che sono emozionata. Ma ancor di più mi rendo conto che penso a me come ad una donna.
Guardo tutte queste donne, comprese Andrea e Sonia, e rispondo:
– Voglio essere anch’io una donna con il cazzo. Mi piace troppo prenderlo in culo. E anche bere lo sperma.
Poi, forse anche per giustificare il mio inconscio, continuo:
– Ma non voglio rinunciare a chiavare ed inculare donne e uomini. Mi piace troppo. Devo essere sincera. Vedermi donna stasera, per me &egrave stata una rivelazione. Se qualcuno me lo avesse detto non ci avrei mai creduto. Però &egrave vero. Sono frocio ed anche no.
– Si dice bisex.
Mi aiuta Marianna.
– Grazie, Marianna. Ma voglio esserlo con il corpo di una donna. Con due belle tette come Andrea.
– Allora si dice Transex.
Puntualizza sempre lei.
– Va bene, come vuoi tu.
Arrossisco e guardandola negli occhi mi rivolgo a Catia:
– Se davvero mi vuoi, mi devi prendere con le tette. Ed oltre a fare l’amore con me, mi devi aiutare a diventare sempre più femminile come aspetto e come modo di fare. Lo farai?
Catia mi abbraccia e mi bacia:
– Certo amore, saremo la migliore coppia di puttane sulla piazza. In fondo anche a te &egrave piaciuto fare la puttana.
Mi risponde languidamente.
– Però voglio continuare con le donne. E la prima &egrave la piccola Lara del Centro Benessere.
– Potrai fare ciò che vuoi amore mio. Con gli uomini anche da sola. Ma se vai con delle donne, ricordatelo, ci sarò sempre anch’io, Sono stata chiara.
I suoi occhi infiammati rendono palese la sua gelosia.
La cosa mi riempie di orgoglio. Una donna &egrave gelosa di me. Mi da un perverso senso di sentirmi come una cosa che le appartiene. Annuisco davvero con convinzione.
– Prendi lo champagne, Sonia, bisogna festeggiare. ‘ Fa Marianna alle mie spalle.
Tutte vengono ad abbracciarmi e baciarmi. Alla fine le guardo con la gioia negli occhi e dico a gran voce:
– Però, che esperienza mi avete fatto provare; davvero un’esperienza diversa dal solito.

By Imitalo

(imitalo@email.it)

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