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Una suocera per coinquilina – Cap. 2 – Appostamenti

By 4 Settembre 2022No Comments

Cercai di scacciare il pensiero per qualche giorno e, effettivamente non creandosi l’occasione per via del lavoro, non mi trovai a fantasticare ancora nel torbido equivoco di questa situazione.

Miriam lavorava a turni, compresa la notte, e mi capitava spesso di dormire da solo a casa, occasione per serate all’insegna del relax e… della masturbazione. Nonostante la mia vita sessuale sia intensa, non ho mai rinunciato a dare una lucidata al mio arnese quando non avevo altre opportunità e, anzi, questa attività era diventata parte della nostra routine di coppia. Amavo sapere che mia moglie si masturbasse quando era da sola o quando eravamo insieme e condividiamo una discreta videoteca delle nostre performance in solitaria.

Era un martedì e Miriam avrebbe avuto due turni di fila, uno strazio, ma necessario per tirare su qualche soldino in più, con pomeriggio e notte in solitaria. Mi stavo preparando ad un pomeriggio di naturismo domestico e depravazione notturna, due delle cose che amavo fare maggiormente, quando il citofono mi ricordò con la sua inequivocabile indelicatezza che la cosa non sarebbe stata possibile: oggi sarebbe venuta Rita. Protestai interiormente contro il fato e mi apprestai ad aprire, mentre Miriam si vestiva per prepararsi al lungo turno di lavoro. Soliti convenevoli e nulla più, tornai alla mia postazione di studio, mentre le due donne chiacchieravano del più e del meno preparando il pranzo, in anticipo, come ogni volta in occasione di un turno pomeridiano.

Mangiammo tranquillamente, poi, dopo un bacio ed una palpata di culo di ordinanza, Miriam uscì di casa, ci saremmo rivisti la mattina dopo. Terminati i lavori di sistemazione post-pranzo, andai difilato allo studio per sfruttare il pomeriggio libero da impegni familiari. Non pensavo a nulla di perverso, almeno fino a quando uno stupido banner in una pagina non riaccese il mio cervello malizioso. Tentai di scacciare di nuovo il pensiero, ma fu tutto inutile, avevo di nuovo la testa a quel seno tondo che avevo intravisto.

Nel frattempo Rita si era messa comoda e aveva cominciato i lavori domestici. La prima “finestra di opportunità” era passata ed era meglio così. Pensai che questa cosa potesse raffreddare il bollore in mezzo alle gambe, ma l’erezione costretta nei boxer faceva persino più male di prima. Provai a darmi una pausa con un gioco al cellulare, ma giocai così svogliato e sovrappensiero che dovetti smettere immediatamente. Ero avido e curioso.

Ne approfittai per farmi un caffè. Andai in cucina e trovai mia suocera messa a pecora che puliva il forno. Aveva una veste bianca semi-trasparente, poco sopra il ginocchio che lasciava vedere i mutandoni bianchi ed un culo pieno, nonostante l’età e la cellulite. Restai un attimo in contemplazione, mentre il cervello viaggiava, fantasticando di sollevare il vestitino. La mia erezione era imponente e fastidiosa. Da sopra i vestiti massaggiavo il mio arnese, contribuendo alla sua tortura, mentre la cappella sussultava. Il mio era un vero e proprio piacere voyeuristico: no, non voleva scoparmela. Volevo vederla nuda, oscenamente nuda. Provai a ridestarmi per andare a fare il caffè. Finalmente si accorse della mia presenza e le chiesi se anche lei volesse un caffè, ma la risposta fu negativa, era troppo impegnata a raschiare il forno: “Certo” – pensai – “raschia ancora un po’…”. La nuova visuale, più angolata, mi dava la possibilità di vedere la posizione a pecorina di mia suocera. Adesso sì che fantasticavo di trombarmela, lei messa così, mentre io in piedi le pompavo il culo. Anche i miei coglioni erano d’accordo e si andavano gonfiando sempre di più.

Presi lentamente il caffè, gondendomi la scena, ero ormai in trance da sesso e non sapevo come darmi sollievo. Pensai che una capatina al bagno poteva aiutarmi. Terminai la tazza e mi diressi verso il bagno.
Qui finalmente liberai il mio povero cazzo. Nel bagno tenevamo un tubetto di lubrificante per le “esigenze” e non esitai a metterne una copiosa quantità sopra la cappella gonfia e viola, che sussultò al primo contatto con il freddo gel lubrificante. Lo passai su tutta la lunghezza dell’asta, diligentemente, quindi a mano piena presi a fare su e giù lentamente, mentre in testa mi godevo immagini vere e fantasticate di mia suocera Rita, nuda che si masturbava con e per me. Immaginavo quel culone aperto dalle sue mani, ad aspettare il mio sesso gonfio, che già era quasi giunto all’orgasmo, sussultando via via più velocemente. La cappella si faceva sempre più paonazza e il “ciaf ciaf” della mia mano umida di lubrificante si faceva più intenso e veloce e sicuramente anche più forte dal punto di vista del volume. Me ne fregai altamente, stavo godendo e volevo godere e volevo che mi sentisse mentre mi masturbavo come un adolescente.
Ad un tratto uno, due, tre fiotti violenti schizzarono fino ad oltre l’ombelico e grugnii più piano che potessi, ma grugnii dal piacere mentre la mia mano si imbrattava anche di sperma. Lo sgrondai fino all’ultima goccia. Sembrava che fossi riuscito a liberarmi, ma un nuovo pensiero si insinuò: e se mi guardasse mentre le dedico questa gran sega?

Se vi è piaciuto (o anche no) scrivete i vostri commenti a n3m0_r4g3d@yahoo.it. Risponderò quando posso, ma soprattutto solamente a quelli educati.
Grazie in anticipo per aver letto… e commentato… e fantasticato ;)

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