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Vancanze in Sardegna

By 25 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi stiracchio pigramente sul letto e trovo la cosa abbastanza piacevole visto le circostanze.
Ieri sera ho fatto tardi; Io e Marco siamo ritornati in appartamento verso l’una o le due, non ricordo bene l’ora esatta ero pure mezza ubriaca.
Come se non bastasse abbiamo fatto sesso a tutto spiano fino ad addormentarci esausti. L’ultima cosa che ricordo con precisione è che mi ero aggrappata alla ringhiera del letto mentre Marco mi prendeva da dietro. Ad un certo punto ho perso la presa e sono scivolata con la faccia sui cuscini, poi il nulla.
Ora è l’alba, il sole fa capolino dalla porta finestra del terrazzo da circa mezz’ora e io mi sento fresca e riposata; neanche il minimo segno di stanchezza o chissà ché.
L’unica cosa che mi viene voglia di fare è di alzarmi ed andarmene a fare un giro. Solo l’aver guardato la sveglia che indica le sei meno dieci mi impedisce di farlo. Sarà mai possibile alzarsi così presto in vacanza?

Marco da come ronfa penso che dormirà per altre due ore come minimo.
Più ci pensò più mi rigiro sul letto senza tregua. Sono assolutamente sveglia e carica a palla; ma poi se mi alzo che faccio?
Faccio una passeggiata? No, l’appartamento in questa villetta a schiera che abbiamo affittato per le vacanze è praticante sperduto nel mezzo del nulla.
Guardo la TV? Che cavolo, no sono in vacanza.
Una torta? No siamo senza uova.
Una doccia? Questa la tengo in considerazione ieri sera devo aver sudato come una scimmia tra una cosa e l’altra.
Un caffè? Si, questo è sufficiente a farmi alzare dal letto poi il resto si vedrà.

Cerco le infradito che ovviamente sono finite sotto al letto. Penso anche a cosa mettermi addosso, ma il bello dell’estate è che te ne puoi stare nuda e sentirti assolutamente a tuo agio. Nessun bisogno di vestiti ed altre assurdità del genere.
Guardo il letto assolutamente sfatto con Marco che ci dorme sopra; ha un bel culo devo ammettere. Due belle guanciotte sode come sassi. Potrei passare anche i prossimi dieci minuti a fissarlo, ma ora che sono sveglia devo trovare qualcosa di produttivo da fare.

Vado in bagno e poi scendo le scale per andare in cucina al piano di sotto. Il mio caffè premio mi aspetta con ansia. Mentre scendo le scale trovo i vestiti che indossavo ieri sera e anche quelli di Marco.
Sorrido, ieri notte ero talmente affamata che non saputo aspettare nemmeno di raggiungere la camera da letto, avevamo già iniziato a scopare su per le scale.

La cucina è ancora tutta al buio; sto per accendere la luce ma cambio idea, meglio la luce naturale.
Spedita mi dirigo verso l’enorme porta finestra che da sul giardino sul retro. Tre metri di vetrate che prive della tenda fanno entrare la luce dell’estate in tutta la stanza. Così va proprio meglio. Mette allegria tutta quella luce penso tra me mentre preparo la moka.

L’aroma del caffè che verso nella tazzina è meraviglioso. Assaporo quell’odore con avidità. Solo quella forte fragranza mi carica di energia e di voglia di fare. Faccio qualche passo in direzione della porta finestra con la tazzina in mano.

Di fuori sta sorgendo un nuovo giorno e non voglio perdermene un minuto. Appena quel caldo liquido mi sfiora le labbra un brivido mi percorre tutta.

Mi godo il paesaggio per qualche minuto. Non che ci sia granché da vedere a dir la verità, ma in questo particolare mattino che sono carica a palla e grazie al caffè appena bevuto mi sento molto positiva.
Il giardino è mezzo spoglio, solo qualche ciuffo d’erba spunta in qua e in là e le siepi che lo delimitano sono mezze secche. I giardini degli altri appartamenti contigui al nostro si trovano nello stesso stato desolato.
Più in là c’è la campagna ondulata a perdita d’occhio che è un po’ più verdeggiante del giardino e da più la sensazione di natura incontaminata.

Mi sento in pace ed in armonia come non mai. L’aria è calda al punto giusto da accarezzarmi la pelle senza farmi ne rabbrividire ne sudare. E’ la temperatura ideale.
Posso starmene lì nuda con i capelli che mi ricadono lungo la schiena e non mi sento nemmeno a disagio.

Penso con tristezza a casa dove purtroppo d’estate sono sempre costretta a tenermi addosso qualcosa anche quando ci sono quaranta gradi all’ombra e l’umidità a palla.
Ho un meraviglioso enorme balcone con tantissime piante da fiore ed aromatiche e purtroppo anche molti vicini. Per non parlare del condominio di fronte a me; ben sedici appartamenti di cui dodici con finestre e terrazze che hanno una visuale libera sul mio balcone. Posso contenere in parte la loro curiosità con le tende da sole, ma purtroppo non posso tenere dei divisori con i balconi attigui al mio (odiosi regolamenti condominiali).

D’estate ad ogni ora del giorno e della sera c’è sempre qualche impiccione.
Mi alzo al mattino presto da quel forno della mia camera da letto (nonostante abbia tenuto le finestre aperte tutta la notte), apro la porta per andare sul balcone per prendere una boccata di aria fresca e stiracchiarmi alla brezza mattutina. Ma no; mi devo mettere sempre una maglietta addosso perché nel condominio di fronte ci sono sempre e dico sempre almeno due o tre persone che fumano, bevono un caffè o stendono il bucato e cose simili.
Il condomino e relativa famiglia con due figli che mi stanno sulla destra, ha trasformato il suo balcone in un soggiorno con tanto di televisore e tavolo da pranzo e giuro che se non fosse per la loro necessità di andare in bagno o di dormire ci starebbero ventiquattrore al giorno.
Oramai sono giunta al punto di tenere sempre una maglietta e un paio di shorts sullo schienale del divano del soggiorno da indossare ogni volta che voglio andare in terrazzo. Non posso nemmeno starmene col costume da bagno perché l’altro condomino (quello che sta a sinistra) è un’impiccione guardone di prima categoria. Nemmeno con sua moglie presente non la smette di spogliarmi con gli occhi.
Solo alla sera quando rientro tardi a casa, spengo tutte le luci, abbasso le tende da sole, piazzo strategicamente un paio di paraventi in vimini e timidamente mi tolgo i vestiti rimando in intimo e mi godo l’aria fresca.
Qualche volta azzardo e mi spoglio tutta ma mi sembra sempre di essere al centro dell’attenzione e purtroppo non riesco mai a rilassarmi al cento per cento. In teoria l’appartamento del condominio di fronte a me potrebbe vedermi lo stesso e in quei momenti che mi sento più paranoica uso anche lo stendi panni con un paio di lenzuoli appesi come terzo ‘paravento’.
Solo che in questo modo mi sento prigioniera. Cosa serve avere un balcone splendido come il mio d’estate se poi mi ci nascondo dentro?
Certo dentro in casa posso stare come voglio; ma non è la stessa cosa. A volte me ne sto stesa sul divano a guardare un po’ di tv in attesa di appisolarmi, ma sudo come un cammello per via del caldo.
Non posso avere il marito ubriaco e la botte piena?

Scuoto la testa, sto decisamente perdendomi nei miei pensieri. Qui non c’è nessuno che mi conosca e sono pure in mezzo al nulla. Saranno dieci minuti che sto davanti a questa vetrata tutta nuda e non si è vista anima viva in questa campagna desolata.

E’ solo un istante, ma un idea birichina mi si fa strada nella testa. Non sto nemmeno a valutarne i pro e i contro. Apro la porta e faccio un passo. Una leggerissima brezza mi sfiora la pelle e mi ritrovo in giardino. Sorrido.
Che situazione, è meraviglioso. Faccio qualche altro passo lungo il vialetto fino a trovarmi nel centro di quel povero giardino. Sento l’odore del rosmarino, che forse è l’unico cespuglio di quel posto a non avere un aspetto stentato, ma anzi è bello rigoglioso.
Mi stiracchio come mi piacerebbe fare a casa e giro su me stessa. Mi sento libera ed emozionata al tempo stesso. Il cuore mi palpita un po’ ma chi se ne frega. E’ vero che ci sono altri cinque appartamenti, ma sono certa che tre sono sfitti e a quell’ora del mattino negli altri due staranno dormendo.
Qualcuno potrebbe anche spiarmi, ma in fondo è gente che nemmeno conosco e che non incontrerò più nel resto della mia vita. Anzi la cosa mi sembra pure eccitante.

Decido di godermi ancora per un po’ di quella libertà e vado ad odorare il rosmarino. Forse per pranzo potrei fare del petto di pollo con qualche odore o potrei prendere qualche rametto e metterlo in un vasetto in camera da letto.

Mi perdo nuovamente nei miei pensieri vagando libera, affacciandomi sulla ringhiera che da sui giardini limitrofi per osservare meglio qualche cespuglio di rose o scrutando l’orizzonte lontano.
Non so quanto tempo passa, qualche minuto o forse un quarto d’ora ma mi sento ‘piena’. E’ come se fossi riuscita a rilassarmi completamente come quando prendi il sole in spiaggia e ti dimentichi di tutto nonostante la folla. Anche l’imbarazzo iniziale è passato totalmente.

Sto per rientrare in casa e mi gelo. Al piano di sopra dell’appartamento accanto al nostro c’è un tipo sulla terrazza che fuma.
E che cazzo. Momento bucolico del piffero. Quasi mi arrabbio per quell’intrusione della mia privacy.
Ora che faccio? Se rientro correndo in appartamento coprendomi le parti intime ne morirei di vergogna.
Ma mai possibile che non me ne vada bene una? Forse potrei fare finta di nulla e rientrare, ma sono sicura che quel tipo si è accorto che io l’ho visto.
Che situazione non posso starmente lì ferma nel giardino come un ebete. Devo dire o fare qualcosa, altrimenti la mia situazione diventerà ancora più imbarazzante. Anche mandarlo a quel paese sarebbe una scelta migliore del fare la bella statuina nel giardino. Devo decidermi in fretta però.

In fondo ho sempre fantasticato su una situazione simile, anche se speravo di avere un po’ più di controllo sugli avvenimenti. Mi faccio coraggio e lo saluto come nulla fosse. Potrebbe essere un giochino divertente.
– Ciao. –
– Buongiorno a te bellissima. –
Beh in fondo un complimento è un complimento.
– Pensavo di essere l’unica ad essermi svegliata così presto. –
– Vale sempre la pena di svegliarsi presto. –
Ah che simpatico il tipo, penso come rispondergli a tono ma mi viene in mente una cosa più importante.
– Parla piano altrimenti svegli il mio ragazzo. –
– Vengo giù subito. – Il tipo butta via il mozzicone della sigaretta e quasi svanisce dal terrazzo neanche fosse un fantasma.
Non ho pensato a questo sviluppo della conversazione, ma non me ne dispiace neanche un po’.
Mentre lo aspetto rifletto sul fatto che forse la cosa più imbarazzante di farsi scoprire nuda da un estraneo e aspettarlo nuda che esca dall’appartamento. E’ una cosa simile al primo appuntamento; non sai bene che fare e ti prepari a tutta una possibile serie di scenari dai più banali a quelli più assurdi.

Passando pochi secondi e il tipo esce nel suo giardino. Chissà come mai ha fatto così in fretta?
– Ciao bellissima. – Ora parla a voce bassa, ma riesco a sentirlo benissimo.
Che strano sul terrazzo il tipo indossava una canottiera, ora è solo in boxer.
Comunque adesso posso osservarlo meglio. Mi sembra un tipo allegro di quelli sempre felici.
E’ più basso di me di una testa intera, capelli neri corti forse un po’ stempiato, una barbetta incolta di qualche giorno circonda il suo sorriso a trentadue denti.
E’ piuttosto grasso, o meglio è tutta pancia perché braccia e gambe mi sembrano normali.
Sarà appena arrivato in vacanza perché è bianco come un foglio di carta e ommioddio indossa un paio di boxer di quelli aperti sul davanti.
Beh la situazione si fa sempre più interessante.

– ‘ehm ciao. – Gli rispondo.
– Io sono Luca, tu come ti chiami? –
Mi faccio coraggio, in fondo me la sono andata a cercare no?
– Valeria. –
– Ti piace il posto? –
– Lo adoro con tutta questa pace. –
– Già vedo. – Ma non sta guardando la campagna.
– Sei qui da solo in vacanza? – Gli e lo domando perché ha la fede al dito e mi sembra strano che si comporti in quel modo con il rischio di essere ‘beccato’. In effetti è strano che io mi comporti in questo modo; ma so benissimo che il mio Marco ha il sonno pesante.
– Uh, no c’è anche una mia amica con me, forse si alzerà tra poco. –
Strano chiamare una moglie ‘una mia amica’. C’è sicuramente sotto qualcosa.
– Senti Valeria posso offrirti un caffè? –
Che tradotto vuole sicuramente dire:
Posso mettere il mio pene nella tua vagina? Ho veramente voglia di mettere un altro paio di corna al mio ragazzo?
– Grazie, forse un the o un po’ di latte se li hai. –
Che tradotto vuol dire:
Molto probabilmente si.
– Nessun problema, ma ti facevo più una tipa da caffè sai? –
– Tu invece che tipo sei? –
– Caffè nero senza zucchero, ti aiuto a scavalcare la recinzione. –
Guardo in direzione della nostra camera da letto; di Marco nemmeno l’ombra.
– Grazie. –
Il suo appartamento assomiglia decisamente al nostro. Evviva la fantasia delle casette a schiera.
– Benvenuta. – Luca mi palpa con forza una chiappa e poi me la strizza pure.
– Ahi, lo dai sempre così il benvenuto? –
– Solo alle vicine nudiste ‘ – Fa Luca e dopo una breve pausa, si toglie i boxer.
– ‘ ecco fatto, così non ti metto in imbarazzo. Ora siamo nudi tutti e due. –
– Grazie apprezzo il gesto e il pacco, mi sento proprio come a casa. –
– Non c’è di che ‘ ti prendo un bicchiere di latte, siediti pure dove vuoi. –

– Senti non è che magari disturbiamo tua moglie? – Arrivati a questo punto è meglio evitare di finire dalla padella nella brace.
– Chi? –
– Non sei in vacanza con tua moglie? –
– E che vacanza sarebbe? –
– Ehm risposta giusta; allora chi c’è di sopra? Non mi dirai che è tua mamma. –
– Nah, nulla di così perverso, solo una mia amica. –

– Dai dimmi chi è, sono curiosa –
– E’ solo un amica di mia figlia. –
– E tua figlia lo sa? – Forse dovrei chiedergli se lo sa anche la moglie, ma non penso che sia una cosa che lo impensierisca.
– Spero proprio di no, altrimenti smetterà di presentarmi le altre sue amiche. –
– Sarebbe un bel problema. –

– Già, ecco il tuo latte. –
– Grazie. –
– Senti vuoi chiamare anche il tuo ragazzo? Magari possiamo andare insieme in spiaggia più tardi. –
Cazzo ora ci manca solo che sputi quello che ho appena bevuto.
– No, no, meglio non fargli sapere nulla. –
– Ho capito il senso; ti vuoi divertire tutta da sola? – Luca ammicca.
– Non penso che lui apprezzi che mi diverta con altri. –
– Allora non ti vuole bene. Se fossi la mia ragazza e non potessi restare con te, non mi farei problemi se ti divertissi con qualcun altro. –
– Non possiamo ragionare tutti allo stesso modo. –

– Questo ‘ – Luca mi si avvicina allungando la sua mano tra le mie gambe.
Quasi mi casca il bicchiere di latte dalle mani. Avevo messo in conto il sesso; ma speravo in qualche preliminare.
Sento il suo dito insinuarsi tra le mie labbra e poi sprofondarvi dentro per intero. Quasi sputo quello che ho in bocca. Non riesco a trattenere un brivido di piacere che mi assale tutta.
– Dai che sto bevendo. – Appoggio il bicchiere sul tavolo per sicurezza.
– No mi sa che stai per venire, qui sotto sei già tutta un lago. Senti qua come scivola bene ‘ –
– Ah. – mi scappa un gemito e quasi mi piego su me stessa.
Non riesco a resistere alle sue dita. Mi sciolgo come neve al sole. Non avrei pensato di essere già eccitata fino a quel punto.
– Aspetta che provo anche quest’altro buco. – Luca toglie il dito dalla mia figa e me lo preme su per il culo senza tanti riguardi. Mi fa male, ma è anche dannatamente eccitante. Per un attimo perdo l’equilibrio e mi aggrappo forte a lui.
– Non ti reggi sulle gambe? Aspetta che rimediamo in un attimo. – Luca mi spinge giù per terra supina poi riprende ad esplorarmi con entrambe le mani i miei orifizi. Il pavimento è freddo; meno male che mi sento avvampare in compenso.

– Ma che cazzo succede? Lei chi è? –
Deve essere scesa la ‘famosa’ amica di Luca. Dovrei voltarmi per dirle qualcosa; ma al momento non riesco a concentrarmi nemmeno per formulare una frase coerente. Se non si è sicuri di dire qualcosa di intelligente è meglio restare in silenzio.
Mi sento indifesa. Distesa sul pavimento con il culo puntato in aria mentre Luca mi masturba con le sue dita che sprofondano nelle mie cavità. Cazzò le muove così velocemente che sembra quasi un vibratore, non riesco a fare altro se non godere senza ritegno.

– Hai dormito bene Cinzia? – Fa Luca per niente turbato.
Sento solo il rumore dei suoi passi che si avvicinano, purtroppo ho la faccia incollata sul pavimento che guarda nell’altra direzione.
– Ti ho chiesto chi è lei. –
– L’ ho conosciuta stamattina, è la nostra vicina sai? –
– Non è una puttana vero? – Avverto un po’ di disgusto nella sua voce. Ma come si permette di dire certe cose?
– Ehi! ‘ – Provo a protestare, ma lascio perdere perché Luca deve avermi appena infilato un altro dito su per il culo e non riesco proprio a dire altro.

– No te lo assicuro, lei si chiama Valeria, sta proprio qui a fianco a noi. –
– Ma come cazzo hai fatto? –
– A far cosa? – Risponde Luca.
– A portala qui, ti sei alzato solo venti minuti fa. Vi conoscevate già? –
– No assolutamente. –
– Ma te la stai già scopando. Non ci credo che l’hai appena conosciuta –
– Non me la sto scopando, siamo ancora ai preliminari. –

Bla, bla, bla, che chiacchierino pure io ormai non li sento più, l’importante è che Luca non smetta di masturbarmi. Cazzo non credevo che mi sarei lasciata andare in questo modo in così pochi minuti. Ci sa fare veramente con quelle dita, non riesco nemmeno ad immaginare cosa sia in grado di fare con altri arnesi. Il fatto che ci sia poi un altra che mi guarda mentre sono alla mercé di Luca rende le cose ancora più imbarazzanti ed eccitanti.

Ritorno a prestare attenzione ai loro discorsi.
– Dovresti conoscerla è simpaticissima, ma forse il suo ragazzo e un tipo geloso, non ha voluto che lo invitassimo. –
– Peccato, se è carino non mi dispiacerebbe conoscerlo. –
– Ah, hai ragione Cinzia, ma intanto puoi conoscere lei. –
Sento qualcosa toccarmi sulla schiena. Non possono essere le mani di Luca, poi la pressione aumenta un po’. Capisco che si tratta di un piede. Siccome non penso che Luca sia un contorsionista deve trattarsi di Cinzia.
– Senti tu come ti chiami? –
– Vahaleria. – Forse ansimo un tantino nel risponderle.
– Piacere, poi magari ci vedremo in faccia. Per carità hai un bel culo ma mi piace vedere le persone con cui parlo. Io sono Cinzia. –
– Ciaao. – Gli rispondo.

– Visto? Siete già diventate amiche; perché non ti unisci con noi? –
– Volentieri amore ‘ – Risponde civettuosamente Cinzia.
Una cosa a tre con un’altra ragazza? Cazzo non mi capitava più dai tempi delle superiori. Forse dovrei dare un’occhiata a questa tipa prima che la cosa mi sfugga di mano. Visto, però, che mi sto facendo masturbare dal mio vicino appena conosciuto, forse non dovrei farmi tanti scrupoli.
– ‘ aspetta che vado a prendere una sorpresa di sopra. –

– Non farmi aspettare; anzi saliamo di sopra anche noi. –
Alla fine vengo copiosamente e mi squaglio sul pavimento ansante. Cazzo sono già esausta adesso. Ho fatto troppo tardi ieri sera con Marco ed ora sono ridotta come uno straccio.

Arrivo insieme a Luca al piano di sopra con il fiatone. Meno male che mi aiuta lui altrimenti avrei dovuto fare le scale a carponi. Decisamente non sono poi così carica di energie come pensavo stamattina.
– Uff, sono distrutta, mi hai consumata tutta Luca. – Ammetto.
– Cazzo mi dispiace, hai ancora una lunga maratona da affrontare. –
– Tu dici? –
– Si lunga venti centimetri e l’altra almeno quaranta. –
Ok, ho capito che si riferisce al suo uccello, ma l’altra che vuol dire?
– Cos’è l’altra? – Domando incuriosita.
– Guarda. –

In camera da Letto ci aspetta Cinzia. Finalmente la posso guardare in faccia. Cazzo se è giovane, avrà qualche anno in meno di me di sicuro. Come avrà fatto Luca a conoscerla e invitarla in vacanza senza la moglie?
Non riesco a capire bene quanto sia alta perché è in piedi sul letto, comunque è molto magra e slanciata. Capelli biondo chiari e occhi color nocciola. Il suo sorriso compiaciuto è già tutto un programma.

Potrei stare a fissarla così per altri dieci minuti buoni. E’ una cosa quasi ipnotica vederla semi nuda di fronte a me sopra al letto; ma inconsciamente quello che mi blocca è forse quella cosa tra le gambe.
Per un attimo ho pensato che Cinzia fosse un trans; ma per fortuna è solo un grosso dildo quello che si tiene legato con delle cinghie al bacino.
Dico per fortuna; ma quel coso è grosso al punto tale da essere quasi minaccioso.

– Arrivo! –
Luca si butta a peso morto sul letto. Faccio per seguirlo, ma quell’enorme affare che Cinzia ha tra le gambe diciamo che mi inquieta un poco. Qualcosa mi dice che è una sorpresa destinata a me. Cazzo l’idea sembra folle ed eccitante al punto giusto; ma non sono mica sicura che ci starà tutto dentro.

– Quel coso è sicuro? – Chiedo dubbiosa.
– Non ti devi preoccupare; prometto che sarò gentile, dai. – Che voce da angelo sembra avere Cinzia.
Ho ancora qualche dubbio, ma ormai chi se ne frega. Sono in ballo. Mi butto ad occhi chiusi sul letto anch’io fidandomi delle sue parole vellutate.

– Eccola qua la nostra vicina preferita. – Luca mi si avvicina per baciarmi e io ricambio volentieri.
Cinzia invece mi si avvicina da dietro. Me ne accorgo subito perché avverto quel suo arnese insinuarsi e poi risalire tra le mie gambe.

– Ma è bagnato. – Protesto in un primo istante.
– L’ho solo lubrificato col gel, te l’avevo detto che sarei stata gentile. –
Le sue mani mi sfiorano delicatamente l’interno coscia provocandomi brividi in tutto il corpo.
Infine le sento risalire fino ai miei genitali divaricando bene le mie labbra preparando la strada per il coso.

– Ah. – Mi scappa un gemito. Non me lo aspettavo; ma Cinzia mi ha penetrato il culo. Mi ha fatto decisamente male.
– Cazzo, così mi sfondi! – Grido. Come cazzo ha fatto a sbagliare mira in quel modo?

– Ops, ti avevo detto che sarei stata gentile? Beh, mentivo. Ora zitta e godi. – Non riesco a credere a quelle parole. L’instante successivo grazie a una nuova spinta Cinzia mi spinge quel coso ancora su per il culo.
– Dai smettila. – Provo a divincolarmi; ma con mia sorpresa, Luca mi tiene bloccata per i polsi.
– Lo devi provare tutto Valeria, poi ti piacerà. – Mi dice Luca.

– No, Ah. – Grido nuovamente perché Cinzia continua a spingere. Non riesco a vedere quanto quel coso mi abbia penetrato ma lo sento tutto dentro.
– Dai che sono arrivata a metà. –
– Cosa? – Cazzo io speravo che quel calvario fosse già finito.

Dopo qualche istante in cui non mi trattengo dall’urlare di piacere/dolore’
– Finita. – Urla contenta Cinzia. A quelle parole quasi svengo. Ho sentito strisciarmi dentro ogni dannato centimetro di quella verga. Ora fortunatamente posso riprendere a respirare normalmente. Solo che luca non me ne da il tempo.
– Bravissima amore. Fammi vedere come te la scopi adesso. –
Cinzia parte subito e io capisco che i miei guai sono appena iniziati.

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