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Venezia-Parigi (prima parte)

By 30 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Una leggera foschia aleggiava sopra i tetti dei palazzi di Venezia mentre io e il mio compagno Antonio camminavano velocemente verso la stazione di Santa Lucia; era una umida e fredda sera di ottobre. Con noi avevamo solo un piccolo trolley contenente tutto quel che ci serviva per trascorrere un week-end a Parigi: non abiti eleganti, né macchine fotografiche o guide turistiche. Lo scopo del nostro viaggio non era turistico. Il trolley conteneva poca biancheria intima, un solo vestito, e poi manette, un vibratore, un giochetto anale che a noi tanto piaceva,’ Lo scopo del nostro viaggio era solo il sesso, volevamo farlo, guardarlo, gustarlo in tutte le sue forme. Avevamo prenotato una camera in un albergo vicino a Pigalle, non ci saremmo spostati di molto da lì.
Mentre scendevo gli ultimi scalini del Ponte degli Scalzi un brivido di freddo ed eccitazione mi salì dalle caviglie, lungo le gambe fino alle cosce. Non avevo le mutandine, Antonio aveva espressamente voluto che non le indossassi, la cosa lo eccitava. Sentivo la figa già eccitata, l’umidità presente nell’aria accentuava la sensazione di bagnato.
Rapidamente raggiungemmo il binario su cui sostava il treno che ci avrebbe portato in una nottata a Parigi. Salimmo e raggiungemmo rapidamente il nostro vagone. Avevamo prenotato due cuccette. Entrammo nel nostro scompartimento, era vuoto. Vi erano quattro cuccette, le nostre erano quelle a destra, uno sotto e una sopra. Entrambi ci auguravamo che le altre due non fossero state prenotate, volevamo entrambi subito iniziare a scopare. Attendemmo un po’, finché la porta non si aprì. Un’altra coppia entrò nello scompartimento; salutarono, si presentarono come Natascia e Luca. Sembravano pensierosi, fin troppo seri.
Cenammo nella carrozza ristorante; vicino a noi si sedettero i nostri compagni di scompartimento. Andavano a Parigi per ritrovarsi, vivevano un periodo di difficoltà.
Mentre parlavano, mi distrassi. Pensavo al sesso, che avremmo fatto. Sentivo la figa inumidirsi. Istintivamente cominciavo a far scorrere la punta della lingua, in senso rotatorio, attorno alle labbra. Avevo voglia di sborra!
Dissi che volevo tornare nello scompartimento, Antonio mi seguì. Natascia e Luca rimasero al tavolo. Appena entrammo, chiusi la porta. Mi inginocchiai di fronte a Luca, gli sbottonai i jeans, glieli feci cadere ai piedi. Sotto i boxer notai subito che il cazzo non era ancora duro: era la situazione che preferivo. Ho sempre amato sentire ingrossare l’uccello dentro la bocca mentre lo lecco e lo spompino! Passai lentamente le labbra vicino ai boxer, ansimando. Poi comincia ad abbassarli. L’asta era ingrossata ma non troppo. Senza toccarlo con le mani, avvicinai il viso e lo presi molto lentamente in bocca. Salivo e scendevo molto lentamente, senza stringerlo. Con la lingua accarezzavo delicatamente la cappella che si stava ingrossando. Mentre con la mano sinistra gli massaggiavo i coglioni, con la destra passai tra le gambe e risalii fra le chiappe, accarezzandole.
Ormai il cazzo era duro al punto giusto, la cappella gonfia. Lo feci uscire dalla bocca, e cominciai a leccarlo, dalla cappella alla base e viceversa. Leccandolo, lo guardavo negli occhi. Mi piaceva vederlo godere!
Il medio della mano destra ormai si era fatto strada fra le chiappe e stava massaggiando il buco del culo. Volevo penetrarlo! Feci pressione e il dito entrò. Quasi istintivamente Antonio contrasse la pancia, spingendo in fondo il cazzo, che nel frattempo mi ero messa nuovamente in bocca.
Con la sinistra adesso gli stavo accarezzando l’asta, mentre con la lingua giocavo con la cappella. Antonio ansimava sempre di più, cominciai ad accelerare, volevo bere! Ormai con la bocca correvo su e giù lungo il cazzo, veloce. Eravamo talmente coinvolti che non ci accorgemmo immediatamente che la porta si era aperta, e che Luca e Natascia ci stavano guardando.
Tuttavia appena incrociai i loro sguardi capii che più che il nostro imbarazzo era la loro stessa curiosità a prevalere. Antonio disse ‘Scusate!’, io rimasi in ginocchio con il suo cazzo il mano. Aspettavamo una risposta, qualsiasi. Entrarono, in silenzio. Luca appariva eccitato, Natascia attonita. Si sedettero nella loro cuccetta, quella in basso. Non so cosa stesse pensando Natascia in quel momento, Luca invece sì. Infatti, senza mio grande stupore, ci invitò a continuare.
Scambiai uno sguardo complice con Antonio, entrambi avevamo capito che la serata si stava mettendo bene. Anche in passato non avevamo mai disdegnato l’idea di condividere il sesso con altre coppie. Il cazzo di Antonio si era un po’ ammosciato, per cui lo presi il mano con la destra e con la lingua comincia cominciai a leccarlo. Con la mano sinistra invitai Antonio a ruotare leggermente, volevo che i nostri compagni di viaggio mi vedessero bene mentre succhiavo il suo cazzo. Continuai a spampinarlo per qualche istante, ma a questo punto lo scopo non era più farlo venire ma eccitare Luca e Natascia.
Mentre scorrevo su e giù con la lingua, azzardai ad allungare la mano sinistra verso Natascia. Lo spazio era ristretto, per cui fu molto agevole appoggiare la mano sul suo ginocchio. La guardai, invitandola con lo sguardo. Non sapevo come avrebbe reagito.
Natascia e Luca si guardarono: lui aveva gli occhi che brillavano, lei intimorita. Con un lento movimento del braccio Luca invitò sua moglie ad alzarsi. Natascia si alzò, e subito si inginocchiò al mio fianco. Per qualche momento mi guardò spompinare il cazzo di Antonio da vicino, l’eccitazione cresceva anche in lei. Feci uscire l’uccello dalle mie labbra e lo avvicinai alle sue, che subito lo accolsero.
Succhiava molto lentamente, ma si vedeva chiaramente che il piacere in lei stava aumentando. Mentre stava spompinando, io leccai un po’ le palle; poi dopo esserci scambiate di bocca il cazzo un paio di volte, io scivolai dietro Antonio, e facendo penetrare la lingua fra le sue chiappe cominciai a leccargli il buco del culo.
Mentre leccavo, vidi con la coda dell’occhio Luca nudo alla mia destra. Si stava massaggiando il cazzo già durissimo. Non era molto lungo, ma grosso e con una bella cappella. Ovviamente voleva la mia bocca. Smisi di leccare il culo di Antonio, mi girai leggermente e cominciai a far scorrere lentamente la lingua lungo il suo uccello. Giocai con la cappella e con i coglioni, e poi lo presi in bocca, ingoiandolo tutto. Sentire scorrere quella grossa cappella sul palato mi mise una gran voglia di sentire quel cazzo nella figa, che già bagnatissima stava colando lungo le gambe.
Mi alzai e mi spogliai. Antonio, che aveva ancora i pantaloni appoggiati ai piedi, fece lo stesso. Natascia aveva più ritrosia, ma capii che non poteva fare diversamente. Antonio e Luca la aiutarono, togliendole il reggiseno entrambi le palparono le tette, piccole ma sode. La figa non era completamente depilata, ma presentava un leggera peluria ben curata sopra sul monte di venere. Le labbra, queste si depilate, erano piccole e palesemente bagnate.
Io mi stesi supina sul letto, aprii le gambe. Volevo essere leccata! Sentivo le gambe bagnate dei miei umori che erano colati lungo le cosce, allungai un dito ne raccolsi quanto potevo e lo portai alla bocca. Gustandomelo chiusi gli occhi, e in quel momento sentii delle mani correre lungo le mie gambe. Percepii il calore di una bocca vicino alla figa, poi una lingua aprire le labbra e cominciare e leccarmi.
Dal movimento della lingua capii che non era Antonio che mi stava leccando. La lingua si muoveva vigorosa fra le labbra, poi sul clitoride, fino alla vagina, e poi dentro questa. Piegai la testa da un lato, aprii gli occhi e vidi Natascia stesa, anch’essa supina, sull’altro letto. Antonio le stringeva le caviglie tendendole le gambe alzate e ben divaricate mentre se la stava scopando.
Cominciai a toccarmi, mentre la lingua che fino ad allora mi aveva leccata si fermò. Non la sentii, ma sentii chiaramente il grosso cazzo di Luca cominciare a scoparmi. Entrò facilmente, riempiendomi di brividi e quindi cominciò a stantuffare.
Antonio intanto stava girando Natascia a pecorella sul letto. Dalla mia posizione riuscivo a vedere benissimo il suo splendido culo. Come immaginavo, Antonio allargò lentamente le chiappe, tirò fuori la lingua e inizio dal buco del culo a leccare Natascia.
Ero ormai prossima all’orgasmo: tra le mie carezze e il cazzo che non si arrestava a scoparmi cominciai a gemere di piacere inarcando la schiena. Due, tre, ‘ infiniti orgasmi invasero il mio corpo fino a che Luca tolse il suo cazzo dalla figa, mi fece scivolare con la schiena lungo il letto fino a farmi sedere a terra; quindi mi fece succhiare il suo uccello, bagnato dei miei umori.
Antonio stava leccando ora la figa di Natascia. Pur essendo coperto, lo capivo bene dalla posizione dei due e dai miagolii di piacere di lei. Ad un certo punto Antonio si alzò, si avvicinò al nostro letto superiore e prese dalla valigia un tubetto che conoscevo bene: l’olio lubrificante che usavamo nei rapporti anali. Se lo spalmò per bene sul cazzo, poi si stese per terra e mi invitò a sedermici sopra. Me lo infilai lentamente, facendomi provare quella fantastica sensazione di dolore misto a piacere che solo il culo sa dare. Davo le spalle ad Antonio, in bocca avevo sempre il cazzo di Luca. Fino a che quest’ultimo non mi spinse in giù, appoggiando la mia schiena sulla pancia di Antonio. Avvicinò il cazzo alla figa, e cominciò di nuovo a scoparmi. Il piacere immenso di due uccelli dentro di me mi fece chiudere gli occhi, assaporando il godimento. Quando li aprii vidi Natascia sul letto, gambe aperte, che si stava masturbando. La invitai ad avvicinarsi. La feci mettere a cavalcioni sopra di me, appoggiando la sua figa alla mia bocca. Comincia a leccarla, godendomi i suoi umori che mi colavano direttamente in gola. Non ci mise molto a venire, evidentemente era già molto eccitata. Continuavo a leccare lentamente il clitoride, mentre il suo corpo si contorceva di piacere, stringedomi il viso con le cosce. Urlava e gemeva. E colava sulla mia bocca.
‘Voglio provare anch’io il culo di questa troia!’, disse Luca. Estrassero i loro cazzi, allontanarono Natascia e se senza chiedermi nulla, mi girarono. Mi infilai il cazzo di Antonio nella figa, mentre Luca già mi aveva inculata e mi stava scopando furiosamente. Con la bocca che sapeva ancora della figa di Natascia cominciai a baciare Antonio, che ricambiò aprendole labbra e facendo entrare la mia lingua dentro la sua bocca. In quella posizione, scopata e inculata, con il clitoride che strusciava, sul corpo di Antonio, arrivò rapidamente un altro orgasmo.
Sentivo i due maschi dentro di me che ansimavano sempre più forte, il mio corpo li stava portando a sborrare. Tuttavia prima volevo togliermi uno sfizio, volevo vedere inculare Natascia, che ero praticamente certa fosse vergine nel culo. ‘Vorrei vedervi inculare Natascia!’, dissi all’improvviso. Natascia si alzò di scatto, i due si fermarono. ‘Non l’ho mai fatto!’, disse Natascia, senza sorprendermi. ‘Passato il dolore iniziale, sarà bellissimo ed eccitante, credimi. Lascia fare a me’. Più impotente che convinta, Natascia si lasciò girare a pecorella, appoggiando i gomiti sul letto e le gambe a terra. Presi l’olio e lentamente comincia a lubrificare il suo culetto, cominciando a infilarle un dito. Lentamente, fino in fondo. Poi due. Natascia collaborò, inizialmente era contratta ma poi si rilassò. Mentre io continuavo a incularla lentamente con le dita, inviai suo marito a lubrificarsi l’uccello. ‘Entra piano’, gli dissi. Lui appoggiò la cappella al buco del culo di sua moglie e inizio a spingere.
Io mi misi nella stessa posizione a pecorella a fianco di Natascia, e in quella posizione la guardavo in volto: prima dolore, poi rilassamento, poi, lento, il piacere. Luca procedeva lentamente, gustandosi quel momento evidentemente atteso da molto.
Naturalmente, data la posizione in cui mi ero messa, anche Antonio prese ad incularmi. Il suo cazzo entrò con grande facilità, e cominciò a spingere con foga. A lui è sempre piaciuto scoparmi con lentezza facendomi assaporare il cazzo che entra ed esce dalla figa, ma incularmi con foga per farmi sentire una vera troia.
Luca stava lentamente accelerando il ritmo, mentre Antonio, inculandomi con vigore, ormai era all’orgasmo. ‘Vienimi in bocca, non nel culo!’ gli dissi. Natascia, pur concentrata a sentire il cazzo di suo marito che la stava inculando, non riuscii a non guardami. Colsi lo stupore di chi non l’aveva mai fatto, di chi non aveva mai assaggiato la sborra. ‘Dopo te la faccio assaggiare’, le dissi.
Di li a pochi istanti, Antonio tolse il cazzo dal mio culo, mi tirò giù dal letto, e mi mise l’uccello in bocca. Non feci a tempo a far scorrere le labbra sull’asta più di un paio di volte, che sentii la cappella gonfiarsi dentro la bocca. Serrai le labbra. Gli schizzi di sborra, densa, abbondante, stavano riempiendo la mia bocca. Mentre schizzava, continuavo comunque a spompinarlo, anche se più lentamente. Sentivo il suo cazzo che nella mia bocca si muoveva rimescolando il suo stesso sperma. Continuai così lentamente fino a quando non cominciai a sentire il cazzo perdere vigore, quindi lo feci uscire lentamente stringendo le labbra. Il cazzo era pulito e asciutto, lo strinsi forte tra le mani per fare uscire l’ultima goccia di sborra che subito succhiai.
Avevo la bocca piena di sperma, non riuscii a trattenermi dall’ingoiarne una parte: il profumo della sborra è per me l’odore del sesso, non posso farne a meno. Ma ne tenni in bocca un bel po’.
Mi girai. Luca che stava ancora inculando sua moglie, anche se molto più delicatamente di quanto non l’avesse fatto poco prima con me, si stava chiaramente avvicinando all’orgasmo. Ansimava sempre più forte. Mi avvicinai a Natascia, avvicinai il mio volto al suo. Era disteso. Aprii la bocca, tirai fuori la lingua, inondata di sborra. Natascia mi guardò titubante. Poi aprì anche lei la bocca, e mi succhiò la lingua.
Continuammo a baciarci spostando la sborra da una bocca all’altra con le lingue, mentre urlando Luca stava venendo nel culo di Natascia. Lo lasciò dentro, ben infilato, fino a che non fini di sborrare, poi cominciò a toglierlo lentamente. Lasciai la bocca di Natascia e mi avvicinai al suo culo. Appena estratto presi in bocca il cazzo di Luca, profumato di sperma, e lo ripulii. Quindi aprii le chiappe del culo di Natascia, cercando di allargare il più possibile il buco, comunque già ben dilatato. Di li a pochi secondi le prime gocce di liquido denso e bianco cominciarono ad uscire, e prima che cadessero a terra mi avvicinai con la bocca e avidamente le succhiai senza ingoiarle. Continuai così fino a quando mi parve che tutta la sborra fosse uscita, quindi leccai il buco del culo di Natascia un’ultima volta. Mi alzai e vidi i due maschi, rilassati e soddisfatti, gustarsi quasi in estasi la scena.
Quindi presi Natascia, e la feci mettere supina sul letto. Vicina al bordo, in maniera tale che fosse ben visibile da Luca e Antonio. Mi misi sopra di lei, con il volto sopra il suo, con la bocca sopra la sua. Lei aprii le labbra, io le mie. La sborra di suo marito, che avevo raccolto dal suo culo, cadde lentamente nella sua bocca. Chiuse occhi e labbra, e ingoiò.

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