Skip to main content

Avevo 17 anni e vivevo in un piccolo centro della provincia meridionale ; ero alta più della media delle mie coetanee, magra come uno spillo ma con un sedere sodo ed un seno a dir poco prosperoso che mal era contenuto in miseri reggiseno misura terza; era tutto troppo retrogrado per me, adolescente ribelle ma con ottime prospettive di studio. I ragazzi “di paese” erano genuini ma stupidì; mi affannavo a mostrare loro le mie generose tette , turgide e sode, con i capezzoli che esplodevano dal desiderio , e loro altro non sapevano fare se non strusciarmi tra le gambe quei cazzetti a punta duri e spigolosi. Mi bagnavo quel tanto che bastava a rientrare in casa fugacemente per sditalinarmi come una forsennata e godere di un orgasmo mai sufficientemente soddisfacente. Ancora non sapevo il perché! I tipi conosciuti nella zona dove ancora frequentavo il liceo , più popolosa ma altrettanto provinciale erano supponenti e non ci sapevano fare. Millantavano misure da cavallo ma bastava una mano sulla patta e qualche carezza ben assestata per “scoprire le loro menzogne “! Quelli sinceramente non lasciavo neanche che mi toccassero anche perché lontano da casa non avrei potuto “usarli “ come mezzo per le mie veloci masturbazioni. Tutti avevano un comune denominatore: le ridotte dimensioni del pene, o almeno quelle che io credevo dovessero essere al fine di poter “sentire “ dentro di me il membro di un uomo. Già a partire dai quattordici anni avevo sentito parlare di esperienze sessuali ascoltando nei bagni di scuola le ragazze del quinto anno ed il loro argomentare era intriso di “ho provato dolore era davvero enorme quel coso” .. per scoprire poi , chiedendo per curiosità, che le “notevoli dimensioni “ erano equiparabili ai 18 centimetri e non oltre. Certo vi erano anche quelle che se la cavavano ancor peggio con misure al di sotto dei 16 centimetri! Tutte ovviamente si affidavano a quanto dichiarato dai “possessori di tali armi non convenzionali”, il che mi lasciava presagire che si trattasse di generosi arrotondamenti! Io la pensavo decisamente in modo differente. A casa nel mio privato mi divertivo già da più di tre anni , alla comparsa delle prime mestruazioni e dei primi intensi sogni bagnati , a misurare le banane che venivano acquistate spesso e volentieri in quanto frutto a me molto gradito e chissà perché! Notavo , metro da sarta alla mano, che quelle che rientravano nel mio ideale estetico di misure adeguate al membro virile fossero già oltre i 20 centimetri e più lunghe e grosse erano più la mia fantasia galoppava verso una figura maschile che possedesse un pene da primato! Ero strenuamente convinta che più lungo e grosso fosse , più godimento ne avrei tratto; al diavolo il dolore di cui tutte più o meno parlavano. Non avevo mai tentato alcuna “ intrusione “ nella mia vagina ma mi rendevo conto che le dita non bastavano più. Gli orgasmi ripetuti che mi procuravo mi lasciavano sempre più frustrata. Era ora di passare all’azione! Le mie cugine vivevano in città, stavo per diplomarmi ed ormai in casa godevo di un minimo di libertà soverchia; chiesi ai miei genitori di poter trascorrere un mese delle vacanze estive , quelle che preludevano all’ultimo anno di liceo , a casa di una mia cara zia che aveva più volte riferito a mia madre che sarebbe stato bello per due cugine pressoché coetanee trascorrere un po’ di tempo insieme. Colsi l’occasione al volo , assentendo i miei genitori, e mi precipitai letteralmente in quel luogo che statisticamente apriva orizzonti più ampi alla mia ricerca del piacere. Ma , all’apparenza, avevo fatto male i miei conti! Le prime uscite, accompagnate da grande entusiasmo e da perizoma bagnati da pensieri lascivi, si presentarono deludenti; i prime ragazzi più che ventenni conosciuti, tra un giro in moto ed una serie di palpeggiamenti si rivelarono non a maggior altezza in termini di misure intime di quelli già conosciuti. Certo erano più spigliati meno arroganti e più simpatici ma a me non bastava . Non ero alla ricerca di una piacevole compagnia o del ragazzo ideale , il principe azzurro dei miei stivali! Ero alla ricerca del godimento fisico che agognavo da fin troppo tempo! Tra l’altro non avevo neanche valutato, ingenua , che a casa dei miei zii non avrei avuto il coraggio di darmi piacere in solitudine dato che seppur presenti in casa due bagni quello che usavo io era ovviamente appannaggio di mia cugina con la quale ne avevo un rapporto così “intimo” ne desideravo averlo dato che lei appariva e penso fosse una timorata vergine e casta lontana anni luce dal modo che invece io avevo di approcciare ai ragazzi. Una giovane sfrontata puttanella sebbene mantenessi le apparenze dí tranquilla ragazzina di provincia. Insomma ero ai limiti della più frustrante delusione, mi bagnavo sempre più al pensiero di un enorme bastone di carne ormai presente più nei miei sogni che ipotizzato esistente in realtà. Ma il mio premio era lì ad attendermi alla fine della seconda settimana di permanenza in città. La racconto esattamente per come si è palesata. Uscimmo di sera per la consueta pizza tra amici; dovevamo attendere alcuni ragazzi al termine di una noiosa partita di calcetto. Ero seduta sul muretto del campo da gioco piedi penzolanti. Mia cugina mi fece cenno che stava per arrivare l’unico suo amico non ancora conosciuto in quanto era stato fuori per la sessione estiva degli esami universitari. Carlo, altezza media, magro, olivastro ed abbronzato come un tizzone arso nella fornace. Capelli folti e neri occhi vivaci ma non belli, furbi ed a tratti poco rassicuranti. Fisico nel complesso gradevole ma normale, lineamenti tutto sommato regolari. Un tipo che in strada non avrei notato. Ma a me non importava. In qualche modo fece breccia in me e non avevo ancora intuito il motivo. Lo avrei scoperto di lì a pochi giorni ed avrei anche compreso la mia capacità, evidentemente, di individuare uomini dalla generosa virilità! Carlo passo’ di sfuggita, mia cugina ci presento’ e lui mi salutò con sufficienza stendendo la mano e stringendomela a malapena . Ecco la nostra conoscenza ebbe luogo così. La serata trascorse tranquillamente come di consueto tranne che per il fatto che il neo arrivato tenne banco per tutta la cena con battute e motti di spirito che a me non piacquero ma neanche disdegnai . Continuava ad essere magnetico per me e ciò mi era inspiegabile! Il giorno successivo tutti al mare come era accaduto nei giorni precedenti ma ecco la sorpresa… Carlo giunse dopo tutti gli altri; amava poltrire al letto lui. Entrò in cabina per svestirsi per raggiungerci in costume in spiaggia. Arrivò di corsa scherzando e motteggiando mia cugina e gli altri presenti; io non esistevo. Seccata in un primo momento non lo guardai neppure ma non potei fare a meno di sgranare gli occhi e poi quasi quasi anche la bocca quando avvicinatosi alla mia sdraio si degnò di salutare. Il costume seppur a fascia larga , aderente ed in pesante lycra, olimpionico da uomo, tratteneva a stento un enorme rigonfiamento! I miei occhi ormai esperti valutarono si trattasse del pene in stato flaccido . E cazzo era a riposo e si faceva notare già in modo spropositato! La mia mente vagava alla ricerca di risposte. Facevo valutazioni in termini di misure , con le mani idealmente mimavo una possibile risposta in centimetri per quella verga agognata e sempre aspirata mentre gli amici lo motteggiavano , mia cugina emetteva gridolini sciocchi di imbarazzo e scoprivo solo in quel frangente che era conosciuto come Carlo il cavallo! La stronza non me ne aveva mai parlato! Mi destai , andai di corsa in acqua per raffreddare gli ardori risvegliati da quella tremenda ma sbalorditiva visione. Il sogno diveniva realtà! Il mio due pezzi era un richiamo per qualsiasi uomo degno di tale nome e decisi di mettere a frutto la mia succinta mise! Sebbene Carlo non fosse affatto espansivo con me volli vincere la mia ritrosia e divenni quanto più ammiccante potessi . Dovevo avere quel trofeo tra le gambe era deciso ormai! Uscii dall’acqua; i capezzoli erano duri come chiodi, le tette sode esplodevano dal bikini ed avevo la fica fradicia…. Ma questo non si vedeva! La cerchia di ragazzi non mi aveva mai vista così ; non era interessata a nessuno e dunque mi ero fin lì comportata da brava cuginetta sebbene tutti non facessero altro che fischiarmi alle spalle. Mi avvicinai a Carlo gli sussurrai un ciao sibilato all’orecchio e mi rimisi al mio posto da brava ragazza sulla sdraio. Ormai però ero entrata in modalità puttanella e cominciai quindi a spalmare crema solare come solo una donna eccitata sa fare ! Gli uomini in spiaggia, nessuno escluso, nei pressi del nostro ombrellone erano tutti rivolti a me ed esibivano a vario titolo sguardi allucinati, sorrisi inebetiti, occhiolini a gogo e mani su pacchi di poco conto ; Carlo mi guardava imperturbabile . Era tra tutti l’unico che pareva non provare alcuna emozione. Ma…. Qualcosa tradì il suo apparente disinteresse. D’improvviso la protuberanza già generosissima a riposo divenne sempre più difficile da contenere per il suo povero costume da bagno. Stava avendo una spettacolare quanto per lui inaspettata erezione. Tutti notarono esterrefatti quel palese “ingrossamento “ e me ne beai. Fui io a fargli l’occhiolino stavolta è solo lì mi resi conto che lui era l’unico a non essersi reso conto di quanto accaduto. Si ridestò dalla apparente indifferenza, si guardò tra le gambe e con un gesto repentino prese il primo telo da bagno trovato nei pressi. Lo avvolse intorno alla vita e con la più banale delle scuse si congedò dichiarando di dover andare a fare la doccia in sala. Lasciai trascorrere sapientemente una decina di minuti, il tempo sufficiente a far sì che tutto e tutti poco a poco tornassero alle loro facezie in spiaggia , dimentichi dell’accaduto, per allontanarmi fugace e recarmi al bar con la scusa di rinfrescarmi. Era li che vi erano le docce ed avevo pessime intenzioni! Presi una bottiglietta d’acqua gelata, furtiva entrai nel locale docce ove non vi era distinguo tra uomini e donne in quanto si presupponeva ci si lavasse in costume, e lì passandomi la bottiglia d’acqua gelata sul seno ed i capezzoli cominciai la mia segreta ricerca. Eccolo lì! Fui premiata oltre le mie più rosee aspettative! Carlo si era sistemato nell’ultima cabina doccia. Per esperienza sapeva che quasi nessuno la utilizzava in quanto la più lontana dall’ingresso ed anche la meno confortevole in quanto emetteva acqua a dir poco gelata. Non possedeva gettoniera e non era dunque possibile fruire lì di acqua calda. Del resto vista l’ora erano tutti a pranzo o in siesta sotto gli ombrelloni e lui poteva beneficiare di quella temporanea solitudine. Sbirciai senza che mi vedesse. Era di fronte a me, aveva improvvidamente, evidentemente nella fretta , lasciato la porta quasi del tutto aperta; io nascosta dietro un muretto di separazione. Fremevo e mi passavo tra le cosce la bottiglietta d’acqua ormai diventata calda e rorida dei miei umori. Era nudo il cazzo enorme totalmente eretto; puntava mastodonticamente verso l’alto ritto come un palo; il glande scoperto ed enorme a forma di fungo. Le vene talmente grandi da notarsi a distanza ed i testicoli massicci grossi come arance. Mai avrei pensato che il pene di un uomo potesse avere una simile capacità erettile e tali dimensioni. A dispetto della spettacolare eccitazione che tradiva il suo membro i lineamenti erano imperturbabili e lui si lasciava scorrere addosso l’acqua fredda come nulla fosse . Ad occhi chiusi si massaggiava il torace e le spalle come nulla fosse ma poco dopo, inaspettatamente ed in modo altrettanto distaccato portò prima una e poi l’altra mano al membro che ove possibile era diventato ancor più eretto e grosso. Aveva mani grandi sebbene non fosse né alto né piazzato fisicamente , lo avevo notato allorquando mia cugina ci aveva presentati . Ebbene cinto il cazzo con entrambe le mani ne restava ancora spazio per una.. Pensai la mia! Questo fu l’immediato desiderio che mi pervase, ma mi forzai a non indulgere a quel gesto che si sarebbe potuto rivelare avventato e godermi, invece con discrezione, quel momento di pazzesca eccitazione. Avevo la fica in fiamme e le mani frugavano ormai da un po’ sotto il perizoma. Mi sgrillettavo con decisione ed avevo già raggiunto tre volte un fortissimo orgasmo al solo vedere la sua mastodontica erezione. Ma lo spettacolo , ed i miei orgasmi, non erano ancora terminati. Carlo , occhi ancora chiusi ed acqua grondante sul capo e sul resto del corpo cominciò in modo cadenzato a menare a due mani quella mazza di carne e sangue sempre più pulsante. La cappella diveniva sempre più grande, il fusto e l’asta si gonfiavano sempre più ed i testicoli seppur turgidi apparivano sempre più enormi. Il suo ritmo non cambiò. Era forte ma non veloce , deciso ma non forsennato, controllato come da chi conosce bene le potenzialità di quell’enorme oggetto di piacere. Cazzo quella si che era un’arma non convenzionale! Lui menava il bastone di carne ed io frugavo la fica con tre dita. Io ero giunta all’ottavo orgasmo ed ero sfinita ! Lui proseguiva come un cyborg a masturbare a due mani la sempre più possente erezione. Mi chiedevo come facesse a durare così tanto, come potesse avere un controllo così razionale della sua eccitazione. Io ero ormai mezza in ginocchio sfinita dagli orgasmi ed appagata e lui ancora lì a segare quella enormità. Inseguivo questi pensieri ed in modo improvviso, esplosivo a dir poco, quasi con un rumore di sottofondo, a seguito dell’ennesimo colpo di sega a due mani , il cazzo di Carlo puntò’ verso l’alto e come avesse vita propria schizzo’ letteralmente un primo enorme fiotto di sperma. La cabina doccia era semichiusa ed il fiotto giunse appiccicoso al soffitto! Carlo lasciò allora la presa a due mani e proseguì a menarselo con una soltanto; strepitoso…. potei realizzare a maggior ragione quanto lungo e grosso fosse il suo pene! Menava il cazzo con sapienza e maestria stavolta rivolgendosi verso la parete distante almeno un metro . E lì dopo l’apoteosi del primo fiotto giunto al soffitto ecco arrivare l’evento ancora più inaspettato.. Menata due secondo fiotto di sperma visibile a distanza come fosse il getto di un idrante. Menata tre terzo schizzo di egual portata ; quarto “saliscendi “ ancora schizzo diretto contro la parete della doccia. Mio Dio era un fiume in piena , un vulcano in eruzione. La quantità di sperma emessa da quel cazzo mostruoso era indicibile. Pensai dovesse essere in astinenza da mesi e che comunque un uomo seppur senza far sesso da tempo non potesse nella norma serbare una tale quantità di liquido seminale! In modo morboso , con le dita che ancora roteavano nella fica bagnata all’inverosimile, contai una dozzina di vere e proprie bordate dopo la prima al soffitto le altre tutte terminate diritte diritte contro la parete interna della doccia. Nonostante mi fossi tenuta a distanza non potei non notare la quantità di sperma ormai grondante dal soffitto e dalla parete. È lui? Il cazzo ancora eretto , durissimo come nulla fosse, una copiosa goccia di sperma appiccicata al prepuzio. Si terse capo e torso ancora per pochi minuti, si lavò il pene per tirar via gli ultimi residui di sborra , e tiro’ via il terminale doccia staccandolo dal supporto. Lavo’ la parete lasciando scorrere via l’acqua intrisa di sperma dimentico di ciò che aveva però tralasciato sotto al soffitto! Come nulla fosse , il cazzo ancora ben gonfio e duro riposto a mala pena nel costume , si cinse nuovamente la vita con il telo rimediato velocemente in spiaggia tentando di nascondere l’eccitazione che gli avevo scatenato. Impassibile e tonico lui , decisamente turbata e sfiancata io , sgattaiolai via prima che si rendesse conto della mia presenza. La sega andò avanti per un tempo che a me parve interminabile ma che dopo realizzai fosse dí più di tre quarti d’ora in quanto da quasi le tredici che ero salita in sala dalla spiaggia una volta giunta alle cabine mia cugina mi rese edotta del tempo trascorso e della sua, immotivata, preoccupazione.

Leave a Reply

Close Menu