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OrgiaRacconti 69Racconti CuckoldTrio

162 – Marina e il marito cuck-old

By 7 Maggio 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Dopo quell’episodio, dove Lorenzo mi aveva fatta sbattere da una decina di uomini, ci fu un lungo periodo di normali rapporti, senza altre ulteriori scandalose situazioni.
Verso la fine del mese di Giugno dell’anno successivo, mio marito mi comunicò che gli erano state assegnate le ferie e che aveva pensato di prenotare una casa immersa nella campagna e al tempo stesso a pochi chilometri dal mare e dalle montagne, che gli sembrava adatta alle nostre esigenze di tranquillità e di privacy.
Così partimmo il primo Luglio e dopo circa tre ore di viaggio, individuammo la villa in stile country, superammo il pesante cancello e ci fermammo all’ombra sotto un pergolato ricoperto da foglie e frutti di Kiwi. Entrammo in casa e ci trovammo immediatamente dentro una enorme cucina completamente arredata e soprattutto fresca e accogliente. Di fronte alla cucina, dalla parte opposta, si trovava la sala, anch’essa molto fresca e arredata con antichi mobili in arte povera. Un enorme tappeto staccava la zona pranzo da quella del salotto. Nell’angolo un lungo divano a ‘elle’ rivestito di pelle marrone scuro, un tavolino in cristallo anni sessanta e due poltrone identiche al divano. Tra i due ambienti, c’era una scala, con gli scalini in pietra, che saliva al primo piano e dava accesso a quattro camere e ad un grande bagno comune.
Aprii le persiane e uscii sull’ampio terrazzo interamente piastrellato con della graniglia grigia e nera. Lasciai prendere aria alle camere, dentro le quali si percepiva un forte odore di stantio e di umidità. Tirai via le coperte dal letto e lasciai il materasso matrimoniale scoperto in modo che si asciugasse. Nel primo pomeriggio decidemmo di andare in spiaggia a prendere il sole. Le nostre ossa, dopo il duro inverno e la primavera parecchio piovosa, ne avevano veramente bisogno. Indossai un costumino un pochino succinto, e mi infilai sopra un copricostume multicolore, quindi partimmo e dopo aver percorso circa tre chilometri, posteggiammo sul lungomare ed entrammo in uno stabilimento balneare. Si chiamava ‘Bagni Nettuno’ e sull’insegna c’era raffigurato il Dio Nettuno con tanto di tridente impugnato nella mano destra. Mio marito rimase disteso sul suo lettino non più di mezzora, poi decise di fare i classici due passi. Lo vidi soffermarsi a parlare con una giovane coppia, poi dopo un lungo conciliabolo, salutò i due e si incamminò nuovamente lungo la battigia.
Mi accorsi che durante il fitto parlare, sia il ragazzo sia la ragazza ogni tanto si voltavano ad osservarmi.
Mi lasciai andare sulla sdraio e chiusi gli occhi godendomi il venticello fresco e il caldissimo sole estivo.
Lorenzo, ritornò da me che erano le diciotto, mi diede un bacio sulla schiena e si lasciò cadere sul suo lettino. Restammo lì a goderci la prima giornata di vacanze, fin verso le venti, poi con la spiaggia ormai semivuota decidemmo anche noi di fare ritorno a casa.
Cenammo sul tardi, e poi a mezzanotte ci ritirammo in camera. Mi feci aiutare a rifare il letto quindi ci coricammo e facemmo l’amore. Entrambi avevamo ricevuto dal sole e dalla spensieratezza della prima giornata di ferie, una forte energia e così quell’atto d’amore fu molto intenso e vissuto in tutta la sua pienezza. Al mattino, restammo a letto fino a tardi e a pranzo ci dividemmo del prosciutto crudo e del parmigiano reggiano. Un buon bicchiere di vino e un caffè chiusero la ‘grande abboffata’ .
Erano le tre del pomeriggio di quel lunedì caldo e assolato, io uscii sul terrazzo e fui accolta dall’aria che profumava di fieno e dalla lieve brezza marina che soffiava da nord. Dalla parte opposta, la collina lussureggiante dalla quale, serpeggiando, una strada scendeva verso la campagna digradante fino a raggiungere in basso le lontane ripide scogliere.
In quello spettacolo della natura si potevano ammirare i campi di un podere, circondati da filari di ginestre gialle e da recinzioni di pietre affioranti. Al centro diversi appezzamenti facevano sembrare l’insieme come se fosse una gonna scozzese a quadroni multicolori. Vi era l’oro verdeggiante del fieno appena tagliato, il verde lucente dei prati coltivati ad erba medica e ancora il rosa giallastro del granturco non ancora mietuto. Mi accomodai sulla sdraio e nel gran silenzio chiusi gli occhi. Sentivo ora solo più i lievi rumori della vita umana e animale che mi avvolgeva tutt’attorno. Il dolce cantilenare del vento faceva ondeggiare e frusciare la felce. Udii in lontananza anche il rumore del motore di una macchina che si mescolava a quello della mietitrice. Un certo numero d’api laboriosamente ronzavano da qualche parte, mentre il rumore del motore aumentava di intensità. Aprii gli occhi e vidi due auto che seguendo la strada serpeggiante, si avvicinavano a noi. Mi alzai incuriosita e mi affacciai alla balaustra di pietra che delimitava il terrazzo. Dopo alcune curve le vidi comparire lungo il rettilineo che portava a casa nostra. Si fermarono, un ragazzo giovane con gli occhiali scuri sugl’occhi scese dalla sua BMW, indossava pantaloni bianchi ed una polo azzurra della Fred Perry, suonò il campanello e attese con l’orecchio vicino al citofono.
Udii la voce di mio marito rispondere e subito dopo lo scatto delle serratura automatica.
Rientrai in casa e chiesi a Lorenzo’.

‘Cosa vogliono???’

‘Sono amici, li ho invitati io’..’

‘Ma da dove vengono scusa???’

‘Madre mia, quante domande’. Un attimo e li conoscerai anche tu”

Il portoncino si aprì e comparvero sei ragazzi tra i quali uno era di colore e due sole ragazze, Lorenzo me li presentò solo come amici. Nemmeno lui conosceva bene il loro nome. Ascoltai senza memorizzare i loro nomi di battesimo e poi io, da brava massaia offrii loro il caffè. Li feci accomodare in sala e mentre preparavo il caffè, riuscii a sentire, nonostante il brontolio della caffettiera, un parlottare a voce bassa, un brusio come di chi cospira nei confronti di qualcuno che è poco più lontano.
Difatti, nel momento stesso in cui io giunsi in sala per servire la nera bevanda calda, il mormorio cessò di colpo. Visi imbarazzati e finti discorsi iniziati, questa l’atmosfera che si percepiva nell’aria. Poi Lorenzo, mi disse”’

‘Torno subito”..’

E se ne andò salendo le scale che portavano al primo piano. Loro erano tutti seduti ben distribuiti sul divano, mentre io mi sistemai dirimpetto a loro sulla poltrona. L’imbarazzo ora era più palpabile, c’era un certo senso di disagio, forse più da parte loro che da parte mia.
I maschi erano carini, tutti ben abbronzati e con il fisico bello tonico e possente.
Visto il silenzio che era piombato tra di noi, provai a intavolare un qualsiasi discorso”

‘Ma, Lorenzo vi conosce da molto? ‘

Il biondino, forse il più giovane e presumibilmente il più sincero”’.

‘Ah, beh, no, ecco ci siamo conosciuti ieri pomeriggio in spiaggia”’

‘Capito’.., eeee’.. come mai vi ha invitati qui? ‘

‘Così, credo per amicizia e poi a parte lei che è la mia ragazza, io non conosco nessuno di loro’..’

Disse questo indicandomi la ragazzina bionda come lui che gli sedeva a fianco.
Poi finalmente un altro aprì bocca cercando di spiegare il motivo della loro presenza in casa nostra”

‘Tuo marito, ci ha chiesto se avevamo desiderio di’.. come dire”.. di accompagnarci con te’.’

‘Accompagnarvi con me in che senso???’

In quel momento Lorenzo sentimmo i passi di Lorenzo scendere le scale rapidamente e quando fu lì vicino a noi”’

‘Marina, non fare l’ingenua, il nostro amico intende scopare con te!!!!’

‘Ma sei pazzo, è ora che ste storie finiscano!!!’

‘Beh, scusateci, noi allora togliamo il disturbo e ce ne andiamo”..’

‘No, no, tranquilli, adesso parlo io in privato con la mia signora!!!!’

Lorenzo mi prese per un braccio e mi condusse in cucina, poi sottovoce”.

‘Dai Marina, ti prego, io ti amo, ma sai che sono un cuck-old per favore concedimi di vederti alle prese con questi giovani ragazzi e anche con le belle ragazzine, per favore”.’

Lo guardai negli occhi, lo vidi supplicante e disperato, voleva nuovamente vedermi fare la puttana con altri!!! Fissandolo fermamente negli occhi”’.

‘Ok, va bene, ma non subirò le voglie di questi bei maschietti, me li farò insieme o da soli, ma questa volta farò la puttana sul serio, non so se ti piacerà poi così tanto!!!!’

‘Come vuoi tu amore mio, come vuoi tu”..’

‘Ok, vengo subito di ai nostri amici di aspettare un attimo’.’

Salii in camera e mi cambiai, indossai un completino mutandine e reggiseno di pizzo nero,
poi ci misi su il reggicalze, che mi ero portata per far eccitare Lorenzo e infine completai l’intimo con delle calze autoreggenti velate, di color grigio scuro. Sopra mi infilai una camicetta rossa con tanti bei bottoncini e quindi completai l’opera con una gonna nera corta che copriva a malapena il bordo delle calze. Il tocco finale furono le scarpe rosse con il tacco dodici. Mi guardai allo specchio, si, sembravo proprio una bella troia.
Rientrai in salotto ancheggiando smisuratamente e spostai il tavolino, quindi, in piedi cominciai lo strip. Iniziai sbottonando la camicetta, molto lentamente, sfiorai la bocca della ragazzina biondina con le dita e le feci scorrere l’indice della mano destra fra le tette, le presi poi una mano e la invitai ad alzarsi, le chiesi quindi sottovoce di togliermi la camicia. Lei prese coraggio e mi sfilò via l’indumento superiore. Alcuni ragazzi si accarezzavano la patta dei pantaloni, mentre Lorenzo in disparte, non si perdeva nemmeno un secondo di quanto stava avvenendo. La ragazzina si fermò, ma io le presi ancora la mano e gliela portai sulla zip della gonna. Lei tirò giù la piccola cerniera e me la fece scendere. Rimase accucciata davanti a me ed io ne approfittai per prenderle il capo da dietro la nuca e attirarla contro il mio pube ricoperto dalle sole mutandine. La feci poi rialzare e cominciai a mia volta a spogliare lei; le sfilai la t-shirt e quindi feci scendere la zip dei jeans bianchi. Era un bocciolo, seni piccolini con le aureole rosee e i capezzoli puntuti, portava un esile perizoma bianco, mi chinai a mia volta e glielo feci scendere arrotolandoglielo sulle cosce. La abbrancai per le natiche nude e la attrassi contro il mio naso, quindi annusai e assaporai il dolce e intenso profumo della sua depilatissima figa. Vidi un ombra di fianco a me e mi accorsi che l’altra ragazza, la brunetta, autonomamente si stava spogliando a sua volta. In pochi attimi anche l’altra giovanissima fanciulla, rimase integralmente nuda. L’unica ancora parzialmente coperta ero io. Lasciai che fossero le mie assistenti a completare l’opera, cominciando dal reggicalze per passare poi al reggiseno e quindi per ultimo mi tolsero anche le mutande.
Passai le mie mani sui seni di entrambe le ragazze che ricambiarono, baciai in bocca la biondina e subito appresso anche la brunetta. Quest’ultima era depilata fra le gambe ma sul pube aveva mantenuto un folto boschetto di peli neri. La bionda si era inginocchiata e stava leccandola alla sua amica, sembrava a vederle in azione che per loro non fosse la prima volta. Tre ragazzi, con i calzoni e le mutande calati sino alle caviglie, si menavano il cazzo senza alcun pudore. Guardai verso destra e potei osservare Lorenzo che a sua volta stava provvedendo a masturbarsi. Le due lesbichette intanto, si erano sdraiate a terra e in posizione di sessantanove se la leccavano a tutto spiano. Vidi alzarsi dal divano, il ragazzo di colore, era l’unico ancora completamente vestito, trascurò le due pollastrelle e venne verso la vecchia gallina. Ma si sa che gallina vecchia”’. Così mi trovai le sue mani scure sulle mie tette chiare, me le accarezzò a lungo fino a sentire i miei capezzoli indurirsi e spingere contro i suoi palmi. Volli stupire mio marito e”’

‘Fatti spogliare bel maschione, voglio succhiarti il bananone scuro!!!!’

Il nero parlava l’italiano con un forte accento toscano”..

‘Spogliami che ti do il bananone!!!’

In men che non si dica il ragazzo fu in mutande, anzi per l’esattezza in boxer”.

‘Cosa c’è sotto a questi mutandoni, bel giovane????’

‘Tirameli giù e lo vedi con i tuoi occhi!!!!

Glieli abbassai e scoprii la sua gigantesca arma da guerra”.

‘Oddioooo, lo vogliooo, lo voglio nella figa, in bocca e anche nel culo, siiii lo voglio in culoo, mi devi aprire e sfondare con sto cazzone che ti ritrovi!!!!! Sono una puttana e voglio cazzi tanti cazzi, voglio far godere quel frocio di mio marito!!!!!’

Mi prese in braccio e mi depositò sul divano”

‘No, bel moretto, non qui venite con la vostra puttana, venite su in camera mia’..’

Tutti si accodarono a me che, nuda come un verme e sculettando come una vera troia, salivo le scale dinnanzi a loro. Il mio negretto con il suo immenso batacchio mi fu subito addosso, io lo allontanai un attimo e mi misi a pecorina, di traverso sul letto, uno degli altri si sdraiò supino di fianco a me e poi mi attirò a se, mi misi allora a cavallo e mi infilai il suo cazzo nella figa. Cominciai a godere con lui mentre da dietro il proprietario del supercazzo si stava dando da fare a leccarmi il culo. Intravidi Lorenzo nei pressi del letto ma me ne fregai e pensai solo al mio piacere. Percepii che il moretto aveva terminato di leccare e mi aveva appoggiato la sua mastodontica cappella sullo sfintere. Ormai c’ero abituata a prendermelo in culo ma con un cazzone così ebbi parecchie difficoltà. Lui mi teneva saldamente con le mani aggrappate ai miei fianchi e mentre io mi muovevo sul cazzo del ragazzo sotto di me, lui tentò più volte di entrare nel mio culo. Poi, per aiutarlo mi bloccai per dargli modo di centrare il buco e difatti lui lo centrò. Credetti di svenire e fui certa che mi avesse sicuramente dilaniato l’anello anale. Mi entrò dentro comunque e per una decina di minuti non fu affatto piacevole. Poi la forte eccitazione prese il sopravvento e cominciai ad ansimare come una maiala. Ad un certo punto, mentre stavo con gli occhi chiusi e la bocca spalancata mi trovai in bocca un cazzo. Il biondino, quello che pareva un po gay, aveva invece un bel cazzone lievemente curvato verso l’alto e duro come il marmo. Con tre cazzi dentro di me non riuscii più a trattenermi e venni come una baldracca in calore. Per fortuna che eravamo in una zona abbastanza isolata e così mi sfogai a gridare il mio piacere a mezzo mondo. Feci fino in fondo la puttana incallita, succhiai i cazzi di tutti e tutti li pigliai dentro la figa e anche nel culo. Ingurgitai fiumi di sborra, che scambiai generosamente con le mie due giovanissime ancelle. Volli poi esagerare e mi feci depositare, colma di sperma dappertutto, dentro la vasca da bagno, dove chiesi ed ottenni che tutti, femmine comprese mi lavassero per bene la pelle con la loro calda pipì.
Lorenzo segandosi sborrò alcune volte e alal fine, quando tutti se ne andarono, lui mi guardò felice dicendomi semplicemente”’

‘Sei stata grande, grazie, ti amo ogni giorno di più”’

Il mio cuck-old era rimasto soddisfatto, beh, anche io ero molto soddisfatta e a mi avolta ringraziai lui per la bella sorpresa che mi aveva fatto.

Termina qui la storia di Marina, ciao e buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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