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– Permesso…buongiorno mio signore.

-Buongiorno, si inizia finalmente,tutto a posto ? Ti fa ancora male quella follia.- dice il pittore indicando la catenella che mi solleva le tette.

– E’ una tortura continua, per fortuna la notte riesco a dormire stringendomi a Tatiana. Spero che non mi giudicherà perchè ho una compagnia  femminile, signore.

– Nel vostro mondo delirante è l’ unica alternativa per avere calore umano, è anche una giovane meravigliosa, mi piacerebbe dipingervi insieme.

– Quando facciamo l’ amore.

– Brava, sarebbe un quadro fantastico. Non conosco nemmeno il tuo nome.

– Mi chiamo Anna, signore.

– Io Marco, e non chiamarmi signore.

– Non posso, noi schiave dobbiamo chiamare gli uomini signore, mai per nome. Già una donna è sottomessa all’ uomo, senza alcun diritto, una schiava non è degna neppure di avere un nome, lo hanno i loro animali, noi veniamo chiamate cara, amore, ma a volte troia, vacca, comunque nessuno conosce il nostro vero nome.

– Anna, oggi è un giorno di festa, pensa a divertirti, vieni, sdraiati sul sofà, così, perfetto, prendi questo grappolo di uva, come se stessi sbocconcellando.

– Sono emozionata, senta il mio cuoricino, batte  a mille.

Prendo la sua mano e la poso sul mio seno, lui non può trattenere una leggera palpata, si ricompone subito e mi rimprovera scherzosamente, sono maliziosa, dice. Marco porta una calzamaglia blu e una camicia bianca, capelli scuri un pò arruffati ed il pizzetto, ha lo sguardo vivace sempre alla ricerca di novità.

– E’ così bella Venezia, signore ?

-E’ fantastica, palazzi meravigliosi, merci e genti da ogni paese, divertimenti di ogni sorta, taverne, sale da concerto e per le danze, bordelli con le donne più belle ed esotiche.

-E voi siete un grande frequentatore, immagino.

Mi lancia una mela. – Ragazzina sfrontata, non pensavo avessi una linguaccia tale.

Rido.- Signore, ho notato come mi guarda, lei ama le donne, molto.

– Sei una bellezza rara, ma di proprietà del Visir, anche se questo lo trovo ripugnante, devo rispettarlo. Su Venezia altre curiosità ?  Alla fine è simile a Costantinopoli, l’ avrai visitata…

– Sono stata solo al mercato degli schiavi, un luogo orribile. Da allora non sono uscita dall’ harem, è vietato. Per ora ho conosciuto il mio paesino e poco più, non penso vedrò altro.

– Per il momento Anna sei libera. Mi hanno riferito che sei una talentuosa cantante e musicista, prendi il mio liuto e fammi compagnia.

Canto per quasi un’ ora, a volte nella nostra lingua, a volte in turco.

– Davvero molto brava, una voce dolcissima, l’ ultima era struggente, non l’ avevo mai ascoltata.

– E’ mia, signore, lieta che ti piaccia.

– Sei molto sensibile, a Venezia avresti successo.

– Sono solo una ragazzina, figlia di contadini.

– Pensi sia un nobile ? Mio padre era un semplice marinaio, la forza di Venezia è che dà una possibilità a tutti, anche alle persone più umili.

Un eunuco entra e ci avvisa che questa sera saremo ospiti del Gran Visir, nella mia testolina frullano mille ipotesi su quello che mi obbligherà a subire.

– Mia cara, vi vedo in grande forma e che bei seni ritti.

– Grazie mio signore,  sono sempre al tuo servizio, pronta ad esaudire ogni desiderio.

Al termine della cena il Visir batte le mani per domandare attenzione.

– Cari amici, questa sera festeggiamo l’ inizio del dipinto dedicato alla mia favorita. Per rinsaldare il rapporto artista modella i due potranno conoscersi meglio, qui, davanti a noi.

– Ma signore…- il pittore accenna ad una protesta.

– Non  avrai problemi, non ti aggrada ?

– Anzi, è la giovane più desiderabile che abbia conosciuto.

– E allora… buon divertimento.

Si spoglia, ha un fisico asciutto e scattante, con le proporzioni giuste per essere un grande amatore. Mi sussurra che non sapeva nulla, è realmente dispiaciuto, povero, non sospetta che al contrario io sono entusiasta, rendiamo almeno piacevole questa serata, gli dico. Prendo il suo bel membro in bocca e succhio con gusto, lui fa altrettanto col mio clitoride, lo stuzzica fino a farmi impazzire, è un uomo decisamente esperto. Veniamo in simultanea, lui apprezza sorpreso il mio buon sapore, salgo sopra, per la prima volta comando io, lo faccio entrare dentro e muovo lentamente fianchi e cosce, chiudo gli occhi e mi godo questo momento dolce ed intenso. intanto Marco tasta e stringe le grosse tette, infila gli indici negli anelli e li tira, sento un certo dolore, ma sono talmente in estasi che potrebbe pure strapparmi i capezzoli, tanto turgidi che sembrano grandi acini di uva nera. Ho almeno due orgasmi in breve tempo, lui è d’ acciaio, non mi concede nulla.

– Mio signore, grazie, grazie…oooh quanto godooo.

– Siamo solo all’ inizio, piccola.

Con uno scatto atletico si gira e me lo ritrovo dietro che pompa deciso, dopo una ventina di affondi finalmente mi riempie del suo caldo seme. Riprende subito a punirmi con dolcezza, ansimo felice, lo sprono, travolta dal piacere e un nuovo violento orgasmo ci sorprende.

– E’ stato bellissimo. – mi dice.

– Signore, sono delusa, avete già terminato ? Non avete dimenticato di fare qualcosa ?

– Non vorrei farti del male.

– Signore, approfittate di me, non abbiate timore, da voi accetto ogni oltraggio, ogni umiliazione, è da quando vi ho conosciuto che attendo fremente questo momento. Entrate nel mio retto, senza esitazione, vi supplico !

Alla fine il pene entra in me, un brivido caldo mi percorre, Marco esplode in un grido soddisfatto, io lo imito felice, mi possiede potente e determinato, lo sprono.

– Più forte, non sono di cristallo, fammi male, così, bravo, fammelo sentire dentro, sento che sto per impazzire di piacere, vengo… vengooo.

Non so quanto è durata, forse ho perso conoscenza, di sicuro dal culetto dolorante esce un abbondante flusso di sborra, Marco è al mio fianco che si sta leccando le dita impregnate dei miei umori, è un momento che non vorrei si interrompesse più.

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