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Racconti di DominazioneRacconti GayTrio

A casa sua

By 13 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una sera come tante altre, ero andato in palestra per allenarmi e per approfittare di una possibile occasione di venir scopato da Giulio e Marco (cfr Una serata in palestra e Ancora in palestra). Ormai eravamo diventati amici a furia di frequentarci in palestra. Non parlavamo mai dei due incontri che avevamo avuto nè loro mi trattavano diversamente dagli altri loro amici della palestra; io invece non avevo occhi che per loro.
Ormai era passato quasi un mese dall’ultima volta che ero riuscito ad avere i loro bei cazzi dentro di me e cercavo in tutti i modi di avere un’altra occasione ma senza riuscirci. Tuttavia quella sera successe qualcosa di diverso: ero tornato a casa, disilluso di poter succhiare Giulio e Marco e stavo disfando la borsa della palestra quando trovai un bigliettino. Recitava così ‘Vieni alle 23.00 di dopodomani in via Socrate 43. Citofona a Savene’. Non avevo idea di chi avesse messo il bigliettino nella mia borsa ma non dubitavo che si trattasse di Giulio o di Marco. Decisi di chiederglielo il giorno dopo in palestra ma non si presentarono. Io tuttavia, prestai fede al bigliettino e puntualissimo alle 23.00 citofonai a Savene. Avevo passato la serata a prepararmi: mi ero rilavato daccapo, mi ero depilato, mi ero messo un perizoma che avevo comprato solo per loro e sopra dei jeans e una camicia blu. Così, quando una voce mi disse di salire al sesto piano, ero sicuro di me. Sul pianerottolo c’erano due porte senza il nome sul campanello ma una era aperta e vi entrai. Era una graziosa anticamera, arredata semplicemente su cui davano tre porte.
Come ebbi richiuso la porta d’ingresso salutai perchè non c’era nessuno in vista e da una porta uscì Giulio. Dietro di lui veniva Marco. Erano semivestiti, senza scarpe né calze ma con una canottiera bianca e dei pantaloni corti color terra Giulio mentre Marco indossava una maglietta verde scuro e dei jeans. Erano contenti di vedere che ero venuto e mi fecero subito togliere le scarpe; il parquet non è solo in anticamera mi dissero.
Come me le fui tolte Giulio venne davanti a me e mi baciò. Sulla bocca. Non avevano mai avuto un gesto di affetto nei miei confronti, soltanto tanto calore nel fottermi e grossi cazzi da sbattermi dentro. Mentre mi abbracciava mi iniziò a slacciare i bottoni della camicia mentre Marco si avvicinò da dietro e, stando stretto per farmi sentire il suo cazzo in tiro attraverso i pantaloni , mi iniziò a slacciare la patta e il bottone dei jeans che indossavo. Non stavo nella pelle: baciavo freneticamente Giulio e gustavo la sua lingua sulla mia mentre con le mani potevo finalmente accarezzare quel corpo sensuale, sentire lo spessore dei suoi addominali e la morbidezza dei suoi capezzoli. Quando Marco finì di slacciarmi i pantaloni dovetti interrompere il mio bacio con Giulio per farmeli levare, mi guardarono e gli fece molto piacere vedere che non un pelo era rimasto su di me né gli dispiacque la scelta dell’intimo. Giulio approfittò di questa pausa per levarsi la canottiera mostrandomi così quei muscoli che tanto ossessionavano la mia mente per la loro bellezza e definizione. Presi a baciarli avidamente, prima il capezzolo destro, poi il sinistro poi il petto e poi di nuovo la sua bocca. Marco con una mano alzava il filetto del perizoma mentre con l’altra mi solleticava il culo accarezzandomi il buchetto mentre Giulio, che ormai mi aveva levato la camicia mi accarezzava il pene dandogli una strizzata ogni tanto. Era una cosa fantastica. Avevo, però, voglia di cazzo e scesi lentamente con la bocca, prima il collo, poi il petto e l’addome trovandomi così, visto che Marco mi aveva impedito di scendere con il culo, quasi a quattro zampe con solo un perizoma addosso in mezzo a due magnifici maschi. Per tenermi su mi sorreggevo a Giulio con una mano e con l’altra iniziai a massaggiargli i pantaloni lì dove sapevo essere il suo bellissimo cazzo. Da dietro intanto sentivo il rumore che Marco faceva nel levarsi i pantaloni e le mutande. Quando ebbe finito appoggiò il suo cazzo proprio sul buchino: non era ancora al massimo ma lo sentivo già bello caldo. Anche il cazzo di Giulio si faceva sentire, anche se attraverso i pantaloni, e mi chiamava con il suo pulsare, tanto che iniziai a slacciarglieli. Mi aiutò ma quando ebbi finito mi fece tirare su: anche Marco si era messo lì davanti, con solo la sua maglietta attillata addosso. Erano uno spettacolo meraviglioso, Giulio a torso nudo e Marco con il suo uccello al vento.
Ti dobbiamo presentare una persona, mi dissero. Mi portarono, attraverso una delle porte dell’anticamera, in salotto dove, sul divano, aspettava un ragazzo. Era completamente nudo e lasciava vedere i suoi abbondanti muscoli, il suo cazzo e un sorriso di benvenuto, per quanto fosse indubbiamente un bel ragazzo e si fosse attentamente depilato non aveva né la possanza né il cazzo di Marco o di Giulio. Non l’avevo mai visto prima.
Me lo presentarono come un loro amico in comune a cui avevano raccontato le nostre avventure e che aveva chiesto di potervi partecipare; eravamo a casa sua. Accettai di buon grado: il suo sorriso era davvero invitante! Mi chiese di fargli uno dei miei famosi pompini e non me lo feci chiedere una seconda volta. Mi avvicinai a lui e mi inginocchiai tra le sue gambe in modo da avere il suo cazzo nella posizione migliore. Iniziai a massaggiarglielo con le mani fino a che non si fu ben indurito. Poi iniziai a baciargli le palle, prima piano poi sempre più forte, ogni tanto le mettevo in bocca e le succhiavo un pochino. Quando mi sentii pronto iniziai a leccargli la base dell’asta salendo piano piano interrompendomi ogni tanto per fargli colare sul glande tutta la saliva che avevo per poi spargerla con le mani su tutto il suo cazzo. Arrivato al glande iniziai a lavorare di lingua fino a che non lo sentii ansimare per il piacere; solo allora presi in bocca la sua cappella e iniziai a ficcarmi in bocca quel bel cazzo che si ritrovava. Scendevo piano senza succhiare e lavorandomi con la lingua tutto quel che avevo in bocca. Sentivo i suoi gemiti crescere e le sue mani spingermi la testa verso le sue palle che stavo massaggiando. Arrivato al limite iniziai a risalire un po’ più velocemente e quando mi trovai con solo la sua cappella in bocca iniziai a succhiargliela; prima piano poi sempre più forte, quasi con furia. Il suo cazzo aveva un sapore eccezionale e i suoi gemiti mi attizzavano ancora di più sentivo le sue pulsazioni dentro di me e con esse il suo piacere. D’improvviso mi fermò. Sono veramente eccezionali i tuoi pompini, ma per stasera avevamo in mente un’altra cosa per te.
Marco e Giulio, che mentre mi guardavano fare la pompa al loro amico avevano finito di spogliarsi si avvicinarono: Marco si mise in piedi sul divano mentre Giulio si mese dietro di me e mi disse di tirarmi su in piedi e di chinarmi a baciare il cazzo del suo amico Roberto. Così feci e mentre compivo l’epilogo della mia pompa senti le mani di Giulio spalmarmi lubrificanti dappertutto e poi lentamente entrare con due dita e molto lubrificante dentro il buco. Quando mi ebbe abbondantemente lubrificato mi disse di salire anche io in piedi sul divano cosa che feci pur senza capire dove volessero arrivare. Una volta salito mi dissero di mettermi a cavalcioni di Roberto e con il culo sul cazzo. Eseguii quanto mi veniva chiesto e lentamente, senza che lo volessi sentii il cazzo di Roberto entrarmi da dietro. Non mi fece male, ormai avevo avuto dentro di me l’enorme cazzo di Marco che mi aveva sfondato per bene, tuttavia la sensazione di piacere era rimasta. Quando il cazzo di Roberto fu completamente dentro di me Marco si avvicinò e mi appoggiò il suo cazzone sulle labbra e inizia a succhiarglielo. Era molto più grosso di quello di Roberto ma il sapore era decisamente meno buono. Marco iniziò ad oscillare e a ficcarmi ripetutamente il suo cazzo in bocca mentre con la mano mi teneva la testa. Roberto con le sue mani mi palpava il cazzo ma non capivo cosa stesse facendo Giulio. A un certo punto sentii qualcosa al culo; Roberto non era uscito da me e sentivo qualcos’altro che entrava, qualcosa di grosso. Capii al volo che era il cazzo di Giulio e ne fui spaventato: era solo la terza volta che mi mettevano qualcosa nel culo e ora mi stavano entrando in due contemporaneamente! Giulio cercava di tranquillizzarmi, mi diceva di rilassare il culo che sarebbe stato tutto meno doloroso ma altrettanto eccitante. Ci provai e un po’ ci riuscii ma ero parecchio distratto dall’enorme cazzo che Marco mi ficcava in bocca. Finalmente sentii che Giulio era arrivato. La sensazione di avere due cazzi nel culo era nuova e parecchio dolorosa, ma portava con se un’estasi di sensazioni piacevoli. Iniziarono sia Roberto che Giulio a muoversi dentro di me ritmicamente, fuori e dentro, fuori e dentro senza mai uscire completamente riempiendomi di una meravigliosa sensazione. In poco tempo il dolore svanì e lasciò il posto soltanto a quei due cazzi che mi penetravano spietatamente da dietro facendomi sentire una bestia da montare. Intanto stavo facendo una golosissima pompa a Marco i cui gemiti di piacere si andavano ad aggiungere a quelli di Giulio e Roberto. Marco venne molto presto, in bocca. Sentii tutto il suo seme caldo e dolciastro spargersi per la mia bocca e lo gustai cercando di non farmi distrarre dai due cazzi che ancora mi entravano da dietro. Mi prese a dolci pisellate in faccia mentre aspettava che anche gli altri due venissero. Il primo fu Roberto: non capii bene quando venne a causa del gran movimento che c’era dentro di me, ma lo sentii ansimare e cambiare ritmo fino a quando non ebbe estratto il suo cazzo dalle mie viscere. Giulio continuava a montarmi con quei suoi colpi forti e distanziati appoggiandomi sulla mia schiena le sue mani e tirando a sé il mio culo. Andò avanti per parecchio tempo con Marco e Roberto che stavano lì a guardarci e a fare commenti. Poi venne anche lui in un’esplosione di latte di maschio dentro di me. Quando levò il suo cazzo dal mio culo iniziai di nuovo a sentire il dolore ma ero felicissimo. Ero stato posseduto da tre maschi poderosi che mi avevano penetrato abbondantemente. Mi mandarono in uno dei due bagni a sciacquarmi e quando ebbi finito mi chiesero se ero contento della prestazione di Roberto. Ero entusiasta e decidemmo di vederci di nuovo tutti e quattro per altre serate divertenti.

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