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Il mio amico Carlo

By 3 Agosto 2015Febbraio 9th, 2020No Comments

Un buon metodo per tenersi in forma e’ il nuoto.
Il mio fisico perfettamente levigato e armonico con dei bei muscoli su braccia e gambe e il petto piatto ne &egrave la prova.
Faccio nuoto anche quattro volte a settimana quando posso.
In più, dettaglio non trascurabile, in piscina si fanno anche parecchi incontri interessanti. Ci sono parecchi frocetti che amano nuotare e fare vasche e non &egrave raro fare piacevoli giochi sotto alle docce dove tutti esibiamo senza pudore i nostri cazzi spesso semi duri.
Le generose proporzioni del mio attrezzo mi fanno spesso guadagnare i consensi degli altri e, più di una volta, ho trovato qualche giovane golosone pronto a chinarsi fra le mie gambe per farmi un bel pompino con ingoio.
Altri, più audaci, offrono persino di più e non &egrave un problema farli chinare in avanti e sondare i loro culetti sodi svuotando i i coglioni e allargando i loro deretani a tutta forza.
In altri orari c’&egrave il nuoto della terza età nella vasca accanto. Una decina di vecchie babbione grassocce che sguazzano e ridono leggiadre come degli elefanti. Forse proprio perché sono all’ultima spiaggia sono molto suscettibili al fascino di un bel ragazzo pronto a scoparle senza indugio…
Il fatto di essere Bisex aiuta molto…. Me ne sono già fatte tre del gruppo e credo, pian piano che finirò per chiavarle tutte.
Le vecchie babbione sono una vera soddisfazione. Vengono negli spogliatoio i senza tanti problemi, si levano veloci i costumi liberando la loro ciccia al vento e si lasciano fare tutto…. Fica, bocca, culo…. Davvero tutto.
La loro ciccia e le loro poppe grosse e molli ballonzolano a tutto andare mentre le scopi come un pazzo.
Invocano tutti i santi del paradiso mentre arrivano all’orgasmo che non credevano più di poter avere e io con loro.
Grate, bevono avide tutto il mio sperma e a volte non solo quello.
Poi ci sono le mamme dei nuotatori più giovani. In questo caso però bisogna lasciare la piscina e sedersi nel bar all’ingresso. Li, mentre i giovani virgulti imparano le nozioni base dello stare in acqua, le madri ciarlano fra loro come un gruppo di oche sfigate. Sono le prede migliori. Maritate da troppo tempo per essere ancora appetibili al marito, vogliose di attenzione e calde.
Che alcune non cerchino altro che un po di sesso extraconiugale lo dimostrano certe minigonne oscene e certe scollature che sfoggiano senza pudori.
Una addirittura pur pesando non meno di 90 kili era in minigonna e calze a rete coi tacchi. Pareva una battona da strada.
Infatti l’ho scopata a pecorina nel bagno del bar quel giorno stesso.
Insomma, ci si tiene in forma sia fisicamente che sessualmente. La piscina e’ stupenda.
Mai però avrei immaginato una sorpresa tanto piacevole come quando vidi Carlo. Il mio amico Carlo.
Bello, alto, col fisico curato e la sua camminata femminile e sensuale era sempre uguale seppur con cinque anni di più dall’ultima volta che ci eravamo visti.
Un po avevo vergogna a farmi vedere. Eravamo stati migliori amici per una vita e poi ci eravamo persi pian piano di vista quando ero partito per l’estero per iniziare la mia carriera lavorativa.
Poi, in cinque anni mi ero quasi dimenticato di lui e ora, seppur tornato a casa, non avevo sentito alcun impulso a chiamarlo. Chissà se me l’avrebbe mai perdonata?
Indugiai ma fu lui ad avvicinarsi “John? Ma sei tornato?” e mi sorrise.
Io annuii “Si, sono di nuovo in città…. Per restarci spero”.
“A benissimo” annui lui.

Carlo ebbe subito quella delicatezza di non chiedermi nulla di cosa era successo che mi mise molto a mio agio. Così fanno i veri amici…
Eccoci quindi a parlare del più e del meno in pochi minuti come se il tempo non fosse passato e, ammettiamolo, eccoci anche a fissarci i costumi da bagno per scorgere i rispettivi uccelli….
Carlo non era un superdotato ma aveva davvero un bell’attrezzo che non aveva più paura di usare da un bel po’.
Del resto avendolo provato direttamente nel culo lo sapevo benissimo…..
&egrave già…. Carlo, il caro amico Carlo mi aveva sverginato il culo. Era stato lui il mio primo a farmi capire quanto sia bello riceverlo quanto darlo…
Gliene sarei sempre stato grato. Del resto l’avevo già abbondantemente contraccambiato. Anche lui non aveva più il culo vergine grazie a me.
“E tua nonna come sta?” gli chiesi a bruciapelo.
Lui arrossì “bene, un po più vecchia poverina ma ancora arzilla”.
“Poverina”.
“Già. Scommetto che le porgeresti volentieri i tuoi saluti vero?” E mi ammicca con l’occhio.
“Bhe non sono cambiato lo sai….”.
“Nemmeno io” mugola Carlo e con uno scatto mi infila la mano sotto al costume e mi afferra il cazzo.
Io mi guardo intorno. Siamo in un angolo vuoto della piscina propio sotto alle gradinate. Non c’&egrave nessuno….
Lo lascio fare anzi lo incentivo calandomelo giù fino alle ginocchia.
Carlo sgrana gli occhi “sembra anche più grosso…. Wow”.

Prende a segarmi per bene. Ci sa fare con la mano… Un segatore nato.
Io preso dalla voglia afferrò il suo, gli calo anche io il costume e glielo afferrò.
“Che duro…. Ummmm” sussurro e prendo a segarlo a mia volta.
Carlo cambia posizione. Mi scivola col viso sul petto, mi bacia l’inguine e scende piano con la lingua facendomi venire la pelle d’oca.
Il cazzo mi pulsa per l’eccitazione. Sento la sua lingua sull’asta, sulla cappella…..
“Ummmmmmm troia che sei” sussurro.
Lui apre la bocca. Mi ingoia un terzo di uccello riempiendosi la gola.
Pare volerlo ingoiare tutto…..
Inizia a succhiare e spompinare meglio di qualsiasi troia… La mia memoria torno indietro a sete anni fa quando questi giochini li facevamo ogni giorno….
“Sborrooooooooooooooo” ululo poco dopo e gli afferrò veloce il cazzo.
Lui continua a succhiare muovendo la testa su e giù, io muovo la mano sul suo uccello duro deciso a consumarglielo.
Schizzo.
Carlo beve, per poco non soffoca ma ingoia lo stesso. Il mio sperma gli forma dei rivoli ai lati della bocca ma lui pare deciso ad andare avanti.
Io intanto con la mano lo faccio sborrare. Il suo pisello spara sperma a tutta forza. Dei lunghi fiotti che mi arrivano sulla gamba…. Un paradiso.
Ci siamo sfogati e siamo ancora seduti a terra mezzi nudi quando lui mi fa “pensavi a mia nonna mentre sborravi?”.
“Un pochino si” ammetto.
“Che troia. Continua a farmi scopare tutti i giorni. Pensa a quanto &egrave puttana”.
“Soprattutto col fatto che ha te piace prenderlo e non darlo”.
“Ma va. Mi sono persino sposato. Una brava ragazza….”.
“Ma non sei gay?” Chiedo.
“Diciamo bisex” sorride lui.
“Checca Bisex” rido.
“La apprezzeresti. Sai me l’ha fatta conoscere la nonna….”.
“A capisco” e sorrido già immaginando che troia possa essersi portato a casa.
Proprio in quel momento sentiamo una voce stridula che urla alle nostre spalle “cosa fate sporcaccioni! Vergogna”.
Ci voltiamo. C’&egrave una delle vecchie babbione di cui dicevo prima. Una cessa orrenda con gli occhiali che fa appena appena intuire di essere una donna dall’abbondante seno molle che ha sul petto.
“Sporcaccioni” ribatte mostrando scritto in volto tutto il suo disprezzo.
In effetti seppur non più “al lavoro” siamo entrambi a cazzo al vento con i costumi da bagno ancora riposti in terra.
“Che rompi cazzo!” Surrurra Carlo.
“Ci vorrebbe una lezione” sussurro io facendogli l’occhiolino.
“O Paul per questo ti adoro….. Quanto sei porco” sussurra lui mentre io già mi sono alzato in piedi.
Mi avvicino alla vecchia befana con il cazzo già su di tre quarti e la fisso “qualche problema?”.
“Ma non avete vergogna” sbotta la vecchia mentre continua a fissarmi il cazzo e a strabuzzare gli occhi.
“Ti sembro uno che ha vergogna troiona?” scatto io mostrandoglielo ormai bello duro.
Intanto anche Carlo si avvicina e sventola la sua mazza in bella vista.
La vecchia fa un passo indietro spaventata. Noi due avanti arrapati ci mettiamo meno di cinque minuti a farla nostra…
Sei minuti dopo la vecchia e’ a pecorina come una vacca e senza costume. Io la sto inculando a tutta forza!
Forse vorrebbe urlare di dolore per la forza con cui la sto impalando ma non può.
Non col cazzo di Carlo in bocca….
C’&egrave la giochiamo per un po fino a riempirle di sperma ogni orifizio. La vecchia se ne sta nuda e stremata sul pavimento a piastrelle riscaldato. “Hai goduto vero troia?”.
“Mai scopato così…. O mamma mia in 68 anni mai scopato così….” sussurra la vecchia senza fiato.
“E non hai ancora visto il gran finale” dico io. Faccio l’occhiolino a Carlo &egrave un secondo dopo prendiamo entrambi a pisciarle addosso fino all’ultima goccia…
Carlo mi guarda, si avvicina e mi bacia
“John mi sei mancato. Quanto mi sei mancato”.
Io ricambio il suo bacio “anche tu Carlo. Sei e sarai sempre la mia troia preferita…. Bisogna proprio che recuperiamo tutto il tempo perduto.
“Non vedo l’ora ” sospira lui e mi infila la lingua in bocca….
Limonando fra noi andiamo verso le docce lasciando la vecchia in un bagno di piscio….
Entrambi non vediamo l’ora di tornare a fare i porci come una volta.
Da ragazzo la mia famiglia era particolarmente disagiata anzi, a dirla tutta, propio povera in canna.

Mia madre, ragazza madre con due gemelli da mantenere, viveva quindi con i suoi genitori ossia i miei nonni.
Quindi crebbi praticamente con loro. Nonno Franco e nonna Bruna che però avendo solo la loro pensione non potevano certo darmi quei lussi a cui tutti gli altri erano abituati.

Certo, col tempo mi avrebbero dato altre gioie ma questa è un altra storia.
Comunque sia nei mesi estivi per darmi una parvenza di vacanza nonna Bruna mi mandava in montagna dalla sua amica Giuseppina che viveva in una baita in montagna insieme a suo nipote Carlo anche lui li in vacanza.
Allo stesso tempo mandavano la mia sorella gemella Betty al mare da un altra lontana cugina…
A volte mi sono chiesto cosa sarebbe successo se avessero fatto il contrario? Sarei lo stesso diventato Bisex?

Le cose andarono più o meno così. Eravamo in questa baita isolata e a dieci chilometri dal mondo. Due vacche per il latte, galline per le uova e frutta dagli alberi.
Aria buona, cielo pulito, gran verde. Tutto bellissimo se non fosse che eravamo in quel l’età in cui ti si alza il cazzo al primo soffio di vento.
Carlo aveva un anno meno di me ma aveva gli stessi istinti e siccome la sera dormivamo in una piccola soffitta in due letti uno accanto all’altro non ci volle molto a capire che entrambi, sotto alle coperte facevamo andare su e giù le mani a tutta forza.
“Stai sborrando?” Chiesi.
“Io… No…. Che dici….”.
“Io si….. Ummmm eccolaaaaaa” sussurrai mentre mi svuotavo il cazzo fra le lenzuola.
Carlo prese coraggio “anche iooooooooo”.
Era la prima volta che condividevo un esperienza sessuale con qualcuno….
Passarono dieci minuti e chiesi “a te e passata la voglia? A me no”.
“Te ne vuoi fare un altra?”.
“Io si”.
“Bhe in realtà anche io” ammise Carlo.
è così lo facemmo ancora. Stavolta a coperte abbassate e con la luce della luna che filtrava dalla finestra io vidi bene il cazzo di Carlo con la mano che segava quanto lui vide il mio…
E fu bellissimo…

Da quel giorno ogni sera ci sparavamo una due o anche tre seghe a testa e non era solo un masturbarsi in silenzio. Parlavamo. Ognuno diceva all’altro cosa provava, cosa pensava, cosa lo eccitava.
Entrambi avevamo una particolare predilezione per Grazia la tabaccaia tettona del paese che vedevamo una volta a settimana quando scendevamo con nonna a far provviste. Entrambi avevamo notato il bel culo della panettiera quando si chinava a prendere le pagnotte ed entrambi avevamo immaginato scopate in tutti i buchi più o meno con tutte le donne del paese….
L’unica cosa che non dissi a Carlo era che io mi segavo anche pensando a sua nonna…..

La donna, un po robusta e ben popputa, non era certo una bellezza eppure aveva quel suo fascino un po da troia che tanto mi eccitava.
Ora, non posso escludere che essendo l’unica femmina nel raggio di otto kilometri la facesse somigliare a qualcosa di più bello di quanto era, ma nonostante ciò, c’erano cose che lei faceva davvero speciali.
Innanzitutto ogni volta che si sedeva, specie sulla poltrona del salotto, allargava così tanto le gambe che le vedevo le mutande. Nulla di che, nere quasi da censura assoluta, impossibile vederle il pelo però lasciavano ben vedere l’attacco delle calze di nylon nere al gancetto del bustino.
E quello si che mi arrapava. Quel solco bianco di carne sopra alle calze era un piacere segreto che spiavo ogni volta che potevo e la vecchia, quasi quasi, mi beava di tale piacere praticamente ogni sera.
Ovvio quindi che appena in camera me lo sentissi di marmo per la gioia di Carlo.
E poi c’era il piscio.
La nonna non pisciava quasi mai in casa. Di solito usciva e andava in fondo alloro dietro ad una pianta.
Era bastata un po di osservazione per capire i suoi orari.
Dovevo solo sganciarmi da Carlo per qualche minuto e appostarmi quatto quatto in fondo alle siepi per avere un ottima panoramica di quella vecchia bernarda pelosa che orinava a tutta forza scrosciando liquido giallastro a tutto andare.
Fantastico.
Il mio cazzo andava a mille, la mia mano a centomila…. Schizzi da paura ogni volta!

Una volta, durante la settimana alle discesa in paese ci venne in mente di rubare un giornale porno.
A volte le foto aiutano molto.
Così mentre Carla la giornalaia, un sonno e di cento chili pettegola da paura, era distratta a sparlare con nonna mi feci quatto e con le mani dietro la schiena mi feci scivolare uno di quegli invitanti giornali patinati sotto la camicia e poi nel sedere sotto ai jeans.
Strizzai l’occhio a Carlo. Il “colpo” era riuscito. Non vedevamo l’ora di essere a casa per “usare” il giornale come meglio si conviene.
Sorpresona non voluta quanto lo tirai fuori e Carlo vide il titolo “Noi Transex”.
“Ma che cazzo di giornale hai preso?”.
“Ero voltato di schiena ho preso il primo che è venuto” spiegai.
“Si ma questo -lo apri sfogliandolo in fretta- qui sono tutte donne col pisello”.
“E si” ammisi senza osare dirgli che a me anche quelle femmine con una marcia in più attizzavano parecchio.
Anche Carlo pero si stava soffermando a fissare qualche immagine. In particolare una brasiliana alta e statuaria con una salsiccia marrone da paura… Il tutto condito da un bel paio di autoreggenti a rete.
Un maschio bianco se ne stava seduto a cazzo dritto e la brasiliana gli stava sopra cavalcando il cazzo che le entrava nel culo.
Una fantasia stupenda per me è anche per Carlo pensai visto che gli stava venendo duro.
Vinte le prime resistenze dopo un paio di giorni ci segavamo entrambi alla grande eccitati dai transessuali e anzi ci venne anche da toccare l’uno il cazzo dell’altro….
La cosa era un po speciale perché i nostri uccelli, abituati sempre alla stessa mano, solo a sentire quel tocco così diverso e curioso già si rizzavano con le cappelle gonfie e pronte ad esplodere.

In poco tempo divenne regola segarci a vicenda tanto che la sera, appena tutto taceva, scivolavamo nello stesso letto nudi pronti a schizzare come cavalli da monta.
Fu così che, in un impeto di eccitazione, una notte dissi secco e languido a Carlo “succhiamelo……”.
“Cosa?”.
“O si dai succhiami il cazzo…. La mano non mi basta….. Dai succhiamelo come una donna ti prego”.
Lui tentennava “Paul ma….”.
“E dai, poi te lo faccio anche io dai ti prego”.
Lui obbediente lo fece.
Era goffo nei movimenti, un po impaurito e quasi mi morse la cappella ma era bellissimo….
Era così bella quell’esperienza che in tre minuti gli venni in bocca.
Lui comincio a tossire. Aveva inghiottito tutto il mio sperma e gli era andato di traverso.
“Stai male…?”.
“No no coffff coffff coffff no no anzi…. Ma lo sai che è buona”.
“Ma dai?”.
“Un po salata”.
“Fammi assaggiare la tua allora…” dissi. E senza ulteriori indugi scivolai fra le sue gambe un po intimidito.
Non dissi nulla ma spompinarmi doveva averlo eccitato perché lo aveva duro come il cemento.
Iniziai piano, solo con la lingua, passandogliela lento sull’asta e soffermandomi sulla cappella. Lui gemeva così tanto di piacere che per poco non temetti che la nonna ci sentisse.
Poi lo feci. Aprii la bocca, gli strinsi forte la base del cazzo in mano e cominciai a succhiare, a inghiottire e a muovere la testa come una vera puttana.
“Godoooooo” mugolò Carlo dopo pochi istanti.
E io ancora più veloce a succhiare.
“O siiiiiiii siiiiiii” stava venendo.
Sentii lo schizzo caldo sulla lingua. Un sapore salato ma con retro gusto dolciastro. Mi eccitai. Cominciai a toccarmi a mia volta. Mi era tornato duro.
Carlo aveva il fiato corto. Si era svuotato e io ancora succhiavo il suo pene che si stava ammosciando esausto.
“O che bello Paul. Bellissimo. Lo voglio ancora…. Lo voglio sempre” è preso da un fremito di eccitazione scatto verso di me e mi baciò sul petto soffermandosi con la lingua su un capezzolo.

Imparammo presto che la cosa migliore per provare entrambi la stessa sensazione era farsi un sessantanove spompinandoci ben bene uno con l’altro e, siccome ogni volta eravamo più porci della volta prima, cominciammo anche a leccarci i testicoli oltre che l’asta… Un paradiso.
Piano piano iniziai anche a mettere un dito in culo a Carlo e quando lui senti come era bello mi ringrazio di cuore.
“O si…. Wow” esclamò col mio mignolo nell’ano. Spingi… Si si si…..” e sborro’ come una fontana.
Ci volle poco per volere nel culo qualcosa di più grosso. Quando Carlo lo ammise io non esitai un istante.
Era tanto che lo volevo fare…
Volevo incularlo.
Ormai il suo buco del culo era già bello largo visto che gli infilavo due dita e a volte anche tre e piazzargli il mio attrezzo nel culo fu solo la normale conseguenza di quanto ci stava accadendo.
Quella notte lo facemmo. Lui a pecorina come una docile cagnetta e io dietro come un toro in calore.
Delicato e baciandogli anche un po la bella schiena liscia lo penetrai piano piano “fa male?”.
“Si un po di ma….. No non smettere…. Si ecco si adesso si è bellissimo…. Ecco”.
Gli ero penetrato dentro fino ai coglioni.
“Pompa! Ti prego Paul pompa, pompa” ragliava Carlo con la voce stridula strozzata dal piacere. “O si, si ti sfondo. Ti scopo tutto…. Si si siiiiii…..”.
Eravamo incontenibili. Lui era così eccitato che il suo uccello schizzo’ senza che nemmeno si toccasse.
Io avevo così voglia di fotterlo che sborrai due volte di fila senza che mi venisse molle.
Tre ore di monta selvaggia come due belve in calore.
Carlo si buttò sul letto esausto. Io gli scivolai accanto e lo baciai in bocca….
Limonammo come due troie.
“E domani sera lo fai tu a ma capito?” dissi mentre accarezzavo il suo cazzo unto di sperma….

Era quasi finita l’estate è ormai ci inculavamo a vicenda ogni notte. Nulla era mai troppo. Pompini, sessantanove, sborrate in faccia…. Eravamo porci e ci piaceva esserlo.
Per di più una sera Carlo mi fece una grande sorpresa. Quando entri in camera era già nudo sotto alle coperte.
Io mi avvicinai eccitato e lui di botto sollevò il lenzuolo “ti piaccio?”
Indossava un boy nero tutto in pizzi con i gancetti di ferro a sorreggere un paio di calze di nylon nere.
Era davvero sexy. Sapeva quanto mi eccitavano le calze e le aveva messe per me.
“Le ho fregate a mia nonna” disse.
“O sei stupendo” dissi col cazzo già marmoreo e il fatto che fossero capi di sua nonna forse mi eccitava anche di più.
Quella notte lo montai con ancor maggior vigore. Carlo gradi’ molto, i suoi mugolio erano inequivocabili. Inizio anche a dirmi “sono la tua troia, si si sfonda la tua troia porco!”.
Gli piaceva essere femmina, gli piaceva essere la mia puttana.

L’unico rimpianto era che ci restava un ultima settimana prima di tornare a casa. Così presi dalla foga cominciammo a farlo sia di notte che di pomeriggio.
Ormai Carlo indossava le calze e il boy quasi ogni volta sia perché lo facevano sentire più femmina, sia perché diceva che me lo faceva diventare più gonfio e duro.
Ormai Carlo aveva un buco del culo largo come una galleria e anche il mio, tutto sommato era bello sfondato.
Non ne prendevo tanto quanto lui ma anche a me non dispiaceva ogni tanto star davanti e godermi una bella mazza su e giù per le chiappe…..

Quel pomeriggio venni due volte nel suo culo ma non ero ancora sazio.
Col cazzo ancora voglioso gli scivolai fra le gambe e iniziai a spompinarlo. Carlo nonostante la sborrata appena fatta si sentì subito eccitato e passammo ad un perfetto sessantanove di cui ormai eravamo esperti.
Ci torno duro. “Girati cara girati che ti voglio inculare ancora….” sussurrai.
“O Paul ma sei una furia….”.
“Dai dai troia mettiti a culo dritto che ti voglio ancora”.
Carlo non chiedeva di meglio.
“Vai vai impalami porco! Impala la tua troia”
E lo feci. Con tutta la foga che avevo. Così tanta da fargli urlare tutto il suo piacere a squarciagola.
E fu il nostro più grande errore…

Un secondo dopo la porta della camera era spalancata. Sua nonna con gli occhi iniettati di fuoco stava lì impalata e ci fissava. Noi guardavamo lei pietrificati col mio cazzo nel culo di suo nipote…..
“Ma siete impazziti voi due!” sbottò la vecchia.
Imbambolato non sapevo che dire è soprattutto non volevo farle capire che il mio uccello stava eiaculando un altra volta… “Esci dal culo di mio nipote” urlo’ nonna Giuseppina e io mal volentieri obbedii.
Il culo di Carlo già colmo della mia sborrata precedente colò come un fiume in piena. Il nipotino col cazzo durissimo era lì a fissare la nonna beatamente messo a pecorina.
Io avevo la cappella in fiamme. La vecchia mi aveva interrotto proprio sul più bello con lo sperma già a metà canna.
Sentivo un formicolio irrefrenabile.
Lei mi guardò attrezzo “a però… Complimenti per il fucile”.
“Come scusa Pina?”.
“Ma si dai che hai capito… Credevo che il mio povero marito lo avesse grosso ma il tuo lo batte di sicuro”.
Sorrisi “grazie”.
“Si però discoli che siete…. Ma cosa fate? Uomo con uomo e dove si è mai visto.
Questo Paul lo devi dare a una donna non al tuo amico capito?” e dicendolo me lo sfioro con la mano.
Io ero così al limite che non mi contenni….
SPRUZZ! Un colpo di cannone di sperma volò in alto, fece una bella spiegale e SCIAFF sul viso e sul collo della vecchia.
“Scusa….” mormorai….
“Ma no cavoli proprio sulla mia vestaglia preferita….” imprecò la vecchia.
“Scusa”
“Scusa è scusa intanto qui lo sperma non va più via sai” e così dicendo in totale naturalezza si fece passare la camicia da notte azzurrina dalla testa levandosela completamente.
Sotto era nuda. Non avevo mai visto le sue grandi poppe così scoperte e la fica pelosa l’avevo sempre ammirata da distante ma ora eccola lì a portata di cazzo….
Incredibile a dirsi ma sarebbe bastato un passo per sfiorarle le poppe e due passi per infilarglielo dentro.
“Ma tu cosa hai addosso sporcaccione? Ma sono le mie calze quelle? E il mio bustino di pizzo? Ma disgraziato ecco dove era finito”.
Carlo strafottente si alzò dal letto e sculettando ben bene le fece l’occhiolino.
“Perché non ti piaccio? Non trovi che mi stia bene nonnina?”.
“Ma va, ma va. Ma i maschi mica le mettono quelle robe. Ma togliti sta roba salame che non sei altro…. -scosse la testa- mamma mia anche il nipote che mi vuol diventare culattone…. Mi mancava solo questa”.
“Sono due mesi che do il culo a Paul” ammicco lui.
“E non ti vergogni? E me lo dici così? Con il bel pisellone che ti ha lasciato in eredità il povero nonno tu ti fai fare il culo da dietro…. Ma povero nonno se ti vedesse…. Ma lo sai che lui lo faceva con me e altre due donne assieme senza perdere un colpo”.
“è bravo il nonno” dissi io mentre non me la perdevo di vista. Più si agitava a trovar da dire a Carlo è più i suoi seni ciondolavano invitanti. Il suo ventre grassoccio, il grande ombelicone erano una tentazione unica….
Nonostante lo schizzo selvaggio già me lo sentivo di nuovo duro.
Lei mi trapasso con lo sguardo “e certo che mi manca il povero nonno. Certo che mi arrangio come posso ma se tutti gli uomini facessero come voi dove andiamo a finire….”.
“Bhe però dacci atto che qui donne non c’è ne sono mica tante”.
“A già…. Perché io cosa sono?” borbottò lei quasi offesa.
“Io ecco…..” Balbettai confuso. Era un invito o avevo capito male.
“Non ti piace questa? Ti piace così tanto il culo di un uomo? E allora perché mi spii quando piscio?”.
Rimasi di sasso. Mi aveva scoperto.
“Credevi che non ti vedessi che ti facevi andare la canna e mi guardavi? Ho pensato. Che bravo, si allena, aspetta quella giusta per fare le cose per bene”.
“Per quello mi lasciavi guardare?”.
“Ma certo. E poi ho pensato, se mai vuole osare di più tanto vale farlo allenare un po… Mi sono anche toccata dopo la pisciatina per vedere cosa facevi ma tu niente…. è già tu pensavi al culo di Carlo….”.
“Pina io….” Tremavo.
“Ma io cosa. Ma cosa vuoi fare. E tu togliti sto bustino che costa lira di Dio”.
Carlo non le obbedì. Fisso i suoi occhi per la prima volta in vita sua e disse “ma puttana che non sei altro. Ti sgrilletti davanti a lui e poi trovi da dire a me…. Ma che cazzo vuoi?”.
“Ma che modi sono di parlare alla nonna. Ma come sei cambiato Carletto mio…. Culattone e maleducato. Le disgrazie non vengono mai sole”.
Io lo avevo di marmo.
“E tu cosa stai ancora li a fare? Ma vai in bagno prima che mi fai un altra doccia di sborra…. Vai vai porcello”.
Ma resistetti…. “Pina non voglio andare in bagno….”.
Lei capì subito il mio sguardo “a porcone che sei”.
“Si si” annuii mentre allungavo una mano per palparle il seno.
Carlo mi guardava. Per un attimo temetti di deluderlo ma lui invece sussurro piano “si sfondala come merita”.
Io gli sorrisi. Le mie mani già giocavano col seno della vecchia. Il mio cazzo si strusciava sulla sua peluria. Potevo quasi sentire le vampate di calore uscire dalla sua fica.
Lei non fece obiezioni…. Allungo la mano e me lo prese “ma guarda cosa tocca fare per darti una lezione Carletto” e inizio a segarmi…

Due minuti dopo era sdraiata sul letto a gambe larghe e io sopra di lei. “Ecco bravo piano piano…. Dai spingi piano ma infila tutto dai porcello….”.
Carlo era accanto a noi in piedi e ci guardava.
Il mio cazzo le scivolò dentro alla vecchia patata per una buona metà e lei cacciò un urlo di piacere “orca vacca!”.
“Ti sfondo Giuseppina…. Sono mesi che ti voglio……”.
“Ecco bravo. Che almeno uno sappia dove bisogna infilarlo…. Almeno uno”.
Io voltai la testa e guadai Carlo. Chissà che effetto gli faceva vedere sua nonna chiavata in quel modo.
Lui sembrava semplicemente eccitato e si segava come un pazzo…

Giuseppina aveva quasi otto anni di cazzo arretrato e venne per lo meno dieci volte in mezz’ora mentre io pomavo dentro alla sua fica con tutta la foga che avevo. Carlo ci guardava, non diceva nulla ma continuava a segarsi come un pazzo e ogni tanto sentivo spruzzare al mio fianco vendendo le goccioline di sperma che cadevano sulla nonna.
La vecchia cambio più volte posizione, a pecora, sotto, di fianco e io sempre lì a pompare come se non avessi mai fatto altro in vita mia.
In un paio di occasioni vidi anche la punta del cazzo di Carlo avvicinarsi così tanto da sfiorare le labbra di sua nonna ma alla fine desistette. Forse non era ancora pronto. Forse non c’è la faceva a fare così tanto. In fondo era pur sempre sua nonna….
Fuori albeggiava e noi stavamo ancora scopando. La nonna esausta e con lo sperma che le colava fra le gambe zoppicando se ne andò a dormire in camera sua.
Io col cazzo ridotto a uno straccio fissai Carlo e lui fisso me “scusami non volevo scoparti la nonna. Non te l’ho mai detto ma molte seghe me le facevo pensando a lei”.
“Bhe anche io. Solo che magari la vedo messa in modo diverso dal tuo….”.
“Quindi non ti dispiace se me la sono fatta?”.
“No anzi era ora che qualcuno la facesse godere ne aveva tanto bisogno povera nonna. In più ora credo sarà molto più loquace”.
“In che senso?”.
Carlo mi fece l’occhiolino, si chinò fra le mie gambe e me lo prese in bocca.
“A porcello…. Quindi non vuoi propio obbedire a tua nonna? Vuoi propio fare il culattone come dice lei”.
“E’ già” mormorò lui mentre lo metteva in bocca e succhiava avido come una puttana…
C’erano ancora sei giorni di vacanza. Sei giorni in cui di certo mi sarei davvero divertito. Molto più di quanto avessi mai potuto immaginare.
Giuseppina dimostro subito di aver capito cosa mi attizzava e dal giorno dopo si presentò in bustino e calze velate.
La sua figura un po grassottella la faceva sembrare ancor più troia con la ciccia che trasbordava di sotto al tessuto e le tettone che ciondolavano ad ogni movimento.
La sua fica col pelo grigio in bella vista era un bel guardare e anche Carlo, nonostante tutto pareva sempre più eccitato.
Cominciammo anche noi maschi a girare nudi con il cazzo a ciondoloni e ogni occasione era buona per avventarmi sulla vecchia e cercare di infilarlo. Carlo, libero da costrizioni si masturbava in continuazione.
Anche a tavola, a fine pasto, come nulla fosse si segava lentamente con lo sguardo assopito. Sua nonna che fino al giorno prima avrebbe fatto chissà quale scenata ora non poteva più dirgli nulla.
Guardava il nipote eiaculare allegramente e sospirando si chinava un altra volta in avanti sul tavolo per farsi prendere a pecora anche da me….
“Ragazzi però cercate di non sporcare così tanto” balbetta tra un sospiro e l’altro mentre io attaccato ai suoi fianchi pompo come un dannato.
“Ma non rompere i coglioni che sei tu la prima a colare dalla figa vecchia porca” ribatto io mentre spingo così forte che quasi glielo faccio uscire dalla bocca.
“Scusa nonnnaaaaaaa” mugola Carlo mentre il suo schizzo parte a tutta forza, supera il tavolo da pranzo e finisce giusto giusto sulla coppa della macedonia.
“A che schifo… Hai visto a non darmi nemmeno il tempo di finire di mangiare… Adesso è tutto rovinato”.
“Ma va che te la mangi lo stesso” ribatto io impegnato a raggiungere orgasmo nella sua fica.
“Si ha ragione lui nonna. Vedrai che è buona anche così. Anzi più buona” dice Carlo e per darcene una dimostrazione se ne serve una porzione.
Il succo della frutta generalmente liquido e trasparente ora appare denso come panna.
“Mangiane una porzione anche tu vacca!” Sussurro alla vecchia.
“Mentre mi…. Devo mangiare mentre mi fai….”.
“Si si dai. Facci vedere quanto sei vacca. Così porca che non ti fermi nemmeno per mangiare”.
Lei obbedisce.
Gli scossoni dei miei colpi di reni le fanno rovesciare più di quanto non riesca a servirsi. Nonostante ciò ne manda giù lunghe boccate.
“Buona vero troiona” sogghigno io.
Lei per nulla turbata annuisce e ne manda giù altre boccate.
“O mamma mia sto venendo….” geme la vecchia vacca.
Infatti sotto è un lago umido e caldo. Si bagna così tanto che nonostante il mio uccello il liquame le cola giù lungo le cosce.
“Direi che l’hai preparato abbastanza…”.
“Preparato per cosa!” Scatta lai inarcando istintivamente le cosce per la paura.
“Immaginatelo” dico e con un colpo lungo all’indietro sfodero l’uccello dalla sua vagina e glielo Poggio sulle chiappe grasse e lardose.
“Ei ma scherzi?. Mica pensi di farlo davvero”.
“No lo penso lo sto facendo vaccona” dico mentre con entrambi i pollici le spalanco le chiappe per liberare il piccolo buchino nero.
“Ma non ci passi…. No no”.
“Ci passa… Tranquilla zoccola che ci passa” e spingo.
“Aia!” urla.
“Non contrarre sennò ti faccio male davvero. Stai morbida…. Ecco lo senti che entra…”.
Piano piano il cazzo le spacca l’anello anale e si fa strada un centimetro alla volta nel suo vecchio culo ancora vergine.
Anche per me c’è una certa fase di dolore che si assopisce piano piano mentre un centimetro alla volta le entro nel culo.
Carlo eccitato si alza in piedi mi si sistema accanto per vedere in primo piano la nonna inculata.
Il suo cazzo e durissimo. Si sega di brutto un’altra volta.

Ormai la vecchia ha più di mezzo cazzo nel culo. Il dolore è sparito lasciando posto al piacere perverso del sesso anale. Giuseppina si dimena avanti e indietro, si tocca i seni, si stimola il clitoride… Vuole godere.
Spingo ancora e la spacco del tutto. Ha il cazzo dentro fino ai coglioni e le piace da impazzire.
Ha la mano tutta nella gnocca, si sgrilletta come una pazza….
“Godo, godo…. O si che bello godo dal culoooooooooo” urla a squarcia gola.
“O si nonna…. O si godo anche io” geme Carlo che sta per spruzzare di nuovo.
Giuseppina a sentir quelle parole fa una mezza rotazione verso di lui e senza che io smetta di incularla come un dannato afferra il cazzo del nipote e se lo porta più vicino che può alla bocca.
Carlo sprizza fuori un piccolo lago, Giuseppina apre la bocca più che può e beve…. Beve tutta la sborra del nipote come una cagna in fregola.
Io a mia volta apro i tubi perché non ne posso più è una fiondata di sperma rovente le fa un clistere alla sborra.
Do ancora alcune pompate per svuotarmi bene i coglioni.
Giuseppina lo gradisce molto è presa dal l’eccitazione si china fino ad avere la cappella di Carlo apportata di bocca.
“O cazzo nonna….. O si” geme lui appena sente la lingua della vecchia sulla cappella.
Avida la vecchia cerca di infilarsi in bocca il più possibile. Spompina il nipote a tutta forza e con tale intensità che glielo fa venire duro un altra volta.
Io attizzato, nonostante tutto mi eccito a vederli in quel modo e benché sia appena uscito dal culo di Pina ho già voglia di rientrarci.
“O nonna mi fai sborrareeeeeeeeeeeeeee” bela Carlo.
Gli parte un altro schizzo. La vecchia vacca beve tutto.
Ormai ha sborra ovunque. Gli cola dalla fica, dal culo, dalle labbra…..
Molla la presa. Si tocca il sedere “o o o…. Scusate ma mi sto per cagare addosso”.
“Si è l’effetto della sborra nel culo” annuisco io.
“Scusatemi” e con passo veloce tenendosi una mano sulle chiappe corre verso il bagno…

Io e Carlo c’è la ridiamo un po’. Poi ci fissiamo. Io col cazzo ancora in erezione lui col culo sicuramente in fiamme.
Mi strizza l’occhio… Si china un po in avanti.
Senza esitazioni mi piazzo dietro di lui e glielo ficco nel culo a tutta forza.
“Ummmm. Ecco bravo. Dobbiamo fare così. Prima sfondi la nonna e quando è ko possiamo farci i cazzi nostri come prima….” sussurra mentre si dimena avanti e indietro impalandosi sul mio uccello.
Lo bacio sul collo “faremo di lei la mia troia così tu potrai continuare ad essere la mia cagnetta”.
“O si Paul, si….. Si…………..” e segandosi gode come un pazzo… Ancora una volta.

Così inizia il nostro gioco che prevede di scopare Pina a a più non posso fino a farla crollare esausta sul letto.
Durante questa lunga sezione di scopate a ripetizione Carlo mi assiste infilandolo qualche volta in bocca a sua nonna o al massimo passandoglielo sulle poppe ma per il resto tutto il lavoro lo fa la mia trivella.
E non è un lavoro da poco perché ogni giorno per saziare la vecchia mi ci devo mettere sempre più di impegno visto che non pare le basti mai.
Nonostante le continue scopate e inculate la vecchia porca si è riscoperta una giovane vacca e pare non le basti mai.
Così lo dico Carlo, e glielo dico chiaramente “senti abbiamo ancora tre giorni prima di tornare a casa ma bisogna che mi dai una mano…”.
“Vuoi che ti seghi e ti spompini di più!?”.
“No caro, voglio che mi dai una mano a trombarla….”.
“Non so se posso…. Cioè non so se lei mi lascerebbe….”.
“Ma scherzi? Hai visto con che gusto te lo ha preso in bocca. Fidati non vede l’ora di essere chiavata da suo nipote. Fidati”

è così ecco che alla nostra scopata successiva subito dopo cena con Giuseppina a pecora sul divano del salotto e io dietro a montarla come un cane Carlo diventa parte del gruppo in tutti i sensi.
Lo porge a sua nonna per un pompino mentre io mi sfogo dietro alternando la sua fica al suo culo ormai sfondato.
La vecchia spompina il nipote, si bea del mio cazzo nel culo e non fa alcuna resistenza.
Quando Carlo sente di essere arrivato al culmine mi fa l’occhiolino.
Io di botto sfilo luccello dalla fica di Pina e lui glielo toglie di bocca.
“Che fate?” Chiede la vecchia delusa.
“Nulla. Ci diamo il cambio” dico.
“Posso nonna? Davvero posso?” Tentenna Carlo che si è già piazzato dietro fra le gambe della vecchia.
“O ma caro ma certo che puoi. La tua nonna non aspetta altro….”.
“O nonna vado….. Ecco si…. Eccolo che entra nonna”.
“O Carlo. Ecco bravo il mio Carlo….. Si bravo…. Così ti voglio….. Si si si”.
Lui inizia a prenderci gusto e a pompare a tutta forza.
“O si nonna ti spacco la figaaaaaaaaaaaa”.
“Dai Carlo, si daiiiiiiiiiiiiiiiii” viene la vecchia.
“Sfondala tutta…. Bravo così sfondala”.
“Si si, la spacco…. Ti riempio di sborra la figa….”.
“Si si riempimi tutta. Si Carlo, dai che la nonna ti vuole bene. O si, o che bravo il ko carloooooooooooooo” e viene, di nuovo.

La fa mettere a pecora, glielo sfila dal culo ed esaltato glielo mette nella figa.
‘Ti scopo nonna, ti scopo tutta’ ulula esaltato e lei, se la spassa come una pazza.
Ma è a quel punto che finalmente Carlo sfodera la sua vera natura ‘Paul mettimelo nel culo! Inculami adesso mentre sfondo questa puttana!’.

Io non me lo faccio ridire due volte. Sono eccitatissimo e solo l’idea di fare il trenino mi esalta da impazzire.
Lo poggio bello umido della saliva di Pina fra le sue chiappe. Le sposto appena perchè è sfondatissimo.
Lo inculo!
Lui geme ‘o si. Osi così lo voglio. Il tuo nel culo e il mio nella fica!’
‘Ooo Carletto ma di nuovo sta cosa….’ sbuffa la vecchia mentre le ciondolano ritmicamnete le poppe.
‘Tu zitta e godi puttana’ si esalta lui e afferratala per i capelli la obbliga a sottostare al suo volere.

E così la vecchia si rassegna. Non un nipote represso e omosessuale ma uno attivissimo e bisessuale che si esalta e la scopa come un cavallo.
Alla fine lo accetta. Tanto più che col mio nel culo anche il cazzo di Carlo pare un bazooka.
Le viene nella figa senza pietà mentre io gli inondo il culo. La vecchia ha perso il conto degli orgasmi…
Sdraiata a terra ci fissa senza fiato e noi, esaltati, gli pisciamo addosso tutta la nostra urina…
‘Allora ti piace il trenino Pina?’ chiedo mentre mi lappa la cappella sporca di urina.
‘O si. Il trenino va bene. Il trenino va benissimo’ e mi fa l’occhiolino felice.

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