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NB Oltre all’incesto e all’eros della scena, in questo racconto ci sono anche atti bisex.
Come sempre è gradito un commento o un messaggio privato a chi ha piacere di scrivermi. Grazie :)

Mi sono addormentato dopo circa mezzora. O sono svenuto, non ricordo. Mi riprendo dopo mezzora e sento l’ano molle e bagnato. Il dildo gira e vibra ancora. Non fa più male, non è fastidioso.
È piacevole. Molto piacevole.
Giro la testa verso il petto. Ecco lì il mio pisello, bloccato dai boxer larghi che trasforma in una sorta di tenda canadese. Devo dire che ho un bel pisello, me lo dice sempre anche Anna, la mia ragazza.
Beh, non solo lei, me lo hanno detto in molte.
Non è particolarmente lungo, non sono mai stato uno di quelli che si fanno i problemi sulla lunghezza del proprio arnese (anche se misura 16 centimetri, così lo sapete), ma ha una base larga e rimane grosso fino alla punta che è invece affusolata e morbida.
Anna dice che la allarga a dovere e devo dire che piace molto anche a me sentire la sua fighetta stringermi fino alla base (non essendo enormemente lungo, posso infilarlo fino in fondo!).
Ma torniamo al mio dildo nel culo. Già, sono ancora qua. L’orologio segna le 15 e un quarto, segno che sono passate più di quattro ore.
Quattro ore di dildo nel culo. Se me lo avessero detto stamattina non ci avrei mai creduto.
Sento dei passi lungo il corridoio. Finalmente Giada è tornata.

Non voglio dargliela vinta, cerco di essere indifferente a tutto quello che mi ha fatto. Che stronza. Dovrò fargliela pagare al più presto!
La porta si spalanca e non è Giada quella che vedo: un uomo coi capelli scuri e tagliati corti, pelle abbronzata e vestito in giacca e maglietta casual. È senza scarpe e porta dei pantaloni lunghi di lana. Non so che dire, che tanto non posso dire nulla, sono imbavagliato, ma il mio sguardo sorpreso lo fa subito sorridere.
“Allora eri seria! Non ci posso credere!” dice rivolto dietro di sé. Ed ecco che che entra Giada, sorridente. Si è cambiata d’abito. Ora indossa una tuta e i calzettoni sportivi, oltre alla solita felpa larga.
“Visto? È tutto pronto per girare” dice Giada, e poi si rivolge a me a bassa voce “Scusami, ma ti avevo detto che volevo fare bella figura”
Io guardo lei senza capire nulla, poi guardo il tizio che mi fa un cenno di saluto e intanto si sfila la giacca e la appoggia sulla poltrona ai piedi del letto, dietro il treppiede della videocamera.
“Lori, lui è il professor De Maria. Professore, mio fratello Lorenzo”
“Direi che data l’occasione, Luca andrà benissimo” dice, mentre si siede sulla poltrona a gambe larghe.
Non ci sto capendo più nulla. Giada mi guarda intensamente e senza preavviso mi sfila il dildo dal culo.
Wow! Non me lo aspettavo così veloce, e non mi aspettavo che mi mancasse tanto. Mi sento come se passasse dell’aria attraverso il mio corpo, dal culo fino al cervello. Una sensazione completamente nuova che mi lascia stordito una manciata di secondi, quelli necessari a Giada per accendere la videocamera e tornare subito da me.
Altrettanto rapidamente mi sfila i boxer e rimango nudo davanti a questo sconosciuto. Lancio un lamento, ma vengo ignorato.
“Zitto Lori, non dire nulla, è il momento del massimo eros, capito?”
Mi zittisco subito, annuisco. Ho capito. Ma il professore, lì intanto che fa? Osserva, sembra un regista sulla sua poltrona che studia la scena e quando dare l’azione.
Giada intanto mi afferra il cazzo con una mano e inizia a segarlo.
“Però…vedo che ha funzionato alla grande. Mai visto così grosso e resistente” dice soddisfatta mentre mi accarezza il petto.
Quindi il prof farà il guardone, penso. E intanto Giada si mette di lato, a favore della videocamera e mi prende la punta del cazzo in bocca. Dio, che meraviglia, mi sembra di infilare un pezzo di metallo nella neve. Se salisse del vapore dalla sua bocca non mi sorprenderei!

Sento il prof che si alza in piedi.
“Molto bene Giada, ora stringi lo scroto, forma una sfera con le sue palle, e mettiti su…a cavallo del petto, così. Brava. Devo vedere in video una specie di totem dell’eros. La tua nuca, la lingua, il pene eretto, la sfera dello scroto e il buco allargato. Molto bene, così, tieni questa posizione”.
Cavolo, descritta così sembra una bella immagine (a parte il mio buco del culo che brucia pure un po’, ma vabbè). Giada esegue perfettamente, sento ancora la lingua che mi succhia la cappella, mentre il mio buco del culo pulsa per la tensione.
“No, no no, non stringere l’ano…Lorenzo, giusto? Non stringerlo, si rovina la struttura dell’immagine” dice il professore, severamente. Giada mi morde la cappella con i denti, leggermente, giusto per farmi capire che non devo cazzeggiare. Beh, non l’ho fatto apposta! Ma guarda te che situazione. Ok, mi rilasso, e rilascio l’ano come posso. Inspiro, ed espiro. Inspiro….
“Molto bene, bravo, così è perfetto. Ora Giada, come mi hai detto, procedi”
Precedi? Procedi per cosa? Giada mi lascia la punta del cazzo e in poche mosse si toglie i vestiti, rimane nuda, bellissima, sopra di me. Quanto è bella, quasi me lo ero scordato. Preso dalla visione dei seni duri di Giada e della sua fighetta curata e rasata, non mi accorgo che il prof de Maria si è spogliato altrettanto velocemente.
Ora, mi chiederei il perché in una situazione normale, ma di normale ormai c’è davvero poco.
Il prof è ben messo per essere un accademico: si intravede una tartaruga e due spalle da palestra, tutto coperto da una peluria rada e curata. Sfila gli slip in una mossa e ne esce un cazzo davvero grande. Non largo come il mio, ma proporzionato e lungo più di una spanna. Svetta verso l’alto e lo scappella subito rivelando una grossa punta violacea e lucida.

Si sputa sulla mano e si inizia a passare la saliva fra le chiappe. Che sta succedendo?
“Giada, mia cara. Pronta per la seconda scena?” chiede il professore. Giada annuisce, sembra drogata da quel tizio. Scende dal letto e la vedo abbassarsi davanti a lui. Ecco che parte il pompino di mia sorella, roba da urlo. E invece inizia a leccargli il buco del culo, mentre lui si masturba piano e rinvigorisce la sua erezione.
Il mio cazzo non accenna a scendere. Anzi, tutta questa situazione inizia in qualche modo a intrigarmi. Ma sì, fanculo, ormai non ci posso fare nulla e quel che è fatto è fatto.
Il professore allunga una mano e ferma Giada, le accarezza il volto e le bacia la fronte teneramente. Poi si avvicina a me, sul letto e si mette in piedi sopra di me dove prima c’era mia sorella. E adesso?
Mi sorride tranquillo e pian piano si va a sedere sul mio cazzo. Ok, sto per inculare un uomo più vecchio di me. Il mio primo sesso anale con un uomo ed è il professore di mia sorella. Che vacanze di Natale incredibili.
Il buco del prof si allarga e mi aspira la punta del pisello lungo l’ano. Si agita un po’ quando sente la larghezza, ma poi prende un bel respiro e va in squat completo sul mio cazzo. Voilà, il culo è sfondato fino alla base. Se ne accorge anche lui che, forse, ha esagerato un po’.
Mi guarda di nuovo con uno sguardo che dice “eh, pensavo di fare meglio, ma vedo che hai un gran cazzo, Lorenzo”. Io in tutta risposta gli do un colpetto con i reni, giusto per fargli capire che non comanda lui. Lancia un lamento e cade in avanti, si appoggia con le braccia tese accanto a me. Gli sorrido perfido e capisce che si è cacciato in un bel guaio.
“Lori, aspetta, dobbiamo fare la seconda scena” Giada mi ferma subito, mentre il prof tira un sospiro di sollievo. Aspetto, e lo sento sfilarsi dal mio cazzo, che non accenna a mollare (questa cosa me la devo ricordare con Anna, comunque!).
Il prof si gira, mi dà le spalle e scende di nuovo a smorza candela sul mio cazzo duro. La seconda volta gli entra molto meglio, un guanto praticamente. Giada mi piega le gambe verso il petto, mi sento super aperto e il mio buco del culo è oscenamente esposto. Nonostante questo il cazzo rimane duro nel culo del prof.
Ed ecco Giada che fa lo stesso, sale sul grembo del professore dandomi le spalle e scende a smorza candela con il culo sul cazzo del prof.
Un magnifico totem di cazzi e culi che si aprono. Cavolo, forse stanno davvero facendo qualcosa di pseudo artistico. E io che pensavo fosse solo una oscena scopata a tre!
Poi succede altro: Giada prende una brocca di latte dal comodino (ma chi l’aveva notata con il dildo nel culo!?) e inizia a versarlo fra i singulti (avere il cazzo del prof in culo non deve essere roba da poco, in effetti!) sul suo seno perfetto. Il rivolo scende sull’addome e poi verso il cazzo del prof, lo scroto gonfio e poi sul mio cazzo, le mie palle e infine…mi entra nel culo aperto!
Uno strano tepore mi riempie l’intestino mentre mi rendo conto che da fuori la scena deve essere spettacolare.
Rimaniamo così per alcuni minuti, mentre il latte scorre lungo i nostri copri, nel mio ano aperto e sulle coperte del letto. Finché il professore, nel silenzio generale lancia un grido.
“Stop! Un ottimo lavoro Giada, complimenti Lorenzo” e sfila mia sorella dal suo pisello duro, poi si sfila il mio cazzo dal buco ormai devastato del suo povero culo.
“Grazie mille professo…Luca” si corregge subito mia sorella. Però, anche se sono nudi ed eccitati, parlano con rigore e professionalità. Se non fossi legato e imbavagliato sarei quasi fiero di Giada, ma invece mi lamento e faccio cenno di liberarmi. Giada corre subito a slegarmi e togliermi la corda dalla bocca.
“Scusami, ma sono così eccitata che tutto sia andato per il meglio che mi stavo scordando delle corde!”
“Eh, l’ho notato…salve” dico guardando il prof nudo davanti a me, che ancora si tocca l’uccello.
“Salve. Un’ottima performance Lorenzo, complimenti”
“Non che avessi molta scelta…” dico guardando Giada. Giada sembra non sentirmi, mi bacia sorridendo, e presto il bacio si trasforma nel classico mordicchiamento di labbra che mi fa quando è eccitata e vuole scopare. Che razza di situazione, ma credo che ormai ogni barriera sia stata abbattuta. La bacio e le mordo il labbro inferiore mentre le afferro i fianchi e la spingo delicatamente all’indietro.
Ecco il professor De Maria che la afferra saldamente fra le braccia. Lei sospira, eccitata e si fa avvolgere dal lui che la solleva a mezzaria. Subito la sostengo anche io e ci ritroviamo con i cazzi pronti a violare io la sua fighetta e il professore di nuovo il suo culo.
Ci basta uno sguardo e assieme la inforchiamo, nello stesso istante. Giada lancia un grido e ribalta gli occhi all’indietro mentre il movimento dei nostri fianchi si fa più intenso.
Wham, wham. Delle bordate senza ritegno che smuovono Giada fino al cervello. Ha la bocca aperta, sbava e non riesce a controllare gli arti.
Wham, wham. Altri quattro colpi e Giada comincia a squirtare: degli spruzzi caldi mi coprono la pancia e il pisello che continua a scorrere beato nella sua figa.
Wham! Continua a spruzzare e la sento sempre più stretta; e sento anche l’altro cazzo, separato dal mio solo da una piccola barriera di carne che ormai sembra essere invisibile.
Wham, wham, wham! E finalmente vengo. Sborro un carico eccessivo, montato dalla tortura del dildo e dalla settimana di astinenza. Riempio la figa di mia sorella (e ora che ci penso, non mi era mai capitato di farlo senza protezione) e mentre lei si riprende e mi guarda consapevole di quello che abbiamo appena fatto, sento il cazzo del professore gonfiarsi e schizzarle nel culo. Un’apoteosi di eros, lussuria, sperma e godimento. Ecco, anche il professore ha terminato il suo orgasmo. È tutto finito e ancora mi chiedo se sia tutto vero o un sogno.

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