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La famiglia bisex 10

By 19 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Nella settimana successiva alla nostra esperienza al cinema, Fabio spesso si messaggiava con Kim mentre io tenevo più i contatti con Abdel. Eravamo tutti e due abbastanza presi da loro: avevano un qualcosa di tremendamente affascinante: Kim con la sua pelle d’ebano, il suo fisico statuario, il suo membro lungo che richiamava le dicerie sulle dimensioni del pene nero, Abdel mi piaceva da morire per quel suo essere così massiccio di corporatura e addirittura quasi minaccioso, rivelandosi in realtà un pezzo di pane, un uomo molto dolce e protettivo, e anche molto ‘moderno’ nei modi di fare e di concepire la realtà.
Con Fabio ci leggevamo i messaggi reciprocamente e commentavamo le frasi, a volte piene di amore, a volte al limite dell’oscenità, che ci scambiavamo con i nostri interlocutori. Eravamo molto divertiti di questa nuova amicizia e, nelle frasi più dolci che i due ci mandavano, traspariva un qualcosa di speciale. Parlammo con i nostri genitori ovviamente dell’esperienza al cinema e chiedemmo loro se potevamo frequentarli, anche oltre al sesso fine a se stesso. Mamma e papà dissero che sicuramente era bello che io e Fabio ci intendessimo in modo così forte con qualcuno, mantenendo pur saldo l’amore che io e lui provavamo reciprocamente: il nostro era speciale e nessuno si sarebbe mai frapposto per rovinarlo. Piuttosto avremmo creato un gruppetto di amanti.
Così fu che dopo qualche settimana decidemmo di invitare i nostri due compari a casa visto che sia mamma che papà morivano dalla voglia di conoscerli e, secondi noi, anche dalla voglia di qualcos’altro.
Abdel ci disse se fosse stato possibile invitare anche suo fratello Reda e suo figlio Amir, giusto per non lasciarli soli. Erano arrivati in Italia da meno tempo di lui e, a parte quando andava a lavoro al cinema, li portava sempre con sé. I miei accettarono di buon grado, dicendogli di sentirsi libero in tutto con noi.
Arrivò finalmente la sera della cena. A dire la verità già dal mattino io e Fabio fremevamo: ci eravamo depilati perfettamente ovunque, ci eravamo fatti un bel clistere per essere liberi e una bella doccia calda che ci distendesse i nervi. Prendemmo la macchina e andammo a prendere Kim, che era senza mezzi di trasporto. In macchina ci parlò della sua Africa, che arrivava dal Camerun e che qui in Italia si trovava bene e che gli sarebbe piaciuto poter avere una profonda amicizia con noi anche perché qui non aveva nessuno. Fabio gli disse: ‘Kim, amore, devo dirti una cosa: dalla sera che ci siamo conosciuti mi sei piaciuto molto. Oltre che per scopare, sei anche molto gentile e dolce. Ho parlato con mio fratello in questi giorni e lui si è un po’ invaghito di Abdel. Non avremmo problemi a frequentarci ma vorremmo che capiste che io e Marco siamo già legati sentimentalmente. Non siamo gelosi ma il nostro rapporto, proprio perché tra fratelli, è esclusivo. Se vuoi, anche io vorrei essere il tuo ragazzo, ma mio fratello non può starne fuori. Saprà tutto di noi. E visto che nel sesso siamo molto liberi, potrà partecipare quando vorrà alle nostre scopate.’. Era stato molto deciso Fabio, forse nemmeno io me lo aspettavo. Kim si fece silenzioso per qualche minuto, poi disse: ‘Fabio, sono onorato se posso far parte del vostro amore. Non sono geloso né di te né di Marco, chiedo solo un piccolo posto nel tuo cuore. Ma Marco sarà sempre libero di stare con noi quando vi piacerà. Siete importanti per me e spero che tuo fratello non se ne abbia a male se preferisco te a lui o non vi scelgo insieme.’
Decisi di intervenire io, con la mia solita franchezza, dicendo: ‘Caro il mio Kim, e chi lo ha detto che mio fratello è proprietà privata? A me fa molta tenerezza che tu e Fabio vi vogliate bene e non sono né geloso né invidioso. Anche io ho una cotta particolare per Abdel. Non che tu non sia molto attraente e eccitante, ma nella vita bisogna scegliere. Anzi, direi che potremmo anche formare un quartetto se andrà bene al mio amichetto, così non ci sono problemi. L’amore supera ogni barriera.’ Questa mia ultima frase colpì tutti, tanto che Fabio prima sorrise, poi scoppiò letteralmente a ridere: ‘Che filosofo il mio amore fratellino!’. L’atmosfera si era quindi molto rilassata e nel frattempo arrivammo a casa.
Entrammo e papà, in pantaloncini e maglietta, venne ad aprirci. Accolse Kim come se fosse un vecchio amico e lo abbracciò e anche mamma era molto calorosa nei suoi confronti. Ovviamente, in maniera maliziosa pensavo già alla fica di quella porca che si allagava al pensiero di avere il palo di carne di colore dentro di lei. Ma se ero porco e puttana, il DNA era lo stesso.
Dopo circa una decina di minuti suonò il campanello e Fabio corse ad aprire: erano arrivati Abdel con suo fratello e suo figlio.
Reda era un omone al pari di suo fratello, forse un po’ più robusto, con due occhioni molto scuri e penetranti, Amir era un ragazzo di 19 anni, alto anch’egli e slanciato. Appena entrati e finiti i convenevoli Abdel mi chiese se poteva parlarmi un attimo da solo. Ci appartammo in sala da pranzo: aveva avuto un lungo colloquio con il fratello circa ciò che era successo. Inizialmente era rimasto turbato per il racconto, ma dopo due giorni disse che la notte non riusciva a dormire se non prima di essersi segato pensando all’episodio del cinema e che alla fine era molto curioso, per cui quella sera era aperto a tutto. Con Amir invece lui stesso lo aveva provocato: spesso si faceva vedere nudo in casa da suo figlio e verso gli ultimi giorni gli propose, visto che ormai era maggiorenne e capiva certe esigenze fisiologiche della sua età, di guardare un porno insieme visto che di donne in casa non ce n’erano: avrebbero potuto segarsi in intimità senza paura di giudizi altrui.
Alla fine disse che avevano avuto qualche approccio e che la cosa aveva turbato positivamente padre e figlio: quella serata serviva a entrambi per far cadere gli ultimi tabù. Rassicurai quindi Abdel dicendogli che avremmo cercato di mettere tutti a proprio agio e che nessuno era obbligato a fare cose che non si sentiva. Approfittai del momento per dichiararmi in qualche modo al mio amico egiziano e lui, vedendo in me una sorta di pudore (tenevo gli occhi bassi e credo di essere diventato del colore dei peperoni a settembre), mi abbracciò forte: quel calore umano mi sciolse e mi scappò un sussurrato ‘Ti amo’ che lui mi ricambiò con un dolcissimo bacio. Gli feci presente la mia situazione con Fabio (lo stesso discorso fatto a Kim in auto) e mi disse che avrebbe accettato qualunque cosa pur di avermi come amante: si sentiva finalmente libero dentro e non voleva avere vergogna con noi di dimostrare che tipo di persona fosse.

Ci accomodammo tutti a tavola alla fine e la cena scorse molto allegra: papà chiese a Reda come si trovassero in Italia e che se avevano bisogno di qualsiasi cosa potevano chiedere a lui. Mamma si era messa a fianco di Amir e gli faceva molte domande sull’Egitto, guardando il ragazzo con fare di ‘mamma’ appunto. Amir sembrava sentirsi a proprio agio e scherzava con lei e con suo padre, mentre io e Kim parlavamo della sua vita italiana un po’ solitaria.

Finita la cena, papà propose un digestivo in salotto: i nostri amici egiziani preferirono del the visto che non erano abituati all’alcool per usi del loro paese mentre Kim accettò di buon grado. Una volta seduti tutti sui divani, papà prese la parola dicendo che in qualsiasi momento loro avessero avuto bisogno la nostra porta di casa era aperta. Parlò del rapporto che si stava instaurando tra me e Fabio e Kim e Abdel e che gli faceva piacere sapere che con noi c’era un legame molto forte. E poi per Amir era giusto che avesse una sorta di ‘mamma’ di appoggio, vista la lontananza dalla sua.

Mamma intervenne e disse: ‘Ragazzi, se volete potremmo ospitarvi per un po’ qui da noi. La casa è molto grande e Amir più studiare con i ragazzi mentre voi due (riferendosi ad Abdel e a suo fratello e a Kim) potrete aiutare mio marito a casa e perché no nel suo lavoro.’.
Gli occhi degli stranieri brillarono a quelle parole e loro non finivano di ringraziare mamma. Era bello questo legame che si stava creando. Papà allora si fece serio e disse: ‘sapete però che tipo di famiglia siamo vero? Ovviamente vi siete scoperti con Marco e Fabio quindi non credo ci siano ipocrisie di sorta. Però vogliamo che sappiate che per noi l’amore è la cosa più bella e il modo migliore per dimostrarlo è facendo l’amore. Sappiamo che siamo forse più spinti del normale, ci piacciono pratiche non molto usuali e già fare incesto non lo è per la morale comune, ma non siamo ipocriti: ci piace e lo facciamo fra noi e con chi vuole aggregarsi. Per cui, se ora volete, sarebbe bello che ci potessimo liberare di ogni tabù e facessimo l’amore tutti insieme.’.
Come al solito papi era stato chiaro, sincero, deciso e non aveva usato mezze misure per esprimersi. Fabio allora propose: ‘Papi per rompere il ghiaccio perché non mettiamo mamma sulla poltrona a farci vedere la sua bellissima vagina così da scaldarci tutti un pochino?’. Mio fratello era un genio! Almeno in questo modo si poteva rompere meglio il ghiaccio’ ‘Certo, rispose lui. Marta amore vai sulla poltrona e deliziaci con il tuo corpo’, disse rivolto a mamma. La quale in men che non si dicasi era tolta la minigonna e, messasi comoda a gambe spalancate sulla poltrona, iniziò a toccarsi la vulva spostando il trasparentissimo perizoma in mezzo alle labbra della fica. A quella vista tutti noi maschi apprezzammo lo spettacolo e applaudimmo: mamma era depilatissima e la vagina già brillava per come era umida. Fabio esordì: ‘Signori, che ne dite di aprire le danze con mammina? A chi diamo l’onore della prima leccata alla patata di mamma?’. E io risposi: ‘Perché non inizi tu Amir? Sei il più giovane di tutti. A te l’onore!’. Quasi come un automa, seppur non senza un velo di imbarazzo, il giovanotto cercò lo sguardo di suo padre. Abdel gli fece cenno di sì: ‘Tesoro figlio mio, in questa casa sei libero di essere. Fai tutto ciò che vuoi.’

Così si avvicinò a mamma e prima le diede un bacio in bocca, poi la fissò negli occhi, poi la ribaciò ma questa volta aprendo la bocca per limonarsela. Intanto una sua mano era scesa a palparle i seni e dopo poco glieli tirò fuori dal reggiseno, scendendo a limonare con i suoi capezzoli già turgidi e scuri. Dopo qualche minuto passato a torturarle i capezzoli con la lingua e la bocca, scese verso il ventre di mamma finché non raggiunse la sua fica. Mamma si sfilò il perizoma e gli disse: ‘Cucciolo Amir, è tutta tua la fica di mammina’. Lui la guardò qualche secondo e poi avvicinò la bocca: iniziò a ciucciarla come se avesse una ventosa, apriva la bocca e si vedeva la lingua frugarle dentro o sfintere e mamma cominciava a mugolare di piacere. Intanto Kim, seduto vicino a papà Carlo, si stava palpando il pacco. Papà avvicinò la mano e cominciò a toccarlo insieme a lui. Il nero allora si voltò e gli sorrise aprendosi la patta dei pantaloni: non aveva intimo il porcello cosicché il suo cazzone immediatamente sgusciò fuori. Papà, preso da una irrefrenabile voglia, abbassò il capo e iniziò a ciucciarlo di gusto, leccando bene l’asta e indugiando con le labbra sulla cappella scura di Kim. Intanto io mi avvicinai ad Abdel e gli dissi: ‘Amore, voglio limonare con te e Reda.’ Ci alzammo allora tutti e tre e mentre le mani frugavano i nostri corpi, toccando i culi e i pacchi gonfi, iniziammo un lingua in bocca a tre. Poco dopo, conoscendo già i miei vizi, Abdel cominciò a fare in modo che nella mia bocca entrasse la sua saliva. Iniziai a ingoiarla e cercavo di far notare bene la cosa a Reda. Appena capì il gioco, anche lui cominciò a fare lo stesso e in breve ci ritrovammo a scambiarci le salive di bocca in bocca. Intanto Fabio si era posto alle spalle di Amir, accucciato davanti alla fica di mamma che ormai gocciolava umori, e gli abbassò i pantaloni. Il ragazzo aveva un bel culetto sodo e mio fratello allora gli abbassò l’elastico del boxer, iniziando a toccarlo, accarezzarlo e poi iniziò a leccarlo in mezzo al solco. A quei tocchi, Amir inarcò la schiena ed emise un gemito. ‘Ti piace Amir?’ chiese Fabio. ‘Che bello’.. continua’, disse lui. Al che Fabio iniziò ad allargare le chiappe del nuovo amichetto infilando la lingua sempre più dentro fino a colpire con la punta della lingua l’apertura del buchino. Amir ebbe un fremito. Si buttò con la faccia letteralmente sulla vagina di mamma e aiutandosi con le mani la apriva ancor di più e leccava come un ossesso. Fabio, continuando a palpargli il culo, si avvicinò al viso di Amir e iniziò a leccare anche lui mamma. Così presero a limonarsi sulla sua fica alternando leccate a piena lingua a colpi di punta che entravano nella vulva.
Mamma cominciava a lasciarsi andare completamente e disse: ‘Porcellini miei, voglio sentirmi la vostra mamma puttana’. Sono tutta vostra. Rendetemi troia!’. Amir si sollevò, si tolse i boxer e in un baleno appoggiò la cappella all’entrata del ventre materno. Fabio gli fermò il cazzo con la mano e disse: ‘Sei il mio nuovo fratellino. Ti aiuto a entrare nella mammina, senti com’è bollente la puttanella’. Si lasciò fare Amir e centimetro dopo centimetro, il suo cazzone, molto ben sviluppato per la sua età, sparì nella fica di Marta.
Iniziò così a scoparsela alternando colpi molto vigorosi a profonde infilate lente e intanto guardando mamma negli occhi disse: ‘Ti amo mammina!’; lei si sciolse e rispose: ‘Bimbo mio da oggi la tua mamma sarà la tua puttana come con Fabio e Marco. Usami come più ti piace se la ami davvero’. E per tutta risposta con le mani gli aprì la bocca e sputò. Di certo Amir non se lo aspettava e, prima che potesse ricambiare, Fabio sputò in faccia a mamma: ‘Ti amo puttanone mio’, disse. il suo cazzo cominciava a svettare colpendo il culetto del ragazzo. Quando se ne accorse disse: ‘Amore Fabio non l’ho mai fatto ma voglio imparare tutto con voi.’ A quelle parole mi venne in mente una cosa. Presi Abdel e Reda e dissi: ‘Amori miei, Amir vuole sentire un cazzo nel culo. Sarebbe bello se la sua prima volta fosse mentre si scopa la nostra mamma. E a deflorarlo vorrei che fossi tu Abdel. Sei suo papà’.

Quasi commosso a quelle parole, il mio amante si avvicinò al figlio e gli chiese teneramente: ‘Vuoi?’. ‘Ti prego papi, rispose lui, possiamo finalmente essere liberi. Aiutami a prenderlo come mi hai fatto vedere nei film porno’. Allora io mi posi sotto di loro in modo da leccare il culetto di Amir e prepararlo all’inculata. Abdel diede il suo cazzone a Fabio che lo ciucciò insalivandolo e sputandolo per lubrificarlo. Ormai erano pronti: Amir si fermò con il cazzo piantato nella fica di mamma e Abdel dietro puntò la cappella sullo sfintere. Iniziò a spingere mentre io continuavo a leccare il culetto al ragazzo. All’inizio sembrava provasse un po’ di dolore, certo suo padre era molto ben messo, ma piano piano entrò tutto fino ai coglioni. Abdel si fermò per far abituare il culetto del figlio a quell’intrusione e poi iniziò a scoparlo piano piano. Amir cominciava a scaldardi e si vedeva che a stare in mezzo con un cazzo in culo e il suo nella fica di Marta si eccitava. Voltò indietro la testa e iniziò un lingua in bocca con suo papà pieno di amore.
Fabio intanto si era posto con il culo davanti alla faccia di mamma la quale aprì le natiche con le mani e iniziò a lubrificargli il buchino mettendogli anche qualche dito dentro. Mentre mammina gli riservava questo lavoretto lui aveva iniziato a slinguarsi insieme ad Amir e Abdel. Che belli che erano.
Io da sotto Amir continuavo a leccare, passando la lingua sulle palle sue e di suo padre e leccandogli l’asta quando usciva dal culo. Mi ero preso il cazzo in mano e mi masturbavo lascivamente. A un certo punto sentii una mano che lo prendeva: Reda lo voleva in culo! In men che non si dica, si mise seduto sul mio arnese e in un botto se lo era ficcato dentro mentre stava di spalle a me. Mi godetti la scopata improvvisa e aumentai il ritmo della mia lingua sui coglioni dei miei amici e sui culi e cazzi sputando come un ossesso e spalmando con le mani la saliva. Ero arrivato anche a infilare due dita in culo a Abdel stimolandogli la prostata dall’interno. Intanto Kim con mio padre si erano messi a 69 e, a gambe aperte, si leccavano i culi. Sbavavano e sputavano, si stringevano forte per paura di perdersi forse’.. Erano infoiati da matti.
Poi ci staccammo e cambiammo partner: io e Kim con papà Carlo, Reda mise mamma a pecora e la impalò in fica, Abdel con Fabio e Amir.
Reda scopava mamma sia in culo che in fica, insultandola. ‘Sei la mia amata cagna puttana, ti spacco la vulva mignotta da strada. Ti amo schifosa baldracca.’ E lei lo incitava: ‘Aprimi la vagina amore maiale. Sei un bastardo porco, sborrami in fica e mettimi incinta. Vedrai come diventi maiale con noi’. Anzi diventerai pure frocio con i maschietti. Voglio che mi fai schifo animale!’. Era oscena nelle sue frasi e queste parole arraparono ancor di più tutti noi.
Io mi misi a gambe aperte e mentre papà Carlo mi impalava, Kim si sedette con il culo sulla mia bocca così lo scopavo con la lingua, leccandogli anche i coglioni. Intanto che gli riservavo questo servizio, papà se lo limonava e sputava in bocca e ogni tanto gli prendeva in bocca il cazzone. ‘Porco maiale Kim, ti insalivo la minchia perché poi la voglio in culo’. E Kim: ‘Certo porcone bianco. Ti piace il cazzone dello schiavo negro. Adoro esserlo perché anche tu sei una puttana bianca. Siamo bestie da sesso. Sputami porco!!’ e così iniziarono a farlo, sia in bocca che in faccia. Fabio intanto fece mettere Amir sdraiato su un fianco e, abbracciandolo da dietro, lo impalò con un colpo unico. Ormai il culetto del nostro ‘fratellino’ era aperto e godeva molto perdendo bava dal cazzo. Mio fratello lo masturbava e si riempiva le dita di presborra che poi passava da leccare a Amir stesso o a suo padre. Abdel si era a sua volta messo dietro Fabio e con un colpo secco glielo mise dentro. Fabio era così in mezzo e prese a dire frasi oscene: ‘Papà Abdel scopami mentre mi fotto tuo figlio’. Guarda come gode il frocetto egiziano. Vedrai come diventa cagna e toro il porcellino”. E lui: ‘Ah sì amore mio. Sei un figlio finocchio. Papi vuole che il tuo culo diventi una fica così quando mi manca mamma scopo te.’. ‘Sarò la tua puttanella papi, ma anche io voglio il tuo culo e quello di zio Reda.’ A quelle parole, Reda tolse il cazzo dalla fica di mamma e, ancora colante della sua broda, lo porse al nipote che senza indugiare, lo prese in bocca come una puttanella consumata.
L’atmosfera era bollente, si sentivano solo le urla di goduria, il rumore degli sputi e dei culi lubrificati che restavano aperti se un cazzo usciva da essi.

Dopo che papi mi aveva scopato per un po’ tolsi il suo cazzo dal culo e mi avvicinai a Abdel. Gli allungai la lingua in bocca e lui sputò e mi disse: ‘Amore, voglio che fai vedere al mio cucciolo come mi scopi, come scopi il tuo amante porco toro e cagna. Fammi sentire troia davanti a lui.’ Mi posizionai dietro di lui messo a pecora e in un colpo lo infilzai con la mia verga. Amir si era messo sotto e a bocca spalancata leccava la presborra dal cazzo paterno che filava dal prepuzio, allungava la testa per raggiungere i nostri coglioni e prenderli in bocca insieme. Lo incitai: ‘Amir amore leccami le palle e il buco della fica. Sì, perché il tuo fratellone ha una fica al posto del culo, prova a leccarla dentro e infila le dita. Vedrai quante ne entrano!’.
Non si fede pregare: la sua lingua rasposa in breve entrò nelle mie viscere e sbavando leccava i miei umori dal culo. Iniziò poi a infilarmi un dito, poi due’ ‘Porco bastardo! Voglio la mano!!’, non se lo aspettava Amir. Timidamente iniziò a infilare quattro dita finché non gli dissi: ‘Amore frocio, metti la mano unendo le dita e puntala sul mio buco. Vedrai come entra così’. Detto fatto, gli presi il polso da dietro e mentre mi fottevo il padre mi infilai la mano in culo. Iniziò a lavorarmi il culo in questo modo e piano piano cominciò a far entrare e uscire letteralmente la mano dal mio culo a fica.
Mamma intanto aveva preso Kim e, sedutolo, le si era impalata sul cazzo. Chiamò poi Fabio e gli disse: ‘Spaccami anche il culo figlio di puttana. Perché tua madre è una troia vero amore?’. E lui: ‘Certo mammina cagnolina’. Un giorno o l’altro ti manderemo a battere gratis così porterai i clienti a casa e ce li godiamo tutti! Sei una cagna schifosa e ti amo per questo!’ Papà carlo intanto si era messo davanti a mamma e le aveva infilato il cazzo in bocca. Era molle e sapevo perché: voleva pisciare.
Dopo qualche secondo, papà Carlo alzò lo sguardo e urlando disse: ‘Marta, amore di moglie prostituta ti piscio tutta puttana!!’. E la pioggia zampillò dal suo cazzo. Abdel a quella vista mi tolse il cazzo dal culo e postosi a fianco di papà, diresse il cazzo verso mamma per pisciare anche lui, mentre si limonava Carlo. Le fecero letteralmente la doccia. La piscia era ovunque e colava fino su Kim che stava sotto a godersi di cazzo la fica materna, mentre Fabio abbracciò mamma da dietro mentre le faceva il culo, così da bagnarsi anche lui di piscia. Amir, a vedere quella scena, rimase di pietra. Forse non pensava di poter fare certe cose. Si spostò da sotto me e suo padre e si pose davanti a lui. ‘Papà, posso provare a pisciarti anche io?’, gli chiese quasi timidamente. Per tutta risposta Abdel gli prese la testa e gli sputò in bocca: ‘Amore finocchio, devi essere porco come vuoi e con chi vuoi. Pisciami in testa maialino mio’. Così il ragazzo, colando la saliva in bocca e in faccia al padre, gli infiò la cappella in bocca e iniziò anche lui a pisciare.

Eravamo un mucchio di carne umana senza ritegno né vergogna. Scopavamo tutti con tutti, pisciavamo e sputavamo insultandoci come nei peggiori bordelli. Tutti eravamo ormai al limite. L’eccitazione dell’orgia era massima e piano piano cominciammo noi uomini a urlare mentre schizzi di sborra spruzzavano per ogni dove: ‘Amir figlio mio mi sborro in mano mentre pisci!!! Me la spalmo addosso così si mischia alla tua piscia e mi lecchi!!’. ‘Abdel amore frocio, dissi io, io ti piscio la sborra nel culo bastardo di merda amore!!!!’ e gli riempii l’intestino. Kim intanto scopava mamma così forte da farla sobbalzare e lei gemeva e urlava: ‘Stronzo negro mi spacchi l’utero!!!!! Piscio e godo animale!!!!!’ e iniziò a spruzzare dalla fica ciprigna e piscia insieme tanta era la sua goduria. Kim le rispose: ‘Puttana di una mamma bianca ti inondo la fica da troia!! Sei una maiala scrofa e ti sborriamo tutti dentro così non sapremo chi è che ti mette incinta!! Sei una scrofa!!!!!!!! Vengo amore bastardaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!’ e diede gli ultimi colpi sborrando così forte che la crema fuoriusciva dalla fica di mamma colando sulle palle del nero.
Fabio, tolto il cazzo dal culo di mamma, si era messo a limonare con Reda e papà intanto e a vicenda si menavano i cazzi. A turno vennero nelle mani del fratellino il quale iniziò a leccare la sborra dalle mani e a passarla ai due: dopo che l’ebbero leccata tutta iniziarono un lingua in bocca a tre pieno di amore, abbracciandosi e accarezzandosi.

Eravamo sfatti, crollammo sui divani e sulle poltrone pieni di piscia e di sborra e a turno uno per uno ci addormentammo.
Era iniziata una nuova vita in una famiglia ormai allargata, una famiglia sempre più porca e maiala ma sempre più piena di amore da condividere con altri.

La storia continua’..
Per ora sono sempre ben accetti i commenti di vecchi e nuovi amici all’indirizzo maiale.perverso@hotmail.it
Vi amo tutti porcellini e porcelline miei!

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