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La Vacanza Francese

By 31 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Nell’estate del 2005 i miei genitori mi mandarono in vacanza in Francia per studiare la lingua.
Allora avevo 18 anni, ero un ragazzo tranquillo, molto timido dalla corporatura minuta.
Il mio corpo era ancora glabro, solo un ciuffo di peli biondi si accennava a crescere sul pube.
Gli occhi chiari e il viso dai lineamenti delicati mi costavano il continuo scherzo dei mie compagni di classe con cui avevo legato poco.

La vacanza, dicevano i miei, avrebbe potuto essere anche un’occasione di fare nuove amicizie: sarei stato in mezzo alla natura con diversi ragazzi e ragazze in una sorta di scuola natura, avremmo dormito in tenda e fatto attività all’aria aperta.
Arrivai e ci furono le presentazioni: eravamo 16-17 ragazzi di cui la maggior parte maschi e due adulti di circa 25 anni che ci avrebbero sorvegliato, Nicolas e Marie. Erano tutti francesi.
Ci mostrarono le tende posizionate sotto a degli alberi ai pressi di un boschetto, poco lontano c’era una struttura in muratura dove c’era la cucina ed un salone tipo mensa e due spogliatoi, maschile e femminile.

A turno avremmo dovuto fare da mangiare e pulire la struttura. Ci chiesero di scegliere un compagno per la suddivisione in tende.
Ero l’unico straniero e nessuno aveva voglia di stare con me, infatti si organizzarono tutti con qualcuno tranne me. Mentre tutti portavano i bagagli e si organizzavano nella tende con il nuovo compagno, gli accompagnatori si avvicinarono e mi chiesero se preferivo dormire solo o se volessi la compagnia di Nicolas. Non sapevo come comportarmi e non volevo disturbare nessuno e dissi loro che mi andava bene stare solo.

Le giornate erano divise in attività diverse, camminate, giochi e qualche lavoretto come raccolta di frutta o simili. In altri momenti invece eravamo liberi di stare tra di noi ragazzi, giocare a pallone, chiacchierare e gironzolare per il piccolo paesino.
I primi giorni, forse mossi dall’interesse della mia provenienza italiana, i gli altri ragazzi mi fecero alcune domande e tentarono di coinvolgermi, ma presto smisero di sforzarsi e fecero gruppo tra loro, escludendomi, senza cattiveria ma per il mio francese sgangherato e la mia timidezza.
Così quando tutti scalpitavano per allontanarsi dagli adulti io rimanevo a leggere o ascoltare la musica da solo nei pressi della mensa o delle tende.

Marie e Nicolas se ne accorsero, così un giorno passai un po’ di tempo con loro.
Mi trovavo bene, erano molto gentili e mi fecero parlare, pazientavano con il mio francese e raccontavano storie delle loro avventure con amici.
Marie era molto bella, lineamenti dolci e un viso sempre sorridente, occhi chiari e capelli biondi. Molto affettuosa.
Nicolas un bel uomo, con la barba e i capelli scuri e un corpo all’opposto del mio, muscoloso e sodo.

La sera, mentre gli altri ragazzi erano nascosti a bere delle birre che erano riusciti a comprare in paese, li cercavo, speravo di sentire qualche bella storia, ero emozionato ed esaltato dalla nuova amicizia.
Mi avvicinai alla loro tenda, sentivo il respiro pesante di Nicolas e quello più leggero di Marie che sincronizzati si alternavano a brevi e soffocati gridolini di piacere.
Pietrificato mi fermai: il mio rapporto con il sesso era molto sporadico e poco sereno, mi ero toccato alcune volte ma poi mi sentivo sempre in colpa. Mi capitava eccitarmi a volte, lo sentivo duro e mi veniva voglia di toccarlo. Era ancora piccolo e gli orgasmi erano accompagnati da poche gocce di sperma ancora acerbo, molto liquido e chiaro.

A pochi passi dalla tenda quei suoni mi stavano eccitando. Per quanto fossi convinto che fosse sbagliato non sempre riuscivo a controllarmi. Misi una mano nelle mutande e mi iniziai a toccarmi, senza nemmeno abbassare i pantaloncini.

I rumori continuavano, feci un passo avanti, ero fuori controllo.
Dopo altri due passi ero nei pressi dell’ingresso dove solo la cerniera interna della porta, la zanzariera, era chiusa. Con la scarsa luce potevo intravedere soltanto i loro corpi e i movimenti alternanti.
Anche il mio respiro aumentò fino che il mio ritmo si sincronizzò con il loro; senza che me ne resi conto inizia a respirare con la bocca e a diventare più rumoroso. Chiusi gli occhi inebriato da piacere.

Poi si fermarono. Io no. Una sensazione piacere intenso mi tagliò il respiro mentre qualche goccia di sperma bagnava la mia mano e i miei slippini.
Aprì gli occhi, soddisfatto.
Mi stavano guardando, nudi, in ginocchio nella tenda. Sorridevano.
Io ero immobile, distrutto dalla vergogna, incapace persino di fuggire.
Nicolas usci dalla tenda, senza dire una parola, mise la sua mano sulla mia spalla e mi guidò dentro la tenda.
Marie si era sdraiata per farmi posto, mi fece straniera in mezzo e mentre Nicolas chiudeva la tenda, mi auitò a togliere i vestiti. Sconvolto, allibito ma anche pieno di vergogna e paura la facevo fare.
Ero nudo.
Nicolas accese una torcia appesa al soffitto della tenda. Vidi meglio i loro corpi nudi:lei una dea dalle curve delicate e la pelle pallida, lui un adone dai lineamenti distinti.
Marie mi guardava e sorrideva, carezzava il mio corpo esile con una mano, passando dal petto al pube provocandomi dei brividi di piacere.
Poi mi prese in mano il pisello, sarà stato al massimo una decina di centimetri, ridicolo rispetto alle dimensioni di Nicolas che guardava soddisfatto la nostra interazione accarezzandosi il grosso membro eretto e matido degli umori della dea al mio fianco.
Nessuno mi aveva mai toccato così, il piacere era immenso. Ridacchiava mentre solo con pollice ed indice muoveva su e giù la mia piccola cappella.
Non ebbi il coraggio di dire o fare nulla: guardavo Marie negli occhi ipnotizzato dal suo sguardo.
Fu proprio lei a rompere il silenzio: ‘tourner, et le touche ..’ (Girati, e toccalo..), mi disse con la sua voce sensuale.
Obbedì a quell’ordine impartito con tanta dolcezza.
Mi girai e lo guardai negli occhi, lui sorrideva, appoggia la mano sui suoi pettorali, era sudato, il contatto con la sua pelle calda mi piacque, lentamente lo accarezzai scendendo verso il basso come mi era stato insegnato un attimo fa, il mio sguardo seguiva la mia mano.
Arrivato al pube afferrai l’asta, era tesa, carnosa e calda, appoggiai il pollice appena sotto la cappella,dov’è il frenulo, e cominciai a segarlo piano.
Marie ansimò, contenta della mia intraprendenza, interruppe la sega che mi stava facendo per accarezzarmi le palle e portò l’indice sul mio buchino, fece appena capolino dentro, poi portò la sua mano alla mia bocca e mi infilò dentro il dito ‘Suce’ (Succhia) mi sussurrò, e una volta inumidito il dito lo riportò dov’era e cominciò a fare pressione.
Cominciarono a baciarsi proprio davanti a me, le loro labbra a pochi centimetri dalle mie, le loro lingue danzavano e volteggiavano l’una nella bocca dell’altro, potevo sentirne il calore e l’umidità.
Nicolas mi fece alzare, mi fece mettere a novanta in modo che il mio culo fosse verso il viso di Marie e mi ritrovai davanti alla sua verga.
Lei approfittò per infilare a fondo il suo dito, risposi con un debole sospiro, un misto di dolore e piacere. ‘Suce’ (Succhia) le sentii dire.
Non potevo disubbidire a quella dolce voce: avvicinai il viso al suo membro, ne potevo sentire l’odore acre. Aprii la bocca e lo presi: la sua cappella mi colmava, il sapore era intenso, aspro. Cerco della saliva nella mia bocco e comincio a muovermi su e giù accogliendo quello che posso della sua asta dentro di me e cercando di andare a tempo con il dito di Marie che mi fa sempre più piacere.
Appoggio la lingua sul frenulo per accompagnare il movimento.
Non sono gay, non credo quanto meno, ma non riesco a disubbidire a Marie e soddisfarla mi provoca piacere.
Andiamo avanti un po’ così, poi sento le mani di Nicolas tenermi la testa, il suo bacino si muove su e giù, lui mugola di piacere fino a venirmi in bocca: il suo seme mi inonda, ingoio il suo piacere inebriato.

‘Maintenant, il est à mon tour’ Dice Marie. Mi giro e vedo per la prima volta da vicino una vagina: un fiore aperto e umido della rugiada più dolce che ci sia.
Sento la mano pesante di Nicolas che mi spinge verso la vulva di Marie: non oppongo resistenza e appoggio la mia lingua sua suo clitoride, comincio dei movimenti gentili e intensifico piano piano. La mia Dea mi comunica il suo apprezzamento con dei gemiti soffocati e le sua mani che si posano sulla mia testa per guidarmi fino al suo piacere. Il suo sapore mi riempie la bocca, i sui succhi sono più dolci di quelli maschili, più delicati. Afrodisiaci.
Nicolas ci guarda soddisfatto, appoggia il suo indice alla mia rosellina già dilatata da Marie, infila l’indice, poi aggiunge il medio e si muove su e giù. Mi piacciono le dita nel culo, sentire qualcosa dentro di me.

Marie inizia ad inarcare la schiena, mentre spinge la mia testa verso il suo pube, il suo respiro accelera come il suo gemito, la sento più umida, avido aumento il ritmo delle mie leccate.
Viene.
Mi fanno mettere in ginocchio, Nicolas continua a muoversi dentro di me, Marie afferra come aveva fatto prima il mio pisellino, con sole due dita mi massaggia su e giù mentre con l’altra mano mi accarezza le palle.
Mi ci vuole poco per venire, Marie raccoglie le gocce che produco mettendo la mano a conchiglia, poi la avvicina al mia viso permettendomi di pulirla.

Quella notte abbiamo dormito tutti e tre insieme.

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