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le disavventure di uno schiavo – puntata 2

By 26 Gennaio 2022No Comments

PUNTATA 2

E’ tutto cominciato quando avevo 12 o 13 anni… quasi per gioco, leccavo i piedi al cugino di un anno più piccolo.. lui diceva che sembrava godessi a farlo, io cercavo maldestramente una scusa per dimostrare il contrario.. anche i feticci usati, calze, slip e scarpe di mio fratello di 4 anni più grande, erano per me qualcosa di unico e inebriante.
Non mi sentivo gay, non avevo la ragazza ma mi ero creato quasi un’illusione, cioè che giocando solo con mio cugino e segandomi pensando a mio fratello non significava che a me piacessero i maschi.. poi a 1415 anni iniziai a segarmi su altri ragazzi.. persi l’innocenza sui personaggi famosi, prima uno, poi due, poi tre… i ragazzi del grande fratello, sportivi, prima piloti poi nuotatori e calciatori.. immaginavo la mia faccia immersa nelle scarpe di alcuni di loro dopo la partita… e per finire gli amici… a 16 anni la vacanza con Francesco fu un problema non piccolo, perché in camera cercavo ogni momento in cui ero solo per rubargli le calze e annusarle un po’, stessa cosa con Michele, un amico che si era unito alle nostre famiglie per l’occasione.. più passava il tempo e più mi rendevo però conto che il rapporto con quelle persone oggetto delle mie seghe si stava lentamente deteriorando… non era un problema con i personaggi famosi, l’unico effetto collaterale era che, in Fifa, nel Milan compravo i calciatori che mi attraevano per vendere i roiti. Era un casino invece per i rapporti interpersonali, primo fra tutti col mio amico Francesco, visto che pensavo troppo ai suoi piedi, al suo cazz0 e al suo culo che parlava da solo.. era molto di più, un ragazzo d’oro con cui ero cresciuto, che si sarebbe fatto in quattro per me e che in tutti questi anni ci siamo sempre protetti a vicenda.. non meritava di diventare un pezzo di carne su cui eccitarmi quando ero annoiato… e stessa cosa tutti gli altri…
Avete presente quando si dice che i ragazzi e le ragazze non possono essere amici? Io stavo correndo il rischio di dimostrare che i ragazzi e i gay non potessero essere amici… perciò a 17 anni smisi di spararmi seghe pensando a Francesco, sei mesi dopo smisi su tutti i miei amici… fu’ un bene,anche perché da allora ebbi anche il coraggio di fare la doccia negli spogliatoi insieme agli altri.. da una parte potevo vedere i loro corpi spettacolari, dall’altra riuscivo a non pensare a loro come desideri sessuali ed evitavo imbarazzanti durelli..
Giacomo era una felice eccezione, pur frequentandoci spesso e volentieri le nostre chiacchiere erano al massimo qualche sporadica battuta e un saluto, strano per quante volte siamo usciti insieme e strano soprattutto perché in parecchi ci vedevano come una potenziale coppia affiatata, o un trio, considerando Francesco… In questi 3 anni non vedevo l’ora di trovarmi nello spogliatoio o in vacanza con lui e sentire il suo odore dentro un paio di calze…
E’ una storia strana, quasi contorta la mia… solo sei mesi fa’ ho avuto il coraggio di raccontarla a Francesco, ormai convinto che la nostra amicizia fosse talmente profonda da superare uno scoglio del genere. Fortunatamente avevo ragione. Fu imbarazzante rispondere alla domanda di Francesco – Ma ti sei mai segato pensando a me? -, al punto che ero quasi rilassato quando gli dissi della mia attrazione per Giacomo.

– Qua a Firenze tutto ok… Matteo è un bravo ragazzo, avevi ragione a farmi diventare suo coinquilino.. lo conosco da 15 anni, ma lo sto rivalutando solo in questi giorni… -, diverse faccine intorno a questo messaggio di whatsapp, lo ha scritto Giacomo a Francesco, che poi ha mandato a me facendo lo screenshot.
Ero molto felice di quello che stavo leggendo, capendo che da una parte Giacomo si trovava bene con me e, dall’altra potessi contare sulla sua discrezione. Appoggiato il cellulare, vado nella sua stanza e gli chiedo – Giacomo, ti va di giocare stasera? –
– Avvicinati – mi avvicino e mi tira la sua scarpa addosso – ti avevo detto che in questo contesto io sono il padrone, chiaro? Chiamami così!!! –
– Scusami padrone!
– Riportami la scarpa, portala usando la bocca – e io raccolta la scarpa per terra, tenendola tra i denti gliela rendo. In cambio si prende la scarpa in mano e mi tira tre o quattro scarpate sulla faccia.
– Siediti fr0cio! – mi dice – e leccami i piedi!!
Comincio a leccare le dita dei piedi, chiudendo gli occhi. Lui mi fissa sorridendo. E poi mi ficca le calze in bocca, facendomele ciucciare.
– Ti sto studiando attentamente fr0cio. In questi giorni stiamo giocando, ma voglio capire a che livello spingermi. Siamo stati molto fortunati quanto ti ho beccato a leccare i piedi al tuo ex coinquilino l’altro giorno. E non voglio lasciare nulla al caso.
Sorrido, mentre finisco di lavare per bene i suoi piedi, e pulisco le dita da ogni residuo di sudiciume.
Anche lui sorride, poi si gira, mi mette il sedere davanti alla faccia e molla una scorreggia rumorosa e maleodorante.
– Che schifo! – grido e, in cambio, ricevo un pugno sullo stomaco.
– Torna nella tua camera fr0cio. Il tuo servizio finisce qua, non sei ancora pronto per essere veramente mio schiavo e forse non lo sarai mai.
– No, scusami padrone, non farmi tornare di là.
E, prendendomi per un orecchio, mi trascina di peso e mi riporta nella mia stanza – Se vuoi che non succeda un’altra volta, alla prossima scorreggia che ti farò addosso al limite potrai dirmi grazie. Per stasera è tardi fr0cetto!! –

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