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Mio zio, e quel giorno di pioggia.

By 25 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Luglio. Una delle interminabili giornate passate in un piccolo paesino della pianura padana, dove abita la mia famiglia. Io sono un ragazzo di 18 anni, capelli neri, alto all’incirca un metro e settanta, occhi verdi, e abbastanza robusto. Potete ben capire che per un giovane diciottenne che si adopera nella conquista della patente per poi poter andarsene definitivamente da questo paese, le giornate sono tutte uguali, ma in quella giornata stava per avvenire ciò che mi avrebbe cambiato tutta l’estate seguente.
Quella sera, poiché mio padre era stato ricoverato, avevamo deciso io, mia sorella e mio zio di andarlo a trovare. L’ospedale si trovava a circa un’oretta di macchina, e io mi sentivo molto imbarazzato all’idea di dover passare così tanto tempo in macchina con i miei zii. Né io, né mia sorella abbiamo mai avuto un grandissimo rapporto con loro, se non per il saluto dovuto quando ci si incontrava nel giardino, in comune nella nostra villetta. Al momento della salita in macchina, mia zia mi dice di sedermi davanti, così io, senza chiedermi molto e senza fare troppe domande acconsento. A causa del caldo eravamo tutti e quattro vestiti molto leggeri. Mia zia, anche se poteva contare i suoi 45 anni d’età, li portava molto bene, e anche mio zio era sui 48, ma anche lui era un bell’uomo. Alto quasi un metro e ottantasei, con delle spalle molto larghe e delle braccia molto robuste, come anche le mani, i capelli ormai brizzolati ma ancora molto folti. Insomma, agli occhi di un giovane diciottenne bisessuale, che in quel paesino non aveva mia potuto essere libero di essere ciò che era, non era mai passato inosservato. Comunque, tornando alla nostra macchina, eravamo ormai quasi arrivati, quando il cielo, grigio e scuro da ormai qualche minuto, non iniziò a scrollarsi di tutta l’acqua e di tutta la grandine, cosicché quando arrivammo all’entrata dell’ospedale, situata molto lontano dai parcheggi, ci si pose il problema di come entrare senza lavarci, avendo a disposizione un solo ombrello. Decidiamo quindi che io avrei fatto la strada avanti e indietro portando ognuno sotto l’ombrello. Iniziai a portare prima mia sorella, poi mia zia e infine mio zio. Come con tutti, arrivai alla portiera e, a mo’ di maggiordomo, aprii la porta e lo accolsi sotto l’ombrello. Lui si strinse subito, per non bagnarsi, e, involontariamente le sue mani si chiusero strette sopra la mia che stringeva l’asta dell’ombrello. Percorremmo tutto il tragitto con le mani sovrapposte, e quel contatto, così prolungato e così forte, mi trasmise delle sensazioni molto particolari, che fecero svegliare la mia ‘parte’ dormiente. Va beh, arrivati come se niente fosse, andammo a salutare mio padre, stemmo lì per tre quarti d’ora e poi ritornammo alla macchina con lo stesso metodo, solo in senso inverso, e anche al ritorno mio zio si strinse a me, e ancora una volta le nostre mani si incontrarono. Saliti in macchina si riparte. Io seduto sempre di fianco a mio zio, che però aveva deciso di non guidare al ritorno e di far quindi guidare mia zia. Automaticamente io mi trovavo seduto sui sedili posteriori con mio zio, e mia sorella davanti con mia zia. Durante il viaggio di ritorno la mia testa continuava a ripensare a quel contatto, e mentre faceva questo dovette sostenere anche mio zio che si strisciava le mani sulle cosce, e a volte, anche sul pacco. Questo fece scattare nuovamente il mio ‘attrezzo’. Io non sapevo più come nascondere la mia erezione. Ero vestito con dei semplici pantaloncini di tuta. Non potevo fare nient’altro se non poggiarci sopra le mani. Distogliendo lo sguardo da mio zio, speravo che la situazione sarebbe migliorata, ma peggiorò quando mio zio mi diede un pacca sulla gamba, facendo scorrere la sua mano forte verso l’interno coscia, solo per chiamarmi. La cosa finì quando arrivammo a casa. Io feci mi infilai velocemente in doccia per calmare i mie spiriti bollenti, e andai a letto molto eccitato.

Il pomeriggio dopo, come mio solito, approfittavo del retro della nostra casa, nascosto da occhi indiscreti, per stendermi sul prato a prendere il sole senza che nessun costume o boxer per non avere il segno dell’abbronzatura. Andavo di pomeriggio dopo le quattro perché mia sorella si trovava al campo estivo fino alle sette, mia zia al lavoro finno sette e mezzo, e mio zio al lavoro fino alle 5 e mezzo, ma intanto non resistevo sotto il sole per più di un’ora, di solito. Quel giorno lì però, dopo essermi steso e messo l’olio abbronzante, sarà per la notte e la serata precedente movimentate, mi addormentai. Fui svegliato da una gradevole sensazione di freschezza invadermi i volto, e quando aprii gli occhi vidi mio zio che, a petto nudo guardava. Io mi imbarazza tantissimo e mi alzai di scatto, cercando di nascondere il mio corpo, completamente nudo ai suoi occhi. ‘Scusami, ora vado via.’ Dico subito, ormai mentre mi stavo per alzare, ma mio zio mi risponde ‘No, non ti preoccupare. Anzi, se ti va potremmo prenderlo insieme il sole, che ne pensi?’ Che potevo fare? Non mi sentivo proprio in posizione di poter rifiutare. E continuando mi fa ‘Dai, stenditi che ti metto l’olio.’ ‘No, no! Ci penso da solo’ risposi subito io, ma lui protestò dicendo ‘Ma come fai!? Dai, lascia che te lo metta io. Tanto che problema pensi che ci sia? Siamo solo noi a casa! Sono solo le 5 e mezzo!’ Non avevo scuse. ‘Dai stenditi.’ Mi dice, e nel mentre mi preme con una mano sul petto e mi risdraia. Piano piano inizia, dalle braccia al petto, poi parte dei piedi e continua su per le gambe, arrivando anche all’inguine, dove prende in mano il mio uccello e, con una manata veloce me lo olia. Io no faccio in tempo a dire nulla che ha già finito così mi dice di girarmi di schiena che avrebbe fatto tutto anche lì. A differenza del lato anteriore però, sta volta si posiziona a cavallo, scivolando indietro con le gambe mano a mano che mi oliava. C’è stato anche un momento in cui mi è sembrato di sentire un qualcosa di duro puntare esattamente tra le mia chiappe, ma non feci niente di particolare, stetti fermo e subito scivolò oltre. Sicuro è che, mentre nella parte anteriore fu velocissimo, dietro impiegò molto tempo massaggiandomi il culo. Quasi dieci minuti a toccarmi solo quello. Per poi finire con le gambe e i piedi. Finito si alza e mi fa ‘Dai, ora tocca a te ricambiare.’ ‘Ok, ok.’ Allora si gira e si inizia togliere i pantaloni, e prima che io possa dire nulla anche le mutande, mostrandomi così quel bellissimo culo che avevo sempre intravisto. Era veramente adorabile. Anche se ero interessato più a davanti. Però si sdraia sulla pancia e mi dice ‘Dai, mettiti come ero io prima. E stendilo bene dappertutto eh!’ ‘Si si, non ti preoccupuare.’ Ma io ero preoccupatissimo. Il mio cazzo era in erezione, e mettendomi così se ne sarebbe accorto. Fortunatamente la mia scarsa lunghezza fa sì che, a parte il contatto diretto con le mie palle, la mia asta non toccava e in questo modo non si sarebbe accorto, anche se tenerla così in alto mi procurava uno sforzo allucinante, al quale dopo poco mi abituai. Dopo avergli passato le braccia e le spalle, e averle rese belle lucenti, scivolai, e inaspettatamente il mio cazzo si ritrovò proprio a puntare tra le sue chiappe. Mi imbarazzai tantissimo, e scivolai ancora più giù così che non avessi più questo problema. Finisco di mettergli l’olio anche sui piedi e lui si gira a pancia in su. Un’imponente cazzo da 21 22 centimetri bello grosso svetta. Io resto un attimo imbarazzato e lui mi dice ‘Oh, guarda chi s’è svegliato! Beh, con delle mani soffici come le tue come potevo evitarlo? E poi mi è sembrato che anche tu non sia messo meglio!’ io arrossisco e mi nascondo il corpo, ma lui si mette seduto a gambe aperte e guardandomi mi dice ‘Ei, non avrai mica vergogna!? Siamo tra uomini, è naturale che succeda, dai. Ora finisci di mettermi l’olio. Parti dai piedi.’ E si risdraia, stringendomi con le gambe in mezzo a lui. Io, anche se imbarazzato inizio. Parto dai piedi, salgo sopra il ginocchio, e mi fa capire che vuole richiudere le gambe così, prima alzo la sinistra poi la destra e mi ritrovo seduto sopra di esse. Arrivato alla zona del pube la passo e passo al petto e alle braccia. ‘Ei, cosa fai? Non mi vorrai mica mettere l’olio a macchie. Hai saltato un pezzo!’ Mi prende le mani e me le poggia sulla sua asta. Le inizia a muovere su e giù, e io che assecondo. Poi passa alle palle, e anche su quelle mi muove le mani. Dopo un poco ormai avevo capito. Inizio così una lenta e dolce sega. Lui mette le mani dietro alla testa, e mi dice ‘Io lo sapevo che ti piaceva il cazzo. Continua così, troietta. Anzi prova ad assaggiarlo, vedrai che buono.’ E dicendo questo preme la mia testa con una sua mano sul suo uccello. Io ormai ero inebriato da quel corpo, dalla sensazione dei suoi piedi che giocavano con le mie natiche e con le dita di questi che volevano penetrare nel mio buchetto. Senza pensarci più di tanto lo presi in bocca. Il sapore di maschio e quello dell’olio solare si mischiavano nella mia bocca dando via a un imponente vortice di sapori. Senza contare le possenti palle, che con le mani mi spingeva sulla gola. Senza dire una parola, io continuavo a muovermi su e giù per quell’asta. ‘Succhia, bel bimbo. Prendi questo gelato. Mmm, vedi come ti piace! Dai troietta!’ Queste parole mi eccitavano tantissimo. Ad un certo punto, come un lampo, sento il pollice del piede di mio zio entrarmi nel culo. Non urlo, sapevo che gli avrei fatto malissimo. ‘Ecco, lo senti? Ahah, penetrato dal piede di tuo zio. Ecco, lo senti come si muove. No, non ci provare a smettere di succhiare!’ E con le mani mi spinge sul suo cazzo fino quasi a provocarmi il vomito. Intanto il suo piede continuava a giocare, e io lo sentivo. Era bello adesso. Non faceva più male. Prendendomi per i capelli, proprio mentre il buchetto mi trasmetteva sensazioni fantastiche, mi sposta dal suo cazzo. ‘Sdraiati a pancia in su e apri la bocca che devo farti una sorpresa. Puttanella mia.’ Io eseguo, ormai non ero altro che una semplice bambola ai suoi comandi. Apro la bocca, e uno scroscio mi colpisce gli occhi. Mi stava pisciando addosso. Provo a divincolarmi ma lui mi prende i polsi e mi li immobilizza con una forte stretta. Appena finisce ‘oh, ora si che è molto meglio! E adesso ciuccia!’ E mi inizia a scopare in bocca. Sempre tenendomi fermi i polsi. Lo sento andare in gola. Dopo diversi minuti in questa posizione, mi toglie il cazzo di bocca e si siede sulla mia bocca con il buco del culo. ‘Lecca troia! Lecca. Ecco così. Mmm. Usi la lingua meglio di mia moglie! Mmm.’ Ormai non avevo più controllo di me, e lui se ne approfittava senza problemi. Mi mise le palle sugli occhi mentre gli leccavo il culo. Quando è soddisfatto si sposta ancora. ‘Lascia che ti faccia provare il piacere di tua zia! Mmm’ mentre mi apre le gambe ‘Guarda che bel buchino, sentiamo com’è.’ E mi inizia a leccare. Questo mi fa impazzire. I suoi occhi poi. Mi guardava eccitatissimo mentre slinguava il mio buco e .. TAC, tre dita sono dentro! Tiro un piccolo urlo, ma il piacere è subito grande, perché con la lingua mi bagna subito. Stantuffa così per un bel po’, poi si sposta. Si allunga sopra il mio corpo e mi bacia. Prima i capezzoli, poi in bocca. Ci scambiamo un lungo bacio. E dopo essersi spostato a mordicchiarmi un orecchio, sento la cappella che si appoggia al mio buco. Non faccio in tempo a dirgli che ero vergine che mi penetra e mi ficca la lingua in gola perché io non urli. Il suo bastone di 21 centimetri ormai è tutto dentro. Sta fermo un pochino. Mi guarda ‘Eri vergine! Mmm.. Senti come è stretto. Mi fa impazzire. Ecco cosa prova tua zia ogni notte. To.’ E inizia a muoversi. Il dolore iniziale ormai lascia il posto a un emozionante desiderio di velocità. Così gli metto le mani sul culo e le spingo verso di me. ‘Ahah Vedi come godi! Adesso ne vuoi sempre di più eh!? Ma te lo do io. Non ti preoccupare! Eccotelo! Mmm.. ‘ Continua in questa posizione mordicchiandomi l’orecchio anche. Mi fa impazzire. Mi toglie d’un tratto il cazzo dal culo. ‘Alzati bellezza. Vieni’ Mi accompagna al muro della casa. Mi appoggia a quest’ultimo e mi inizia a baciare. Poi mi alza una gamba, mi reinfila il cazzo e poi mi inizia a scopare da lì. ‘Ecco. Ti sembra più grosso eh! Ahah Prendi!’ E me lo infila più e più volte. Fino a quando non inizia ‘oh, come sei stato bravo! Hai proprio un culo fantastico! Ah ecco, goditi anche questo. Ah!’ E un flusso denso mi sento percorrere il retto. Mi toglie il cazzo e mi dice ‘Sei stato proprio bravo! Lo rifaremo presto! Tanto so che ti è piaciuto!’ Mi bacia, prende un po’ di mio sperma che gli era arrivato sulla guancia se lo lecca e se ne va. Io resto lì. Con il suo sperma che mi gocciola dal culo.

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