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Racconti erotici sull'IncestoRacconti GayTrio

Scoparsi due fratelli insieme.

By 28 Ottobre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Li osservavo da un po’, da circa un mese nel solito posto dove i ragazzi si prostituivano avevo notato due ragazzi che si assomigliavano.
Inizialmente non ci feci caso, ma più passavano i giorni e più mi rendevo conto della somiglianza tra i due.
L’uno era biondo,di corporatura muscolosa, alto,fronte bassa, occhi verdi,  sembrava di provenienza slava. L’altro era scuro di capelli, alto come il primo, ma con gli stessi occhi e la stessa fronte, due particolari che non mi erano sfuggiti. Ultimamente mi incuriosivano molto e quando cominciò a balenarmi l’idea che i due fossero fratelli, li cominciai a scrutare con più attenzione: entrambi avevano un culo sodo e alto, gambe longilinee, mani grandi. Non pensavo possibile che due fratelli si prostituissero insieme, sulla stessa strada e  quella sera decisi di verificare.
Accostai la macchina al marciapiede, abbassai il finestrino e mi diressi al ragazzo biondo dagli occhi penetranti,lo chiamai a me, lo feci avvicinare… lui, con fare sicuro si inclinò al finestrino e mi salutò, i miei sospetti erano fondati, era straniero, il suo accento era duro, il suo nome era impronunciabile, lo feci salire in macchina.
Si sedette di lato a me con fare sicuro, dato dalle mille notti nelle quali viveva la stessa scena, profumava di mirra, un aroma dolciastro e pungente, mi chiese cosa volessi fare e dove volessi andare, gli risposi che avevo voglia di lui, ma che non mi bastava, mi guardò perplesso, ma il suo sistemarsi per bene sul sedile, mi fece capire che era curioso e che voleva capire cos’era che cercassi.
Non aspettai e gli parlai dei miei progetti per la serata, volevo farlo in tre, inizialmente avrei guardato e magari alla fine, mi sarei fatto fare un pompino, portai il mio indice sulle sue labbra e lo penetrai, simulando il mio cazzo dentro la sua bocca, mi chiese con chi altro volessi farlo e gli risposi che avevo avvistato un altro ragazzo sempre in quella zona. Accesi il motore e feci cinquanta metri, mi fermai nuovamente e gli indicai l’altro ragazzo, quando si voltò a guardare, Ghion, si sorprese, titubò qualche secondo e quasi stava per fermarmi quando chiamai a me l’altro ragazzo che si avvicinò con fare sicuro, – tale e quale suo fratello!-
Abbassai il finestrino e Ghion socchiuse le labbra in una smorfia ironica, i due fratelli si guardarono,cercarono di comunicare con gli occhi, ma io fui più tempestivo e senza lasciargli il tempo di capire la situazione gli chiesi se volesse salire promettendogli cento euro per ognuno.
Fu Thomas ad aprire lo sportello…fu Thomas ad accettare quel patto.  
Guidai fino ad un posto isolato, tra gli ulivi del pistoiese e quando cominciai a baciare Ghion, portai la mano sulla patta dei jeans di Thomas,aveva il cazzo moscio,non era eccitato, ma mi piaceva il contatto con quell’asta calda che da li a poco immaginavo gonfia e pulsante dentro le labbra del fratello.
Penetrai le labbra carnose di Ghion con la mia lingua, mi eccitò pensare ai tanti cazzi che erano passati tra le sue labbra e leccai la sua lingua pensando a quante cappelle aveva leccato.
Thomas si era sbottonato i jeans e cominciò a segarsi per farselo diventare duro, gli fermai la mano, c’erano altri modi per gonfiare un cazzo!
Spinsi la bocca di Ghion sull’asta del fratello che tentennò qualche secondo, prima di schiudersi su di lui.
Thomas gli disse qualcosa in slavo, Ghion reagì aprendo di più la bocca, il cazzo del fratello si era ingrossato e i denti di Ghion lo stavano graffiando.
Mi divenne duro nell’osservare quella scena, due fratelli  se lo stavano prendendo in bocca e uno dei due  rimproverava l’altro per come lo faceva.
Scesi la mano sulla patta di Ghion e notai una prorompente protuberanza, si era eccitato succhiando il fratello! Chissà se questa era la prima volta…l’asta pressava contro i jeans e cominciai ad accarezzarla, la liberai scendendogli la zip e un’ odore speziato avvolse l’aria della macchina,era l’odore di Ghion, l’odore di quel giovane ragazzo. Mi abbassai sulla sua patta e lo presi in bocca, gli leccai la cappella, prima di farmelo scivolare giù fino in gola.
Cominciai a spompinarlo imitando i movimenti della sua testa che andava su e giù dalla patta del fratello, l’uccello cominciò a pulsargli e un liquido di presborra invase il mio palato, mi staccai da lui, non volevo che venisse, mi avvicinai al cazzo  del fratello, osservando da vicino la bocca di Ghion che lo succhiava, avvicinai la punta della lingua sul cazzo e quando la  bocca vorace del fratello lo ingoiava completamente, mi limitavo ad osservare.
Riportai la mano sul cazzo di Ghion e cominciai a segarlo, la cosa dovette eccitarlo parecchio, perché accelerò i movimenti della sua bocca e cominciò ad andare su e giù più velocemente, me ne stavo a due centimetri dal cazzo di Thomas e dal viso di Ghion, osservavo come il cazzo spariva e riappariva dalle sue labbra e mentre osservavo la bocca di Ghion, percepivo l’odore del cazzo del fratello, avevo la peluria del pube di Thomas sulla guancia, e mentre leccavo quei peli biondi,  un liquido invase la mia mano, Ghion gemette,e cominciò a sborrare copiosamente su di me, uno schizzo macchiò la manica della camicia, un altro fini sul tappetino della macchina. Portai la mano sporca di sborra sul cazzo del fratello e afferrando la testa di Ghion gli feci fare movimenti sempre più veloci, si sporcava le labbra di sborra mentre succhiava il fratello, portai la mano sul cazzo di Thomas e ne tirai tutta la pelle fino a coprire tutta la cappella, sulla punta si era concentrato il seme di Ghion, lo avvicinai alla sua bocca e glielo feci leccare completamente, la scena eccitò Thomas, che afferrò i capelli del fratello e lo spinse nuovamente sul cazzo, schizzandogli copiosi rivoli di sborra in bocca.
Dopo la loro venuta, ci fermammo supini dentro la macchina, i respiri si andavano calmando lentamente e mentre un rivolo di sborra scivolava dalle labbra di Ghion fino ad arrivargli sul collo, riflettevo sull’ incesto che ero riuscire a provocare.  
Li lasciai dove li avevo trovati, sul bordo del marciapiede di una Roma sonnolenta,  mentre mi accingevo a girare l’angolo diedi un’ultima occhiata dallo specchietto retrovisore…i due fratelli,  contavano  i biglietti da 10 euro, prezzo del loro peccato.

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